Le parti scritte in corsivo tra { } sono il diario di Hanamichi. Buona lettura! 


El Zorro

Parte VI

di Hymeko


 

Hanamichi riaprì gli occhi, incontrando lo sguardo blu del bandito, steso accanto a lui.
Il volto era serio, ma nei suoi occhi c'era una grande dolcezza, rivolta a lui…lo sguardo di un amante al suo amato.
L'inviato del Re arrossì, a quel pensiero, e allungò il volto, posando le labbra su quelle dell'altro, in un bacio puro.
Sospirò, appoggiandosi sul gomito, senza smettere di guardarlo.
Zorro allungò una mano, arrotolandosi attorno a un dito una ciocca rossa, ammirando il contrasto tra quei capelli di fuoco e la sua pelle bianca.
Il rossino era turbato, lo leggeva sul suo volto…e la cosa non gli piaceva.
"Che cosa c'è? Non stai bene?"
Hanamichi scosse la testa:
"No, sono a posto. Solo…che cosa accadrà, ora?"
'…è preoccupato per il futuro…il nostro futuro assieme'
Il bandito si sollevò anch'egli sul gomito, e presa una mano dell'altro, ne baciò il dorso. Hanamichi avvampò, ma Zorro incatenò il suo sguardo a sé:
"Vieni via con me"
Sakuragi sussultò, spalancando gli occhi. Zorro gli aveva chiesto di…
"Lo vuoi…davvero?"
"Idiota…come potrei non desiderare di volerti accanto?"
Un rossore soave gli tinse le guance…aprì la bocca, mentre il suo cuore esultava. Ma all'ultimo il suo cervello, che aveva velocemente riflettuto, cambiò la risposta:
"Io…non posso. Non mi fraintendere, vorrei, ma…è troppo pericoloso. È ancora…presto. Se venissi con te, l'Alcalde potrebbe accusarti di rapimento, o sospettare che noi due…non siamo certo nemici. E io non voglio che tu…sia in pericolo a causa mia"
La mano del bandito scivolò lungo la sua mascella, fino al labbro. Ne accarezzò la ferita, in una muta richiesta di perdono. Le labbra di Hanamichi posarono un bacio sui suoi polpastrelli.
"E io non voglio che tu debba star ancora vicino a quell'uomo…rabbrividisco, quando ti vedo accanto a lui. Vieni con me…non avrai nulla da temere"
Il rossino sospirò, estasiato. La proposta di Zorro era così allettante…il suo cuore non faceva altro che urlare di accettare, di scappare con lui e mettersi tutto alle spalle…ricominciare una nuova vita, solo loro…
"Non sarebbe giusto…"
mormorò…
"…non solo per i cittadini di Los Angeles, ma anche per te…non voglio che tu debba vivere in eterno con la paura che la tua identità sia scoperta…bisogna neutralizzare l'Alcalde, non posso sopportare che metta in giro altre menzogne come quella di oggi!"
"Però…"
Hanamichi gli chiuse la bocca con la propria.
……………
"Io…credo sia meglio se ci separiamo…ormai si saranno ripresi, e staranno venendo a cercarci"
"Vieni con me"
"…non posso"
"Batteremo l'Alcalde insieme"
"…devo rimanere là per proteggerti"
"Non ho bisogno del tuo aiuto! E sarò più forte con te al sicuro!"
"…lo so, ma…lascia che anch'io faccia qualcosa"
"…vieni con me"
Il rossino chiuse gli occhi:
"Quando tutto sarà sistemato…nessuno ci separerà"
Zorro si morse le labbra…non era intenzionato a cedere. Non avrebbe lasciato il suo ragazzo con l'Alcalde, non con la paura che scoprisse che era un traditore.
"Non voglio che ci separiamo neppure adesso"
Il vento portò dei nitriti lontani…Hanamichi si mise in ginocchio, ascoltando la brezza.
"Stanno arrivando…devi andare"
"Non senza di te"
Il rossino raccattò stivali e pantaloni, infilandoseli con fatica. Sfruttò tutte le sue ultime forze per nascondere al bandito la propria debolezza, e fingendo una sicurezza che non aveva si alzò in piedi…non voleva si preoccupasse ulteriormente.
Anche Zorro si era riordinato, e stava cancellando le tracce del loro passaggio.
"Vai. Non puoi permetterti anche un'accusa di rapimento…l'Alcalde rivolterà tutta Los Angeles, anche dove adesso non ha il coraggio di entrare, con la scusa di trovarmi"
Al bandito non sfuggì un tremito della sua voce…gli fu subito accanto, cingendolo a sé:
"Sei sicuro di stare bene?"
"Sì…però ora vai. Io andrò loro incontro, e li porterò fuori strada…vai"
Zorro fischiò, e il cavallo nero apparve nella conca. Salì in groppa, e tese una mano al rossino:
"Sali! Ti porterò al sicuro! Nessuno ci troverà!"
Hanamichi accarezzò la mano tesa, e si allontanò di qualche passo.
"Non ti preoccupare per me…non hai le forze per reggere uno scontro. Vai!"
Il cavallo di Zorro girò su se stesso, annusando l'arrivo di altri suoi simili.
"Nemmeno io voglio che la persona cui voglio bene soffra…"
Il rossino spalancò gli occhi, e li richiuse, stringendo i denti:
"…vai"
"No"
"Per favore…"
"Hana…"
Hanamichi scosse la testa, avviandosi verso il proprio cavallo.
"Perché?"
Il ragazzo si fermò, senza voltarsi:
"Perché sarebbe troppo pericoloso. Ci rilasseremmo, esponendoci a rischi inutili. Noi dobbiamo…continuare a far finta di niente, finché l'Alcalde…non sarà stato neutralizzato"
Zorro non disse più nulla, limitandosi a guardare la sua schiena che spariva dietro le rocce. Sentì il cavallo nitrire, e il rumore degli zoccoli che si allontanava…chiuse gli occhi, mentre percepiva qualcosa d'importante scivolare via, sparire assieme al profumo del rossino…

{Non ho molta forza per scrivere…la febbre non è ancora scesa del tutto. Ho caldo, e le poche ore di riposo non m'hanno aiutato. È sera tardi, e l'aria fresca si insinua nella mia stanza…dovrei dormire, eppure…ho solo voglia di fare ancora l'amore con lui. Se fosse qui…non m'importerebbe più di nulla}

Qualcuno bussò alla sua porta, e Hanamichi si affrettò a riporre il diario in un cassetto, prima di rispondere.
Il suo cuore si fermò un attimo, quando Kaede chiuse la porta, appoggiandovisi contro.
Non sorrideva.
Il ragazzo moro esaminò velocemente la stanza. Il locale era immerso nella penombra, a parte una candela che illuminava debolmente il cuscino di Hanamichi. Registrò la presenza di penna e calamaio, ma la mancanza di un quaderno.
La poca luce batteva debolmente sul suo volto, scendendo sfumandosi sul suo petto largo, nascosto solo da una camicia bianca che donava un po' di pallore a quella pelle abbronzata.
Non stava bene, lo vedeva anche da lì.
Strinse la mano, avvicinandosi a passi veloci al suo letto.
"Sei arrabbiato, vero?"
Hanamichi sorrise, godendosi finalmente il vero volto di Kaede. La glaciale determinazione nei suoi occhi, tipica del bandito, contrastava con la bellezza d'angelo del suo viso, finalmente libero dalla maschera, in una contraddizione singolare…lo rendeva ancora più bello.
Kaede si sedette accanto a lui, la mandibola irrigidita dalla rabbia:
"Ho dovuto venirlo a sapere da donna Yayoi!"
"…non potevo venire con te"
"Quindi hai preferito andare a chiedere aiuto all'Alclde che…a me!"
"Don Kaede…ti sarei stato d'intralcio. E così ti ho dato il tempo di andartene"
"Si può sapere perché pensi che io non sappia difendermi da solo? Ti ricordo che l'ho fatto fino al tuo arrivo, e continuerò a farlo!"
Hanamichi lo abbracciò di slancio, combattendo contro le vertigini. Si aggrappò al suo collo, stringendolo forte a sé.
Kaede rimase un attimo sbalordito, poi rispose al suo abbraccio, affondando il viso contro i suoi capelli.
"Io…ho una paura folle di quello che l'Alcalde potrebbe farti, se ti catturasse…"
"Idiota…dimmi bene cos'è successo"
Il rossino appoggiò la guancia sulla sua spalla, accarezzando col fiato la pelle bianca del suo collo:
"Dopo che…ci siamo separati, ho iniziato a cavalcare, ma la testa mi girava da morire…sentivo la febbre, avevo sete…ma non abbastanza forze per fermarmi e stappare la borraccia. Io…mi sono imposto di resistere, fin quando non ho incontrato l'Alcalde…lì credo di essere caduto a terra, davanti a loro. Sentivo Don Moichi che gridava, poi dell'acqua che mi veniva mandata giù a forza, e…penso di essere svenuto. Mi sono risvegliato qui, un paio d'ore fa"
"…mi sono sentito morire, quando ho saputo che eri stato male…"
"…mi spiace…ma sapevo che ti sarei stato d'intralcio, se fossi venuto con te. Quindi…ho pensato di pesare sull'Alcalde"
"Idiota"
"…lo so"
Chiuse gli occhi, godendosi le carezze delle labbra di Kaede sulla sua pelle.
"Mi dispiace…è colpa mia, se stai male"
Sakuragi rise, arrossendo:
"E chi sarebbe l'idiota? Dai, è solo un colpo di sole! Non sentirti in colpa, è stata…la cosa più bella che mi sia mai accaduta"
Kaede lo fissò, sfiorandogli gli occhi:
"…perché ti sei lasciato fare…ciò che ti ho fatto? Dopo che mi hai rifiutato, io…"
Hanamichi divenne ancora più rosso, senza riuscire a soffocare un sorriso:
"Perché…ho voluto dare tutto me stesso alla persona più vera che abbia mai incontrato. Perdonami se ti ho rifiutato, io…non avevo capito che fossi tu. Gli occhi blu cui mi riferivo, erano quelli di Zorro, ovvero…del vero te stesso. Don Kaede…è lui che porta una maschera…per proteggersi, e nel contempo riparare chi ama dall'ira dell'Alcalde. Per questo ti ho detto di no…fino a oggi, per me Don Kaede era solo un bimbo viziato che non faceva altro che ridere di sciocchezze, solo…dopo che mi hai fatto sentire la tua voce, che mi sei stato così vicino, e soprattutto dopo quella frase…ho capito chi fossi. Per questo amo Zorro, lui…non porta una maschera, in realtà. Anche adesso…qui con me c'è Zorro…non Don Kaede"
"Don Hanamichi…se vuoi…lui rimarrà qui per sempre"
Hanamichi rimase a bocca aperta, il volto arrossato dall'imbarazzo e dalla gioia:
"Tornerai te stesso…col mondo?"
"…sì"
Gli gettò di nuovo le braccia al collo, frenando le lacrime:
"Prima ci libereremo dell'Alcalde, prima sarai libero.
………
Posso chiederti se…sei felice?"
"…sì"
Il rossino sorrise. L'altro non mostrava un segno esteriore della propria felicità, eppure…capiva quanto fosse raggiante. Lo leggeva nei suoi occhi…vivi. Allungò una mano, accarezzando la sua pelle liscia. Così bella…le frasi scritte sul suo diario si ripresentarono nella sua mente, mandandogli una scarica lungo la pelle. Avvampò, immaginandosi cosa avrebbero potuto fare, su quel letto.
"Stai bene? Sei rosso…"
Senza alzare gli occhi, Hanamichi ammiccò verso il comodino, indicandogli il primo cassetto.
"Il tuo diario?"
"…sì. Leggi l'ultima cosa che ho scritto"
Trascorsero pochi attimi, poi sentì il cassetto richiudersi, e le braccia bianche scivolare attorno alla sua vita.
"Sei troppo debole…"
"Non m'importa"
"Non me lo perdonerei mai…se tu svenissi ancora…"
"Ti è piaciuto fare l'amore con me?"
Kaede spalancò gli occhi, ritrovandosi a fissare quelli castani dell'altro, meravigliosamente incastonati nel rossore caldo della sua pelle. Deglutì, e si tese ad assaggiargli le labbra, senza staccarsi dal suo sguardo:
"…possederti è stato…vivere. Entrare dentro di te…squarciare un mondo di tenebra. Amarti…la sensazione più bella che possa esistere…un'esplosione di luce…mi sono sentito…annullare. E osservare mentre ti allontanavi, senza vederti venir via con me…è stato peggio che morire"
Hanamichi si appoggiò ai grossi cuscini bianchi, slacciando i primi bottoni della camicia. Socchiuse le labbra, mentre negli occhi la candela gli accendeva riflessi dorati…allungò le mani, passandole sulle sue braccia, fino a scendere a incontrare le dita dell'altro…tirò quelle mani bianche a sé, facendole posare sui capezzoli inturgiditi, e bisbigliò:
"Allora…deliziati col mio corpo…"
Kaede dimenticò che stava male, che erano nella locanda di Ayako, che sarebbero saliti a chiamarlo...si gettò sulla sua bocca, sorbendo ogni suo respiro, bloccandolo contro i cuscini morbidi…sarebbero stati comodi, quella notte.
Avverti le sue gambe che si distendevano per accoglierlo, e si sistemò nel mezzo, iniziando a accarezzarlo.
Due colpi provennero dalla porta della stanza:
"Don Hanamichi sei sveglio?"
I due sussultarono, mentre Akira bussava ancora.
Kaede digrignò i denti, stringendo le lenzuola:
"Dove hai la spada che lo uccido?"
Hanamichi lo fissò scioccato, per poi scoppiare a ridere.
"Don Hanamichi è tutto a posto?"
"Sì…sì"
Kaede mugugnò, andando a sistemarsi contro la finestra, fingendo di guardare fuori…il rossino notò con soddisfazione i pantaloni che gli tiravano.
"Entra pure"
La porta si spalancò, rivelando un Akira gioioso con un mazzo di rose bianche in mano:
"Colte appositamente dal mio giardino, per allietare col loro profumo il tuo riposo! ^_____^ Ah, Don Kaede, eccoti qua!"
"Grazie, Don Akira"
Kaede lanciò un'occhiata assassina al ragazzo che sistemava i fiori sul comodino accanto al letto, per i suoi gusti era troppo vicino al malato, ancora mollemente sdraiato tra le lenzuola bianche.
Akira se ne accorse, e notando qualcosa di diverso, gli si avvicinò per studiarlo…Kaede si mosse, ma non poté impedire che l'altro notasse il suo stato.
Il sorriso di Akira divenne più largo del solito:
"Oh oh oh!!! Ma guardate un po'! E bravo Don Hanamichi, alla fine sei tu che hai catturato il nostro Don Kaede! ^________________^"
Diede un buffetto al rossino, accarezzandogli una guancia.
Kaede spalancò gli occhi, mentre il sangue gli ribolliva nel cervello: Akira lo stava…toccando.
"Kaede no!"
Il moro afferrò Akira per il colletto della casacca, e lo sbatté contro una parete, bloccandogli la gola con l'avambraccio.
"Kaede lascialo!"
Hanamichi si mise a sedere, dimenticando per la fretta di anteporre il 'Don' al suo nome.
Il ragazzo non lo sentì, il suo sguardo fisso in quello spaventato dell'amico, uno stiletto rovente che l'altro non riusciva a sostenere…Kaede gli afferrò i capelli, tirandogli su il viso perché potesse guardare tutta la sua rabbia:
"Lui è solo mio! Stagli lontano o giuro che ti uccido! Lui è mio!"
"Kaede basta"
Hanamichi gli cinse il petto, appoggiandosi alla sua schiena.
"Non voleva far nulla di male…lascialo"
Quella voce sembrò riportare la calma nel ragazzo…i suoi muscoli si rilassarono, e il suo sguardo si fece meno duro, mentre fissava Akira scivolare a terra. La sua voce però rimase gelida:
"Sei fortunato che lui abbia tutto questo ascendente su di me. Adesso vattene"
Akira si toccò la gola, senza distogliere lo sguardo…
"Z-Zorro?"
Kaede e Hanamichi sussultarono, mentre Akira si rialzava:
"Don Kazushi mi aveva detto dei tuoi sospetti…ma non credevo davvero che lui…"
Il rossino cambiò espressione, facendosi minaccioso quanto il moro:
"Spero che tu non abbia intenzione di fare la spia…"
Akira spalancò gli occhi:
"No, certo che no, solo…non ci credevo…"
Osservò Kaede in silenzio, vedendo per la prima volta il suo vero volto, poi annuì:
"Senza quell'aria sciocca…sei davvero lui. Non preoccupatevi, manterrò il vostro segreto…fidatevi"
"Se verremo scoperti, sappi che ti troverò anche all'inferno"
"T-Tranquillo Don Kaede…io non dirò nulla, a nessuno…e poi…sono fiero di te!"
Akira li rassicurò un'ultima volta, e uscì quasi di corsa, mettendo molta strada fra sé e quel bandito infuriato.
Hanamichi sospirò, appoggiandosi a lui. Ora che l'adrenalina era scomparsa, si sentiva davvero stanco.
"Don Kaede?"
"Hn?"
"Cosa accadrà?"
"Non lo so…ma posso chiederti una cosa?"
"Certo"
"Cosa c'entra Don Kazushi?"
"Io…è meglio se leggi…non so se avrei la forza di spiegarti tutto con chiarezza"
Il rossino barcollò fino al letto, subito sostenuto dal moro.
"Hai bisogno di dormire, è meglio che vada"
"Solo un attimo"
Trafficò col cassetto, e consegnò all'altro il volume che già conosceva.
"Prendilo, e leggi quello che vuoi"
Kaede lo soppesò, incerto:
"…è il tuo diario"
Hanamichi scosse la testa, posandola sulla sua spalla:
"Ne ho parlato con Don Kazushi perché è stato il primo a insistere un po' per farmi sbottonare"
"Ho capito…"
Posò un bacio sulla sua nuca, e si slacciò da quell'abbraccio. Spense la lampada, rimboccandogli le coperte.
"Buona notte"
"Don Kaede…"

Hanamichi sbadigliò, stiracchiandosi. La luce dell'alba filtrava dagli stipiti socchiusi, scrivendo sul pavimento linee di luce.
'Strano…mi sembrava fossero aperte, ieri notte…'
Scosse la testa, toccandosi la fronte. Non era più molto calda, anche se sicuramente aveva uno strascico di febbre.
Si alzò, versandosi dell'acqua in un catino. Si sciacquò a lungo il volto, cancellando i segni della notte.
Aprì gli scuri, e sulla poltrona trovò degli oggetti ben noti: un mantello, delle coperte e il suo diario.
"Zorro…"
sussurrò, stringendo a sé il diario.
Quello stupido…era tornato a riportagli le sue cose…chissà che rischio aveva corso! Ma non poté trattenere un sorriso…chissà se l'aveva baciato, nel sonno…
Ritornò verso il letto, e le vide. Rose, nello stesso vaso di quelle di Akira. Ma queste erano rosse, di un carminio talmente intenso da cancellare le altre. Sapeva da dove provenivano, le aveva ammirate da Kaede, vicino al ruscello nel giardino della sua villa…accarezzò i petali, stordito dal loro profumo. Ne colse una, portandola a letto con sé, stringendola al cuore.

Zorro si abbassò, schivando la lama del rossino. Hanamichi si gettò contro di lui, tentando di colpirlo con ginocchio, ma all'altro bastò scivolare alla sua destra per evitare l'attacco. Maledicendolo, Hanamichi tentò un affondo, che fu parato con maestria dal bandito.
"Sei ancora troppo debole…"
mormorò questi, girandogli attorno e colpendolo ai tendini delle ginocchia. Non era vero, naturalmente…il rossino era in forma, o lui non gli avrebbe permesso di uscire dal letto, anche a costo di andare ogni notte a sfinirlo…ma gli piaceva farlo arrabbiare.
"Maledetto bastardo! Chi è che è debole?"
L'inviato del Re si chinò di colpo, e con un calcio basso colpì Zorro su una caviglia, facendolo volare per terra.
Il moro si pulì la bocca, stupendosi della tenacia dell'altro…dopotutto erano solo dieci giorni che la febbre era sparita…nonostante sapesse che stava bene, non riusciva a non preoccuparsi…
"Vedi di non stancarti troppo, capito?"
Hanamichi sorrise…era in ansia per lui.
"Smettila di preoccuparti per me, pensa per te, dannatissima volpe! Io sto benissimo!"
"Davvero?"
La lama di Zorro colpì di piatto la sua, bloccandola, e il bandito poté spingerlo contro un angolino nascosto alla vista di tutti, e rubargli un bacio.
"M-M-Ma sei impazzito?! Se ci vedessero…"
Zorro si allontanò di colpo da lui, rimettendosi in guardia:
"Ho scelto quell'angolo apposta, è nascosto…e ora ti dai una mossa? Questo duello è una noia!"
"Come osi?"
L'inviato del Re si lanciò contro di lui, tentando di disarmarlo. Il bandito ridacchiò mentalmente, facendo finta di essere in difficoltà, preparando con cura il suo colpo migliore, quando uno sparo tranciò l'aria.
Hanamichi gridò, gettando indietro la testa. Cadde in ginocchio, davanti agli occhi spalancati di Zorro, mentre la spada rotolava a terra, mandando al cielo il rumore metallico. Strinse i denti, tentando di regolarizzare il respiro.
"Stai bene?"
"Vai via! Scappa!"
"Hanamichi!"
Il rossino si portò la mano sinistra alla spalla, dove il proiettile era penetrato:
"Non capisci che è una trappola? Vai!"
Zorro non si mosse…non poteva credere che l'Alcalde gli avesse sparato apposta per trattenerlo lì.
"Che stai aspettando? È una trappola! Vattene!"
Col braccio sano, il rossino lo spintonò lontano da lui, sul pavimento del tetto piatto.
"No! Non ti lascio ancora qui da solo!"
"…ti cattureranno"
"No, se riuscirò a portarti via di qui prima che arrivino!"
"Non riuscirò a seguirti! Se non te ne vai scopriranno chi sei!!!!"
"Non importa…sempre meglio essere catturato, che lasciarti qui a dissanguare!"
Zorro sussultò…Hanamichi piangeva.
"Per favore…per favore vattene…non voglio che ti prendano"
"…no. Stavolta non me ne andrò! Non ti lascio qui ferito…"
Le porte si spalancarono di colpo, e il tetto si riempì di soldati, che presero la mira contro il bandito. L'Alcalde avanzò, puntando una pistola contro di lui:
"Zorro arrenditi! Finalmente sei in trappola! Non potrai più scappare!"
Il bandito si guardò intorno…era circondato. I soldati si erano disposti in cerchio attorno a lui, non aveva scampo. Anche se avesse preso Hanamichi come ostaggio, avrebbero sempre potuto sparargli nella schiena…
Si alzò in piedi, sfidando con lo sguardo Don Moichi. Poi gettò via la spada e la frusta, mandandole ai piedi del sergente Takamiya. L'uomo tremò, mentre si chinava a raccoglierle.
L'Alcalde iniziò a ridere sguaiatamente, avvicinandosi come ubriaco ai due:
"Avete visto Don Hanamichi? L'abbiamo catturato! Mi spiace molto per la vostra spalla, non volevo colpire voi, ma finalmente…è nostro!"
Zorro strinse gli occhi:
"Già, peccato che per riuscirci abbiate dovuto sparare nella schiena dell'inviato del Re…"
sibilò.
L'Alcalde avvampò, poi lo colpì col calcio della pistola sul viso, tagliandogli il labbro:
"Sei solo un bastardo schifoso! Non osare nominare il Re con la tua bocca impura!"
"Basta così!"
Hanamichi, traballando, si rialzò, impugnando con la sinistra la spada. Appoggiò la punta alla gola di Zorro, fissandolo negli occhi:
"Bandito conosciuto come Zorro…inginocchiati!"
Una luce si accese negli occhi blu…lentamente, Zorro fece come gli aveva ordinato.
"Io, Don Hanamichi de Sakuragi, inviato di Sua Eccellenza il Re di Spagna, ti dichiaro in arresto"
"Sìììì!!!!!"
Don Moichi alzò il pugno al cielo, esultando.
"E ora maledetto scoprirò chi sei!"
L'uomo allungò la mano, afferrandogli la nuca.

Fine capitolo sesto




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