Le parti scritte in
corsivo tra { } sono il diario di Hanamichi. Buona lettura!
El Zorro
Parte III
di Hymeko
Le scale si stavano
rapidamente trasformando in un tunnel di fuoco…gli scalini scricchiolavano
sotto il loro peso, il calore filtrava attraverso il cuoio degli stivali.
Caldo…torrido, ustionante. Si sentivano ardere, sciogliere come ghiaccio
d'estate…ma non s'arrendevano, imponendosi di continuare a salire,
accompagnati dal fumo che cercava di raggiungere il cielo.
Zorro si chinò in avanti, tossendo contro la manica della camicia. Il fumo
gli aveva invaso i polmoni, seccandoli col suo gusto acre. Faceva fatica a
respirare, ogni dilatazione del suo petto gli scatenava una fitta di
dolore.
"Ehi stai bene?"
Erano arrivati su un pianerottolo ancora abbastanza integro.
Sakuragi si era voltato, e lui gli era finito inavvertitamente contro.
Sentiva gli occhi pieni di lacrime, arrossati dall'aspro fumo denso…non lo
aveva visto, le palpebre si rifiutavano di alzarsi per più di quel ciglio
che gli bastava a intuire il percorso.
Annuì, mentre si ripuliva il viso. Non aveva la forza di parlare, la gola
riarsa dall'incendio era troppo secca perché dei suoni potessero uscirne.
Adocchiò il compagno improvvisato…non sembrava messo meglio di lui. Il
sudore scorreva abbondante sul suo viso, scendendo in piccoli rivoli che
trascinavano via un poco di fuliggine, ripulendo il percorso compiuto.
Sembrava spossato, faticava a respirare.
'Come me'
pensò il bandito, asciugandosi il volto.
Il calore rendeva quella costruzione una fornace, trasformando le pareti
di legno in mura di fiamme. Davanti a loro saliva l'ultima rampa di scale,
quella che li avrebbe portati dai bambini.
'Sempre che siano vivi'
pensò Zorro amaramente…se per loro due era così difficile sopportare quel
calore, quei bambini dovevano essere davvero stremati.
Riprese ad avanzare, passando avanti. Era più leggero dell'altro, quindi
era meglio che andasse prima lui.
L'inviato del Re si accodò in silenzio, esaminando il percorso davanti a
loro.
'Ci stiamo inoltrando in una galleria di fuoco…'
Osservò i gradini…sembrava che reggessero, al contrario delle pareti,
dalle quali ogni tanto si staccavano tizzoni ardenti che precipitavano
accanto a loro.
"Aaahhh!!!"
Zorro si voltò: Sakuragi si batteva freneticamente la spalla, sulla quale
piccole scintille si rifiutavano di morire. Si affrettò ad aiutarlo a
spegnere quelle faville, facendo attenzione a non ustionarlo.
"Grazie"
Il bandito annuì, senza aggiungere nulla. Più che le parole contavano i
loro sguardi, vivi, più forti dell'incendio che li avvolgeva…carichi di
fiducia nell'altro.
Hanamichi fissò la figura del bandito, studiandone la fisionomia. La
schiena larga, perfetta…i fianchi snelli ma atletici, e le gambe lunghe e
magre…era bello. E forte.
Si accorse di ammirarlo profondamente…Zorro riusciva da solo a tener testa
a una guarnigione di soldati, e nonostante tutto a non perdere la propria
umanità…era un guerriero solitario, destinato a una vita da reietto,
eppure…non smetteva di continuare a lottare per gli altri. All'improvviso
comprese di sentirsi al sicuro, accanto a lui. Anche in mezzo a un
incendio.
'Da dove viene questa strana sicurezza? Lui…è un mio nemico, eppure…mi
rasserena, averlo qui'
Il corridoio che dava sulle camere da letto si presentò davanti a loro
come un passaggio di fiamme e fumo. Le pareti ardevano crepitando, il
soffitto era nascosto da una densa cappa plumbea che anneriva le travi.
Si piegarono in due, tossendo, camminando abbassati per respirare meglio…Hanamichi
sentiva la cenere incrostargli i polmoni, soffocargli il sangue. Alzò lo
sguardo, esaminando il corridoio davanti a loro, tentando di capire dove
potessero essere i bambini. Frammenti di legno incandescenti caddero dal
soffitto…
"Attento!!!!!"
Si gettò di colpo in avanti, contro Zorro che studiava le porte, rotolando
con lui lontano da una trave che precipitava, rovinando sul punto dove
pochi attimi prima si trovava il bandito.
Due paia d'occhi si spalancarono contemporaneamente, trovandosi vicini…i
volti si sfioravano, le pupille a pochissimi centimetri le une dalle
altre…la sorpresa di uno che si rispecchiava nelle iridi dell'altro.
Immobili, troppo scioccati per reagire, si guardarono stupiti, dimentichi
di tutto, dell'incendio, dei bambini…esistevano solo loro. Uno per
l'altro, magneticamente allacciati.
Finché un altro grosso frammento cadde.
Si alzarono contemporaneamente, fissandosi e guardando poi la trave
caduta, e di nuovo tra loro.
"S-Stai bene?"
Il rossino non comprese il motivo per cui avesse balbettato.
Zorro deglutì, ansimando. L'aveva salvato, rischiando di essere travolto a
sua volta…annuì, troppo toccato per parlare, benché volesse dirgli
qualcosa la sua gola sembrava bloccata, incapace di lasciar uscire ciò che
voleva esprimere.
Hanamichi sussultò, girandosi verso destra:
"Hai sentito?"
Il bandito assentì, seguendo il ragazzo che correva lungo il corridoio,
felice della distrazione. In seguito ci avrebbe pensato meglio.
Tesero le orecchie: dietro una porta in fiamme si udivano dei lamenti
flebili.
Hanamichi allungò con cautela una mano per aprire la maniglia, ma Zorro lo
bloccò, mostrandogli la propria guantata. Toccò la maniglia, ma subito fu
costretto a ritrarla, scottava troppo per poterla aprire.
"Allora sfondiamo?"
chiese il rossino titubante, lasciando a lui la scelta.
L'altro approvò, preparandosi. Si lanciarono contemporaneamente contro
l'uscio infuocato, prendendo quanta più velocità potessero. Il legno
consumato cedette facilmente, e i due rotolarono nella stanza invasa dal
fumo, cascando sul pavimento sporco.
"Uuuuaaaahh!!!!!!"
Il pianto di due voci spaventate li investì…i bambini li guardavano
terrorizzati da un angolo, rannicchiati lontano dal corridoio.
"State tranquilli piccoli, adesso vi portiamo fuori"
Hanamichi ne prese in braccio uno, voltandosi verso Zorro che studiava la
finestra. Il bandito gli indicò di guardare giù, e il rossino vide un
carro di paglia che sostava pericolosamente accanto alla casa. Si voltò
verso il corridoio, da cui le lingue di fiamma ruggivano propagandosi
nella stanza, e comprese ciò che l'altro voleva fare.
"…va bene, non c'è altra scelta"
Non aspettandosi altra risposta, Zorro prese una sedia e si diede da fare
per sfondare la finestra. Il vano fu ripulito in pochi attimi, e il
bandito fece cenno al rossino di andare.
"Sei sicuro?"
L'altro annuì, e lo spinse verso la finestra.
"Sbrigati, capito?"
aggiunse prima di saltare, tra le urla della gente e quelle del bambino
terrorizzato.
Zorro prese in braccio l'altro piccolo, tentando di farlo rimanere
sveglio…la sua testa ciondolava pericolosamente. Comprendeva bene il suo
stato, anche il suo corpo era asfissiato dai miasmi che salivano dal piano
inferiore. Barcollò, stringendo a sé il bambino, appoggiandosi senza forze
contro una sedia. La testa gli girava, il sudore gli colava sulla cute,
gli occhi si stavano appannando, restituendogli immagini confuse del vano
della finestra.
"Zorro!!!!! Stupidissima volpe che diavolo stai aspettando?! Salta!!!!!"
Strinse i denti, Sakuragi lo stava chiamando…doveva concentrarsi sulla sua
voce, aggrapparsi ad essa fino alla finestra…si diresse con fermezza verso
la chiazza di luce che vedeva, e l'aria leggermente più pulita gli schiarì
la mente. Arretrò di due passi, prese lo slancio e saltò, atterrando nel
mezzo del carico di paglia.
Due mani amiche e una voce preoccupata lo aiutarono a scendere,
trascinandolo via dal carro.
"Se avessi avuto delle scintille addosso poteva partire un altro incendio"
gli mormorò il rossino con un sorriso.
Zorro annuì, bevendo freneticamente l'acqua fredda che l'altro gli porgeva
da una tazza.
"Calmo, calmo…ce n'è quanta ne vuoi!"
Gli avvicinò un secchio pieno d'acqua, e si sentì spostare di peso da due
mani possenti:
"Oh señor Zorro grazie!!! Anche voi siete stato un eroe!!!"
Sakuragi si allontanò sghignazzando, massaggiandosi le costole, lasciando
che il bandito si prendesse la sua dose di abbracci da parte della madre
dei due bambini, che riposavano un po' stralunati fra le braccia del
padre.
Il suo sorriso morì, mentre l'Alcalde si avvicinava a passo di carica al
gruppetto di gente che, in coro, lodava Zorro. Si affrettò a sbarrargli la
strada, mentre le persone più esterne ammutolivano, osservando la scena.
"Don Hanamichi spostatevi! È il momento di liberare Los Angeles!"
Fece un cenno al sergente Takamiya, che con la morte negli occhi abbandonò
il secchio per imbracciare un fucile.
Hanamichi gli fece cenno di aspettare, e si abbassò per parlare all'Alcalde
in modo che gli altri non sentissero:
"Non faccia sciocchezze, Don Moichi! Vuol provocare una rivolta cittadina?
Zorro si è comportato da eroe, ha contribuito a salvare la vita a due
bambini, la popolazione insorgerà se tenterà di arrestarlo adesso!"
L'Alcalde strinse gli occhi, passando in rassegna la folla del tutto
ammutolita. Zorro si stava rialzando a fatica, era l'occasione giusta per
catturarlo, ma nello sguardo della gente, e dei suoi stessi soldati,
vedeva rimprovero, diniego…odio. Rabbia pronta a esplodere, a un gesto
sbagliato.
Sbuffò, battendo le mani sulle gambe:
"Sergente che fa' col fucile in mano? Avanti con l'acqua! E tu Zorro,
ritieniti fortunato, perché la prossima volta finirai dritto in prigione!"
La folla festeggiò, sollevata, mentre il rossino tirava un sospiro di
sollievo. L'Alcalde invece andò a sfogare la sua rabbia gettando acqua,
maledicendo il proprio buon cuore.
Un fischio acuto tagliò l'aria, e pochi attimi dopo apparve uno splendido
stallone nero che si fece largo fino al suo padrone…Zorro montò in sella,
accarezzando il collo dell'animale. Fissò con gratitudine Hanamichi, poi
galoppò via tra due ali di folla festante.
Sakuragi si appoggiò alla porta della sua stanza, asciugandosi con un
panno i capelli ancora umidi. Aveva avuto molto tempo per riflettere,
durante il bagno caldo che si era meritatamente concesso…ma i suoi
pensieri si erano concentrati esclusivamente sulle iridi blu di un certo
bandito…
{Mi piacciono molto, i suoi occhi. Sapevo che fossero belli, ma non
immaginavo tanto…quando me li sono trovati così vicini…è stato come se
qualcuno mi avesse mozzato il fiato…non sono riuscito a respirare, mi sono
incantato…bloccato. È stato come se…qualcuno avesse inchiodato il mio
volere contro quelle assi, imponendomi solo di guardare lui…i suoi occhi
accesi dalle fiamme.
Sono belli, infinitamente belli. Ma anche crudeli…perché sanno che non ho
scelta…mi si mostrano in tutta la loro meraviglia ben sapendo che dovrò
catturarli, rattristarli…e che soffrirò da morire appena incatenerò i suoi
polsi.
Eppure…non si nascondo a me, quasi invitandomi a cercarlo, a interessarmi
a lui….a dannarmi l'anima per raggiungerlo.
Si lasciano ammirare, studiare...pensa forse che mi lascerò impietosire,
che non lo catturerò, continuando a rimandare per poterlo vedere ancora?
Potrebbe essere…ma non posso comportarmi così. Se non lo catturo io verrà
qualcun altro, che potrebbe non essere gentile come me…e io non voglio gli
sia fatto del male.
……………………
Zorro…Zorro…Zorro…Zorro…Zorro…}
Sussultò:
aveva riempito una pagina del suo diario solo col nome del bandito,
scrivendolo in vari modi, con tanti svolazzi o con la grafia più
semplice…arrossì, chiedendosi che gli fosse preso, poi strappò la pagina e
le diede fuoco, accarezzandosi la guancia con la piuma d'oca, perdendosi
in quelle fiamme morenti che gli ricordavano l'incendio di poche ore
prima…
Kazushi si appoggiò mollemente al parapetto della terrazza, respirando
l’aria dolce della sera di Los Angeles.
Accanto a lui, Hanamichi sedeva accovacciato a terra, la schiena contro il
parapetto, lo sguardo fisso nell’orizzonte. Non aveva detto nulla, da
quando l’altro era salito dalla sala comune.
Erano passate più di due settimane dal giorno dell’incendio.
I due bambini stavano bene, e i genitori stavano ricostruendo, con l’aiuto
della comunità, la loro casa. Tutto era tranquillo: l’Alcalde, sapendo di
dover tenere buona la folla, se ne stava tranquillo, soffocando i propri
colpi di testa perché nulla turbasse la quiete cittadina. Di conseguenza,
anche Zorro non si faceva vivo da quel pomeriggio.
Sospirò, sbirciando l'amico immobile accanto a lui, in silenzio.
Akira e Kazushi erano tornati quattro giorni prima, con un bottino
decisamente magro; Kaede, invece, era rimasto tappato in casa fino al
giorno precedente, quando si era presentato in locanda col sorriso sulle
labbra e tanta voglia di chiacchierare.
Al rossino però non era sfuggita una sua certa fatica nel seguire le
conversazioni, e alla fine lo aveva quasi portato di peso sul calesse dove
Jin lo aspettava.
"Non hai proprio voglia di scendere?"
"…no"
Kazushi si passò una mano fra i capelli, mordicchiandosi le labbra.
"Non ti senti bene?"
"…no"
"…hai litigato con qualcuno?"
"…no"
"Allora posso chiederti il motivo di questo esilio volontario dal
divertimento? Giù ci sono Don Akira e Don Kaede che suonano, la señorita
Ayako che balla con Ryota, la birra fresca, e il sergente Takamiya a
renderle omaggio…ma tu sei qui a roderti l’anima per chissà che ragione"
L’altro rimase in silenzio, senza alzare gli occhi.
"Me ne vuoi parlare? Sfogandoti ti sentirai meglio, e avrai qualcuno su
cui appoggiarti. In fondo, siamo amici, no?"
’Amici…’
Hanamichi chiuse gli occhi, affondando la testa fra le ginocchia. La loro
amicizia…il nocciolo della questione era proprio quello. Chi era amico per
tornaconto, e chi per vera amicizia?
"Non ti fidi di me?"
Il rossino gemette, portandosi le mani fra i capelli. Gli faceva male
ferire così Kazushi, però…aveva paura. Lui…poteva essere il suo nemico…e
se avesse sfruttato quei suoi momenti di crisi per trovare il modo di
neutralizzarlo?
Alzò lo sguardo, incontrando il suo viso sereno.
Kazushi gli sorrise, inclinando la testa.
"Non hai fiducia in noi?"
’…fiducia…’
Chiuse gli occhi, imponendosi di pensare lucidamente. Cosa sarebbe
accaduto se avesse parlato con lui dei suoi dubbi, rischiando di svelarsi
a Zorro? Probabilmente…
"…nulla"
mormorò soprappensiero.
"Eh?"
Hanamichi non lo ascoltò, analizzando le scelte che gli si presentavano.
Parlare a Kazushi equivaleva a scoprirsi, ma ciò solo nel caso fosse
davvero il bandito, o il complice, cosa di cui lui non aveva conferma. Se
lo era, avrebbe continuato normalmente a fingere, facendogli le solite
domande. Tutto come al solito, senza insospettirlo…non sarebbe cambiato, o
avrebbe confermato le sue ipotesi. Al massimo si sarebbe fatto più
prudente.
Non dirgli niente, significava invece incrinare un bel rapporto. Non solo
con lui. Kazushi e gli altri erano legati da molto più tempo, naturalmente
quello escluso sarebbe stato lui…era naturale.
Li avrebbe persi, se non parlava…e se parlava…
’Forse ne perderò solo due…ma non mi importa, io voglio sfogarmi con lui!
Ne ho bisogno…’
"…va bene, però…devi sapere che ti considero una persona speciale, e
che…la tua amicizia e quella degli altri è molto importante per me,
probabilmente…in questi ultimi anni nulla lo è stato così tanto"
Kazushi sbatté le palpebre, confuso.
"Don Hanamichi, di che parli?"
Il rossino si alzò in piedi, di fronte a lui.
"Io sono certo che uno di voi tre sia Zorro"
La reazione dell’altro fu quella di non avere reazioni…rimase immobile, a
labbra socchiuse, a osservare l’amico che lo fissava certo delle proprie
parole.
Hanamichi, aspettandoselo, continuò:
"Potresti essere tu, Zorro"
"I-I-Io…Zorro?!"
"Sì"
Kazushi esplose in una fragorosa risata, cadendo in ginocchio e tenendosi
la pancia con le mani.
"…esagerato -_-;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;"
commentò l’altro, parecchio toccato nell’orgoglio.
’Se questo qui non la pianta di ridere come un ossesso lo butto giù dal
tetto!’
si ripromise, rendendosi conto che l’altro non aveva intenzione di
smettere di sghignazzare.
"Z-Z-Zorro…ah ah ah!!!"
Hanamichi sospirò, mettendosi le mani sui fianchi.
"Io non scherzavo, quindi se la smetti di sbellicarti ti risparmierai una
testata sulla fronte!"
Il ragazzo si alzò, asciugandosi le lacrime.
"Scusami, ma sei troppo forte, sei riuscito a prendermi in giro!"
Il rossino sbuffò, scuotendo la testa.
"Io non scherzo. Uno di voi è Zorro"
Davanti a quegli occhi di pietra, il sorriso di Kazushi si spense.
"T-Tu pensi che io…"
"…o Don Akira o Don Kaede…"
aggiunse l’inviato del Re
"…possa essere Zorro?"
"Non lo penso. Ne sono certo"
Kazushi si appoggiò al parapetto, la testa che gli girava. Fissò negli
occhi l'amico, rendendosi conto che questi credeva fermamente nelle
proprie parole…
"Per questo non sapevo se parlarvene o no…"
"Io non sono Zorro!"
"…comprendo la tua reazione. Non puoi certo consegnarti così"
"Non sono Zorro!"
’Sembra disperato…’
"Kazushi…io non so esattamente chi di voi sia Zorro, so solo che il campo
si è ristretto a voi tre"
"Non hai prove!"
"Già, ma indizi molti. Ad esempio, non ho mai visto nessuno di voi mentre
c'era lui"
"Io ho sempre degli ottimi motivi!"
Hanamichi annuì:
"Talmente perfetti da essere sospetti, troppo tempestivi per essere veri.
Ad esempio, tu e Don Akira siete andati a caccia da soli, senza dire nulla
a nessuno, come due complici…"
Gli occhi di Kazushi si spalancarono:
"Sospetti davvero di me…io non ho i baffi!"
L’altro sospirò, evitando per un pelo di sbuffargli in faccia:
"Io…sospetto di tutti e tre, e i baffi di Zorro sono finti Però…credo che
tu sia quello che meno probabilmente è Zorro. Me ne sono reso conto
adesso…non hai i suoi occhi"
Il viso di Kazushi riprese un po' di colore:
"Quindi…"
"…resti sulla lista dei sospetti, ma tra i meno probabili. Ma vedi di non
sparire da Los Angeles, o ti acciufferò ovunque andrai!"
Hanamichi gli sorrise, come aveva fatto molte volte prima di quel giorno,
sperando ardentemente che l’altro gli rispondesse nello stesso modo.
Il suo animo smise di vacillare, quando le labbra dell’altro si arcuarono
con serenità.
"Don Hanamichi…tu lo pensi sul serio?"
"Sì, purtroppo"
"Perché dici così?"
Il ragazzo si allontanò di qualche passo, scrutando il cielo.
"Io…non parlavo perché avessi paura della tua reazione, non solo per
questo, almeno; ma perché…ero terrorizzato dall'idea del vedere nei tuoi
occhi che in realtà non mi sei amico, ma che mi stai usando per rimanere
libero…"
"Pensi che Zorro ti sia amico per usarti? Che a uno di noi tre importi
solo delle tue informazioni?"
"…sì"
"Stupido, non fare l'idiota!"
"Ma come osi! Io sono un genio! Ero il migliore del corso, a Madrid!"
"Già, ma a quanto pare lì non ti hanno insegnato a valutare la vera
amicizia!"
Hanamichi arrossì, mettendosi sulla difensiva:
"C-Che vuoi dire?"
Il tono di voce di Kazushi si addolcì, e il ragazzo gli carezzò un ciuffo
di capelli:
"Io non ho idea se quello che pensi sia o no esatto, ma so con certezza
che noi ti vogliamo bene. Non so se davvero Don Akira o Don Kaede sia
Zorro, ma tengono a te per quello che sei, non per le tue informazioni. E
poi, non mi sembra che tu ci abbia mai detto molto"
Sakuragi scosse la testa, camminando nervosamente per la terrazza:
"Anche se non volesse informazioni potrebbe semplicemente starmi accanto
per studiarmi, e capire i miei punti deboli…"
"Perché vuoi per forza perdere fede in loro, in noi?"
Il rossino si bloccò, fissando sgomento l'amico:
"Io…ti sbagli"
"…allora abbi fiducia. Non so cosa ti spinga a pensare così, ma noi saremo
sempre tuoi amici. Credimi…anche se sono qui solo io, ti posso giurare che
anche gli altri due ti vogliono un bene dell'anima…non ti abbiamo invitato
a caccia per non costringerti a rifiutare, lo sappiamo che non puoi
allontanarti dalla città…non ci importa nulla di Zorro, dell'Alcalde o del
Re…noi stiamo bene con te, e tu con noi. Il resto non è niente"
Hanamichi deglutì, titubante. Poteva credere a quel viso pulito che lo
guardava con tanta serenità? Poteva accettare il rischio di essere
ingannato, e gettato via come una vecchia cartina ormai inutile?
"…sì"
Da loro…lo avrebbe accettato.
"Don Kazushi!!!!!!"
I due ragazzi sussultarono spaventati, mentre Akira irrompeva sulla
terrazza, trafelato.
"Don Kazushi meno male sei qui hanno arrestato tuo padre!!!!!"
Kazushi sbiancò, mentre Hanamichi si irrigidiva:
"Don Akira chi è stato?"
Il ragazzo si piegò, premendosi il fianco, riprendendo fiato:
"L'Alcalde, ha detto che in casa vostra c'erano dei documenti
compromettenti, domani lo porteranno a Monterey per il processo"
"E dov'è adesso?"
"In cella, nelle prigioni dell'Alcalde"
Il respiro corto di Kazushi riprese un po' di forza, e il ragazzo si
precipitò verso la prigione.
"Don Kazushi aspettami!!!"
Hanamichi volò dietro l'amico, mentre Akira li seguiva più da distante,
troppo stanco per tenere il passo.
Davanti alla prigione, Kaede camminava avanti e indietro, torcendosi le
mani, sul volto un'ombra di preoccupazione che mal si coniugava con
l'aspetto sorridente che vi regnava di solito.
{Le prove sono schiaccianti: un documento autografo di Don Riki, in cui
si raggiunge un accordo segreto con dei contadini per sabotare la vendita
di due stalloni all'Alcalde. Don Moichi sostiene che Don Riki volesse per
sé quei due cavalli, e che abbia minacciato quei contadini per non far
firmare loro il contratto di vendita con lui. Naturalmente i contadini
hanno confermato la versione dell'Alcalde, sostenendo che Don Riki abbia
giurato di farli finire sul lastrico.
Non credo minimamente alle parole dell'Alcalde, Don Riki è troppo
inquadrato nella legge per poter solo immaginare un ricatto. Piuttosto,
donna Yayoi ci ha detto di aver sentito che l'Alcalde avesse chiesto aiuto
a Don Riki per farsi scontare il prezzo dei cavalli, e davanti al rifiuto
di questi (scommetto che gli avrà risposto che i prezzi devono seguire le
regole del mercato, e che gli sconti sono da condannare!) abbia giurato
vendetta. Quindi l'accusa a Don Riki sarebbe solo una ripicca, almeno in
apparenza. Io credo ci sia di più. Ricordo un po' il percorso fra le due
città, e un pensiero mi rode la mente. Dovrò controllare}
Fine capitolo terzo
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions
|
|