Le parti scritte in corsivo tra { } sono il diario di Hanamichi. Buona lettura! 


El Zorro

Parte III

di Hymeko


 

Le scale si stavano rapidamente trasformando in un tunnel di fuoco…gli scalini scricchiolavano sotto il loro peso, il calore filtrava attraverso il cuoio degli stivali. Caldo…torrido, ustionante. Si sentivano ardere, sciogliere come ghiaccio d'estate…ma non s'arrendevano, imponendosi di continuare a salire, accompagnati dal fumo che cercava di raggiungere il cielo.
Zorro si chinò in avanti, tossendo contro la manica della camicia. Il fumo gli aveva invaso i polmoni, seccandoli col suo gusto acre. Faceva fatica a respirare, ogni dilatazione del suo petto gli scatenava una fitta di dolore.
"Ehi stai bene?"
Erano arrivati su un pianerottolo ancora abbastanza integro.
Sakuragi si era voltato, e lui gli era finito inavvertitamente contro. Sentiva gli occhi pieni di lacrime, arrossati dall'aspro fumo denso…non lo aveva visto, le palpebre si rifiutavano di alzarsi per più di quel ciglio che gli bastava a intuire il percorso.
Annuì, mentre si ripuliva il viso. Non aveva la forza di parlare, la gola riarsa dall'incendio era troppo secca perché dei suoni potessero uscirne.
Adocchiò il compagno improvvisato…non sembrava messo meglio di lui. Il sudore scorreva abbondante sul suo viso, scendendo in piccoli rivoli che trascinavano via un poco di fuliggine, ripulendo il percorso compiuto. Sembrava spossato, faticava a respirare.
'Come me'
pensò il bandito, asciugandosi il volto.
Il calore rendeva quella costruzione una fornace, trasformando le pareti di legno in mura di fiamme. Davanti a loro saliva l'ultima rampa di scale, quella che li avrebbe portati dai bambini.
'Sempre che siano vivi'
pensò Zorro amaramente…se per loro due era così difficile sopportare quel calore, quei bambini dovevano essere davvero stremati.
Riprese ad avanzare, passando avanti. Era più leggero dell'altro, quindi era meglio che andasse prima lui.
L'inviato del Re si accodò in silenzio, esaminando il percorso davanti a loro.
'Ci stiamo inoltrando in una galleria di fuoco…'
Osservò i gradini…sembrava che reggessero, al contrario delle pareti, dalle quali ogni tanto si staccavano tizzoni ardenti che precipitavano accanto a loro.
"Aaahhh!!!"
Zorro si voltò: Sakuragi si batteva freneticamente la spalla, sulla quale piccole scintille si rifiutavano di morire. Si affrettò ad aiutarlo a spegnere quelle faville, facendo attenzione a non ustionarlo.
"Grazie"
Il bandito annuì, senza aggiungere nulla. Più che le parole contavano i loro sguardi, vivi, più forti dell'incendio che li avvolgeva…carichi di fiducia nell'altro.
Hanamichi fissò la figura del bandito, studiandone la fisionomia. La schiena larga, perfetta…i fianchi snelli ma atletici, e le gambe lunghe e magre…era bello. E forte.
Si accorse di ammirarlo profondamente…Zorro riusciva da solo a tener testa a una guarnigione di soldati, e nonostante tutto a non perdere la propria umanità…era un guerriero solitario, destinato a una vita da reietto, eppure…non smetteva di continuare a lottare per gli altri. All'improvviso comprese di sentirsi al sicuro, accanto a lui. Anche in mezzo a un incendio.
'Da dove viene questa strana sicurezza? Lui…è un mio nemico, eppure…mi rasserena, averlo qui'
Il corridoio che dava sulle camere da letto si presentò davanti a loro come un passaggio di fiamme e fumo. Le pareti ardevano crepitando, il soffitto era nascosto da una densa cappa plumbea che anneriva le travi.
Si piegarono in due, tossendo, camminando abbassati per respirare meglio…Hanamichi sentiva la cenere incrostargli i polmoni, soffocargli il sangue. Alzò lo sguardo, esaminando il corridoio davanti a loro, tentando di capire dove potessero essere i bambini. Frammenti di legno incandescenti caddero dal soffitto…
"Attento!!!!!"
Si gettò di colpo in avanti, contro Zorro che studiava le porte, rotolando con lui lontano da una trave che precipitava, rovinando sul punto dove pochi attimi prima si trovava il bandito.
Due paia d'occhi si spalancarono contemporaneamente, trovandosi vicini…i volti si sfioravano, le pupille a pochissimi centimetri le une dalle altre…la sorpresa di uno che si rispecchiava nelle iridi dell'altro. Immobili, troppo scioccati per reagire, si guardarono stupiti, dimentichi di tutto, dell'incendio, dei bambini…esistevano solo loro. Uno per l'altro, magneticamente allacciati.
Finché un altro grosso frammento cadde.
Si alzarono contemporaneamente, fissandosi e guardando poi la trave caduta, e di nuovo tra loro.
"S-Stai bene?"
Il rossino non comprese il motivo per cui avesse balbettato.
Zorro deglutì, ansimando. L'aveva salvato, rischiando di essere travolto a sua volta…annuì, troppo toccato per parlare, benché volesse dirgli qualcosa la sua gola sembrava bloccata, incapace di lasciar uscire ciò che voleva esprimere.
Hanamichi sussultò, girandosi verso destra:
"Hai sentito?"
Il bandito assentì, seguendo il ragazzo che correva lungo il corridoio, felice della distrazione. In seguito ci avrebbe pensato meglio.
Tesero le orecchie: dietro una porta in fiamme si udivano dei lamenti flebili.
Hanamichi allungò con cautela una mano per aprire la maniglia, ma Zorro lo bloccò, mostrandogli la propria guantata. Toccò la maniglia, ma subito fu costretto a ritrarla, scottava troppo per poterla aprire.
"Allora sfondiamo?"
chiese il rossino titubante, lasciando a lui la scelta.
L'altro approvò, preparandosi. Si lanciarono contemporaneamente contro l'uscio infuocato, prendendo quanta più velocità potessero. Il legno consumato cedette facilmente, e i due rotolarono nella stanza invasa dal fumo, cascando sul pavimento sporco.
"Uuuuaaaahh!!!!!!"
Il pianto di due voci spaventate li investì…i bambini li guardavano terrorizzati da un angolo, rannicchiati lontano dal corridoio.
"State tranquilli piccoli, adesso vi portiamo fuori"
Hanamichi ne prese in braccio uno, voltandosi verso Zorro che studiava la finestra. Il bandito gli indicò di guardare giù, e il rossino vide un carro di paglia che sostava pericolosamente accanto alla casa. Si voltò verso il corridoio, da cui le lingue di fiamma ruggivano propagandosi nella stanza, e comprese ciò che l'altro voleva fare.
"…va bene, non c'è altra scelta"
Non aspettandosi altra risposta, Zorro prese una sedia e si diede da fare per sfondare la finestra. Il vano fu ripulito in pochi attimi, e il bandito fece cenno al rossino di andare.
"Sei sicuro?"
L'altro annuì, e lo spinse verso la finestra.
"Sbrigati, capito?"
aggiunse prima di saltare, tra le urla della gente e quelle del bambino terrorizzato.
Zorro prese in braccio l'altro piccolo, tentando di farlo rimanere sveglio…la sua testa ciondolava pericolosamente. Comprendeva bene il suo stato, anche il suo corpo era asfissiato dai miasmi che salivano dal piano inferiore. Barcollò, stringendo a sé il bambino, appoggiandosi senza forze contro una sedia. La testa gli girava, il sudore gli colava sulla cute, gli occhi si stavano appannando, restituendogli immagini confuse del vano della finestra.
"Zorro!!!!! Stupidissima volpe che diavolo stai aspettando?! Salta!!!!!"
Strinse i denti, Sakuragi lo stava chiamando…doveva concentrarsi sulla sua voce, aggrapparsi ad essa fino alla finestra…si diresse con fermezza verso la chiazza di luce che vedeva, e l'aria leggermente più pulita gli schiarì la mente. Arretrò di due passi, prese lo slancio e saltò, atterrando nel mezzo del carico di paglia.
Due mani amiche e una voce preoccupata lo aiutarono a scendere, trascinandolo via dal carro.
"Se avessi avuto delle scintille addosso poteva partire un altro incendio"
gli mormorò il rossino con un sorriso.
Zorro annuì, bevendo freneticamente l'acqua fredda che l'altro gli porgeva da una tazza.
"Calmo, calmo…ce n'è quanta ne vuoi!"
Gli avvicinò un secchio pieno d'acqua, e si sentì spostare di peso da due mani possenti:
"Oh señor Zorro grazie!!! Anche voi siete stato un eroe!!!"
Sakuragi si allontanò sghignazzando, massaggiandosi le costole, lasciando che il bandito si prendesse la sua dose di abbracci da parte della madre dei due bambini, che riposavano un po' stralunati fra le braccia del padre.
Il suo sorriso morì, mentre l'Alcalde si avvicinava a passo di carica al gruppetto di gente che, in coro, lodava Zorro. Si affrettò a sbarrargli la strada, mentre le persone più esterne ammutolivano, osservando la scena.
"Don Hanamichi spostatevi! È il momento di liberare Los Angeles!"
Fece un cenno al sergente Takamiya, che con la morte negli occhi abbandonò il secchio per imbracciare un fucile.
Hanamichi gli fece cenno di aspettare, e si abbassò per parlare all'Alcalde in modo che gli altri non sentissero:
"Non faccia sciocchezze, Don Moichi! Vuol provocare una rivolta cittadina? Zorro si è comportato da eroe, ha contribuito a salvare la vita a due bambini, la popolazione insorgerà se tenterà di arrestarlo adesso!"
L'Alcalde strinse gli occhi, passando in rassegna la folla del tutto ammutolita. Zorro si stava rialzando a fatica, era l'occasione giusta per catturarlo, ma nello sguardo della gente, e dei suoi stessi soldati, vedeva rimprovero, diniego…odio. Rabbia pronta a esplodere, a un gesto sbagliato.
Sbuffò, battendo le mani sulle gambe:
"Sergente che fa' col fucile in mano? Avanti con l'acqua! E tu Zorro, ritieniti fortunato, perché la prossima volta finirai dritto in prigione!"
La folla festeggiò, sollevata, mentre il rossino tirava un sospiro di sollievo. L'Alcalde invece andò a sfogare la sua rabbia gettando acqua, maledicendo il proprio buon cuore.
Un fischio acuto tagliò l'aria, e pochi attimi dopo apparve uno splendido stallone nero che si fece largo fino al suo padrone…Zorro montò in sella, accarezzando il collo dell'animale. Fissò con gratitudine Hanamichi, poi galoppò via tra due ali di folla festante.

Sakuragi si appoggiò alla porta della sua stanza, asciugandosi con un panno i capelli ancora umidi. Aveva avuto molto tempo per riflettere, durante il bagno caldo che si era meritatamente concesso…ma i suoi pensieri si erano concentrati esclusivamente sulle iridi blu di un certo bandito…

{Mi piacciono molto, i suoi occhi. Sapevo che fossero belli, ma non immaginavo tanto…quando me li sono trovati così vicini…è stato come se qualcuno mi avesse mozzato il fiato…non sono riuscito a respirare, mi sono incantato…bloccato. È stato come se…qualcuno avesse inchiodato il mio volere contro quelle assi, imponendomi solo di guardare lui…i suoi occhi accesi dalle fiamme.
Sono belli, infinitamente belli. Ma anche crudeli…perché sanno che non ho scelta…mi si mostrano in tutta la loro meraviglia ben sapendo che dovrò catturarli, rattristarli…e che soffrirò da morire appena incatenerò i suoi polsi.
Eppure…non si nascondo a me, quasi invitandomi a cercarlo, a interessarmi a lui….a dannarmi l'anima per raggiungerlo.
Si lasciano ammirare, studiare...pensa forse che mi lascerò impietosire, che non lo catturerò, continuando a rimandare per poterlo vedere ancora? Potrebbe essere…ma non posso comportarmi così. Se non lo catturo io verrà qualcun altro, che potrebbe non essere gentile come me…e io non voglio gli sia fatto del male.
……………………
Zorro…
ZorroZorroZorroZorro…}

Sussultò: aveva riempito una pagina del suo diario solo col nome del bandito, scrivendolo in vari modi, con tanti svolazzi o con la grafia più semplice…arrossì, chiedendosi che gli fosse preso, poi strappò la pagina e le diede fuoco, accarezzandosi la guancia con la piuma d'oca, perdendosi in quelle fiamme morenti che gli ricordavano l'incendio di poche ore prima…

Kazushi si appoggiò mollemente al parapetto della terrazza, respirando l’aria dolce della sera di Los Angeles.
Accanto a lui, Hanamichi sedeva accovacciato a terra, la schiena contro il parapetto, lo sguardo fisso nell’orizzonte. Non aveva detto nulla, da quando l’altro era salito dalla sala comune.
Erano passate più di due settimane dal giorno dell’incendio.
I due bambini stavano bene, e i genitori stavano ricostruendo, con l’aiuto della comunità, la loro casa. Tutto era tranquillo: l’Alcalde, sapendo di dover tenere buona la folla, se ne stava tranquillo, soffocando i propri colpi di testa perché nulla turbasse la quiete cittadina. Di conseguenza, anche Zorro non si faceva vivo da quel pomeriggio.
Sospirò, sbirciando l'amico immobile accanto a lui, in silenzio.
Akira e Kazushi erano tornati quattro giorni prima, con un bottino decisamente magro; Kaede, invece, era rimasto tappato in casa fino al giorno precedente, quando si era presentato in locanda col sorriso sulle labbra e tanta voglia di chiacchierare.
Al rossino però non era sfuggita una sua certa fatica nel seguire le conversazioni, e alla fine lo aveva quasi portato di peso sul calesse dove Jin lo aspettava.
"Non hai proprio voglia di scendere?"
"…no"
Kazushi si passò una mano fra i capelli, mordicchiandosi le labbra.
"Non ti senti bene?"
"…no"
"…hai litigato con qualcuno?"
"…no"
"Allora posso chiederti il motivo di questo esilio volontario dal divertimento? Giù ci sono Don Akira e Don Kaede che suonano, la señorita Ayako che balla con Ryota, la birra fresca, e il sergente Takamiya a renderle omaggio…ma tu sei qui a roderti l’anima per chissà che ragione"
L’altro rimase in silenzio, senza alzare gli occhi.
"Me ne vuoi parlare? Sfogandoti ti sentirai meglio, e avrai qualcuno su cui appoggiarti. In fondo, siamo amici, no?"
’Amici…’
Hanamichi chiuse gli occhi, affondando la testa fra le ginocchia. La loro amicizia…il nocciolo della questione era proprio quello. Chi era amico per tornaconto, e chi per vera amicizia?
"Non ti fidi di me?"
Il rossino gemette, portandosi le mani fra i capelli. Gli faceva male ferire così Kazushi, però…aveva paura. Lui…poteva essere il suo nemico…e se avesse sfruttato quei suoi momenti di crisi per trovare il modo di neutralizzarlo?
Alzò lo sguardo, incontrando il suo viso sereno.
Kazushi gli sorrise, inclinando la testa.
"Non hai fiducia in noi?"
’…fiducia…’
Chiuse gli occhi, imponendosi di pensare lucidamente. Cosa sarebbe accaduto se avesse parlato con lui dei suoi dubbi, rischiando di svelarsi a Zorro? Probabilmente…
"…nulla"
mormorò soprappensiero.
"Eh?"
Hanamichi non lo ascoltò, analizzando le scelte che gli si presentavano.
Parlare a Kazushi equivaleva a scoprirsi, ma ciò solo nel caso fosse davvero il bandito, o il complice, cosa di cui lui non aveva conferma. Se lo era, avrebbe continuato normalmente a fingere, facendogli le solite domande. Tutto come al solito, senza insospettirlo…non sarebbe cambiato, o avrebbe confermato le sue ipotesi. Al massimo si sarebbe fatto più prudente.
Non dirgli niente, significava invece incrinare un bel rapporto. Non solo con lui. Kazushi e gli altri erano legati da molto più tempo, naturalmente quello escluso sarebbe stato lui…era naturale.
Li avrebbe persi, se non parlava…e se parlava…
’Forse ne perderò solo due…ma non mi importa, io voglio sfogarmi con lui! Ne ho bisogno…’
"…va bene, però…devi sapere che ti considero una persona speciale, e che…la tua amicizia e quella degli altri è molto importante per me, probabilmente…in questi ultimi anni nulla lo è stato così tanto"
Kazushi sbatté le palpebre, confuso.
"Don Hanamichi, di che parli?"
Il rossino si alzò in piedi, di fronte a lui.
"Io sono certo che uno di voi tre sia Zorro"
La reazione dell’altro fu quella di non avere reazioni…rimase immobile, a labbra socchiuse, a osservare l’amico che lo fissava certo delle proprie parole.
Hanamichi, aspettandoselo, continuò:
"Potresti essere tu, Zorro"
"I-I-Io…Zorro?!"
"Sì"
Kazushi esplose in una fragorosa risata, cadendo in ginocchio e tenendosi la pancia con le mani.
"…esagerato -_-;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;"
commentò l’altro, parecchio toccato nell’orgoglio.
’Se questo qui non la pianta di ridere come un ossesso lo butto giù dal tetto!’
si ripromise, rendendosi conto che l’altro non aveva intenzione di smettere di sghignazzare.
"Z-Z-Zorro…ah ah ah!!!"
Hanamichi sospirò, mettendosi le mani sui fianchi.
"Io non scherzavo, quindi se la smetti di sbellicarti ti risparmierai una testata sulla fronte!"
Il ragazzo si alzò, asciugandosi le lacrime.
"Scusami, ma sei troppo forte, sei riuscito a prendermi in giro!"
Il rossino sbuffò, scuotendo la testa.
"Io non scherzo. Uno di voi è Zorro"
Davanti a quegli occhi di pietra, il sorriso di Kazushi si spense.
"T-Tu pensi che io…"
"…o Don Akira o Don Kaede…"
aggiunse l’inviato del Re
"…possa essere Zorro?"
"Non lo penso. Ne sono certo"
Kazushi si appoggiò al parapetto, la testa che gli girava. Fissò negli occhi l'amico, rendendosi conto che questi credeva fermamente nelle proprie parole…
"Per questo non sapevo se parlarvene o no…"
"Io non sono Zorro!"
"…comprendo la tua reazione. Non puoi certo consegnarti così"
"Non sono Zorro!"
’Sembra disperato…’
"Kazushi…io non so esattamente chi di voi sia Zorro, so solo che il campo si è ristretto a voi tre"
"Non hai prove!"
"Già, ma indizi molti. Ad esempio, non ho mai visto nessuno di voi mentre c'era lui"
"Io ho sempre degli ottimi motivi!"
Hanamichi annuì:
"Talmente perfetti da essere sospetti, troppo tempestivi per essere veri. Ad esempio, tu e Don Akira siete andati a caccia da soli, senza dire nulla a nessuno, come due complici…"
Gli occhi di Kazushi si spalancarono:
"Sospetti davvero di me…io non ho i baffi!"
L’altro sospirò, evitando per un pelo di sbuffargli in faccia:
"Io…sospetto di tutti e tre, e i baffi di Zorro sono finti Però…credo che tu sia quello che meno probabilmente è Zorro. Me ne sono reso conto adesso…non hai i suoi occhi"
Il viso di Kazushi riprese un po' di colore:
"Quindi…"
"…resti sulla lista dei sospetti, ma tra i meno probabili. Ma vedi di non sparire da Los Angeles, o ti acciufferò ovunque andrai!"
Hanamichi gli sorrise, come aveva fatto molte volte prima di quel giorno, sperando ardentemente che l’altro gli rispondesse nello stesso modo.
Il suo animo smise di vacillare, quando le labbra dell’altro si arcuarono con serenità.
"Don Hanamichi…tu lo pensi sul serio?"
"Sì, purtroppo"
"Perché dici così?"
Il ragazzo si allontanò di qualche passo, scrutando il cielo.
"Io…non parlavo perché avessi paura della tua reazione, non solo per questo, almeno; ma perché…ero terrorizzato dall'idea del vedere nei tuoi occhi che in realtà non mi sei amico, ma che mi stai usando per rimanere libero…"
"Pensi che Zorro ti sia amico per usarti? Che a uno di noi tre importi solo delle tue informazioni?"
"…sì"
"Stupido, non fare l'idiota!"
"Ma come osi! Io sono un genio! Ero il migliore del corso, a Madrid!"
"Già, ma a quanto pare lì non ti hanno insegnato a valutare la vera amicizia!"
Hanamichi arrossì, mettendosi sulla difensiva:
"C-Che vuoi dire?"
Il tono di voce di Kazushi si addolcì, e il ragazzo gli carezzò un ciuffo di capelli:
"Io non ho idea se quello che pensi sia o no esatto, ma so con certezza che noi ti vogliamo bene. Non so se davvero Don Akira o Don Kaede sia Zorro, ma tengono a te per quello che sei, non per le tue informazioni. E poi, non mi sembra che tu ci abbia mai detto molto"
Sakuragi scosse la testa, camminando nervosamente per la terrazza:
"Anche se non volesse informazioni potrebbe semplicemente starmi accanto per studiarmi, e capire i miei punti deboli…"
"Perché vuoi per forza perdere fede in loro, in noi?"
Il rossino si bloccò, fissando sgomento l'amico:
"Io…ti sbagli"
"…allora abbi fiducia. Non so cosa ti spinga a pensare così, ma noi saremo sempre tuoi amici. Credimi…anche se sono qui solo io, ti posso giurare che anche gli altri due ti vogliono un bene dell'anima…non ti abbiamo invitato a caccia per non costringerti a rifiutare, lo sappiamo che non puoi allontanarti dalla città…non ci importa nulla di Zorro, dell'Alcalde o del Re…noi stiamo bene con te, e tu con noi. Il resto non è niente"
Hanamichi deglutì, titubante. Poteva credere a quel viso pulito che lo guardava con tanta serenità? Poteva accettare il rischio di essere ingannato, e gettato via come una vecchia cartina ormai inutile?
"…sì"
Da loro…lo avrebbe accettato.
"Don Kazushi!!!!!!"
I due ragazzi sussultarono spaventati, mentre Akira irrompeva sulla terrazza, trafelato.
"Don Kazushi meno male sei qui hanno arrestato tuo padre!!!!!"
Kazushi sbiancò, mentre Hanamichi si irrigidiva:
"Don Akira chi è stato?"
Il ragazzo si piegò, premendosi il fianco, riprendendo fiato:
"L'Alcalde, ha detto che in casa vostra c'erano dei documenti compromettenti, domani lo porteranno a Monterey per il processo"
"E dov'è adesso?"
"In cella, nelle prigioni dell'Alcalde"
Il respiro corto di Kazushi riprese un po' di forza, e il ragazzo si precipitò verso la prigione.
"Don Kazushi aspettami!!!"
Hanamichi volò dietro l'amico, mentre Akira li seguiva più da distante, troppo stanco per tenere il passo.
Davanti alla prigione, Kaede camminava avanti e indietro, torcendosi le mani, sul volto un'ombra di preoccupazione che mal si coniugava con l'aspetto sorridente che vi regnava di solito.

{Le prove sono schiaccianti: un documento autografo di Don Riki, in cui si raggiunge un accordo segreto con dei contadini per sabotare la vendita di due stalloni all'Alcalde. Don Moichi sostiene che Don Riki volesse per sé quei due cavalli, e che abbia minacciato quei contadini per non far firmare loro il contratto di vendita con lui. Naturalmente i contadini hanno confermato la versione dell'Alcalde, sostenendo che Don Riki abbia giurato di farli finire sul lastrico.
Non credo minimamente alle parole dell'Alcalde, Don Riki è troppo inquadrato nella legge per poter solo immaginare un ricatto. Piuttosto, donna Yayoi ci ha detto di aver sentito che l'Alcalde avesse chiesto aiuto a Don Riki per farsi scontare il prezzo dei cavalli, e davanti al rifiuto di questi (scommetto che gli avrà risposto che i prezzi devono seguire le regole del mercato, e che gli sconti sono da condannare!) abbia giurato vendetta. Quindi l'accusa a Don Riki sarebbe solo una ripicca, almeno in apparenza. Io credo ci sia di più. Ricordo un po' il percorso fra le due città, e un pensiero mi rode la mente. Dovrò controllare}

Fine capitolo terzo




Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions