Le parti scritte in corsivo tra { } sono il diario di Hanamichi. Buona lettura! 


El Zorro

Parte II

di Hymeko


 

"Evviva Zorro! Evviva il nostro salvatore!"
La folla festante acclamò il bandito, mentre riceveva dalle sue mani le donazioni alla città fatte da un ex concittadino e intascate dall'Alcalde.
Zorro gettò l'ultimo sacchetto di monete e sgattaiolò su un muro, impaziente di raggiungere il suo cavallo che lo aspettava per portarlo via.
C'era qualcosa che non andava, se lo sentiva. Era stato tutto troppo semplice. L'Alcalde, il sergente Takamiya e tutti i loro soldati non erano mai stati un problema per lui, se ne era sempre sbarazzato senza troppi fastidi, però stavolta…era stato diverso. Negli occhi di quegli uomini non aveva visto la furia che di solito vi splendeva quando tentavano di catturarlo, come se…non volessero fare sul serio.
Il bandito salì sul muro che recintava il cortiletto di una vecchia casa abbandonata, dirigendosi verso i tetti delle costruzioni confinanti. E allora comprese.
In piedi in fondo al muro c'era Hanamichi Sakuragi, l'inviato del Re di Spagna, lì per catturare lui. La folla ammutolì di colpo, mentre la paura si insinuava nei pensieri di tutti.
Zorro però non si scompose, limitandosi a fissare il ragazzo che si avvicinava con noncuranza.
'Ecco il gioco dell'Alcalde…farmi scontrare con lui in un corpo a corpo, e spararmi alle spalle…dovevo aspettarmelo'
Vagliò in fretta tutte le possibili vie di fuga: non aveva paura di duellare con lui, ma non desiderava ricevere un proiettile nella schiena.
Il rossino si fermò a un paio di metri, senza metter mano alla spada.
"So a che stai pensando, e non ti preoccupare: nessuno ti sparerà alle spalle"
Il bandito sbatté le palpebre, sorpreso.
Hanamichi annuì, soddisfatto:
"Sarebbe una tipica mossa di Don Taoka, ma io non sono lui. Quindi adesso noi combatteremo con lealtà. Non sono un vigliacco, non ho bisogno di mezzucci per catturarti"
Zorro rispose con una leggera contrattura del viso, quella che doveva essere una smorfia.
"Allora iniziamo?"
Sakuragi sguainò la spada, la posizionò dritta davanti al viso e salutò.
Zorro salutò a sua volta, e si mise in guardia.
I due si studiarono per qualche secondo, poi Hanamichi attaccò.
Portò due veloci assalti verso il petto dell'altro, con l'unico scopo di saggiarne la difesa.
Le parate risultarono precise e puntuali, un perfetto connubio di forza e precisione.
'Come pensavo…'
Hanamichi rimase fermo, osservando l'avversario spostarsi un po' indietro. Sebbene fossero in cima a un muro alto un paio di metri, e che lo stesso non superasse i quaranta centimetri si spessore, l'uomo mascherato si muoveva con una grazia e un'agilità fuori dal comune, rendendo semplici i movimenti più complessi grazie al suo totale controllo del corpo.
'Notevole…è stato un bene averlo studiato in tutti questi giorni, invece che dar retta all'Alcalde'
Zorro contrattaccò all'improvviso: una stoccata bassa si trasformò in un istante in un affondo portato all'altezza del suo petto.
Hanamichi parò di prima, per poi attaccare scivolando in basso, tentando di colpirlo al ginocchio.
L'esclamazione di stupore della folla riempì la piazza: il bandito era sfuggito all'attacco compiendo un balzo prodigioso, atterrando con estrema disinvoltura pochi passi più indietro.
Il rossino sorrise compiaciuto, pulendosi il viso.
"Sarà un piacere catturarti"
Sfruttando la maggior massa fisica si lanciò in avanti, assaltandolo con stoccate veloci e ripetute, senza lasciargli il tempo di riprendere fiato.
Zorro sembrò subire l'offensiva, indietreggiando passo dopo passo fino alla fine del muro, finché il suo stivale arrivò a toccare una delle pareti della vecchia abitazione.
Lì si fermò, rispondendo agli assalti senza scomporsi, senza manifestare un briciolo di paura, benché sembrasse ormai in trappola. Iniziò d’un tratto a imporre il proprio ritmo: alla potenza fisica dell'avversario rispondeva con più precisione, velocità, accuratezza nei movimenti.
I suoi colpi di spada parevano sempre più vicini al bersaglio di quelli dell'altro, alla folla ammirante in silenzio sembrava che l'inviato del Re sfuggisse solo per pochi millimetri alla lama affilata.
Pian piano Zorro riguadagnò terreno, spingendo a sua volta il rossino verso il fondo del muro.
La piazza era quasi immersa nel silenzio, solo il clangore delle lame e il grattare degli stivali sulla pietra rompeva quella calma spettrale.
"Uomini! Mirate!!!!"
Zorro e Sakuragi si voltarono contemporaneamente verso la fonte della voce: i migliori tiratori dell'Alcalde puntavano i fucili contro di loro.
"Fuoco!!!"
Zorro si gettò senza pensarci giù dal muro, nel cortile vuoto, rotolando su una catasta di vecchie casse che attutirono l'impatto.
Il rossino, immobile e senza badare ai proiettili che sibilavano accanto a lui, osservò il bandito che raggiungeva il suolo impolverato. Gettò un'occhiata d'odio all'Alcalde…aveva interrotto il suo scontro! Si morse le labbra…il suo avversario lo stava guardando con un misto di sufficienza e delusione, senza celare un certo disprezzo…
Una ventata d'aria mitigò il sole cocente della California…l'inviato del Re saltò a sua volta.
Zorro sputò per terra osservando l'altro avvicinarsi, pronto a battersi di nuovo. Sbatté gli occhi quando questi si inchinò, mano sul cuore:
"Ti prego di scusare l'interruzione. Spero che tu mi creda, se ti dico che non volevo il loro intervento. Per favore, non accomunarmi all'Alcalde, non sopporterei se tu mi credessi come lui"
La volpe spalancò gli occhi…il rossino sentì lo sguardo scuro su di sé, una lama penetrante che gli scandagliava il cervello.
Immobili, due intrusi arrivati per caso sull'uniforme sabbia rossa del cortile, a Hanamichi sembrava di vedere entrambi da una posizione esterna al suo corpo. Era staccato dalle cose terrene, il rumoreggiare della folla pareva solo una zanzara dal basso ronzio ai margini della sua mente. Gli occhi neri…solo loro avevano importanza, e ora vi leggeva rispetto…un rispetto pieno di sollievo.
Zorro annuì, rimettendosi in guardia.
Il tempo riprese a scorrere, e il rossino poté imitare l'avversario.
Conscio del poco tempo che gli rimaneva, il moro decise di concludere lo scontro: srotolò la frusta di cuoio nero e si avventò sull'altro, colpendo il polso che reggeva la spada.
"Ah!"
Il ragazzo strinse i denti, appoggiando la mano sul polso ferito. Ma non si arrese, lo slancio aveva condotto il bandito alla sua portata. Si abbassò di scatto, caricandosi, e si gettò contro di lui.
Zorro si accorse troppo tardi delle sue intenzioni, impegnato a controllare che la spada fosse volata lontano. Col primo calcio Sakuragi gli restituì il colpo al polso, facendo volare via la frusta, col secondo centrò la lama del fioretto a pochi centimetri dall'elsa, mandandolo a raggiungere la propria arma.
Si trovarono disarmati, l'uno di fronte all'altro. Vicini.
"Ti vedo sorpreso…"
Era vero: per la prima volta, vedeva Zorro titubante, incredulo, lontano dalla figura impassibile che aveva osservato in quei giorni.
"…continuiamo?"
Zorro gettò via il cappello, sistemandosi la maschera.
"Bene, vedo che sei d'accordo con me"
Sakuragi scattò, tirandogli un pugno. Zorro lo deviò dalla sua traiettoria con una manata, girò su se stesso e gli rifilò una gomitata. Il rossino incassò il colpo, ma alzando di scatto il braccio colpì l'altro sul viso col dorso della mano.
Zorro indietreggiò di un paio di passi, leccando via il sangue che colava dal labbro tagliato.
"Siamo pari, volpe"
Hanamichi si massaggiò il ventre, iniziando a muoversi. Zorro seguì il suo spostamento, fronteggiandolo con calma, camminando senza smettere di studiarlo.
Un colpo sordo alle sue spalle lo fece voltare, ma subito si rigirò verso il rossino. Trasalì, sorpreso: l'altro non si era mosso.
"Non sono un vigliacco…non ti catturerò sfruttando la superiorità numerica. Sarà una cosa leale"
Zorro lo fissò, poi corse a riprendere cappello e armi. Raccolse la spada dell'altro, la ammirò per un istante e la gettò al legittimo proprietario, prima di sgattaiolare sulle casse fino al muro.
Mentre i soldati riuscivano a sfondare il portone e la folla applaudiva il suo eroe, il bandito corse fino ai tetti, continuando a lanciare occhiate al ragazzo che si stagliava nel cortile ancora vuoto.
Si soffermò un attimo a scrutarlo, per poi sparire oltre la copertura dell'ufficio postale.
"Credo di essermi fatto un nuovo amico"
mormorò il rossino tornando alla locanda, senza far caso agli strepiti che l'Alcalde gli lanciava.

{Finalmente sono riuscito a vederlo da vicino…davvero notevole! La sua pelle assomiglia alla porcellana più pregiata, non comprendo come possa mantenersi così candida sotto il sole di questi luoghi. O se ne sta sempre rintanato in casa, oppure…bè, lo scoprirò appena riuscirò ad acciuffarlo. Cosa che avrei già fatto, se quel maledetto Alcalde non si fosse messo in mezzo, disobbedendo ai miei ordini. Non ha ancora capito che per quanto riguarda Zorro sono io a comandare, qui…penso sia il momento di rinfrescargli le idee.
Tornando a Zorro (che è il miglior combattente che abbia mai visto, povero il mio polso), mi ero sbagliato sul colore dei suoi occhi: a causa della distanza pensavo fossero neri, in realtà sono di un color grigio/blu ghiaccio, che si trasforma in zaffiro a seconda del suo umore. Mentre era concentrato sul nostro scontro si sono fatti così intensamente blu…peccato che saranno loro a tradirlo: non penso sarà difficile trovare due iridi così particolari aggiunti a una simile corporatura. Los Angeles non è tanto grande. Zorro deve per forza essere di qui, non è un forestiero. Conosce troppo bene la città per venire da fuori, ed è sempre aggiornatissimo sui movimenti dell'Alcalde. È di qui, me lo sento…ormai mi è in pugno.
…in fondo, so bene che la rosa dei candidati alla reale identità del bandito si è ristretta a tre persone…}

Hanamichi mordicchiò la punta della penna, perdendosi a guardare il soffitto…ormai sentiva di non poter più rimandare quel momento…doveva affrontare la realtà, e assumersi la sua responsabilità. Lui era lì per catturare Zorro, era la sua missione, e non ne aveva mai fallita una. Anche se in quel momento trovava parecchio difficile agire.

{…ovvero gli unici amici che io abbia qui. Don Kaede, Don Akira e Don Kazushi.
Tutti e tre potrebbero esserlo, se si guardano agilità e forza fisica.
Don Kazushi è leggermente più alto e muscoloso, ma potrebbe essere solo un trucco per sviare i sospetti. Basterebbero uno strato d'imbottitura e dei tacchetti nascosti per cambiare la fisionomia del suo corpo. Inoltre la debolezza che ostenta è esagerata, ingiustificabile anche conoscendo Don Takato. È talmente pacifico e tranquillo che persino io trovo difficile vederlo sotto la maschera di Zorro…ma questa sua mitezza è infida.
Don Kaede ha la corporatura più simile al bandito di tutti e tre, di sicuro Zorro non usa imbottiture di alcun tipo, risulterebbe troppo impacciato nei movimenti. Però i suoi occhi, sebbene del colore giusto, non si adattano a quelli del bandito…sono troppo "frivoli", sciocchi, così lontani da quelli penetranti che ho incontrato prima…che sia possibile riuscire a dominare così bene i propri sentimenti?
Don Akira resta il candidato numero uno. Sebbene non lo abbia mai visto molto concentrato, la sfumatura delle sue iridi mi ricorda quella della mia preda. Inoltre si muove con eleganza, e negli sport che gli ho visto praticare è imbattibile nei salti. La sicurezza che traspare nel suo modo di guardare il mondo è sintomo di grande forza interna…oggi ho ritrovato quella stessa forza in Zorro. Don Akira = Zorro? Possibile, probabile, ma non certo.
Non posso ancora permettermi di trarre delle conclusioni}

Mentre scendeva nella sala comune, Hanamichi captò brani delle conversazioni che la gente si scambiava sul combattimento avvenuto qualche ora prima. Si bloccò, vedendo se poteva trarne qualcosa di utile.
Sorrise stupito quando si accorse che le persone, nonostante tifassero per Zorro, ammiravano anche lui. Avevano compreso che era una persona leale, e per questo si era guadagnato il loro rispetto. Avrebbero preferito lui come governatore della città, al posto dell'Alcalde.
'Questa poi…'
Una mano si posò sulla sua spalla:
"Don Hanamichi, che ci fate qui?"
"Ah, señorita Haruko…"
"Stavate ascoltando le lodi della gente nei vostri confronti?"
"Bè…inutile negare. Ma non pensate che io sia uno spione, semplicemente non volevo influenzare il discorso con la mia presenza"
"Capisco. Ma ora scendiamo, ormai stanno parlando d'altro"
I due entrarono nella sala comune, e immediatamente il brusio si zittì. Hanamichi fece finta di nulla, ignorando con nervosismo gli sguardi che gli scivolavano addosso. Avrebbe preferito avere uno dei suoi amici lì con lui…per la prima volta da molto tempo, sentiva la necessità di avere qualcuno al proprio fianco.
"Cosa desiderate, Don Hanamichi?"
"Della birra e della carne, señorita Ayako"
"Subito"
Hanamichi picchiettò le dita sul tavolo, chiedendosi dove potessero essere quei tre in quel momento. Se aveva ragione, uno di loro era naturale che non si facesse vedere, dato che avrebbe avuto il labbro tagliato. Ma gli altri…
"Ecco qui, desiderate ancora qualcosa?"
Hanamichi guardò Ayako, che aspettava con calma, e non riuscì a resistere:
"Señorita, voi non sapete per caso dove siano Don Akira, Don Kaede e Don Kazushi?"
La ragazza sorrise:
"Vi sentite solo, Don Hanamichi? Lo comprendo. Stamani è venuto Jin con un biglietto del suo padrone, Don Kaede è malato, e dato che potrebbe essere contagioso non vuole che nessuno vada da lui. Haruko c'è rimasta così male…mentre Don Akira e Don Kazushi sono partiti ieri per andare a caccia nei boschi lungo il fiume, su a nord est. Staranno via qualche giorno, mi spiace"
Hanamichi scosse la testa, ringraziando la ragazza.
Non c'erano, non erano in città. Questo complicava le cose: poteva scommettere che nessuno si sarebbe fatto vivo per il tempo necessario a far rimarginare il taglio. E intanto lui aveva le mani legate.
'Si saranno resi conto che il loro comportamento è sospetto? Era palese che Zorro sarebbe arrivato, data l'idea geniale dell'Alcalde, eppure tutti e tre sono partiti o si sono ammalati giusto in tempo per non vedere il loro eroe. Ma guarda che sfortuna! Più architettato di così…
Però…Don Akira e Don Kazushi sono andati via insieme. Questo significherebbe che loro sono puliti, avendo un alibi di ferro. A meno che…non siano complici, in quel caso tutto sarebbe più facile, e uno potrebbe reggere il gioco all'altro. In effetti, ora che ci penso, Zorro deve avere un aiutante, non può fare tutto da solo. Per Don Kaede chi potrebbe essere? Jin, forse? È muto e non certo molto sveglio, però…potrebbe fingere anche lui di non essere ciò che è in realtà…in fondo in questa città chi è davvero se stesso? Forse neppure io…non riesco a capire…chi è Zorro, dei tre?'
In preda alla confusione, Hanamichi si lasciò andare in avanti, pestando una testata sul tavolo.
Haruko corse da lui, scuotendolo:
"Don Hanamichi state bene?"
"Sì…smettetela di toccarmi, devo pensare"
"Ah, ok…"
La ragazza si allontanò mortificata, asciugandosi gli occhi. Prima Don Kaede le vietava di andarlo a trovare, e ora…questo!
Hanamichi fissò il legno scuro senza vederlo, rimuginando sui tre amici, mettendo e togliendo a ognuno la maschera e i baffi finti.
'Mi scoppia la testa…chi sei? Chi di voi? Con chi mi sono battuto?'
Ponderò l'idea di sfidarli tutti e tre a duello, ma poi si diede dell'idiota: sicuramente Zorro avrebbe mascherato le sue vere capacità.
'Tre ragazzi, una persona…ma non riesco a capire…'
Alzò di scatto la testa, mentre l'immagine dei tre mascherati si fondeva in una sola:
'E se…fossero tutti e tre Zorro? Uno alla volta, scambiandosi il ruolo…'
Fissò l'esterno, un po’ infastidito dal sole riflesso sul vetro.
'In effetti…non è così assurdo, come pensiero. Si spiegherebbero moltissime cose…il loro affiatamento, l'interesse che provano nei confronti delle decisioni dell'Alcalde, l'atteggiamento verso Zorro…si potrebbero essere divisi i compiti: uno ne parla con entusiasmo, uno non ne vuole sapere e uno non esprime le proprie opinioni…un modo perfetto per confondere…'
Si alzò come in trance, salendo in camera sua.
"Se il loro obbiettivo è quello di disorientarmi, devo ammettere che ci sono perfettamente riusciti…se vado avanti così arriverò a pensare che Zorro sia Haruko…"
mormorò accarezzando gli infissi della finestra. Il sole del primo pomeriggio arroventava l'aria, confondendo il paesaggio in lontananza. L'aria tremava per il cambiamento di temperatura fra la terra e il cielo, distorcendo il suolo in miraggi sbiaditi.
Permise alla mente di vagare, senza costringerla a pensare a Zorro, lasciando che trovasse la risposta a ogni sua domanda attraverso le strade dell'inconscio.
…………..
"Non sono complici, almeno non tutti e tre, e Zorro è uno solo…"
Si sedette alla scrivania, ragionando più lucidamente. Quel momento di pausa era stata utile, ora vedeva nitidamente le falle nei suoi pensieri.

{Prima pensavo che Don Kazushi, Don Akira e Don Kaede fossero tutti e tre Zorro, e complici. Ma non è così, c'è un motivo evidente: non ho mai visto nessuno di loro in contemporanea alle apparizioni di Zorro. Se fossero complici, basterebbe mostrarsi a rotazione insieme a lui per sviare i sospetti. Invece quando c'è Zorro, nessuno di loro è presente. Nascosti da qualche parte per sbirciare meglio, è sempre la loro risposta. Ormai insistono un po' troppo su queste parole, come volessero sottolineare la loro presenza benché non si vedano mai….
Inoltre un piano perfetto non deve coinvolgere troppa gente, il rischio di una fuga di notizie è troppo alto. Ma la domanda comunque non cambia: chi è Zorro? Chi dei miei amici è il bandito mascherato?
Amici…il mio cuore ha sobbalzato. E se…lui avesse cercato la mia amicizia solo per conoscere le mie mosse in anticipo o per trovare i miei punti deboli? Uno di loro tre…mi vuole bene davvero o mi sta solo usando per rimanere in libertà?}

Chiuse di scatto il diario, mordendosi le labbra. Quel pensiero gli faceva dannatamente male. Non lo feriva tanto il fatto di essere usato in sé, ma che fosse uno di loro a farlo.
"Io vi voglio bene…"
sussurrò, stendendosi sul letto.
"Don Kaede…Don Kazushi…Don Akira"
Mormorò i loro nomi, visualizzando i rispettivi volti. Iniziava ad avere freddo, la frescura della stanza gli dava fastidio.
Si alzò in fretta, andando sulla terrazza. Aveva bisogno d'aria e di calore.
Si accoccolò a terra, nel cantuccio preferito da Don Kaede. Sentiva quasi la sua presenza…
"Un cacciatore e una preda possono essere amici?"
Strinse le ginocchia al petto, per la prima volta in preda ai dubbi. Lui che era sempre andato dritto per la sua strada, con piena fiducia in se stesso, ora barcollava come un principiante.
"Possibile che abbiate questo potere su di me? Quando ve lo siete conquistato?"
Giocherellò con un sassolino, evitando di pensare. Aveva paura, era terrorizzato dall'idea che una delle persone per lui più importanti lo stesse trattando come un oggetto, una fonte d'informazione.
Ripensò ai suoi genitori, morti da molto tempo. Da allora non si era più attaccato a nessuno, evitando di affezionarsi anche ai suoi compagni di corso. Evitare di voler bene, evitare di soffrire ancora. Ecco cosa aveva giurato sulle tombe dei suoi cari. E ci era riuscito, allontanando tutti con alterigia, diventando solo eccellente un inviato del Re, fino…all'arrivo a Los Angeles, e al suo incontro con quei tre ragazzi, che senza chiedere il suo permesso si erano impadroniti del suo cuore. Con facilità, senza che lui potesse opporre un minimo di resistenza.
E uno di loro…lo stava usando.
…………………

(scusate gli scleri di questo capitolo, ma ho la febbre. Sono l'unica idiota che riesce ad ammalarsi a giugno, e naturalmente questa fic ne approfitta per fare quello che vuole…n.d.Hymeko)

{Certe volte ho paura delle mie reazioni. Una volta accettato che uno di loro mi sta sfruttando, io…mi sono chiesto se per caso questo non valga anche per me. Se il mio attaccamento a loro non sia che un subdolo stratagemma per catturare Zorro. Io…non riesco più a pensare logicamente, mi sento come se non ci fossero queste mura a ripararmi dal sole cocente, come se avessi vagabondato per giorni nel deserto, senz'acqua. Mi sento smarrito…mi guardo intorno e vedo solo un fondersi di color bianco e cremisi, le tonalità intense di questi luoghi appannano la mia lucidità. Non riesco a fare nulla, i miei sensi sono fuori causa, non mi aiutano a districarmi in questo groviglio di pensieri che mi sono creato. Forse…è tutto uno sbaglio…Zorro non è uno di loro, nessuno mi sta usando, e io ho trovato dei veri amici. Forse…è solo un sogno…magari in realtà sto dormendo nel mio letto, e fra poco mi sveglierò, chiedendomi di che sciocchezze stessi fantasticando…}

"Don Hanamichi! Don Hanamichi!!!"
Il ragazzo sobbalzò, e la penna scartò sulla pagina ancora bianca, ferendola con uno sfregio d'inchiostro blu.
"Don Hanamichi Don Hanamichi!"
Haruko prese a picchiare sulla suo porta, continuando a urlare il suo nome.
'Ma porca…'
Hanamichi aprì di scatto la porta, fermando il pugno della ragazza:
"Si può sapere che c'è?"
Il volto di Haruko era cinereo:
"Don Hanamichi c'è un incendio!"
"Cosa?"
Il sangue defluì dai muscoli del rossino, che per un attimo non riuscì a muoversi.
"Don Hanamichi presto venite, c'è bisogno anche di voi!"
Haruko corse per le scale, senza aspettarlo. Il ragazzo gettò un'occhiata al diario abbandonato, poi seguì la ragazza:
"Decisamente questo non è un sogno…"

"Merda…"
Una delle case a due piani alla periferia della città si stava velocemente trasformando in una pira, riscaldando crudelmente l'aria già infuocata. L'Alcalde coordinava i soldati, che facevano quello che potevano, ma il fuoco era troppo forte.
"I miei figli…ci sono i miei figli là dentro!"
Hanamichi corse dalla donna che piangeva tra le braccia del marito:
"Signora dove sono?"
"Aiutateli…vi prego sono al secondo piano…qualcuno li aiuti!!!!!!"
Un urlo li fece voltare:
"Zorro! Guardate c'è Zorro!!!"
Il bandito, in cima a un carro di provviste, scrutava preoccupato il rogo…i bagliori che salivano dal rogo tingevano i suoi vestiti neri di riflessi sanguigni, infernali.
Il viso della donna ebbe un sussulto di felicità:
"Zorro ti prego salva i miei figli!!!"
Hanamichi, paralizzato dalla sua follia, rimase scioccato ad osservarlo mentre si toglieva manto e cappello e sfondava una finestra del pianterreno, sparendo poi nel fumo denso.
"Ma è completamente impazzito?!"
Il rossino corse ad un abbeveratoio, riempì un secchio d'acqua e se lo gettò addosso, inzuppandosi. Riempì di nuovo il secchio, e corse verso la casa.
Haruko gli si piazzò davanti, a braccia spalancate:
"Don Hanamichi che volete fare?"
"Haruko spostati! Devo aiutarlo, non ce la farà mai da solo!"
"Ma…"
Hanamichi la buttò a terra, e si gettò tra le fiamme.

Zorro si voltò: aveva sentito un rumore dall'ingresso. Che fossero i due bambini? Abbassò il capo, oltrepassando un'arcata di fuoco, pregando perché il pavimento non lo inghiottisse. Il rumore si ripeté, ma comprese subito che non potevano essere loro: era troppo forte, somigliava ai passi di un adulto.
"Finalmente ti ho trovato, stupidissima volpe!"
Il bandito si girò di scatto, lasciandosi sfuggire un ansito. Sakuragi, zuppo d'acqua, lo squadrava molto irritato.
"Ma tu sei proprio scemo, lo sai? Se proprio vuoi morire basta che chiedi all'Alcalde!"
Il moro non disse nulla, troppo sorpreso per rispondere. Le lingue di fuoco si riflettevano sul rossino, incendiandolo. Gli occhi resi bruni dalle ombre fremevano ogni qual volta una fiamma si immolava per riflettervisi…sembrava che quel fuoco infuriasse solo per adorare lui.
"Allora?! Ti sei incantato?"
Zorro sussultò: l'altro gli tendeva un secchio pieno d'acqua. Il bandito lo osservò un attimo, poi lo ringraziò con un cenno della testa e se lo versò addosso. Il fresco liquido vinse momentaneamente l'arsura dell'incendio, creando una pellicola effimera che lo protesse per qualche istante.
Sakuragi si avviò lungo le scale, tossendo:
"Andiamo, io voglio uscirne vivo!"
Zorro annuì, seguendolo lungo i gradini intaccati dal fuoco.

Fine capitolo secondo

l’incendio non c’entra con la febbre…era un pezzo che volevo arrostirli un po’…n.d.Hymeko^^




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