Le parti scritte in
corsivo tra { } sono il diario di Hanamichi. Buona lettura!
El Zorro
Parte I
di Hymeko
La
carrozza si fermò fra il nitrire dei cavalli, sollevando un sottile strato
di polvere che velò le ruote di legno. Il conducente si affrettò ad aprire
la portiera ed a estrarre gli scalini, per poi farsi umilmente da parte.
"Questa quindi è Los Angeles?"
"Esatto señor, la capitale della California"
"Bene"
Un ragazzo molto alto si sporse fuori dal mezzo, osservando con interesse
misto a stupore lo scorcio cittadino.
"…è piena di polvere"
"Già, sa, qui il deserto è vicino"
"Non era una critica…anzi, trovo ammirevole il modo in cui voi riusciate a
prosperare in mezzo a tutto questo nulla"
"Grazie señor, siete molto gentile. Adesso vi porto i bagagli nella
locanda"
L’altro non rispose, limitandosi ad osservare la città. Istintivamente si
portò la mano agli occhi, riparandoli con la sua ombra. Il sole picchiava
intensamente sul centro città, rendendo incandescenti i muri bianchi delle
abitazioni basse, dal tetto piatto. Dalle pareti scendevano festoni
colorati che interrompevano la monotonia monocromatica delle case, e un
piccolo palco era installato a un capo della piazza. La fontana buttava
allegramente acqua, che i bambini si gettavano per rinfrescarsi,
sollevando però anche un polverone. Batté col piede la terra: aveva la
consistenza della cipria.
"Non capisco che ci trovi Zorro in un posto polveroso come questo…"
mormorò mentre scuoteva via dallo stivale la terra.
"Eppure ultimamente appare sempre più spesso"
Il cocchiere rispose alla sua domanda mentre gli passava accanto, diretto
alla taverna.
Scosse la testa. Non aveva molta scelta, quindi…
Entrò nella locanda, sospirando piano per la frescura, e catturando
immediatamente gli sguardi dei presenti. Con studiata lentezza fissò negli
occhi le persone che lo squadrarono, uno per uno…quasi tutti abbassarono
lo sguardo arrossendo. Gli unici che sostennero la sua occhiata furono due
ragazzi alti come lui e un uomo più anziano, di circa cinquantacinque
anni, che gli si avvicinò in fretta.
"Sono Don Moichi Taoka, l’Alcalde di Los Angeles, e vi porgo il benvenuto
mio e della città. Posso sapere il vostro nome, straniero?"
"Mi chiamo Don Hanamichi de Sakuragi"
rispose il nuovo arrivato con un inchino.
L’Alcalde sussultò, mentre i suoi occhi si allargavano per lo stupore:
"Voi siete…l’inviato del Re?"
"Esatto"
La sala comune si riempì di un brusio eccitato, mentre le ipotesi per
spiegare la presenza di un inviato del Re si accavallavano.
Hanamichi soddisfatto si schiarì la gola, attirando l’attenzione di tutti:
"Mi ha inviato qui Sua Maestà il Re di Spagna per liberarvi dal problema
che vi affligge…il bandito chiamato Zorro"
Il mormorio si bloccò di colpo, e Hanamichi scrutò con calma i presenti,
prendendo nota delle loro reazioni.
Gli occhi dell’Alcalde erano pieni di astio mentre gli rivolgeva di nuovo
la parola:
"Permettetemi di presentarvi due rampolli delle più nobili famiglie della
zona, Don Kaede de Rukawa e Don Akira de Sendo, fedeli sudditi di Sua
Eccellenza il Re"
"Piacere Don Hanamichi"
"Il piacere è mio, spero che ci incontreremo spesso"
Don Kaede si scostò la frangia dagli occhi, rivelando due occhi vispi e
sbarazzini:
"Sarà di sicuro così, voi alloggiate qui, vero?"
"Esatto"
"Bene, sappiate che la locanda di questi due fiori è il punto di ritrovo
per tutta la città"
Due ragazze si fecero avanti, piegandosi in una riverenza:
"Benvenuto nella nostra locanda, Don Hanamichi. Sono la proprietaria Ayako,
e questa è la mia aiutante Haruko. Faremo di tutto per rendere gradevole
il vostro soggiorno"
"Incantato"
Hanamichi rivolse un inchino alle due ragazze, che arrossirono per
l’imbarazzo.
"Perdonatemi se vi appaio scortese, ma ho affrontato un lungo viaggio fin
qui, e vorrei riposare un po’ prima della cena"
"Avete ragione. Señorita Ayako accompagni l’ospite nella sua stanza. Don
Hanamichi, per festeggiare il vostro arrivo domani potrete assistere a una
fustigazione"
"Una fustigazione?"
"Esatto, seguendo fedelmente le leggi della nostra amata Spagna. Un
artigiano non ha rispettato il pagamento delle tasse, quindi domani sarà
esemplarmente punito!"
"Uhm…"
{In questa città le cose non vanno bene come sembra. Appena l’Alcalde
ha nominato la fustigazione l’atmosfera si è fatta gelida. Il motivo è più
che lecito, eppure mi sembrava che serpeggiasse del malcontento tra le
persone, come se…fossero in disaccordo con lui. E anche quando ho nominato
Zorro non c’è stato nessun moto di paura, come invece mi è sempre stato
detto. Anzi, parevano dispiaciuti della sua cattura…credo proprio che
dovrò buttare alle ortiche tutti i racconti che mi sono stati riferiti su
di lui, e farmi un’idea mia appena lo vedrò.
L’Alcalde non mi piace, è una persona viscida, approfittatrice del vento
che tira. Se fossi stato mandato dal Re d’Inghilterra avrebbe detto che
odiava la Spagna. È subdolo, ipocrita, infido. Il suo atteggiamento è
simile a quello dei serpenti che ho visto per strada, pronti a sfruttare
al massimo le occasioni che arrivano. Devo stare attento a lui.
Don Akira sembra una persona più sincera, anche se non comprendo appieno
il sorriso che ha sempre sul volto lui mi trasmette una sensazione di
verità, di purezza. Gli occhi sono allegri, il viso gioviale, sarebbe un
bel ragazzo, se non fosse per quei capelli sparati in aria. Chissà cosa
usa…
Don Kaede invece non riesco ancora a inquadrarlo. Sebbene sorrida e sia
affabile come Don Akira il mio intuito mi ha subito messo in guardia
urlandomi di non fidarmi…c’è qualcosa in lui di sbagliato, sebbene non
riesca ancora a capire cosa. Forse è stata solo la mia immaginazione,
magari conoscendolo meglio cambierà tutto, però…vedremo, è ancora presto
per giudicare.
La señorita Ayako è molto bella, ha un’educazione raffinata, mi stupisco
sia solo una locandiera. Aveva addosso molti occhi, ma non erano untuosi,
innamorati direi che è più esatto.
Haruko è decisamente più tonta della padrona, ha un visetto che viaggia
tra il dolcissimo e lo scialbo. Però anche lei un paio di ammiratori li
ha…magari conoscendola migliorerà.
Staserà c’è una festa in città, sicuramente potrò farmi un’idea più
precisa}
Hanamichi ripose il diario e scese nella locanda, immergendosi
nell’atmosfera vivace dell’attesa dei festeggiamenti. Ayako gli servì uno
stufato fumante:
"Siete pronto alla festa, Don Hanamichi?"
"Sì, ma mi piacerebbe sapere cosa si festeggia"
"Bè…è il secondo anniversario dell’elezione di Don Moichi ad Alcalde"
"Ah…volete bene al vostro Alcalde, allora. La piazza è completamente
addobbata…"
Alzò un sopracciglio, mentre le mani di Ayako stringevano il grembiule:
"Certo, lui è il migliore che ci potesse capitare"
"Immagino…"
Gli occhi di Ayako si illuminarono, felice di poter cambiare discorso:
"Oh, Don Akira, benvenuto"
"Buonasera, Don Hanamichi. Señorita Ayako ^_________^"
"Ben arrivato, Don Akira. Si accomodi accanto a me. Señorita, per favore
del vino"
"Subito"
"Don Hanamichi, basta darci del voi! Siamo amici, non devi avere tanti
riguardi con noi!"
"Hai ragione, basta con le formalità! Devo dire che mi piace questo posto,
e lo stufato di Ayako poi è delizioso"
"Sono contento che ti trovi bene qui, e lei è di certo la migliore cuoca
di Los Angeles"
"Sarà lei a cucinare per la festa?"
"Non so, credo si farà aiutare da Haruko, anche se non è certo al suo
livello, senza sparlare…"
"…per carità"
"E poi…non farti sentire da Don Kaede a criticare Haruko, mi raccomando
^_________^"
Hanamichi drizzò le orecchie, interessato:
"Che intendi?"
Il sorriso di Akira divenne furbo, e la sua voce acquisì un tono di
complicità:
"Bè, tutti sanno che a Don Kaede piace Haruko…e lei non è indifferente
^____________^"
"Ma va’?"
"Già"
"E a te chi piace?"
Akira rise, scacciando l’idea con la mano:
"Il mio cuore è liberissimo ^________________^"
"Già, anche perché nessuna è così pazza da volerlo intrappolare"
"Ecco qui il nostro Don Kaede a onorarci della sua presenza! ^_____^"
"Buonasera Don Kaede"
"A te, Don Hanamichi. Mangiato bene?"
"Sì, e pronto per la festa"
Sul volto del nuovo arrivato apparve un sorriso contento:
"Ne sono felice, perché stasera finalmente potremo svagarci un po’"
Hanamichi piegò la testa, interessato:
"Finalmente?"
buttò lì con disinvoltura.
"Già, all’Alcalde non piacciono molto le feste"
Il rossino annuì distrattamente, poi seguì gli altri due nella piazza,
dove la musica iniziava a scaldare l’ambiente.
Camminarono un po’, e i due ragazzi presentarono a Hanamichi più o meno
tutta la città, compresi servi anche poco importanti. Fu così che conobbe
Jin, servitore muto e un po’ scemo di Don Kaede, il mugnaio Shinichi Maki;
gli allevatori Uozumi e Hanagata; donna Yayoi, la pettegola della
cittadina; e il fabbro Takenori Akagi, fratello di Haruko.
Appena l’energumeno si fu allontanato, Akira tirò a Kaede una gomitata
nelle costole:
"Allora, quando gli chiederai la mano della sorella?
^____________________^"
Hanamichi ridacchiò, mordendosi le labbra, mentre Kaede si girava da
un’altra parte:
"Quando capirai che non mi piace?"
"Sì, sì ^______________^"
rispose Akira, strizzando l’occhio a Hanamichi, che scosse la testa.
"Ragazzi, è un nuovo amico?"
"Ah, Don Kazushi, dov’eri finito?"
Hanamichi esaminò attentamente il nuovo arrivato: a parte per la
corporatura leggermente più muscolosa, come altezza e capelli era uguale
ad Akira.
"Don Hanamichi, questo è Don Kazushi Hasegawa, un caro amico. Don Kazushi,
questo è Don Hanamichi de Sakuragi, mandato qui dal re per salvarci dal
terribile Zorro ^______^"
"Piacere"
Hanamichi strinse la sua mano, avvertendone la stretta robusta:
"Piacere mio"
"Posso darti un consiglio? Non dare troppo retta a questi due folli, o
impazzirai…"
"Ehi!"
esclamarono indispettiti i diretti interessati.
"Aspetta e vedrai quando inizia la musica…Don Kaede ballerà con tutte le
ragazze del circondario, mentre Don Akira giocherà a tutti i giochi che ci
saranno!"
"Che male c’è a divertirsi un po’…"
mormorarono i due.
Kazushi sorrise:
"Visto? Si lamentano pure insieme!"
Il rossino rise a sua volta:
"Starò attento"
"Ehi Kazushi, sei lì?"
"Sì padre, sono qui. Posso presentarti Don Hanamichi de Sakuragi? È stato
mandato per catturare Zorro"
"Oh, piacere! Sono Don Riki Hasegawa, padre di Kazushi"
"I miei rispetti, Don Riki"
"Così ci libererai finalmente di quel bandito, eh?"
"È il motivo del mio arrivo"
"Bè, spero che tu ci riesca! È un vero pericolo per la legge e il buon
nome della città, e un esempio della peggior razza per i nostri figli! Ti
auguro buona fortuna!"
"Grazie, e buona serata"
La domanda che Hanamichi aveva sulle labbra morì, mentre i suoi occhi si
spalancavano traumatizzati:
"Ehi ragazzi -hic!- chi è il vostro nuovo amico?"
Kaede soffocò le risate in un bicchiere di vino, la faccia scandalizzata
di Hanamichi era tutto un programma, mentre un grasso militare si faceva
largo ciondolando verso di loro, agitando una bottiglia di vino. Akira
s’appoggiò a un muro fingendo un colpo di tosse, e Kazushi gli lanciò
un’occhiataccia, ritrovandosi a dover fare le presentazioni:
"Don Hanamichi, questo è il sergente Takamiya, capo del distretto militare
di Los Angeles. Sergente, vi presento Don Hanamichi de Sakuragi"
"P-P-Piacere sergente!"
"Il piacere è –hic- tutto mio! L’Alcalde mi ha detto di voi e della vostra
cresta –hic- rossa!"
Il ragazzo si toccò i capelli, mentre Kaede recuperava la lucidità e
indicava al sergente della birra:
"Don Kaede siete proprio un amico! Arrivedersci scignori!"
Caracollando ubriaco l’uomo si avventò sul barile di birra, bevendone il
contenuto a caraffate.
"Don Hanamichi? Sei ancora tra noi?"
Akira gli sventolò la mano davanti al volto, mentre gli altri ridevano:
"Dai Don Akira, lascialo stare! Ci vuole tempo per assorbire lo shock!"
"S-S-Sì…"
"Bè, adesso avrà capito il motivo per cui il re l’ha spedito qui ad
acchiappare Zorro…"
Sentendo Akira nominare il suo nemico Hanamichi lo ringraziò mentalmente,
ora aveva la possibilità di cancellare il sergente dai suoi pensieri, e
nel contempo di iniziare a indagare:
"Questo Zorro…raccontatemi qualcosa di lui"
"È un bandito che rovina sempre ciò che l’Alcalde fa"
rispose prontamente Kaede.
"Cioè?"
Il ragazzo sorrise divertito:
"Domani vedrai…sempre che tu riesca a trovare un posto…queste occasioni
attirano sempre un sacco di curiosi, la piazza sarà più piena che adesso!"
"Davvero?"
Akira sospirò scocciato:
"Don Kaede, ti dimentichi che lui è stato mandato qui dal re, avrà un
posto in prima fila!"
"Ops…hai ragione!"
Kaede si mordicchiò le labbra, sorridendo a Hanamichi.
"Sì, ma voi…che ne pensate?"
Kaede alzò le spalle, indifferente:
"A me basta che ci sia da divertirsi! E quando c’è Zorro lo spettacolo è
assicurato!"
"E voi?"
Kazushi abbassò lo sguardo:
"A mio padre non piace, e io non direi mai nulla che lui non approvasse"
"E basta! Piantiamola di pensare a un corvaccio che Don Hanamichi spedirà
in cella!"
Un sussulto scosse il ragazzo: non avrebbe mai pensato che Akira potesse
esplodere in quel modo.
Kaede rise, rompendo il momento d’imbarazzo:
"Don Akira ha ragione, una volta tanto! Ehi, laggiù c’è Haruko che non ha
un cavaliere!"
Davanti agli sguardi allibiti degli altri tre Kaede corse da lei,
trascinandola nella mischia.
{Prima di iniziare a scrivere sono sceso a chiedere dell’acqua, e da
dietro una tenda ho sentito Ayako commentare con Haruko la fustigazione di
domani. A quanto pare il condannato, un certo Hikoichi Aida (calzolaio),
non avrebbe evaso le tasse, ma sbagliato a fare un paio di stivali nuovi
all’Alcalde, e questi per vendetta avrebbe falsificato i versamenti.
Inoltre potrebbe essere solo una scusa per attirare Zorro e catturarlo
davanti a me, per mandarmi via alla svelta. Secondo loro all’Alcalde non
piaccio, sono un pericolo per la sua autorità. Potrebbe essere. Non
permette che ci siano feste, solo quelle in suo onore. Esaltato
egocentrico, quindi. Odiato dal popolo…comprensibile.
Don Kaede: ad un esame superficiale appare allegro e simpatico, ma è solo
una patina sottile. Il suo atteggiamento cambia a seconda dell’argomento
della conversazione, ma non esprime mai i suoi veri pensieri. È
calcolatore. Inoltre quando fa lo scemo cerca di non guardarmi mai in
faccia. L’ho trovato falso. Quando ho chiesto di Zorro è stato ansioso di
parlarne, fin troppo…dovrò indagare su di lui. La sua passione per Haruko
è finta, credo voglia interpretare una parte che gli fa comodo, e penso
che stasera sia corso da lei per non parlare più di Zorro (e per rompere
l’imbarazzo?).
Don Akira: il suo carattere è molto volubile, cambia troppo rapidamente
per poterlo giudicare in così poco tempo. Passa dall’allegria più sfrenata
alla freddezza isterica, si è arrabbiato quando abbiamo parlato di Zorro.
Credo volesse farmi credere di volersi divertire e basta, ma a me è
sembrato solo un modo di non parlarne. Non gradisce che si tocchi
l’argomento. È più sospetto di Don Kaede, almeno lui parla di tutto senza
scaldarsi troppo. Non ritengo degne di fiducia le persone che passano
dalle risa alla rabbia troppo velocemente. Non sono costanti.
Don Kazushi: certamente il più debole del trio, quindi il più pericoloso.
Proprio le persone che appaiono più calme e tranquille si rivelano poi
essere le più crudeli. È sottomesso al padre, cui è insofferente. Non mi
sembra che lui lo opprima troppo, ma credo che Don Kazushi non sopporti le
sue idee. Fremeva quando Don Riki parlava di ciò che Zorro rappresenta.
Possibili collegamenti con il bandito? Troppo presto. Ma c’è la
possibilità che Don Kazushi ammiri Zorro. Potrebbe vedere nello spregio
paterno un rifiuto delle sue idee. Indagare.
Don Riki: è un esaltato sostenitore della legge, troppo vecchio per essere
Zorro, e troppo inquadrato per poter pensare di infrangere una qualsiasi
regola. Credeva veramente in ciò che diceva.
Sergente Takamiya: senza parole. Comprendo come possano aver fallito
sinora}
"Esegua sergente"
Il sergente Takamiya si avvicinò al condannato, sferzando l’aria con la
frusta.
Hanamichi studiò le reazioni della folla che rabbrividiva, analizzandone
gli sguardi. Molti occhi erano pieni di pietà per il pover’uomo, lacrime
silenziose scorrevano abbondanti; ma di più lanciavano frecciate piene
d’odio all’Alcalde, il quale continuava imperterrito a dirigere la
fustigazione.
Ormai il sergente era a pochi metri da Hikoichi, che continuava a urlare
la sua innocenza. Hanamichi vide qualcosa cambiare sui volti delle
persone: ora che il fatto stava per compiersi mischiata ad odio e pietà
brillava una speranza. Si alzò, rimanendo nell’ombra.
‘Quella gente è sicura che Zorro arriverà e che salverà il condannato’
"Sergente inizi!"
"Subito Alcalde!"
L’uomo spostò la frusta dietro di sé, e portò di colpo il braccio in
avanti. La frusta non si mosse, mentre Takamiya gemeva di dolore: un
pugnale aveva bloccato l’arma a terra.
"Alcalde non le permetterò di fustigare ingiustamente quell’uomo!"
Un urlo di liberazione si levò dalla folla: Zorro era arrivato.
Hanamichi uscì allo scoperto, appoggiandosi a un palo per osservare con
calma lo svolgersi della situazione.
"Soldati sparate! Sparate!"
Un manipolo di uomini si appostò vicino a un carro pieno di barili, ma con
un preciso colpo di pistola Zorro ne tranciò le corde facendo cadere tutte
le botti sugli uomini.
"Idioti! Alzatevi!"
Hanamichi ridacchiò, mentre Zorro scendeva nella piazza con un balzo
felino, liberando con veloci colpi di spada Hikoichi, che corse via
elogiando il suo salvatore.
"Muori Zorro!"
Il rossino si drizzò interessato, l’Alcalde aveva sguainato la spada e si
era gettato contro Zorro, assaltandolo con tutta la foga che le sue membra
gli permettevano. Il bandito roteò su se stesso, schivando senza problemi
i suoi attacchi, rispondendo con eleganza alle stoccate più pericolose.
L’Alcalde si asciugò un rivolo di bava:
"Maledetto…Zorro"
"È ciò che si ottiene incolpando un lavoratore innocente!"
"È quello che si meritava!"
"Vi sbagliate! Nessuno merita la vostra ingiustizia! E io combatterò
finché non lo capirete!"
Un boato assordante salì dalla folla, che acclamò ancora più potentemente
il suo eroe.
"Io ti ucciderò!"
L’Alcalde si lanciò in avanti in un ultimo disperato assolto, una carica
cieca che terminò in abbeveratoio per cavalli, in cui Zorro l’aveva fatto
cadere con un semplice sgambetto.
La gente esplose, il nome del bandito riecheggiò potente nella piazza,
salendo incontrastato sino al cielo. Poi si zittì.
Un serpente di ghiacciò la avvolse: Zorro, in mezzo al palco, e l’inviato
del Re ancora appoggiato al palo si stavano fissando, una linea rovente
come il sole di quei luoghi correva tra loro. La piazza si era fatta muta,
solo il gracchiare dei corvi interrompeva di tanto in tanto il silenzio
spettrale che si era creato. Unicamente i loro sguardi parevano ancora
vivi.
"Uomini sparate!!!!"
L’urlo dell’Alcalde spezzò quell’atmosfera magica, la sua voce permise al
tempo di riprendere a scorrere. I militari si posizionarono, prendendo la
mira contro l’uomo in nero.
Zorro gettò un’occhiata distratta ai soldati che puntavano le armi, e con
due balzi fu di nuovo sui tetti, elegante come un gatto. Prima di
andarsene però si voltò di nuovo a fissare Hanamichi, incurante degli
spari che gli sibilavano accanto, ergendosi nera ombra contro un cielo
d’acquamarina. I loro sguardi si incatenarono di nuovo, una chiara
promessa di battaglia fu suggellata. Un proiettile scheggiò il muro sotto
i suoi piedi, e Zorro se ne andò.
………………….
Smise di fissare il tetto, e scese rigido dal palco, pensando all’incontro
di poco prima.
‘Zorro…’
Un braccio gli passò attorno al collo:
"Allora, com’è stato il tuo primo incontro col famigerato bandito?"
"Don Kaede…"
"Che ti avevo detto? Un vero spasso!"
Hanamichi fece una smorfia:
"Mica tanto, l’Alcalde s’è infuriato!"
Kaede ridacchiò:
"È proprio questo il bello…"
Il rossino rise, era impossibile rimanere corrucciati con quel ragazzo
accanto.
"Dov’eri? Non ti ho visto tra la folla"
"Ero sotto il palco, mi sono intrufolato stamattina, volevo vedere da
vicino. Faceva un caldo…"
"Ecco perché sei tutto sudato!"
"Già, non come qualcuno che se ne stava bello all’ombra senza fare nulla…"
Toccò a Hanamichi ridacchiare:
"Avrò pure dei vantaggi…"
"Ehi!!!"
"Ah, ecco quei due!"
"Avete visto Zorro?"
"Sì! Don Kazushi era dietro un carro di paglia, mentre io in cima al
campanile! Che spettacolo!"
Hanamichi sbuffò:
"Proprio, l’Alcalde si sarà infuriato perché non sono intervenuto"
Tre visi si fissarono sul suo, e Kazushi gli fece la domanda che frullava
nelle loro menti:
"Già…me lo stavo chiedendo…perché non hai fatto nulla?"
Hanamichi piegò la testa, le ciocche rosse gli scivolarono sul viso:
"Perché non puoi battere un nemico che non conosci. Prima va studiato, poi
preso"
Kaede rise:
"All’Alcalde non piacerà come risposta!"
……………….
"Perché non avete fatto nulla?!"
"Perché io studio il mio nemico prima di agire"
"Zorro ci ha umiliati! E voi non fate una piega!"
"Zorro ha umiliato voi, non me…"
L’Alcalde digrignò i denti, senza più celare il disprezzo che provava per
l’ospite.
"Almeno noi ci siamo sporcati le mani col nostro dovere!"
Hanamichi si pulì la bocca, si alzò e ringraziò Ayako. A metà delle scale
si voltò verso l’Alcalde:
"Voi continuate pure a sporcarvi, a catturarlo ci penserò io"
{Non sono affatto sicuro come ho voluto far credere all’Alcalde. Zorro
è forte, davvero forte. Abile con la spada, agile, veloce, intuitivo. Un
ottimo combattente. Ha risposto a tutti gli assalti senza mostrare
un’espressione del viso, i muscoli della guance e le labbra completamente
rilassati, come non compisse alcuno sforzo. Solo gli occhi erano un po’
più vivi, anticipavano gli spostamenti dell’Alcalde, sapevano già dove si
sarebbe trovato un attimo dopo. Molto, molto bravo. Sarà anche un bandito
ma la sua tecnica è semplicemente ammirevole. Perfetta.
Zorro: alto come me, il viso e i capelli sono nascosti da una maschera
nera che copre metà della testa, da quel poco che ho visto la pelle è
chiara e i capelli neri, baffetti neri ben curati, occhi scuri,
impossibile determinare il colore. Non ho potuto ascoltare con chiarezza
la sua voce perché la folla rumoreggiava impazzita mentre lui combatteva.
Il popolo è dalla sua parte. Facile capire il motivo. Zorro…non sarà
facile catturarlo. Avevo i brividi mentre ci fissavamo. È assolutamente
superiore a tutti quelli che ho conosciuto finora, la prima persona che
riesca a farmi sentire insicuro. L’Alcalde e il sergente saranno anche
incompetenti, ma lui è inarrivabile, per quelli che sono qui. Tranne che
per me, e presto glielo dimostrerò}
Fine capitolo primo
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