Una breve fic, nata in due ore di una domenica pomeriggio. Un tentativo di capire meglio quali potrebbero essere i sentimenti di Alphonse per Edward ^^

E' un PoV di Al.

Non ci sono spoilers.

Disclaimers: I personaggi non sono miei, né guadagno qualcosa ad usarli per scrivere fic (a parte gli insulti e le minacce che ricevo appena le faccio leggere ad una certa persona ^___^;;;).

  
 



Edward

di Cloud


Stavo guardando fuori quando sei entrato.

Il cielo era limpido e la luna brillante.

Avevi  gli occhi assonnati, ma resi più luminosi del solito dalla luce che entrava dalla finestra e che ti accarezzava dolcemente, mescolando i suoi raggi argentei ai tuoi capelli sottili, appena in disordine; ti sfiorava le guance e scivolava sul collo, come avrei voluto potessero fare le mie dita.

Hai fatto qualche passo avanti, poi mi hai chiesto se volevo dormire con te, con la voce più bassa del solito e le parole più lente a causa del sonno.

Non ti rendi conto di quanto suoni sensuale.

Ti ho risposto annuendo, non volendo che la mia voce metallica spezzasse l'armonia di quel momento.

Il sorriso sbocciato sulle tue labbra è quello che non mostri mai a nessuno, tranne me.

Dolce, gentile, sincero come se solo con me ti fidassi a mostrare la tua forza e le tue debolezze. E' un sorriso senza schermi o difese, perché sai di non averne bisogno.

E' lo stesso con cui vorrei poter ricambiare.

Ti sei fermato a strofinarti le palpebre con il braccio automail e su di esso si è riflesso un volto di metallo, freddo ed impassibile.

Sono io.

Se avessi un cuore sentirei una fitta di dolore, lo so.

Non ce l'ho, eppure provo lo stesso dolore.

Forse è una sensazione diversa, ma è per questo meno reale?

Sono meno reali i miei sentimenti per te solo perché invece di un corpo di carne e sangue li racchiude un'armatura?

Siamo entrati insieme nel letto ed hai lasciato che le mie braccia ti avvolgessero, come sempre.

Come hai lasciato che facessi appena avuto questo corpo, per mostrarmi che mi volevi ancora bene, che per te ero sempre il tuo fratellino.

Hai evitato che mi sentissi un mostro, che la paura di me stesso mi facesse odiare quel che ero diventato.

Quel che avevamo fatto.

Te.

Ci hai salvati due volte, niisan. Chissà se ci hai mai pensato.

Probabilmente no.

Il tuo respiro si è fatto regolare. Dovevi essere davvero stanco.

Ti stringo appena più forte, nella sciocca speranza di poter sentire il tuo corpo morbido contro il mio, il tuo calore.

Ovviamente non è così.

Posso percepire la tua consistenza, ma non è la stessa cosa.

Ti scosto una ciocca dal volto e perdo qualche secondo ad osservare la linea delicata del tuo viso, degli occhi, della bocca.

Con due dita sfioro il mio petto di metallo, nel punto dove una volta sapevo battere il mio cuore, poi le porto all'elmo dove suppongo dovrebbe esserci la mia bocca, ed infine le poso delicatamente sulle tue labbra socchiuse, lasciandocele alcuni secondi prima di toglierle.

E' forse un gesto ridicolo, pensandoci, ma l'ho fatto istintivamente.

Ero troppo piccolo quando abbiamo fallito l'esperimento, e non avevo ancora mai baciato nessuno, quindi non ho ricordi da evocare per ricavare sensazioni; posso soltanto immaginare.

Beh, niisan, a pensarci questo è stato il mio primo bacio. E forse anche il tuo.

Mi verrebbe da ridere.

Se non desiderassi disperatamente piangere.

Sono ormai cinque anni che cerchiamo una soluzione e a volte temo che non la troveremo mai, che dovrò rassegnarmi a vivere in questo corpo per sempre. Che non sentirò mai più il vento sulla pelle e tra i capelli. Che non percepirò più l'odore dei fiori e della pioggia. Il sapore dei biscotti, o del latte, che ti disgusta tanto.

Sorrido tra me ripensando alle tue buffe espressioni.

Sorriso che muore quando penso che se davvero sarà così, se davvero non tornerò più come prima, tu mi lascerai un giorno.

Oh, so che non lo faresti mai davvero, se non ti costringessi io a vivere la tua vita, e magari continueremo a vivere insieme, nella stessa casa; ma il tuo cuore lascerà il mio quando ne troverai un'altro a cui vorrai legarti.

Ed io non potrò fare niente.

Non avrò avuto neppure la possibilità di parlarti dei miei sentimenti, e di quanto tu sia importante e prezioso per me.

Non posso farlo finché resto così. Sarebbe una sofferenza inutile, per entrambi.

Perché anche i tuoi sentimenti per me sono forti, niisan, e tu lo sai.

Non credo però ti sia reso conto di quanto, ma io, che ho preso coscienza dei miei, li vedo riflessi in te.

Quindi avrei più che una speranza e potremmo essere felici insieme, prendendoci cura l'uno dell'altro, sostenendoci, incoraggiandoci, accettando i pregi e i difetti dell'altra persona sapendo di poter contare sulla stessa cosa. Senza timore, senza imbarazzo. Accettare e sapere di essere accettati per quel che si è, anche se non sempre è detto si capisca perfettamente l'altro.

Io potrei finalmente ricambiare il tuo sorriso, e tu... Questo mio bacio.

Ricambiare l'amore con l'amore. Una cosa in cambio di una dello stesso valore, no?

E' anche per questo che desidero al più presto trovare una soluzione.

Ed anche per questo ti chiedo di aiutarmi niisan, prima che per noi sia troppo tardi.