DISCLAIMERS i pg sono tutti nostri!!! pultroppo per loro.....^^Ilya è di schu e Syren mio^^(insieme al suo adorabile fratello)



Eclipse

parte VII

di Amy e Mikako

 


"Pioggia. Su tutto. Sui miei pensieri. Sulle parole scritte in un vaso di vetro pieno di acqua colorata. Sui muri sporchi di smog.
Sull'anima incrostata di veleno e piscio" Ilya sussurrò con una smorfia quelle parole per l'ennesima volta. Non riusciva più a scrivere. Avrebbe dovuto forse accettare la sua decadenza? Avrebbe dovuto ...ma non voleva.
Sospirò battendo l'ennesimo scontrino all'ennesima cretina neo-proto- wiccan che aveva preso il manuale della strega moderna  in cui ti insegnavano dalla magia nera a quella rossa fino a  quella bianca in tre comode rime.
Espletò il suo pensiero in un risolino mentre si grattava un graffio sul braccio.

Il posto era buio e sporco. Syren si guardò intorno attentamente, pronto a captare anche solo il minimo suono lacerare quell'immensa oscurità e a fuggire di conseguenza. Ci aveva pensato bene prima. Non era una cosa facile per lui decidere di tornare al luogo dove i suoi amici avevano nascosto la roba rubata ad Ilya e riprenderla...più che altro perché significava chiudersi per sempre quella strada.
E non riaprirla mai più.
Non che avesse dei ripensamenti...non più dopo l'altra sera, ma in ogni caso lo inquietava sapere che non avrebbe più potuto tornare indietro ormai, nemmeno volendo.
Finì di caricare l'ultimo pacco e si sedette in macchina avviando il motore, guardò bene la strada e partì.
"cavolo com'è che si cambia marcia? ahhhh ecco....e questa levetta qui? aspetta che la abbasso.."
fu così che accese gli abbaglianti in pieno giorno.
Urli immediati si alzarono non appena arrivò nella strada trafficata dove lavorava Ilya... "chissà cos'hanno da gridare" pensò candido il nostro. Rischiò di investire  due pedoni, poi andando a circa 100 all'ora fece lo slalom fra le varie macchine, ignorando totalmente ogni sorta di segnaletica stradale, si rese conto di essere arrivato davanti alla libreria e frenò di colpo, facendosi tirare un due- trecento accidenti dalle macchine dietro che si ritrovarono a schiacciare il freno come forsennate, pregando contemporaneamente! 
Ancora con gli abbaglianti accesi, si fermò in mezzo al marciapiede e scese tranquillo, ignaro del traffico bloccato e delle mille maledizioni che gravavano sulla sua testa...

"Un auto sotto i portici?!" esclamò Ilya mentre uno strano presentimento si faceva avvertire con un lungo brivido lungo la schiena. Chissà perché ma aveva idea che Syren c'entrasse qualcosa e in genere il suo istinto non sbagliava mai... e pregava che almeno stavolta sbagliasse.
Si stiracchiò con finto fare noncurante mentre il dubbio prendeva alloggio nel grande hotel del suo cuore.
*mio Dio che metafora scadente!*
La porta si aprì silenziosamente lasciando entrare il corpo longilineo di Syren.

"ciao tesoro, hai visto che casino fuori? chissà perché!" e il fatto era...che era serio!!! Senza dire più nulla si buttò sopra di lui  abbracciandolo, non era assolutamente pentito di quello che aveva fatto, ma un po' triste si. Forse non lo sapeva neanche lui esattamente.
Aveva sempre pensato di poter ritornare indietro quando voleva e come voleva. Invece adesso tradirli  era come promettere che sarebbe andato sempre avanti.
qualunque cosa accada.
Alzò il viso di nuovo sereno verso Ilya e disse felice" vieni fuori guarda cosa ti ho portato!!!"

Ilya lo seguì e a dir poco s'impietrì davanti alla vista dell'auto di Syren parcheggiata per metà sul marciapiede e della vigilessa dai riccioli biondi che alacremente stava svolgendo il suo lavoro. Se fosse stato un fumetto un enorme gocciolone ora lo avrebbe sovrastato ma non lo era e così si limitò a arricciare il naso più volte in quel tic nervoso e fastidioso che lui chiamava "naso a lapin" in una commistione tra italiano e francese.
Ci mise un sacco di tempo per convincere la signora in divisa che era stato tutto un errore di marcia mentre scaricavano il materiale per la libreria e come se non bastasse arrivò il suo capo che lo fulminò con uno di quegli sguardi da "ti evoco contro tutti i baroni degli inferi" ma nonostante questo gli, come si dice, parò il culo. 
Syren li osservava alternativamente senza capire poi, quando tutto si fu calmato (salvo il povero tic di Ilya) indicò l'auto con ingenuità "Ohhh ma era per questo allora?" Ilya scosse il capo appoggiando la fronte al tettuccio dell'auto , battendola piano mormorando cose incomprensibili.

Syren abbassò la testa fino ad appoggiarla accanto a lui e guardarlo da una distanza ravvicinata di 2 cm., esclamò "ma daaaaaaaiiii io mi sono divertito! Se vuoi porto anche te la prossima volta!" Senza aspettare una risposta lo tirò per la mano e aprendo la portiera disse..."guarda!"
Dentro appoggiata sul sedile c'era praticamente tutta la roba che avevano rubato da Ilya...
Syren guardò il ragazzo aspettando una qualsiasi reazione, avvicinandosi a lui e precisando "il resto è  nel portabagagli"

Ilya sospirò "Sei una autentica adorabile canaglia e mi farai morire di crepacuore prima di arrivare ai miei 19 anni!" però gli sorrise e lo abbracciò per ringraziarlo.

Lo strinse forte, incurante dei passanti che li guardavano, chissà perché quando era con lui perdeva   totalmente il controllo di se...era pericolosa sta cosa!
"19 anni?!!" esclamò di colpo Syren, "sei più piccolo di me!!!!! te ne davo almeno 20!"
sempre abbracciandolo ripete, quasi fra se "18 anni..." sempre più sorpreso.

"Ehm Ilya...l'auto dovremmo spostarla..."

"ohhhhhhhhh ci penso io"
e detto questo fece per mettersi al posto di guida, poi prima di sedersi chiese " e dove la metto? Eppoi perché nn può stare qui?" 
Ilya si passò le mani nei capelli con uno sbuffo mentre rivolgeva una piccola bestemmia all'alto muto e salutava il capo montando sull'auto "levati " ordinò spostandolo con poca grazia "mio Dio devo avere un ragazzo incosciente?!!!!!!!!" e mise in moto il motore.
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Stesi sul divano, gli occhi fissi al soffitto, a disegnare impossibili immagini di luoghi sconosciuti e lontani, di luoghi dove la vita, forse, farebbe meno male. Hanno messo a posto tutte le cose di Ilya che Syren aveva recuperato, e ora stanchi, si godevano il meritato riposo.
Le dita che leggere correvano sul corpo dell'altro, quasi fossero assorte, incerte nel loro vagabondare e accarezzare, come piume di un angelo.
Ilya borbottò qualcosa sul fatto che adesso doveva pure pagare il parcheggio della makkina... Syren ghignò ed esclamò " se vuoi ti pago io in un altro modo..."

"No accetto solo Euro spaicente" fu la laconica risposta di Ilya che sgusciò via dall'abbraccio per tornare con della birra e della sanguinella . Posò a terra le due bottiglie e i bicchieri e tornò a sedersi
"mi sento apatico...ti va di chiacchierare un po'? Se hai domande proponi..."

"mmmhhh che musica ascolti?" chiese imitando in falsetto una di quelle ragazzine un po' oche un pò imbecilli (giusto per non essere offensivi) scoppiò a ridere da solo e corresse il tiro " mi pareva di aver capito che suoni anche tu..."

Ilya si sedette compostamente sul divano "oh si faccio parte di un gruppo dark , ci chiamiamo Death Whispers e...beh non ho un genere in particolare che ascolto! E tu?" ridacchiò attaccandosi a tracanno alla bottiglia di birra.

Syren afferrò la bottiglia di birra facendo quasi soffocare Ilya per il gesto improvviso e rispose " beh io ascolto e suono un po' di tutto, rock progressivo ma sempre sulla base del rock anni 70, poi ho anche un piccolo gruppo dove suono jazz...direi che è quella la mia passione, mi piacerebbe suonare solo questo..." gli occhi gli si illuminarono, mentre con lo sguardo seguiva una goccia di birra che scendeva dal collo della bottiglia, "poi mi piace anche il blues...a dire la verità piaceva a Jhoann...è lui che mi ha attaccato questa mania"
Prese una ciocca dei capelli di Ilya fra le dita, seta, e giocandoci soprappensiero continuò "peccato non poter suonare solo jazz... ma sono in poco ad apprezzarlo"

"A me piace moltissimo anche se forse tendo di più al blues" si portò le dita di Syren alla bocca e le baciò mentre ancora trattenevano prigioniere una sua ciocca odorosa di capelli.
"Mio padre ha conosciuto Ray charles se non sbaglio" giocò con la propria ciocca passandosela fra le labbra e sentendo il gusto del profumo che di solito vi spruzzava sopra invadergli la bocca.

accarezzando svogliatamente le labbra di Ilya esclamò entusiasta " waaaaaa!! che fortuna! sarebbe piaciuto anche a me..." si accoccolò a lui e seguendo un pensiero noto solo a lui disse "non parli mai dei tuoi..." lasciando la frase in sospeso.

"Non ho molto da dire. Sono scappato da loro per non dar loro altri problemi. Mi pagano la scuola, spesso mi sostentano. Sono delle brave persone ma io sono scappato sopratutto da me stesso. Sono un pessimo figlio e questo mi spaventava." un braccio di Ilya si serrò intorno alle sue spalle mentre la sua voce, quasi atona , rispondeva.

le dita si spostarono sul suo viso, creando geografie di luoghi sconosciuti alla mente, mentre commentava " mai quanto me penso... non so... spesso loro mi sembrano più sprovveduti di noi" stringendosi nelle spalle e appoggiando la testa sulla sua spalla " che hai fatto per essere un pessimo figlio? e non vale il 5 emendamento "

Ilya soppesò per un paio di minuti le parole e le possibilità di come rendere la verità poi cominciò "Beh litigavamo spessissimo spesso in maniera piuttosto violenta anche a livello fisico e io dicevo cose orribili. Sopratutto con mia madre, le davo della perdente perché ero io a sentirmi così. Sfogavo in casa tutto quello che accumulavo fuori ed era molto" i ricordi si ammassavano nella mente creando arabeschi di dolore.
Troppo vicini, troppo.
E forse anche troppo forti per lasciarlo indifferente come avrebbe dovuto "Ero frustrato e cattivo. O meglio a volte ero dolcissimo altre volte una vipera" sospirò posandosi un braccio sugli occhi chiusi.

Syren ascoltò in silenzio posandogli le labbra sulla guancia morbida e sussurrando " ed ora che non sei più in casa va meglio?"
aveva percepito il dolore nella sua voce e capiva che quella era una ferita ancora aperta, ma sapeva anche che prima o poi le ferite si rimarginano e restano solo delle preziose cicatrici...almeno  a volte...
perché ci sono ferite così profonde e insanabili che nulla può lenirne la sofferenza, e provarci è come guardare in un abisso, mentre l'abisso contemporaneamente guarda in te.

"Beh...non saprei. Non striscio più contro i muri, questo si, non scappo dalle persone ma la nausea per l'umanità rimane sempre" si fermò morsicandosi un labbro "scusa sto parlando di corde a casa dell'impiccato mi sa con te" carezzò il braccio di Syren con la punta delle unghie godendosi la sensazione della pelle che si raggrinziva sotto quello sfioramento.
"Tu mi conosci ora...mi trovi bello? Io mi odio" sollevò la manica che copriva il suo braccio scoprendo delle cicatrici , ma lo fece solo per stringere meglio a se il suo uomo...*SUO*

Syren percorse con la punta delle dita il collo di Ilya in una silenziosa carezza e, sospirando, rispose " io ti trovo bello" e basta. come se già questo dovesse dire tutto. In fondo lo capiva benissimo....avrebbe voluto trovare le riposte giuste, per lenire un po' la sua sofferenza, la sua inquietudine, ma sapeva di non averle.
Lui stesso faceva fatica ad andare avanti.
"nausea per l'umanità... e se fossero tutti così tremendamente tristi e insicuri come noi? Ci sono le persone superficiali, non lo nego certo, ma odio generalizzare o giudicare la gente, non potremo mai sapere cosa si agita nell'animo di un altra persona"
sorrise stanco " i miei mi dicono sempre che sono troppo polemico...me la prendo anche per una parola sbagliata ma so quanto le parole a volte feriscano. boh! Non so neanche io cosa voglio dire!" si interruppe inciampando nei suoi pensieri come una corda troppo tesa, finché si spezza frustando colui che la reggeva.

Sentì solo vagamente Ilya scivolargli di nuovo dalle mani. Era come se sfuggisse all'affetto. Lo guardò stupito scuotere la testa e riafferrare la birra, bevendo abbondantemente.
Due passi indietro, verso di lui. "Odio che mi troviate bello. Fino a un anno fa ero un cesso e anche tu mi trovi bello perché l'unica volta che mi hai visto nudo ero alle tue spalle" gli occhi erano lucidi dal nervosismo o da possibili future lacrime.

si alzò in piedi afferrandolo per le spalle e dicendo "ma io ti trovo bello dentro! Non posso dire di conoscerti bene ma quello che percepisco è come una bolla di cristallo...dove all'interno sono custoditi i sogni e l'anima. La tua! Io trovo interessante e bella ogni persona... in quanto tale! Anche se ti sembrerà strano dopo quello che ho visto e vissuto. In fondo sono io quello ridicolo...ed è per questo che riescono sempre a ferirmi!" 
la stretta si trasformò in una carezza mentre sussurrava " ho visto uomini come angeli che mi hanno fatto cose che vanno al di là dell'immaginazione, dicevano che ero bellissimo e intanto mi colpivano. L'aspetto non è nulla. Vedi?" disse alzando la manica e indicando le numerose cicatrici " sono io quella da compatire"

Ilya scoppiò in un risolino "Allora siamo due da compatire e per questo ci compatiamo da soli. Siamo la coppia perfetta" lo spinse a sedere e con un solo gesto si tolse la felpa. "Ecco qui il mio corpo" si passò le mani sui segni longitudinali di smagliature, sulle cicatrici numerose nella loro piccolezza. "Segni che non andranno via. Alcuni del tempo, altri fatti da me..." abbassò lo sguardo coprendosi in un abbraccio mentre tremava un po' "Fino a due anni fa pesavo più di cento chili" le mani scorrevano sulla pelle accarezzandola.
Si amava quanto si odiava.
Si rivestì in fretta e andò a sedersi in terra, la bottiglia fra le mani che ruotava in bilico, per gioco.
"Mi piacerebbe sapere cosa avresti pensato allora di me" un altro sorso come vetriolo nella gola arrossata dalla tensione di non urlare, di restare impassibile.

Si appoggiò con la schiena al divano riflettendo " due anni fa stavo con Jhoann e degli altri me ne fregava meno che zero. In ogni caso per me la bellezza fisica non conta, te l'ho detto." si strinse nelle spalle "non permetto agli altri di ferirmi, non più almeno. Riconosco che non posso giudicarli...ma l'unica persona al mondo di cui mi fidi totalmente è Fabien."
sorrise amaramente " vedi quanto bene riesco a illudermi?" continuò sussurrando "Una volta, durante il mio periodo buio, ho conosciuto una persona ritenuta brutta da tutti. Era un mio cliente e veniva da me quasi disperato ogni sera... beh era l'unico che mi ascoltava e con cui parlavo un po'. Poi è morto. Vedi... l'aspetto non conta, mi sfregerei il viso se potessi essere un po' come lui. Bello dentro"
S'interruppe di colpo, questo ricordo era troppo per lui, l'aveva richiuso in se, pensava addirittura di averlo scordato e invece scopriva che si era solo nascosto nelle pieghe dell'anima. Si alzò di scatto andando al lavandino e aprendo l'acqua, facendo in modo di girare le spalle a  Ilya, aveva solo bisogno di un attimo per riprendersi.

Sobbalzò sentendo le braccia di Ilya stringergli la vita e premerlo contro quel corpo che pochi minuti fa aveva visto a petto nudo. 
"Scusami" gli sussurrò Ilya baciandolo sulla nuca, insinuando il volto fra i capelli un po' sudati "Tu sei così dolce" lo cullò un po' tra la sua stretta, fragile, fragilissimo.
"E sei bello e sensibile" gli sussurrava ormai nella sua lingua, arrotolando le erre, scivolando sulle finali delle parole per poi ricominciare con un incedere lento, sensuale o più semplicemente francese.
"E sei mio..." lo premette contro il lavandino, voltandolo "e non sai piangere..."le sue labbra si posarono sulle guance seguendone il dolce declinare vero le labbra.
Non aveva mai avuto qualcosa di veramente suo o forse non lo aveva mai voluto. Fin da bambino tutto ciò che aveva era anche dei suoi amici, dai giochi ai soldi fino ai computer. Ora Ilya aveva qualcosa di veramente suo anche se solo per un giorno o per un'ora.
Si allontanò di un passo sorridendogli.

"se iniziassi non la smetterei più" mormorò allungando una mano e afferrando il suo maglione, quasi non avesse forze per fare nient'altro.
Il nodo che sentiva in gola si stava un po' sciogliendo, annegato nel calore di Ilya e nella sua dolcezza, il passato faceva ancora così male ad entrambi... troppo. Avrebbe mai smesso di sanguinare?

"Forse ci farebbe bene..." Ilya se lo caricò in spalle come un sacco di patate e lo portò fino alla camera da letto in quella posizione. 
"Sei pesantissimo!!!!!!!" disse lanciandolo sul letto che cigolò sotto il peso del corpo di Syren
"allora mio sirenetto o dovrei dire balenottero "sogghignò mettendoglisi a cavalcioni "come sei veramente? A parte il colore dei tuoi capelli che non riesco ad indovinare" glieli scompigliò con piglio giocoso, lasciandoglieli tutti in aria alla maniera di Einstein, complice il gel di Syren che non era il massimo.
"Cosa ti piace fare nella vita? Beh a parte quello!"

Syren mise su il broncio e borbottò " io sto' benissimo così! Ma lo sai che sono arrivato a pesare 40 chili?" si pettinò i capelli con le dita rispondendo " a parte quello dici? Vediamo... suonare! Non farei mai altro!" alzò la mano a seguire i contorni del corpo di Ilya, il viso, i capelli, le labbra, e poi più giù " come sono veramente lascio a te scoprirlo...che gusto c'è senno'?"
in verità era così terribilmente complicato anche solo pensare ad una risposta che la sua mente rifiutava di soffermarvisi, specie adesso che sentiva il calore di Ilya sopra di se.

"Parliamo ancora o...." il corpo di Ilya si mosse sfregandosi sul bacino di Syren, voluttuosamente casuale il movimento ondulatorio.

Lungo, totalizzante, magnifico SESSO!
"ti va? O preferisci farci le coccole...." in fondo a Ilya non sarebbe dispiaciuta neppure la seconda possibilità ma più per amore di uscire dagli schemi che per altro.

Syren infilò le mani sotto la sua maglia, ad accarezzare la pelle morbida, con la mente piena soltanto di lui e  delle sensazioni che provava, scintille elettriche. Alzò il bacino in un invito implicito, lasciando che le loro virilità si sfiorassero, per poi ritrarsi e tornare a spingere,
"secondo te?" rispose sorridendo malizioso.

"troppo eloquente mio signore" le dita di Ilya si serrarono sui polsi di Syren, bloccandoli in alto con un po' di violenza per poi ritrarsi, quasi scottate.
Aveva agito senza pensare che quel gesto potesse infastidire Syren. "Scusa"

Non capì bene quello che gli aveva detto, preso com'era ad afferrargli la nuca e attirarlo contro di se, voleva sentirlo aderire a lui completamente, allacciò le gambe intorno alla sua vita, ancora vestito, e si mosse in una simulazione dell'orgasmo, sentendo i propri gemiti uscire dalle labbra e lampi di piacere pervaderlo.

"Sei pazzesco" rise scivolandogli a lato con l'aria di chi non voglia muovere un dito.
"Uff oggi sono apatico..." malizioso nel tono, una affermazione che cadeva nel vuoto. L'uomo acquario è un uomo sperimentativo nel sesso, parole sagge quelle di quello stupido libro!
Si stiracchiò guardando da sotto le fila nere delle ciglia che ombreggiavano le iridi il corpo di Syren, con la coda dell'occhio.

"mmmhh nn preoccuparti tu...faccio tutto da solo " con un tono di voce che presupponeva tutto il contrario. Vediamo quanto riusciva a rimanere apatico.
Si distese sopra di lui baciandogli il collo, tracciando con la lingua i suoi contorni, morbido, lento...oggi voleva essere dolce. Voleva sentire il suo calore spaccargli il cervello e dimenticare tutto. Tutti gli altri,  tutte le volte in cui l'aveva fatto in modo violento. Voleva solo Ilya.
Le mani si insinuarono sotto la maglia, ad accarezzare e sfiorare la pelle candida, sembrava un rito. La bocca che risaliva a baciarlo e le mani che scendevano dentro i pantaloni.

Il corpo di Ilya vibrò a quel contatto come una corda di arpa sotto le carezze del vento, le labbra si socchiusero in un gemito muto, privo di suono.
"Mi ami?" gli chiese Ilya e per annegare la sua risposta che non voleva sentire gli carezzò i fianchi. Piano, dolcemente. Cosa avrebbe fatto se gli avesse risposto di no? Tutti i suoi sogni si sarebbero sgretolati? Si sarebbe sentito rifiutato?
Nuove cicatrici, dentro e fuori ecco cosa sarebbe successo.

Si irrigidì un attimo...non era in grado di pensare adesso e quella era una risposta da dare sinceramente. In quel momento gli avrebbe risposto tranquillamente di si...ma poi? Cosa provava realmente? 
Tornò a baciargli il collo, con foga, mordendolo un po' più forte del previsto e strappandogli un gemito, la sua mano aumentò il ritmo mentre cercava una risposta che non sarebbe venuta. Con le labbra gli baciò i capelli dolcemente, in una carezza quasi struggente mentre si spingeva ancora di più contro il suo corpo. "ti voglio bene" sussurrò sulle sue labbra, questo poteva dirglielo.
Questo era vero.

"Va bene così" gli occhi di Ilya si fecero liquidi, due polle di mercurio, le mani salirono fino al volto di Syren portandolo verso di se.
"Posso?" e esse scesero a togliere la felpa, con un solo gesto lento mentre nuovamente le posizioni si invertivano quasi stessero giocando. Era un gioco antichissimo.

in silenzio portò le mani dietro la schiena, ad accarezzarla sensuale, con dita esperte e leggere.
ogni palmo di pelle un viaggio, una scoperta, sulle labbra di Syren a sentire il sapore del mondo e in quelle di Ilya a dimenticarlo.
Forse il mondo è un abisso e Dio lo sta' ricolmando in quei due corpi che si mescolavano, le dita a percorrere ogni punto ancora coperto dai vestiti di Ilya, e la mente ormai persa.

Due corpi che danzavano , due anime che volavano lontano, sicure delle loro ali fatte di cera e in quel momento persino il rumore della bustina dei preservativi che veniva strappata pareva portare con se echi di infiniti ricordi, brutti ricordi addolciti dal momento in cui riaffioravano, ricordi scacciati come cani randagi e mesti.

La nudità di Syren che si scontrava con la fredda stoffa dei vestiti, vorrebbe dirgli di togliergli ma ormai è perso e non ha la forza di pensare ad una frase coerente, neppure alzare le mani e farlo lui...può solo stringere spasmodicamente i capelli di Ilya sperando che si sbrighi e contemporaneamente che non finisca più.

E l'orgasmo travolse entrambi questa volta, nonostante Ilya cercasse di trattenere il mare in fuga dei suoi pensieri, le sensazioni che lo assalivano lo stavano facendo soffocare boccheggiando e si ritrovò ben presto appoggiato a una spalla di Syren a inspirarne l'odore, con la plastica dei due preservativi che ancora li cingeva.
Gli ci volle qualche minuto per riprendersi ma abbastanza per alzarsi ancora ansante e andare a farsi una doccia "Dopo ci coccoliamo un po'" gli promise baciando i capelli multicolore del giovane.

Si accoccolò tra le coperte, stringendosi le ginocchia e pensando. Finalmente il sapore e la violenza degli altri era stata cancellata, sostituita da Ilya e da tutto quello che provava per lui, da tutto quello che leggeva nei suoi occhi quando lo guardava in silenzio, dalle sue mani morbide che lo cercavano, dalla sua anima pura.
Si appallottolò ancora di più, tremando leggermente, ma non era per il freddo, o meglio...non solo. Per tutto quello che sentiva. Era così grande, così insondabile!
Ne aveva paura in un certo senso.

Un corpo bagnato accanto a se, braccia umide e coperte di profumi d'agrumi che si serravano intorno al suo corpo. E il profumo di E il profumo di Ilya sopra ogni cosa, che sovrastava tutto. Persino il silenzio.




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