DISCLAIMERS i personaggi sono tutti nostri!!! anke se forse preferirebbero non
essserlo...^^;;;
Eclipse parte
VI
di Amy e Mikako
Giornata stancante e fredda, così fredda che la gente entrava a
rifugiarsi nel locale solamente per scaldarsi un po'... e lui che aveva
voglia di stare da solo ad un certo punto aveva chiuso il riscaldamento!
Non era molto giusto è vero, ma oggi non aveva voglia di stare con i
clienti, il brutto tempo lo buttava giù in maniera impressionante...
oddio se lo beccava il padrone era un uomo morto, ma lui amava il rischio!
*ho pure lasciato il cellulare a casa...quando torno lo sento Fabien...perfino
oggi che i nostri genitori non ci sono deve rompere...ufffi!"
esce dal negozio assorto e quasi non si accorge di Ilya che lo sta'
aspettando.
"hey, testa fra le nuvole?" Ilya gli si affianca, prendendolo
sottobraccio. A differenza di Syren per lui il cattivo tempo è un vero
toccasana anzi la pioggia e i tuoni sono la fonte della sua vena di
fantasia.
"Visto che bella giornata?! non c'è neppure il Sole!" e detto
questo lo trascinò per Via Garibaldi in mezzo alla gente che si accalcava
rumorosamente contro le vetrine dei negozi più in (e kitsch
naturalmente!)
un mugugno incomprensibile gli rispose, " a me piace il brutto tempo
solo se lo posso guardare da fuori le finestre della mia camera!"
cambiando umore subito come al solito, appoggiò le labbra alla sua
guancia sussurrando " mi sei venuto a prendere tesoro? sono
commosso" sapeva che non lo sopportava quando faceva così...e si
divertiva per questo a farlo! Alle volte lo sfiorava il dubbio di essere
infantile!
Ilya rabbrividì allontanando Syren da sè e accelerando il passo. Non che
gli desse veramente fastidio ma erano in una delle zone gay par excellence
di Torino e non sopportava l'idea di mettersi in mostra o che, peggio
ancora, fosse Syren a mettersi sulla piazza!
Avrebbe voluto prenderselo in braccio e portarlo di corsa a casa, quello
fu il suo primo istinto e ci mancò poco che lo facesse quando due o tre
commenti giunsero al suo indirizzo. Commenti a favore di Syren e
decisamente acidi verso Ilya.
Aprirono il portone e chiamarono l'ascensore che, come sei volte su dieci
o era occupato o era rotto.
Dribblarono il vicino di Napoli imbottito di metadone che ancora un po'
crollava per le scale (unico elemento negativo in un caseggiato d'anziani
perbene)
e salutarono la vicina.
Fu lì che Ilya ebbe la prima avvisaglia che qualcosa non girava per il
verso giusto, quando la vicina gli disse che le spiaceva tanto per la sua
porta...
"quelle carogne le hanno distrutto la porta con quello che costa di
questi tempi..."testuali parole! Sentire quella frase e scattare di
corsa per le scale fu una cosa sola.
I nervi gli tremarono nei polsi mentre entrava in casa. la porta era stata
brutalmente forzata e mancavano molti oggetti ma in quel momento della tv
o dello stereo non gliene fregava niente. Si osservò intorno come un
forsennato e l'aria truce. Non pareva spaventato ma chiunque lo avesse
visto avrebbe avuto la netta sensazione che quel'Ilya non era quello che
conoscevano tutti.
Si calmò solo quando in un angolino vide gli occhi bronzei della sua
gattina e prendendola in braccio appurò che salvo una zampa un po'
malferma non le era stato arrecato nessun danno.
Conoscendola di sicuro aveva attaccato i ladri.
Allungò il gatto alla vicina che lo prese con se e lo calmò mentre lui
iniziava con aria contrita e gelida a fare l'inventario di cosa gli era
stato rubato e dire tutto era nulla.
"Merda!" sbatté un pugno tanto violentemente che il mobile
cigolò sotto alla pressione esercitata dal pugno.
Syren si guardò bene dall'avvicinarglisi, conosceva quella gelida furia,
era la stessa che provava lui quando gli si toccava qualcosa a cui teneva.
Osservò la casa, un completo disastro! Frugò con gli occhi ogni angolo
per vedere se c'erano indizi o qualcosa attraverso cui poter risalire ai
ladri...
... quando lo sguardo si fermò su quel simbolo. Lo usavano sempre.
I suoi vecchi amici. Quando andavano a rubare in casa d'altri...un pugnale
con un serpente arrotolato.
l'aveva preso in giro all'inizio per quel simbolo troppo arcaico, ma
adesso tutto si sentiva di fare tranne che mettersi a ridere.
"Sergio" mormorò, sicuro che Ilya non l'avesse sentito.
Ilya si voltò di scatto. Aveva udito perfettamente quel mormorio anche se
non ne aveva appreso il significato, troppo intento a pensare a quanto
aveva perso in un sol colpo.
Soldi sudati.
"Merdosi tossici" ringhiò tirando un pugno al muro tanto forte
che la pelle tirata sulle nocche si spaccò.
Syren si irrigidì immediatamente, poteva capire tutto ma quell'offesa era
come se l'avesse lanciata contro di lui. Un vago senso di colpa si agitava
in fondo alla sua anima, dopotutto se sapevano dove abitava Ilya era solo
colpa sua! probabilmente l'avevano visto entrare li.
Ma improvvisamente i mesi passati con loro si fecero sentire, e la difesa
scattò quasi automatica. "piantala" un tono tagliente e secco.
Gli occhi di Ilya brillarono come schegge di ghiaccio. Alzò Syren di peso
e lo sbatte contro il muro piantandoglisi in faccia "Puoi
ripetere?" i nervi ormai erano totalmente persi ma quello sguardo,
quel sorriso non era quello dell'Ilya sorridente e scanzonato
era..era...terribilmente sadico.
Il dolore si diramava dalla testa per tutto il corpo, lo allontanò
spingendolo e facendolo finire a terra...non era il tipo che si lasciava
picchiare per sfogo..."ho detto di piantarla!!! non offenderli! Non
sai neanche se sono stati loro!"
"Loro chi?" Ilya drizzò le orecchie come il lupo che portava al
collo.
Imprecò perdendo il controllo e urlando " Sergio e gli altri! non mi
sembra una frase da pronunciare con leggerezza 'merdosi tossici'
persino se riferito a loro!"
Ilya lo riattaccò al muro e questa volta il colpo risuonò nella stanza
tanto fu secco.
"Forse perché tu caghi soldi! Io me le sono sudate queste
cose!" e le lacrime di nervosismo già astillavano lungo le guance di
Ilya "E ora guarda...GUARDA!!!!!!" avrebbe voluto asciugargliele
e dirgli che andava tutto bene...ma non andava affatto tutto bene! La
testa gli faceva un male tremendo e l'ultima frase continuava a
rimbombargli dentro "ma che cazzo vuoi! Cosa né sai di me! Pensi che
non ti capisca? che non lo sappia?" lo spinse via e gli sferrò un
pugno sullo zigomo, con tutta la forza e l'esperienza di un ragazzo
vissuto per quasi un anno sulla strada.
Fu come se avesse colpito se stesso tanto il pugno gli fece male, male
dentro. Ma ormai aveva iniziato e non si poteva fermare.
L'uragano soffiava verso il suo cuore...travolgendo tutto.
E non era nemmeno per quello che aveva detto...era per tutto. Per la sua
vita. Per quello che non era mai riuscito a dire. Ormai era partito.
In breve si ritrovarono a picchiarsi furiosamente e nessuno dei due pareva
voler smettere.
Ilya si sentiva a pezzi e arrabbiato. Tutti i suoi soldi, i suoi mille
sacrifici volati al vento. Il sudore dei suoi genitori per pagarli la
retta, il suo risparmiare persino sull'acqua: volatilizzato.
E ogni pugno era una ferita. Una ferita nell'anima. Era forte Ilya...i
suoi pugni sembrava dovessero spaccargli il cervello. Non pensava più
a nulla, sentiva solo l'adrenalina scorrere nel sangue, era come prima di
un concerto. Ma all'improvviso quello che stavano facendo gli piombò
addosso...stava sfogando su Ilya quello che aveva provato, quello che non
aveva mai potuto esprimere...ed era terribilmente ingiusto. Doveva
andarsene. doveva capire.
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-------------------- night call--------------
un trillò bucò l'aria pesante dell'appartamento e una mano pallida
brancolò nel buio alla ricerca del maledetto telefono e della sua lucina
radioattiva.
Con un grugnito Ilya lo afferrò , rischiando di farlo cadere sulla sua
gatta che dormiva acciambellata accanto a lui, rinchiusa nel suo
abbraccio.
"Pronto?" la voce normalissima nonostante gli occhi faticassero
ad aprirsi completamente.
Una voce squillante e preoccupatissima gli perforò la mente " è da
te Syren vero? quello stronzo ha lasciato il cel a casa e non è
ancora tornato...è da te?"
Ilya si mise a sedere grattandosi la testa e i capelli annodati "Co...cosa?
no non è da me...noi abbiamo avuto un diverbio e lui è
uscito..."stava ancora cercando di capire che ore fossero e gli si
chiedeva di sapere dove fosse il suo protoragazzo.
"ahhhhh e non sai dov'è? quello stupido chissà chi ha
incontrato...i nostri genitori non ci sono...ok grazie, adesso vado a
cercarlo, capacissimo di mettersi nei guai lui!" sebbene cercasse di
trattenere l'ansia si capiva che era preoccupato da morire...non era mai
capitato che Syren facesse tardi e non lo avvertisse.
"Aspetta! Se mi dici dove sei ti raggiungo anche io..."guardò
l'ora "ehm suppongo a piedi. Ok trovo un modo di arrivarci"
*altri soldi che vanno via* pensò alzandosi e svestendosi
nello stesso tempo.
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La strada scivolava via, veloce sotto la guida a volte un po' incerta di
Ilya. Stavano girando a vuoto da un bel pezzo ormai e sapevano benissimo
che avevano una buona percentuale di non trovare Syren quella notte.
"Non lo troveremo mai" ma la voce di Ilya non tradiva alcuna
emozione. Era troppo distante da quell'abitacolo la sua mente.
Ma la presenza di Fabien caricava l'ambiente di energia nervosa. il
ragazzo aveva paura e si sentiva in maniera quasi palpabile.
"Stai tranquillo andrà tutto bene" e da come lo disse pareva
che veramente potesse andare tutto bene, che sarebbero ritornati e
avrebbero ritrovato Syren a casa e tutto sarebbe stato come prima.
"e se lo troviamo con loro? Se non vuole venire con noi? Non ce la
faccio a rifare tutto una seconda volta." Si tormentò i capelli
sciolti, dello stesso castano che si intuisce sotto le tinte di Syren.
Ricordava ancora la condizione in cui l'aveva trovato.
Disastrosa.
Non ce l'avrebbe fatta di nuovo a tirarlo fuori... non ne aveva più la
forza. La presenza di Ilya però lo rassicurava, con lui vicino sembrava
che tutto potesse aggiustarsi.
Aveva trovato il suo numero sul cel di Syren e adesso era contento di
averlo chiamato, almeno non era solo.
"Non capiterà. Syren non cadrà più così in basso ok?" le
dita di Ilya strinsero forte una mano di Fabien, facendogli quasi male ma
trasmettendo la forza e la sicurezza di cui in quel momento Fabien aveva
bisogno.
"Torniamo a casa. Stiamo girando a vuoto" girò il volante
facendo stridere le ruote sull'asfalto bagnato e fece dietro-front.
Strinse forte la sua mano e parlò sottovoce "guardandolo alle volte
mi vergogno di me...io ho avuto una vita facile, mentre lui ha vissuto
come questa gente per quasi un anno. È stato triste rivedere questi
luoghi. Come una salita al calvario. "
Era estremamente diverso da Syren...in Fabien c'era una voglia fortissima
di dire quello che sentiva e provava, di esprimersi.
La casa rosa, per fortuna invisibile a causa della notte /notte nera,
notte amica, notte che nasconde/ si stagliò di fronte a loro.
Frenò l'auto attento non finire dentro il cancello e ci riuscì per
un soffio "eheheh non sono un buon guidatore" si scusò aprendo
la portiera a Fabien che gli sorrise pallidamente.
"Fabien, smettila di pensare al peggio ok?" lo afferrò
stringendolo a sé, abbracciandolo tanto stretto che se anche avesse
voluto non sarebbe potuto scappare.
Il ragazzo si strinse a lui con foga quasi disperata, lo sapeva che doveva
finirla di pensare sempre negativo ma...era più forte di lui.
Sospirò rumorosamente, staccandosi da Ilya e sorridendogli debolmente
chiese " vuoi un the? in casa non abbiamo caffè mi
dispiace...siccome Syren non potrebbe berlo evitiamo di
comprarlo."
Avviandosi verso casa gli fece cenno di seguirlo, era una notte gelida, di
quelle così fredde e cupe da farti dubitare che l'estate sarebbe mai
arrivata.
Ilya scosse la testa "No ti ringrazio comunque neanche io potrei bere
caffè" sorrise infilandosi un chewing gum in bocca "io
preferisco aspettarlo qui fuori, tu rientra pure qualcosa mi dirà che
quando lo incontrerò ci serviranno dopo bende e disinfettante" il
rumore delle nocche che scrocchiavano spezzò la notte.
Fabien lo guardò un attimo preoccupato...ma in fondo era il ragazzo di
Syren no? Non gli avrebbe fatto del male...e cmq un bel pugno avrebbe
voluto darglielo anche lui. Lo sapeva che si sarebbe preoccupato, lo
sapeva che bastava un nonnulla per gettarlo nel panico...perché cavolo
doveva sempre fare di testa sua ignorando gli altri?
Annuì in silenzio e rientrò in casa a testa bassa, sperava davvero che
tornasse.
Il cielo, la notte, la luna, così grande e bella...sembrava voler
divorare le nuvole attorno a lei, se si potesse salire lassù forse
sarebbe tutto + facile. La vita non farebbe più così male.
Risuonavano nel l'asfalto i passi stanchi di Syren, si era fatto a piedi +
di mezza città...era stravolto! E il pensiero di aver lasciato solo
Fabien tutto quel tempo lo preoccupava. Era stato un incosciente. Però
non era stata una notte inutile.
Almeno aveva capito quello che voleva davvero.
Il cancello di casa sua disegnò i suoi contorni incerti nella notte.
Il volto di Syren era l'espressione della stanchezza, stanchezza che si
palesava attraverso i passi dei piedi nudi quasi strascicati in terra e le
mani che reggevano ognuna una scarpa che oscillavano lungo il corpo in
maniera scomposta.
Era ferito, sporco e stanco ma questo non importava a Ilya.
Lui era lì e questo poteva bastare ma non poteva fargliela passare
liscia.
"Eravamo preoccupati per te stronzo!" esclamò quest'ultimo
assicurandosi i capelli in una coda rossa e lunga. Il suo accento italiano
stava sbiadendo riacquistando la cantilenante inflessione francese.
Lo vide fermo in mezzo al giardino...con un espressione poco
raccomandabile in volto...il primo pensiero che sfrecciò nella sua mente
fu *oh oh questo qui è incazzato nero*
Però era sollevato. Frugò con lo sguardo tutto il suo corpo, il viso,
capelli, gli occhi. Quasi ad assicurarsi che era davvero lui. Che era
davvero li. Gli era mancato in una maniera terrificante. Spaventosa.
Troppo spaventosa. Si fermò a pochi cm da lui, incerto se aspettarsi un
abbraccio, un bacio, un pugno o che altro... sperava sinceramente che il
pugno non sarebbe arrivato...ne aveva abbastanza per oggi.
"ehm...scusami".
Cercò nella mente qualcos'altro da dire, ma non gli venne nient'altro.
Non era mai bravo a fare la persona seria.
"Non è con me che devi scusarti. Andiamo, Fabien è molto
preoccupato" e contrariamente a quanto pensasse Syren e a quanto egli
stesso avrebbe pensato lo prese in braccio e lo portò verso la soglia di
casa.
Infondo era felice di rivederlo anche se non lo avrebbe ammesso mai e poi
mai.
Gli circondò il collo con le braccia, affondando il viso nell'incavo del
suo collo, accarezzando con le labbra la sua pelle, non voleva pensare a
nulla adesso.
Appena entrarono in casa un missile castano si catapultò su Syren,
abbracciandolo e facendo finire in terra tutti e tre, si assicurò che
stesse bene, poi lo aggredì urlando " SEI UNO STRONZO!!! Non
immagini quanto ero preoccupato...cosa ti passa per la testa?" e
mentre gli lanciava tutti gli insulti di questo mondo piccole lacrime di
rabbia presero a scendere sul suo volto.
Syren si districò dall'intrico di gambe e braccia in cui erano finiti e
abbracciò il fratello, "scusami scusami, ti voglio bene.
scusami." tempestandogli il volto di piccoli baci e accarezzandogli
la schiena." Adesso sono qui, basta ora." Si alzò faticosamente
in piedi, ancora con Fabien aggrappato al collo, e si diresse verso la sua
camera, lo adagiò sul letto posandogli un bacio sulla fronte e
sussurrando "dormi adesso" usci dalla stanza tornando da Ilya.
"Sei un coglione" fu l'unica parola che disse Ilya.
Si sentiva frastornato e confuso. Una parte di sè era infuriata ma
l'altra avrebbe pianto di gioia.
Come sempre si sentiva diviso a metà.
*inizio a soffrire di schizofrenia*
si stese sul divano sospirando, era davvero stanchissimo. Non solo
fisicamente, sopratutto dentro. Aveva dovuto prendere una decisione...e
sperava che fosse quella giusta. "lo so ma...dovevo chiarire una
cosa."
lo guardò in silenzio, capiva di essersi comportato malissimo sia con lui
che con Fabien, si chiese cosa stesse pensando.
"E l'hai chiarita?" si sedette sollevando le gambe di Syren e
posandosele in grembo.
Che decisione doveva prendere?
Scosse la testa ,reclinando il capo sulla testiera del divano e inspirando
lentamente.
In un solo giorno aveva perso quasi tutti gli oggetti preziosi che aveva
in casa, rischiato di perdere il gatto che era per lui un fratello e poi
il suo ragazzo. Era una di quelle giornate in cui si preferirebbe non
essere mai nati. E l'indomani avrebbe dovuto raccogliere tutti i cocci di
vetro del suo vaso di realtà e cercare di farli combaciare, incollarli e
mettere un fiocco rosso a coprire le crepe per poter far finta di tornare
quello di prima.
Odiava dover parlare, le parole spezzavano il suo mondo di sogno e con i
pezzi taglienti laceravano l'anima. Le parole spesso uccidevano. Ma era
necessaria una spiegazione.
Così aprì le labbra e disse in tono neutro " sono stato con loro
tutto il giorno. Con i miei vecchi amici. Mi hanno incontrato che uscivo
da casa tua e mi hanno portato nella loro stanza. Domani partono per
l'India e volevano che andassi con loro...sai l'India è sempre stata un
po' il mio sogno. E io..." si interruppe come per cercare le parole
fra il deserto di sovrumani silenzi che gli intossicava l'anima, " io
man mano che parlavano ...non so...mi sono sentito come se non fossi più
dei loro. Un estraneo. Loro parlavano, progettavano...fino a una settimana
fa forse sarei partito. Nonostante Fabien. Ma ora invece...non me la sono
sentita. Loro me l'hanno anche chiesto...perché faccio questa vita, cosa
me lo fa fare..."
Ilya che per tutto il discorso aveva irrigidito i muscoli fin quasi a
strapparli li rilassò di colpo "Quindi non partirai..." ma tra
le varie domande quella era la meno importante, altre cento se ne
formavano nella mente e mille altre le schiacciavano, proponendosi sempre
nuove o obliandosi come già antichi pensieri nati morti.
Sentiva di essere lì, accanto a un Syren che non aveva mai conosciuto e
si era imbarcato in una storia più grande di lui.
"Ehm di ridarmi la tv non se ne parla vero?" sorrise
massaggiando una caviglia a Syren.
Quest'ultimo sorrise portandosi le dita della mano alle tempie e premendo
" no non parto. kmq x la tv... beh non penso siano d'accordo nel
ridartela sai"
i frammenti della sua anima piano piano si stavano ricomponendo, il
mosaico della sua vita era quasi rifatto. Forse non si sarebbe più rotto.
" non vuoi sapere cosa gli ho risposto?"
Poi senza aspettare il commento di Ilya continuò "che avevo
conosciuto un ragazzo interessante e volevo vedere come andava a
finire"
"E hai aggiunto che ora il tuo ragazzo è senza stereo, tv,
microonde, walkman, stampante e Dio solo sa cosa altro? Sai sarebbe stato
carino da parte tua. Spero che almeno caschi il loro aereo" e Ilya
emise uno sbuffo simile a quello che facevano i draghi nei fumetti,
qualcosa di esprimibile con la onomatopea "SGRUNT". In effetti
era piuttosto arrabbiato e gli augurava di cuore che l'aereo cadesse anche
se magari non li avrebbe uccisi....e guai far arrabbiare uno stregone.
Gli mostrò la lingua in un gesto infantile, in contrasto totale con
quanto aveva detto prima "ma se l'aereo cade tutta la roba rubata si
rivelerebbe inutile...cioè...sarebbe stato un sacrificio vano!" Poi
riflettendo disse con falsa aria pensosa " sai...non l'avevo mai
vista da questo punto di vista...cioè...di solito ero sempre io che
rubavo, e non mi preoccupavo di quello che potevano provare gli
altri" Sostituì i piedi alla testa stringendosi a lui e
accoccolandosi fra le sue braccia come un gatto, aveva solo bisogno di
calore, era sicuro di aver preso la decisone giusta, anche se adesso Ilya
faceva finta di non capire...gli bastava quello che provava nel cuore.
"Io sono sul lastrico" pensò e una sincera smorfia di dolore si
dipinse sul viso "e devo tornare a casa" ma dovette aspettare
che Syren alzasse la testa per potersi alzare a sua volta.
"Io torno a casa, anche se una casa senza porta non si può chiamare
casa" Ilya stava cercando forse nel suo subconscio di far
notare a Syren quanto dovrebbe sentirsi in colpa ma sapeva bene che con le
persone che essudano soldi è un discorso a vuoto...o almeno il suo
subconscio sapeva tutte queste cose ma si dimentica temporaneamente di
trasmetterle al resto del cervello.
Syren si avvicinò al suo ragazzo, sfiorandolo con le labbra in un gioco
che forse, se non fosse stato così stanco, li avrebbe portati a chissà
cosa... ma si rese conto della situazione e mormorò " dormi qui
stanotte, giuro che sono troppo stanco per fare altro..."sogghignò e
prendendolo per mano lo trascinò dentro la sua camera, il buio nasconde
molte cose, ma kmq si possono notare le pareti completamente dipinte di
nero, le catene appese sopra al letto e lenzuola di seta nera.
A parte il disordine indescrivibile che regnava su ogni cosa.
Una piccola pallottola di pelo nero gli balzò sul braccio non appena aprì
la porta miagolando risentita "Sybil! scusami! eri preoccupata
vero?" la baciò sulla testa soffice e la strizzò un pochino
coccolandola, poi sempre con il gatto in braccio si diresse verso il letto
stendendosi e facendo segno a Ilya di raggiungerlo.
Si sedette sul letto osservando le pareti "Tu sei così? Dentro
intendo" si stiracchiò carezzando la testa del gatto. Le pareti di
casa sua erano una estroflessione di se stesso, con le nuvole
temporalesche e grigie disegnate a mano in camera da letto e ora si
chiedeva se fosse così anche per Syren se quel ragazzo ricco era così
cupo dentro l'anima.
"Ti piacciono le catene anche nel sesso?" ridacchiò
carezzandone una con la punta delle dita, tremando al contatto gelido e
libidinoso del ferro.
"diciamo che ho provato di tutto...non immagini quanta fantasia ha la
gente! Ma le catene non sono tra le mie pratiche preferite" poi
tornando serio allungò un braccio a segnare il soffitto, le stelle
brillavano disegnate scrupolosamente su quella superficie nera, esile
testimonianza della sua anima.
"le ho copiate dal cielo" sussurrò
" mi ci sono volute tre notti sveglio per copiarle bene...poi le ho
fatte dipingere da Jhoann. All inizio era solo il cielo nero e le
stelle...le pareti sono arrivate dopo" era un po' come strappare
piccoli pezzi di se per donarli a lui. Non aveva mai parlato così tanto
di se come con Ilya.
" se si potesse disegnare il vuoto io l'avrei fatto...ma adesso non
sono più così" si interruppe sorridendo" almeno non
penso"
Ilya sorrise "Beh meno male...io invece ci raffigurerei una tv, uno
stereo e un forno a microonde...cacchio si son dimenticati il frigo dici
che devo impacchettarglielo e mandarglielo?" sorrise appoggiandosi al
muro "adoro le catene..." Un sorrisetto malizioso si aprì come
una ferita sul volto.
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il trillo insistente della sveglia perforò le orecchie di Syren, a fatica
aprì gli occhi, si ricollegò al mondo intero facendo mente locale su
dove era, perché, e chi era lui...
poi sbandando un po' si alzò in piedi guardandosi intorno per cercare
Ilya.
La stanza era al buio completo e di lui nessuna traccia, poco
male...l'avrebbe cercato dopo aver svegliato Fabien.
Un sorrisino sadico gli si dipinse in volto al pensiero del risveglio che
aveva in mente...ogni giorno era diverso e lui aveva molta fantasia!
Indossava solo degli slip mooooolto aderenti...lui odiava i boxer...si
spruzzò un po' di acqua addosso e si diresse verso la camera di suo
fratello.
Aprì con circospezione la porta, lanciando un occhiata all'ordine
maniacale scosse la testa e leggero come una piuma si infilò nel letto di
Fabien, dormiva su un fianco, tutto rannicchiato come un bambino piccolo,
fece aderire il torace bagnato alla schiena calda del fratello avvicinando
le labbra all'orecchio e sussurrando sensuale " amore svegliati
ho voglia di te" poi chiuse gli occhi aspettando l'urlo disumano che
sicuramente sarebbe seguito
5,4, 3, (cavoli non si sveglia...è più lento di ieri) 2,1(ecco...)
"AHHHHHHHHHHHHHHHHHHRGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGG SYREN TI
AMMAZZOOOOOOOOOOOO LEVATI DI LIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII"
Beh si era assordato ma ne valeva la pena!
Così Ilya in qualunque punto della città si trovasse non avrebbe potuto
fare a meno di sentirlo.
(suo fratello aveva una voce che in quanto a potenza non faceva
invidia a nessuno...oddio era stonatissimo...)
Ilya era appoggiato al salice piangente che troneggiava nel mezzo di quel
giardino curato in modo quasi maniacale quando l'urlo squarciò l'aria
rosea del mattino e il suo primo istinto fu di arrampicarsi sull'albero per
mettersi in salvo, il secondo che non sapeva salire gli alberi, il terzo
che se fosse morto di infarto lì nessuno lo avrebbe trovato (infondo
erano pur sempre in collina!).
Si guardò intorno con gli occhi sgranati e una domanda nella mente: ma
Fabien era un mostro di lovecraft reincarnato in un giovane corpo efebico
o semplicemente un pazzo furioso dall'ugola d'oro? E mentre pensava a come
poter impiegare nei suoi giochi di ruolo questa possibile caratteristica
del piccoletto (tipo registrare le urla e metterle come sottofondo alle
partite di Chtulhu) si avvicinava a passo spedito alla casa dalla quale
era naturalmente rimasto chiuso fuori.
Non gli restò che attaccarsi al campanello e schizzare ancora più in
alto e col colorito sempre più verdognolo sentendo a differenza del
solito dlin dlon che fa tanto famiglia americana felice un urlo
agghiacciante.
Non c'era che dire se era un rapporto fuori dalla norma che cercava aveva
trovato pane per i suoi denti.
Dopo circa mezz'ora di urli e strani rumori poco rassicuranti la porta
venne spalancata e Syren si precipitò(ancora in slip per di +) nella
soglia, aggrappandosi alle spalle di Ilya e nascondendo la testa nei suoi
capelli "aiutoooooo c'è un pazzo che mi vuole ammazzare!! E pensare
che stanotte sembrava soddisfatto di me" al che Fabien lanciò
un ruggito e con solamente una magliettina addosso si buttò sopra Ilya
urlando "BRUTTO DEFICIENTEEEEEEEEEEEEEEEMA TI SEMBRA QUESTO IL MODO
DI SVEGLIARE LA GENTE????"
"BASTAAAAAAAAAAAAAAAAA TUTTI E DUE:DENTRO!!!!!!!" gridò Ilya
con un tono talmente imperativo che i due si fermarono a osservarlo con
l'aria attonita.
"SU! Muoversi" e con poca cortesia si caricò su una spalla
Syren e trascinò Fabien per il colletto della t-shirt dentro la villa
dall'orrido colore ciclamino.
Un vicino affacciatosi alla porta (era un vicino nuovo ovviamente sennò
non si sarebbe mai azzardato a dirgli nulla) si mise ad imprecare al
loro indirizzo " ma la finite! Sono le 7 del mattino!" Fabien
sorrise sadico osservando il viso di Syren e pregustandosi la scena,
Il ragazzo alzò il dito medio con un espressione che raccomandava la fuga
immediata e se nonostante la posizione ridicola il vicino fuggì a
gambe levate...doveva fare veramente paura.
Il fratello rise divertito, poi ricordandosi che dovrebbe essere
arrabbiato con Syren mise su il broncio e borbottò " chiedigli come
mi ha svegliato quell'animale piuttosto"
"Me lo racconterete dentro e tu Syren vedi di civilizzarti!"
liberò Fabien e gettò Syren sul divano in salotto. Un salotto
assolutamente perfetto.
il divano di pelle nera attutì molto il colpo, massaggiandosi il
fondoschiena disse candido " è nuovo poverino...sennò lo saprebbe
che non deve parlarmi di prima mattina quando sono con il mio adorato
fratellino" si mise a gambe incrociate ed elencò " la signora
tubetto di senape è fuggita già al primo giorno terrorizzata, quella
canarina non si azzarda ad uscire di casa prima delle 8...l'unico ragazzo
quando è a casa si unisce a noi....vedi...non è mica colpa mia se
il tipo deve ancora essere svezzato"
logica inoppugnabile.
Ilya sbuffò nervosamente battendo il piede in terra.
"Allora se non vuoi ritrovarti single cerca di essere perlomeno più
educato!" e il tono pareva quello di un padre innervosito
dall'ennesima marachella di un figlio. Ilya non era un santo ma cercava
comunque di mantenere un comportamento quantomeno sopportabile se non bene
educato e l'idea che Syren non si comportasse come il peggior prostituto
dei Murazzi non gli sarebbe affatto dispiaciuta.
*ma perché mi ritrovo sempre a fare da papà alle mie ragazze?* pensò e
all'idea di Syren vestito da ragazza un sogghigno gli sfuggì dalle
labbra, uno di quei sorrisetti che non avevano nulla di rassicurante!
Syren lo osservò sospettoso..."cos'è quel sorrisino?" Fabien
cercò di scappare via, un pazzo al giorno, soprattutto di mattina, era +
che sufficiente! Syren si butto a terra afferrandolo per la maglietta e
sibilando " dove credi di andare tu!!! sei tu che hai urlato così
sai...mica io!"
Il ragazzo si rivoltò contro di lui come un gatto e ringhiò " sei
tu ke ti sei infilato nel mio letto bagnato fradicio e mi hai
sussurrato frasi sconce all'orecchio!"
Syren lanciò un occhiata preoccupata a Ilya cercando di prevedere la sua
reazione... il sorriso di prima non lo aveva affatto tranquillizzato!
"Fabien piantala, Syren anche! Allora vediamo di smettere queste
diatribe! Su quei bei culetti da dove siete e via a lavarvi!" e
veramente sembrava un padre in quel momento.
cosa che a Syren non piacque molto...di padre ne aveva uno e bastava e
avanzava! incurante di Fabien che lo fissava, si gettò letteralmente fra
le sue braccia, facendo aderire i loro corpi e strusciandosi contro di
lui, alzò il viso provocante, totalmente diverso dal ragazzo che poco
prima giocava col fratello, posò le labbra su quelle di ilya divorandole,
quasi non si toccassero da secoli.
Ilya rimase per un paio di minuti a ricambiare quel bacio poi lo allontanò
e sorridendo gli intimò nuovamente di andarsi a dare una rinfrescata che
lo avrebbe baciato più volentieri dopo che si fosse lavato i denti.
Osservò meglio Fabien chiedendosi quanti anni avesse. Non gliene dava più
di diciassette -diciotto. Scrollò le spalle rimandando a dopo i discorsi
Probabilmente Fabien avrebbe voluto conoscerlo di più e il sentimento era
ricambiato.
prima che il fratello sparisse dal bagno gli urlò dietro "kmq oggi e
festa e nn vado a scuola! se tu devi lavorare lo stesso non è colpa
mia!"
Syren serio si affacciò alla porta del bagno chiedendo "ma non deve
venire Shadè dopo?"
e immediatamente il viso di Fabien si rannuvolò. Era come un pezzo di
vetro...potevi vederci tutte le espressioni che attraversavano il suo
cuore. Come un raggio di luce che perde frammenti dorati per la strada.
"si. ma è meglio che non ti veda l'ultima volta l'hai choccata."
serio.
"vorrei che tu potessi aiutarla" poi sparì sul serio nel bagno.
Fabien rimase per un momento a fissare la porta chiusa, poi col suo solito
sorriso si voltò verso Ilya "cosa vuoi per colazione?"
lo guardò un attimo, guardò veramente, era bello. Non avrebbe saputo
dire diversamente...una di quelle cose che ti lasciano dentro una
sensazione indefinita...che tu non puoi fare a meno di dire 'è bello' e
anche se nn hai il termine esatto non fa nulla.
Si chiese quanto Syren gli avesse raccontato di se.
Ilya sorrise scuotendo il capo "Ti ringrazio ma in genere non faccio
quasi mai colazione ma un thè mi farebbe piacere" gli sorrise
pettinandosi la frangia che invece o ricadeva pesantemente a ottundere la
luminosità della fronte alta e tonda o rimaneva in aria come se avesse
preso una scossa elettrica. "Senti posso chiederti una cosa? Syren...è
sempre stato così? Cioè non lo so... ho come la sensazione che lui
dentro sia diverso...non so se mi spiego" si ingarbugliò nella sua
stessa domanda, inciampando contro le r che gli uscirono storpiate e
arrotate da buon francese.
Fabien si sedette sul divano sospirando "no. Era diverso prima di
incontrare Jhoann... cioè...era sempre così menefreghista verso gli
altri, se una cosa gli piaceva la faceva e basta. Poi con Jhoann era...non
so...hai presente un caleidoscopio? A volte splendeva, a volte era
terribilmente triste." si interruppe quasi cercando le parole,
chiedendosi cosa gli avesse detto Syren
" poi quando Jhoann l'ha lasciato...Dio pensavo ne morisse! é
rimasto chiuso in camera x 3 giorni senza mangiare...solo Sybil poteva
entrare...ed è scappato."
Lo guardò negli occhi, incerto "non so cosa ti abbia detto lui...ma
quando l'ho trovato...beh " si vedeva che moriva dalla voglia di
dirglielo ma si trattenne " insomma dopo era diverso. Era già così...come
se tutto questo avesse ampliato il suo carattere e avesse portato
all'estremo tutto quello che poteva difenderlo"
"Si lo so" commentò Ilya sedendosi accanto a lui, socchiudendo
gli occhi mentre una stanchezza mentale indicibile si impadroniva del suo
cuore come una tenaglia che morda e morda la carne senza avere un punto
debole "Beh credo di sapere cosa significhi innalzare delle barriere
anche se per motivi differenti" si massaggiò le tempie per lenire il
suo solito mal di testa mattutino "E' un po' come falsare te stesso e
dopo un po' ci credi un po' anche tu. Syren mi ha detto molto di se senza
sapere nulla di me... credo che dovrei essergliene grato" piegò il
ginocchio sotto la coscia e si aggiustò meglio
"Eppure ho come l'idea che sia talmente fragile che basterebbe una
pressione sbagliata su un punto sbagliato per farlo finire in pezzi"
sospirò posandosi le gambe in grembo, lo sguardo basso e concentrato,
incredibilmente scuro quasi il colore mutasse in base al
"vestito" dell'anima.
Per un attimo Fabien lo guardò terrorizzato, non da lui ma da quello che
potrebbe fare a Syren.
" deve fidarsi molto se te l'ha detto. Sai...non lo dice mai quello
che prova, ti dice i fatti...ma quello che sente mai. Io lo devo intuire
dal tono della voce e dal viso. Se con te ne ha parlato sono felice ma...
se tu dovessi farlo soffrire...si spezzerebbe. Neppure io potrei + fare
nulla. E lui in fondo lo sa...sei il suo primo ragazzo a cui tiene dopo
Jhoann.
E sicuramente non ti ha detto tutto, ma quando lo farà...stai attento.
Perché se tu dicessi anche solo una cosa sbagliata sarebbe la fine"
lo guardò ansioso, forse non avrebbe dovuto dirgli nulla...fin da piccolo
sua madre gli diceva che parlava troppo.
" gli voglio un bene pazzesco e non so cosa farei se dovesse
andarsene di nuovo"
Ilya gli sorrise carezzandogli il capo ma non c'era nulla di sensuale in
quella carezza, solo un modo paterno di rassicurarlo "Io sono noto
per essere un elefante ma temo si riferiscano solo alla mia
"straordinaria" agilità" ridacchiò sotto i baffi
"Però posso giurarti che farò il possibile per non
ferirlo"
si alzò stiracchiandosi come un felino e nel farlo rischiò di cadere
all'indietro sul tappeto persiano "Ops...ecco la mia agilità che
colpisce ancora!"
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