DISCLAIMERS syren e tutto mio e Ilya è di schu ( e mio :P)

 


Eclipse

parte IV

di Amy & Mikako


La mattina era passata. Non sapeva assolutamente come...ma era passata. Nessuno si era azzardato ad entrare in negozio, forse per via della sua faccia scura...vabbeh che un commesso del genere in un negozio di articoli dark e roba simile attira l'attenzione, ma l'espressione scoraggiava chiunque a tentare un approccio.
E ora camminava per la strada di corsa, sperando di trovare almeno Ilya in negozio, sennò poteva pure andarsi a suicidare sotto il primo tram! Non gli seccava tanto il fatto che il Kether aveva mollato il loro gruppo...di lui non è che gliene importava molto, quello che lo faceva incazzare è che lo aveva fatto nel modo peggiore.
Erano appena stati chiamati in un pub per suonare dal vivo e si trovavano senza batterista...che cazzo avrebbero fatto?
entrò nel negozio come una furia per poi smontarsi subito alla vista del commesso.

"Cosa desidera?" chiese quello con una voce che pareva uscita da "priscilla la regina del deserto". Non che fosse antipatico ma con tutti quei volant nella camicia, i pantaloni a zampa di elefante e in naso in tono visto la misura non poco evidente pareva più una macchietta.
"Cercavo Ilya" chiese Syren ma rimase sbigottito davanti alla smorfia di disgusto che apparve sulle labbra del commesso "Non c'è è in ferie" e questo bastò per far girare di 180 gradi Syren e farlo uscire dal negozio prima di accorciare con un bel pugno quella specie di vela maestra che aveva al posto del naso il tipo.

Ecco. Questo non l'aveva proprio previsto. Cioè...non se l'aspettava! 
Era un po' come se il mondo si fosse messo a girare all'incontrario...beh magari adesso esagerava ma per un attimo il terreno gli era mancato da sotto i piedi.
Ma in fondo cosa si aspettava?
Sesso e basta. Non era stato che questo.
E anche se sapeva che si stava solo cercando di convincere non gliene importava, perché non avrebbe sopportato ancora un altra storia.
Non avrebbe più avuto la forza di raccogliere i cocci della sua anima e riincollarla nuovamente...
non ora che un altra crepa si era formata nel muro che lo proteggeva.
Johann. Aveva evitato di pensarci per tutta il giorno ma non è che si possono chiudere i pensieri come faceva con la sua chitarra elettrica...
Ma faceva male. Quest'insostenibile incertezza, lui odiava non essere sicuro di qualcosa. Odiava la sua fragilità.
La odiava.
*e adesso perché cazzo se n'è andato Ilya? merda! maledizione anche a lui!" dimenticandosi che aveva deciso di fregarsene!
Un braccio caldo gli circondò le spalle e una voce sommessa lo apostrofò "indovina la novità" senza scomporsi minimamente Syren si accese una sigaretta con calma ed espirando il fumo lentamente rispose " Tem tesoro hai deciso di ballare nudo sul tavolo per attirare l'attenzione e cercare così più facilmente il terzo componente del gruppo?"
Tem rise sommessamente e replicò senza scomporsi " ti piacerebbe vero? ma non ce ne sarà bisogno...l'ho trovata!"
Si girò di scatto spalancando gli occhi e afferrandolo per le spalle urlò "dici davvero???!! potrei anche sposarti per una cosa del genere!"
l'altro lo guardò scettico " non dirlo che poi mi illudi e ferisci il mio povero cuore innocente" all'espressione ironica di Syren si scompigliò i corti capelli neri e ritrattò "beh oddio...magari non proprio spezzato...diciamo ferito?"
 dopo l'ennesima occhiata truce il ragazzo alzò le mani arrendendosi e prima di andarsene lo avvertì " guarda che domani sera proviamo, la prossima settimana iniziamo al pub. Così la conosci."
se ne andò senza aggiungere altro, lasciando Syren da solo con la gente che lo sfiorava indifferente e la voglia irrefrenabile di correre da Ilya.
chissà perché poi.

 ------(the day after: p)

Vestiti, pettinati, lega quei maledetti capelli che solo a vedere l'umido si annodano, trova un vestito che non ti faccia sembrare un sacco di patate, infilati le scarpe e prega che questa volta non ti riempiano di bolle...insomma una giornata come tante altre ma con una differenza peculiare: Ilya quel giorno non doveva preoccuparsi ne'del lavoro ne'dell'università.
Passato un esame e in ferie si stava godendo il freddo di una giornata uggiosa come possono essere solo a Torino. Quel cielo che tanto amava si stendeva come un velo di polvere bigia sulla città, perforato solo dalla cupola in ristrutturazione del Duomo.
Si fermò alla prima chiesa di Via Garibaldi. Odiava quella chiesa ma c'era un tipo punk che se ne andava in giro con un topo addosso che era un amore...il topo non il tipo!
Due passi ancora ed eccolo al suo negozio preferito dove era stato a lungo un cliente fisso ma che negli ultimi tempi non aveva visto manco di striscio.
Si infilò nella porta del Cantiere e osservò tutte le vetrine che formavano il lungo corridoio fino alla stanzetta dove c'era la cassa e il bancone oltre che le felpe.
Aveva adocchiato un ciondolo che era un amore. Era uno specchio lavorato grande un tre centimetri di raggio nel quale si specchiava una donna bellissima ma che anziché un corpo perfetto come era rifletteva la morta.
Era rimasto a bocca aperta e aveva deciso che lo voleva a tutti i costi.
"Salve" salutò con un sorriso a novantadue denti.

Syria lo osservò entrare e per un attimo gli mancò il respiro. Non se lo ricordava così bello, così straordinariamente sensuale e aveva una voglia pazzesca di saltargli addosso! Si contenne ricordandosi che in fondo non gliene importava nulla di Ilya...certo che ultimamente stava diventando al sua frase preferita *non me ne importa niente *... come se la sua mente fosse una scatola nera, dove lui conteneva tutte le emozioni e i sentimenti, e quando questi riuscivano a filtrare, /raggi di luce che scappano via creando illusioni di sogni ormai svaniti, ma che sarebbe così dolce tenere accanto a se e continuare ad alimentarli/ come un fuoco fatuo egli li rinchiudeva nuovamente, ogni volta più sicura. Fino a quando non sarebbe scoppiata portando con se i frammenti del suo cuore. Ha rinchiuso la sua anima e adesso non permetterà che un semplice ragazzo gliela riporti via.
ha avuto quel che voleva.
basta così.
E adesso non si spiegava la morsa che gli ha prese lo stomaco alla sola vista dei capelli rossi fare capolino dalla porta, o ai lampi di lui che questo gli faceva tornare alla mente.
Non  se lo spiega e assume così un aria ironica e maliziosa, nascondendo tutto come sempre.
Come aveva sempre fatto e  come aveva intenzione di continuare a fare.

"Ciao Syren non sapevo lavorassi qui...non ti avevo mai visto!" salutò con un cenno del capo la ragazza che stava staccando senza sdilinquirsi troppo ma anzi aspettando che se ne andasse. 
"Come stai? Sai che stavo pensando che non ti ho dato il mio numero di cellulare?!" si appoggiò al bancone estraendo il suo Ericcson dalla cintura.
Syren gli si incollò come se fosse una figurina al suo album e borbottò qualcosa tipo "tanto per me sono inutili non so neanche usarli...è Fabien che insiste a farmene portare uno dietro..." anche se forse non era esattamente così...ma importa? Non credo. 
Ora avevano tutti e due i numeri dell'altro il che in genere implica un rapporto quantomeno di amicizia.
"Per il resto come va? Io ero qui a godermi le mie ferie e mi sono paralizzato davanti al ciondolo della prima teca! E' fantastico...a livello filosofico intendo" Ilya gli sorrise giocando con la propria frangia, pessima abitudine che aveva preso da un paio di anni ormai.
"studi filosofia? a me fa venire il mal di testa...a dire la verità preferisco studiare qualcos'altro..." scherzava e intanto si chiedeva perché accidenti il suo corpo faceva esattamente l'opposto dei suoi pensieri...razza di traditore! E intanto la mano si insinuò sotto la manica della felpa, ad accarezzare la pelle morbida e a cercare qualcosa di più di un semplice contatto. A dire la verità non sapeva neanche lui cosa voleva.
beh a parte Ilya chiaro.
"comunque fammi vedere il ciondolo che oggi mi sento buono e ti faccio lo sconto"
si passò le mani nei capelli tirandoli indietro "tanto il proprietario è pazzo di me e fa quello che gli dico" sogghignò.
"e ti pareva...sei modesto fanciullino. Calunniare così il poverello che  ha anche dei figli, figuriamoci se ha degli amanti" ridacchiò scivolando via da quella mano e traversando il corridoio di teche velocemente fino alla prima, quella con quel ciondolo che tanto gli piaceva.
"Comunque io studio lettere classiche" si sentì in dovere di specificare più per amor proprio che per altro.
"volevano farlo prendere anche a me quell'indirizzo, ma mi sono ribellato...io voglio suonare e basta" e gli occhi gli si illuminarono, come se stesse parlando della cosa più bella e preziosa del mondo, tornò a posare lo sguardo su di lui e aggiunse "beh comunque chi ti dice che il tipo non abbia un amante? sono molto desiderato sai!" concluse mostrandogli la lingua in un gesto infantile e sensuale insieme.
Ilya scosse il capo mestamente, un po' perché non capiva come Syren potesse accontentarsi di un campo così arido di interesse un po' per la sua "immensa "modestia (anche se ci si sarebbe giocato le mutande che tutta quella baldanza era un artificio di un intelletto più triste e stanco)
"Meglio così tu non sei il tipo adatto a studi di quel tipo..." *o dovrei dire agli studi* tossicchiò togliendosi quel pensiero.
Se la tirava? beh naturalmente un po' si avendo tutti i motivi per farlo.
Sogghignò tornando verso la cassa con Syren accanto "Ah i miei pesci rossi ringraziano di non averli mangiati"
"ok che ho fame la mattina ma non sono ancora così mal messo...tutt'al più ti posso portare Sybil...lei li gradirebbe" con mani abili impacchettò il ciondolino e porgendoglielo replicò "più che altro si tratta di fare una scelta" scrollò le spalle, come se tutto questo non lo toccasse, come se stesse parlando di un altro e non di lui" io in quel momento non ero in grado di studiare e adesso non mi interessa"
abbassò le spalle un attimo " non mi interessa di nulla" un sussurro quasi inudibile, sfuggito dalle labbra morbide e rotolato per la stanza, per un istante il peso dei ricordi l'aveva sommerso. Per un istante.
Sembrò che volesse cancellare tutto scrollando i capelli e sedendosi sul bancone a gambe incrociate, osservandolo sfacciatamente e dicendo " lettere classiche? e perché?"
"Quindi non ti importa neppure di me? Ah beh iniziamo bene allora" scherzò il rossino giusto per mantenere sul faceto il discorso "Lettere classiche? E' il mio destino. E' quello che ho voluto fare fin da quando ero un bambino e ho lottato per conseguire dei risultati anche se non erano quelli sperati. Lo so che non si direbbe vedendomi così ma per me la cultura è tantissimo" sorrise posando una mano su quella di Syren "Syren non permettergli di mandarti così in tilt" gli sussurrò con un tono discreto.
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Le luci si riflettevano nei suoi capelli creando mille bagliori multicolori, l'espressione era  tesa, concentrata al massimo, non vedeva  niente e nessuno, completamente preso in se stesso e nella sua  musica. Era sul palco e sentiva gli occhi della gente puntati su di lui, lo caricavano, gli trasmettevano energia. Come un fulmine che corre fra le nuvole, e corre e corre, finche l'elettricità è talmente insostenibile che deve abbattersi su case e persone devastando ogni cosa incontri. Sentiva il tessuto della canottiera di raso nero appiccicarsi alla pelle già sudata, mosse le dita sulle corde della chitarra elettrica e iniziò a suonare. E tutto perdette di importanza. l gruppo gli andava dietro, in sincronia, un anima sola, sentiva la loro energia, la loro forza e si lasciò andare. La testa scivolò all'indietro lasciando il collo candido alla vista dei clienti, completamente preso.
Incantato.
Perso nella sua musica, nella canzone che stava suonando, nel ritmo pazzesco di tutto ciò, non vedeva nulla e nessuno.
Era e basta.

Ilya lo osservava con lo sguardo critico di chi sa esattamente cosa significhi essere sul palco. Era bravo, non c'era che dire. A prescindere dalla voce aveva carisma e passione da vendere e questo poteva essere un pregio sopra ad un palco anche se, scesi da quegli scalini, era la fonte maggiore di tutti i guai e le debolezze. I sogni irrealizzabili portano grandi delusioni e Ilya lo aveva capito sulla sua pelle e anche se non poteva vietarsi di essere utopista aggiungeva sempre un particolare pratico ai sogni per prepararsi alla disfatta. Eve di fianco a lui stava raccontando una non meglio identificata barzelletta al solito Michy che in silenzio muggiva il suo dissenso facendole cenno di stare zitta. Naturalmente le preghiere di Michy non furono esaurite fino alla fine della canzone quando il trambusto creato dagli applausi e dalla musica che smetteva sostituita da una preregistrata e ben più famosa non aveva superato e obliato al sua voce.

Gli echi della canzone di disperdevano nell'aria, lasciando Syren stordito, ancora preso dalla magia della canzone, si buttò a sedere su una sedia chiudendo gli occhi e preparandosi alla prossima canzone. Suonavano fino alle 4.00 di notte...sarebbe stata dura ma c'è l'avrebbero fatta.
Ne era certo.
Un uragano castano si catapultò sopra di lui facendolo cadere all'indietro e provocando le risate di Tem e Fiamma, "amore spostati non qui davanti a tutti" rise alzandosi di peso con Fabien ancora aggrappato al collo, "sei stato bravissimo!!" commentò entusiasta il ragazzo "non avrei saputo fare di meglio!!" Syren gli tirò i capelli con forza con un broncio adorabile in volto "e vorrei vedere!!! sei stonato come una campana!!!"
"Bravo" sorrise Ilya osservando dall'alto Syren "Hai molto carisma. Di chi sono i testi?" chiese mentre Eve continuava il suo cicaleccio sulle barzellette con il monosillabico Michy il quale ogni tanto alzava gli occhi al cielo e si tergeva il sudore dal pizzetto.
Sussultò come se gli avessero sparato e alzando gli occhi incontrò quelli grigi e bellissimi di ilya. Sorrise maliziosamente replicando " te l'avevo detto che nessuno mi resiste!! comunque i testi sono di Tem" indicando Il ragazzo con un cenno del capo "e alcuni miei" terminò, cercando qualcuno con lo sguardo... Fabien era sparito, probabilmente nascosto dietro la sua schiena...non che fosse timido ma certe situazioni lo imbarazzavano sempre e farsi trovare appeso al collo di suo fratello era una di queste. Improvvisamente Syren girò su se stesso e prese il fratello  abbracciandolo "questo è il mio angelo salvatore" ridacchiò anche se un lampo di serietà attraversò un attimo gli occhi castani di Syren, dopotutto c'era molto di vero in quelle parole.
"Oh beh in genere gli angeli me li aspettavo biondi, riccioluti, con lo sguardo temibile e altissimi ma penso che potrò accontentarmi" la mano bianchissima di Ilya danzò nell'aria tendendosi verso Fabien "Io sono Ilya e quella sclerata dietro di me è Eve la mia corista e lui è Michy, il tastierista" Eve aprì la bocca per protestare ma la richiuse subito chinando il capo e facendo sorridere Ilya che ben sapeva l'ascendente che esercitava sulla  piccoletta.
"ohhhhhhhhh ma lui è specialissimo!!!" commentò malizioso Syren lasciando credere che ci fosse chissà quale esperienza sconcia a sostenerlo, Intanto Fabien indifferente alle parole del fratello afferrò la mano pallida del ragazzo dicendo "piacere, io sono Fabien, lui è Tem e la ragazza è Fiamma"
Syren gli tirò i capelli per l'ennesima volta commentando "ma non dovrei dirlo io questo?"
Poi si blocca all'improvviso.
Fabien e Ilya si voltarono subito nella direzione dove era caduto il suo sguardo e, mentre il volto di Ilya restava interrogativo, quello di Fabien si fece più consapevole. Imprecando tornò a guardare Syren preoccupato...cosa avrebbe fatto adesso? Jhoann.
Pazzesco.
Troppe coincidenze stavano capitando nella sua vita ultimamente...che qualcuno si divertisse a scombinarla a suo piacimento? Spostò lo sguardo smarrito su Ilya, come per aggrapparsi a qualcosa, in un istintiva richiesta d'aiuto.
Ilya gli si fece d'accanto, stringendogli quasi di istinto la vita, sperando di non essere respinto con violenza. Aspettava una reazione ma quella tardava ad arrivare, era come se Syren di colpo si fosse svuotato di tutta l'energia vitale, lo sentiva sotto i polpastrelli come un vaso vuoto di energia. Pochi secondi e il contatto si perse.
Syren si era voltato e aveva imbracciato la chitarra lasciando Ilya a guardargli la schiena mentre si allontanava da lui.
Stringeva la sua chitarra come se da essa fosse dipesa la sua vita, un appiglio per non affogare nel mare dei ricordi, in Jhoann. Gli sembra di rimanere così per un tempo infinito, fino a quando sente i capelli di suo fratello sfiorarlo e la sua voce dolce mormoragli al orecchio "tocca di nuovo a voi" e sa, con precisa esattezza, che non può parlargli oggi. Non in questo stato d'animo, non con i ricordi che ancora lo investivano e lo divoravano.
Un mostro dai denti aguzzi che scavava in lui e distruggeva tutto. 
Alza lo sguardo, Tem e Fiamma lo stavano aspettando impazienti, mentre Ilya ancora lo guardava. Ilya. E il solo pensiero lo fece stare meglio. Si avvicinò nuovamente a lui, accostò le labbra all'orecchio e sussurrò "mi aspetti dopo? Finisco alle 4.00"
 "Ti aspetto anche tutta l'eternità e per un vampiro puoi prendermi sul serio" ridacchiò stendendo le labbra velate di lipgloss viola.
Syren sogghignò baciandogli l'orecchio "mi sa che però dovrai rendere vampiro anche me...altrimenti muoio prima di te e poi che facciamo?"
Ilya sorrise tornando fra i suoi amici.
Quella sera avrebbe aspettato.
Uscì dal locale attorniato dai suoi amici stravolti...poteva quasi leggere nelle loro menti...tutto quello che desideravano adesso era un letto dovere dormire! Era stato veramente stancante per tutti.
Anche per lui. 
Ma non era stanchezza fisica... no, era il rivedere Jhoann che l'aveva sconvolto; tutti i suoi sensi erano acutizzati al massimo, come se dovesse percepire ogni più piccolo cambiamento nell'aria, in se stesso. Come se dovesse captare ogni suono che la notte partoriva, e poi annegarcisi dentro.
L'aveva rivisto e non saprebbe dire. ma non aveva  senso, non aveva importanza. Anche se fosse ancora innamorato...cosa cambierebbe?
Soffrirebbe di più e basta. Quindi è meglio non pensarci. E chi può dire che non ha ragione? Che non è così?
Esplorò gli spazi silenziosi della notte alla ricerca di una figura familiare... Ilya aveva promesso che lo avrebbe aspettato...
E Ilya c'era, nascosto dietro il cono di luce di un lampione, a godersi la pioggia gelida che sbrinzava sul suo volto con gocce sottilissime che si insinuavano sotto la pelle come aghi di ghiaccio. Era rimasto fuori a pensare. Non che fosse strano per lui, anzi era ossessionato dai suoi pensieri ma questa volta era diverso, non si trattava di pensare alle trame dei suoi racconti o a questioni filosofiche: questa volta pensava a Syren.
A tutto quello che rappresentava, a come si dovesse sentire.
Pensò finché non lo vide, fino a che non gli andò incontro sfregandoglisi addosso, baciandolo di fronte a tutti, combattendo l'enorme imbarazzo che dentro di se si agitava. 
Era geloso? Forse un po' ma solo un po'.
Syren si ritrovò addossato al muro, senza neanche avere il tempo di chiedersi dove fosse Ilya, le sue labbra morbide premute su quelle di lui e la lingua vellutata che si insinuava all'interno, calore ed eccitazione. I pensieri che si annebbiavano sfumando nell'oblio e nel piacere. Niente aveva importanza adesso, solo Ilya.
Gli infilò una mano nei capelli afferrando la nuca e premendosi di più contro il suo corpo, lo voleva e basta. Tutto il resto erano solo congetture senza significato.
Ilya si allontanò ridacchiando "Beh come vedi ti ho aspettato. Voi che fate ora? Andate a farvi una birra o tornate a casa?" chiese rivolto al gruppo intero mentre con le dita districava la frangia che per l'umido si era leggermente arricciata.
Gli altri si guardarono un attimo, poi Tem parlò per tutti "io vado a dormire che sono stanchissimo e domani devo alzarmi presto" Fiamma annuì energicamente mentre Fabien osservava Syren ancora stretto a Ilya "io...beh vado a casa" il fratello annuì e chiese rivolto a Tem "lo accompagni tu?" anche se sapeva che Fabien l'avrebbe ammazzato per questo non voleva sentire lamenti, era una brutta zona quella e lui era troppo ingenuo per andarsene a casa da solo a quell'ora.
L'amico rispose affermativamente e, incurante delle lamentele di Fabien, si allontanò nella notte trascinandoselo dietro.
Syren rivolse la sua attenzione a Ilya avvicinandosi fin quasi a sfiorarlo, a sentirlo, e con voce leggermente roca per il troppo cantare chiese "e tu? che programmi avevi?"
"Parlare" sorrise mettendoglisi accanto e prendendolo sottobraccio. In realtà voleva conoscerlo meglio. Il che non implicava portarselo di nuovo a letto. Non quella sera.
Dividere sesso dal resto era una gran cosa che da bravo Acquario riusciva a fare benissimo e che voleva applicare!
"Da buon acquario...aehm" si fermò battendosi il palmo sulla fronte che risuonò vuota (uhm...ma avrà del cervello?: D) "ma come ci torniamo a casa?!"
Syren lo osservò un attimo, per capire se facesse sul serio o lo stesse prendendo in giro..."scusa come ci sei venuto qui? 
"bus" rispose pensieroso Ilya, stettero un attimo in silenzio, mentre Syren sfiorava col dito la guancia del ragazzo, disegnando geometrie assurde e lievi, lievi come la pioggia che lenta scivola su di loro, /una lentezza che è quasi immobilità e morte, nella scenografia di un istante un fotografo pazzo ha ripreso una goccia di pioggia, spezzandone l'assoluta perfezione/ si potrebbe restare ore a guardarla, solo a guardarla, forse ci si perderebbe...ma sarebbe così dolce...la perdizione più dolce di tutte. Perdersi osservando la pioggia con Ilya.
Gli sfiora gli strani arzigogolii disegnati sotto l'occhio, pensando a quanto poco sa di lui e a quanto quella notte può diventare interessante.
Non aveva mai desiderato parlare veramente con qualcuno...almeno non dopo Jhoann. Ma adesso è diverso.
Lo osservò mentre chiamava un taxi borbottando qualcosa ed esclama "ehi...ma hai detto che sei acquario? ma lo sai che anche io sono di quel segno?"

"Davverooooooooooo????!" esclamò Ilya e di colpo il suo viso parve quello di un bambino e un sorriso entusiastico si stirava sulle sue labbra morbide "E di che giornoooooooo????? Io il 22!!!" battè le mani felice un paio di volte "oh abbiamo più cose in comune di quanto credessi allora!"
Syren rise allegramente, era buffo e bello con quell'espressione in viso. Sembrava un bambino. "il 20...a dire la verità sarei cuspide, pensa che per 18 anni sono stato convinto di essere capricorno, poi un amica di mia madre fissata con l'astrologia mi ha fatto una strana roba...non so...insomma è venuto fuori che  sono acquario" si interruppe un attimo per stringersi a lui, faceva freddo quella notte e sotto la giacca di pelle nera (ovviamente) indossava solo la canottiera. "non che mi abbia cambiato la vita...ma mia madre ha cominciato a rompermi le scatole e mi ha sommerso di libricini sull'acquario, ne avrò una montagna a casa."

Ilya si tolse la giacchetta e la posò sulle spalle del suo amico. Per chi lo vedesse dall'esterno come noi poteva sembrare un gesto antico in una chiave moderna, una gentilezza un po' casanoviana anacronistica ma di sicuro effetto sul partner.
Ilya era così: un mix di modernità e antichità, gentilezza e rudezza, grezzo e raffinato...utopico e realista...o più semplicemente un Acquario, un appartenente a quello che a detta di tutti è il più bel segno dello zodiaco.
"Io sono molto fiero del mio segno zodiacale" ridacchiò carezzando con la punta del piede il pelo dell'acqua della pozzanghera che tremò perdendo consistenza e lucentezza per poi ricomporsi placidamente e tornare allo stadio iniziale.

Syren si strinse nelle spalle, indifferente " beh io ho letto qualcosa ma alla fin fine non penso che centrino molto con noi." saltò in mezzo alla pozzanghera, ridendo come un bambino che scopre qualcosa di meraviglioso per la prima volta "adoro saltare dentro le pozzanghere! Immagina come deve essere vivere dentro una goccia di acqua...protetti dal mondo senza tuttavia esserne nascosti...."allargò le braccia alzando il viso contro la pioggia "tu ci credi veramente?"

"Alla astrologia? No....credo nella magia. Credo che ci serva qualcosa per continuare a vivere" sorrise "a parte la certezza della morte intendo" dischiuse una mano catturando delle fugaci gocce di pioggia "lacrime di luna acquiescenti" sorrise ricordandosi un termine che aveva utilizzato a 12 anni in una poesia e in quel momento, quella goccia tremolante e perlescente pareva veramente una lacrima della luna.
Sorrise chiudendo la mano, stritolando l'acqua che scivolò via dalla presa per morire lungo il suo braccio, bagnando le cicatrici.
"Sta arrivando il taxi" disse afferrando Syren e trasportandolo di peso dentro al taxi.

Caldo...insopportabile accidenti! Ma che aveva il tassista? Manco fossero al polo nord...si stese sul sedile sospirando pesantemente, era stata una giornata luuuuuunga, sia per il corpo che per la mente, voleva solo stendersi da qualche parte e bere qualcosa...acqua possibilmente.
Si passò una mano nei capelli, districandoseli
delicatamente "dev'essere bello morire. Morire e liberarsi da tutto...bah...in fondo è solo un altra esperienza interessante" ridacchiò attirandolo a se e lanciando un occhiata al tassista che non li perdeva di vista un istante...adorava sconvolgere la gente!

"Credo sia molto simile a fare l'amore" sospirò di rimando Ilya più per abitudine che per un reale bisogno.
Ci era andato vicino un paio di volte e ...beh non avrebbe saputo descrivere le sensazioni che questo dava. Sembrava di essere di colpo più pesanti e poi precipitare in un vortice e...e...basta. Si era sempre ripreso troppo presto per sapere veramente cosa fosse la morte. 
"Voglio dire, sai quando di colpo il cuore batte talmente forte che pare non battere affatto?" gli si accoccolò nonostante sapesse che c'era ormai poca strada a casa sua.
"Tu non hai mai...assaggiato la morte?" gli occhi grigi si velarono per pochi secondi.

Lo stinse forte, percependo il cambiamento nel tono di voce " una volta."
Si interruppe guardando fuori dal finestrino, la città sfrecciava, al di la del vetro, sfilavano via i cocci di un mondo fatto a  pezzi, perennemente in fuga, sminuzzato in migliaia di immagini lunghe un istante, strappato via da una forza invisibile.
La morte...la desiderava ancora? Forse. Ne parlava con leggerezza ma in fondo cosa provava?
"era un...brutto periodo. Non mi ricordo molto però"
Il taxi si fermò e loro scesero, sempre abbracciati, Syren lanciò un occhiata al tassista, li stava ancora guardando come se fossero due bestie rare...sogghignò e posò le sue labbra su quelle di Ilya, almeno così avrebbe avuto qualcosa con cui riempire la sua piccola mente mentre si masturbava in bagno.

Il tassista fece una smorfia schifata ritirando i soldi "Però i soldi non le fanno schifo eh!" commentò sarcastico Ilya mentre con una sgommata il taxi bianco ripartiva per le vie del centro.
"fanculo" ed era già di pessimo umore, ma per fortuna si accendeva tanto in fretta quanto si spegneva e così si ritrovò di nuovo abbracciato a Syren con un sorriso a novantadue denti.
"Uhhh che pensieracci e non me ne vuoi parlare...ok capisco.
Aspetterò" e detto questo scattò in avanti seminandolo all'urlo "chi arriva per ultimo a casa mia oggi cucina"
Syren lo guardò allibito, poi si mise a correre urlando di rimando " ma non vale!!! Sei partito prima! Eppoi io sono stanco!"
Parlarne...e perché?  Cioè...non sarebbero spariti i pensieri, erano sempre li in agguato, pronti a divorarlo.
A un solo cenno.
Entrò nel pianerottolo  ansimando e borbottò "accidenti, era una vita che non correvo così" lo guardò di sottecchi, imbronciato, e disse "guarda che non ti conviene sai...io sono peggio di mia madre a cucinare...rischierei d'avvelenare tutti e due"

Ilya si lasciò andare a sedere sui primi scalini massaggiandosi i polpacci con una smorfia dolorante.

Syren lo guardò meglio, sembrava che neanche lui stesse molto bene dopo la corsa! Gli si avvicinò inginocchiandosi e posandogli le mani sulle gambe, in una carezza lenta, sensuale, "male eh? vuoi quel famoso massaggio? Sono ancora disponibile io"

Ilya gli sorrise "Magari in casa eh" si alzò e camminò fino all'ascensore. Quei pochi passi furono un vero supplizio e non appena entrato in casa Ilya non poté fare a meno di gettarsi sul divano letto con un sospirone, reclinando all'indietro il capo. 
"Sei molto dolce sai?" sussurrò tornando a massaggiarsi i muscoli, che si scioglievano lentamente sotto i polpastrelli veloci.

Syren si stiracchiò sbadigliando, "e anche molto stanco" mormorò raccogliendosi i capelli in una coda e stendendosi sul divano sopra Ilya, si accoccolò contro il suo corpo chiudendo gli occhi e dicendo " mi è sembrato di capire che suoni anche tu...." strofinò il viso sulla maglietta cercando la posizione più comoda, e nonostante tutto non poté impedirsi di compiere tutto questo con estrema sensualità...quasi fosse solo questa la sua vera natura, il resto solo parole, parole come sassi che lasciano scie luminose sul cuore, parole in fondo vuote, ognuna col suo carico di significati e le sue sfumature nascoste. Chi potrà mai sapere cosa si nasconde dietro le parole?

"Chi sei in realtà Syren..." ma quella di Ilya non era una domanda quanto più una affermazione sussurrata all'orecchio. Sentiva di non conoscerlo abbastanza e non avrebbe saputo dire se ciò fosse un bene o un male.
"chi sei..."

Si mosse pigramente fino ad incontrare le sue labbra con la pelle sensibile dell'orecchio, la mente galleggiava in una nebbia bianca che non era né sonno né veglia, " appena lo scopro te lo dico" sussurrò con voce impastata dal sonno, poi aprì gli occhi e alzò il viso, per poterlo guardare, per assicurargli che non scherzava stavolta " sul serio...non so chi sono, so solo cosa desidero" tornò a chiudere gli occhi " tu lo sai? sai chi sei?"

Ilya socchiuse le labbra, pensando.
i capelli scivolarono sul volto mentre dissentiva scuotendo il capo "No e non so neppure cosa voglio" sorrise carezzandogli la schiena.

Si inarcò come un gatto sotto le carezze del ragazzo, " ohhhhh se è per questo anche i miei desideri sono mooolto confusi!" ridacchiò un attimo, una risata quasi amara, "diciamo un casino pazzesco"
infilò una mano sotto la maglietta, a sfiorare la pelle morbida del ventre, una carezza lenta e dolce, per nulla erotica, forse la prima data per scaldare e non per prendere.

"Sei una persona molto bella, dentro intendo....devi solo permettere alle persone di amarti" e le labbra di Ilya parlavano più di quelle parole. Pensare. A volte smettere di pensare. A volte pensare incessantemente ma soprattutto mostrare agli altri bocconi di te stesso senza mai scoprire il fianco o scoprendolo troppo, che tanto sai che verrai ferito.
Ilya si metteva sempre in gioco.
" e di conoscerti.." ma Syren era già addormentato e in quel momento Ilya non fece fatica a pensare che alcuni uomini discendono da angeli, seppure decaduti e che Syren fosse uno di quegli esseri speciali.



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