Dusk and his embrace

parte VI -  Ebony dressed for Sunset

di IrisAlba

 

La notte precedente era stata così buia e lunga che sembrava non avrebbe mai ceduto il passo al sole. Invece l’ alba giunse, luminosa e bella come una fanciulla o un giovane semidio, permettendo così a Sanzo di prepararsi e di raggiungere i monaci, che nel frattempo si stavano radunando nell’ ampio porticato.

Giunto qui, si strinse un po’ nel suo lungo mantello nero, con lo sguardo che un po’ tradiva la lunga nottata insonne, e si accostò all’ Abate, che lo accolse con la solita cordialità appiccicosa e ipocrita, reggendo con entrambe le mani un pesante incensiere di bronzo dal quale si sprigionava un tenue fumo bianco e profumatissimo.

-Buongiorno cavaliere!! Allora: siete pronto a seguirci verso l’ antica Chiesa? ^^ -

-Il fatto che io stamani sia qui vicino a Voi risponde già alla vostra domanda- rispose il biondo con palese disprezzo, lanciandosi nel frattempo una rapida occhiata intorno, gesto che forse fece inconsapevolmente ma che comunque non sfuggì all’ Abate.

-Non preoccupatevi. Son Goku ci raggiungerà più tardi-

-Non mi pare di avervi chiesto di lui- si affrettò a sottolineare Sanzo.

-Invece lo avete fatto, o meglio, lo hanno fatto i Vostri occhi per Voi- ribatté il vecchio -Comunque

non affannatevi a cercarlo. Sarà con noi, durante la cerimonia-

-Che ciò succeda o meno non cambia nulla- concluse il biondo con apparente indifferenza –Credo sia inutile ripetervi il perché ho accettato di seguirvi a questa stupida cerimonia…-

-Il Codice. E come dimenticarlo!!!- esclamò l’ Abate -Chissà se sarà stato realmente nascosto qui…. oh, non immaginate nemmeno quanto io lo speri, come io speri che riusciate a trovare ciò che cercate!!!-

-Se i Vostri sentimenti sono questi, allora muoviamoci a partire- ordinò Sanzo mentre si dirigeva al cavallo che gli avevano appena sellato.

 

Lungo il viaggio si chiese se l’ Abate sospettasse qualcosa, se fosse venuto a conoscenza di ciò che Goku gli aveva rivelato la notte prima. Una parte di lui ne dubitava, sia perché i monaci si erano dimostrati dal primo all’ ultimo degli autentici idioti, incapaci di comprendere la gravità delle parole dell’ Eretico, sia perché Goku, se qualcuno li avesse spiati, se ne sarebbe sicuramente accorto.

E non gli avrebbe parlato in quel modo.

 

Goku…

 

Pur non volendo, pur non desiderandolo, Sanzo continuò a pensare a lui per tutto il tragitto, mentre pesante come un macigno si faceva il senso di colpa per aver giocato con lui, per aver ceduto a delle voci nella sua testa, a dei ricordi di qualcun altro che avevano dato libero sfogo ai suoi sensi.

La consapevolezza di ciò, però, con sua grande vergogna, non bastava a nascondergli lo sforzo che gli era costato l’ allontanarsi dal corpo nudo del giovane, il rinunciare ad impossessarsene, a farlo suo.

Le immagini della notte precedente lo accompagnarono sino all’ arrivo alla vecchia Chiesa, un edificio scuro, gigantesco, imponente, che si stagliava altissimo in una zona della città fatta unicamente di macerie.

Il gruppo si fermò proprio ai piedi della scalinata. Sanzo scese da cavallo e si accostò all’ Abate, per chiedergli il motivo di quella sosta improvvisa.

-Vedete questo incensiere- fece l’ Abate –Ebbene, è necessario che io entri da solo in Chiesa e lo apra, affinché questo fumo purificante si diffonda, altrimenti la cerimonia non potrà avere inizio.

Non ci vorrà molto…-

-Va bene. Però voglio venire con Voi-

-Ma non potete!!- esclamò l’ Abate scandalizzato -Voi non…-

-Io non cosa?- domandò Sanzo sguainando la spada.

-Ni…niente. D’ accordo, entrerete con me- balbettò il vecchio e insieme iniziarono a salire i gradini che conducevano al grande portale di legno, che si spalancò innanzi a loro senza troppe difficoltà, sebbene sembrasse che nessuno ormai da anni mettesse piede in quel luogo.

L’ interno della Chiesa era completamente avvolto dalle tenebre e il tanfo di umidità, polvere e legno marcio era davvero nauseante.

Sanzo accompagnò l’ Abate sino al massiccio altare di pietra e quello, piano piano, vi appoggiò sopra l’ incensiere per poi aprirlo di scatto completamente.

Dire cosa accadde dopo non è facile, anche perché successe tutto in un attimo. Una enorme nube di fumo, fitta come nebbia, si diffuse dall’ incensiere in tutta la Chiesa, così velocemente che Sanzo, colto di sorpresa, non ebbe nemmeno il tempo di reagire.

Troppo tardi si accorse che quello da cui era circondato era veleno. Ormai aveva respirato l’odore di quell’ incenso e cadde a terra privo di sensi.

 

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Il dolore lo aiutò a riprendere conoscenza, il dolore che sentiva alla testa ma soprattutto alle braccia e ai polsi, che gli erano stati strettamente legati.

“Cosa diavolo…?”

-Guardate!!!! Non è splendido?!!! Non vi ricorda le rappresentazioni più audaci del San Sebastiano?!!-.

Un coro di risate sguaiate e inumane svegliarono Sanzo del tutto e lo aiutarono a prendere consapevolezza del suo stato.

Lo avevano legato alla più grande colonna della Chiesa. Le braccia erano tese verso l’ alto per mezzo delle spesse corde nere e sporche di sangue con cui gli avevano legato i polsi.

Lo avevano privato dei vestiti e degli stivali, lasciandogli addosso solo i suoi pantaloni di pelle nera.

Anche la sua spada era scomparsa dal suo fianco. Timidi bagliori argentei che provenivano dall’ altare gli fecero capire che l’ avevano posata li.

Il suo sguardo incredulo andò verso il punto da cui continuavano a provenire quelle risate volgari, sicuro che vi avrebbe trovato l’ Abate e gli altri monaci, ma quando posò i suoi occhi su di loro il battito del suo cuore si fermò.

 

Demoni!!! L’ Abate…i monaci….avevano mutato il loro aspetto….i loro occhi….

 

Proprio come era successo quella volta…..

 

Come era possibile?!!!!!!!!!!!!!!!.

 

-Oh, non essere così sorpreso!!- esclamò l’ Abate in piedi di fronte a lui –E non meravigliarti del nostro vero aspetto!!! Dopo tutto, hai già avuto modo di vederci così!!!-

-Voi….- trovò la forza di dire Sanzo –Voi dovreste essere….-

-Morti? Bè, in effetti, è questo che fece il vostro maestro d’ arme….oh, so bene che raccontartelo non serve a nulla, dato che quel giorno eri anche tu qui con lui, malgrado la tua giovane età. Ma il vostro maestro non aveva considerato un piccolo particolare: noi siamo monaci alchemici!!! La nostra scienza ci consente di non morire, di continuare a reincarnarci anche nel corso di interi secoli….-

-E di ridurvi ad un ammasso di creature grottesche senz’ anima. Tzè!! Come allora, continuate a farmi schifo!!!- esclamò Sanzo guardandolo con sfacciato disprezzo.

Un pugno violentissimo lo colpì in pieno viso, facendogli sbattere la testa all’ indietro, sulla colonna di marmo.

Il colpo fu veramente forte. Ringraziò tacitamente il suo orgoglio, che gli aveva impedito di fargli scappare anche il più flebile gemito di dolore.

La mano dell’ Abate, orribilmente deforme, si strinse sul suo viso, costringendo Sanzo a guardarlo nuovamente negli occhi. Il biondo ne approfittò per sputargli in faccia il sangue del suo labbro spaccato e notò con piacere che l’ Abate fu scosso da quel gesto audace.

-Non risolverai nulla uccidendomi, schifoso bastardo!! I Padri conciliari sanno che sono qui e vi manderanno contro un intero esercito.

Se non sarò io ad uccidervi, allora saranno loro!!!-

-Credi che riusciranno a farlo una volta che sottometteremo la forza del Seiten alla nostra volontà?- chiese l’ Abate con le labbra che ghignavano ferocemente –La prima volta….la prima volta sbagliammo, lo ammetto, perché non avevamo capito quale fosse la vera importanza del Codice, perché non sapevamo che il Seiten può essere controllato solo attraverso le formule contenute nel Codice!!! Ma noi…noi non sapevamo leggerlo…..solo tu sapevi farlo!!! Tu e quel dannato bambino che affidarono alla tua custodia!!!!-

-Che vai farneticando, idiota!!!- ringhiò Sanzo –Di quale bambino parli?- ma non appena ebbe pronunciato queste parole la pesante mano dell’ Abate lo spinse nuovamente contro la colonna

di marmo.

-Io non sto farneticando!!!!- gridò quest’ ultimo con gli occhi iniettati di sangue -Sono passati 500 anni ormai, è vero, ma non potrò mai dimenticare il giorno in cui tutto iniziò!!!.

Quel giorno….qualcuno portò qui a Sodom il bambino….e il Codice. Ci disse di fare attenzione, di custodire gelosamente entrambi ma di non cercare di svelare il mistero delle loro origini, perché questo stesso mistero ci avrebbe condannato.

Non puoi aver dimenticato il volto di quel bambino. I suoi grandi, straordinari, eretici occhi dorati…-

 

“Goku!!!”

 

-….ma, in verità, quel ragazzino era molto più di un Eretico. E venne affidato a te, che all’ epoca eri un monaco alchemico esattamente come noi….-

-COSA?!!!-

-…. affinché la terribile divinità che dimorava nel suo cuore non fosse risvegliata. Stai iniziando a ricomporre i tuoi frammenti di ricordi, Konzen? Perché non mi rispondi?

La memoria sta finalmente iniziando a tornarti, Konzen Doji?!!!!- gridò l’ Abate accompagnato dagli strilli degli altri monaci.

 

Konzen

 

Konzen

 

Konzen

 

“Non quel nome!! Non quel nome!!!! Non voglio più sentire quel maledetto, quello stramaledettissimo nome!!!!!!”.

Una miriade di frammenti di ricordi non suoi saettarono nella sua mente al solo suono di quel nome. La testa inizio a fargli male in maniera insopportabile. Il dolore era così forte che quasi faticava a respirare e a prestare attenzione all’ Abate, che aveva ricominciato a parlargli.

La vista incominciò ad appannarsi, mentre iniziava a farsi largo in lui una vaga sensazione di nausea.

Si morse il labbro spaccato pur di recuperare con quel nuovo dolore la lucidità che stava lentamente perdendo.

-Inizi a ricordare quel giorno di 500 anni fa? Oh, avanti, ormai le tenebre dovrebbero già aver abbandonato gran parte della tua mente!!!.

Quella volta noi riuscimmo….riuscimmo quasi a risvegliare il Seiten. Ma non sapevamo controllarlo!!!. Tra noi tutti, solo tu sapevi leggere il greco antico; tu e quel dannato ragazzino!!!.

E anche se in fin di vita riuscisti….oh Dio, se solo ci ripenso!!! Riuscisti a ridare a Son Goku il suo aspetto umano e poi lo nascondesti nella città Orientale affinché noi, una volta reincarnati, non riuscissimo a trovarlo.

Tutti noi!! Tutti noi siamo già morti per ben due volte, Konzen!!! La prima volta per mano tua. La seconda volta, invece, per mano del tuo maestro….

Quel maledetto!!! Che sia dannato!!! Riuscì a mandare all’ aria il nostro progetto proprio quando eravamo finalmente riusciti a ritrovare Son Goku, a porlo sotto il controllo della nostra alchimia e

a fargli rubare il Codice!!!. Ma questa volta….questa volta nulla sarà trascurato!!!-.

Il delirante monologo dell’ Abate fu interrotto dalla risata di Sanzo. Per qualche attimo il biondo rise, rise di gusto, come da tantissimo tempo non faceva, per nulla impressionato dagli occhi rabbiosi e sorpresi del vecchio.

-Quindi, io sarei la reincarnazione di Konzen. Il monaco alchemico che vi uccise 500 anni fa ed impedì la completa resurrezione del Seiten. Se è così, voi dovreste avere paura di me. Dovreste  provare terrore di fronte a me. E lo provate, lo vedo benissimo dai vostri occhi!!!.

Se è così, allora perché mi avete fatto venire sin qui? Perché non mi avete ucciso prima che giungessi a Sodom? Cosa desiderate ottenere con tutta questa sceneggiata?!!!!!!-.

Le parole di Sanzo rimbombarono nella Chiesa vuota e ora silenziosa. Non una parola, non un sussurro si levò dal gruppo dei demoni e anche quando l’ Abate gli rispose lo fece con espressione serissima.

-Nessuno al mondo, nemmeno noi qui presenti, potrebbe mai ucciderti definitivamente. Anche se ti schiacciassi il cranio sotto il mio piede, anche se ti strappassi il cuore con la mia mano destra, tu riusciresti comunque a reincarnarti. Perché rimani sempre un monaco alchemico!!!.

C’ è solo una creatura che può ucciderti realmente….oh, vedo che hai capito!!!. Tu sei l’ unico essere al mondo in grado di togliere la vita al Seiten. E il Seiten è l’ unico che può ucciderti definitivamente.

Abbiamo fatto di tutto affinché i sospetti del furto del Codice ricadessero su Sodom, perché sapevamo che non avrebbero potuto rimandare che te in questa città. Ed ora, proprio in questa città, tu verrai offerto in sacrificio al Seiten.

Che il rituale abbia inizio!!!!!!!!!!-.

Nella Chiesa tornarono a tuonare le risate dei monaci, ma nessuna di queste poteva più ferire le orecchie di Sanzo, troppo impegnato a pensare ad un particolare inquietante.

 

Quella mattina aveva detto…l’ Abate aveva detto….

 

-…Son Goku ci raggiungerà più tardi…….

Sarà con noi…….

durante la cerimonia……… -.

 

Sarà con noi durante la cerimonia.

Sarà con noi durante la cerimonia.

Sarà con noi durante la….

 

-GOKU!!!- gridò Sanzo quando vide che un enorme demone aveva appena risalito la cripta con il corpo semi svenuto del giovane tra le braccia.

 

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-Finalmente siete riusciti a catturarlo…-

-Si, mio signore. Ma abbiamo dovuto attaccarlo in tanti. Ormai tende a ribellarsi troppo spesso dal potere del dispositivo di controllo- rispose il monaco che aveva portato Goku all’ interno della Chiesa.

-L’ importante è che il Seiten non sfugga al nostro controllo!!. Saremmo perduti, se ciò accadesse.

Portate qui il Codice!!!-.

Da una delle oscure navate laterali sbucò un altro demone che recava tra le mani il prezioso manoscritto. Sanzo riuscì a riconoscerlo subito, malgrado la scomoda posizione da cui stava guardando.

Cercò di dimenarsi, ma l’ unico risultato fu segarsi ulteriormente la pelle dei polsi alle corde.

 

Se solo non fossero state legate così strettamente!!

Se solo avesse avuto la spada a portata di mano!!

Se solo quella scimmia fosse riuscita a scappare….

 

-Ehi, stupida scimmia, mi senti? Devi svegliarti!!- gridò Sanzo verso il ragazzo, che avevano fatto sedere di fronte all’ altare, su di un grande trono in legno intarsiato. Le sue pupille erano dilatate, il suo sguardo vacuo.

Lo avevano sicuramente drogato.

-Incredibile, vero?- ridacchiò l’ Abate all’ indirizzo di Sanzo –E’ una miscela di vin cotto e sangue. Basta riuscire a fargli bere un sorso e la sua coscienza inizia a farsi sempre più silenziosa…-.

-Lascialo stare, lurido bastardo!!!- ringhiò Sanzo non appena vide le deformi mani dell’ Abate accarezzare le morbide guance di Goku.

 

Il ragazzo, però, parve non sentirlo nemmeno.

In quel momento non poteva sentire niente.

 

-Allora, Son Goku. Tutti noi qui sappiamo che solo tu sei in grado di leggere il rituale qui scritto. Vorresti leggerlo per noi?-

-No, Goku!! Non farlo!!!-

-Avanti, Son Goku. Tu solo puoi farlo…-

-Goku!!! Non leggere!!!!-

-Coraggio. Leggi ciò che è scritto….-

-STUPIDA SCIMMIA!!! SVEGLIATIIII!!!!!!!!!!!!!- gridò Sanzo con tutto il fiato che aveva in gola.

 

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…E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce…..

 

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Un accecante fascio di luce illuminò l’ intera Chiesa, le cui vecchissime mura iniziarono a tremare come se si stesse scatenando un terremoto. Per un po’ tutto quello che Sanzo riuscì a percepire furono le urla di Goku; poi il ragazzo tacque e il cavaliere poté nuovamente tornare a guardare innanzi a se, ma la creatura che vide in piedi sull’ altare nulla aveva a che fare con la sua piccola scimmietta.

E ora capiva la sua paura. Ora capiva la paura di Goku al pensiero che tutto quello potesse avvenire, al pensiero che si sarebbe potuto trasformare  nella creatura che ora Sanzo vedeva con i propri occhi e a cui non aveva mai voluto credere.

Seiten Taisei!!!.

-Guarda!!!- esclamò l’ Abate rivolto a ciò in cui Goku si era trasformato e indicando Sanzo

–Guarda là!!! Pronta per te è quella vittima!!!.

Coraggio, cosa aspetti? Solo per te è il suo corpo. Lacera le sue carni!!! Bevi tutto il suo sangue!!!

STRAPPAGLI IL CUORE!!!!!!!!!!!-.

Sanzo non si mosse né distolse lo sguardo. Rimase fermo e immobile ad aspettare e aveva gli occhi fissi innanzi a se.

Fu allora, però, che il Seiten si mise a ridere. Ma è difficile affermare che fosse realmente tale, perché la sua risata era diversa da quella dei demoni, diversa da quella degli uomini, indefinibile, agghiacciante, capace di far precipitare i presenti in un silenzio costernato.

 

Avevano paura. I monaci, l’ Abate stesso….

 

Iniziarono a tremare. Perché avevano finalmente capito che la loro alchimia non bastava ad assoggettare quella creatura.

 

-Non guardarmi con quello sguardo!!!-gridò il demone ormai fuori di sé –Ti ho dato un ordine e voglio che tu lo esegua. Uccidilo!!!!!!-.

La sua morte fu così rapida che Sanzo non riuscì a vederla bene. All’ improvviso vide l’ Abate con il petto squartato giacere ai piedi di quella creatura, i cui occhi miravano soddisfatti l’ opera che aveva compiuto e la sua mano sinistra, i cui artigli erano sporchi di sangue.

 

Ecco perché Goku era sicuro che gli Eretici della città orientale non sarebbero stati salvati dal Seiten. Quale salvezza poteva giungere da chi era privo di coscienza, da chi uccideva e basta?.

 

La Chiesa allora si riempì di urla e palpabili erano la paura e il terrore dei monaci, privati del loro signore. Sanzo li vide mentre, spaventati, si avvicinavano gli uni agli altri, cercando di attaccare in gruppo; ma il Seiten fu più veloce e in pochi istanti il pavimento della navata centrale fu imbrattato di sangue e membra squartate.

Il biondo, ancora con i polsi legati strettamente, non poté fare altro che guardare e aspettare che giungesse il suo turno.

Le grida cessarono relativamente presto e a lacerare il silenzio erano ormai rimasto solo il respiro eccitato di quella creatura e il rumore delle mura che continuavano nel frattempo a tremare, pronte

a crollare da un momento all’altro.

-Avanti, cosa aspetti?- domandò Sanzo quando finalmente i loro occhi poterono incontrarsi e quando finalmente quell’attesa snervante, quell’ esame silenziosamente minuzioso che il Seiten sembrava stesse facendo su di lui, gli parve più irritante di qualsiasi morte –Perché non provi a colpirmi?

Perché non provi a colpire me?-.

Al suo sguardo sprezzante quella terribile creatura rispose con un ghigno che gli avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene se in quel momento non fosse stato così concentrato ad ogni suo gesto

e, contemporaneamente, ad ogni gesto del suo avversario.

Quest’ ultimo dondolò un po’ su se stesso per poi precipitarsi verso il punto in cui era stato legato Sanzo, che fino a quel momento aveva pazientemente cercato di liberarsi, se non i polsi, almeno le caviglie dai nodi delle corde e che un istante, un solo istante prima che il Seiten potesse colpirlo, riuscì a liberare entrambe le caviglie e a colpire il corpo del giovane con un violentissimo calcio allo stomaco, che lo scaraventò a terra.

Lo slanciò in avanti fu talmente brusco che Sanzo riuscì a liberare anche i suoi polsi dalle corde, sebbene il dolore che si trovò a provare fu terribile e la pelle fosse ormai completamente lacerata.

Si chiese come diavolo avrebbe fatto ad impugnare la spada.

Rimandando a dopo la risposta a quella domanda, iniziò ad avanzare verso l’ altare, non dimenticandosi di gettare un veloce colpo d’occhio verso il punto in cui il Seiten era caduto.

Non era più lì!!!!.

Subito girò la testa, temendo di sapere già quello che avrebbe visto.

E in effetti lui era lì, in piedi sull’altare, ed ora reggeva in mano il lungo bastone color porpora e oro con il quale anche Goku era solito combattere.

Sanzo si fermò. Vide il suo avversario spiccare un balzo verso di lui, concentrare nel bastone tutta la sua forza, proprio come quel giorno Goku aveva fatto con la strega.

Anche questa volta, però, riuscì a spostarsi solo un momento prima di venire colpito e, con una mossa che a qualsiasi spettatore sarebbe sembrata disperata, riuscì incredibilmente ad afferrare

la spada ancora sull’altare e, girandosi di scatto, riuscì a colpire il Seiten al fianco sinistro, quasi vicino al cuore.

 

Poi il pavimento crollò sotto i loro piedi e per la seconda volta in quel giorno la sua coscienza fu nuovamente avvolta dalle tenebre.

 

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Sanzo si risvegliò qualche minuto dopo, steso su un giaciglio di pietre e polvere. Lo circondava un’oscurità ancora più accentuata che all’interno della Chiesa vera e propria e bastò questo a fargli capire che si trovava all’ interno della cripta.

Si guardò attorno e solo con un incredibile sforzo poté alzarsi in piedi, mentre cercava di tamponare con la mano sinistra il profondo taglio cremisi che serpeggiava lungo tutto il suo avambraccio.

Il dolore però non rese meno vigili i suoi sensi e riuscì a percepire immediatamente la presenza del Seiten, la sua agile figura nascosta tra le pietre crollate e l’ infinita teoria di colonne che, avvolto dalle tenebre e dal silenzio, lo spiava, pronto ad attaccarlo.

Sanzo chiuse gli occhi, nel tentativo di recuperare la concentrazione necessaria per scovarlo.

Una calma glaciale si era impadronita del suo essere e la paura, in quel momento, era un sentimento a lui completamente sconosciuto.

Strinse l’ elsa della spada tra le dita e poi, con un gesto rabbioso, la scaraventò lontano.

-Un’ arma come quella è sprecata per uno come te!!!- ringhiò apparentemente a vuoto –Vieni fuori, scimmia!!!-.

E la sua provocazione non rimase inascoltata.

Vide la sagoma del Seiten affacciarsi da dietro una colonna, inizialmente solo in parte, quel tanto che bastava per intravedere nuovamente le sue iridi dorate che lo guardavano divertite e che questa volta sembravano intenzionate a farla veramente finita.

Dei suoi movimenti, anche questa volta, vide solo una confusa scia di ombra. Un calcio violentissimo lo stese nuovamente a terra, vanificando tutti gli sforzi che gli era costato alzarsi, senza che però nemmeno questa volta le sue labbra si lasciassero sfuggire anche un solo gemito di dolore.

Sentì il Seiten sopra di lui, tutta la sua forza concentrata nelle sue mani e nei suoi artigli, pronto a dargli il colpo di grazia. Sentì l’ inutilità, l’ assoluta inutilità di qualsiasi suo gesto di fronte a tutta quella potenza, di fronte a tutta quella forza, contro la quale l’ unica cosa che fu in grado di fare fu alzare lentamente gli occhi e guardarlo.

Il pugno di Goku, o meglio, di ciò che lui era in quel momento, si fermò. Il braccio sembrò quasi che fosse stato bloccato a metà strada da un sortilegio.

O forse, dalla non completamente assopita coscienza del ragazzo.

Un gemito strozzato uscì dalle sue labbra sottili ed ora guardava nelle iridi viola di Sanzo con gli occhi sgranati, come se qualcosa si fosse risvegliato nella sua anima. Esitava e, contemporaneamente, continuava a stringere la vita e la morte del cavaliere nel suo pugno, pronto

a colpire.

Ma questo breve attimo di esitazione bastò a Sanzo, che con uno scatto fulmineo, quasi che non fosse lui (o non solo lui) a muoversi, allungò il braccio nel tentativo di sfiorare con la mano la fronte di Goku.

 

La sua fronte…

 

Se solo riuscissi…anche solo a sfiorarlo….

 

Tu potresti…

 

Tu potresti…….

 

IO potrei…………

 

Ciò che accadde dopo ebbe dell’ incredibile anche per lui.

Di nuovo tornò la luce accecante di prima, il cui fulgore forse fu ancora più intenso.

Di nuovo le sue orecchie udirono i gemiti di dolore del ragazzo, ma queste ben presto cessarono.

Goku gli cadde letteralmente tra le braccia, svenuto ma con il suo vecchio aspetto.

Il fianco sinistro, quello che Sanzo per un puro colpo di fortuna era riuscito a colpirgli, sanguinava copiosamente, anche più di prima e nulla aveva che fosse adatto a tamponare la ferita.

Se non fossero usciti immediatamente da quella specie di tomba Goku sarebbe morto dissanguato!!!.

Facendo attenzione a non compiere movimenti bruschi, cercò di alzarsi in piedi, tenendo il ragazzo tra le braccia. Quindi iniziò a dirigersi il più velocemente possibile verso la scalinata che conduceva ad una delle navate laterali (il cui pavimento Sanzo ipotizzava fosse ancora in piedi), ma dovette fermarsi di fronte alla consapevolezza che ormai sopra di loro solo lo scheletro delle imponenti mura erano ancora in piedi. E lo sarebbero state per poco, perché l’ ambiente aveva iniziato nuovamente a tremare, soprafatto dalle forze negative che erano state liberate in quel luogo

ormai sconsacrato.

-Dannazione!!!- ringhiò a denti stretti (Chiesa o meno, in quel momento non avrebbe potuto dire altro…) –Come diavolo usciremo da qui?-.

Appoggiò delicatamente il corpo di Goku a terra, in un angolo libero da pietre e ragnatele, e si mise a girare intorno alla montagna di pavimento crollato che gli sbarrava la strada, valutando la possibilità di aprirsi una via di fuga. Non c’ era tempo da…

 

-Posso provare ad aprirti un varco-

 

Al suono di quella voce Sanzo si girò. Goku era nuovamente sveglio, seduto e con la schiena appoggiata alla fredda parete.

-Dubito che questo sia il momento di sopravvalutare le tue capacità. Sei ferito gravemente…-

-Ma ho forza necessaria a spazzare via quel cumulo di macerie per farti uscire da qui!!!- ribadì Goku mentre tentava faticosamente di alzarsi.

Sanzo sospirò. Anche in quel momento…che ragazzo cocciuto!!!

Sulla sua testardaggine si sarebbero potuti scrivere dei….

E un pensiero lo fulminò sul posto, impedendogli non solo di continuare a pensare, ma anche di respirare. Perché aveva detto…

-Perché parli come se tu invece dovessi rimanere qui?- chiese quasi bruscamente, in modo da scacciare il terribile sospetto che aveva fatto breccia nella sua mente.

Quella domanda interruppe per un attimo Goku dal suo doloroso tentativo di rialzarsi. Appoggiò la testa la muro, respirò profondamente e solo allora rispose

-La ferita….La ferita che mi hai inferto….Io non posso sopravvivere…-

-Non è una ferita mortale!!!- esclamò Sanzo –Quando saremo fuori, riuscirò a curarti!!-

-No, non potrai. Perché è una tua ferita. E una tua ferita è per me mortale.

Se io non morissi, tutto potrebbe accadere di nuovo. Potrei farti di nuovo del male. Quindi, ti prego,

lasciami morire qui- affermò Goku con una tranquillità che gelò il sangue nelle vene di Sanzo ancor più che il pensiero di poter venire sepolto vivo lì dentro, e questo perché ciò significava che avrebbe potuto dirgli ciò che voleva, avrebbe potuto cercare di portarlo via da li anche con la forza, ma Goku non avrebbe assolutamente cambiato idea.

E poi, uno come lui, cosa diavolo avrebbe potuto dire a quella scimmietta? Quali ipocrite affermazioni sarebbe riuscito a formulare con quelle labbra che, malgrado più volte avessero imprecato o messo a tacere i suoi avversari con affermazioni taglienti, non avevano però mai mentito?.

 

No, lui non era capace di mentire. Mentire a Son Goku era l’ ultima cosa che avrebbe voluto fare nella sua vita.

E sarebbe stata appunto l’ ultima cosa che avrebbe fatto.

 

-Io però…- riprese a dire Goku –Non voglio che anche tu muoia!!! Ti prego Sanzo, lasciami provare!!! Forse potrei aiutarti a…-

-C’ è un passaggio- mentì Sanzo –Posso passare di là, percorrere la navata laterale e raggiungere il portale-

-NON TI CREDO!!!- gridò Goku quasi con disperazione –VOGLIO VEDERE!!!- e tentò nuovamente di mettersi in piedi, anche questa volta senza successo. La cosa gettò una luce di vera

e propria angoscia nei suoi occhi. Se solo non sentisse le membra così pesanti….

-Sanzo, ti prego, non morire!!! Non morire anche tu!!!-

-Tzè, non ne ho affatto l’ intenzione, scimmia-

-E allora perché sei ancora….-.

-Aspetterò qui e poi, quando tutto sarà finito, me ne andrò-.

A Goku non servì chiedere il significato di quelle parole. E poi il tono di Sanzo, il suo sguardo, lo avevano tranquillizzato, così tornò nuovamente ad appoggiare la testa sulla parete e chiuse gli occhi. Sorrise quando sentì Sanzo sedersi accanto a lui, vicinissimo al suo fianco eppure lontano abbastanza da non potersi neanche sfiorare tranne che per quanto riguarda le loro mani, entrambe appoggiate a terra.

Passò circa mezz’ ora, forse un po’ di più. I rumori delle scosse si facevano sempre più forti, ormai era questione di minuti, eppure nessun rumore sembrò a Sanzo che potesse essere più terribilmente assordante dell’ impercettibile respiro della sua piccola scimmia, che si faceva via via sempre più leggero e sempre meno udibile, fino a non sentirsi più.

Il capo di Goku ricadde sulla sua spalla con una innaturale pesantezza e il suo corpo scivolò sino a poggiare sul suo braccio, comunicandogli senza volerlo che tutto era finito, era davvero finito e che sarebbe stata ora che iniziasse ad alzarsi e a mettersi in salvo.

 

Ma Sanzo si sentiva già in salvo. Come mai lo era stato in tutta la sua vita.

 

Voltò la testa verso il suo ragazzo e si fermò ad annusare il profumo vagamente esotico dei suoi capelli castani, notando deliziato come un tenue raggio di crepuscolo fosse riuscito a farsi largo

sino a quella nicchia di tenebra, soffermandosi sulla guancia ambrata del giovane che sembrava semplicemente dormire abbracciato a lui.

E fu proprio questo quello che Sanzo riuscì a percepire, questo quello che volle riuscire a sentire prima che la notte prendesse possesso anche dei suoi sensi.

 

                                                   solo il crepuscolo………

 

                                                         …….e il suo abbraccio…….

 

 

THE END.