parte V - Sodomy and Lust di IrisAlba
Fu un sole freddo e morente a dare il benvenuto a Sanzo, giunto finalmente di fronte a quello che rimaneva delle mura di Sodom, e malgrado le sue membra stanche invocassero un po’ di riposo dopo tutti quei giorni di viaggio, non volle varcare subito le porte della città, preferendo rimanere per qualche minuto fermo a contemplare le mura trafitte dai raggi del sole.
Sembrava stessero ancora bruciando.
Si sorprese nel constatare che quella vista, in realtà, non suscitava nulla in lui. Insomma, quello era il luogo dove il suo maestro d’arme era morto, dove quell’orribile battaglia si era scatenata: possibile che non una lacrima solcasse ancora il suo viso?. Tutto quello che riusciva veramente a sentire in quel momento era solo una intensa, dolce-amara fitta di malinconia.
Malinconia di cosa, poi, non sapeva.
-Sembra che stiano bruciando ancora, non è vero?-gli chiese Goku, interrompendo così il surreale silenzio di quel luogo. “Hai pensato anche tu la stessa cosa…” pensò Sanzo limitandosi, però, a rispondere con un semplice –Si-, senza guardarlo. Goku, invece, lo fissava in silenzio. Era indeciso, voleva chiederglielo, non voleva chiederglielo, non sapeva neanche lui. Era quasi certo che fosse Sanzo l’uomo che stava aspettando da tempo; se così era, DOVEVA assolutamente condurlo nella città, affinché i suoi piani si realizzassero e la sua lunga attesa avesse finalmente fine. Ma cosa sarebbe accaduto se Sanzo non era in realtà l’uomo che lui pensava?. Questo non osava neanche immaginarlo. -Siete sicuro di volerlo?-si decise infine a chiedergli. -Cosa? Cerca di essere più chiaro quando fai una domanda!!- rispose Sanzo, che stava mentalmente preparandosi a sentire la nuova trovata della sua stupida guida. -Siete sicuro…siete sicuro di voler entrare…a Sodom?- balbettò Goku, pur continuando a guardare il biondo con incredibile fermezza. Sanzo ricambiò il suo sguardo. -Mi riaccompagneresti indietro?- -Si. Ora stesso, se è questo che volete!!!- gli rispose il giovane Eretico, mentre cercava di soffocare con la determinazione tutte le paure che stava provando in quel momento. Sanzo si concesse un breve, stanco sospiro. Aveva rinunciato a cercare di capire gran parte dei pensieri che frullavano nella mente di quel ragazzo, ma una cosa voleva che fosse ben chiara. -Io non tornerò MAI indietro!!! Non ho affrontato questo lungo viaggio inutilmente e spero che questo ti sia chiaro, scimmia!!!- concluse facendogli implicitamente capire che non sarebbe più tornato sull’argomento. A dispetto della durezza del tono di voce di Sanzo, il cuore di Goku si riempì di gioia al sentire quelle parole e finalmente, dopo tutti quegli anni, poté riprendere a sperare. Non replicò ma si limitò ad annuire con la testa, concedendosi un grande sorriso di soddisfazione. “Hai superato la prima prova, Sanzo” pensò prima di iniziare a seguirlo dentro le mura.
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Dopo circa un’ora di cammino arrivarono, dunque, al monastero. Era questo un antichissimo castello in gran parte diroccato che però, a confronto delle circostanti rovine, poteva dirsi ancora in “buono stato”. Pur facendo un freddo tremendo, tutti i monaci si erano radunati nell’atrio ad accogliere i due viaggiatori e Sanzo non fece a tempo a scendere da cavallo, che venne subito raggiunto da una figura coperta da un lungo saio oscuro, il cui viso era in gran parte nascosto da un ampio cappuccio.
L’Abate di Sodom.
-Siete dunque arrivato, Genjo Sanzo Hoshi. Il Vostro ritardo stava diventando per me fonte di preoccupazione…^^ - -La vostra premura mi commuove- fece Sanzo con una faccia che tutto era meno che commossa. -Immagino che non sarà stata un’esperienza facile attraversare l’intera Foresta, ma spero che Son Goku abbia ubbidito ai Vostri ordini e Vi sia stato di aiuto…^^ - -Non potete immaginare quanto….- si limitò a dire Sanzo, mentre con la coda dell’occhio si attardava ad osservare il giovane Eretico rimasto in piedi vicinissimo a lui. Goku era strano. Da quando avevano varcato l’entrata del monastero, non aveva detto che poche parole e a Sanzo non sfuggì il modo in cui guardava l’Abate.
Era astio allo stato puro. Era lo sguardo di chi sta aspettando il momento più appropriato per saltarti alla gola. Lo sguardo di chi cova un rancore lungo una vita.
Sanzo aveva già visto quella luce sinistra negli occhi della sua scimmietta, pochi giorni prima, nella Foresta. E non avrebbe mai potuto dimenticarla….
Flash back
-SIAMO CIRCONDATI!!!!- -DANNAZIONE!!- imprecò Sanzo mentre, sguainata la spada, si preparava ad affrontare un nuovo attacco. Erano streghe. Quelle maledette li avevano circondati in pochissimo tempo, né loro avevano avuto modo di sentire alcun rumore; colpa di quella Foresta, che sembrava aver addormentato i loro sensi e reso meno attente le loro menti. E ora le loro nemiche avanzavano. Avanzavano lentamente con quel loro passo leggero e altalenante per poi attaccare all’improvviso, fondendosi con la terra e con la nebbia, che si sarebbe davvero potuta tagliare con il coltello. La loro vocetta stridula, impegnata a biascicare le formule di un incantesimo, era simile al latrato di una bestia.
Non più forze nei loro corpi Non più vita nelle loro anime.
Non più forze nei loro corpi Non più vita nelle loro anime.
“Maledizione!!!”. Sanzo non sapeva più contro chi o cosa imprecare: se contro quella dannata Foresta o contro quelle stradannate vecchiacce che, malgrado l’aspetto decrepito, avevano una forza tale da far impallidire il cavaliere più muscoloso, oppure contro il suo destino marcio che, in tutti quegli anni, non gli aveva mai concesso di fare UN viaggio non dico tranquillo ma, almeno, senza che qualcuno attentasse alla sua vita!!!!. -NON ASCOLTARE LE LORO PAROLE!!!!- gridò a Goku mentre, con un solo colpo di spada, tranciava di netto la testa di un’altra strega. -FOSSE FACILE!!!!- ribatté il giovane, intento a colpire con un lungo bastone color porpora e oro il cranio di una megera che, con le sue lunghe unghie, aveva tentato di tagliargli la gola.
Che Goku fosse un valido combattente Sanzo non aveva dubbi, ma certo non immaginava che lo fosse fino a quel punto!!!. Riusciva a colpire i suoi avversari con una velocità ed una precisione estranee anche al cavaliere più esperto. Non gli andava a vuoto un solo colpo. Ed ogni colpo era mortale. Ma avrebbero potuto continuare a combattere sino allo sfinimento se prima non trovavano la fonte di quel flusso incessante. -Dobbiamo trovare la Madre!!!- disse Sanzo non appena Goku fu di nuovo vicino a lui, spalla contro spalla –Se non la troviamo, potremo stare a combattere qui in eterno!!!- -Sembrano tutte uguali…- constatò il giovane eretico –Come facciamo a….-.
Non dovette concludere la frase. L’avevano trovata.
Era enorme e orribile. Una creatura robusta e possente, coperta da un mantello di pelliccia nera lordo di sangue e con il capo incoronato dal cranio consumato di una capra. -Eccola!!!- esclamò il giovane, già pronto a gettarsi nuovamente contro i suoi avversari. -Dove credi di andare?!! Non è avversario che tu possa affrontare!!!-fece Sanzo, che aveva fermato appena in tempo la corsa del ragazzo. -Invece posso farcela!!! Lasciate che Ve lo dimostri….- lo pregò Goku, fremente di impazienza. -Non se ne parla!!! Credi davvero di essere all’ altezza di un avversario simile?!!!-. A porre fine alla diatriba intervenne la strega stessa che, dopo aver lanciato un urlo acutissimo (così forte che entrambi caddero a terra, sicuri che quelle strida avrebbero finito col perforargli il cranio) si lanciò, correndo, verso di loro.
Goku fu il primo a rialzarsi in piedi. Poi, tutto successe in un attimo.
I movimenti del giovane furono così veloci da sembrare che avesse usato qualche arte magica per materializzarsi vicino al corpo della strega. E costei urlò di nuovo, ma questa volta di dolore. Son Goku, con un solo colpo del suo bastone, nel quale aveva concentrato tutte le sue forze, era riuscito a spezzarle il collo, facendola poi schiantare a terra, e lo aveva fatto con una tale rapidità che Sanzo non poté far nulla, se non limitarsi a guardare. Quando poi tutto ebbe modo di finire il ragazzo, fermo in piedi, si mise ad osservare il suo avversario sconfitto con espressione soddisfatta, i lineamenti del suo viso ancora stravolti dalla gioia perversa e pagana che aveva provato. Si girò, quindi, verso Sanzo, appoggiando una estremità del suo bastone a terra e sorridendogli orgoglioso, come se gli avesse voluto dire -Visto come sono stato bravo!!!! Sono riuscito a proteggervi!!! ^^-. Anche il cavaliere lo guardava e, se fosse stato un uomo abituato a far trapelare le proprie emozioni, Goku sarebbe riuscito a leggere in quelle iridi viola una incredulità sincera e genuina. “Non è possibile….” aveva pensato Sanzo “Non è possibile”. Quella stupida scimmietta, quell’ingenuo ragazzino si era trasformato, pareva che fosse….. un demone!!!!!.
Non un uomo. E nemmeno un Eretico.
“Chi sei veramente? Chi sei veramente?!!!”. Doveva scoprirlo al più presto. Sentiva che se avesse risposto a quella domanda, tutto si sarebbe risolto. Sentiva che era quello il vero fine della sua missione.
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I giorni che seguirono il suo arrivo al castello-monastero Sanzo li passò esplorando quella costruzione da cima a fondo, senza tralasciare il minimo angolino, e a porre domande ai monaci che avevano la “fortuna” di incontrarlo sul loro cammino. Questi ultimi, però, pur sapendo la grave accusa che gravava su di loro, si erano mostrati gentili e disponibili sino all’ inverosimile, offrendosi di accompagnare Sanzo nelle sue ricerche (invito che il biondo aveva “cortesemente” declinato) e rispondendo alle sue domande con una espressione talmente sincera che sembrava avessero stampato sulla fronte –Non abbiamo nulla da nascondere!!! ^^-. Ed era proprio questo che faceva andare in bestia Sanzo. Tutti erano troppo sicuri, troppo gentili, troppo zuccherosi, troppo –Genjo Sanzo Hoshi sarei felicissimo di aiutarla!!!- e questo lo aveva spinto a fare ancora più attenzione.
Quei sorrisi gli sembravano la smorfia forzata di un boia che sta per condurre al patibolo un condannato senza che quest’ ultimo sospetti nulla.
A conferma di ciò vi era il curioso atteggiamento di Goku. In quei giorni, l’ unico a cui aveva permesso di stargli sempre vicino era lui, la piccola scimmia. A dire il vero, l’ espressione “stargli vicino” è un po’ impropria, dato che la sua guida si era categoricamente rifiutata di staccarsi da lui!!!. Tutta quella situazione pareva a Sanzo a dir poco “stonata”: Goku trattava lui, che aveva conosciuto qualche settimana prima, con una familiarità impressionante, mentre era sempre freddo e sospettoso con i monaci con cui aveva vissuto per tutti quegli anni. Se qualcuno si avvicinava a Sanzo (o viceversa), il giovane Eretico seguiva con attenzione ogni singolo movimento dell’ interlocutore del suo “padrone”, anche se il monaco interpellato aveva l’ innocenza dipinta sul viso. Un Eretico che voleva proteggerlo!!!. Uno dei maggiori indiziati della sua indagine pronto a difenderlo anche a costo della vita!!!. -Vi state divertendo molto lassù, maledetti!!!!!- ringhiò Sanzo prima di infilarsi, con un gesto stanco e rabbioso, sotto le coperte.
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La sera dopo, a cena, c’ era più movimento del solito. I monaci parlavano animatamente tra loro e sembravano di ottimo umore; per non parlare dell’ Abate, la vera e propria anima della festa, che si era stampato in faccia un sorrisone a 32 (e più) denti e chiacchierava con Sanzo di ogni minima banalità, come se nessun sospetto gravasse su di lui, sicuro delle sue parole e della sua posizione. “Innocente o no, non me ne vado di qui se non gli faccio almeno una faccia di schiaffi!!!” pensò il biondo mentre, seduto vicino all’ Abate proprio al centro del lungo tavolo, osservava con attenzione, in silenzio, gli altri commensali. Ogni tanto i suoi occhi cadevano anche su Goku, seduto ad un tavolo a parte, assieme a numerosi altri servi. Sanzo pensò distrattamente che quel ragazzo, anche impegnandosi con tutte le sue forze, non sarebbe mai riuscito a passare inosservato e questo non solo per l’ indubbia vivacità del suo carattere. Seppur relegata in un angolo appartato del salone e coperta da dei sobri abiti scuri, la sua bellezza eretica e regale spiccava e attirava verso di se gli occhi del cavaliere. Dal canto suo, Son Goku era nervosissimo. Le sue mani e i suoi occhi non stavano un minuto fermi e continuavano a spostarsi da Sanzo all’ Abate, dall’ Abate a Sanzo. Più di una volta aveva tentato di parlare al biondo da solo, ma di giorno i monaci erano sempre fra i piedi e di notte, dopo aver finito di sistemare la stanza affidata al cavaliere, Goku era costretto ad allontanarsi per non destare sospetti. Ma quella notte doveva parlargli ad ogni costo!!!. Non c’ era più tempo…
Sanzo riuscì a percepire l’ agitazione del ragazzo e i sentimenti di quest’ ultimo sembravano quasi attraversargli la mente.
Sentiva la sua voce nella sua mente, soffocata dai suoi pensieri.
“Perché? Perché diamine mi sembra di essere già stato in questo posto? Perché diamine mi sembra di conoscerti da una vita? Chi sei in realtà? Chi sei veramente? Chi sei tu?”
Seiten Taisei - Cavaliere!!! ^^- Seiten Taisei - Cavaliere?!! ^^””- Seiten Taisei -Cavaliere, mi state ascoltando?!!!!- chiese l’ Abate per la terza volta di seguito. -Cosa…?- -Genjo Sanzo Hoshi, desideravo sapere se domani sarete dei nostri?- -Per andare dove, di grazia?- -Ma alla vecchia Chiesa, no?!! Oltre questo castello, è l’ unico edificio di Sodom ad essere rimasto ancora in piedi!!! Dato che qui non siete riuscito a trovare il codice, vi consiglio di partecipare alla celebrazione di domani. Chissà che non riusciate finalmente a trovare ciò che cercate!!!-. L’ Abate ridacchiò divertito e questo costrinse Sanzo ad allontanare ulteriormente la spada dal suo fianco, per evitare di compiere gesti di cui NON si sarebbe pentito ma che, almeno per il momento, gli sembravano un po’ fuori luogo (ma solo un po’!!!). Dubitava enormemente, però, che l’ Abate sarebbe sopravvissuto a quella vicenda, a prescindere da quanto ne fosse coinvolto!!!!!!!!!!. -Va bene. Verrò con voi- -Davvero!!!! Ma allora….- -Voglio, però, che sappiate questo- lo interruppe Sanzo bruscamente, alzandosi in piedi –Domani, io troverò il codice. So bene che si trova a Sodom. E quando l’ avrò trovato, Voi morirete-. Né l’ Abate né alcun altro ebbero il coraggio di fiatare. Dalle loro facce era scomparsa anche la minima traccia di un sorriso. Muti e pensosi non provarono nemmeno a controbattere e si limitarono ad osservare Sanzo uscire dal salone, con uno sguardo di ghiaccio, senza nemmeno essersi accomiatato. Aveva ormai attraversato gran parte del lungo e oscuro corridoio e già puntava verso la sua stanza, quando all’ improvviso sentì una voce che lo chiamava. -Signore, aspettate!!- esclamò Goku, che correva nel tentativo di raggiungerlo. Sanzo si fermò ed aspettò che il ragazzo gli fosse di fronte prima di chiedergli –Cosa c’ è?- -Questa notte- rispose Goku, dopo essersi guardato un po’ attorno –Questa notte non andate a dormire. Fingete di farlo e aspettatemi, perché Vi devo parlare- -Parlarmi di cosa…..Ehi, stupida scimmia, torna qui subito!!!- ordinò Sanzo ma Son Goku non si fermò. Dopo avergli consegnato la spada che il biondo aveva appositamente dimenticato (e che gli aveva fornito il pretesto di seguirlo) si girò indietro e tornò in fretta verso l’ enorme salone di pietra.
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Aspettava quella stupida scimmia ormai da ore, steso (ancora completamente vestito) sul suo letto. Proprio quando ormai sembrava che quel ragazzino si fosse dimenticato del luogo dove era situata la sua stanza, la porta si aprì e Son Goku si decise finalmente ad entrare. -Dove diavolo ti eri cacciato?- esclamò Sanzo con aria minacciosa, mettendosi a sedere sul letto, ma subito la sua attenzione fu attratta da una grande vasca di rame che il ragazzo si era portato dietro, aveva posto al centro della stanza ed aveva iniziato a riempire con dell’ acqua calda e profumata. -Cosa stai facendo adesso?- chiese mentre chiamava a raccolta tutta la sua pazienza. -È necessario che vi laviate con quest’ acqua, altrimenti non potrete entrare nella vecchia Chiesa- -Ed è questo ciò che dovevi dirmi?!!!!!!!!!!!- -Bè……..SI!!! ^^- rispose Goku sorridendo. Proprio un attimo prima che la funesta ira di Sanzo lo travolgesse, però, la sua espressione mutò improvvisamente. Il suo sguardo si fece serio e preoccupato e il biondo capì che, molto probabilmente, qualcuno li stava ascoltando. -Lavatevi ora…- fece il ragazzo, sforzandosi di riprendere il tono allegro di poco prima –Dovete farlo. Quando avrete finito, tornerò a prendere il tutto-. Sanzo annuì con la testa e aspettò che il giovane uscisse. Sebbene non gli andasse molto di farlo, iniziò a spogliarsi lentamente, lasciando cadere per terra i propri vestiti, per poi iniziare ad immergersi in quell’ acqua calda che profumava di incenso. Goku tornò poco dopo, chiudendo con circospezione la porta alle sue spalle. -Sono andati via. Però: sono più furbi di quanto…..- ma le parole gli morirono in gola. -Sei sicuro che non sia rimasto nessuno?- chiese Sanzo senza guardarlo, impegnato a bagnarsi con quell’ acqua purificatrice. -Si- riuscì a rispondere Goku, prima di appoggiarsi alla porta e di mettersi in silenzio a guardare. Non c’ era alcun dubbio!!! Non avrebbe potuto non riconoscere il suo corpo, il candore della sua pelle, persino il suo modo di muovere le mani. Era Konzen!!! Non poteva che essere lui, che finalmente era tornato, come gli aveva promesso quel giorno di tantissimo tempo fa, quando lui era tornato ad essere di nuovo solo. Ma ora, eccolo lì!!! Lì era il suo viso, lì i suoi occhi, lì il suo corpo, nascosto dalle ombre ed allo stesso tempo illuminato dai bagliori rossi che provenivano dalle fiamme del camino. “Per quanto tempo ti ho aspettato….” Pensò Goku e questa fu l’ ultima cosa che pensò prima che la voce di Sanzo distogliesse, finalmente, la sua attenzione dalle mani del biondo, occupate a scorrere su quel corpo dalla pelle immacolata con tocchi veloci e leggeri. -Si può sapere che fai lì impalato?!!- gli chiese Sanzo tornando a guardarlo. -Aspetto….aspetto che Voi finiate….- si limitò a rispondere e il giovane cavaliere, pur non vedendo bene l’ espressione del ragazzo, poiché gran parte della sua figura rimaneva celata dalle ombra, percepì benissimo la leggera esitazione della sua voce e capì che la vista del suo corpo nudo lo turbava. Improvvisamente una strana idea si fece largo nella sua mente; nulla di importante, solo il desiderio di prendersi una piccola vendetta su quel ragazzino che lo aveva fatto aspettare per tutto quel tempo. -Vieni qui- gli ordinò Sanzo e il ragazzo, pur sentendosi le gambe pesanti come due colonne di marmo, si avvicinò a lui. -Voglio che mi lavi la schiena- gli ordinò ancora Sanzo con uno sguardo che luccicava di arroganza e voglia di sfidarlo. “Voglio proprio vedere che farà questa stupida scimmia timida” pensò ma, in realtà, dubitava che Goku avrebbe avuto il coraggio di toccarlo, malgrado lo desiderasse ardentemente. Oh, eccome se lo desiderava!!! Non c’ era bisogno di alcun potere magico per riuscire a capire di che natura fosse la strana luce che brillava negli occhi del giovane Eretico e questo giocava tutto a vantaggio di Sanzo, che avrebbe potuto portare a compimento la sua piccola vendetta divertendosi ancora di più. La mossa di Goku, però, lo colse di sorpresa. Dopo un breve attimo di esitazione, infatti, con le mani che tremavano impercettibilmente, il giovane si posizionò alle sue spalle, immerse le sue mani nell’ acqua della vasca ed iniziò a farle scorrere lungo la schiena di Sanzo, con tocchi morbidi e delicati. “Devi resistere, Goku!!! Non rovinare tutto proprio ora!!! Resisti, resisti, resisti, resisti….” Pensò ma sapeva bene che era una lotta persa in partenza e che se Sanzo non si fosse deciso ad uscire dalla vasca e a rivestirsi (soprattutto a rivestirsi) non avrebbe resistito ed avrebbe iniziato a mordicchiare quella pelle bianca dappertutto!!!. Sanzo, dal canto suo, stava sperimentando tutte le numerose sfaccettature dell’ espressione –Arma a doppio taglio-. Non si aspettava proprio che il giovane avrebbe avuto il coraggio di toccarlo. Lo aveva sorpreso, questo glielo concesse. Ma che lui, proprio lui, G. S. Hoshi, stesse iniziando a provare un piacere morboso e saturo di peccato sotto il tocco di quelle dita morbide e pudiche, ebbene, aveva dell’ incredibile!!!. Da quando in qua ricercava quel tipo di piacere, quel tipo di sensazioni da un ragazzino, da un diciottenne che sarebbe potuto essere suo fratello minore, da un Eretico?. E perché la malinconia che aveva provato di fronte alle porte di Sodom tornava proprio ora a soffocargli nuovamente il cuore?. Prima di correre il rischio di rispondere a quelle inopportune domande (e prima che qualche gemito di piacere gli sfuggisse dalle labbra) decise di alzarsi. Si girò e prese a guardare Goku dall’ alto in basso (quest’ ultimo, invece, si precipitò ad incollare gli occhi a terra, come se ai piedi dell’ enorme camino ci fosse qualcosa di interessantissimo da guardare). Quel gioco stava per finire. Avevano cose più importanti di cui occuparsi ma prima Sanzo volle concludere quella vendetta crudele con una altrettanto crudele trovata. -Trova qualcosa di adatto e asciugami, scimmia. E vedi di sbrigarti perché non abbiamo tutta la notte-. Poco ci mancò che Goku avesse uno svenimento. Già era stata una interminabile tortura far scorrere le mani sulla schiena di Sanzo fingendosi il più possibile distaccato e indifferente; figuriamoci ora, che avrebbe dovuto addirittura…. A quanto pareva, il sadismo di Konzen era col tempo aumentato, ma l’ orgoglio di Goku non avrebbe mai sopportato alcuna accusa di vigliaccheria, soprattutto da parte sua. Quindi, alzata di scatto la testa e guardato Sanzo dritto negli occhi, si sfilò la lunga maglia nera che era solito portare (rimanendo così a petto nudo) e iniziò ruvidamente a passarla per tutto il corpo di Sanzo, partendo dal collo per poi soffermarsi sulle braccia per poi proseguire lungo il petto e l’ addome, senza il minimo rispetto nei confronti di quella pelle bianca che sembrava preziosa come avorio. Poi si chinò ed iniziò ad occuparsi delle gambe, partendo dai piedi e le caviglie, risalendo poi lungo i polpacci e le cosce quando, all’ improvviso, la mano di Sanzo si abbassò a stringergli il braccio, lo fece alzare in piedi e lo getto violentemente sul letto, a pancia in giù. Colpito da quel gesto improvviso, Goku non riuscì a pronunciare una parola e quando cercò di girarsi sentì il peso del corpo di Sanzo su di lui, sentì che si era seduto a cavalcioni su di lui e gli aveva afferrato con forza i polsi, stringendoli in una morsa dolorosa. -Ma cosa….- -Fa silenzio!!!- esclamò Sanzo con voce alterata mentre guardava, con gli occhi sbarrati, il grande tatuaggio che ornava la schiena del ragazzo sotto di lui.
Forse nessuno poteva vantarsi di conoscere bene come lui quel simbolo.
Era il sole!!!. Il sole stilizzato che gli Eretici della Città Orientale portavano tatuato sul braccio, quello che il ladro del codice aveva tracciato con il sangue dei suoi custodi e che ora Sanzo vedeva sulla schiena di Son Goku, completamente occupata da quel simbolo rosso.
Il simbolo del Seiten!!!!.
-Mi state facendo male!!!- esclamò il giovane Eretico, riuscendo così a far spostare gli occhi di Sanzo dalla sua schiena. Questi si posarono su di lui, ma non promettevano nulla di buono. -Dove e, soprattutto, chi ti ha fatto questo? Rispondimi!!!- -Non posso rispondervi se continuate a stringermi i polsi così!!!- -Ti ucciderò se non lo farai!!!- gridò Sanzo, aumentando ulteriormente la stretta –Questa volta mi dirai tutto quello che voglio sapere e bada che sono pronto a rimanere così anche tutta la notte!!!!- -Davvero?- chiese Goku cambiando sensibilmente il tono della sua voce. A Sanzo il modo in cui aveva detto quel –Davvero?- non piacque proprio. Sembrava…..sembrava….. divertito!!!. -Così però non riuscirò a dirvi molto….- e, con un velocissimo scatto, Goku si divincolò dalla sua scomoda posizione e, dopo una aggrovigliata lotta di braccia e gambe, riuscì finalmente ad imprigionare Sanzo sotto di lui, a sedersi sul suo ventre, tenendogli bloccate le braccia a sua volta e costringendolo a guardarlo in faccia. -Lasciami subito, scimmia- sibilò il biondo –Ti consiglio di non aggravare ulteriormente la situazione- -Ma è colpa tua!!!- fece il giovane sorridendogli con dolcezza –Il mio aspetto ti ha tratto in inganno anche questa volta. Anche questa volta hai sottovalutato la mia forza perché ti sei fatto ingannare dal mio corpo…-. Era vero. Se ora si trovava in quella posizione a dir poco umiliante, in quella situazione che aveva definitivamente fatto sfumare ogni possibilità che le sue gesta venissero cantate in qualche romanzo cavalleresco (non che ci tenesse particolarmente, comunque….), era per colpa del fatto che aveva sottovalutato la forza di quel ragazzino. Non che si fosse improvvisamente dimenticato che Son Goku fosse un Eretico; piuttosto, non aveva sufficientemente considerato il fatto che non fosse un Eretico come gli altri.
E di questo ora aveva l’ inconfutabile prova.
-Cosa hai intenzione di fare?- chiese Sanzo irato. -Secondo te, cosa voglio fare?- gli domandò Goku a sua volta, innocentemente. -Tzè. Se devi uccidermi, fallo e basta. Non perdere tempo come fai di solito- ribatté Sanzo con fermezza e senza la minima traccia di paura. Non aveva mai avuto paura di morire e, forse, il fatto che sarebbe stato un Eretico a strappargli la vita aveva anche una certa coerenza di fondo. Sentì che Goku stava avvicinando il suo viso al suo. Lo aspettò con calma, avvertendo con chiarezza il peso del suo giovane corpo che si spostava in avanti. Ormai sentiva il suo respiro sul collo. Chiuse gli occhi e attese che gli squarciasse la gola, oppure che gli cavasse gli occhi (dopo tutto, non faceva che ripetergli –Avete degli occhi meravigliosi, Signore!!!-. Se li sarebbe tenuti per ricordo), oppure…..ma che diavolo stava combinando quella stupida scimmia? Quanto ci voleva ad uccidere una persona?. Dato che non succedeva ancora nulla, Sanzo decise di riaprire gli occhi. E, per tutta risposta, Goku lo baciò.
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Ora, dire che quella era l’ ultima, ma proprio l’ ultima, ma in assicuro l’ ultima cosa che Sanzo si sarebbe aspettato in quel momento forse non rende bene l’ idea della totale incredulità con cui il biondo reagì al gesto del ragazzo. Goku lo stava baciando. Stava baciando LUI, né quelle labbra morbide che poggiavano delicatamente sulle sue erano il frutto di un incantesimo o dei suoi sensi che, combinazione, proprio quella sera sembrava volessero riscoprire i piaceri della carne. Per qualche secondo non poté che subire, immobilizzato non tanto dall’ atto di per se (aveva notato fin troppo bene il modo in cui Goku si era fermato a squadrare il suo corpo nudo), quanto dalla naturalezza, dalla incredibile sicurezza con cui il ragazzo si era piegato verso di lui e aveva trovato le sue labbra.
Come se quello fosse un gesto che aveva avuto di compiere tante altre volte.
E le sue labbra…oh, quelle, avevano esultato e iniziava a farsi bruciante la sua voglia di rispondere. Una parte di lui, a quel semplice tocco, si era letteralmente svegliata di scatto, chiamata dal dolce-amaro sapore di piaceri troppo a lungo seppelliti nella memoria.
La sensazione di dejà-vu, che lo aveva tormentato dalla prima volta che i suoi occhi si posarono sul ragazzo, tornò a farsi talmente forte che si sentì mancare. La voce…la voce del ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi viola…. …il suo viso…. Lo stavano ingoiando!!!. Sembrava volessero prendere il suo posto!!!!.
-Ahiii!!!!- gridò Goku portandosi una mano alle labbra. Sanzo ne approfittò per alzarsi a sedere, afferrargli nuovamente le braccia e tendergliele dietro la schiena, pur continuando a farlo rimanere seduto sopra di lui. -Ma…mi hai morso!!!- -Non morirai per questo!!!- ribatté Sanzo a poca distanza dal volto di Goku –Cosa diavolo credevi di fare?!! L’ aver sottovalutato la tua forza lo ritieni un peccato degno di essere paragonato ad un altro peccato?!!!- -Volevo solo aiutarti a ricordare- affermò Goku a sua volta. -Non ho bisogno di tornare indietro al mio passato- sibilò il biondo avvicinando ulteriormente il suo viso a quello del ragazzo –È il tuo quello che ora mi interessa!!! E bada a non compiere il mio stesso errore e a non sottovalutare la mia forza!!! Se non parlerai, ti ucciderò…- -Allora fallo!!!- esclamò Goku senza la minima esitazione, quasi con gioia –È questo che voglio tu faccia!!!-. Era felice. Terribilmente felice. Così sinceramente felice che Sanzo pensò non avesse preso sul serio la sua minaccia. -Credi forse che io stia scherzando?!!- esclamò stringendo con ancora più forza i polsi del ragazzo tra le sue mani –O che io mi faccia degli scrupoli ad ucciderti?!! Voglio che mi parli!! Devi parlarmi o non ci sarà alba per te domani!!!-. Ma l’ espressione di Goku non mutò al sentire quelle parole; solo si fece un po’ più seria e malinconica. -Tu credi che io stia scherzando ma ti assicuro che non è così. Io voglio che tu mi uccida…- e così dicendo tese il capo verso l’ alto, lasciando in bella vista il suo collo indifeso, sul quale portò una delle mani del biondo. -Lo senti? Senti palpitare la vena sotto le tue dita? Ti basterà premere, stringere con forza e la mia attesa sarà finita-. Nella stanza calò un silenzio tombale, una massa di non-suono tale che nemmeno i loro respiri potevano realmente udirsi, malgrado entrambi respirassero pesantemente per la tensione. -Solo tu puoi farlo- continuò Goku chiudendo gli occhi –Tu e nessun altro. Quindi ti prego, Konzen, fallo!!!!-
Konzen
Quel nome…. Dove l’aveva già udito? Dove aveva già sentito Goku pronunciarlo?
Anche l’ altra mano di Sanzo raggiunse il collo di Goku. I suoi occhi viola si erano ridotti a due fessure e sentiva alla gola lo stesso nodo che ritenne dovesse avere un uomo posto sull’ orlo di un baratro. Quel ragazzo. Lui doveva dare la morte a quel ragazzo, quell’ Eretico e non avrebbe sofferto nel farlo, perché in realtà quella stupida scimmietta altro non era che un…. …estraneo….
…..No. Non era un estraneo. Troppo dolce risuonava il suo nome nella sua mente….Goku….Goku… Goku. La piccola, stupida scimmia di cui si era occupato. Che a lui avevano affidato, tanti anni fa. Ed ecco!!! Ricordava la sua mano nella sua, sui suoi capelli castani, sulla pelle ambrata delle sue braccia. E ricordava il suono della sua voce che lo chiamava sempre, continuamente.
Konzen Konzen
Lentamente, le mani di Sanzo abbandonarono il collo di Goku per sostituirle con le sue labbra, come ammenda per ciò che aveva tentato di fare. Strinse tra le braccia i suoi agili fianchi, riuscendo così interamente a percepire il moto di sorpresa che aveva per un breve istante attraversato il corpo del ragazzo seduto su di lui. Ma fu un attimo; ben presto, anche Goku iniziò a stringere a se il corpo di Sanzo, con tutta la disperazione di un’ attesa durata anni e anni, mentre si soffermava a posare un casto bacio sui biondi capelli del cavaliere. Quest’ ultimo chiuse gli occhi e lasciò che Goku lo spingesse nuovamente a stendersi sul letto e riprendesse a baciarlo; e questa volta le labbra del giovane non furono respinte, tutt’ altro. Sanzo riuscì ad avvertire anche il lieve sapore del sangue (aveva morso troppo forte il labbro del ragazzo) e quel sapore, fuso al respiro di Goku, eccitò maggiormente i suoi sensi. Appena qualche ora prima non avrebbe tollerato neanche l’ idea che qualcuno lo toccasse o che lui stesso potesse voler toccare qualcuno con l’ esplicita intenzione di appagare un desiderio della carne ma, in quel momento, con la mente occupata a recuperare frammenti di passato di una vita che però non era la sua ( o almeno questo era ciò che credeva ), si accorse come quella stessa idea non fosse che menzogna, perché una parte remota di lui stava esultando sotto il tocco delle mani di Goku lungo il suo petto. Anche le sue mani avevano iniziato ad assaggiare la pelle del ragazzo. Scorrevano, veloci e impudiche, lungo la schiena, seguendo con i polpastrelli delle dita le linee del grande tatuaggio che ornava la schiena di Goku, avvicinandosi sempre più ai pantaloni che ancora il ragazzo portava. Fu allora che Sanzo si ricordò di essere completamente nudo e, a quanto pare, se ne ricordò anche Goku, che iniziò a muovere con estrema lentezza il suo bacino avanti e indietro, in modo da sfregare con la ruvida stoffa dei suoi pantaloni il basso ventre di Sanzo. Il biondo, indispettito dall’ audacia del ragazzo (che stava mandando a farsi benedire tutto il suo famigerato autocontrollo), incominciò a privare Goku dell’ unico indumento che in quel momento indossava. Allontanò le labbra del ragazzo dal suo collo e lo costrinse a tornare in posizione eretta. Alzò poi il braccio e con il dito indice sfiorò la fronte del giovane per poi procedere, il linea retta, lungo il suo viso, il suo petto, il suo ventre piatto, lasciando Goku momentaneamente senza fiato. Proprio quando la corsa della mano di Sanzo era giunta al termine la scimmietta si alzò in piedi sul letto e, continuando ad avere il corpo di Sanzo sotto di lui, iniziò a privarsi egli stesso dei suoi pantaloni, con uno sguardo a metà tra l’ imbarazzato e il bambino dispettoso.
Il suo corpo nudo era una composizione armonica e perfetta. Tutto avrebbe dovuto sottomettersi a quella bellezza peccaminosa e sembrava che anche il fuoco che riscaldava la stanza, consapevole di ciò, volesse sottolineare questa realtà con un erotico e drammatico gioco di luci e ombre. Quella sera, pensò Sanzo, sarebbe stato suo. Sarebbe stato NUOVAMENTE suo. Suo il suo corpo, la sua carne, il suo spirito e questo lacerante desiderio non fece che aggravare il già inconfondibile stato in cui si trovava il suo corpo. Tese a Goku il braccio e lasciò che le sue dita si intrecciassero a quelle del ragazzo, che si ritrovò nuovamente su di lui, sotto di lui, come qualche minuto prima quando Sanzo, accecato dall’ ira, lo aveva sbattuto sul letto perché colpito dal sole tatuato sulla sua schiena. Ora di quella stessa immagine Sanzo ne stava baciando i contorni, li seguiva con la punta della lingua mentre il ragazzo sotto di lui ansimava, lo chiamava e tendeva verso di lui il suo giovane corpo, serrando i suoi grandi occhi dorati.
I suoi bellissimi occhi di Eretico.
Eretico ed eresia……abominio da combattere. Da cancellare. Da eliminare. Era questo il suo compito, la missione che gli avevano affidato e che lui aveva deciso di accettare perché legata a questa era l’ uccisione del suo maestro.
Del suo Maestro…..
Del suo Maestro!!!.
Tutto finì all’ improvviso così come era incominciato. Costrinse l’ immagine del ragazzo dai lunghi capelli biondi ad andare via dalla sua mente e assieme a lui finirono con lo scomparire anche la sensazione di dejà-vu e il sottile gioco di contrasti di luce che avevano contribuito a far sembrare il tutto simile ad un rituale i cui segreti venivano pian piano riscoperti. Il fuoco si era spento. La stanza era ora un semplice e buio blocco di pietra il cui silenzio era rotto dai loro respiri e dai loro sentimenti stracciati. Entrambi stettero per qualche secondo stesi l’ uno a fianco all’ altro, senza dirsi nulla, limitandosi a guardare muti il soffitto. Nemmeno le loro mani si sfioravano. Poi Goku si mosse, lentamente scivolò lontano dal corpo di Sanzo e iniziò a vestirsi in tutta fretta. Il biondo si sedette sul letto e lo guardò. Poteva farlo, dato che ora gli occhi di entrambi erano coperti dalle ombre. -Ascolta….- -Vi chiedo di perdonarmi- lo interruppe Goku –Mi sono lasciato ingannare dal Vostro volto; ma, davvero, pensavo che Voi….che Voi poteste essere…..- -Chi? Chi sarei potuto essere?- -Nessuno. Ormai non ha più importanza- rispose scuotendo la testa e Sanzo in quel momento fu certo che stesse disperatamente cercando di combattere contro le lacrime. Il senso di colpa per un istante fu così forte che pensò potesse soffocarlo. Sentì il giovane avvicinarsi furtivo verso la porta della stanza e già lo vedeva andare via senza che il suo orgoglio gli permettesse di raggiungerlo per parlargli ma, a dispetto di quello che si aspettava, invece di aprire subito la porta Goku si attardò prima a parlargli, senza però guardarlo. -Ricordate la lettera, quella che quel giorno tracciaste sul terreno perché io la leggessi? Era un’ alfa…..ma Voi l’avevate già capito…. che io sono in grado di leggere il greco antico e che sarei in grado di leggere il Codice. Io ho rubato il Codice…..cioè, non proprio. Mi credereste se Vi dicessi che non sono stato proprio io a rubarlo?- -Si- rispose Sanzo senza esitazioni –Ma non posso credere a quello in cui tu vuoi che io creda-. Goku ridacchiò amaramente. –Sapevo che avreste detto così- sospirò rassegnato –Anche se domani avrete modo di cambiare idea…- -Cosa succederà domani?- chiese Sanzo, malgrado disperasse ormai di ottenere una risposta precisa -Ritroverete il Codice- rispose Goku, tradendo così le sue aspettative -Ma non riuscirete a riportarlo in Occidente. L’ Abate tenterà di uccidervi, ha cercato di farlo sin da quando abbiamo masso piede nel monastero, ma io sono sempre riuscito ad evitarlo. Ora, però, non potrò più farlo…- -Perché?- chiese Sanzo, ormai stanco di tutti quegli enigmi –Se sai qualcosa devi dirmela, altrimenti nemmeno tu riuscirai a salvarti domani…- -Vi sbagliate- lo interruppe Goku -Domani, purtroppo, io sarò l’ unico che riuscirà a salvarsi. L’ Abate, gli altri monaci, Voi: tutti verrete uccisi per mano mia né io potrò impedire che ciò avvenga. Voi non siete chi io credevo. Per anni Vi ho aspettato, per tutto questo tempo ho aspettato l’ uomo in grado di uccidere il Seiten, ma non siete riuscito a ricordare nulla e ormai è tardi per fare qualsiasi cosa. Non voglio che Voi moriate, non lo sopporterei, quindi, Vi prego, per una volta ascoltate quello che Vi dico: non andate con gli altri domani. Lasciate perdere il Codice, fuggite stanotte stessa, altrimenti nulla rimarrà di Voi e del Vostro valore-. Per la prima volta nella sua vita Sanzo fu incapace di controbattere. Di fronte a quelle parole, solenni e gravi come una profezia, sentì che non avrebbe potuto dire proprio nulla, perché quello che Son Goku aveva detto si sarebbe avverato, entrambi lo sapevano, così come entrambi sapevano che in realtà prima dell’ alba non sarebbe fuggito da nessuna altra parte.
Poco dopo, l’ impercettibile rumore della porta che si chiudeva gli fece capire che Goku era andato via.
Sanzo non lo rincorse (d’ altronde il ragazzo stesso non avrebbe voluto che lo facesse); lentamente, tornò a stendersi tra la coltri semi sgualcite, che ancora conservavano l’ agrodolce sapore della sodomia e della lussuria; sapore che troppo fugacemente le sue labbra avevano avuto modo di gustare. Quella notte non riuscì a chiudere occhio: questi rimasero fissi a guardare il soffitto, lungo il quale sembrava che da un momento all’ altro si sarebbe potuta leggere la sua sentenza di morte.
TO BE CONTINUED!!!
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