parte III - His Ghost in the Fog di IrisAlba
Alcuni anni erano passati ormai dalla battaglia che portò alla distruzione della città di Sodom, evento straordinario, che aveva permesso di riportare nella grande Città santa dell’Occidente l’antico codice. Non erano però in molti a sapere come si svolsero realmente i fatti e Sanzo, appunto, era tra coloro che sapevano. Quel giorno, infatti, lui era lì e, a dispetto di tutti i suoi disperati tentativi, non sarebbe mai riuscito a dimenticare quei momenti, indissolubilmente marchiati a fuoco nella sua anima. Sodom era una piccola città, completamente circondata dall’immensa e misteriosa Foresta Del Nord e delle regioni settentrionali costituiva il più remoto baluardo di civiltà. Vi abitavano soprattutto monaci, i così detti “monaci alchemici” di Sodom, famosi in tutto l’Occidente non solo per il loro immenso sapere, ma anche perché il loro compito principale era custodire l’antico codice, malgrado in realtà nessuno di loro sapesse bene cosa vi fosse scritto. Pare però che un giorno un Eretico convertito, originario della Città Orientale, entrò tra le fila dei monaci alchemici di Sodom.
E fu allora che tutto ebbe inizio.
Il falso Eretico convertito riuscì, infatti, a tradurre le formule contenute nell’antico codice, cosa che fece con l’obbiettivo di risvegliare la leggendaria creatura in cui gli Eretici credevano, affinché potesse salvare la Città Orientale dall’assedio e restituirle la gloria perduta. Per sete di conoscenza, per insondabili frustrazioni interiori o Dio solo sa per cos’altro, i monaci alchemici rinnegarono tutto ciò in cui prima avevano creduto e professarono fedeltà alle formule magiche contenute nel codice. Giunsero addirittura ad utilizzarle per ottenere la stessa forza fisica degli Eretici: abbandonarono la loro natura umana e diventarono esseri simili ai demoni. I Padri Conciliari, vista la gravità della situazione, non tergiversarono oltre ed affidarono a Koumyou Sanzo il compito di recuperare immediatamente il codice. La battaglia che seguì l’arrivo dei cavalieri occidentali a Sodom fu terribile: i monaci alchemici vennero sterminati e la città fu completamente rasa al suolo. E quel giorno Sanzo, allora giovanissimo, vide il suo amato maestro d’arme morire proprio di fronte ai suoi occhi. Da allora il rimorso non aveva mai abbandonato il cuore del cavaliere, che si trovò sarcasticamente a pensare come fosse spiccato il senso dell’umorismo (o meglio, il sadismo) delle forze celesti. Dopo tutti quegli anni, gli affidavano ora la stessa missione un tempo affidata al suo maestro e che gli era costata la vita.
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-E così tutto torna a ripetersi!!!- esclamò uno dei tre Padri Conciliari non appena Sanzo finì di esporre le conclusioni a cui era giunto. -Non c’è altra spiegazione- ribadì Sanzo –D’altronde solo un Eretico sarebbe in grado di compiere da solo una strage del genere…- -Un Eretico straordinariamente forte!!!- osservò uno dei vecchi tremando visibilmente. Sanzo chinò la testa in segno d’assenso, poi proseguì –I monaci alchemici sono tornati a Sodom ed è probabile che l’ Eretico che ha rubato il codice sia con loro…- -Ne siete convinto?- chiese un altro Padre Conciliare. -Ne sono sicuro!!!- rispose Sanzo senza alcuna esitazione -Alcuni di loro sono stati educati sin da piccoli a leggere il greco antico e sicuramente i monaci alchemici sopravvissuti sono riusciti a rintracciarli e ad accordarsi nuovamente con loro- -Un accordo fatale!!!- esclamò il più vecchio dei tre religiosi –Come allora gli uni useranno il codice per raggiungere limiti a loro proibiti e gli altri lo useranno invece per tentare di avere la meglio su di noi!!!- -Se le cose stanno così, Genjio Sanzo, dovete partire immediatamente!!! Dovete assolutamente recuperare l’antico codice!!!- -Per i preparativi della missione non preoccupatevi: penseremo noi a tutto!!! Inoltre vi metteremo a capo di un’intera…- -Non voglio assolutamente che qualcuno mi accompagni in questa missione. Desidero andare sino a Sodom da solo!!!- lo interruppe Sanzo con un tono che non ammetteva repliche. -Solo?!! Volete…Voi volete davvero andare completamente solo?!! Ma vi rendete conto di quello che state dicendo?!! State per tornare a Sodom!!!- fece allibito uno dei tre vecchi. -Se vi sono degli Eretici a Sodom li affronterò così come li ho affrontati sotto le mura della Città Orientale. Inoltre dubito che in così pochi anni i monaci siano riusciti a ricostruire le mura distrutte- affermò Sanzo con determinazione. -Ma…ma…- -Dalle macerie non ho nulla da temere!!!- concluse il giovane –Di intralcio mi potrà essere, invece, l’incompetenza dei vostri cavalieri…- -Voi ci state offendendo!!!- esclamarono indignati i Padri Conciliari –La vostra arroganza è intollerabile!!- -Come osate darci ordini?!!- -Potremmo condannarvi a morte, se volessimo…- -Dubito che le vostre minacce di morte possano spaventare chi ha passato anche un solo giorno a Sodom!!!- li interruppe Sanzo guardandoli dall’alto in basso, per poi voltarsi e uscire dalla stanza del consiglio.
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I Padri Conciliari non poterono che attenersi alle disposizioni di Sanzo, in quanto sapevano bene che lui era l’unica persona in grado di recuperare il prezioso manoscritto trafugato. Dopo appena qualche settimana, quindi, riuscirono ad ultimare tutti i preparativi per la missione e il cavaliere dai capelli biondi poté finalmente accingersi a partire. Per dare nell’occhio il meno possibile Sanzo decise di non viaggiare con addosso la sua armatura. Optò per abiti scuri e sobri, tanto che solo la spada legata alla cintura denunciava le sue nobili origini e la sua reale identità (oltre che il suo aspetto, ma il giovane cavaliere era sicuro che delle vesti più semplici sarebbero riuscite a celare un’eleganza e una raffinatezza che, in realtà, in lui erano qualcosa di innato). Cavalcando solo attraverso le fredde regioni del Nord Sanzo impiegò tre mesi ad arrivare, finalmente, a quella che era la sua prima destinazione: un piccolo villaggio subito dopo il quale si estendeva la grande Foresta, ostacolo inevitabile per chi desiderava giungere a Sodom (o meglio, a ciò che ne era rimasto). Dato che non era uno sprovveduto e poiché sapeva che, per attraversare la Foresta, avrebbe avuto bisogno di una guida esperta, che conoscesse i sentieri più sicuri e fosse capace di difendersi da sola, creandogli il minor intralcio possibile, prima di partire Sanzo aveva obbligato i Padri Conciliari a mandare al villaggio un messaggero che avvisasse del suo arrivo e che gli avrebbe dovuto procurare la guida di cui aveva bisogno e con la quale sarebbe subito ripartito. Giunto al villaggio, quindi, si recò immediatamente alla locanda posta nella zona più vicina alla grande Foresta, dato che qui la guida di cui aveva bisogno avrebbe dovuto attenderlo. Entrò senza dire una parola in quella specie di bettola che odorava di fumo e di vino scadente, tracannato con avidità da alcuni rozzi abitanti del luogo lì presenti, con molta probabilità cacciatori che si rifocillavano dopo un’intera mattinata infruttuosa. Passare inosservato fu per lui impossibile e non poté evitare che i molti occhi lì presenti lo seguissero passo passo, mentre si avvicinava fiero e senza alcuna esitazione al bancone posto in un angolo della stanza. Erano qui sedute anche alcune ragazze, le cui mansioni molto probabilmente non si limitavano solo a servire ai tavoli i clienti. Queste si stavano letteralmente mangiando il biondino con gli occhi, ma Sanzo non le degnò nemmeno di un veloce sguardo, limitandosi a sedersi su uno degli sgabelli posti vicini al bancone. -Gojyoooo!!! Vieni quiiii!! È arrivato un nuovo cliente!!- gridò una di queste ragazze mentre si avvicinava al biondino. -Eccomiiii!!!- rispose una voce da un angolo della stanza, voce che apparteneva al padrone della locanda, un ragazzo alto e avvenente, dai capelli e gli occhi color rosso scarlatto, che si avvicinò subito al bancone chiedendo –In che cosa posso ser…ah, siete voi!!! Vi aspettavo!!- esclamò sorridendo a Sanzo, che si era voltato nella sua direzione. -Il messaggero inviato dai Padri Conciliari è giunto in tempo, allora- fece Sanzo mentre, con sguardo disinteressato, lanciava rapide occhiate al suo interlocutore e lungo la stanza male illuminata. -Bè, era qui per annunciare l’arrivo di un uomo della vostra fama!! Non poteva non arrivare in tempo…- osservò Gojyo ironicamente –Comunque io sono Sha Gojyo, il proprietario di questo luogo, e mi è stato chiesto di ospitarvi con tutti gli onori possibili e immaginabili nella mia umile locanda!!!- esclamò il rosso chinando leggermente il capo, gesto che sembrava di rispetto ma che a Sanzo parve venato da una lieve punta di sarcasmo. -Non sarà necessario- affermò Sanzo senza scomporsi minimamente –Ho intenzione di ripartire subito. Dov’è la mia guida?!!- -Ehi, ehi, con calma!!!- esclamò Gojyo ridacchiando –Dia a quel ragazzo il tempo di arrivare!! Purtroppo quella stupida scimmia non corre con la stessa velocità che impiega a mangiare…- -Ragazzo?!!- domandò il cavaliere cadendo dalle nuvole –Come sarebbe a dire “ragazzo”?!- -Bè, non mi sento di dare del nonno a chi ha soltanto 18 anni!!!- osservò Gojyo divertito ma Sanzo parve all’improvviso leggermente contrariato e, sceso dallo sgabello, si avvicinò al rosso sibilando –Spero che non mi abbiate trovato come guida per Sodom un moccioso!!!-. Il giovane dai capelli rossi non parve minimamente intimorito dal tono minaccioso di quelle parole e, guardando il cavaliere ben dritto negli occhi, esclamò serissimo -Quel “moccioso” è il solo che possa guidarvi sino a Sodom!!!-.
Nella locanda calò all’improvviso un silenzio surreale (almeno per quel luogo). I rumori dei bicchieri di vino e di birra sbattuti sui tavoli di legno e le risate volgari si erano di colpo zittiti. E l’attenzione di tutti si rivolse ai due giovani in piedi in un angolo della stanza, che sembrava stessero litigando. -Non so cosa voi sciocchi popolani pensiate- iniziò Sanzo, che non era abituato a farsi sopraffare da nessuno -Ma questo viaggio non è uno scherzo ed io avevo dato degli ordini precisi!!!- -Lo so benissimo!!- ribatté Gojyo, che non era arretrato di un solo passo di fronte al biondo –Anzi, Vi dirò di più: tutti qui al villaggio sanno perché i Padri Conciliari hanno mandato di nuovo Voi a Sodom!! Sappiate però che qui non troverete nessuno che sia in grado e, soprattutto, che voglia accompagnarvi sino a quella città abitata dai Demoni…- -Ma che uomini valorosi!!!- lo interruppe Sanzo con un sorrisino carico di sarcasmo –Così valorosi che nemmeno la promessa di una lauta ricompensa è riuscita a smuovervi dal vostro stato di feccia!!!- -COME VI PERMETTETE!!!!- gridò Gojyo che stava quasi lanciandosi contro il biondo; quest’ultimo, però, aveva sguainato la spada, così velocemente che nemmeno Gojyo era riuscito ad accorgersene, se non quando aveva sentito una lama fredda e tagliente sfiorare il suo collo. Lama fredda e tagliente come gli occhi viola di quello strano cavaliere, che era tornato a guardarlo impassibile e che con voce atona gli chiese –Cosa credi di fare, “grande eroe”?-. -Io non potrei fare molto…- affermò il giovane dai capelli rossi che ora guardava fisso la lama della spada –Ma non me ne preoccupo: ci penserà Lui a sistemarti!!!- -Lui?!! Intendi i Demoni?!!- chiese Sanzo mentre lentamente riponeva la spada -Usa pure quel tono incredulo- fece Gojyo mentre si tastava il collo con la mano –Ti accorgerai della verità quando giungerai a Sodom!!!- -Non vedo come potrò farlo, dato che la mia guida non è ancora arrivata!!!- ribatté Sanzo per nulla spaventato -Arriverà domani mattina, domani sera al massimo. È sicuramente per colpa di questa fitta nebbia che tarda ad arrivare. Comunque Vi ho già fatto preparare una camera…- fece Gojyo mentre, dopo aver riservato a Sanzo un’altra occhiataccia ostile, lo invitò con la mano a seguirlo. Il pensiero di passare la notte in quella topaia non lo allettava per niente, ma la stanchezza dovuta al lungo viaggio aveva improvvisamente deciso di farsi sentire. Forse era stato un bene che la guida che gli avevano trovato non fosse ancora arrivata…. Incominciò, quindi, a seguire il padrone della locanda, quando all’improvviso un pensiero si fece largo nella sua mente. -Aspetta un attimo!!!- esclamò Sanzo –Hai detto che la guida non è di questo villaggio. Se è così, allora da dove proviene?!!-. -Da Sodom- rispose Gojyo lapidario –Son Goku è uno dei servi dell’abate di Sodom. È stato lui che gli ha ordinato di venirvi a prendere-.
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L’alba del nuovo giorno trovò Sanzo già alzato, lavato e vestito. Aveva infatti abbandonato il suo giaciglio prestissimo, dato che per tutta la notte non era riuscito quasi a chiudere occhio, sia perché lo aveva tenuto sveglio il non molto allettante pensiero di ritrovarsi nel letto gli scarafaggi che passeggiavano spensieratamente sul pavimento (e che, non voglio esagerare, erano grandi un dito e più…), sia perché era stato letteralmente tormentato dagli incubi.
Incubi legati al suo recente passato e ad anni che sperava di non dover ricordare più.
Quella notte la sua mente sembrava fosse stata risucchiata nell’impietoso vortice dei ricordi. Vecchie immagini di sangue erano tornate a visitarlo, si vedeva ancora davanti agli occhi le inespugnabili mura della Città Orientale e i corpi esanimi degli Eretici uccisi. O quelli di loro che, in ceppi, erano stati catturati per poi essere venduti come schiavi. Le loro tremende iridi dorate erano tornate a tormentarlo, così come era tornata a tormentarlo la loro voce, il loro orgoglioso e disperato grido di aiuto. La loro insopportabile nenia….
Seiten Taisei.
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Sembrava che non avrebbero mai smesso di chiamarlo e che il loro grido non avrebbe mai smesso di rimbombargli nelle orecchie, né avrebbero finito mai di danzare innanzi ai suoi occhi quella fitta nebbia di visi e di luoghi dai contorni sfumati, che Sanzo quasi faticava a riconoscere. Luoghi, visi e voci allo stesso tempo lontanissime e vicinissime, nel tempo e nello spazio, che si levavano dagli abissi del suo cuore. Un groviglio confuso e indefinito attraverso il quale Sanzo riuscì a distinguere una voce mai sentita (ma stranamente familiare), la voce di un uomo dalla pelle bianca e dai lunghi e bellissimi capelli biondi, che invano quella notte aveva tentato di rivelargli qualcosa.
TO BE CONTINUED!!!
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