Avvertenze! I personaggi di Slam Dunk appartengono al mitico Takehiko Inoue e alla I.T.Planning Inc, tutti i diritti riservati, e alla Planet Manga per l'edizione italiana. A me non viene in tasca proprio nulla.
Dunk Heat parte III di ria
La campanella suonò, annunciando la fine delle lezioni. Mitsui raccolse la cartella e si preparò ad andare in palestra per gli allenamenti, sorrise tra sé. Ultimamente non vedeva l'ora di correre via dalle lezioni. C'era un sole fantastico. Giornata stupenda per giocare a basket. Notò un certo movimento sulla porta della classe, i suoi compagni di terza si stavano ritraendo timorosi di fronte ad una presenza incombente. Akagi lo stava aspettando. I rapporti tra loro non erano mai stati dei migliori, ma la passione comune per la pallacanestro faceva superare parecchie difficoltà. "Akagi..." lo salutò con un cenno, mentre si gettava la cartella sulle spalle. "Mitsui..." fu l'altrettanto gelida risposta, mentre il gorilla lo fissava con la più cupa ed intimidatoria delle sue espressioni. "Dove hai lasciato il piccolo Megane-kun ?" chiese con indifferenza, non vedendo Kogure, al suo solito posto nella scia del capitano. "E' in infermeria, ha avuto un..." Akagi si ritrovò a parlare con il muro, e ad attirarsi parecchie occhiate divertite da parte degli altri studenti, visto che nel punto in cui fino a poco prima si trovava Mitsui, adesso c'era soltanto aria, mossa dalla sua folle corsa lungo il corridoio. " ... attacco leggero di febbre..." Akagi scosse la testa, da un po' di tempo in qua Mitsui non era più lui. C'era qualcosa che non quadrava. Ma non stette a rimuginarci più di tanto, era ora di cominciare gli allenamenti.
Mitsui era quasi senza fiato quando raggiunse l'infermeria. L'unica cosa che gli roteava nel cervello era di essere sicuro che quattr'occhi stesse bene. Tutto il resto non aveva importanza. L'allenamento poteva aspettare un paio di minuti, avrebbe fatto una visitina a Kogure e poi sarebbe corso via, in fondo lui si era sempre preoccupato della sua salute. Il minimo che poteva fare era ricambiare, si giustificò. Ma c'era qualcosa in fondo alla sua coscienza che continuava a ripetergli *Bugiardo !*. Spalancò la porta con violenza e si precipitò dentro, guardandosi freneticamente intorno. C'erano solo due persone nella stanza. In piedi. Una era la dottoressa e l'altra era Kogure. Un Kogure allegro e sorridente e almeno in apparenza perfettamente in salute, che perse il sorriso, non appena si accorse di chi era entrato. "M... Mitsui... stai male...?" gli chiese preoccupato, finendo di riabbottonarsi la camicia dopo la visita. Mitsui vide rosso. Lui si era preoccupato come un pazzo, e adesso Kogure gli veniva a dire se stava male, non riusciva a credere alle proprie orecchie. "Io... io... sarei malato...?" scandì a fatica, cercando di recuperare il fiato. Si appoggiò alla porta, stringendo la maniglia tra le mani, fino a farsi diventare le nocche bianche per lo sforzo. "Mitsui, c'è qualcosa che non va?" gli chiese la dottoressa Sakaguchi. Lui fu costretto a rimangiarsi la rabbia e cercare di ostentare indifferenza. "N... no... tutto ok... mi avevano detto che... Kogure era in infermeria... e così..." la dottoressa ridacchiò con comprensione, battendo affettuosamente la mano sulla spalla di Kogure. "Non devi preoccuparti, il tuo amico sta bene, ha solo avuto un leggero attacco di febbre, ma adesso è tutto passato." Poi rivolgendosi a Kogure che era rimasto serio, in silenzio "Adesso vai a casa, e ricordati, niente più allenamenti per un paio di giorni. E per quattro giorni, prendi una di queste pillole dopo i pasti principali." Gli consegnò il flaconcino e rimase pensierosa un attimo "Sarebbe meglio che qualcuno ti accompagnasse a casa per oggi." Kogure si irrigidì "Non ce n'è bisogno, sto bene..." "Non si preoccupi, lo accompagno io." Lo interruppe secco Mitsui, calcando la voce sull' *io*. Voleva aiutare Kogure, ma sentiva ancora agitarsi dentro di lui una rabbia sorda, rivolta principalmente a sé stesso, per aver reagito in maniera spropositata, e anche verso Kogure, per farlo comportare a quel modo. "Andiamo, Kogure... " lo invitò a denti stretti. Lo vide agitarsi a disagio. Ben gli stava! Almeno erano in due ad avere dei problemi. Questa considerazione lo distrasse un attimo dalla realtà. Come mai anche Kogure ultimamente era sempre nervoso in sua presenza? "Tu... hai gli allenamenti, Mitsui, non devi disturbarti..." balbettò. "Nessun disturbo. Ti accompagno a casa e poi corro in palestra. Andiamo!" "Akagi non sarà contento, sei appena rientrato in squadra... " Kogure faceva di tutto per evitare il suo sguardo, Mitsui sembrava infuriato con lui, eppure non gli aveva fatto proprio niente. Non gli andava che lo accompagnasse contro voglia... "Su Kogure, adesso stai meglio, ma per sicurezza è meglio che Mitsui ti accompagni a casa." Lo interruppe la dottoressa "E adesso ragazzi, andate, io ho del lavoro da sbrigare." Li accompagnò gentilmente alla porta e la chiuse dietro di loro. Mitsui e Kogure si ritrovarono soli in corridoio. Kogure rimase in silenzio, guardandosi nervosamente la punta delle scarpe. Una mano gli si appoggiò gentilmente sulla spalla e lui alzò gli occhi sorpreso. Mitsui lo stava fissando con attenzione. "Sei sicuro di stare bene, quattr'occhi. Sei pallido." "Si... sto bene, era solo un po' di febbre..." "E adesso non ne hai più?" Kogure vide il viso di Mitsui avvicinarsi sempre di più al suo e trattenne il respiro incredulo. Le labbra di Mitsui si appoggiarono fresche sulla sua fronte bollente. Rabbrividì involontariamente al contatto. "Scotti." Sentì il fiato di Mitsui sulla fronte, ma rimase immobile incapace di fare un solo movimento. Mitsui gli appoggiò anche l'altra mano sulla spalla e con una stretta gentile, lentamente e inesorabilmente lo trasse ancora più vicino a sé. Lo fissò negli occhi, mentre dentro si sentiva rimescolare, gli occhi di Kogure erano enormi e spalancati dietro le lenti. Ma non mostravano il minimo segno di repulsione o di orrore e questo lo incoraggiò a continuare in quella sua azione folle. Si avvicinò lentamente, lasciandogli tutto il tempo per ritrarsi, ma Kogure continuava a rimanere immobile a fissarlo, respirando con un leggero affanno. Lo sguardo di Mitsui scivolò sulla sua bocca, anticipandone le intenzioni. Involontariamente Kogure si passò la punta della lingua sulle labbra secche e vide le pupille di Mitsui dilatarsi a quel gesto, finchè non avvertì il primo contatto bocca contro bocca e chiuse gli occhi. Lasciò andare il fiato che non si era accorto di aver trattenuto, le gambe gli tremavano e l'unico appiglio che riuscì a trovare per sostenersi furono le braccia di Mitsui, che si serrarono con violenza intorno a lui, schiacciandolo contro il corpo dell'altro, mentre la bocca di Mitsui si era sigillata sulla sua, impedendogli di respirare. Kogure cominciò a dibattersi e a spingere contro il torace di Mitsui per liberare la bocca e prendere fiato, malgrado avesse aspettato a lungo quel momento rischiava l'apnea totale. E non era neanche un vero bacio! Mitsui lo lasciò andare di scatto, allontanandosi di un passo, scuro in volto come un temporale. "Andiamo!" ringhiò, si voltò e si incamminò lungo il corridoio, senza preoccuparsi di vedere se l'avrebbe seguito o meno. *Idiota! Idiota! Idiota! Ma cosa diavolo stavi pensando, quando hai baciato Kogure!? Mio Dio! L'hai baciato! Hai baciato uno dei tuoi amici!* Mitsui imprecò tra sé, mentre una vocina nella sua testa continuava a ripetergli quelle frasi, ma ce n'era anche un'altra, molto più fastidiosa ed insinuante che cantava come un ritornello nella sua testa *E ti è piaciuto! Ti è piaciuto!* *A lui però no!* gli faceva eco l'altra voce. Era questo il pensiero che lo aveva frenato dal continuare, dallo sbattere Kogure contro il muro e prepararsi a mangiarlo vivo. Era stato il suo dibattersi e cercare di liberarsi che lo aveva gelato sul posto. Lo attese sulla porta del cortile, non aveva neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, dopo quello che aveva fatto. "Mitsui..." cominciò Kogure in tono affannoso. Lui si irrigidì. "Andiamo!" "Mitsui..." ripeté accorato, cercando di incontrare il suo sguardo. "Lascia perdere Kogure, dimentichiamo tutto, ok?" lo liquidò secco. Kogure si rassegnò e non gli restò altro da fare che seguirlo. Il silenzio tra loro si poteva tagliare con il coltello. Mitsui non aveva più detto una parola e camminava a passo veloce davanti a lui, le spalle rigide e la mascella serrata. Lui si sentì rifiutato e ancora più miserabile di quanto non era già. Per Mitsui non significava nulla quel bacio, probabilmente lo aveva fatto per amicizia, perché lo aveva visto malato, o peggio, forse perché involontariamente lo aveva incoraggiato lui! Quello era il pensiero che lo faceva stare peggio. Doveva aver sopravvalutato le sue forze, perché ad un certo punto si sentì mancare, fece in tempo a mormorare "Mitsui!..." prima di aggrapparsi ad un muro. Il suo debole gemito distrasse Mitsui dai suoi cupi pensieri. Che cosa aveva combinato? Aveva rovinato completamente l'amicizia tra lui e Kogure. E poi a lui non piacevano neanche i maschi, il solo pensiero di baciare un altro ragazzo lo ripugnava! E allora perché? Perché aveva baciato Kogure?! Lui era normale! O almeno aveva sempre pensato di esserlo. Si girò di scatto sentendo chiamare il suo nome e accortosi della situazione, corse al suo fianco a sostenerlo. "Maledizione Kogure! Potevi dirmelo che ti sentivi ancora male!" gli urlò contro spaventato. Kogure aprì a fatica gli occhi e lo mise a fuoco "Eri troppo impegnato ad essere arrabbiato con me." mormorò con voce flebile. "Non ero arrabbiato con te... ma con me stesso..." sussurrò. Mitsui si sentì in colpa. Kogure non c'entrava niente, era stato lui a cominciare, eppure aveva pagato il prezzo maggiore. "Su forza, ti prendo in spalla, così non dovrai più camminare." "Lasciami, ce la faccio da solo..." Mitsui si sentì rifiutato un'altra volta, ma ignorò la sensazione, doveva pensare a portarlo a casa, poi... "Avanti, non fare il bambino e aggrappati forte a me." fece una pausa aggrottando le sopracciglia "Forse ti farà schifo toccarmi, ma ti assicuro che non ho brutte intenzioni." Se lo caricò in spalla, come un sacco di patate, non era tanto leggero, ma sarebbe stato disposto a trasportare dieci volte il suo peso, purché stesse bene. Le braccia di Kogure gli circondarono il collo, mentre la sua fronte appoggiava sulla sua spalla. "Non mi fai schifo..." lo sentì mormorare " ... io mi fido di te, Mitsui..." Quelle parole lo riempirono di calore, ma rifiutò di crederci "Sei molto più buono di me, Megane-kun, io al tuo posto non sarei stato così generoso..." sibilò tra i denti, aggiustando la presa e cominciando a camminare velocemente verso la casa di Kogure, prima arrivava, prima sarebbe finita quella tortura.
"Kogure... Kogure siamo arrivati..." si sentì scuotere dolcemente e si svegliò dal suo torpore, scottava, probabilmente lo sforzo di camminare gli aveva fatto salire di nuovo la febbre. "Dove?" avvertì anche fisicamente la risata di Mitsui, visto che il suo torace riposava sulla schiena dell'altro. "A casa tua, baka!" poi tornò serio "Forza devi metterti a letto." Kogure gli passò le chiavi e con un po' di difficoltà Mitsui aprì prima il cancello del giardino e poi la porta di casa. Dopo averla chiusa, osservò dubbioso la scala che portava alla stanza da letto. "Tieniti forte." lo avvisò e cominciò a salire. Arrivò in cima senza fiato, ma erano entrambi sani e salvi. Depositò con tutta la delicatezza possibile Kogure sul letto e poi rimase a fissarlo indeciso sul da farsi. Quattr'occhi era rimasto sdraiato così come lo aveva messo e non accennava a muoversi. Lui sospirò rassegnato. Cominciò a togliergli scarpe e calze, quando arrivò a sbottonargli la camicia, Kogure aprì improvvisamente gli occhi e gli bloccò le mani. "Che cosa stai facendo?" chiese allarmato, Mitsui si irrigidì e lasciò immediatamente andare la camicia, le sue mani però lo trattennero. "Non ti stavo spogliando per poi approfittare di te, volevo solo che ti mettessi a letto." gli rispose a disagio, in tono amaro. Il ricordo del bacio che gli aveva dato era ancora troppo vivido nella sua memoria. Ritrovarsi solo con lui nella sua stanza, e accorgersi che la sua eccitazione non era diminuita affatto, non faceva altro che peggiorare le cose. Kogure si rilassò, appoggiò le mani lungo i fianchi e chiuse gli occhi. "Ok, mi fido di te." Mitsui lo guardò sbalordito"Forse sono io che non mi fido di me stesso." borbottò tra i denti, terminando il lavoro, poi si fermò. "Ce la fai a togliertela da solo?" "Perché?" "Perché non voglio che tu pensi che... insomma dopo quello che... oh accidenti! Toglitela e basta!" Kogure aprì gli occhi e si tirò su a sedere, Mitsui era inginocchiato di fianco al letto, lo sguardo corrucciato e a disagio, un rossore diffuso sul viso, gli venne quasi da ridere, ma si trattenne in tempo. Forse c'era ancora qualche speranza... se fosse stato solo arrabbiato non si sarebbe preoccupato così per lui, ragionò. Raccolse tutto il coraggio che aveva per portare a termine l'azione. Un'occasione simile non si sarebbe più presentata... e poi poteva sempre dare la colpa alla febbre. Appoggiò i piedi per terra e così si ritrovò a guardarlo dall'alto. Lentamente alzò le mani e incorniciò il viso di Mitsui. "Qua... quattr'occhi che stai facendo?" deglutì a fatica. Kogure cominciò ad abbassare il viso con un intento inequivocabile. "Kogure..." pronunciò in tono d'avvertimento, ma lui non gli diede retta. "Kogure!..." il tono di Mitsui adesso era pieno di panico, anche se non faceva nulla per fermarlo. "Sme...smettila, quattr'occhi! Hai la febbre e non sai quello che fai!" "Sto benissimo." lo interruppe, accarezzandogli la cicatrice sul mento, era da tanto che voleva farlo. Mitsui chiuse un attimo gli occhi disperato, rabbrividendo e pregando tra sé che non smettesse proprio adesso. "Non so perché tu stia facendo questo ma..." "Tu parli troppo, Mitsui." " ... non devi sentirti obbligato da quello che ho fatto io, prima mi hai respinto..." le ultime parole furono inghiottite dalla bocca di Kogure che era scesa improvvisa sulla sua, togliendogli il fiato. L'impatto era stato tanto violento che gli occhiali di Kogure lo colpirono sul naso, mentre le loro bocche si adattavano l'una all'altra. Kogure si scostò, ma prima che Mitsui avesse il tempo di farsi prendere dai sensi di colpa, si tolse gli occhiali e tornò a baciarlo con timidezza, questa volta, esaurito tutto il coraggio nell'impulso iniziale. "E' il tuo primo bacio, quattr'occhi?" lo prese in giro Mitsui, quando dovettero separarsi per riprendere fiato. Kogure arrossì e annuì lentamente, poi sorrise malizioso "Il secondo." Mitsui si incupì"E il primo chi te l'ha dato?" chiese minaccioso, irragionevolmente geloso di quel fantomatico personaggio che aveva osato toccare il *suo* Kogure, mentre le mani stringevano i suoi polsi. "Tu, mezz'ora fa, baka!" ridendo si chinò a baciarlo di nuovo. Le labbra di Mitsui erano soffici, ma ferme, calde sotto le sue, mentre lui timidamente familiarizzava con quelle nuove emozioni, e a mano a mano acquistava sempre più coraggio e iniziativa. Sentiva Mitsui esercitare un ferreo controllo per non muoversi e non spaventarlo, per farlo andare alla velocità che desiderava. Sentiva il suo cuore battere forte e rapido, allo stesso ritmo del proprio. Una curiosa sensazione alla bocca dello stomaco gli faceva mancare il respiro, ma non era una cosa spiacevole, era come avere mille farfalle svolazzanti che cercavano di uscire. Con cautela socchiuse le labbra e la punta della lingua esplorò i contorni della bocca di Mitsui. Lo sentì emettere un gemito, mentre il suo autocontrollo si sgretolava e si ritrovò ad essere baciato con autentico ardore, mentre Mitsui prendeva il comando in quella schermaglia. Mitsui gemette raucamente e non resistendo più, afferrò Kogure e lo spinse supino sul letto, finendogli sopra e continuando a baciarlo come un affamato, dimenticando il proposito di andare piano e non spaventarlo. Alla prima invasione della sua lingua, Kogure sussultò sorpreso e fece per ritrarsi, ma lui glielo impedì, finché non lo sentì rilassarsi e cominciare a rispondergli, le lingue che duellavano frenetiche, come se non esistesse più un domani e le mani che cercavano tremanti pelle da toccare e accarezzare. La bocca di Kogure era calda, umida e sapeva di paradiso. I baci divennero frenetici e le mani cominciarono a vagabondare lungo i corpi per conoscerne meglio la forma e la struttura. Mitsui era come ubriaco, avrebbe voluto andare avanti per sempre, una volta cominciato, una volta dimenticato tutti i suoi dubbi e le sue paure. Era Kogure, quello che teneva tra le braccia. Il suo migliore amico, il ragazzo che lo capiva meglio di chiunque altro, quello che lo faceva andare a fuoco solo sfiorandogli una mano. Gli depositò una pioggia di baci sul viso e sul collo, prima di cominciare a scendere sul torace per esplorare con la bocca quello che avevano appena scoperto le mani. Kogure gemette con abbandono e si agitò lievemente sotto di lui, comunicandogli una scarica elettrica. Scese più in basso, non trascurando di baciare ogni centimetro di pelle che scopriva, ma all'improvviso si bloccò. Kogure era immobile e silenzioso. Mitsui si sentì gelare. Ecco lo aveva disgustato, ma era troppo gentile per dirglielo chiaramente e così... E adesso che cosa avrebbe fatto? Non sarebbe riuscito a fare finta di nulla, lo sapeva. Vederlo tutti i giorni agli allenamenti e non poterlo più toccare come ora... sarebbe stato un vero inferno... "Kogure..." sussurrò con voce roca, alzando piano la testa, pronto a scusarsi, a fare qualsiasi cosa... E si gelò un'altra volta. Quell'idiota si era addormentato!
"Mitsui! Dove diavolo sei stato!" Bonk! "Ite! Gorilla... mi hai fatto male!" Bonk! "Ite!" "Comincia a correre e vedi di levarti quel ghigno dalla faccia!"
owari parte III
Per chi non conosce il giapponese: megane-kun= quattr'occhi baka= scemo ite=ahia/che male
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