INTRO: Ora facciamo un piccolo salto temporale
e scopriamo cosa è successo la sera prima
TITOLO: Due Destini - parte 4/4 + epilogo
RATING : Venus
PAIRING: nessuno
DISCLAIMERS : Tutti i personaggi sono miei... etc etc etc DEDICA: agli amori non corrisposti...
"...it was a night out
they were going to remember
for a very long time."
[The Criminologist]
Due destini
parte IV
di Venusasaboy 73
Capitolo 4 - Un passo indietro
I.
Esce dal Babylon in quella calda serata di fine settembre.
Incredibile che si possa ancora girare tranquillamente in maniche corte, Incredibile che stasera abbia deciso di mettere
quella maglietta così... così... finocchia. Ma tant'è... gli fa fare una bella figura esaltando i muscoli delle braccia e sottolinenando
l'abbozzo di addominali che si ritrova... e poi male che vada può sempre coprirla col giubbotto, che tiene
con un dito, mollemente appoggiato sulla spalla.
Sta pensando che forse dovrebbe tornare in palestra... anche a costo di ribeccare il suo ex... quando si sente chiamare.
La voce che lo chiama sembra venire dal passato. Da un passato in parte felice, ma per la maggior parte doloroso.
Non ci crede. Pensa ad una allucinazione... o forse ha bevuto un pò troppo stasera... Non può essere LUI.
Decisamente non può essere... magari qualcuno che conosce e che in quelle condizioni, in quel momento ha un tono di voce simile al
suo. E quando incrocia lo sguardo della persona che si sbraccia ed effettivamente lo sta chiamando... il cuore manca un
battito e lui si ritrova proiettato 2anni indietro.
Labbra, mani, lacrime... in un attimo tutto torna lì... quegli occhi.
Massimo.
Decide di non ignorarlo come sarebbe giusto fare...
Non può impedirsi di sorridere quando Max lo chiama di nuovo e sembra felice di averlo rivisto... felice di averlo trovato..
come se lo stesse cercando da tanto tempo.
David, inizia a correre verso di Lui ma sbatte contro una tipa alla quale chiede scusa senza darle nemmeno un'occhiata.
La tipa, Rebecca, invece lo guarda eccome... ha visto come ha sorriso al richiamo del "suo ragazzo"... Lei si ritrova spaesata
in un quartiere gay a contemplare un bel ragazzo che corre incontro ad un altro che è altrettanto bello... se non di più.
E sarebbe un pò meno doloroso se quello che aspetta non somigliasse così tanto al SUO Massimo.
Per questo si incuriosisce e decide di "spiare" quei due.
David arriva di fronte a Massimo... un pò trafelato, per la corsa e l'emozione. Massimo ha di nuovo lo sguardo fisso
nei suoi occhi. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi lì, a due passi da quello che rischiava di essere la causa della
sua rovina o forse chissà... della sua felicità?
In fondo è lì per quello no?
«David...»
«Che cazzo ci fai tu qui» è la risposta che ottiene da David... la felicità di un attimo prima ha lasciato
il posto all'antica rabbia.
«Sempre gentile tu eh ?»
«Beh, cosa ti aspettavi dopo il modo in cui mi hai trattato... devo ricordartelo forse ?»
«No... no non devi... sono stato uno stronzo con te. Ma... »
«Hai avuto paura!»
Quelle parole gli bruciano dentro... Paura...
Si. E' quella la chiave in fondo. E David l'aveva già capito. Caro, dolce, sensibile, adorato David...
Quante volte aveva pensato a lui, a come avrebbe reagito ad una eventuale sua visita. Male probabilmente...
e giustamente. E invece David l'aveva capito ancora prima di quanto non ci fosse riuscito lui stesso.
Quante volte aveva ripensato alle sue labbra... alle sue mani... alle sue parole.
Nessun uomo prima gli aveva mai detto "ti amo"...
Nessuna donna, nemmeno la sua ragazza di allora.
Lei ci aveva messo un pò di più. Ma David era stato il primo. E lui aveva avuto paura.
«Si... Paura»
«Bene, dai togliamoci da qui...»
Si incamminano lungo la via affollata di giovani uomini in cerca... In cerca dell'amore eterno... o, in alternativa, della scopata
di una notte... ma in fondo forse l'alternativa è proprio l'amore eterno...
«Cosa vuoi da me... perchè mi stavi cercando vero ?»
Dice David...
«Come lo sai ?»
«Intuito femminile ?... no dai... tranquillo sto scherzando» cerca di tranquillizzarlo perchè a quell'innocente uscita
da umorismo gay (nemmeno tanto riuscita) Massimo si è un pò irrigidito.
E' chiaro che è in piena confusione. Ha la barba sfatta, esattamente come David se lo ricordava.
Lo guarda e lo trova un pò dimagrito... la faccia un pò sbattuta... cosa sono quelle ombre nere sotto i suoi occhi ?...
Eppure 'è ancora così bello' sta pensando
David... prima di chiedergli...
«Allora dimmi... cosa ti ha spinto a cercarmi ?»
«David... io innanzitutto devo scusarmi per quello che ti ho fatto... Io credo di averti fatto ma...»
«No... non preoccuparti. Caso archiviato»
«David Io...»
«Max... Dio non pensavo che avrei ridetto questo nome... Max... davvero... non preoccuparti... piuttosto sono io
che mi devo preoccupare?... cosa ti è successo ?»
«Ti ricordi la mia ragazza... quella che mi eccitava tanto che...»
«Si... come dimenticarla»
«E' incinta!... e io sono così confuso, voglio dire... io la amo... e sono sicuro che amerò anche il nostro bambino...»
«Scusa se ti interrompo ma... perchè stai dicendo queste cose a me ?»
«David... io ho ripensato molto a te... a quello che è successo fra noi... e questa notizia mi ha per la prima volta posto di fronte
a delle responsabilità... responsabilità per cui non so se sono pronto... questa nuova consapevolezza mi ha
spinto a domandarmi il perchè del mio comportamento di allora... e beh... io credo... voglio capire se... cosa sono David ?
L'averti conosciuto mi ha cambiato... Io credo di averti amato a mio modo... Voglio solo capire»
«Max... torna dalla tua ragazza... non è ancora tua moglie ?»
«No... non ancora... può ancora cambiare tutto se tu...» e interrompendosi improvvisamente Max prende tra le mani
la testa di David e con forza preme le labbra contro le sue.
David lo lascia fare... Ritrova il sapore che credeva dimenticato... le sue labbra sono ancora morbide come allora...
'quest'uomo bacia da dio... come 2 anni fa' pensa David... 'ma è solo spaventato... senti come trema... non è me che vuole'
e seguendo questo filo di pensieri lo stacca da sè...
«Allora sei un frocio anche tu eh ?» gli dice...
Max rimane spiazzato... 'che gli prende' pensa... perchè mi insulta...
«Dai vieni qua... succhiamelo... lo so che lo vuoi... sono anni che lo cerchi no ?...
«David...»
«Te ne stai lì a sbatterti la tua bella ragazzetta facendo contenti mamma papà e la società intera solo perchè è quello
che vogliono da te...»
«DAVID...basta»
«E poi la metti incinta e ti caghi sotto... oddio un bambino... e credi di liberarti del peso delle responsabilità cercando me... ?»
«DAVID smettila... io» le mani di Max si stringono a pugno... sempre più forte... le unghie si infilano nella carne morbida...
«Tu, tu sei troppo piccolo... troppo vigliacco per urlare al mondo che tutto quello che vuoi è un pò di cazzo!...
è così Max?... è per questo che mi hai cercato? eh? ... e allora avanti che aspetti... eccomi qua...»
E mentre dice questo comincia con movimenti rabbiosi a sfilarsi la cintura e a sbottonarsi i pantaloni... incurante di aver
lasciato cadere il giubbotto per terra.
«DAVID FINISCILA... non è questo che...»
«Ah... non è questo che vuoi eh... allora è un bel culetto tutto quello che ti serve?... beh, sei fortunato... lascia solo che mi sbottoni
i pantaloni e avrai tutto quello di cui hai bisogno»
Ed è in quel momento che il primo cazzotto lo colpisce all'occhio...
«Oh... allora era questo... - urla David - dimostrare al mondo che sei un uomo... che a te i froci non piacciono... Ouch»
Un calcio lo colpisce in piena pancia... e un'altro pugno fa il resto del lavoro sulla sua faccia, spaccandogli il labbro...
Poi Max sente una donna urlare... e vede un energumeno con i tacchi a spillo correre verso di lui...
Tira su David tenendolo per la maglietta e guardandolo in faccia... quella faccia che va gonfiandosi a vista d'occhio...
«David... » dice... non può dire altro.
«Max... vai... torna a casa... hai avuto le tue conferme... sei un uomo, ora. Prenditi le tue responsabilità!»...
Max lo molla lì, scappa da quel luogo... da quel vicolo in cui tutti i dubbi si sono finalmente dissolti...
2.
Rebecca vede il tipo biondo tirare un cazzotto al ragazzo che l'ha urtata e comincia a cercare aiuto...
Si guarda intorno e l'unica persona che ha un aspetto imponente (e che le dà retta) è un travestito che sta appoggiato ad un palo
della luce a pochi metri da lei...
«Senta, signore...»
«Signorina, prego...» gli dice lui con voce cavernosa...
«Mi scusi... signorina... in quel vicolo... stanno menando un ragazzo» urgenza nella voce tremolante...
«Tesoro... io non mi infilo nei litigi fra coppiette... al massimo ne sono la causa»
«Ma... quel ragazzo... David... le sta veramente prend...»
Ci mette un pò a realizzare che la "signorina" è già corsa verso il vicolo nel momento in cui ha detto quel nome...
La segue... lo segue... insomma corre anche lei verso il luogo della rissa e quando arriva intravede il tipo biondo sferrare prima un calcio
e subito dopo un pugno sul viso di David... e allora urla.
Il biondo si gira verso la fonte di quel rumore... raccoglie David da terra come uno straccio... dice qualcosa...
e poi lo molla lì e se ne va.
«Oh DAVID... DAVID, AMOREMIOCHETT'HANNOFATTO» il travestito singhiozza come una ragazzina... ha raccolto David
e lo tiene tra le braccia... la testa posta in grembo, come una grottesca pietà omo... e quando lei arriva urla...
«ODDIOOOO CHIAMA UN'AMBULANZA... ME L'HANNO AMMAZZATOOO»
Lei, sta quasi per farlo... ma David sussurra...
«Mi stai staccando un timpano Olga... sto bene... lasciami andare... vado a casa.»
poi chiude gli occhi...
Olga ricomincia a singhiozzare. Rebecca decide di prendere in mano la situazione.
«Dobbiamo portarlo a casa... lei sa dove abita ?»
«NO... Non so dove abita il "MIO" David... lui non mi ha mai invitata a casa sua... e comunque se ti azzardi ancora a darmi del lei...
Io sono Olga, piacere » le dice, sfoderando un sorriso macchiato di rossetto, e due occhi circondati di mascara sciolto dalle lacrime...
e porgendole una mano incredibilmente morbida e delicata... con le lunghe unghie laccate di un bellissimo rosso perlato.
«Piacere... Rebecca... forse dovremmo cercare nelle tasche un documento ?»
«Hai ragione Becky, posso chiamarti Becky? si vero? bene... tu guarda nella giacca... io controllo nelle tasche dei pantaloni»
Fortunatamente Rebecca trova subito il portafogli nella tasca interna del giubbotto... Si gira e guarda un pò interdetta Olga che sta frugando
nelle tasche davanti dei pantaloni di David... invece che in quelle dietro dove sarebbe più logico... Scuote la testa e dice
«Trovato... puoi smettere di cercare»...
Al travestito sfugge un 'acc di disapprovazione, ma tant'è che toglie le mani da dove le ha indebitamente messe e tira su il suo "amore"...
Rebecca ha controllato l'indirizzo nella carta d'identità... è rimasta per
un attimo incantata da quella foto... contro tutte le teorie per cui le foto
dei documenti sono orribili lui è venuto incredibilmente bene...
E' più giovane... non che ora sia vecchio, ma così come è conciata adesso la sua faccia, lei non può apprezzare quello sguardo franco,
sbarazzino che ha invece nella foto. Il David della foto sorride... evidentemente e piacevolmente in pace con se stesso e la sua immagine.
I capelli sparati in aria, più scuri di quanto non siano ora... Rebecca memorizza via e numero civico... non le sfugge il secondo nome di
David... può sempre usarlo per ricattarlo in futuro.. chissà... La via non è lontana. E David, pur tramortito dai cazzotti si regge in piedi,
ed è facilmente trasportabile.
Olga, ovviamente, le sta dando una mano... ma lo tiene su appoggiandogli pesantemente una mano sul didietro e lei pensa che
non potrà lasciare che sia Olga a portarlo a casa... se non vuole avere uno stupro sulla coscienza.
«Olga... scusami... forse dovresti andare a casa. Ci penso io a lui»
«Ah, no... non sia mai detto che lascio il mio David in mano ad una... scusami cara, niente di personale... ad una sciacquetta qualunque...
che poi me lo porti sulla cattiva strada.»
sorprendentemente David parla...
«Ti amo» sussurra in direzione di Olga... e lui... lei... insomma Olga ha quasi una crisi isterica...
«ODDIO LO SAPEVO... LUI MI AMAAAAAAAA...»
«Max...» sussurra ancora David... e la crisi di OLGA si fa, se possibile, ancora più isterica...
«ODDIOOOOOO... NOOOOO... CHI E' QUESTO MAX ADESSO... NOOOOO... NON TI VOGLIO PIU' VEDEREEEEE»
e singhiozzando a più non posso si allontana, mollando lì una Rebecca completamente incredula. Più avanti, pensandoci comincerà a ridere
senza più smetterla... ma ora come ora ha delle responsabilità.
Questo ragazzo ha bisogno di lei. E lei deve accantonare tutto... divertimenti e delusioni per aiutarlo.
«Sei un povero stronzo»... sono le ultime parole appena comprensibili che escono dalla bocca di David.
3.
Dunque... a giudicare dal citofono lui dovrebbe abitare al terzo piano. Le chiavi sono nel giubbotto che Rebecca ha indossato
per comodità. Ha un buon profumo quel giubbotto... Un profumo che lei ha già sentito... le viene in mente Dior... ma non ricorda
il nome esatto del profumo... comunque sia tira fuori le chiavi.
Scartando quella che è smaccatamente la chiave di una porta blindata prova le altre 3... ovviamente la chiave che le serve è l'ultima che
prova.
Ci mette un pò a controllare i nomi sulle targhette dei campanelli vicino alle porte. Tutte hanno un cognome stampato su, ma nessuno
di quelli che ha letto corrisponde a quello di David. C'è solo una porta senza nessun contrassegno. Solo una grossa D puntata.
Prova la chiave che gira subito... Tutto sommato è stata fortunata.
Una volta dentro gira un pò a vuoto prima di trovare la camera da letto. Accende a fatica la luce, e appoggia finalmente
il corpo sul letto. David al contatto con il materasso geme debolmente.
'Bene perlomeno è ancora vivo' pensa Rebecca.
Ora dovrà spogliarlo... Non può certo farlo dormire così... col caldo che fa... certo non può lasciargli su quegli assurdi pantaloni
in ecopelle e quella maglietta ridicolissima... beh, oddio... effettivamente su di lui ha un bell'effetto.
Si decide quindi a sfilargli le scarpe... ha dei bei piedi, il ragazzo... strani... le dita un pò accartocciate e le unghie così corte... tagliate
fino alla carne viva...
Ora il passo più difficile.
'E se si riprende proprio mentre gli slaccio i pantaloni?' si chiede preoccupata... ma questo non le impedisce di salire a cavalcioni
su di lui... e poggiando il sedere sulle sue gambe, sbottonare i pantaloni e poi cominciare a sfilarli.
Quando li toglie completamente... facendo un pò fatica visto quanto sono attillati, le si rivelano i boxer bianchi e puliti... e il gonfiore che
li riempie è tanto involontario quanto incredibilmente fuori luogo in un momento del genere.
Chissà in che cacchio di viaggio erotico si è cacciato quel tipo lì, ora che lo svenimento ha ceduto il passo al sonno e al sogno, a giudicare
dai movimenti velocissimi delle palpebre e dal respiro regolare, anche se un pò intasato per via della botta sul naso che ha preso cadendo.
Lei lo guarda un pò... Il suo corpo splendido abbandonato su quel letto gigante non può non farle venire in mente pensieri sconci.
Ma quel tempio è inviolabile per lei.
Lo tira su e cerca di sfilargli la maglietta... gli è praticamente seduta in grembo e lui apre l'occhio ancora sano e la guarda... alza una mano a
carezzarle una guancia... prima col dorso, poi con il palmo... raccoglie la sua guancia nella mano e lei, persa in quell'attimo,
si accorge a malapena di quel che sta succedendo. Lui ora la sta baciando.
E' un tocco lieve... leggere le loro labbra si sfiorano. Poi lui si stacca... sporge un pò la testa da un lato.
Lei che nel frattempo gli si è abbandonata fra le braccia sente quel corpo fremere. Un singulto abbastanza esplicito annuncia che il corpo si sta
liberando via bocca di tutto quello che dalla bocca era entrato. Lei non si muove...
sente qualcosa di caldo sulla maglietta, in corrispondenza della spalla sulla
quale la testa di lui è appoggiata... fa una smorfia di disgusto ma non si muove.
Si limita ad accarezzargli la schiena sperando che il momento passi in fretta...
e che non ci sia troppa roba da ripulire.
David, si abbandona di nuovo. Stramazza sul letto e lei rimane lì a guardarlo ancora un attimo. Il suo occhio gonfio... l'angolo del labbro che
comincia ora ad avere un colore blu appena accennato. Fortunatamente il letto è rimasto illeso dal fiotto di cibo e alcool che è scaturito da
quel corpo...
Lo stesso non si può dire della sua maglietta. Fortuna che ne porta sempre una pulita con sè. Ma ora non è il momento di pensarci.
E' troppo stanca, ma prima deve pulirgli un pò la bocca, pulire il pavimento e riarieggiare un pò la stanza dove ha deciso che dormirà
anche lei.
Ed è così che fa. Dopo aver riassettato per bene, dopo aver cancellato le tracce del suo passaggio. Si accoccola sul letto vicino a David.
Dalla finestra aperta un timido raggio di Luna gli illumina il volto tumefatto ma ancora bello. Lei lo guarda. Lo circonda con un braccio e
chiude gli occhi. Se ne andrà prima che lui si svegli.
E' a questo che pensa prima di addormentarsi.
Fine quarto capitolo
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