Disclaimers: Note: Se non vi è piaciuta "Lasciati". Difficilmente vi piacerà questa fic.Io vi dico solo che l'ho sognata, quindi potete immaginare che roba. La canzone è dei Tiromancino. I pensieri tra le [ ] sono di Sendo.


Due Destini

di Akira14


[ La giornata è passata con molta lentezza, sarà perché la stanchezza mi opprime. Ma sono felice che sia finita. Ora posso dormire. Kosh mi ha portato l'ultimo numero di Basketball, ma la verità è che è così pesante che non riesco a reggerlo in mano, ho sonno, tanto sonno. ]                    

"A che cosa stavi pensando, Akira????"

Da quando è uscito dall'ospedale, lo vedo un po' pensieroso.

"Stavo rivivendo, nella mia memoria, gli attimi in cui."

"Shhhh. Ora è tutto passato, non è il caso di rinvangare il passato, no?"

"Hai ragione. Dedichiamoci a noi due."

Ma proprio quando le sue labbra si stanno per posare sulle mie, arriva Hikoichi, il nostro vecchio compagno di scuola. E' talmente soffocante, che Akira preferisce andarsene, piuttosto che restare a sorbirsi tutti i suoi elogi disinteressati.

Quella sera in ospedale, ho temuto davvero di averlo perso.

Ero andato a casa e per tre giorni non avevo fatto altro che piangere, ma poi una sera quel cretino aveva suonato alla mia porta, e aveva avuto la faccia tosta di presentarsi mezzo nudo, dopo essere quasi morto di un'influenza! Per questo non mi piace che lui continui a pensarci.

Ci siamo trasferiti in America, negli States, cosicché Akira abbia più possibilità di diventare un campione dalla fama mondiale. Quando il mediatore che ci aveva fatto vedere questi angolo di paradiso, che è casa nostra, era un po' scioccato che ci volessimo vivere insieme. I soliti bigotti. Ancora mi chiedo come facevo a preoccuparmi dell'opinione che potevano avere di me quei falliti. Ora li compatisco, perché io ho Akira che mi sta accanto; mentre loro, o sono soli, oppure rincorrono l'illusione di una donna, che presto troveranno a letto con un altro.

So di essere leggermente cinico, ma è la mia visione della vita. Hikoichi, intanto mi rimbambisce con le sue chiacchere. Ma, con le mie maniere gentili ed educate, riesco a liberarmene.

Ora però non so dov'è Akira. Ma non mi preoccupa molto. Lui sa dove sono.

Se vorrà, mi raggiungerà.

Non resisto.

Vado a cercarlo.

Lo trovo alla baia, sul molo.

Sta pescando.

Il suo volto è serio e concentrato, mentre il vento gli scompiglia i capelli, che da qualche tempo, sono al loro stato naturale.

Sono molto più lunghi di quanto credessi. Mi avvicino e lo abbraccio da dietro, con un largo sorriso sulla faccia.

"Hiroaki. Non mi distrarre, dai."

" Eh, eh, eh; lo so, ma vorrai mica dirmi che sei più interessato ai pesci , piuttosto che a me????"

"E' la verità. Loro almeno hanno più spessore, di una piattola come te."

Lo prendo a pugni, ma senza troppa convinzione. Ci avviciniamo sempre di più al bordo.  Cadiamo in acqua, e finalmente lo sento ridere. Era da tanto tempo, che non vedevo il suo volto illuminato da un sorriso. Mi è mancato tantissimo. Gli scosto i capelli dalla faccia, e mi appresto a baciare le sue labbra secche a causa della salsedine. Ma lui ne approfitta per sbattermi la testa sotto l'acqua. Che bambinone.

"Questo per avermi rovinato la pesca. Andiamo a casa, che è meglio."

- Ti ricordi i giorni...  Chiari dell'estate...    Quando parlavamo...   Tra le passeggiate?-

Faccio pena lo so.  Ma non ci posso far niente, non é colpa mia, se Sendo è così irresistibilmente stupendo. Anche a chilometri di distanza, si potrebbe notare la mia faccia ebetemente adorante, ammirare il suo volto. Penso che la caratteristica principale di quel viso, sia che può esprimere moltissime emozioni, anche restando apparentemente statico.

                                                                                                                                                    Per quanto riguarda le sue emozioni, parlano gli occhi. Anche adesso che ha un espressione altera e sprezzante, i suoi occhi mi comunicano tanta tenerezza, che comincio a sentire le mie gambe tremare. Chiacchieriamo, anche se io ho perso il filo del discorso. Per lui non è un problema, è una sua abitudine saltare di palo in frasca.

"Houston, abbiamo un problema; la sonda non risponde."

"Eh?"

" Ma mi ascolti, quando ti parlo? Ti ho chiesto se per te va bene, che questo fine settimana stia fuori a dormire! Ma tu non mi hai risposto! Si può sapere dove hai la testa?"

"No. Non va bene, per niente. Dove? Come? Quando? Perché? Con chi? "

"Che cos'è un terzo grado? Allora, andando per ordine, a NY, più precisamente a Manhattan, in auto; perché non mi piacciono i rapporti esclusivi; con un gruppo di miei amici, ora ti senti soddisfatto?"

"Se vuoi proprio andare, io di certo non posso fermarti. Ma sappi che sono molto geloso, e non mi piace, che tu te ne stia via per un intero week-end."

" Anche tu mi mancherai, koibito. Ma vorrei un po' di libertà, ogni tanto. Comunque lo sai che io sono l'uomo più fedele che possa esistere sulla faccia della terra!!!"

" Allora siamo messi bene. Se per te libertà vuol dire lasciarmi solo. Vai, te l'ho detto, che sono impotente di fronte alla tua volontà."

"Perché deve finire sempre così con te? Sei davvero insopportabile."

E se ne va, rivolgendomi uno sguardo pieno d'odio.

Che dire? Ha ragione lui, a volte è incredibile, quanto io possa essere asfissiante. Quando arrivo a casa, mia madre è già in cucina, che prepara la cena.

"Mamma che ci fai qui?"

"Niente, è vietato venire a trovare i propri figli? Come mai hai gli occhi rossi? Perché hai pianto, tesoro?"

"Ho litigato con Akira, e lui è andato a New York"

"Capisco. Piuttosto, stai bene? Hai fatto quella cura che ti avevo consigliato? Hai parlato con degli specialisti?"

"Sì, e mi hanno detto che ero solo un po' stressato. Non sono mica pazzo, mamma!!!! Per questo ho interrotto tutto. Tanto mi basta Akira per stare bene"

" Se lo dici tu, io ti credo. Posso restare, finché non arriva Sendo?"

"Sì, grazie 'kaasan."

Passare il fine settimana con la propria madre, invece che con il proprio ragazzo, non è il massimo, ma almeno sembra che il tempo passi un po' più velocemente.

Appena vedo Akira, nella strada sottostante il nostro palazzo, riesco a far sloggiare mia madre da casa mia. Non voglio sprecare neanche un momento siccome sono due giorni che non ci vediamo.

Mi butto a capofitto tra le sue braccia, incollandomi subito alle sue labbra, poco dopo, una lingua affamata si fa strada nella mia bocca, mentre il suo abbraccio si stringe. Il calore del suo corpo mi da cosi tanta sicurezza. Sento, che mai niente mi potrà toccare, se lui continuerà ad amarmi e starmi vicino.

"Mi sei mancato così tanto, koi." mi sussurra in un orecchio. Alzo il viso per lanciargli uno sguardo di disapprovazione.

"Nessuno ti ha obbligato, mio caro. Ora non lamentarti."

"Scusa. Non avrei dovuto, è solo che pensavo di essere più forte." sul volto si dipinge un sorriso dolce. Poi, all'improvviso, la stanza comincia a girare. Cerco di andare in cucina, a prendere un bicchiere d'acqua , ma non riesco ad arrivarci.

Poco dopo, mi riprendo, tra le braccia di Akira.

"Hiro, ti senti meglio ora?"

"Sì. Penso che sia la stanchezza, che mi ha fatto svenire. Da quando te ne sei andato, non sono più riuscito a dormire..."

"Come mai? Eri preoccupato?"

"Sì, ho paura. Paura che domani, io possa svegliarmi e tu non ci sia più."

"Kosh, tu ricordati solo una cosa. Se penserai o parlerai di me, la mia anima vivrà per sempre dentro di te, anche se io non sarò qui con te fisicamente. Questo non toglie che io non ti abbandonerò mai."

- Stammi più vicino...      Ora che ho paura...    Perché in questa fretta...      Tutto si consuma...   Mai, non ti vorrei veder cambiare mai.-

Si alza e se ne va.

Perché ultimamente è così cambiato?

Sembra che ci siamo invertiti i ruoli.

Prima quello che non sopportava neanche gli abbracci, ero io.

Ma, a differenza di me, Akira non è affatto permaloso, ne irascibile, quindi posso chiarire ogni mio dubbio.

"Si può sapere perché non fai altro che evitarmi?"

"Prima o poi capirai, Hiroaki. Non sono io che ti evito, sei tu che mi allontani."

Una frase sibillina, non c'è che dire. Di quelle che se prima avevi un dubbio solo, te ne fanno venire qualche migliaio. Com'è possibile, che io lo tenga lontano da me, senza accorgermi di niente?

"Non è vero. Lo sai che tutto quello che voglio sei tu, Akira. Restami vicino, ti prego."

"Sei tu, che non riesci a guardare in faccia alla realtà, ed è questo che mi allontana da te. Ma a cosa serve discuterne? Sei tu, che preferisci relegare quei ricordi ad un angolo recondito del tuo subconscio. Sempre e solo tu." Non ci arrivo. Che cosa vuole farmi capire Sendo?

Effettivamente c'è una parte della mia vita, che non riesco a ricordare. Quando lui è uscito dall'ospedale. Ho qualche flash, ma niente di più. Possibile che io gli abbia fatto qualcosa, in quel periodo, che l'ha sconvolto a tal punto da evitarmi così apertamente? Ma ha acceso la parte irascibile di me, con quelle parole insensate.

"Ah, così sarei io a creare dei problemi, eh Mr. Lunatico? Prima sei dolce e gentile, e due secondi dopo, ti comporti come se io ti avessi fatto un torto imperdonabile. Potresti spiegarti? Sai non rientra ancora nelle mie capacità, leggerti nella mente."

"Non capiresti. Io non ho dimenticato. Ma come ti ho detto, è meglio che tu ci arrivi da solo. Scusa ma i miei cambi d'umore non dipendono da me."

"Capirò anche questo?"

"Sì, quando vorrai capirlo. Fino ad allora ti dovrai accontentare di me, in questa versione un po' insopportabile, anzi diciamo quasi da suicidio."

Non so più cosa pensare. Diciamo che non ho voglia di pensare.

Anche se vorrei riavere l'Akira di un tempo, non sembra che la mia mente si voglia scomodare per capire. Quello che è certo, è che non mi farò scoraggiare dalle prime difficoltà. Tra poco , saremo uniti di nuovo come un tempo...

- Perché siamo due destini che si uniscono.   Stretti in un istante solo.     Che segnano un percorso profondissimo.     Dentro di loro.           Superando quegli ostacoli.     Se la vita ci confonde .        Solo per cercare di essere migliori.     Per guardare ancora fuori...       E non sentirci soli.-

Le settimane seguenti sono passate fosse successo niente. Akira è tornato al suo solito stato d'animo, che è l'imperturbabile felicità.

Ma sono io che sto cambiando, ora. Forse, finalmente, sto arrivando alla soluzione del mistero di poche settimane fa.

E sono certo che è per questo, che Akira si è riavvicinato a me. Non è facile accettare quello che ho scoperto, ma è così. Deve esserlo, è l'unica spiegazione plausibile. Presto dovremo dirci addio, ora ho capito. Voglio che i nostri ultimi giorni insieme siano indimenticabili. Sì, sto proprio sclerando.

Ormai lo so, che dipende solo da me. Akira non può farci niente. Anzi, se volessi fare un piacere a tutti e due, dovrei mettere la parola fine a questa storia SUBITO.

Non ho il diritto di farlo stare male, io che ho ancora tutta la vita davanti a me. Dovrei andare avanti, e lasciar stare Akira . Rifarmi una vita. Non posso vivere di ricordi e illusioni.   Così vado da lui, cercando di trattenermi dall'abbracciarlo.

"Ho intenzione di dirti addio Akira. Tu te ne andrai per la tua strada, e io per la mia."

"Vedo, con piacere, che finalmente hai affrontato la verità. Questo significa che non ci rivedremo mai più, lo sai vero?"

"Non sono così pessimista. Magari, chi può saperlo, un giorno o l'altro ci rivedremo."

"Già. Mai dire mai. Però prima di andarmene vorrei vedere per ultima volta Kanagawa. Ti dispiacerebbe accompagnarmi?"

"No, anzi, così sono sicuro che non mi illuderò mai più che tu possa tornare da me."

Mi abbraccia e io mi stringo più che posso al suo torace.

Perché devo accettare tutto questo, senza poter fare niente?

Le lacrime cominciano a scendermi lungo le guance, e poco dopo lascio uscire tutta la mia disperazione.

Che strana coincidenza.

La nostra storia è cominciata con me che consolavo lui e finisce con lui che consola me.

Sento una sua mano che mi accarezza la testa, mentre l'altra scorre lungo la mia schiena.

"Non piangere, ti prego. Non adesso. Avrai tutto il tempo per piangere, quando ci saremo detti definitivamente addio."

Gli do uno schiaffo, proprio come l'altra volta.

"Ehi! Io piango quanto mi pare e piace, capito? I miei sentimenti sono affari miei."

"Sono felice che tu stia tornando il solito Hiro.Stavi diventando melenso, lo sai?"

Addirittura? Non me n'ero mai accorto.



Due giorni dopo siamo a Kanagawa, la città dove siamo cresciuti , il luogo dove risiedono tutti nostri ricordi.

Qui, insieme, abbiamo trascorso il periodo più bello della mia vita, che purtroppo, tra breve, dovrà essere archiviato per sempre.



Da quando abbiamo chiarito le cose, mi sono concessi solo i baci.

Se tento di andare più in là, lui si arrabbia.

E l'esperienza mi ha insegnato che è meglio non farlo arrabbiare.

E' una di quelle persone che si arrabbia , è capace di farti sentire l'essere più insignificante sulla faccia della terra.

E io mi sento già così giù.

- Ed è per questo ... Che ti sto chiedendo...     Di cercare sempre quelle cose vere...      Che ci fanno stare... bene...     Mai... Io non le perderei mai...                                                  



Rivediamo i vecchi campi dove abbiamo giocato, quando pensavamo che il basket fosse la nostra unica ragione di vita.

E poi la nostra scuola, i nostri vecchi amici.

Akira è sempre molto assorto. Deve registrare ogni particolare, perché sa che questa è l'ultima volta che può vedere tutto questo.

E io mi accontento di ammirare il suo viso ancora una volta.

Purtroppo, quando ci si diverte il tempo passa fin troppo velocemente.

E così viene il momento della nostra separazione.

Io non vorrei doverlo salutare, ma la mia coscienza,, che ultimamente è tornata ad avere un ruolo preponderante nelle mie scelte , mi dice che ormai è troppo tardi.

Effettivamente non c'è più niente da fare.

"Addio Hiroaki, questa è l'ultima volta che ci possiamo vedere. Almeno per questa vita."

Ci abbracciamo per l'ultima volta, prima che lui parta.

Poi mi viene un dubbio. "Gradiresti dei fiori, per rallegrare un po' il tuo viaggio solitario?"

"Sì grazie, dei fiordalisi(*), se ne trovi un mazzo."

"Sarà fatto"

Gli stampo un bacio sulle labbra, e poi corro via, mentre le lacrime scendono di nuovo liberamente.

[.] Superando quegli ostacoli. Che la vita non c'insegna.    Solo per cercare di essere più veri.  Per guardare ancora fuori.     Per non sentirci soli. -

Una settimana.

E' passata solo una settimana, anche se a me sono sembrati secoli.

Cazzeggio per le vie della città, quando d'improvviso ho una folgorazione.

Un flash arriva alla mia mente.

I fiordalisi.

Aveva detto ne avrebbe gradito un mazzo, e io l'ho completamente dimenticato.

Beh, meglio tardi che mai. Dopo aver fatto il giro di tutti i fiorai di Tokyo, finalmente ne trovo abbastanza da farci un mazzo.(**)

Nel tragitto incontro tutte quelle persone che, durante questi mesi, si sono preoccupate per la mia salute mentale; e una volta saputo dove sto andando, se ne vanno tranquillizzate.

Chissà, magari avevano pensato che fossi irrecuperabile.

Incredibilmente incontro di nuovo Hikoichi, che mi fa i complimenti per quanto io sia migliorato in così poco tempo.

"Dove stai andando Koshino-san?"

"A dare questo mazzo di fiori ad Akira, glielo avevo promesso, e le promesse vanno mantenute. Se vuoi venire anche tu, a me non dà fastidio."

Arriviamo in quel luogo triste, che ora è la sua casa.

Ci trasmette talmente tanta inquietudine, che preferiamo mantenere un religioso silenzio. Poso il mazzo che mi aveva chiesto davanti alla colonnina di marmo bianco, che riporta tutti i nomi dei parenti di Sendo che l'hanno preceduto nel viaggio verso l'ignoto.

Il suo spicca particolarmente, ma forse è autosuggestione da parte mia.

Akira, scusa per tutto quello che ti ho fatto.

Ora ti lascerò in pace.

Mi rifarò una vita.

Anche se so già che sarà difficile, il tuo ricordo della tua gioia di vivere, dei tuoi sorrisi, dei tuoi baci e di tutte quelle cose che mi hanno fatto innamorare di te, mi aiuteranno a tirare avanti.

Ce la farò.

NE SONO SICURO. ******************************************************************************** Sendo: Nani???? Che cos'è sta robaccia, sto skifo immenso?                                                

Akira14: Cosa ti aspettavi da una mente malata come la mia???? Comunque io l'avevo detto che era molto Dawson's Creek. E intendevo nel senso di Andie che vedeva il suo fratello morto. Comunque ti faccio presente che l'ho sognata. Hai mai notato che i sogni non hanno un filo logico preciso?                

 Sendo: Bah, secondo me sta roba qua non piacerebbe neanche a un masochista convinto.Mo' me ne vado perché la tua fic mi fa schifo(per essere gentile).    

Akira14: Ti sarai mica offeso perché ti ho fatto morire? AAAAAAAAAAAAKIRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA (*) Indovinate da quale canzone ho tirato fuori i fiordalisi? E di chi è? 

(**) Ci credereste se vi dicessi che non ho mai visto uno e dico 1 fiordaliso nei miei 17 anni di vita?

Ni-hao




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