Due cigni

capitolo V

di Hymeko



Alla fine, arrivò il penultimo giorno della permanenza dei Rukawa in Giappone. 
Quel pomeriggio, come sempre, i due ragazzi si erano incontrati per giocare insieme, ma in realtà nessuno ne aveva voglia. 
Hanamichi e Kaede erano seduti vicini, sulla stessa panchina di quel giorno in cui erano andati vicino a perdere tutto, e anche questa volta erano in silenzio...nonostante fosse un silenzio di un altro tipo, era forse più doloroso. 
Perché preannunciava un addio. 
Senza scelta, stavolta. 
Quello sarebbe stato il loro ultimo pomeriggio insieme. 
"Dovremmo giocare..." 
azzardò Hanamichi, poco convinto. 
"Hn" 
Rukawa non tentava neppure di nascondere la sua passività. 
Doveva dirgli addio. 
Al primo ragazzo che lo aveva accettato per quello che era...solo un mortale. 
Riconobbe che l'ansia appena accennata ma sempre crescente che lo aveva tormentato da quando erano tornati amici riguardava quel momento. 
'Di nuovo solo' 
Non riusciva a pensare ad altro. 
............... 
"Forse sarebbe stato meglio se quel giorno non mi avessi fermato, e mi avessi lasciato tornare all'ambasciata senza chiedermi nulla..." 
"Ma che dici!" 
"Almeno non starei così male...se non ti avessi avuto accanto, non soffrirei nel perderti" 
Hanamichi lo affrontò, accalorato: 
"Basta! Non ti permetto di buttare via così tutti quei pomeriggi che abbiamo passato assieme! E soprattutto non osare dire che ti dispiace che siamo amici, perché non è vero! 
Tu eri felice! Tu non lo puoi negare! 
Non te lo permetto! Non me lo merito!" 
Frustrazione, dolore, incapacità di affrontare quella partenza...tutti quei sentimenti erano presenti nella sua voce. 
"Hai ragione. Io sono stato felice, e lo sono ancora. Però fa' male, Hanamichi. 
Fa' tanto male...restare di nuovo solo" 
Il rossino si accasciò accanto a lui, a testa china. 
"Vorrei solo poter fare qualcosa per aiutarti...vorrei che tu fossi solo un ragazzo di Kanagawa...vorrei tante cose...ma non posso fare niente..." 
........................... 
"Domani hai scuola?" 
"No" 
"N-non venire a salutarmi" 
"Perché?" 
"Perché non sarebbe nulla...meglio dirsi realmente addio qui, che domani in mezzo a tutti quei giornalisti...capisci? 
Voglio solo un momento...tutto per noi" 
"Io...non te lo posso promettere" 
"...ma sarò felice comunque, se verrai..." 
..................... 
"Hanamichi..." 
"Eh?" 
"Vorresti essere mio amico di penna?" 
Il viso del ragazzo ritrovò il sorriso: 
"Sarebbe bellissimo!" 
Kaede accennò anch'egli un sorriso. 
"Allora ci conto...però ti scrivo io per primo, così ti mando anche della ceralacca e un sigillo" 
"Perché?" 
"Io...una delle mie fissazioni, dopo il basket, è che...mi controllino la posta" 
"Questa poi...un po' paranoico il principino..." 
"Ehi! Non prendermi in giro! Lo so anch'io che è una stupidaggine, cosa credi? E poi parla per te, che continui a giocare senza calze!" 
"Io lo faccio perché sono il Genio!" 
"Sì, nei tuoi sogni..." 
"Grrrrr..." 
"Oh, un cane..." 
"Kaede....vuoi arrivare a Povel in aereo, o ti ci devo mandare a calci?" 
........................ 
"Preferirei restare qui..." 
"Anche a me piacerebbe, anche a me..." 
.............................. 

La banda smise di suonare, e il sindaco iniziò il suo discorso di addio. 
Hanamichi stava seguendo l'evento alla tv, fissando il Principe seduto subito dietro la madre. 
Era davvero un bravo attore, non c'era dubbio. 
Gli aveva confidato che odiava quelle cerimonie ufficiali, in cui tutti fanno finta di essere partecipi ma in realtà dormono alla grossa... 
Eppure non un accenno di stanchezza trapassava la maschera perfettamente impassibile che si era costruito. 
Sembrava attento, vigile, sveglio... 
"In realtà io spesso dormo a occhi aperti..." 
gli aveva rivelato sghignazzando. 
"Ma, i tuoi genitori?" 
Lui aveva alzato le spalle 
"A insegnarmi il trucco è stato mio padre, e mia madre, benché non approvi, sorvola" 
Hanamichi aveva scosso le spalle divertito, gli sarebbe piaciuto vederlo appoggiarsi addormentato al bracciolo della poltrona...magari lo avrebbero diseredato, e sarebbe potuto restare lì con lui... 
"Ancora questo pensiero! Kaede non è una mia esclusiva! Perché tendo a...esserne così geloso?" 
Bevve un altro sorso di aranciata. 
Il discorso era finalmente concluso. 
Vide tutti alzarsi, e notò che l'amico era lievemente in ritardo...e un po' intontito... 
"Allora dormivi davvero..." 
Guardò i partecipanti ritirarsi per prepararsi al pranzo, e uscì di casa. 
Doveva fare in fretta, se voleva prendere il treno per arrivare in tempo all'aeroporto per trovare un posto decente. 
Non poteva accontentarlo. 
Doveva vederlo, ne andava della sua felicità. 
'E questa da dove mi è uscita? 
Ok, siamo amici, però...
...cosa mi hai fatto, Kaede?' 

La folla festante acclamava i Reali. 
Bandierine coi colori verde foresta e blu cielo riempivano tutti gli spazi possibili dell'edificio, trasformando i grandi spazi in un mare agitato. 
Solo un nastro di marmo e velluto rosso spiccava in quell'oceano: delimitato da transenne e agenti di polizia in alta uniforme, un corridoio per il passaggio dei Reali si snodava dall'entrata verso l'imbarco. 
'Accidenti, c'è mezzo Giappone qui...' 
La folla rispecchiava davvero l'immagine tipica del Giappone: centinaia di persone ammassate in spazi strettissimi, con le macchine fotografiche al collo e le bandierine in mano. 
Hanamichi sorrise: era in cima a una delle scale mobili, bloccate per ragioni di sicurezza, e dominava l'ultimo tratto del percorso, a poca distanza dall'aereo. 
Kaede avrebbe dovuto essere cieco per non vederlo. 
'Kaede...chissà se ci rivedremo ancora... 
.................... 
.......idiota! Neanche una foto ricordo insieme! Ma che razza di deficiente non sono? Maledizione! Ma non mi poteva venire in mente prima?' 
Il rossino dovette interrompere la trafila di insulti che si stava tirando addosso perché la folla esplose. 
Stavano arrivando. 

'Chissà se è venuto...speriamo di no...anche se penso ci sarà di sicuro...e in fondo, a essere del tutto onesti...non è che mi spiaccia, rivederlo ancora...sì mamma, sorrido, stai tranquilla, queste mie labbra, potrebbero essere di plastica, tanto sono innaturalmente tirate ...e nessuno se ne accorge! 
È una fortuna, per me, essere tanto bello...tutti mi contemplano da capo a piedi, e nessuno, per non farsi sfuggire la totalità, si concentra sul singolo dettaglio...sono davvero fortunato... 
...smettetela, piantatela di chiamarmi per nome...non l'ho concesso che a tre persone, i miei genitori e lui, che diritto avete di appropriarvi di questo privilegio? Smettetela, stupide oche! Non vedete che fingo? Non siete nulla per me, andate via...io non vi sopporto!' 
Molte ragazze svennero, quando il sorriso del Principe le accarezzò. 
'Ecco brave, finite ko, così la smettete di idolatrarmi...tanto non mi potrete mai avere, quindi perché fate tanta fatica? 
E anche tu, mamma, non mi potevi dare retta? Ce la saremmo potuta svignare alla chetichella, con la scusa delle ragioni di sicurezza, invece che affrontare quest'inutile bagno di folla! 
Però...anche Hanamichi è qui...ed è la mia ultima occasione per vederlo...in fondo, questa buffonata non sarà del tutto inutile... 
............... 
Dove sei? Perché non ti ho ancora visto? 
Mi fai un effetto strano...l'inquietudine mi attanaglia lo stomaco. Non mi avrai ascoltato, vero? No, non puoi avermi dato retta, per quella sciocchezza...Dove sei? 
È la prima volta che mi accade...
...cosa mi hai fatto, Hanamichi?' 
La luce si oscurò un momento, mentre passavano sotto l'arco formato da due scale mobili e si avvicinavano al punto d'imbarco. 

Hanamichi sussultò quando sentì la folla sotto di lui esplodere. 
Si era perso in molte fantasticherie...lui e Kaede che giocavano a basket, lui e Kaede che entravano nell'Nba, lui e Kaede sempre amici... 
"Eccolo! Immaaaaaaanso!!!!!!!" 
strillarono tre ragazze la suo fianco. 
'Quanto siete sceme!' 
Hanamichi tolse lo sguardo, e vide passare i Reali e il loro seguito. 
Si soffermò su Kaede, ma lui non l'aveva visto. 
'Idiota! Come avrebbe potuto vederti? Non potevi partire dieci minuti prima, e scendere giù?' 
Attorno a lui, la gente urlava e si pressava, cercando di vedere meglio la famiglia Reale. 
Una delle ragazze che prima avevano urlato cercò di spingerlo via, ma lui si puntò contro il gradino superiore, ergendosi forte come un muro. 
Doveva farsi vedere, in qualche modo. 
Doveva salutarlo ancora. 
Era sicuro che il basket, e la sua vita, sarebbero risultati molto meno interessanti, una volta che lui fosse partito. 
Voleva che i loro sguardi si incrociassero ancora una volta. 
Non poteva finire così. 
'Devo fare qualcosa, o lui se ne andrà, e io avrò perso la mia ultima occasione!' 
La ragazza gli diede una gomitata nel costato, e lui pensò che buttarla giù dalla scala mobile avrebbe sicuramente attirato l'attenzione del ragazzo...ma forse era un mezzo un po' esagerato... 

Il corteo si fermò, poi si girò lentamente, per un ultimo al pubblico festante. 
Kaede continuò a cercare...era la sua ultima possibilità. 
Ai lati, no. Di fronte, neppure. Sopra...sì! 
Eccolo lì! Si era accorto che lo aveva notato, e si stava quasi ammazzando per salutarlo, mentre una ragazza lo prendeva a spallate per farsi un po' più di spazio. 
Si rilassò, e lasciò che il suo vero sorriso vedesse un po' di luce. 
'È solo per te, spero tu lo noti e capisca...' 
Continuò a salutare con la mano, solo per lui. 
Vide il sorriso del suo amico allargarsi. 
Aveva capito, e lo salutava con calore. 
Continuò a guardarlo negli occhi, disinteressandosi dell'etichetta, e a salutare solo lui. 

Hanamichi lo vide cercare qualcosa con lo sguardo, poi i suoi occhi si alzarono e... 
'Sì! Mi ha visto! E tu smettila, babbuina!' 
Si sbracciò il più possibile per salutarlo, ridendo anche se stava rischiando di volare giù lui. 
Notò con sollievo che il suo viso si era rilassato, e che un po' di colore stava tingendo le sue gote. 
Kaede si permise un accenno di vero sorriso. 
Mentre lo fissava. 
'Ho capito, sai? Solo per me, è questo che mi vuoi dire. Anch'io sono qui solo per te, lo sai, vero?' 
Rispose con il suo sorriso più caldo. 

Hanamichi non distolse mai lo sguardo da Kaede, per quanto fu possibile. 
Anche Kaede guardò solo lui. 
La Regina iniziò ad allontanarsi. 
Kaede smise di salutare, indugiò un attimo, poi fu costretto dall'incedere del seguito a voltarsi e a seguire sua madre. 
"Mi mancherai!!!!!" 
Girò la testa, sorridendo sul serio, e sillabò: 
"Anche tu" 
Comprese dal suo sorriso che aveva capito. 

Poco meno di un mese dopo, ad Hanamichi arrivò un pacchetto da Povel contenente un piccolo sigillo raffigurante un pallone da basket, delle stecche di ceralacca ma soprattutto la prima lettera di Kaede. 
Hanamichi chiuse a chiave, staccò il telefono e si rifugiò in camera sua, dove lesse così tante volte quella lettera che alla fine si sentì ubriaco della scrittura fine del ragazzo. 
Prese la carta da lettera che aveva comprato, e iniziò a rispondere. 
.................. 
Si scrivevano molto spesso, e le lettere arrivavano al massimo nel giro di un mese e mezzo. 
Ma quel giorno all'aeroporto non era stato il loro ultimo incontro. 
Infatti Kaede aveva convinto sua madre a lasciarlo andare in vacanza in Giappone ogni estate, e più precisamente in campeggio con un certo rossino... 
I due si erano sempre divertiti moltissimo scorrazzando per il paese, e dato che nessuno ormai si ricordava più di lui, Kaede riusciva a rilassarsi e a dimenticare, per quelle quattro settimane, la propria identità. 
Poi, quattro anni dopo il loro primo incontro... 

Fine capitolo quinto 




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