Vi
accorgerete che il carattere di Rukawa è un po' diverso dal solito, e che
Hanamichi sa sfruttare al meglio il suo talento. Non stupitevi troppo, in fondo
siamo in un'altra dimensione…
Due cigni capitolo
III di
Hymeko
Bip bip bip
Hanamichi allungò la mano verso il telefonino, e lesse il messaggio.
"Ehi, è Kaede! Speriamo che…o, no…"
L'sms diceva:
<Ciao Hana. Mi spiace, ma domani non posso venire a giocare. Tortura
cui non posso sottrarmi :-( Ti scrivo domani sera, x dopodomani. Ciao,
Kaede>
"Uffa!!!!!!! Domani non c'è neppure scuola, e io che faccio? Ve bè,
iniziamo a rispondergli, poi si vedrà"
Bip bip bip
<Ciao Kaede, spero ke non ti facciano soffrire troppo. Ank'io tortura
(relazione di storia x tutto il gg), meglio 1 on 1 con te. Ciao,
Tensai>
Kaede rise, e si stese sul letto, fissando il soffitto.
'Se starà in casa tutto il giorno a fare la relazione, non dovrebbe
uscire …o comunque non troppo presto. Sì, dovrei farcela, probabilmente
non ci vedrà…sempre che non accenda la tv…no, si limiterà a scrivere
il suo compito, spero…'
Rotolò giù dal letto, e si affacciò alla finestra che dava verso il
magnifico giardino interno.
Rispose al saluto dei suoi genitori con un cenno della mano.
'Mamma…papà…'
Si sentì invadere di nuovo dal rimorso…
La sera prima…
"Cosa fanno i tuoi genitori?"
"Mia madre è responsabile dei contatti con l'Europa di una ditta che
produce microchip per computer, ed è sempre via di casa. Adesso è in
Francia per un mese, poi andrà in Italia e Grecia, e forse poi tornerà
qui"
"Ti manca molto, immagino"
Hanamichi aveva alzato le spalle.
"Ormai ci sono abituato"
"E tuo padre?"
…………………
"Mio padre è morto tre anni fa"
Un sussurro.
Fragoroso come l'urlo della sua mente.
Forte come l'esplosione di una granata.
Assordante come il battito del suo cuore, che gli era schizzato nel petto,
appena udita quella frase triste.
"M-mi d-dispiace…scusa"
Hanamichi però aveva sorriso:
"Non preoccuparti. Non potevi saperlo. E non potevo certo dirti una
bugia"
e poi aveva sorvolato sulla questione.
Ma Kaede ancora non riusciva a darsi pace…una simile mancanza di
tatto…
"Dio, che vergogna…ma dovevo proprio farlo?"
La sua ammirazione per quel ragazzo a prima vista pericoloso era cresciuta
a dismisura.
Onesto, sincero leale…educato…
"Ora mi rendo conto che quello che mi hanno insegnato finora non
conta nulla. Io…non so niente della vera vita…mentre Hanamichi ci è
vissuto dentro finora…e io vorrei essere come lui…"
Il pomeriggio seguente…
"Accidenti! Mi serve un altro libro!"
Hanamichi iniziò a rovistare per la casa, alla ricerca del volume
scomparso. All'improvviso ricordò: l'aveva prestato a Yohei, che però…era
andato fuori città coi suoi.
Il rossino rimase seduto sui talloni un momento, a pensare, poi decise:
"Sì, è il momento di farsi un giro fino alla biblioteca!"
Uscì canticchiando di casa
"Chi credete che io sia, il più geniale basketman…"
e arrivò all'edificio ignorando gli sguardi attoniti dei passanti.
Non ci volle molto a trovare il libro che gli serviva (Storia dell'Europa
Medievale), così…non seppe resistere alla tentazione di andarsi a
prendere un gelato nella migliore gelateria della zona.
In fondo, doveva solo allungare un po' il percorso, e questo
significava…stare ancora lontano dalla lezione! Con il suo sorriso ebete
sul volto
(ehi! n.d.Hana)
(ops…n.d.Hymeko che se la squaglia)
Sakuragi si incamminò verso la via principale, pregustandosi un bel cono
con la panna montata, quando si scontrò contro un muro di persone.
"Ma che diavolo succede?"
Entrambi i lati della strada erano circondati da una folla enorme, con
quelli dietro che si accalcavano per vedere il più possibile riducendo a
marmellata i poveracci davanti.
Hanamichi sbatté gli occhi un paio di volte, poi tirò su le spalle e
entrò in gelateria.
Si mise in coda, pensando al one on one che l'aspettava il giorno
seguente.
"Aaaahhhh!"
Il gridolino estasiato di una ragazzina rivolto a delle sue amiche subito
davanti a lui lo face tornare nel mondo dei vivi.
"Che bello! Tra poco li vedremo!!!!!!!"
"Lo vedremo, vorrai dire,
visto che siamo venute qui solo per lui, e che abbiamo pagato un occhio
della testa per quel misero balconcino…"
"Misero lo è di certo, ma almeno lo vedremo beeeene...aaahhh"
Le ragazze sospirarono come il vento in pieno oceano.
'Ma chi diavolo stanno aspettando queste? Una star del cinema?'
Arrivò il suo turno, e prese un doppio cioccolato e crema. Pagò e si
diresse verso l'uscita, maledicendo le ragazzine che gli intralciavano la
strada. Aveva da fare, lui!
Mica era in giro a perder tempo!
Le porte scorrevoli si aprirono, e il gruppetto uscì, le ragazze a destra
e Hanamichi a sinistra.
"La sua pelle lunare…i suoi capelli corvini…i suoi occhi di un
blu oltremare profondo…chissà se riusciremo a vedere bene il suo
meraviglioso viso…il principe Kaede è così bello!"
Stonk!
Hanamichi si fermò, come colpito da un pugno nel ventre.
'Kaede? Il principe si chiama Kaede? È uguale… il suo nome è uguale a
quello di…'
No. Non poteva essere vero. Sicuramente non era lui. Ce n'erano a frotte,
di casi di omonimia.
Però…
Però…
C'erano molte coincidenze…quelle ragazze avevano appena elencato tutti i
particolari che lo avevano tanto colpito, in quei pochi giorni.
E poi…faceva parte del corteo, gli aveva detto. Ma se…gli avesse
mentito?
Hanamichi scosse la testa. Non ne aveva il motivo. Perché mentirgli? Cosa
sarebbe cambiato, anche se fosse davvero stato il principe? Se era il
principe…
Improvvisamente gli tornò in mente la notizia che aveva letto la mattina
precedente…
'L'altro ieri, i Reali hanno cenato con la municipalità, e il pomeriggio
di ieri Kaede ha detto che era stanco perché la sera prima aveva avuto da
fare…può davvero essere un caso?'
"C'è un solo modo per scoprirlo!"
Il ragazzo, sfiancato, si riparò all'ombra di un albero, finendo il suo
gelato quasi a forza. Aveva improvvisamente smarrito tutta la sua
dolcezza.
Dopo quindici minuti circa, la sua pazienza fu ricompensata. Da lontano
giungevano grida eccitate, e la folla si alzava in punta di piedi per
ammirare i Reali che passavano.
Il rossino iniziò a sentire lo scalpiccio dei cavalli, evidentemente
avevano scelto una carrozza perché sarebbero stati più visibili in
posizione più elevata.
Hanamichi si avvicinò al bordo esterno della folla. Non aveva bisogno di
essere pigiato contro le barriere o di stirarsi verso l'alto, lui. Bastava
il suo metro e novanta.
'Finalmente saprò la verità…e scoprirò che non è lui, e domani gli
racconterò che ho perso tutto questo tempo per niente e ci faremo due
risate!'
Ma nemmeno lui era convinto dei suoi pensieri.
Vide alcuni cavalli bianchi, e dietro una carrozza riccamente decorata.
C'erano tre persone all'interno, due riusciva a vederle, mentre la terza
era seduta di spalle.
"La Regina! La Regina Eleka e il Principe Consorte!"
strillò un vecchio alla sua destra, rivolto a una giovane donna.
"Sì, ma io voglio vedere il Principe!"
rispose lei stizzita.
La carrozza si avvicinava.
La Regina indossava un morbido tailleur rosa pesca, i lunghi capelli neri
raccolti in una coda che le scendeva elegantemente sulla spalla sinistra.
'Somiglia molto a Kaede'
Il ragazzo non riuscì a soffocare quel pensiero.
Il Principe consorte era in alta uniforme, e le medaglie appuntate sul suo
petto scintillavano come neve al sole.
Hanamichi infine scorse un capo nero. Capelli corti, appartenevano a un
ragazzo alto, molto alto.
'Più o meno come me…'
e si sentì venir meno.
Gli aveva mentito, ormai ne era sicuro.
Più si avvicinava, più lo riconosceva.
'Sì. È lui'
Ormai vedeva metà del suo volto.
Stava sorridendo, salutando con la mano la folla giunta ad acclamarlo.
Gli passò davanti.
Rukawa improvvisamente intercettò con la coda dell'occhio una figura
conosciuta.
(e come si fa a non notarlo? n.d.Hymeko)
I loro occhi si incontrarono.
Hanamichi vide il sorriso di Kaede infrangersi in mille schegge, mentre un
pallore mortale si impadroniva del suo volto. Quindi i suoi lineamenti
delicati si piegarono sotto l'azione dell'angoscia, e della vergogna.
La sua mano smise di salutare per un attimo, poi si rimise automaticamente
in moto.
La carrozza si allontanava.
Il Principe guardava solo lui.
Hanamichi lo fissò ancora un istante, poi chiuse gli occhi, si girò e se
ne andò.
Destra.
Una sagoma nota. Capelli rosso fuoco.
Hanamichi.
Rukawa improvvisamente non sentì più nulla.
La folla non urlava più.
Il silenzio assoluto lo avvolse.
Il sole non splendeva più.
Il gelo primordiale lo racchiuse in una bara di cristallo infrangibile.
Il vento non spirava più.
Anche il suo soffio vitale sembrava aver perso forza.
Tutto era fermo.
Persino il suo cuore.
Si fissarono.
Il suo volto abbronzato era impassibile.
Ma i suoi occhi chiari urlavano.
Non rabbia, o ammirazione.
Solo moltissima delusione.
La sua mano riprese vita, quando sua madre gli diede un colpetto in uno
stinco.
Nemmeno adesso poteva permettersi di dimenticare il suo ruolo.
Lo sguardo di Hanamichi era cambiato. Si era svuotato. Non vi erano più
sentimenti, per lui.
Lo guardò ancora una volta, con una punta di disprezzo, poi se ne andò.
Kaede sorrise. Si concentrò esclusivamente a recitare alla perfezione la
sua parte.
Non poteva fare altro.
Nemmeno ora, che aveva scoperto che forse non aveva più un amico.
Mentre il suo animo sanguinava abbondantemente, i suoi occhi rimasero
asciutti. Non poteva permetterselo.
Un principe piange col cuore, mai con gli occhi.
E Kaede conosceva alla perfezione quella lezione.
Hanamichi arrivò a casa. Durante il tragitto si era scontrato con
parecchie persone, ma non si era mai fermato a scusarsi. Si sentiva male.
Appoggiò il libro sul tavolo, si sedette e continuò la sua relazione.
Ricacciò indietro le lacrime, mordendosi le labbra fino a farle
sanguinare.
Arrivato a tre quarti, non riuscì più a resistere, così prese il
telecomando e accese la televisione sul primo canale.
'Eccolo lì'
La tv stava riproponendo alcune dei passaggi salienti del corteo, la
partenza, il passaggio sotto il ponte ultra centenario, il lungomare e
l'arrivo al palazzo estivo dell'Imperatore per un altro incontro.
Kaede era su quella carrozza, la mano che si muoveva a destra e sinistra,
e un sorriso tirato sul volto.
'Perché mi fa' così male che sia stato lui a mentirmi? In fondo, ci
conosciamo da così pochi giorni…'
Spense il televisore e finì la relazione.
Kaede approfittando di una pausa prima della sontuosa cena si infilò in
una stanza deserta e iniziò a smanettare col telefonino.
Non aveva il coraggio di chiamarlo, ma poteva sempre mandargli un
messaggio…
Fece uno squillo di prova: era acceso!
Inviò l'sms, sperando che Hanamichi gli rispondesse…
Hanamichi sentì il trillo del telefonino, e immaginò subito chi fosse.
Voleva spegnere il cellulare, ma siccome era aveva le mani sporche (si
stava impastando una pizza) non riuscì a spegnerlo prima che sentisse i
tre bip dell'arrivo di un sms.
Fissò l'apparecchio. Si rimise a preparare la pizza.
La mise in forno, la fece cuocere e la mangiò. Poi guardò una cassetta
sul basket, e alla fine decise di andare a dormire.
Automaticamente prese il cellulare.
Lo guardò, poi salì in camera e si infilò sotto le coperte.
Rimase a contemplare il soffitto per chissà quanto, perso tra molti
pensieri, poi allungò la mano e finalmente lesse il messaggio:
<Ciao Hana. Ti devo parlare. Domani, soliti posto e ora? Vieni x
favore. Risp, Kaede>
Non pensò nulla. Non fece nulla.
Fissò ipnotizzato quel nome.
Spense il cellulare. Senza però riuscire a dormire ancora per molto.
Fine
capitolo terzo.
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