Vi
accorgerete che il carattere di Rukawa è un po' diverso dal solito, e che
Hanamichi sa sfruttare al meglio il suo talento. Non stupitevi troppo, in fondo
siamo in un'altra dimensione…
Due cigni capitolo
II di
Hymeko
"Da cosa
comincio…la pagina dello sport"
Hanamichi stava facendo colazione, e nel frattempo leggeva distrattamente
il televideo.
"Allora, vediamo che titoli ci sono…l'unica cosa interessante è
che la nazionale femminile di volley ha conquistato l'accesso ai prossimi
mondiali. Mai che dicano nulla di nuovo sul basket! Meglio andare sulle
altre notizie!"
Digitò il numero della pagina dei titoli generali, e s'imburrò una fetta
biscottata.
"Sempre il solito. L'apertura della Borsa, la politica economica del
governo, le discussioni in Parlamento, politica estera, guerre in varie
parti del mondo e…questa poi…la famiglia reale di Povel, piccolo ma
ricco paese europeo, in visita al nostro Imperatore…vediamo"
Schiacciò i tasti, e subito la pagina apparve.
Hanamichi si concentrò sulla tazza di tè caldo, leggiucchiando la
notizia con mezzo occhio.
/Kanagawa, sede della Corte estiva dell'Imperatore. Ieri mattina i Rukawa,
la famiglia reale di Povel, sono arrivati nella prefettura per l'incontro
con il nostro Imperatore. La sera stessa, hanno partecipato ad una cena
con gli esponenti della municipalità. I Reali si tratteranno per circa
due settimane, con la possibilità che la permanenza sia prolungata. Sono
in programma varie visit…/
"Cavoli è tardi! Se non mi sbrigo mi sbatteranno ancora in
corridoio!"
Hanamichi non finì di leggere l'articolo, ma si precipitò a scuola, dove
arrivò appena in tempo.
Kaede sbuffò. Non ce la faceva più. Quella vecchia acida non la smetteva
più di parlare.
Odiava la matematica. Non la capiva, non c'era nulla da fare.
'Meno male che poi ho letteratura giapponese…'
pensò, in un rigurgito d'orgoglio della sua eredità del nonno
nipponico…per quello portava il nome Kaede. A sua madre era sempre
piaciuto da morire…e si accordava anche al loro cognome, che si diceva
nel loro regno essere di un'antica principessa del Sol Levante che aveva
sposato il loro primo re…da quel giorno Rukawa era l'appellativo della
loro dinastia.
"Ora, come può notare attraverso questa semplice dimostrazione, il
limite per x che tende a 0 del seno di x fratto x è uguale a uno, e
quindi…"
'Quindi non ne posso più. Me ne voglio andare… Dio, aiutami, o qui mi
addormento…'
Rabbrividì, alla ramanzina che gli avrebbe fatto sua madre…
'Quanto mi piacerebbe se fossero già le due…sarei a giocare con
Hanamichi…libero…senza nessuno che mi controlli, come un cane da
guardia…
………………………………
…o no! Me n'ero dimenticato, oggi c'è un incontro con le forze
dell'ordine…chissà che casino sarà uscire di nuovo…se mi lasceranno
uscire…ho paura che mi faranno partecipare…no…non voglio…voglio
andare a giocare a basket…si arrabbierà se non mi vedrà arrivare…non
posso non presentarmi…
…se avessi almeno il suo numero…lo potrei avvisare…che mal di
testa…'
"Signorino Kaede, vi sentite male?"
"Cosa?"
"Mi sembrate stanco, ed anche un po' pallido… non è che avete la
febbre?"
"Io…non lo so…"
"Aspettate, vado a chiamare il medico" e uscì.
Il ragazzo spalancò gli occhi…forse aveva ancora una possibilità…
"Sì!!!!!!!!!!!!!!!!"
Si lasciò cadere sul letto.
Ci era riuscito: il medico gli aveva ordinato assoluto riposo.
Questo significava…niente incontro durante il pomeriggio.
E anche…un bel one on one a basket!
Aveva già un piano perfetto: verso l'una e un quarto si sarebbe ritirato
in camera sua, avrebbe tirato le tende e avrebbe impartito l'ordine di non
disturbarlo fino…le sette e mezza, almeno.
Non ci avrebbero trovato nulla di strano, lui era un ragazzo che dormiva
molto.
"Ma non sarò nel mio letto…me la filerò in silenzio e sarò me
stesso…per qualche ora"
E sorridendo si accoccolò abbracciando il cuscino, felice, sognando la
libertà.
"Cavoli, sono già le due e mezza, e quello non si vede ancora! Spero
per lui che venga presto, perché se ritarda troppo lo prendo a craniate!"
"Tu parli sempre da solo?"
"Aaaahhhh!!!!!!!! Ma sei scemo? Mi hai fatto prendere un colpo! Non
farlo mai più!"
Kaede sorrise, deliziato da quell'incredibile sincerità…non aveva mai
conosciuto nessuno così spontaneo…nel suo ambiente nessuno poteva
permettersi di scoprirsi…soprattutto lui…
"Ehi? Kaede? Ci sei o stai dormendo in piedi?"
Rukawa sobbalzò: era la prima volta che qualcuno lo chiamava per nome
senza anteporre nessuna formula di rispetto…e la cosa gli piaceva…da
morire…
"No, stavo riflettendo. Ti porgo le mie scuse per essere arrivato
tardi, ma ho incontrato qualche inconveniente…ti prego di
perdonarmi…"
Hanamichi agitò la mano, a scacciare quelle scuse.
"Oh, non ti devi scusare così tanto. Non c'è nessun problema, ero
qui da pochissimo anch'io. Ma che ne dici di recuperare il tempo perduto,
iniziando il nostro scontro? Ma sappi che ti batterò, stavolta!"
'Non è vero che era qui da poco…prima era scocciato dal mio
ritardo…ma non ha voluto farmelo pesare…che gentile…sempre che non
lo stia facendo perché sa chi sono…no…per favore'
Hanamichi riuscì effettivamente a sconfiggere Kaede, anche perché forse
il ragazzo aveva davvero un po' di febbre.
(coooooooooooosa?! Io lo posso battere anche se lui è senza febbre!
n.d.Hana infuriato)
(allora perché tutte le volte che l'hai sfidato sei sempre stato
sconfitto? n.d.Hymeko)
(ehm…ecco…io…sfortuna, ecco! Solo sfortuna! Ah ah ah ah! n.d.Hana
che se la svigna con la coda tra le gambe)
"Complimenti, mi hai battuto!"
"Eh già, oggi ho vinto io! Ma, Kaede, sei sicuro di stare
bene?"
"Sì, perché?"
"Mi sembri un po' smorto…"
"Sarà la stanchezza…ieri sera ho avuto da fare, dopo il nostro
incontro; e mi è anche venuta fame!"
Si avvicinò a un tavolo e cercò nella tasca della felpa.
"Oh no! Ho lasciato in stanza il portafogli!"
"Fa' nulla! Offro io!"
"Ma io…"
"Su dai, in fondo ho vinto, no? Lasciami almeno che ti offra un
panino…ma domani offri tu, d'accordo?"
Rukawa sorrise…era suo desiderio che si incontrassero anche il giorno
seguente…esattamente ciò che anche lui sperava…
"Va bene, ma domani vincerò io di nuovo, quindi preparati a una
sconfitta!"
"Illuso! Io sono un genio della pallacanestro! Anzi, per essere
precisi, io sono il Genio! Ah ah ah ah!"
"Megalomane!"
"Ma come osi? Se non fossi uno nuovo, ti insegnerei io a rispettare
il grande Sakuragi!"
"Sì sì, prosegui pure a illuderti…"
"Grrrrrrrrrrrrrrrrrr…"
"Dov'è che mi stai portando?"
"Cerchi di cambiare discorso, eh? Molto saggio, da parte tua.
Comunque, stiamo andando all'Uovo d'Oro, una piccola paninoteca in cui
fanno panini spaziali, vedrai. Molti sono a base di uova sode, ma non
preoccuparti, se non ti piacciono ce ne sono parecchi anche senza"
"Ok, ma posso chiederti di riaccompagnarmi al campetto, quando
abbiamo finito? Non conosco benissimo questa parte della città, e dovrei
tornare entro le sei e trenta"
"Non c'è problema! Anzi, se vuoi, portiamo via i panini e li
mangiamo sulle panchine vicino al campetto!"
"Sì, non sarebbe male…"
'Non ho mai mangiato su una panchina…chissà se è così scomodo come mi
hanno sempre detto…'
Ma appena arrivarono vicino alla paninoteca, Rukawa notò che era piena di
gente…e il punto debole di tutta la cena venne a galla: qualcuno
l'avrebbe sicuramente riconosciuto.
'Cosa faccio? Se mi riconoscono sarò sommerso dalle domande. Ma non posso
farlo entrare da solo…sarebbe poco educato…devo trovare una scusa
valida per non entrare… pensa, Kaede, pensa…ci sono!'
"Ehm…Hanamichi?" era la prima volta che lo chiamava per nome
"Nella paninoteca, c'è gente che fuma, di solito?"
"Sì, perché?"
"Io non sopporto il fumo…forse sono allergico…ti spiace se sto
fuori?"
(che scusa penosa ho inventato…n.d.Hymeko)
"No, non c'è problema, ma il tuo panino?"
"Scegli quello che vuoi, sono sicuro che andrà benissimo. Mi fido di
te"
Hanamichi si sentì imbarazzato, ma rispose:
"Non ti deluderò!"
E entrò nel piccolo locale.
Rukawa lo vide uscire un quarto d'ora dopo, con quattro panini, due bibite
grosse e un sacco di tovaglioli.
"Ma quanto hai preso?"
"Di che ti lamenti? Con quello che abbiamo faticato prima, ci vuole
una bella ricarica!"
"Se lo dici tu…"
"Smettila di discutere, e diamoci una mossa, o si raffreddano!"
Tornarono al campo, e da soli occuparono un intero tavolo. Si
stravaccarono sulla panca, come solo dei maschi sanno fare… (ehi!
n.d.tutti i maschi del mondo)
Rukawa morse il suo panino…era davvero buono. Non sembrava nulla di
speciale, era solo pane tostato, un po' di salsa, pomodoro, uova e
asparagi…eppure aveva un sapore squisito, era una delle cose più
deliziose che avesse mai mangiato.
Si rigirò sulla dura pietra. Un po' fredda, forse, ma niente male.
"Hanamichi, tu mangi spesso così?"
"Dipende. Se ho gli allenamenti del club no, perché vado subito a
casa e mangio lì. Se invece sono in giro a giocare sì, è più comodo
mangiare un panino. Soprattutto se la compagnia è ottima!"
Rukawa toccò il cielo con un dito, per quel complimento.
Si rilassò, e lasciò che i profumi della città lo avvolgessero. Il
vento soffiava dal mare, e l'odore della salsedine li avvolgeva,
mischiandosi con quello dell'erba e dei fiori del parco in cui si
trovavano.
Sentì un gabbiano urlare al cielo la sua libertà.
Chiuse gli occhi, lasciandosi carezzare dall'aria. Un intenso desiderio
nacque nel suo cuore. La speranza che la sua vita, fino a due giorni
prima, fosse stata solo un brutto incubo, e nulla più. Si sarebbe
svegliato, e sarebbe andato a scuola…in bici, magari. E poi…si sarebbe
iscritto al club di basket, e sarebbe diventato un campione, e Hanamichi
sarebbe stato sempre lì, pronto a sfidarlo…
Si lasciò sopraffare dalla volontà di congelare in eterno quell'istante,
di non tornare più indietro…di cancellare tutto. La leggerezza che
provava era una sensazione insolita, paragonata al rigido cerimoniale cui
era costretto. Si sentiva…un fringuello, saettante nell'aria.
La sua mente si sentì turbata dalle nuove sensazioni mai provate. Ma non
vi era paura, solo il naturale timore verso esperienze sconosciute. Si
chiese cosa facesse sgorgare in lui simili emozioni.
'Che sia…lui?'
Infatti, mentre mangiavano, Hanamichi allegro gli aveva raccontato di
tutto, dal tempo all'ultima festa che avevano dato lì in città.
Il moro rispondeva con sorrisi o piccole risate alle sue storielle buffe,
non essendo assolutamente in grado di mantenere il ritmo forsennato del
racconto del ragazzo sedutogli vicino.
Alla fine, dopo qualche minuto di silenzio, il rossino gli chiese:
"Quanto resti?"
Kaede spalancò gli occhi, e un tuffo al cuore rischiò di spezzarlo. Il
suo stomaco si chiuse, mentre la schiena si irrigidiva.
'Lo sapeva…l'ha sempre saputo…per questo
è diventato mio amico…'
"Come sai che devo andarmene?" chiese glacialmente.
Hanamichi fece finta di non aver notato l'improvvisa freddezza.
"Avevo il cinquanta per cento di chance"
"Cosa?!"
"Avevo due possibilità: che tu fossi di passaggio, o che ti fossi
appena trasferito. Ho buttato a caso"
"Quindi…hai solo indovinato che io non mi stabilirò qui"
"Sì. Ma credo di aver indovinato anche qualcos'altro, dai tuoi
modi…tu fai parte del seguito della famiglia reale che è in visita
dall'Imperatore, vero?"
Rukawa non credeva alle sue orecchie:
'Non lo sa! Non lo sa!'
Il suo morale si risollevò notevolmente, e mentre un'improvvisa
spossatezza si impadroniva di lui.
'Pensavo…fosse tutto finito…'
"Sì, faccio parte…della corte"
"Tu…li hai mai visti…i regnanti?"
"Solo…di vista"
"E come sono?"
"Gente…imprigionata"
"Imprigionata?"
"Sì, sono persone che non possono vivere per quello che sono, ma
costrette per tutta la loro vita a recitare un ruolo imposto da delle
regole. Io…penso che siano molti tristi"
"Anche tu, lo sembri…"
Kaede abbassò gli occhi.
"Io…sono costretto a essere come loro. Anche se non vorrei. E non
ho scelta"
Hanamichi guardò l'amico, e lo trovò molto malinconico, anche se non se
ne spiegava la ragione. Mica era lui il re, no? Cercò qualcosa per
cambiare discorso, e all'improvviso un dubbio lo colpì:
"Senti, ma lo sanno…che sei qui?"
"No"
Hanamichi lo guardò confuso:
"Ma…non finirai nei guai?"
Lo sguardo di Kaede andò lontano, e alzò le spalle.
"Non fa nulla. Io…forse lo faccio proprio per cacciarmi nei
guai"
"Ne sei sicuro?"
"Sì"
…………………………
"Giocherai ancora…con me?"
Kaede sorrise:
"Ne sarei felice…"
"Allora ci vediamo domani?"
"Se non mi intrappoleranno in qualche modo, stanne certo. Però non
posso esserne sicuro"
"Facciamo così: ti scrivo il mio numero di cellulare. Se hai qualche
problema, chiamami, ok?"
"Va bene. Aspetta, ecco il mio"
Si scambiarono i numeri di telefono, poi ognuno tornò a casa sua, conscio
che qualcosa stava cambiando…
Fine
capitolo secondo
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