DREAMS 2

 

Niels sbadigliò, soffocando nel cuscino il suono leggero che gli era sfuggito dalle labbra.

 

“Ho sonno..socchiudendo appena gli occhi.

 

L’uomo lo prese per un braccio, tirandolo a sedere sul letto con una risolutezza appena gentile.

 

“Andiamo bambola, non ti pago per dormire.

 

Niels si imbronciò appena, sfregandosi un occhio.

 

“Credevo che..

 

“Credevi male. Sono arrivati amici.”

 

Niels non aveva bisogno di chiedere, di contrattare sulla tariffa. Per quello, il Conte non dava mai pensieri, non smentiva mai di essere un vero signore. Si sentiva stremato, però.. si passò una mano sulla fronte, gelida.

 

Il Conte fissò attentamente quella pelle bianca contro la seta nera delle lenzuola, i riccioli morbidi a sfiorare il contorno del viso. Con la mano gli sfiorò il viso, sentendosi, come sempre, addolcire e avvampare.

 

Andiamo, piccolo, ti ho preparato qualcosa di speciale. – in tono suadente- Un tiro solo e starai subito meglio, non ho mai trovato di una qualità migliore.

___

 

Dario si voltò per l’ennesima volta nel suo letto. Non riusciva a smettere di pensare a Niels.

 

Non ci sarebbe riuscito neppure se avesse voluto: e non voleva.

 

Si erano visti spesso, negli ultimi tre mesi, ed erano anche usciti insieme.

 

Niels era uno di quelli che poteva importi tutto con un semplice sguardo, soprattutto se tu andavi ad aprirgli la porta appena uscito dalla doccia, i capelli fradici appiccicati alla fronte, l’acqua che gocciolava negli occhi e solo un asciugamano stretto intorno alla vita.  Quella volta Niels aveva riso, splendido e incurante.

 

Così come aveva fatto quella stessa sera in birreria.

 

E il giovedì dopo, al parco, mentre gettava le briciole ai cigni nel laghetto.

 

E..

 

Dario sospirò: Niels era perfetto. Tutto di lui, il tono delle parole, il modo in cui le pronunciava, il modo in cui muoveva il corpo, sembravano fatti per mettere a proprio agio il suo interlocutore, chiunque esso fosse. E poi era bellissimo.. così sexy..

 

Dario intrecciò le braccia dietro il capo.

 

Era un accompagnatore. Gliel’aveva detto con modo di fare che pareva far intuire una sorta di ansia, come se si fosse aspettato chissà che reazione. Una reazione che non venne o che, forse, non fu quella che aveva temuto.

 

Un accompagnatore: persone che non lo conoscevano lo pagavano per.. non voleva sapere nulla di preciso.

 

Erano soldi ben spesi, comunque.

 

Come dimenticare il vestito rosso in cui si muoveva languido in un pomeriggio d’estate?

 

Un nodo gli prese la gola.

 

E anche qualcosa un po’ più sotto.

 

Sorridendo si passò le mani sul corpo mentre il soffitto lo fissava, muto.

 

L’elastico dei boxer fu un ostacolo semplice da superare, le mani si infilarono tra le gambe.

 

Non doveva mettersi a pensare a qualcosa di specifico: ce l’aveva sempre davanti agli occhi. La schiena lasciata nuda dal vestito, la gonna corta, cortissima, che mostrava le gambe.

 

No, non era mai stato particolarmente attratto da chi si travestiva da donna, in fondo a lui piacevano i maschi.. Già.

 

Niels era qualcos’altro.

 

Era lui, proprio lui: la sua pelle, il suo corpo.

 

L’aveva già toccato mille volte nei suoi sogni.

 

Niels era intossicante.

 

Se lo vedeva bene muoversi nell’oscurità della stanza: le mani che sentiva addosso non erano le proprie, ma quelle di lui. E poi.. poi le sue labbra, il suo corpo affamato e sottile, elegante.

 

Lava nelle vene.

 

Fuoco nei polmoni.

 

Scintille bianche davanti agli occhi.

 

Udì la voce di Niels gemere con lui.

 

___

 

Niels gemette, la fronte appoggiata al damasco della poltrona.

 

Si sentiva su di giri. Carico. Eccitato. Eccitante.

 

Lo guadavano e lo desideravano. Il suo Conte lo offriva come un dono prezioso.

 

Avrebbe voluto sentirsi orgoglioso.. ma era un sentimento troppo complesso per essere provato in quel momento.

 

Sentiva la testa leggera, gonfia di sensazioni infinite. Tattili e visive.

 

Scie colorate come fuochi d’artificio riempivano al stanza.

 

Non era stanco. Sembrava che non sarebbe mai più stato stanco in tutta la sua vita.

 

Si sentiva riempito di tanta energia da scalare il Monte Bianco a piedi.

 

Niels si passò languido una mano su un fianco. Qualcuno gli stava baciando il collo.

 

Il Conte gli era seduto accanto, lo guardava deliziato della sua nudità.

 

“Conte, riesce a farlo diventare più bello ogni volta che lo vedo!”

 

Un ospite: Niels non ricordava il suo nome, ma non era importante. In fondo il Conte di amici ne aveva molti, no poteva certo ricordarli tutti.

 

Lui doveva solamente essere gentile. Amava esserlo.

 

Oh sì.. gli arrivò fra le mani una banconota arrotolata.

 

Niels sorrise terribile, gli occhi delicatamente socchiusi.

 

“A te.” disse qualcuno.

 

Era solo un gioco..