Serie: X
Capitolo 1/1
Rating: Nessuno
Genere: humor, direi. Cmq è roba poco seria ^^
Note: questa è la mia prima fic su X, perchè mi mette un po' di soggezione, manipolare i personaggi delle Dee Clamp. Sicchè...abbiate pazienza!




Dovevi spiegarti meglio

di Unmei


"Subaru..."
Kamui si avvicinò timidamente alla panchina dove era seduto il capo della famiglia Sumeragi. Teneva un libro aperto sulle ginocchia, ma il suo sguardo era in un punto non definito del giardino dell'istituto CLAMP. Sembrava così assorto nei suoi pensieri che il giovane drago del cielo pensò di non essere nemmeno stato sentito, e fu sul punto di rinunciare, perdendo quel po' di coraggio che era riuscito a mettere assieme per andare dal suo compagno.
"Sì, Kamui? Hai bisogno di me?" Gli rispose invece, con voce gentile, quando ormai stava per fare dietro front.
"Oh...io...è ora di pranzo, Subaru, mi chiedevo...mi chiedevo se ti andava di mangiare qualcosa assieme."
Lo sciamano gli rivolse un leggero sorriso, ma scosse la testa, declinando l'invito.
"Ti ringrazio, ma non ho fame. Preferirei restare...un po' da solo, per favore."
Shirou Kamui sentì un calore inaspettato diffonderglisi sul viso e capì di stare arrossendo, sia per l'imbarazzo che per la delusione. Si sentì enormemente stupido: aveva impiegato tutta la mattina per decidersi a invitare a Subaru a pranzo, e quel rifiuto gli fece venire voglia di sprofondare.
"Certo...allora  ti lascio in pace. Ecco, s-scusa se ti ho disturbato! Ci...ci vediamo dopo!" Esclamò, voltandosi e correndo via, prima ancora di dare all'altro il tempo di rispondergli.
[No, nessun disturbo, Kamui - pensò malinconicamente l'altro ragazzo, rimasto solo - Non intendevo essere scortese, ma oggi...oggi mi sento più vuoto del solito.]
Concluse, rivolgendo il viso verso i tiepidi raggi del sole e chiudendo gli occhi.

***

Perché si ostinava così a restare solo?
Perché non provava a reagire? Subaru lo aveva spronato a farlo, a uscire dal torpore in cui lui era caduto dopo la morte di Kotori, e la metamorfosi di Fuma, e invece egli sembrava rimanere ancorato al passato.
Kamui desiderava passare più tempo con quel giovane dall'aria infelice perché aveva la sensazione che, insieme, sarebbe stato più facile per entrambi affrontare il destino. Le loro vite erano state così simili, così ingiuste.
Ed ora, per cosa dovevano vivere? Per il futuro del mondo? E che diavolo era, il mondo? Miliardi di persone senza importanza, di cui non conoscevano i volti e i nomi...miliardi di sconosciuti, ignari di quello che stava accadendo là a Tokio.
Non si può vivere per salvare il mondo....
Lui viveva per riavere indietro Fuma...il vecchio Fuma, il suo amico d'infanzia. A qualsiasi prezzo.
Subaru viveva per uccidere il Sakurazukamori. O forse no. Forse per farsi uccidere dal Sakurazukamori.
O forse perché sperava di ritrovare quel Seishirou che aveva creduto di conoscere, l'illusione in cui aveva vissuto per un anno.
Chissà, forse stavano sbagliando tutti e due, forse non aveva senso continuare quella battaglia crudele, che aveva già distrutto la vita di così tante persone.  Forse...
"Kamui!!!" - da dietro due mani gli piombarono sulle spalle, facendogli rizzare i capelli - "Ho involontariamente ascoltato il tuo piccolo discorso con Subaru! Se ti va vengo io a mangiare qualcosa con te, eh? Ah ah ah!!"
"Sorata!" Esclamò il ragazzo, scrollandosi di dosso il monaco del monte Koya e voltandosi di scatto verso di lui.
"Uh-uuh...che sguardo assassino! Devo dedurne che la tua risposta è negativa?"
"Non ho voglia di sorbirmi le tue pagliacciate anche durante il pranzo!" Esclamò, prima di allontanarsi, sparendo con pochi, velocissimi balzi.
"Tsk tsk...quel ragazzo mi preoccupa" - considerò Sorata, a braccia conserte e tamburellando le dita - "Mah...però io ho fame comunque! Chiederò alla mia dolce Arashi se vuole venire a pranzo con me; lei è il mio destino, certo non potrà dirmi di no!"

***

Certe volte si domandava dove Sorata potesse trovare ancora voglia di scherzare, e di ridere. Sotto quel punto di vista lo invidiava profondamente; nemmeno la sua vita era stata facile, nemmeno a lui era stato riservato un futuro felice, e nonostante ciò continuava a divertirsi, anche se era molto meno spensierato di quanto volesse far credere.
Da solo in uno degli angoli più isolati del parco dell'istituto, Kamui scoprì di non avere più molta fame, anzi...
Gli era di nuovo calato addosso un umore triste e sfiduciato.
"Dannazione...non è giusto! Non è giusto!" Gridò, schiantando con rabbia un pugno contro il tronco di un albero.
"Vorrei sapere perché devo subire tutto questo! Vorrei sapere chi è che si diverte tanto a rendere la mia vita uno schifo!"
Il placido stormire delle foglie fu coperto dal violento rombo di un tuono; cosa alquanto strana, visto che in cielo non c'era nemmeno una nuvola. Ma quello non fu l'unico suono inaspettato a rompere il silenzio: ci fu un 'crack', seguito da qualcosa che somigliava a un grido: "Kyyaahh!!!"
E infine un tonfo.
Kamui si voltò verso la fonte di quel fracasso, pronto a difendersi, ma anche ad attaccare il possibile nemico.
"Ohi.ahia ahia."
Vide soltanto una ragazza sconosciuta, precipitata da chissà dove, che si alzava massaggiandosi il fondoschiena.
"E tu chi saresti?" Le chiese, sospettoso, ma senza abbassare la guardia.
"Ma la Fata Turchina, ovvio! Oohhh...Ma dal vivo sei ancora più bello! Checcariiiinooooo!!!!!!!" Rispose, precipitandosi su di lui e prendendolo per le guance, pizzicottandole con entusiasmo.
"Shei shicura di esshere normale?" Domandò lui, cercando di liberarsi. Per qualche misterioso motivo i suoi poteri non funzionavano.
Lei lo lasciò d'improvviso e si guardò intorno interessata.
"Vediamo se riesco a beccarne anche qualcun altro, già che sono qui! Anche un drago della terra andrebbe bene..."
"Ehi! Ti dispiacerebbe spiegare come sei arrivata qui e chi sei veramente? E perché, per quanto ci provi, non riesco a carbonizzarti?"
"Mica sono scema! Prima di sguanciottarti ti ho disattivato i poteri."
"Hai fatto cosa????" Domandò Kamui, atterrito.
Sicuramente quello era un incubo.
"Piacere!" - disse lei, sorridendo e afferrandogli la mano - "Mi chiamo Unmei, sono l'autrice di questa fanfic e quindi detengo il potere assoluto! È bella la sensazione di onnipotenza, sai?"
"C-cosa? Fanfic? Ma che cosa stai dicendo?"
"Oh, ma mi hai chiamato tu! Sei tu che volevi sapere chi si divertiva a rendere la tua vita uno schifo. Eccomi qui! ^_^"
Una vena pulsò più forte sulla fronte di Kamui, che si avventò sulla nuova arrivata con intenzioni omicide.
"Non avrò più i miei poteri, ma posso strozzarti lo stesso! Grauuuurr..."
"Ma stai bravo, che peserai quaranta chili bagnati" - disse lei, tenendolo a distanza piantandogli una manata in fronte - "E poi io mi riferisco solo a questa storia qui, in cui ancora non aveva fatto accadere nulla di male. Se proprio vuoi sapere chi è che ti sta flagellando di sfighe cosmiche, e che ogni quattro pagine ti fa molestare sessualmente da Fuma, allora non è a me che devi rivolgerti, ma a quattro signorine giapponesi che possiedono uno spiccato gusto del sadico. Ma se pensi di riuscire a far venire qui loro ti sbagli: primo sono troppo occupate, secondo, il novanta per cento dei loro personaggi vogliono far loro la pelle, quindi si guardano bene dall'incontrarli."
"Non so se mi sento tanto bene..."
Si lamentò Kamui, andando a sedersi su una panchina vicina. "Colpa di quelle lì, dici?"
"Già già"
"E come devo fare per licenziarmi?"
"Su, non fare così. Non vorrai lasciare orfane milioni di fangirl che non aspettano altro di vederti spiaccicato contro un muro con l'altro Kamui che ti morde il collo e che ti infilza con ..ah-ehm...la sua spada."
Kamui le rivolse uno sguardaccio, e lei piantò le mani sui fianchi.
"Certo che eri più spiritoso nei primi volumi, quando eri isterico e mezzo psicopatico..."
"Fai qualcosa!"
"Io?"
"Visto che dici di poter fare tutto quello che vuoi, cambia la mia vita!"
"Vuoi una Vigorsol?"
"Eh?"
"Niente...deliravo. Cosa vorresti che facessi, scusa?"
"Rimetti a posto le cose! Per me, per tutti...voglio fare una vita normale, voglio che i miei amici siano felici, voglio che Kotori e mia madre siano ancora vive, che Fuma torni ad essere quello di una volta, che Hinoto diventi alta come un essere umano e che la smetta di rompermi le scatole, che almeno per una volta nella mia vita io possa essere seme..."
"Non chiedere l'impossibile, please! Ho dei limiti pure io. Tu in pratica mi stai chiedendo una normale, squallidissima vita da adolescente complessato, come quella di noi tutti?"
"Esatto!!"
"Mah,,..,e vabbeh...contento tu..." L'autrice si strinse nelle spalle, e  schioccò le dita, facendo apparire una tastiera da computer. La alzò con due mani e la schiantò sulla testa del drago del cielo.
"AHIA!!! MA SEI SCEMA?" Urlò Kamui, massaggiandosi il bernoccolo.
"Le fate turchine hanno la bacchetta magica, io ho la tastiera magica."
"Tu non hai nulla di turchino!"
"Ora no, però una volta mi sono fatta i capelli verdi...beh, lasciamo perdere. Ora vedrò di fare quello che mi hai chiesto. Tieni qua, è il mio numero di cellulare."
Disse, ficcandogli in mano un bigliettino.
"Perché?"
"Caso mai ti servissero delucidazioni, o incontrassi dei problemi...o se ti sentissi solo nelle fredde e lunghe notti invernali..."
Kamui cominciò ad indietreggiare lentamente, con cautela, sentendo un gocciolone di sudore scorrergli lungo la fronte.
"Ci rivediamo dopo, Kamui-chan." Trillò la folle, prima di scomparire in una nuvola di fumo sulfureo.

***

"Mah...ancora sono sicuro di aver sognato. Però...ho qui il numero di telefono, quindi vuol dire che è stato tutto vero. Che sia stato tutto organizzato dai draghi della terra?"
Immerso nei suoi pensieri, senza rendersene conto, Kamui arrivò sino ad una elegante villetta e spinto dall'istinto si mise una mano in tasca, e trovò una chiave con cui aprire la porta, prima ancora di accorgersi del nome "Shirou" scritto sulla targhetta accanto al campanello.
C'era una specie di forza estranea che guidava le sue azioni: entrò in casa, e come se conoscesse già la disposizione delle stanze entrò in cucina.
C'era una bella signora, che indossava un abito chiaro, e sembrava che stesse preparando una torta.
"Mamma!" Esclamò Kamui, sentendo il cuore balzargli in gola.
"Mamma!!" Disse, ancora, con le lacrime agli occhi, lanciandosi verso di lei per abbracciarla.
SDENG!
Gli arrivò un colpo di cucchiaio di legno in testa. Ma cos'era, ce l'avevano tutti con lui quel giorno?
"Allora, signorino! Oggi hanno telefonato da scuola e hanno detto che non ti sei presentato alle lezioni. Come la mettiamo, eh?"
"Ma...ma...ero all'Istituto Clamp...e poi è arrivata quella pazza..."
"Che cosa? E che ci facevi in questo istituto Clac che hai nominato?"
"E' Clamp mamma...tu conoscevi il suo direttore, non ti ricordi?"
"Non cercare di prendermi in giro, non sono mica scema, sai? Allora, che ci facevi lì?"
"Beh, ero con gli altri draghi del cielo...dobbiamo essere pronti perché i draghi della terra vogliono distruggere gli esseri umani per..."
"Draghi di che cosa? Ho capito...hai saltato le lezioni per partecipare ad uno di quei giochi di ruolo! Vergognati, Kamui!"
"Ma mamma!"
"Devi studiare se vuoi essere ammesso all'università! Adesso porta giù l'immondizia, poi te ne vai in camera e non esci fino ad ora di cena!"
"Ma mamma!"
"Fila!!!"

***

Due squilli, tre squilli...finalmente risposero.
"Sì?"
"Sono Kamui. Mia madre è un'invasata che urla perché studi di più, metta in ordine la mia camera e tenga basso il volume dello stereo."
"Tipica modello di madre media. Me lo hai chiesto tu, no?"
"Veramente pensavo ad una dolce signora che canticchia mentre prepara il pranzo e non mi prende a mestolate sulla testa..."
"Se volevi andare a vivere in uno spot del mulino bianco dovevi dirmelo subito. Vedrai che ti ci abituerai, centinaia di milioni di giovani sono nella tua stessa situazione e ce la fanno lo stesso. Ciao, caro!"
Bip- tu-tu-tu-tu..

***

Kamui percorse il viale d'entrata della scuola guardandosi attentamente in torno. Sembrava non essere cambiato nulla. Beh, almeno quello sperava che fosse andato per il verso giusto...
"Kamuiiiii!!!!!"
Una ragazza bionda gli si fiondò addosso, abbracciandolo e poi appendendoglisi al braccio, guardandolo con un sorriso radioso.
"Kotori!"
Ora era felice! Se Kotori stava bene, allora significava che le cose stavano andando per il verso giusto. Sentì il cuore stringersi, e seppe di stare per commuoversi.
"Kotori, io...io sono così contento di rivederti...sigh...io..."
"Kamui, dopo la scuola andiamo a vedere le vetrine delle gioiellerie?"
"...sigh, io non sono riuscito a difen-- che cosa?"
"Per scegliere il mio anello di fidanzamento!"
"Ehhh???"
Il colletto dell'uniforme si era fatto improvvisamente strettissimo.
"Tu hai promesso che mi avresti sposata, Kamui."
"S-sì, ma avevo sei anni..."
"E allora?"
"A sei anni dicevo un sacco di cose! Pure che volevo fare il ballerino classico!"
"Oh...saresti così carino in tutù!"
La voce che aveva parlato era maschile. Ed era quella di... "Fuma!"
Per un momento Kamui fu sul punto di schizzare via a tutta velocità, una specie di riflesso condizionato dagli ultimi eventi passati.
"Il nostro liceo organizza dei corsi di danza classica...perché non ti iscrivi? Anzi, poteremmo iscriverci insieme. A me non avevi mai detto che volevi fare il ballerino, però."
"Beh, ehm...non è che mi vada ancora...ero piccolo...ehm." 
Fuma lo prese per l'altro braccio.
"Dopo vieni a casa con me, vero, Kamui?" Chiese il ragazzo, rivolgendogli un sorriso carico di sottointesi.
[Ma non doveva tornare il Fuma buono?] Si domandò con un brivido Kamui.
Kotori lo strattonò dalla sua parte.
"Dopo verrà a fare shopping con me. Dobbiamo organizzare il nostro matrimonio!"
Il ragazzo più alto lo tirò ancora dalla propria parte, strappandolo a Kotori; in più gli mise possessivamente il braccio intorno alle spalle.
"Io sono sicuro che lui preferisce stare con me, vero?"
E platealmente lo abbracciò in mezzo al vialetto, in mezzo alla folla degli altri studenti che stavano entrando.
"Kawaii!!!!!!" Urlarono deliziate moltissime ragazze.
"Kawaii!!!!!!" Urlarono deliziati pure alcuni ragazzi.
"Fuma, Fuma ci guardano, piantala! Ahio, mi stringi troppo...aiutooooo.."

***

Chiusosi dentro ai servizi maschili, Kamui chiamò ancora l'autrice.
"Kotori vuole trascinarmi all'altare prima dell'università! E Fuma continua a starmi addosso, perché credo che voglia trascinarmi a letto prima della fine della giornata."
"..*innocent-innocent*.."
"Non sei capace ci far comportare la gente normalmente?"
"A me sembra che siano tutti perfettamente nel personaggio..."
"Guarda che qui è in pericolo la mia verginità!!"
"Non mi tentare Kamui, non mi tentare o trasformo questa cosa in un PWP."
"Che cosa?"
"Ti spiego poi...adesso ho un'altra chiamata in attesa. Bye bye."
Bip- tu-tu-tu-tu-tu

***

Kamui riuscì a mettersi in salvo dai fratelli Monou, fuggendo da una finestra del liceo prima della fine delle lezioni.
Per di più, aveva scoperto di avere un compito in classe di chimica quella mattina, e non era stato capace di dare nemmeno una risposta, perché non studiava da un sacco di tempo.
E la riunione insegnanti-genitori era la settimana successiva...
Non ricordava che la vita da sedicenne qualunque fosse così stressante..
D'un tratto si bloccò, assalito da una strana sensazione; si guardò intorno: quello era il parco di Ueno. Ancora una volta aveva agito senza pensare, e le sue gambe lo avevano guidato.
Ormai si aspettava di tutto...chi avrebbe incontrato?
Da chi avrebbe dovuto difendersi? Niente più battaglie mortali, però la sanità dei suoi nervi stava venendo messa a dura prova.
"Sakurazuka Seishiro...sei davvero sempre lo stesso."
Quella voce! Non poteva sbagliare, era quella di Subaru! Forse il suo amico era in pericolo, forse stava per affrontare la sua nemesi da solo...Kamui corse nella direzione da cui aveva sentito provenire la voce, dal grande ciliegio dai fiori rosa, per vedere, sotto un'incantevole pioggia di petali, Subaru e Seishiro, l'uno di fronte all'altro...seduti davanti ad una tovaglia da pic nic.
"Hai di nuovo messo il budino alla fragola in fondo alla cesta, ed ora è tutto rovinato!"
Ci mancò poco che per lo shock Kamui cadesse a terra. Stavano facendo un pic nic?
E dov'era il solito abbigliamento smorto di Subaru? Perché indossava quel vistosissimo completo con pantaloni stretti e giacchetta corta, color azzurro brillante, con tanto di cappello e stivaletti in vernice abbinati?
"Gomen, Subaru-koi! Mi ero distratto...stavo pensando a te!"
E come mai l'assassino aveva tutti e due gli occhi?
"Oh, come sei dolce! Allora sei perdonato!" Cinguettò Subaru, sorridendo felice.
"Grazie, koibito!"
"Però voglio imparare anche io a cucinare, per poterti  preparare il pranzo con le mie mani. "
"Se Hokuto-chan ti insegnerà, diventerai bravissimo, ne sono sicuro. E poi qualsiasi cosa preparata da te avrebbe un sapore speciale."
Il giovane vestito in maniera impossibile arrossì.
"...lo dici solo per prendermi in giro."
"No, Subaru-koi, lo dico perché ti amo."
"Oh, anche io ti amo, Seishiro!"
[Urgh...credo di stare per sentirmi male!]
Pensò Kamui, portandosi le mani alla pancia, mentre i due piccioncini, circondati dall'onnipresente pioggia di fiori di ciliegio, si imboccavano a vicenda. Tirò fuori un'altra volta il cellulare.
"Kamui...di nuovo? Cosa c'è che non ti va bene adesso?"
"Seishiro e Subaru stanno facendo i fidanzatini di Peynet, quando si suppone dovrebbero uccidersi!!!"
"Beh, me lo hai chiesto tu di rendere tutti felici e contenti, no? Quindi qui Sub e Sei si amano, vivono insieme, fanno un sacco di sesso, Hokuto è viva e vegeta e nessuno vuole, o deve, ammazzare nessuno."
"COSA FANNO SUBARU E SEISHIRO????"
"Ahia! Mi hai distrutto un timpano! Che c'è sei geloso?"
"Io? No! Solo che...non mi fido comunque del Sakurazukamori"
"Mah, se lo dici tu. Beh, devo andare, adesso."
"Aspet-"
Bip- tu-tu-tu-tu
Bestemmiando in giapponese antico Kamui si rimise in tasca il telefono e tornò a guardare verso la coppia.
Ehh??
Si stavano baciando!
Eh no, quando è troppo è troppo!
Si avventò su di loro urlando.
"Metti giù le mani da Subaru, specie di maniaco di un veterinario!"
E saltò addosso a Seishiro, tirandogli i capelli.
"Ah, toglietemelo di dosso!! Subaru, aiuto!"
"Ci sto provando, ma non ci riesco.."
"E passi mia madre, Kotori e Fuma, ma questo no!!!"
"Aiutooooo!"
"Tu e il tuo stupidissimo ciliegio! Subaru non può stare con l'unico uomo sulla faccia della terra che si fa comandare da un albero!"
"Aiutooo..mi strozza!!!!"
"Lascia stare il mio ragazzo!!"
"Poliziaaa!!!!"
"Io ti disintegro, Sakurazukamori!"

***

Mentre attendeva che sua madre venisse a riprenderlo alla centrale (ora oltre all'insufficienza di chimica si sarebbe arrabbiata anche per una denuncia per aggressione), Kamui cominciava a pensare che la vita 'normale' lui se la ricordava molto più tranquilla.
Beh...dato che la guardia era distratta, si alzò e andò in un angolino della sala, telefonando all'autrice ancora una volta.
"Kamui...BASTA!!"
"Basta lo dico io! Ma dove vi hai mandato? Questo posto è un inferno"
"Come sarebbe a dire? Ti lamenti? Tutti stanno bene, tutti si amano e sono
felici, che altro vuoi?"
"Voglio tornare ai vecchi tempi, almeno a quei traumi ero abituato, a questi no!"
"Sei incontentabile, lo sai?"
"Non era tutto questo, che intendevo, quando ho detto vita normale!"
"Dovevi spiegarti meglio!"
"Rimandami indietro!"
"E se dico no? Io volevo farti fare ancora una certa scena con Fuma..."
"Voio andale a caaaaasaaaaaaa!!!!"
"Oddio non metterti a piangere! Va bene, va bene...ma ora lasciami tranquilla, sto cercando di lavorare anche ad altre storie io...e non mi era mai capitato che un personaggio si lamentasse come te."

***

Shirou Kamui si ritrovò all'improvviso sotto lo stesso albero dove tutto era iniziato, all'Istituto Clamp.
Sembrava che non fosse passato nemmeno un istante., ma non si fidava.
Chissà quella mente contorta cos'altro poteva aver concepito...corse lungo il giardino, alla ricerca di qualcuno.
Dannazione, ma per una volta che voleva incontrare un essere umano, sembravano tutti scomparsi.
Si imbatté alla fine in Sorata e Arashi.
"Ma dai...io morirò per te, il minimo che puoi fare è uscire con me, qualche volta, no?" Si stava lamentando il ragazzo.
"Ti ho detto che non...Kamui?"
Il ragazzo, letteralmente piombato su di loro, li prese per le braccia, con il fiatone.
"Ho bisogno di sapere..Kotori è morta?"
I due si guardarono perplessi.
"Lo...lo sai anche tu, Kamui. Certo che è morta, sei stato pure sotto shock, non ti ricordi più?"
"E Fuma vuole uccidermi?"
"Così ha detto l'ultima volta. Sei sicuro di..."
"E anche la sorella di Subaru è morta, vero?"
"S-sì..."
"E lui è sempre silenzioso e depresso e l'unico scopo della sua vita è ammazzare e/o farsi ammazzare dal Sakurazukamori?"
"Direi che il succo è questo." Disse Arashi, guardando perplessa il ragazzo.
Kamui scoppiò a ridere felice, e diede un bacio sulla guancia a ciascuno dei suoi due compagni.
"Finalmente! Che bello, siamo di nuovo un branco di giovani traumatizzati e vessati dal destino avverso! Sono di nuovo a casa! - corse via, voltandosi a salutarli sbracciandosi - "Vado a salutare tutti gli altri...anche quella piaga di Saiki..guarda, ho voglia di cantare, persino!. Mou hitori de arukenai. toki no kaze ga tsuyosugite ." *
Sorata, guardandolo allontanarsi, si grattò la testa.
"L'ho detto, che quel ragazzo mi preoccupa."
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* Dalla colonna sonora di X, "Forever Love"





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