Con questa fic faccio i miei migliori auguri alla grande Hymeko che compie gli anni!^^ tantissimi auguri tesoro!^^

 

Pairing Ruhana

Raiting R

 

 

Dopo Mezzanotte

di Eny

parte IV

Il panorama dal terrazzo più alto di Tokyo, Hanamichi, non riuscì a gustarselo.


Con i suoi occhi lo vedeva decisamente più suggestivo di tutti i suoi compagni di squadra, e doveva ammettere che era sinceramente mozzafiato, ma non riusciva a restare calmo.


Si guardò attorno scrutando le espressioni degli altri giocatori.


Quella visita era stata organizzata dal coach per distrarli dalle pressioni del campionato. Osservare la città dall'alto li avrebbe rilassati e un giorno di riposo e svago avrebbe giovato ai nervi di tutti.


Di tutti tranne dei suoi...


Sospirò rumorosamente guardando frenetico l'orologio: erano le Otto.


Picchiettò rumorosamente il piede destro per terra.


-Hanamichi! Ma cosa hai? non ti piace il panorama??- domandò Ayako scostandosi un ciuffo ribelle dal volto.


Hanamichi distolse lo sguardo dallo spettacolo oltre la vetrata fissandola sulla manager.


-Eh?No! Nono! E' molto bello... solo mi chiedevo se non fosse ora di andare! Se dobbiamo essere a scuola tra un ora e mezzo ci conviene avviarci!- tentò di spronarla il giocatore.


-O non ti preoccupare! Anche se arriviamo un po' più tardi non muore nessuno!- scherzò bonariamente.
Il rossino emise una risatina isterica.


-Già...- concordò poco convinto sforzandosi di mostrare un sorriso sincero invece che quella smorfia.


La manager si allontanò andando a separare Mitsui e Ryota che stavano litigando dal lato opposto della piattaforma sulla sommità del palazzo.


Hanamichi individuò il volpino e si avvicinò a lui il quale se ne stava placidamente appoggiato a una parete osservando svogliatamente la città sotto di lui.


-Ayako ha detto che anche se tardiamo di un po' non muore nessuno.- riportò indifferente fingendo di guardare fuori.


-Vedrai che tra un attimo andiamo.- rispose -altrimenti ci penso io.- lo rassicurò e il rossino annuì.


Dopo che furono trascorsi più di venti minuti il numero dieci lanciò uno sguardo a Rukawa che, capito il messaggio, annuì impercettibilmente, abbandonando la sua posizione e dirigendosi verso Ayako.


Il gatto rosso lo fissò con la coda nell'occhio e le sue orecchie riuscirono a captare il discorso:
-Ayako senti, devo assolutamente essere a casa per le dieci.- informò. La manager chiese spiegazione e il volpino diede una scusa decvisamente convincente.


-I miei zii e i miei genitori escono a cena, devo badare a mia cugina.- la ragazza annuì informandolo che sarebbero partiti di li a poco.


Rukawa si allontanò verso la direzione dell'impaziente ragazzo.


-Valle a dire qualcosa anche tu.- gli sussurrò passandogli accanto. Hanamichi fecce enno affermativo dirigendosi verso la sempai che parlava col Gorilla.


Bene, molto bene!


-Ayako, Akagi ecco... io dovrei essere a casa al più presto, mi chiedevo se non fosse il caso di avviarci.-

domandò il più cortesemente possibile cercando di non irritare il suo capitano, sapendo perffettamente che non gli conveniva affatto.


Nonostante questo la faccia dell'energumeno fratello di Haruko era scettica.


-Ma certo Hanamichi, anche Rukawa deve rincasare presto, ora partiamo!- gli rispose cordialmente la ragazza.


Il rossino le sorrise in risposta.


-Dove devi andare di tanto urgente?- indagò inquisitore il suo capitano.


-Eh? A casa te l'ho detto!- ripetè.


-Non dovrai andare in giro a far caciara con quei tuoi amici, spero?!- lo attaccò subito.


Sakuragi si innervosì immediatamente.


-No!- sbottò -Ma anche se fosse ne avrei tutto il sacrosanto diritto! Non ho consacrato la mia vita al basket e allo studio, se tu lo vuoi fare sono affari tuoi, ma non costringere gli altri a fare lo stesso!- ringhiò. I suoi occhi si strinsero minacciosi.


Decisamente il capitano aveva azzeccato la serata sbagliata per rimproverarlo.


-Come ti permetti?! Tu sei solo un attaccabrighe capace di far casino! I miei sospetti sono fondati!-


Rukawa girò la testa di scatto a quelle parole. Era rimasto piacevolmente compiaciuto della risposta del suo compagno ad Akagi: quell'armadio non poteva trattare così Sakuragi.


-I tuoi sospetti sono fondati un corno! Come diavolo ti permetti di sputare sentenza in questa maniera! Non devo rendere conto a te di quello che faccio fuori dalla scuola! Sono affaracci miei! E non ti permette di offendere me, Yohei e gli altri! Ti ricordo cosa hanno fatto per noi quando Mitsui è tornato!- sbraitò fuori dalle divine grazie.


Non poteva sopportare ancora gli insulti di quel primate.


-sono stufo di essere trattato come un imbecille da te! Sono stanco che tu mi obblighi a fare orari impossibile con te in palestra perchè TU hai deciso che IO devo assolutamente imparare tutto subito! Il basket mi piace ma se voglio allenarmi fino a vomitare non lo faccio per TE, ma per ME! Tu non hai il diritto di tenermi chiuso in palestra fino ad ore assurde, se tu non hai null'altro da fare la cosa non mi importa ma io ho il diritto di avere altri interessi e non è giusto che per colpa tua io li debba sacrificare! Mettitelo in testa! Qui nessuno gioca a basket perchè TU vuoi vincere il campionato! Lo fanno perchè piace loro, vogliono vincerlo anche loro il campionato, ma per se stessi! Non per una tua assurda mania! Non siamo tuoi schiavi! Io ho anche altro da fare oltre che compiacere te!- urlò furioso.


-E cos'altro avresti da fare?! E poi ti ricordo che non sapresti nemmeno tenere in mano una palla se non fosse per i miei allenamenti!-


-Tu mi avrai anche insegnato ma sono stato io a sbattermi per migliorare! E se ho acconsentito ogni volta a restare fino a tardi a provare e riprovare era perchè volevo farlo! Ma tu devi sempre esagerare! Mi obblighi a stare in palestra fino quasi a mezzanotte e non è giusto!! Credo di star dando a sufficenza per migliorarmi! E poi come sarebbe a dire 'cosa avresti da fare'?! Vuoi veramente sapere cosa ho d'altro da fare?!? Ho una casa da tirare avanti! Ecco cosa ho da fare! Ho una cena da preparare, la spesa da fare, le pulizie, il letto, il bucato, stirare, aggiustare,pagare bollette ecc!Non tutti hanno la tua fortuna di potersi dedicare a quello che più aggrada loro perchè a casa hanno qualcuno che li apsetta con la cena pronta, il letto rifatto, tutto riassettato e i vestiti puliti nell'armadio! C'è chi si deve arrangiare e non hai nessun diritto di monopolizzare la mia vita per egoismo!-

sputò. Akagi rimase allibito e in silenzio.


-E ora, se non ti spiace, devo tornare a casa!- concluse allontanandosi con passo spedito ignorando gli occhi sconvolti dei suoi compagni che lo fissavano.


Si avviò verso l'ascensore di vetro che li avrebbe riporatti al piano terra.


Premette il pulsamente di chiamata per poi girarsi verso i compagni:- Allora?-li incitò con uno sguardo che non ammetteva repliche.


Rukawa, che era lì vicino, fu il primo ad arrivare.


-Complimenti per il discorso, lo hai steso...- sussurrò.


-Piantala di sfottere!- ringhiò.


-Non ti stavo sfottendo.- riuscì a risponedergli prima che gli altri li raggiungessero.


Hanamichi si voltò incredulo verso di lui, ma Kaede non lo guardava, stava entrando nell'ascensore che era appena arrivato, fingendo di non avergli detto nulla.


Entrò distrattamente nell'abitacolo trasparente continuando ancora a rimuginare sulle parole della volpe.


La marea dei suoi compagni lo travolse trascinandolo in fondo contro il vetro vicino a Rukawa.


Lo spazio era tanto, poteva spostarsi e allontanarsi dal volpino, ma non lo fece.


Continuava a rimuginare su quelle parole: 'Bel discorso, lo hai steso... non ti stavo sfottendo'...


Veramente il volpino lo aveva pensato?


Col senno di poi non sapeva se fosse stata la cosa giusta rispondere così al capitano.


Forse avrebbe fatto meglio a fare una delle sue solite sparate, o inventare una bugia come aveva fatto il volpino.


Eppure non si era riuscito a fermare.


Il Gorilla lo offendeva sempre, non gli dava quasi mai la soddisfazione di sentirsi dire:'bravo! Hai fatto un buon lavoro' e per lui, invece, sarebbe significato molto.


Si era lasciato trascinare e aveva parlato troppo di cose che avrebbe preferito tenere per se.


Ora sperava solamente che i suoi compagni non gli chiedessero dei suoi genitori, altrimenti gli sarebbe servita ben più di una semplice bugia per non svelare la realtà sulla sua famiglia.


Sospirò rumorosamente guardando l'orologio: le nove e venti.


Di nuovo la sensazione di ansia lo travolse.


La luce al neon si rifletteva sul vetro dell'ascensore che scendeva lentamente per permettere la buona visione del panorama. Poteva riflettersi su quella superfice, e vedeva il suo volto preoccupato, i suoi occhi pieni di angoscia.


E poteva vedere il volpino. Accanto a lui con la schiena appoggiata sulla conca che l'ascensore circolare formava.

Le braccia conserte e ilo sguardo impenetrabile fissato sulla città che si avvicinava e sulle luce della sera.


Si voltò anche a lui cercando di appoggiarsi meglio alla vetrata, come se si rigirasse nel letto in cerca di una posizione comoda.


Guardò ancora l'orologio: le nove e trenta.


Dannazione ma quanto ci impiegava quel trabiccolo a scendere!!


Sbuffò rumorosamente massaggiandosi le tempie chiudendo gli occhi.


Non aveva mai pregato tanto che il tempo si fermasse in quell'istante.


Nessuno parlava in quell'ascensore.


L'euforia della gita era scemata all'improvviso per colpa sua.


Avrebbe veramente dovuto stare zitto.


Le sue elucubrazioni si interruppero nel modo peggiore: con unos cossone dell'ascensore.


-Ma che cazzo...- non ebbe il tempo di sbottare che l'ascensore si ritrovò fermo, sospeso a decine di metri da terra.


La luce saltò e si sentì Ayako urlare dallo spavento e i presenti sussultare.


Per un attimo ci fu il gelo nel mezzo.


Il buio era totale, ma sia Hanamichi che Rukawa ci vedevano come se ci fosse la luce.


Il rosso si voltò verso il felino con sguardo colmo di panico.


Questi lo afferrò per un polso piantandogli lo sguardo dritto negli occhi.


-Non aver paura...- gli sussurrò. Sakuragi non seppe cosa lo trattenne dal gettarsi tra le sue braccia.


-Che...cosa è successo...?- pigolò Ayako.


-L'ascensore è bloccato...- ansimò Mitsui.


-Non vedo nulla!!- Urlò Miyagi.


Dopo di che fu il caos. I loro compagni sbraitavano invocazioni di aiuto, battendo sulle pareti.


Akagi cercava di riportare l'ordine, senza riuscirci.


Hanamichi, con ancora il polso stretto nella mano di Rukawa cadde in ginocchio in preda al panico.


Erano quasi le dieci.


Mancavano solo due ore.


Ed era bloccato in ascensore.


-Kami sama...- ansimò con gli occhi sbarrati che si stavano pericolosamente riempiendo di lacrime.


Osservò la squadra: Ayako piangeva, Miyagi cercava di vedere qualcosa nella più nera oscurità, Mitsui invocava aiuto, Akagi e Kogure cercavano di ripristinare l'ordine.


-Non voglio restare gatto per sempre...- pigolò osservando il gelido compagno negli occhi.


Perchè lui era sempre così dannatamente tranquillo?!


Perchè nel blu oltreoceano delle sue iridi non c'era mai una traccia di inquietudine, di paura o un qualsiasi altro sentimento?!


Perchè quando guardava lui sembrava importargli nulla?!


Perchè non gli importava se restava per sempre un gatto?!


-Ti detesto!!!- sibilò. E così accecato dalla frustrazione non si accorse che gli occhi dell'altro si erano spalancati.


Si liberò con stizza della presa dell'altro alzandosi.


-Perchè non mi guardi mai?!- lo accusò.


-Perchè non te ne importa mai di me?! Perchè quando ti guardo negli occhi non vedo nulla! Non te ne frega niente se resto per sempre gatto, se sto male, se ho paura!- sbraitò.


Le voci dei compagni coprivano le sue, ma Rukawa, che era lì vicino, le sentiva benissimo.


-Perchè?! Dimmi perchè ti sei preso cura di me?! Perchè se per te io non valgo nulla?!- e piangeva.


E Rukawa lo guardava senza nessuna espressione sul volto maromoreo.


E lui cadde a terra, scosso dai singhiozzi.


-Non te ne importa nulla se non potrò più tornare umano!! Non importa a nessuno!!!- si disperò in una vera e propria crisi isterica.


Non voleva restare gatto!!


Dannazione non se lo meritava!


Aveva perso la madre, poi il padre, non aveva fratelli, parenti, nessuno!


Se la meritava un po' di felicità!


Cosa diavolo aveva fatto per non poter avere nemmeno una fetta di serenità nella sua esistenza?!


Non si era mai pianto addosso, non si era mai commiserato.


Aveva sempre tirato avanti a testa alta.


Ma questo... questo era troppo.


Anche se di li a poco l'ascensore si fosse sbloccato, non sarebbe mai rientrato in tempo.


Il suo destino era segnato.


Hanamichi si sentì sollevare in piedi di peso.


Alzò gli occhi incontrando il volto di Rukawa.


Kaede alzò la mano assesstandogli un poderoso schiaffo.

 

Il rossino spalancò gli occhi sentendo il dolore di quella sberla pervadergli il corpo estinguendo la sua isteria.


Si portò una mano al viso riscuotendosi dallo shock.


Il volpino lo aveva aiutato per l'ennesima volta.


-Va meglio?- domandò pacato nel casino generale.


Annuì con lo sguardo basso.


-Grazie...-


-Ora ascoltami bene- lo riprese il moro tenendo la faccia del giovane dalla chioma di fuoco tra le mani costringendolo a fissarlo negli occhi blu felini.


-Tu non resterai gatto per tutta la vita! Noi usciremo da qui prima di mezzanotte, e lo faremo insieme. Perchè la prima volta che ti sei trasformato io te l'ho promesso. Ti ho detto che non ti avrei mai abbandonato, e non lo farò.- Promise. - E se non ti guardo mai, è solo perchè quando lo faccio mi sembra di morire. E se tu non vedi nulla nei miei occhi quando di osservo, è perchè cerchi la cosa sbagliata. Perchè se solo ossservassi un po' meglio vedresti che la volpe è più stupida del do'hao... perchè si è innamorata di lui.- E Hanamichi non riuscì neppure a registrare quelle parole perchè le labbra morbide della volpe si erano posate sulle sue. I suoi occhi umidi rimasero sbarrati dallo shock per quualche secondo.


Poi si mosse seguendo i suoi impulsi.


Chiuse gli occhi e circondò il collo del volpino con le braccia.


Socchiuse le labbra lasciando che la lingua dell'altro lo invadesse, accarezzandolo, affondando il lui, possedendolo con lo spirito, sprofondando le sue mani d'alabrastro nei capelli dell'altro.


Hanamichi non sentiva nulla.


Aveva dimenticato tutto.


Non si trovava più in ascensore bloccato.


Il tempo si era fermato.


Si era semplicemente disinteressato a tutto.


Quando Rukawa gli aveva confessato i suoi sentimenti si era sentito mancare.


Non sapeva cosa avrebbe potuto rispondergli...


Non sapeva neppure cosa provava...


Ma quando l'altro lo aveva baciato non aveva avuto più alcun dubbio.


Come avrebbe potuto fare a meno di quelle labbra ora che le aveva assaggiate.


Come vivere senza quell'incondizionato amore che quella bocca decantava con i baci.


Chi lo avrebbe mai amato come lo amava il volpino.


E lui, lui chi avrebbe mai amato in maniera così devastante come amava Kaede?


Aveva arginato quel suo amore in un angolino del suo cuore.


Ed erano bastate due parole e un bacio per distruggere la diga e causare un'inondazione.


Quando era successo?


Quando si era innamorato della volpe?


Rukawa stava infilando un ginocchio tra le cosce del compagno, quando, nell'oscurità Mitsui li urtò cercando di orientarsi nella sua completa cecità.


Questo li riportò alla realtà.


-Ti amo anche io...- gli soffiò sulle labbra rosee.


Vide il suo compagno sorridere con una dolcezza che mai gli aveva visto dipinta sul volto.


-Non fissarmi così, piccolo, altrimenti mi viene voglia di violentarti...- gli confessò mordendo dolcemente il labbro inferiore.


-Ora preoccupiamoci di uscire di qui, ho qualcosa di molto importante da fare prima di mezzanotte...- gli confidò malizioso facendolo arrossire.


Si voltarono entrambi verso lo spettacolo preoccupante dei loro compagni presi dal panico. Hanamichi sospirò passandosi una mano tra i capelli.


-Che macello...- borbottò.

Ti ricordo che non eri molto meglio poco fa...- puntualizzò la volpe.


-Perchè devi sempre fare il pignolo!!!- protestò.


-Credo spetti a te alzare la voce e zittirli...- consigliò la volpe. Hanamichi annuì inspirando.


-SILENZIO!!!!!!!!!!!!- e l'ascensore si zittì.


-Vogliamo tutti uscire da qui.- cominciò la voce di Rukawa che si pervadeva nel buio.-quindi state calmi.- Con passo veloce si incamminò verso il quadro comandi. Pigiò il pulsante della luce di emergenza.


Le lampade al neon si accesero sconfiggendo il buoio con i loro raggi asettici.


In seguito schiacciò il bottone di pronto intervento in caso di guasti.


-C'era bisogno di fare tanto casino?- domandò ironico il rossino. Il colpo di tosse della volpe gli fece lanciare un'occhiataccia in sua direzione.


-E ora che si fa?- domandò Mitsui.


-Si aspetta, che domande! I soccorsi dovrebbero arrivare!- borbottò Miyagi sedendosi al suolo.


Hanamichi guardò con panico Ru: lui non poteva aspettare!


-Voi aspettate pure i soccorsi, io devo andare.- annunciò determinato a lasciare quel cubicolo.


-Dove diavolo credi di andare imbecille!- lo ammonì il tiratore da tre punti.


-Fuori da qui!- rispose stizzito Sakuragi tastando il pavimento in cerca di una botola.


-Verranno a prenderci tra poco! Piantala di agitarti e sta buono!- lo rimproverò Akagi.


-Cosa della frase:'devo andare' non hai capito? Perchè se vuoi ti faccio un disegnino stupito Gorilla!-


-Stai calmo! Cosa devi fare? Se non torni entro mezzanotte l'incantesimo finisce e ritorni una zucca?!- lo sfottè nervoso il playmaker.


-Oh ti assicuro che non sei poi così lontano dall'averci azzeccato nano!- rispose riprendendo a tastare il suolo.


-Do'hao...- lo ammonì Rukawa staccandosi dalla parete e avvicinandosi a lui. -Le botole stanno sul tetto dell'ascensore, non sul pavimento.-


-Che fai?!- sbraitò Ayako agitata -Non vorrai aiutarlo spero?! Siete impazziti rischiate di ammazzarvi!-


-Sentite: lo so che per voi non è facile capire ma io DEVO uscire da qui il prima possibile! Quindi non scocciate!- Il rossino alzò lo sguardo verso l'alto soffitto. Si passò una mano tra i capelli nervoso.


-Cazzo!- sbottò. Il suo sguardo si incrociò con quello di Rukawa. -Che facciamo?-


-Anche se riuscissimo a salire sopra l'ascensore ci troviamo a metà del palazzo. E non ci sono piani che potremmo raggiungere se non l'ultimo.- sospirò pensieroso la volpe.


-Potremmo arrampicarci fin la su, che ne dici?- domandò il rosso serio.


-Ma siete impazziti?! Cosa vi costa aspettare i soccorsi?!-

 


-Molto, nano...- rispose l'amico dai capelli rossi.
-Non credo sia una buona idea: se cadiamo rischiamo il collo e ammesso che arriviamo in cima dovremmo aprire le porte all'ultimo piano... ostico considerando in che condizioni ci troveremmo...-


-E come facciamo?- ansimò preoccupato.


-Non lo so...- ammise la volpe. Col senno di poi temeva veramente che avrebbero dovuto aspettare i soccorsi.


-Ru... lo avevi promesso...- gli rammentò con panico.


-Lo so! Lo so dannazione!- alzò leggermente la voce tesa. -Facciamo così: andiamo su e proviamo. Ci dovrebbero essere le scale a pioli- stabilì il moro fissandolo negli occhi.


-Ehi ehi! State scherzando spero?!- ansimò Mitsui colto dall'atroce dubbio che i due avessero REALMENTE intenzione di inerpicarsi fin lassù.


-Assolutamente no .- rispose serissimo il numero dieci.


-Avanti: monta- gli intimò il compagno abbassando le mani intrecciate per far daa sgabello al suo ragazzo.


Hanamichi si sfilò le scarpe per non fargli troppo male. Usando come supporto le dita della volpe gli salì sulle spalle tastando il soffitto dell'ascensore con frenesia alla ricerca dell'apertura.


-Pesi do'hao!- lo incitò Rukawa.


-Lo so! Non la trovo!- ribattè. Un pannello del soffitto vibrò attirando la sua attenzione. Con un pugno lo fece saltare, rischiando di perdere l'equilibrio.


-Bingo!-. esultò issandosi su. Una volta al sicuro sul tetto dell'abitacolo, si sdraiò tendendo le mani alla volpe aiutandolo a raggiungerlo.


-Ehi! Tutto ok?!- chiesero dall'interno.


-Si...- rispose distrattamente Sakuragi. I due si alzarono in piedi abituando subito gli occhi all'oscurità.


Non ce ne era molta, a dire il vero: le vetrate lasciavano entrare la luce degli astri notturni.


I due si guardarono forsennatamente intorno alla ricerca dell scale, senza trovarle.


-Merda!- imprecò Ru.


-Niente scale...- ansimò Hanamichi accasciandosi sul tetto con gli occhi sbarrati e il volto smunto e pallido.


Rukawa sembrava non essersi rassenato all'assenza del mezzo di fuga e tastava, per la prima volta veramente nervoso, le pareti di vetro come se sperasse di sentire comparire i pioli sotto le sue mani.


-Smettila Ru...- gli sussurrò mesto il ragazzo. -E' finita...-


-No!-Rispose voltandosi verso il compagno con la rabbia e il panico negli occhi .-No! Non lascerò che succeda!- sbraitò.


-Ehi! Che succete lassù?!- la domanda del vicecapitano passò inudita.


-E' inutile, e tu lo sai...- lo guardò rassegnato, con il sorriso di chi sa chesta per finire e che è sicuro che non ci sarà alternativa.


-Non puoi rassegnarti!- lo rimproverò la volpe.


-E cosa proponi di fare?-


Kaede si inginocchiò accanto a lui abbassando la voce, dando un tono speranzoso.


-Fingiamo di essere saliti e... e che i soccorsi ci hanno aiutato...- propose ormai tentando il tutto per tutto.
-Lo sai che non funzionerebbe...- mormorò appongiando stancamente la testa alle pareti dell'interno del palazzo, chiudendo gli occhi. Rukawa lo abbracciò baciandone i capelli e Hanamichi non potè non ricambiare quella stretta disperata affondando la testa nella sua spalla.


-Vedrai che un modo troveremo...- tentò di rassicurarlo il volpino accarezzandogli la schiena, provando a convincere soprattutto se stesso.


-Non fare promesse che non puoi mantenere...- lo ammonì bonario il suo compagno accoccolandosi comodamente nella sua stretta.


-Arriveranno presto i soccorsi, Hana, te la caverai...-


-Non sto morendo kitsune...-


-Non lo posso permettere!- Non poteva permettere anche questo.


Non era riuscito a impedire che Hanamichi venisse morso.


Si era ripromesso, all'inizio forse per sentirsi a posto con la coscenza, poi per vero amore, di proteggerlo sempre, di stargli sempre accanto.


E ora, ancora una volta, era impotente di fronte al fato.


Hanamichi rischiava di rendere permanente la sua metamorfosi e lui non poteva fare nulla.


-Ru?- la voce calda del numero dieci attirò l'attenzione del moretto che abbassò lo sguardo fissandolo negi occhi incredibilmente liquidi e malinconici. Passò la sua mano sulla fronte bronzea, scostando le ciocce fulve.


-Dimmi piccolo- acconsentì teneramente sforzandosi di regalare all'amato almeno un sorriso.


-Passa con me quest'ora e mezza che ci manca.. Vuoi?- supplicò.


-No... io voglio passare con te la vita Hana... un'ora non mi basta...- la sua bocca calò disperata su quella del rosso, mordendo, suggendo, leccando.


-Non mi basta ne mi basterà mai...- ansimò fissandolo negli occhi, prendendo il suo volto tra le mani tremanti.
Hana deglutì a vuoto cercando di non piangere.


-Ti amo...- gli sussurrò il volpino -E resterò con te sempre, gatto o uomo, io non ti lascerò mai da solo...- confessò senza abbassare gli occhi.


Sakuragi si precipitò sulle labbra dell'amato, le lacrime che come fiumi irrigavano le sue guancie pallide. Si strinse a lui, facendosi abbracciare, facendosi coccolare, accarezzare, asciugare le lacrime.


Poi sprofondò la testa nella sua spalla iniziando a singhiozzare impazzito,aggrappandosi alla felpa scura del ragazzo che, silente, partecipava al cordoglio.


Non cercava di consolarlo.


Sapeva che non sarebbe servito.


Lo amava troppo per ingannarlo con false parole.


Lo stringeva, in silenzio, facendo da catino per tutte quelle lacrime, per tutto quel dolore.


Impercettibilmente rafforzava la sua presa, come se volesse spingerlo al proprio interno, per proteggerlo da tutto.


Se solo avesse potuto prendere per se tutto quel dolore liberandolo.


Ma anche lui stava male, soffriva.


Non voleva che Hana restasse gatto per sempre.


Perchè, egoisticamente parlando, lo voleva per se, per sempre, non poteva farne a meno.


E stava male, ma avrebbe accettato di soffrire cento, mille, diecimila volte tanto pur di liberarlo di quello straziante fardello.


-Ti amo...- gli disse guardandolo con gli occhi gonfi e tumefatti il rossino. -Kami sama solo sa quanto ti amo...-
-Io lo so quanto mi ami, piccolo. Piangi, piangi quanto vuoi, sfogati... ci penserò poi io dopo a consolarti...**-
-Sono un disastro... sono il tuo ragazzo da un'ora e ti ho già annegato nelle lacrime... come inizio direi che è veramente da buttare..- tentò di ironizzare. Rukawa rise gutturalmente.


-Sono una volpe che sa nuotare. Abbiamo tutto il tempo del mondo per stare insieme e passare bei momenti.-
-Abbiamo solo un'ora e poco più...- lo corresse.


-No, io te lo giuro Hana, qualsiasi cosa accada, io farò tutto ciò di umanamente possibile e impossibile per riportarti indietro, e se non dovessi riuscirci, allora troverò il modo per restare gatto per sempre.- nelle sue parole ne incertezza ne ipocrisia.


Non stava scherzando.


Parlava seriamente.


E Hana capì, guardandolo stupito negli occhi blu.


-Faresti questo...per me?-


E lui annuì deciso.


Sakuragi sorrise nascondendo ancora il volto nella sua spalla.


-Non ce ne sarà bisogno, non te lo permetterò...- sussurrò


-Tutto bene lassù?! Rukawa? Hanamichi?- Akagi li chiamò e il rosso alzò il volto stravolto dalle lacrime dal suo nascondiglio.


-Si. Tutto a posto.- rispose Rukawa, rispingendo la testa del suo ragazzo contro il proprio petto.


-Perchè non scendete??- li incitò Mitsui.


-Giù fa caldo, qui c'è più fresco...- biascicò Hana stancamente.


-Hanamichi? Ma stai bene?- chiese preoccupata Ayako sentendo la sua voce spossata.


-Si... ho solo sonno...- rispose con voce impastata. Aveva pianto talmente tanto da farsi venire sonno.


Ciò che risposero dall'interno dell'ascensore non lo sentì, si stava inevitabilmente addormentando.


-Dormi un po' piccolo..- gli consiglio la volpe accarezzandogli i capelli.


Hana rispose con un mugugnio prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.

 

continua...........

 

 

 

 

 

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