Con questa fic faccio
i miei migliori auguri alla grande Hymeko che compie gli anni!^^ tantissimi
auguri tesoro!^^
Pairing
Ruhana
Raiting R
Dopo Mezzanotte
di Eny
parte III
Si aggrappò al volpino afferrandogli un braccio,
improvvisamente terrorizzato.
Chiuse gli occhi ansimando, attendendo con angoscia l'ultimo dei rintocchi.
-Do'hao mi stai staccando un braccio!- protestò il volpino.
-Sta zitto Ru! Ti prego sta zitto!- implorò preso dal panico
cominciando a tremare come un pulcino bagnato.
Otto rintocchi...
Hanamichi sembrava sul punto di svenire.
-Sta calmo...- gli sussurrò
Nove rintocchi...
Il rossino arpionò al suo braccio in preda al panico.
-Non voglio...- pigolò stringendosi a lui.
-Andrà tutto bene, non c'è nulla di cui aver paura.-
ricambiò istintivamente l'abbraccio cercando di calmarlo.
Dieci rintocchi...
Spalancò gli occhi fuori di se dalla paura divincolandosi
furiosamente, cercando di scappare.
-Shhh! Buono buono!- lo teneva fermo, la volpe, facendo cenno ai suoi
parenti di non avvicinarsi.
Undici rintocchi...
Urlò disperato, ormai fuori controllo,accasciandosi al suolo
seguito da Rukawa. Si liberò dalla sua stretta cercando di
fuggire, ma il moro fu abbastanza veloce da fermarlo.
-Ti prego non voglio...-lo implorò Hanamichi.
-Non c'è alternativa...- gli sussurrò rassegnato la
volpe.
-Ti prego... non permetterlo...- lo supplicò con occhi colmi
di lacrime. Rukawa, istintivamente, lo strinse a se in una stratta
protettiva.
-Non ti abbandonerò...- sussurrò.
Dodici rintocchi.
Hanamichi cominciò a singhiozzare nascondendosi nella spalla
del volpino come se volesse sprofondare del tutto, sparire totalmente
dal mondo.
-Ho paura...- singhiozzò.
-E' normale... su, vedrai che ora andrà meglio.- Rukawa era
così gentile con lui. Gli accarezzava i capelli e lo abbracciava
come se volesse proteggerlo da tutto.
E lui si sentiva così male...così solo.
Chi aveva a sostenerlo? Non poteva parlare con nessuno dei suoi amici,
non aveva dei genitori con cui sfogarsi.
E vedeva la famiglia di Rukawa così unita, così affiatata.
E lui?
Lui non aveva nessuno.
Una volta 'svezzato' anche la famiglia del volpino lo avrebbe abbandonato.
E il ragazzo stesso si comportava così teneramente con lui
forse solo per i sensi di colpa.
Sentì il suo corpo cominciare a formicolare, mentre l'eco dell'ultimo
battito di pendolo si sperdeva nell'aria.
Sentiva il corpo di Kaede cambiare, rimpicciolire, mutare.
Sentiva sotto la sua pelle il suo appiglio disperato svanire piano
piano.
-No...- ansimò sentendo la sua voce mutare, tutto il suo corpo
trasformarsi.
Chiuse gli occhi nel vano tentativo di scappare da tutto.
Ma ovviamente non ci riuscì.
Aprì gli occhi dopo diversi minuti, quando il suo corpo smise
di formicolare.
Li spalancò piano, timoroso di quello che avrebbe visto.
Vide la stanza, la stanza non era cambiata affatto...
Però sembrava tutto più grande!!!!
Scosse la testa confuso e guardò in basso.
Oddio...
Quelle... quelle erano zampe!!!!
Ne mosse una alzandola.
Ed erano le sue!!!
Era... era veramente diventato un gatto!!!
Voltò il capo scorgendo il suo corpo felino dal pelo rosso
fuoco e una lunga coda che inconsciamente stava muovendo sinuosamente.
-Ma che bel micione rosso che sei diventato!!- la voce di Sara lo
riscosse dal suo stato di shock.
La piccola, che ora non sembrava poi tanto piccola, si inginocchiò
accanto a lui accarezzandolo dietro le orecchie.
Involontariamente socchiuse gli occhi e fece le fusa.
-Un bel gattone coccolone anche!!- lo prese bonariamente in giro la
cuginetta del moro.
<Do'hao, vedo che ti sei calmato...> il neo-gatto mannaro si
voltò verso il compagno riconoscendo nell'austera figura del
gatto nero, lo stesso a cui aveva implorato aiuto la notte precedente.
Il volpino era fantastico perfino in quelle sembianze.
Seduto sulle gambe posteriori, gli occhi color ametista a luccicare
nel buio, la coda che indolente agitava.
Una statua.
Stupendo.
Il pelo così liscio e lucente che rubava riflessi color mare
alla notte.
<Io capisco quello che dici!!!> miagolò stupendosi lui
stesso che i suoi versi avessero un senso.
<E' ovvio do'hao!> La dolcezza dei momenti precedenti era svanita.
Ognuno sembrava essere tornato al suo posto.
<Avanti Kaede! Sii più tollerante! Dopotutto è normale
che sia scombussolato: è la prima volta> la madre di Rukawa
si avvicinò a lui con passo elegante, gli occhi verdi risaltavano
sul pelo bianco della gatta dalla vaporosa coda.
<Ben trasformato Hanamichi! Come ti senti?> Anche il signor
Rukawa aveva un bel pelo scuro, ma niente a che vedere con quello
così meraviglioso del figlio. Gli occhi dell'adulto erano di
un'azzurro chiaro, quasi slavato, le sue zampe molto più possenti,
la sua figura era forte e massiccia.
La zia della volpe lo guardava compiaciuta, sdraiata comodamente sul
pavimento.
Aveva un pelo color grigio perla molto corto, una coda sottile e occhi
color dell'ambra.
<Io mi sento... strano...> borbottò muovendo qualche
passo incerto scoprendosi assolutamente a suo agio.
-Immagino tu voglia vedere il tuo aspetto!- congetturò il medico
che lo aveva curato. -Vieni: di la c'è uno specchio.- Hanamichi
lo seguì con passo elegante e felpato.
Le sue movenze erano sinuose e ipnotiche.
Kaede si ritrovò ad osservare incantato quel gatto dal pelo
color fulvo allontanarsi dietro lo zio.
Era bello.
Lo aveva sempre pensato, dopotutto.
Da umano, lui, lo riteneva essere un gran bel ragazzo.
Non solo perchè fosse particolarmente bello in se.
Ma perchè aveva fascino.
Capelli color crepuscolo, la pelle dorata e i suoi occhi tremendamente
magnetici.
Il suo fisico era proporzionato, abbronzato, che emanava luce da tutti
i pori.
Energia allo stato puro.
I suoi movimenti erano possenti, ma mai sgraziati, a parte quando
faceva l'imbecille....
E anche da gatto quel suo splendore non lo aveva abbandonato.
Scosse il capo felino stendendosi comodamente, il muso appoggiato
alle gambe aspettando che il do'hao tornasse.
Hanamichi seguì silenziosamente l'uomo che lo portò
nell'altra stanza.
Chissà se lui poteva capire quello che diceva..
Temeva però di no, dopotutto, gli ricordò la sua mente,
lui era pur sempre un essere umano...
-Ecco, salta sopra qui.- gli indicò.
Ancora prima che il pensiero potesse sfiorarlo, con un balzo impeccabile
si ritrovò sulla massiccia specchiera di fronte alla superfice
lucida.
In un primo momento rimase ammattito.
Era un gatto...
Era veramente un gatto.
Alzò una zampa appoggiandola contro il suo riflesso come a
volersi accertare di essere veramente lui.
-Fa uno strano effetto, ma vedrai che ci farai l'abitudine.- lo rassicurò
lo zio di Kaede.
Hanamichi fissava il proprio doppio.
Pelo rosso no troppo lungo, muso affusolato, occhi dorati.
Una lunga coda sottile.
Non ci aveva fatto caso prima, ma la zampa posteriore destra aveva
la punta nera.
Si riscosse dalla contemplazione di se stesso: non voleva far aspettare
troppo gli altri.
Scese dal cassettone ringraziando il suo accompagnatore con un 'grazie'
che all'altro giunse solo come un miagolio.
Nonostante questo, il medico sorrise in risposta.
Raggiunse gli altri gatti con passo svelto dicendosi pronto a seguirli.
Saltarnono giù dal balcone inoltrandosi nelle strade buie di
Kanagawa.
Rukawa guardava di sottecchi il suo compagno che sembrava scoprire
un nuovo mondo.
Con gli occhi di un gatto tutto era diverso.
Più chiaro, delineato, in certo qual modo vivo.
Sembrava veramente un cucciolo che apre gli occhi sul mondo.
<Ehi do'hao.> Lo chiamò affiancondosi a lui.
<Che c'è?> domandò curioso inclinando la testa
drizzando le orecchie.
<Vediamo se riesci a starmi dietro...> lo sfidò scattando
in avanti, superando i suoi parenti, saltando con agilità su
un muretto alto in procinto di sparire dietro un vicolo.
Il rosso, ripresosi dalal sorpresa soffiò minaccioso, balzando
in avanti sulle orme del compagno, ripercorrendo con velocità
il suo stesso percorso con l'intenzione di raggiungerlo.
<TORNATE ALL'ALBA! MI RACCOMANDO!> ricordò loro il felino
candido.
Rukawa correva veloce, la sua innata agilità gli faceva schivare
i rami degli alberi nei giardini delle case adiacenti alla strada
riparate dall'alto muro che stava percorrendo.
A volte deviava in modo brusco, saltando da un punto all'altro: ora
su un bidone, ora su un ramo, ora sul cofano di una macchina parcheggiata.
Ogni tanto si voltava per vedere dove il suo compagno fosse.
Si aspettava forse di vederlo inciampare in qualche ramo, fare casino
come suo solito.
E invece il do'hao era agile e scattante quanto lui.
I suoi passi erano sicurie potenti, la corsa di una tigre nella savana,
eppure silenziosi come piume che scivolavano su un tappeto.
Ne rimase decisamente compiaciuto.
<Allora Kitsune!> Lo riprese il rosso saltando senza difficoltà
oltre un'alta staccionata <Come me la cavo?> Il volpino non
rispose saltando su un alto albero di ciliegio, sparendo tra le fronde
cariche di fiori rosa.
Hanamichi gli si affiancò in silenzio.
Il gatto nero guardava di fronte a se con sguardo perso, il vento
notturno intrufolarsi tra il pelo d'ebano.
Hanamichi guardò nella stessa direzione rimanendo senza fiato:
l'albero su cui stavano era su una collina con vista sulla baia.
Si vedeva tutta Kanagawa alle luci della notte.
I colore delle tenebre erano così avvolgenti e sembravano zittire
qualsiasi rumore.
La città dormiva, ma ai loro occhi sembrava viva, pronta a
muoversi da un momento al''altro.
Il cielo trapuntato di stelle rendeva il paesaggio simile a una foresta
incantata.
<Mio Dio... è... meraviglioso!!!> esultò osservando
la distesa d'acqua di cui distingueva ogni onda anche alla sua distanza.
< Allora do'hao, credi di poterti abituare a tutto questo?>
******Due mesi dopo******
-Rukawaaaaaaa!!!!- Strepitò il rossino entrando nella casa
del compagno di squadra.
Hanamichi era furibondo.
-Dove sei volpastra?!- lo chiamò repentinamente guardandosi
in torno. -Se ti prendo ti storpio!!!- minacciò.
Il ragazzo interessato scese indolentemente le scale, senza scaldarsi
troppo per le minacce del giovane gatto rosso.
-Si può sapere cosa hai da urlare?- lo riprese pacatamente.
-Ho mal di testa...-
Rukawa era da qualche giorno a casa con l'influenza, ma ormai il malanno
era quasi scomparso, il giorno seguente sarebbe sicuramente tornato
a scuola.
-Io ti scuoio!!!- gli intimò.
-Prima che tu prenda il mio scalpo, posso sapere cosa ho fatto?- domandò
sarcastico lasciandosi cadere pesantemente sul divano massaggiandosi
le tempie.
-Cosa hai fatto?!?!?- sbraitò gesticolando - Te lo dico io
cosa hai fatto! Due mesi fa, quando mi sono trasformato la prima volta
te lo ricordi cosa mi hai detto?! Mi hai detto:'per i primi tempi
dovrai controllare i tuoi impulsi felini!'- gli rammentò imitando
la sua voce con sprezzo.
-Si, e allora?- sospirò sempre più stanco il moro. Ormai
non sprecava più nemmeno fiato per dirgli di abbassare la voce,
sapeva che era impossibile
-E ti ricordi cosa mi hai detto la setimana dopo?!-
-Illuminami...-
-'Non ti preoccupare! Tra un paio di settimane ti stabilizzerai! Non
ti capiterà più di miagolare ecc...'!!- riportò.
-E infatti...- lasciò ad intendere che effettivamente era da
ormai più di un mese che il ragazzo non dava prova di comportamenti
stranamente felini
-UN CORNO!!! STAMATTINA MI HA INTERROGATO IN MATEMATICA!-
-Non capisco il nesso...-
-HO RISPOSTO MIAGOLANDO!!!!!*- sbottò spalancando le braccia.
-Hn... era almeno giusto?- lo sfottè.
-Non sei per nulla divertente Kitsune!- ruggì
-Invece vedere te che miagolavi alla lavagna doveva esserlo sicuramente...-
lo stuzzicò il suicida moro.
-MI AVEVI DETTO CHE NON SAREBBE PIU' CAPITATO!!-
-Do'hao!- sospirò il moro alzandosi dal sofà fronteggiandolo,
ignorando la sua espressione a dir poco iraconda.
-Se ben ti ricordi- cominciò a pochi centimetri dal suo viso
-ho anche aggiunto che era meglio se comunque manteneva alta la guardia,
perchè qualche saltuario episodio sarebbe potuto tranquillamente
capitare.- gli rammentò beffardo gustandosi il suo rossore,
il dito sollevato in accusa, la bocca che si apriva e si chiudeva
in cerca di una risposta da dare.
-Io...- rispose infine il rossino interrompendosi non sapendo come
continuare la sua accusa agitando ancora il dito con fare inquisitorio.
-...ti detesto!- soffiò non trovando altro da dire.
Rukawa ghignò.
-Lo so- replicò -soprattutto perchè io ho sempre ragione
e tu hai sempre torto!- Il rossino lo guardò truce per poi
partire spedito verso l'ingresso incrociando Sara che rientrava da
scuola salutandola con un verso gutturale superandola.
La ragazza si voltò sorpresa verso l'amico:
-Ma che succede Hana?- domandò immaginando chi avesse potuto
mettere di così pessimo umore il solare rossino.
-Tuo cugino,- ringhiò indicando con un dito il salotto - è
insopportabile!!!- continuò alzando il tono della voce perchè
il volpino sentisse.
Sara sghignazzò salutandolo con la mano mentre il ragazzo usciva
dalla casa dirigendosi verso casa.
-Che aveva combinato questa volta?- domandò curiosa a Kaede
che si era sdraiato sul divano.
-Ha miagolato durante l'interrogazione di matematica...- rispose tenendo
gli occhi chiusi con la coperta tirata fino sotto il mento.
-E ha risposto giusto?- sghignazzò. Il cugino accennò
un sorriso beffardo:
-Non lo so...non mi ha risposto quando gliel'ho chiesto...-
-Sei diabolico...- lo ammonì bonaria la bambina.
Il ghigno soddisfatto che ricevette come risposta non potè
che farla ridere.
*********************
Hanamichi sbuffò con la testa appoggiata al finestrino del
pullman osservando svogliatamente il panorama che scorreva attorno
a lui.
Incrociò le braccia al petto sprofondando di più nella
poltroncina del veicolo.
Si voltò verso la volpe che, ovviamente, si era appisolato
nella coppia di sedili accanto alla sua.
In occasione normale si sarebbe pure incantato a fissare il suo gelido
compagno, ma ora era troppo nervoso, troppo inquieto.
Cambiò nuovamente posizione senza riuscire a rilassarsi.
Era inutile!
Non ce la faceva!
E Rukawa dormiva...
Quella Kitsune stupida, insensibile e deficente lo stava lasciando
da solo ancora!
Come la sua prima notte da gatto.
La sua mente gli rammentò maliziosa il modo in cui lo aveva
abbracciato, in cui lui stesso si era aggrappato a lui come un naufrago
a una boa.
Le sue parole così dolci per tranquillizzarlo.
E tra le sue braccia per un attimo si era sentito al sicuro.
Era di quello che aveva bisogno in quel momento...
Arrossì vistosamente senza riuscire a bloccare quel pensiero
che gli aveva attraversato la testa come un fulmine a ciel sereno.
-Che hai da arrossire, do'hao?- gli domandò perplesso Rukawa.
Hanamichi sussultò splamandosi al finestrino.
Quando si era svegliato il volpino???
E soprattutto QUANDO si era seduto accanto a lui.???
Kaede sollevò un sopracciglio.
-Che diavolo ti piglia?-
-Mi... mi hai spaventato... non ti ho sentito...- si giustificò
rimettendosi comodo.
Rukawa non rispose.
Hanamichi restò in silenzio.
-Avanti spara.- lo incitò Rukawa notando l'ansia del compagno
il quale scosse la testa fingendosi tranquillo.
-Come vuoi.- sapeva perfettamente che il rossino avrebbe vuotato il
sacco di lì a una manciata si secondi.
Poteva perfino fare il count down.
-Senti Ru io non sono sicuro sia una buona idea!- sbottò, come
previsto, voltandosi verso il gatto nero.
Kaede alzò gli occhi al cielo esasperato.
-Non c'è nulla di cui preoccuparsi!- gli ripetè per
l'enensima volta.
-TU non hai nulla di cui preoccuparti! IO si!- rimbeccò pronto.
-Il rientro è previsto per le nove e mezzo!- tentò di
spiegargli col suo solito tono asettico.
-Tu lo sai come vanno queste gite organizzate! Finisce che si arriva
molto più in ritardo! Ci sono solo due ore e mezzo di margine!-
continuò imperterrito esponendo la sua preoccupazione.
-Do'hao in due ore e mezzo faremmo in tempo a giocare una partita
con i supplementari e a farci la doccia e ad essere a casa in orario!-
-Il punto è che non andiamo a giocare una partita! Il punto
è che andiamo sul grattacielo più alto di Tokyo! E lo
faremo con un ascensore panoramico di vetro trasparente! E come se
non bastasse il gorilla sarà con noi per tutto il tempo!-
-Tu ti preoccupi troppo...- sospirò rassegnato.
-Io mi preoccupo troppo perchè rischio di restare gatto tutta
la vita!-
-Per l'ultima volta: non, succederà, nulla!-
-Non sarei dovuto venire!- si ripetè incassandosi ancora di
più nel sedile.
-Sarebbe stato più sospetto se te ne fossi rimasto a casa.-
-Non se dicevo che avevo l'influenza!-
-Non avrebbero abboccato...-
-E perchè?-
-Perchè gli idioti non si ammalano mai...-
-Non ti sopporto...-
-Hn.- sogghignò. -Ora cerca di dormire: manca ancora un po'
al grattacielo.-
Il rossino sospirò mentre osservava cupo il compagno tornare
al suo posto e cercare di dormire.
Per lui era facile dormire, lui non aveva il terribile presentimento
che Hanamichi avvertiva nel petto.
Continua....
* se stamattina avessi risposto miagolando all'interrogazione di
matematica avrei preso un voto decisamente più alto!>.<
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