DISCLAIMER: GW non è
mio U__U se lo fosse sicuramente ora non sarei qui, sarei alle Maldive a
godermi un Marakaibo, e soprattutto il cartone lo manderebbero a fasce
orarie non raggiungibili dai bambini *___*
Pairing: QuatreXTrowa…nonostante non siano loro la mia coppia preferita(DuoXHeero
forever!!!) sono strapucciosi e non sono ancora riuscita a trovare una
ficcina che parli di loro due quindi…provvedo *__*
Come si è potuto intuire…ovviamente yaoi *_*
Domani è un altro giorno
di Tifawow
La notte era calata sulla
colonia L3.
Le strade, che fino a poche ore prima erano popolate dalle voci degli
abitanti della colonia, ora erano calate nel buio e si ergevano deserte,
silenziose, come sempre quando si faceva una certa ora…a parte qualche
stretta cerchia di persone, era raro che a qualcuno, in pieno periodo di
guerra saltasse il ticchio di andare a farsi un giretto notturno, l’unica
eccezione era fatta per alcuni soldati di Oz in piena vigilanza, che
pattugliavano le strade nelle loro uniforme di ordinanza, per controllare
che non ci siano disordini dicevano loro. I loro passi si potevano udire
anche a grandi distanze… viaggiavano a gruppi di cinque o sei, come se
temessero che qualcosa o qualcuno potesse attaccarli nel cuore della notte,
e a ragione, se si considerava che i pochi che giravano nella notte erano
principalmente attivisti del gruppo dei ribelli locali.
Gli edifici del quartiere povero si ergevano solitari, come dei giganti
scuri abbandonati dall’umanità, evitati praticamente da tutte quelle persone
che si definivano ‘per bene’… eppure era lì che si rifugiava la maggior
parte della povera gente, quelli che non avevano abbastanza risorse per
potersi permettere un ‘appartamento più lussuoso, o più semplicemente quelle
persone che desideravano nascondersi.
La luna artificiale che era stata creata apposta per dare una parvenza di
umanità al luogo era già alta nel cielo, e irradiava della sua luce
giallognola, leggermente fastidiosa per chi era abituato all’azzurrina luce
della luna terrestre…il vento soffiava, appena un leggero accenno di brezza,
ma era sufficientemente forte per scompigliare appena il ciuffo di capelli
castani del ragazzo che stava affacciato alla finestra di un grande palazzo
dai muri giallognoli e leggermente invecchiati dal tempo da ormai un paio
d’ore.
Sembrava una serata tranquilla…perfetta quasi.
Trowa Barton sedeva sul davanzale della finestra della sua stanza
provvisoria, silenzioso come suo solito.
Sedeva a gambe incrociate il ragazzo, con la schiena appoggiata al muro
laterale… il volto leggermente abbassato, gli occhi fissi sulle pagine di un
libro che stava leggendo, il volto serio in apparenza concentrato e
tranquillo. Poca era la luce della stanza, appena il necessario per poter
distinguere le parole stampate sui fogli.
Vestiva solo i pantaloni del pigiama il ragazzo, come se il freddo su di lui
non avesse alcun potere. Da qualche ora ormai stava con gli occhi fissi
sulla pagina del libro e sembrava stesse leggendo… in realtà i suoi pensieri
erano altrove.
‘Che cosa mi sta prendendo?’ si domandò tra se e se il ragazzo quando si
rese conto di non riuscire a concentrarsi sulla lettura.
Lentamente il suo sguardo si alzò dalle pagine stampate, andandosi a posare,
quasi come dotati di volontà propria, sul letto a fianco al suo, dove in
perfetta calma, riposava il suo compagno di stanza, Quatre.
Oddio… forse definirlo compagno di stanza era un po’ troppo… quell’appartamento
era per loro solo un rifugio temporaneo, non sarebbero rimasti lì a lungo e
soprattutto non insieme.
Si erano incontrati una settimana prima più o meno, in uno dei deserti
terrestri.
Era successo tutto grazie a un caso fortuito: dopo che Heero aveva cercato
di farsi esplodere con il suo Gundam, aveva subito temuto il peggio per gli
altri compagni che come lui ora erano allo sbaraglio e non avevano un posto
fisso dove nascondersi.
Senza indugiare era partito immediatamente per il luogo dove intuiva si
potessero nascondere gli amici, sperando ardentemente di trovarli lì, se non
altro per prendere per le orecchie Heero e cantargliene di ogni per l’enorme
sciocchezza che aveva tentato di fare.
Aveva sperato di trovarli tutti quanti, invece i presenti all’appello erano
solo Duo e Quatre… il primo se ne era andato subito, dicendo che doveva
assolutamente cercare Heero per vedere se stava bene e nessuno lo aveva
fermato, ma per quello che riguardava Quatre… anche lui avrebbe voluto
prendere e partire assieme a Duo, ma Trowa glielo aveva impedito.
Perché? Si chiese. Perché quando l’arabo aveva espresso il desiderio di
seguire Duo lui glielo aveva impedito? Gli sarai solo d’impiccio, gli aveva
detto… aveva cercato di convincerlo dicendogli che in due avrebbero dato
troppo nell’occhio, e razionalmente era quello che effettivamente pensava.
Ma la vera risposta, lo sapeva anche lui, non era quella.
In realtà quello non era l’unico perché al quale doveva rispondere… per
esempio poteva iniziare a riflettere sul perché, invece che andare incontro
a Wufei su L5 con il quale era già d’accordo, non appena aveva saputo del
pericolo che correva Quatre si era fiondato su L4, oppure perché in questo
momento continuava a fissare la figura addormentata dell’amico senza
riuscire a distogliere gli occhi.
Con un gesto leggermente irritato appoggiò il libro a terra, deciso a
lasciar perdere quella sera la lettura…con un piccolo salto, scese dal
davanzale della finestra, chiudendola immediatamente.
Lentamente, senza far alcun rumore per non svegliare l’amico, iniziò ad
avvicinarsi al suo letto, soffermandosi qualche attimo per guardarlo più da
vicino.
Non era necessaria un’introspezione per capire che lo aveva frenato perché
aveva paura che potesse succedergli qualcosa.
Quatre… quel ragazzino per Trowa era un enigma.
Quel biondino dall’aria sempre così dolce e candida, proveniente da una
ricca famiglia pacifista...aveva sempre una buona parola e un sorriso
dolcissimo per tutti, le sue maniere erano a dir poco impeccabili, le sue
parole sapevano arrivarti dritto al cuore…si, persino in quello del freddo e
distaccato Trowa.
Come era arrivato a diventare pilota d Gundam?
Era questa la domanda che l’Europeo si poneva praticamente ogni volta che lo
guardava. Come poteva quella creatura così dolce riuscire ad essere un
soldato?
Non lo credeva possibile.
Quel ragazzino era riuscito a coinvolgere persino lui con la sua dolcezza,
un po’ come Duo che conquistava tutti con la sua allegria.
Lentamente, allungo la mano verso il di lui viso, scostando appena una
ciocca di capelli biondi dalla fronte del ragazzino, come a volerne studiare
i lineamenti.
Non era solo dolce… era anche bellissimo.
Una bellezza fragile… sembrava sempre sul punto di spezzarsi, eppure più
volte aveva dimostrato il contrario sul campo di battaglia dando il meglio
di se in tutte le situazione che avevano affrontato.
Scosse leggermente il capo, ritirando di scatto la mano che lo stava
accarezzando, dandosi mentalmente dello stupido… nessuno degli altri piloti
riusciva a non farsi conquistare dai modi di Quatre… forse solo Heero, ma il
soldato perfetto era un caso a parte che non voleva stare ad analizzare… ma
lui forse provava qualcosa di più profondo dell’amicizia per quel piccolo
angelo biondo.
Già, ma cosa?
Non lo sapeva neppure lui…se ne era accorto già da un po’, durante le
missioni… in un modo o nell’altro era riuscito ad avvicinarsi a quel
ragazzino, e con lui aveva iniziato a sentirsi sempre meno solo… però non
sapeva definire ancora quello che provava.
Certo era che in quel periodo aveva iniziato a nutrire strani
desideri…durante il loro incontro nel deserto, quando finalmente lo aveva
visto davanti a se sano e salvo, il primo istinto era stato quello di
stringerlo a sè-… ma per fortuna il suo self control era a dir poco
invidiabile ed era riuscito a controllare quell’istinto.
-Che cosa provo per te Quatre?- mormorò tra sè e sè, a voce talmente bassa
da essere praticamente inudibile.
Fu il leggero tremore dell’arabo a svegliarlo dai suoi pensieri… non se ne
era accorto prima, ma il ragazzino aveva iniziato a tremare già da un pezzo.
Mentalmente si diede dello stupido per aver tenuto le finestre aperte…
Quatre veniva dal deserto ed era abituato a temperature decisamente più
calde di quella.
Con un leggero sorriso, Trowa si volse verso il suo letto, prendendo la
propria coperta di pile… senza far rumore, la poggiò sul corpo del compagno,
cercando di dargli ulteriore calore…subito di accorse che il ragazzo aveva
smesso di tremare e che ora sembrava più tranquillo.
-Notte Quatre- mormorò…fece per allungare la mani, quasi a volergli
accarezzare i capelli, ma subito la ritrasse, scuotendo il capo…no,
decisamente non capiva.
Rimane ancora qualche attimo ad osservarlo, come se sperasse di essere
colpito dall’illuminazione divina…poi si voltò e si mise sul suo letto,
pensando che forse era meglio dormirci sopra.
In breve sprofondò nel sonno.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Tepore.
Tutto intorno a lui sembrava essere fatto di soffice nuvola calda… quel
caldo che tanto adorava e che da quando era venuto a nascondersi su quella
colonia non aveva ancora sentito, e che ora lo stava avvolgendo
completamente, quasi vi fosse immerso.
Un calore che fino a qualche attimo prima non aveva affatto sentito, anzi,
fino a poco prima gli pareva di poter congelare da un momento all’altro.
Gli sembrava di essere ancora nel deserto, nel calore della sua casa che da
tempo ormai aveva lasciato ma che sperava sempre di poter rivedere…gli
pareva quasi di poter allungare le dita e sfiorare la sabbia bollente, di
stringerla tra le dita di…di sentire del pail stretto nel pugno?
A quel contatto estraneo, Quatre aprì gli occhi di scatto, svegliandosi
completamente dal suo dormiveglia…la luce del sole filtrava lieve dalle
persiane della finestra, andando a colpire con un singolo raggio i piedi del
suo letto.
Doveva essere abbastanza presto, non più delle otto del mattino.
Quatre sospirò appena, pensando che quello che aveva fatto era davvero un
bellissimo sogno… gli spiaceva doversene risvegliare, tanto che pensò per
qualche attimo di restare a crogiolarsi in attesa che il sonno tornasse.
Stava già per lasciarsi andare di nuovo quando si ricordò il motivo per cui
si era improvvisamente risvegliato… il tessuto estraneo tra le dita.
Lentamente, si alzò dalla sua posizione sdraiata mettendosi a sedere… alla
vista ancora un poco appannata dal sonno, si accorse che non era più avvolto
in una sola coperta come credeva, ma bensì ne aveva indosso una in più che,
ne era sicuro, la sera prima non c’era.
Da dove veniva quella coperta?
Quasi sapesse dove andare a cercare la risposta alla sua domanda, lasciò che
i propri occhi si scostassero dal pail al letto del compagno, che stava a
pochi metri da lui.
Il suo cuore perse un battito nel vederlo dormire, con il volto rivolto
nella sua direzione, senza alcuna coperta.
Per un attimo rimase silenzioso, osservando il volto dell’amico con un
leggero rossore sulle guance…probabilmente doveva essersi accorto della sua
intolleranza al freddo, e si era privato della sua coperta per far stare
meglio lui.
Si sentiva assurdamente in colpa, eppure nonostante tutto dentro di se era
più che felice… questo voleva dire che infondo a lui un pochino ci teneva.
Bhe, ma lo sapeva anche da prima… Trowa era un ragazzo introverso, che
raramente mostrava i suoi sentimenti a esterni, ma con lui era sempre stato
particolarmente gentile, e anche se probabilmente non ricambiava i suoi
sentimenti era certamente un suo amico, forse il migliore tra i piloti di
Gundam.
Eh si… perché Quatre era profondamente innamorato del bel Europeo.
Per lui non era un problema ammetterlo… era sempre stata una persona
espansiva per quello che riguardava i suoi sentimenti e non se ne era mai
vergognato prima. Non si faceva molti problemi ad ammettere che ogni volta
che i suoi occhi si posavano in quelli di Trowa si sentiva mancare per
l’emozione, che il suo cuore prendeva a battere in maniera spropositata ogni
volta che per caso sfiorava la sua mano con la propria, che il suo solo
pensiero gli faceva sentire lo stomaco pieno di farfalle.
Non se ne vergognava, nemmeno quando pensava che erano due ragazzi…per lui
l’amore era amore, indipendentemente dal resto.
Sospirò leggermente, andando a portare i brillanti occhi azzurri sul volto
dell’altro ragazzo, anche ancora dormiva…era davvero uno spettacolo: il
ciuffo di capelli castani gli ricadeva appena sul volto, coprendone una
parte, il suo petto si alzava e abbassava a ritmo dei regolari respiri, le
labbra rosse appena dischiuse… sembrava così tenero e dolce quando dormiva,
che gli faceva venire un’immensa voglia di baciarlo.
Non si sorprese quando si accorse di fissarlo intensamente…era a dir poco
bellissimo, ma solo in questi momenti in cui lui non lo vedeva poteva
lasciarsi andare a tali cose; quando era sveglio si limitava a tenere un
atteggiamento amichevole e confidenziale, cosa che a Trowa sembrava non
dispiacere…però temeva che se avesse mostrato oltre quello che provava, lo
avrebbe perso anche come amico.
Ah, quanto sarebbe stato bene tra le sue braccia…le poche volte che lo aveva
toccato si era quasi sentito volare, si era completamente perso in quella
stretta forte e sicura.
Un leggero fruscio lo distrasse dai suoi pensieri.
Arrossì come un peperone quando si accorse che il compagno era sveglio e che
lo stava guardando negli occhi…la sua espressione, anche se leggermente
insonnolita, era come sempre, neutra, quasi senza espressione, in apparenza
pensierosa.
-Buongiorno Quatre…-mormorò il ragazzo mettendosi a sedere con estrema
lentezza, senza sorridere ma tenendo un tono di voce dolce e pacato…quel
tono di voce che riservava solo al piccolo angelo biondo che aveva di
fianco.
Il ragazzino, ancora con le gote arrossate per essere stato colto in
flagrante, distolse subito lo sguardo, trovando le piastrelle del pavimento
decisamente affascinanti –‘giorno a te Trowa….- ecco, era successo di nuovo.
Quando si era accorto di aver incontrato gli occhi verdi di Trowa, il suo
cuore aveva dato forfait.
Dal canto suo, Trowa non era certo da meno… quando aveva aperto gli occhi,
si era subito accorto di quelli indaco del ragazzino che lo fissavano… per
un attimo la sua espressione era stata così intensa da procurargli un
brivido alla schiena.
Ecco di nuovo quella stretta allo stomaco… in quei giorni stava davvero
diventando preoccupante, prima accadeva raramente, per esempio quando lui
gli sorrideva in quel modo così dolce e luminoso, ma ora… bhe ora
praticamente si emozionava anche per un semplice sguardo.
Il silenzio regnò sovrano per qualche attimo, attimi nei quali nessuno dei
due ragazzi trovò neanche il coraggio di alzare lo sguardo.
Fu Quatre il primo a prendere il coraggio… si alzò in piedi, uscendo dalle
coperte sotto il quale era praticamente sepolto… prese quella di Trowa
voltandosi poi verso di lui, porgendogliela con un dolce sorriso.
Il cuore dell’Europeo perse un battito a quel sorriso.
-Tieni…-disse semplicemente l’arabo, continuando a sorridergli – sei stato
davvero gentile… ma non dovevi, chissà che freddo che avrai avuto…-
Con tutta la forza di cui era capace, Trowa si aggrappò al suo self control,
che al sorriso di Quatre si era decisamente incrinato – Sono abituato- disse
semplicemente, cercando di mantenere il suo solito tono pacato e freddo,
cosa che in realtà non gli riuscì affatto bene-tu stavi congelando…non
vorrei che ti prendessi un malanno…- disse allungando la mano per prendere
la coperta.
A quel gesto le loro mani si sfiorarono.
A quel contatti improvviso e inaspettato, Trowa arrossì leggermente… nel
toccare la pelle morbida del compagno si stava accorgendo di quanto avesse
bisogno di quel contatto. Avrebbe voluto lasciar perdere la coperta e
stringergli la mano con la propria, ma la solita cantilena che lo
perseguitava da giorni lo bloccò: tu lo ami?
Non sapeva rispondere.
Di sicuro gli voleva bene… e per quel bene che gli voleva non desiderava
certo ingannarlo facendogli credere di provare qualcosa che nemmeno lui
sapeva se provava o meno.
E tra le cose nemmeno era sicuro che il bel biondo ricambiasse.
Certo, con lui era particolarmente amichevole ed affettuoso, ma questo era
un lato del suo carattere…probabilmente lo considerava il suo migliore amico
e il suo modo di comportarsi era normale.
Istintivamente ritrasse la mano e abbassò lo sguardo… così non poté notare
lo sguardo di delusione che si dipinse sul volto del compagno a quel
contatto mancato.
- Ecco…io…io vado a cambiarmi…-disse Quatre volgendosi dalla parte opposta
per non mostrare il volto imbarazzato e leggermente deluso. Senza aspettare
oltre iniziò a incamminarsi verso la piccola porta che dava al bagno,
aprendola e sparendovi all’interno.
Per un attimo, mentre lui si voltava, la mano di Trowa si alzò, come a
volerlo fermare, quasi stesse cercando di prenderlo e trattenerlo lì con se.
La mano fu abbassata subito.
- Sono un idiota…-mormorò tra sè e sè.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Quando Trowa rientrò per pranzo, trovò una piacevole sorpresa ad aspettarlo.
Dopo l’imbarazzante situazione che si era presentata quella mattina, mentre
erano a colazione aveva annunciato che sarebbe andato a fare una
ricognizione all’esterno, per controllare i movimenti dei soldati di Oz e
per cercare di recuperare altro cibo.
Ormai era qualche giorno che stavano rinchiusi lì dentro e presto avrebbero
dovuto trovare un altro nascondiglio…e forse questa volta si sarebbero
dovuti dividere.
A dir la verità la ricognizione, anche se necessaria, era stata più che
altro una buona scusa per riflettere in pace, per riuscire a riflettere sui
sentimenti che provava per il ragazzo dai capelli dorati.
Naturalmente tutti i suoi procedimenti mentali erano serviti a poco e
niente, anzi, se possibile era anche più confuso di quanto non lo fosse già,
e più rifletteva più iniziava a sentirsi vagamente ridicolo.
Era assurdo provare qualcosa di indefinito per qualcuno e non riuscire a
catalogarlo…i sentimenti, le sensazione che gli dava il ragazzino erano
forti ma non era sicuro al cento per cento che potesse essere amore. Infondo
nessuno gli aveva mai insegnato ad amare e per lo più erano anche in guerra,
non avevano ne l’età ne il tempo.
Dopo aver girato per un paio d’ore controllando che tutto fosse a posto,
aveva sentito lo stomaco iniziare a ribellarsi per i morsi della fame…era
quasi mezzogiorno e non aveva fatto nemmeno colazione, allora decise di
rientrare. Con circospezione, cercando di non dare troppo nell’occhio, aveva
ripercorso all’indietro la strada fatta poco prima ed era scivolato nel
piccolo appartamento dove viveva.
- Ah menomale Trowa!- la dolce voce di Quatre fu il benvenuto migliore nel
quale il ragazzo potesse sperare –sono contento che tu sia arrivato…-
L’europeo si chiuse la porta alle spalle, volgendo il capo in direzione
dell’amico…per un attimo lasciò che le sue iridi sottobosco si soffermassero
su quelle di lui, poi avanzò nel piccolo corridoio con passo calmo…quel
passo calmo e misurato, che se possibile lo rendeva ancora più affascinante
di quello che già era –niente di preoccupante là fuori…- disse cercando di
mantenere un tono tranquillo…come sempre la presenza del piccolo arabo lo
rendeva inquieto- ed è quasi ora di pranzo…così ho deciso di rientrare…-
Quatre rimase silenzioso qualche attimo, osservando la sinuosa figura del
pilota di L3 che avanzava in direzione della cucina…santo cielo quanto era
bello! Scosse appena i capelli biondi, iniziando a seguirlo – Lo immaginavo…
per questo ho pensato di farti una sorpresa…- allegra era la sua voce e
dolce il tono con il quale si rivolgeva all’amico.
- Una sorpresa…?- non fece nemmeno in tempo a voltare lo sguardo, che appena
entrato in cucina Trowa si rese conto da solo di cosa avesse fatto l’amico:
mentre lui era via, si era premurato di preparargli il pranzo, e non le
solite schifezze precotte e confezionate che mangiavano in quelle occasioni,
ma chissà come era riuscito a preparare qualcosa che potesse vagamente
sembrare del cibo decente – Hai…hai preparato tu?- domandò leggermente
spiazzato, portando il volto dalla tavola imbandita al volto pallido
dell’altro ragazzino, che gli sorrideva con la sua solita implacabile
dolcezza.
- Certo…-rispose annuendo leggermente –sei stato così gentile a lasciarmi la
tua coperta questa notte, che ho pensato a un modo per poter ricambiare…- un
lieve accenno di rossore gli segnava le morbide gote – ci ho messo un po’…a
dire la verità non sono così bravo ma mi ci sono messo d’impegno… pensavo
fossi stufo di mangiare sempre le stesse cose…-
Ed aveva ragione.
Ne aveva fin sopra i capelli delle razioni che avevano preso dai loro Gundam…per
un attimo il pilota di L3 sentì il volto accaldarsi leggermente, mentre le
sue guance si velarono appena di un accenno di rosso; raramente qualcuno
pensava a lui, solitamente era così silenzioso a schivo da passare
inosservato, ed era abituato a persone lo ignoravano, ma con Quatre…lui era
diverso dagli altri. Si preoccupava, anche quella mattina glielo aveva
dimostrato quando gli aveva chiesto se avesse sentito freddo con quell’aria
così vergognosa e dispiaciuta.
Decisamente non era abituato ad avere al suo fianco qualcuno che si
preoccupasse.
- E’ stato un bel pensiero…-disse cercando di non scomporsi…dal pavimento i
suoi occhi si riportarono su quelli del pilota di L4, sorridendogli
leggermente – bhe, allora non sprechiamo i tuoi sforzi…- concluse andando a
sedersi al tavolo.
Al sorriso di Trowa, Quatre si sarebbe quasi messo a saltare e urlare per la
gioia.
Era più che raro che l’amico reagisse così, il più delle volte lo si vedeva
sempre con la medesima espressione seria e neutra, e quel sorriso sarebbe
stato per lui una gemma preziosa da custodire nel proprio cuore.
- Si!-esclamò andando subito a prendere posto al tavolo –non ho cucinato
tutta la mattina per far raffreddare tutto quanto…-
E così iniziarono a pranzare.
Avevano acceso la televisione, ma il volume era così basso da essere
praticamente inudibile, e loro non parlavano, quindi il silenzio aleggiava
sulla stanza in quel momento.
Trowa mangiava tranquillo, leggermente imbarazzato.
Avrebbe voluto aprire bocca e parlare…ringraziare il pilota biondo per le
sue attenzioni, sorridergli, fargli capire in qualche modo che apprezzava e
che gli voleva bene…ma perché doveva sempre essere così difficile ascoltare
le proprie emozioni? Lui non sapeva come si faceva.
Certo, non era normale come cosa, ma alle fine, niente di lui lo era.
- Ti… ti piace?- la voce appena esitante di Quatre ruppe il silenzio dopo
pochi minuti.
L’europeo alzò il capo dal piatto, elargendo uno dei suoi appena accennati e
rarissimi sorrisi al biondo che sedeva dall’altra parte del tavolo – Certo
Quatre… è davvero tutto buonissimo…-
Il sorriso che l’altro gli elargì ebbe il potere di renderlo incapace di
intendere e di volere per qualche attimo.
- Ne sono felice… sai, mi sentivo un po’ in colpa stare qui senza fare
niente per aiutarti… almeno così sono stato utile a qualcosa-
-Non dire così Quatre…- Trowa poggiò la forchetta nel piatto, facendosi
appena più serio- è normale che tu ora non possa fare niente…sei ancora
ferito dall’ultimo scontro e l’unica cosa che devi fare è riposarti e
riprendere le forze-
-Lo so ma…- la voce di Quatre era appena esitante – mi sento così… inutile-
L’europeo scosse leggermente il capo-non sei inutile Quatre…- disse, con un
tono di voce molto più dolce di quello che era intenzionato ad usare
- Il fatto è che… ti sto creando solo guai ultimamente… anche sulla terra,
quando Heero ha cercato di autodistruggersi e tu sei corso in aiuto mio e di
Duo…- iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore il pilota di Sandrock…
quelli erano stati giorni terribili, non solo per lui ma anche per l’amico
dalla lunga treccia castana, che più di tutti aveva preso male il gesto
avventato del Pilota del Wing.
Trowa nel sentire quelle parole piegò appena il capo di lato, leggermente
stupefatto- ma che stai dicendo? Io sono corso in vostro aiuto perché era
quello che mi sentivo di fare in quel momento… Heero è stato uno sciocco a
lasciarvi da soli per tentare una cosa stupida come il suicidio-
Il biondo annuì leggermente - Lui non può nemmeno immaginare che dolore ci
avrebbe causato…soprattutto a Duo…-
-Duo?-
- Si… quando è… si insomma, quando è successo il fattaccio… Duo ne è rimasto
a dir poco sconvolto… non credeva che lui arrivasse a tal punto, e anche se
cercava di mostrarsi forte, gli si leggeva chiaramente in volto che non
riusciva a non pensarci… ha sofferto moltissimo, per molte notti ho
ascoltato i suoi singhiozzi e sono sicuro che fosse per quel gesto - sospirò
profondamente prima di riprendere la parola – Io credo che Duo ne sia
innamorato…- un lieve sospiro gli sfuggì dalle labbra… si, innamorato di
Heero proprio come lui lo era di Trowa.
Ah, ma come dirlo?
- Quello era palese…- ribattè in tono del tutto tranquillo l’altro ragazzo,
scrollando appena le spalle - Non li ho visti insieme più di una volta, ma
mi sembra abbastanza chiaro quello che c’è tra quei due…-
- Tra quei due?-domandò Quatre leggermente stupito –perché…secondo te anche
Heero…?-
Trowa inarcò un sopraciglio con fare interrogativo – bhe si… sicuramente non
se ne rende conto nemmeno lui, ma è chiaro dalla luce che ha negli occhi che
quello che prova per Maxwell non è pura amicizia…- la stessa luce che aveva
lui quando posava lo sguardo sul suo angelo biondo…era strano che gli altri
non se ne accorgessero, secondo lui era così chiaro da poter illuminare il
giorno-sono due stupidi… - mormorò infine, non del tutto sicuro che l’amico
potesse sentire anche quelle parole – Loro potrebbero essere felici… non
hanno il coraggio di ammettere nemmeno a se stessi quello che provano…-
- In realtà non me ne sono mai accorto…- ammise con voce appena più bassa il
pilota da L4 – in verità ero troppo impegnato a preoccuparmi per te Trowa…-ammise.
Il pilota da L3 per un attimo rimase agghiacciato… ma non era una sensazione
brutta, tutt’altro, era una piacevole sensazione di calore allo stomaco…
Quatre si preoccupava per lui, lo aveva pensato - Per… per me?- domandò,
cercando di nascondere il lieve tremore nella voce.
Quatre annuì leggermente, un pochino rosso in volto per l’imbarazzo di aver
parlato di quella cosa così personale… fosse per lui gli sarebbe già saltato
sulle ginocchia ricoprendogli il volto di baci, ma sapeva di non potersi
permettere tutta quella confidenza.
-Perché?-
- Non c’è un perché Trowa… ero semplicemente in ansia… tu per me sei molto
importante, ti voglio bene e non potrei mai pensare… di perderti…- tornò a
mordicchiarsi il labbro inferiore, come un bambino sorpreso a rubare la
caramelle.
Trowa rimase silenzioso dopo quell’ammissione, piacevolmente colpito da
quelle dolci parole.
Anche io ti voglio bene… ma non come intendi tu piccolo angelo… erano queste
le parole che avrebbe voluto dirgli, avvicinarsi, stringere a se quel
corpicino che pareva troppo piccolo per guidare un Gundam, baciarlo,
stringerlo a se e farci l’amore, sussurrargli all’orecchio tutti quei
pensieri che ora gli stavano sfilando nel cervello...
…ma non fece nulla di tutto questo.
Dopo qualche attimo di silenzio, un imbarazzatissimo Quatre si alzò dalla
sua sedia, annunciando che avrebbe ritirato i piatti e pulito tutto.
Gli diede le spalle e iniziò a rassettare la cucina, completamente rosso in
volto e senza dire più una sola parola.
E per l’ennesima volta in quei giorni, il pilota da L3 si trovò a darsi
dello stupido per non aver il coraggio di parlare.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Dopo aver finito di lavare i piatti, anche Quatre decise di ritirarsi nella
loro stanza per andare a dormire.
Dopo l’imbarazzante confessione si era alzato con la scusa di sistemare la
cucina e non aveva più detto una sola parola… Trowa era rimasto in totale
silenzio, e per il più sensibile arabo quello pareva un bruttissimo segno.
Forse era rimasto senza parole perché invece non provava la stessa cosa e
non se la sentiva di rispondergli, e aveva preferito tacere piuttosto che
rispondergli in modo falso…infondo lui era sempre stato sincero.
Si sentiva un pochino stranito, non tanto per quello che sentiva, ma tanto
per il fatto che temeva di aver messo l’amico in imbarazzo… ma vero era che
non poteva certo evitarlo per tutta la vita, in fondo non aveva detto chissà
che cosa : quello che aveva espresso, ciò a cui aveva dato parola non era
nemmeno un decimo di quello che effettivamente provava per il pilota dal
ciuffo castano.
Facendosi coraggio e prendendo un profondo respiro, si decise ad aprire la
porta.
Subito lo sguardo del giovane arabo, andò a posarsi sulla sottile figura del
pilota europeo, che stava affacciato alla finestra.
Anche così, immerso nella penombra della stanza era un vero spettacolo:
sedeva immerso nel silenzio sul davanzale della finestra, con indosso solo i
pantaloni del pigiama, avvolto nella sua coperta di pile; la sua espressione
era assorta, ma serena, come se stesse pensando a qualcosa di piacevole. La
sua pelle pareva quasi brillare alla luce della luna artificiale, così come
i suoi occhi verdi puntati sui muri dei palazzi di fronte, il ciuffo di
capelli castani in parte gli ricadeva sul volto, senza tuttavia nascondere
quel tripudio di perfezione.
Non si era nemmeno accorto della presenza del biondo all’interno della
stanza.
Quatre sarebbe rimasto a guardarlo in eterno… scosse leggermente il capo
chiudendosi la porta alle spalle, curandosi di fare un po’ di rumore in modo
che l’altro ragazzo si accorgesse della sua presenza.
Al lieve ma secco rumore della porta che si chiudeva, Trowa ebbe un leggero
sobbalzo e istintivamente voltò il capo in direzione del rumore che aveva
turbato i suoi pensieri solitari.
L’espressione del volto si rilassò notevolmente nel riconoscere l’amico.
- Scusami…- disse Quatre nel vedere il pilota da L3 distogliersi dai suoi
pensieri- non volevo disturbarti…-
- Non mi disturbi…- poi nel vedere che il compagno restava fermo, tolse una
mano da sotto la coperta di pile, facendogli cenno di avvicinarsi - Non
restare sulla porta… vieni pure…-
Quatre rimase fermo qualche istante, come a voler osservare ancora un poco
la visione dell’altro ragazzo alla tenue luce artificiale… poi si costrinse
a muovere qualche passo nella sua direzione, andando infine a sedersi a sua
volta sul davanzale della finestra, dalla parte opposta di quella
dell’europeo.
- Ho finito di sistemare la cucina…- iniziò il biondo dopo qualche attimo,
tirando fuori un discorso a caso per rompere quel silenzio imbarazzante
- Non c’era bisogno che facessi tutto da solo…- rispose Trowa, spostando lo
sguardo dal pilota che aveva di fronte all’ambiente esterno.
- Non è stato un problema… davvero… è poco ma è quello che posso fare per
aiutarti, anche se certamente non servirà alla buona riuscita della guerra…-
ridacchiò leggermente il ragazzino, in quel modo così dolce e tenero che lo
caratterizzava.
Trowa riportò lo sguardo verso l’amico, sorridendogli appena, con un velato
accenno di dolcezza – Tu non sei fatto per la guerra…- disse semplicemente,
non in tono severo o di scherno, ma come se stesse facendo una semplice
constatazione.
- Lo so…-rispose arrossendo appena, senza tuttavia pensare nemmeno per un
attimo a distogliere il suo sguardo da quello di lu i- Però questa battaglia
la voglio combattere fino alla fine - Deciso il suo tono di voce, anche se
vi si percepiva un lieve tremore.
- Noi tutti combatteremo fino all’ultimo… fino a dar fondo alle nostre
energie… io, te, Wufei, Duo, Heero… tutti quanti noi abbiamo una missione in
comune e daremo il massimo di noi per portarla a termine… solo che a volte
mi chiedo perché il destino abbia scelto proprio una persona sensibile come
te da mettere in questo cammino-
- Credi… credi che io non sia… all’altezza vostra?-
Di scatto l’europeo alzò la mano destra, come a voler fermare quelle parole
- Ma no! Che dici!- veemente il suo tono di voce - Non esiste che io pensi
una cosa del genere… io ti ritengo all’altezza di tutti noi… anzi, forse
molto più di noi visto che hai anche la straordinaria dote di capire le
persone. Il punto è che… tu sei una persona buona… so che soffri ogni volta
che ti tocca uccidere, molto più di tutti noi. Il destino ti ha giocato
davvero un brutto scherzo…-
Quatre arrossì appena, scuotendo leggermente il capo.
Per un attimo si era sentito cadere il mondo addosso quando aveva sentito le
prime parole dell’amico - Non so se sia stato il destino o semplicemente la
mia cocciutaggine…ma non mi tirerò indietro. Io voglio solo essere d’aiuto…-
Una folata di vento colpì in pieno i due ragazzi.
Quatre, sensibile al freddo e senza alcuna copertura, tremò appena a quell’accenno
di vento.
Quel tremore non passò certo inosservato all’occhio di Trowa che, preso da
un istinto incontrollabile, allungò la mano destra, afferrando con tocco
delicato ma deciso il di lui polso e tirandolo appena contro di sè.
Quatre, preso alla sprovvista non oppose alcuna resistenza, e in un attimo
si trovò tra le braccia del ragazzo, stretto contro il suo petto e avvolto
dalla coperta di pile e dalle calde braccia dell’altro pilota.
- Tu mi aiuti già molto con la tua presenza Quatre…- mormorò Trowa,
affondando il viso nella spalla dell’amico e compagno di battaglia, volendo
assolutamente nascondere il rossore per l’imbarazzo causatogli da quella sua
movenza così affrettata.
Il profumo della sua pelle era dolcissimo.
- Come?- tremò leggermente… quel corpo caldo aveva il potere di renderlo
ancora più vulnerabile di quello che già era.
- Anche io ti voglio bene Quatre… non permetterei mai che ti succeda
qualcosa…-.
Quelle parole appena sussurrate si fecero strada tra i due come una carica
elettrica.
Quatre, incurante del freddo che c’era si sciolse dall’abbraccio protettivo
del compagno, volgendosi verso l’amico con tutto il busto, e andando a
incontrare i di lui occhi che ora lo stavano fissando con un’espressione
carica di dolcezza, come mai ne aveva visto.
L’indaco si tuffò nel sottobosco, e per un attimo il tempo per i due ragazzi
si fermò.
Non c’era più la guerra, non c’era il vento freddo contro la loro pelle, non
c’erano più confusione e dolore.
C’erano solo loro.
Trowa e Quatre.
Due parti uguali della stessa anima che ancora non erano riuscite a
ricongiungersi del tutto.
Due parti che si chiamavano con tale intensità da non poter non essere
sentite.
‘Che mi prende pensarono entrambi i ragazzi all’unisono.
Lentamente, il braccio destro di Trowa di sciolse dalla coperta, andando a
portarsi attorno alla vita dell’amico, stringendolo appena di più a se.
Nemmeno per un attimo i loro occhi si separarono.
Nel cuore del pilota di heavyarms i dubbi continuavano a farsi strada… e se
Quatre non avesse voluto? Se quello che sentiva non fosse stato amore? Se la
guerra li avesse ancora divisi?
Ma ormai quelle parole non venivano nemmeno ascoltate.
Leggere le sue labbra si erano posate su quelle del biondo compagno,
sfiorandole in un dolce bacio, un bacio tenero che voleva esprimere tutto
quello che sentiva per il compagno.
Per un attimo Quatre pensò di essere arrivato in paradiso.
Trowa, il suo Trowa lo stava abbracciando e ora lo stava anche baciando!
Per un attimo rimase rigido tra le di lui braccia, poi iniziò a lasciarsi
andare, facendosi cullare da quella marea di dolci sensazioni che lo stava
sommergendo.
Non si stupì nel sentire le proprie labbra schiudersi quando il bacio si
fece più esigente e passionale; lasciò che la propria lingua andasse a
cercare quella dell’altro pilota, accarezzandola dolcemente.
Entrambe le braccia si alzarono ora, andando a portasi attorno al collo di
Trowa, come a volerlo stringere ancora di più, come a voler afferrare ancora
più saldamente quel momento che sembrava non voler finire mai.
Si baciarono a lungo, tenendosi stretti in quell’abbraccio dolcissimo e
disperato fino a quando purtroppo non iniziarono a sentire l’esigenza di
respirare.
Affannati, con le gote arrossate si separarono, aprendo entrambi gli occhi,
incontrandosi, perdendosi di nuovo l’uno nell’altro, come a voler colmare la
distanza delle loro anime in corpi separati.
Il volto di Quatre era appena piegato in una dolce posa sorridente, quello
di Trowa invece era così intenso da togliere quasi il fiato.
- Trowa…-mormorò il ragazzino, cercando di alzare la mano per sfiorare il
volto dell’europeo, sentendo l’irrefrenabile bisogno di accarezzarlo ancora,
di sentire di nuovo la sua pelle calda tra le mani.
Ma l’altro si alzò di scatto, distogliendo imbarazzato lo sguardo da quello
dell’amico - Quatre…-gli diede le spalle, cercando di non mostrare il suo
volto imbarazzato… che aveva fatto, lo aveva baciato!! Come uno stupido
aveva quasi rovinato tutto, aveva spezzato quell’angelo biondo cedendo alla
parte più bassa della sua mente… e sicuramente se si fosse voltato per
guardarlo di nuovo negli occhi non si sarebbe più trattenuto…- Buona notte…-
freddo…tornato lo stesso ghiacciolo di sempre.
Non voleva che l’amico capisse.
Non serviva.
Non sarebbe cambiato nulla.
Lui lo amava…
…ma l’amico lo avrebbe capito?
Era troppo chiedere a quell’angelo così puro e bello di sporcarsi
ricambiando i suoi sentimenti… e lui non voleva, non voleva che le bianche
ali del suo amore venissero deturpate in quel modo.
Senza più dire una sola parola si voltò, andando a mettersi nel suo letto
sotto le coperte, lasciando uno stupefatto e sorpreso Quatre sulla finestra.
La mano destra ancora sfiorava incerta le labbra appena baciate, come se con
quel gesto potesse riportare a se un po’ di quel dolce calore che fino a
qualche attimo prima lo stava avviluppando.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Quando il mattino seguente Quatre si svegliò, ancora provò la dolcissima e
avviluppante sensazione di essere circondato da un caldo abbraccio.
Lentamente aprì gli occhi, a fatica quasi non volesse alzarsi dal mondo dei
sogni, portando lo sguardo verso il letto del compagno… era vuoto, e dai
rumori che sentiva provenire dall’altra stanza intuiva che stesse preparando
la colazione e guardando il notiziario del mattino.
Si strinse appena nella coperta pensando alla sera prima, quando si erano
baciati… si stava quasi per abbandonare ai propri pensieri, quando si
accorse che, come avvenuto la mattina precedente, il calore della coperta
era un po’ eccessivo per essere di una sola
Abbassando appena lo sguardo sulla sua figura, si accorse di avere addosso
anche la coperta di pile di Trowa.
Arrossì di colpo stringendosi addosso quel pezzo di tessuto…ancora una volta
aveva dimostrato di preoccuparsi per lui e per la sua salute, ma dopo il
bacio della sera precedente, dentro di se si era accesa una lucina di
speranza, speranza che quello che l’amico provava nei suoi confronti fosse
anche solo vagamente simile a quello che sentiva lui.
Socchiude gli occhi, cercando di calmarsi… la sera precedente, tre le
braccia dell’europeo aveva quasi perso il controllo e se l’amico non si
fosse staccato probabilmente lo avrebbe baciato di nuovo, causando chissà
quali danni irreparabili.
Bhe si, perché secondo lui la situazione ambigua che si era venuta a creare
era stato un puro caso…non era possibile che tra loro nascesse qualcosa.
Rimase qualche attimo immobile, stretto nella coperta del compagno….poi
rassegnato si sciolse da quell’ammasso di tessuto e si alzò dirigendosi in
bagno per lavarsi, pettinarsi e vestirsi prima di andare a fare colazione.
Dopo qualche minuto, finalmente uscì dal bagno e si diresse verso la cucina.
Trowa era seduto al tavolo e stava sorseggiando un caffè mentre ascoltava
assorto il telegiornale.
A passo tranquillo, Quatre si incamminò verso il tavolo prendendo posto a
sua volta… leggermente timido e un poco imbarazzato
- ‘giorno Trowa…-mormorò in sua direzione, cercando di mantenere un tono di
voce tranquillo…non voleva che si accorgesse di quanto fosse agitato.
Il pilota castano alzò la testa di scatto, come se non si aspettasse la
presenza di qualcuno…rimane in silenzio alcuni attimo, osservando il volto
di Quatre con appena un accenno di rossore sulle guance - Buongiorno a te…-
disse, incapace di dire qualsiasi altra cosa…qualche istante di silenzio
ancora prima di mormorare di nuovo, il sua direzione –Vuoi… vuoi un caffè?-
Quatre fece per alzarsi - Non scomodarti…faccio io…-
Ma l’altro pilota lo precedette - No stai seduto… tanto sono qui…- si alzò
dalla sedia andando a prendere una tazza pulita dal lavello… la prese e vi
versò il caffè – E' ancora caldo, l’ho fatto qualche minuto fa…- tornò al
tavolo, porgendogliela per poi sedersi.
- Grazie… - disse semplicemente Quatre, allungando la mano per prendere la
tazza che gli veniva porta.
A quel gesto le loro dita di sfiorarono.
Entrambi arrossirono di colpo abbassando lo sguardo mentre il pilota biondo
ritirava in fretta la mano che reggeva la tazza.
Le sensazioni che ancora li stavano colpendo in pieno erano le stesse dalla
sera precedenti, dolcissimi, forti e completamente irrazionali.... era
bastato solo un tocco fugace per renderli così.
- Senti Quatre…- iniziò Trowa… ora basta, doveva dirglielo o impazzire… o
per lo meno trovare una scusa decente che giustificasse il suo gesto della
sere precedente! Anche perché nonostante lo smarrimento iniziale, era sicuro
che anche l’amico avesse poi ricambiato il suo bacio…e lo aveva anche
stretto a se… doveva parlare, sapere o morire - Io…-
- Interrompiamo tutte le trasmissioni per una notizia dal comitato della
Difesa di Oz (emh…non so nemmeno se esista una cosa del genere, ma non
sapevo che cosa metterci <.< NdA)- la voce del notiziario interruppe quelle
parole che gli stavano uscendo…entrambi i piloti voltarono lo sguardo verso
il televisore che stava ora trasmettendo le immagini di qualcosa che
sembrava una cattura – Vi informiamo che in data odierna, il nostro esercito
è riuscito a catturare uno dei piloti di Gundam col il suo rispettivo suit…
le immagini che stiamo per mostrarvi…- e per entrambi l’audio parve quasi
scomparire mentre sul teleschermo iniziarono a passare le immagini di un
ragazzino scortato a braccia da due ufficiali.
Era Duo.
- No…- mormorò Quatre nel riconoscere la figura dell’amico che era stato con
lui nel deserto fino a una settimana prima.
Ancora la voce al telegiornale parlò – Presto verrà resa nota la data
dell’esecuzione…-
Poi silenzio.
Quatre distolse di colpo lo sguardo dalle immagini trasmesse, mentre il suo
sottile corpo iniziava a essere scosso da un leggero tremore…tremore che lo
scuoteva fino all’anima.
Gli occhi si fecero subito lucidi mentre istintivamente cercava di dominare
la paura e il dolore che sentiva dentro.
Anche Trowa era rimasto sconvolto da quello che aveva visto.
Non aveva mai conosciuto benissimo Duo, però era un suo compagno, un suo
alleato in quella missione, qualcosa che di molto per lui si avvicinava a un
amico… così come gli altri piloti che come lui stavano convivendo il peso
delle missioni.
E adesso secondo logica avrebbe dovuto trovare il modo di infiltrarsi in
quella base e uccidere quell’amico.
Perché qualsiasi ostacolo alla loro missione andava eliminato.
E Duo in quel momento era un ostacolo.
Per un attimo gli parve di sentire le parole di Heero nella sua mente…
disperatamente pregò che il compagno non facesse qualche sciocchezza: era
certo che se avesse ammazzato Duo non se lo sarebbe mai più perdonato.
Me nemmeno lui poteva farlo, non poteva far fuori un amico… anche se quella
era l’unica cosa che doveva fare.
Quatre si alzò in piedi di scatto, lasciando cadere la sedie dietro di se.
Era sconvolto… sapeva cosa andava fatto in quei casi ma non ce l’aveva
nemmeno per l’anticamere del cervello di farlo… anzi, tutt’altro.
Calde lacrime rigavano le sue guance pallide mentre si voltava verso Trowa,
guardandolo con una faccia cos disperata da stringere il cuore dell’europeo
- Devo andarlo a salvare Trowa! Non posso permettere che gli facciano del
male!-nonostante il pianto incontrollato, la sua voce era ferma, decisa.
Trowa lo guardò perso per qualche attimo, poi si alzò a sua volta dalla
sedia girando attorno al tavolo e portandosi davanti al suo amico… scosse il
capo - Non puoi quatre… sarebbe troppo pericoloso nelle tue condizioni…-
- Ma non possiamo lasciarlo là!! Devo muovermi prima che a Heero venga la
brillante idea di farlo fuori!!- era fuori di sè… non riusciva a stare calmo
al solo pensiero del pilota dalla treccia castana nelle mani del nemico.
- Calmati Quatre… ti prego. Noi non possiamo fare niente… la colonia di
Heero è praticamente lì a due passi e se ha già sentito il notiziario sarà
impossibile arrivare prima di lui… e non è nemmeno sicuro che… che faccia
quello che andrebbe fatto!- non ce la faceva, non sopportava di vedere il
suo angelo biondo soffrire in quel modo. Per lui avrebbe fatto qualsiasi
cosa, avrebbe dato anche l’anima… istintivamente, nel sentire i singhiozzi
del compagno farsi più disperati, lo strinse a ancora a se, avvolgendolo con
le sue braccia e tirandoselo al petto prendendolo in un abbraccio disperato
– Ti prego… calmati Quatre…-
Per un attimo Quatre si lasciò andare a singhiozzi ancora più disperati,
abbandonandosi sul petto del compagno… quella sensazione di calore parve
avvolgerlo ancora più forte, fino a farlo calmare un poco.
Lentamente, alzò gli occhi verso Trowa, guardandolo con profonda tristezza –
Anche tu vuoi andare per ucciderlo… vero?- domandò infine.
Trowa trattenne il fiato… ovvio che non voleva, doveva, la cosa era
differente… abbasso gli occhi fino ad andare a incontrare quelli indaco del
biondo – Non vorrei… ma è quello che andrebbe fatto…- disse semplicemente,
cercando di non mostrare il profondo dolore di quella constatazione.
- Questa non è una guerra…-disse infine il biondo, senza abbassare gli occhi
ancora colmi di lacrime - è un massacro… gli alleati non dovrebbero
combattersi a vicenda. Noi siamo accomunati dallo stesso compito… dovremmo
essere amici ed aiutarci invece che cercare di farci a pezzi a vicenda… ma
siamo così stupidi che non facciamo altro che cercare di allontanarci
pensando che lavorando da soli possiamo ottenere qualcosa di buono.
Come possiamo pensare di vincere questa battaglia se nemmeno noi che
combattiamo per la stessa cosa riusciamo ad essere uniti?-
Trowa abbassò gli occhi per qualche secondo, incapace di sostenere la verità
che leggeva negli occhi del compagno…era tutto vero, quelle parole erano
assolutamente veritiere e lo sapeva bene… - Se vuoi… io non andrò- disse
infine, ritornando a portare i suoi verdi occhi in quelli più chiari del
compagno - Non farei mai niente che possa farti soffrire Quatre… mai… -
ormai non aveva più senso tenersi dentro quello che sentiva… rivoleva solo
il sorriso sul volto del suo angelo biondo, solo quello.
Quatre spalancò appena gli occhi per la parole che gli erano state rivolte.
Ancora calde lacrima tornarono a rigargli le guance mentre il suo cuore
batteva come un tamburo nel petto - Io non riuscirei mai a prendere il
grilletto - mormorò dopo poco, stringendosi appena tra le braccia dell’altro
pilota- Nè contro Heero… nè Wufei… nè Duo… ma soprattutto non potrei mai
contro di te Trowa… non ci riuscirei mai-
L’espressione del volto dell’europeo si fece incredibilmente dolce –
Perché?- domandò.
Che senso aveva ormai nascondere tutto? No, non poteva più farlo ormai, i
suoi sentimenti bruciavano e urlavano per essere espressi - Perché ti amo
Trowa… io… ti amo davvero…- disse, distogliendo di colpo lo sguardo.
Per un attimo il tempo parve fermarsi.
Toccò a Trowa questa volta sgranare gli occhi per la sorpresa, mentre sul
volto gli si dipingeva l’espressione più dolce che avesse mai sfiorato i
suoi lineamenti.
La mano destra, quasi dotata di volontà propria, andò a portarsi sotto il
mento di Quatre, alzandogli il volto per potersi ancora tuffare in quelle
meravigliose pozze color indaco… quegli occhi dolcissimi che lo avevano
stregato fin dal primo momento, quegli accenni di paradiso che in quei
lunghi mesi erano stati la sua forza.
Cos’era quella stretta al cuore?
Perché ogni volta che incontrava i suoi occhi doveva sentirsi così… nudo,
debole, come se qualsiasi cosa potesse ferirlo?
No.
Non era così.
Spogliato di ogni difesa forse, ma sicuramente quelle sensazioni gli davano
forza, gli permettevano di andare avanti in quell’epoca di guerra senza mai
cedere, senza vacillare.
Era ciò che gli impediva di morire.
Che gli impediva di impazzire.
Era ciò per cui nei momenti disperati combatteva.
Era Quatre.
Non sapeva se fosse amore o meno… non sapeva se quella stretta al cuore
fosse quel sentimento che tutti definivano amore, ma nel momento in cui di
nuovo i loro occhi si incontrarono, capì di desiderarlo con tutte le sue
forza.
- Non faree mai nulla che possa farti soffrire…-mormorò semplicemente, dando
voce con quelle semplici parole a tutto il macello che aveva dentro.
Lentamente chiuse gli occhi andando di nuovo, per la seconda volta in tutta
la sua vita, a sfiorare le labbra del compagno con le proprie.
Quatre tremò appena a quelle parole a quel gesto.
I suoi occhi si asciugarono di colpo quando sentì le labbra di Trowa,
morbide e dolci posarsi sulle sue in un bacio salato per le lacrime appena
versate… un bacio dolcissimo ma allo stesso tempo carico di disperazione, di
urgenza.
Perché lo baciava dopo quello che gli aveva detto?
Perché non lo allontanava?
Ma che importava… in questo momento desiderava soltanto le sue braccia,
desiderava soltanto che i suoi baci soffocassero il dolore che aveva dentro,
che il suo calore lo avvolgesse fino a farlo perdere completamente.
Portò le braccia attorno al collo del compagno, stringendosi a lui con
forza, urgenza, schiudendo le labbra a quel bacio che da dolce stava
diventando carico di passione.
Trowa non se lo fece ripete due volte, accettando il silenzioso invito del
compagno… schiuse a sua volta le labbra andando a cercare con la propria
lingua quella del compagno, iniziando a duellare con lui nella più antica
lotta mai esistita.
Le braccia, che fino a qualche attimo prima stavano stringendo il corpo
dell’arabo e gli stavano percorrendo la schiena, si spostarono ora verso il
basso, andando a portarsi sotto il di lui fondoschiena… fece forza sulle
braccia, tirando su il compagno, che subito andò a intrecciare la gambe
attorno ai di lui fianchi, senza pensare nemmeno per un istante si staccarsi
da quel bacio che stava diventando sempre più urgente e passionale.
Con il suo leggero carico, Trowa iniziò a dirigersi verso la camera da
letto, dove si lasciò cadere sopra il proprio letto con il suo piccolo tra
le braccia.
Solo allora le loro labbra si separarono.
Quatre gli sorrise dolcemente, andando a portare la mano sulla di lui
guancia… - Ti amo…- mormorò ancora mentre di nuovo chiudeva gli occhi e
portava le proprie labbra a sfiorare quelle del compagno, perdendosi ancora
in un bacio lungo come la notte.
Trowa decise che per le prossime ore avrebbe smesso di pensare, lasciandosi
andare soltanto alle dolci emozioni che il compagno gli faceva provare.
Subito le sue mani andarono a insinuarsi sotto la camicia di Quatre, andando
a sfiorargli la morbida pelle del torace, andando ad accarezzargliela quasi
con urgenza.
Quatre a sua volta ricambiava ogni singolo gesto, ogni singolo bacio…le sue
bianche mani si portarono sulla schiena del compagno, andando a sollevargli
la maglietta e muovendo le sue mani in incerte ma passionali carezze sulla
di lui pelle.
L’europeo lasciò che le proprie labbra scendessero dal volto del suo amore
al collo, coprendolo di dolci baci, lasciando che la lingua gli lambisse la
pelle in delicate carezze…si stacco poi da lui, appena, andando incontrare
di nuovo quelle pozze color indaco che tanto amava.
Un brivido di eccitazione gli passò per la spina dorsale…non si sarebbe
trattenuto ancora a lungo finchè continuava ad avercelo sotto di se.
Ma la realtà era che non voleva affatto trattenersi.
-sei sicuro…di volerlo fare?-domandò.
Non avrebbe mai forzato Quatre a fare l’amore con lui, sebbene fosse quello
che desiderava.
Il biondo sorride leggermente, spingendo appena il bacino davanti,
aumentando la pressione tra i loro due corpi-si…-rispose semplicemente prima
di chiudere gli occhi e tuffarsi ancora sulle sue labbra, coprendole di baci
disperati.
Non lo avrebbe lasciato… non voleva farlo, lo desiderava ardentemente, non
gli importava di cose sarebbe stato poi.
A quel punto la razionalità di Trowa era già andata a farsi benedire… chiuse
gli occhi tornando ad accarezzare quel corpo, a baciarlo, a stringerlo a se
con tutto l’amore di cui era capace.
Sì, perché anche se lui non se ne accorgeva, anche se lui non sapeva
riconoscere quelle sensazioni che stava provando, era amore, e lo stava
esprimendo con uno suo minimo gesto… eccitato, preso dalla passione ma non
meno delicato e gentile.
I loro occhi non smisero un secondo di fissarsi mentre si svestivano…
I loro gemiti e i loro sospiri si mescolarono nel silenzio di quella
mattina…
Le loro labbra continuavano a cercarsi in quella spirale di passione…
Le loro mani si intrecciarono mentre le loro anime separate da corpi diversi
gridavano per ricongiungersi mentre i due ragazzi si esprimevano con il
linguaggio del corpo, il vero linguaggio dell’amore.
Quella mattina morirono molte volte per rinascere l’uno tra le braccia
dell’altro.
Quel giorno lo passarono completamente stretti a far l’amore, come se con
quel gesto la disperazione che accompagnava la loro vita fosse diventata
solo un ricordo lontano.
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Era ormai il tramonto quando i loro corpi si separarono per l’ennesima
volta.
Quatre giaceva esausto tra le braccia del compagno, che lo stringeva al
proprio corpo come se fossero una cosa sola.
Il biondo teneva il capo appoggiato sul petto del suo amore, respirando il
profumo della sua pelle, lasciandosi cullare dalla marea di sensazioni
dolcissime che ancora aleggiavano nell’aria.
Per lui tutto era stato bellissimo.
Perfetto.
Avevano entrambi fatto per la prima volta l’amore con la persona che più
amavano, si erano appartenuti, avevano lasciato il proprio marchio nel corpo
e nell’anima dell’altro, avevano intrecciano indistricabilmente i loro
destini per sempre.
Per tutta la vita e anche oltre.
Ed ora l’unica cosa che chiedeva Quatre era rimanere tra le braccia del suo
amato, con le di lui mani che gli carezzavano la schiena e i capelli.
- E' stato bellissimo Trowa…- mormorò il piccolo arabo chiudendo gli occhi e
stringendosi ancora un poco al corpo del compagno.
Trowa sorrise leggermente, continuando a carezzargli i capelli… - Anche per
me piccolo…- sussurrò - anche per me…-
Ancora qualche attimo rimasero silenti, esausti, ascoltando i propri
respiri.
Poi finalmente Quatre si decise a dare voce ai propri pensieri - Partirai
domani…vero?-
- Si…- rispose il compagno dopo qualche attimo di silenzio.
Quatre tremò appena - Sei… sei ancora intenzionato a… ad andare a uccidere
Duo?-domandò.
Si stupì nel sentire la fievole e argentina risata del compagno.
- Ti ho detto che non farei mai nulla che possa farti soffrire…- si calmò
appena la risata - No… voglio raggiungerlo per impedire a Heero di fare la
più grande sciocchezza della sua vita…- strinse un poco di più a sè il corpo
del ragazzino –voglio impedirgli di ucciderlo… tutto qui…- ora più che mai
se ne rendeva conto. Se Heero avesse ucciso chi amava, non se lo sarebbe mai
perdonato.
Per un attimo Quatre parve rilassarsi - Ma…ma è pericoloso…-
- Tutta la nostra vita è pericolosa piccolo mio… ma non devi preoccuparti…
noi due ora siamo una cosa sola, nessuno potrà mai separarci… io tornerò
sano e salvo da te, te lo prometto…- sapeva che il suo piccolo era
preoccupato per lui.
- Davvero?-mormorò, ormai quasi completamente nel mondo sei sogni.
- Davvero... e ora dormi... ti sei stancato troppo...- premuroso il suo tono
di voce mentre portava la coperta a coprirli entrambi.
- Sei tu che mi stanchi amore...- disse semplicemente, mentre scivolava nel
mondo dei sogni.
Trowa sorrise appena abbandonando il capo sul cuscino, mentre lentamente
stava scivolando nel sonno a sua volta.
Il giorno dopo sarebbe dovuto partire per andare a tentare di impedire a
Heero di fare una sciocchezza che gli sarebbe costata il cuore... era
disperato all'idea di dover lasciare il suo angelo biondo... chi poteva dire
se mai lo avrebbero rivisto?
Sorrise appena a quei pensieri.
Quella giornata sarebbe stata per sempre nel suo cuore e nella sua mente,
l'avrebbe tenuta stretta al cuore per sempre... sapeva che da quel momento
per lui iniziava una nuova vita, e che Quatre ci sarebbe stato fino alla
fine e anche oltre.
Non doveva chiedersi quando si sarebbero rivisti... ora erano insieme ed era
tutto quello che contava, il domani perdeva di significato se paragonato a
quello che avevano adesso.
Ci avrebbe pensato domani.
- In fondo, domani è un altro giorno...- mormorò prima di lasciarsi andare
al sonno.
FINE *____*
bene ragazzi, ecco la fine della mia prima Ficcina su Gundam *_____* me la
sono decisamente sudata considerato che la potevo scrivere solo nelle pause
dello studio... che erano decisamente poche ç_ç
Forse ci sarà un seguito... quando avrò tempo ci penserò^^
Fatemi sapere se vi è piaciuta... aspetto tanti commentini*___*
dedicata a te amore mio... a te Matteo...
|