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Domani

di Soffio d'argento


 

Ma se domani un altro sole il tuo corpo riscalderà (domani),
però domani un altro bacio dimmi che sapore avrà (domani),
se domani un pensiero di ciò che era ieri ti chiamerà (domani),
tienilo con te perché dopo un giorno ancora forse se ne andrà.

 

Sai che l’Irlanda è una terra bellissima? E’ verde e senza confini. Sono qui da un anno, mia madre voleva andare a trovare i suoi genitori, ma io so che in realtà lo ha fatto per me. Il suo lavoro ne trarrà solo cambiamenti favorevoli, dice. E poi l’Irlanda è una terra perfetta per dimenticare, aggiungo io. Ero in una birreria del paese con i miei cugini. Mi sembrava di essere tornato ai vecchi tempi, io, Yohei e gli altri a girare per i bassifondi di Kanagawa, a bere birra e a prendere a pugni qualche malcapitato teppista.

Tu adesso sei in America, era il tuo sogno vero? Io l’ho sempre saputo. Avrei voluto venire anche io negli USA, assieme a te, ma non avevo il coraggio per abbandonare tutto.

Ero qui ad ubriacarmi, quando è entrato un ragazzo dai capelli neri come la notte. Ho avuto un tuffo al cuore. Dopo mesi in cui cercavo di dimenticarti, escludendoti dalla mia vita, sei ricomparso di nuovo come un fantasma, a ricordarmi i giorni con te! Mi manchi! Kami se mi manchi!  Ma tu non ci sei, sei troppo lontano da me…

 

Oggi c'ho in testa te, non so perché, domani chissà... perciò se ti va senti qua:
i ricordi sono in fila e non mi mollano, ad uno ad uno salgono e mi tormentano.

 

Mi ricordo tutto di noi. I ricordi mi assalgono con la loro forza. Ogni ricordo mi colpisce al cuore, come un pugno dritto nello stomaco. Tu non puoi sentirmi. E così parlo di te a questo cielo blu, in questa notte fatata. Potrei parlare con Yohei, lui mi ascolterebbe (anche se abita in un altro continente), ma oggi voglio stare da solo, con il tuo ricordo. 

 

Sono in para, noia dura, dolce tortura, paura, come quella sera
indeciso sul baciarti o meno, a parlare sul divano ore, la prima volta che assaggiavo il tuo sapore
e già ne ero strettamente dipendente, shhh, cotto immediatamente.

 

Ricordi quella sera? Ero tornato da qualche mese dalla riabilitazione. Avevo capito che quell’odio verso di te, quell’odio che ostentavo con tanto orgoglio, non era altro che amore. Ti avevo chiesto di scordare le offese del passato e diventare amici. Tremavo temendo un tuo rifiuto. Lo attendevo considerandolo inevitabile. Invece tu mi hai sorriso, il tuo primo sorriso e mi hai detto che ne saresti stato onorato.

I primi tempi non sono stati facili per me. Volevo esserti amico più d’ogni altra cosa, non speravo che potessi ricambiare i miei sentimenti, quindi mi accontentavo di quello che la tua amicizia mi offriva. Ma è stato difficile! Dover superare il tuo muro di silenzio è stato estenuante! Volevi la tua libertà, il tuo spazio, ma odiavo vederti pensare solo al basket! Cavolo! Il basket era importante, per entrambi, ma non la vita! Non avevi amici e vivevi da solo. Eri solo. Accanto a te c’era solo il vuoto. E io l’ho colmato, o almeno ci ho provato. L’ho colmato in silenzio, passo dopo passo. Trascorrevamo quasi tutte le sere insieme, ora con i miei amici, ora da soli, nel tuo appartamento, a guardare una partita di basket, come quella sera…. Avevo trascorso tutta la serata a guardare te e mi meraviglio che non te ne fossi accorto. Eravamo amici, ma non mi bastava più. Così avevo allungato il braccio dietro le tue spalle. All’inizio ti sei irrigidito e io ho temuto di aver fatto un grosso errore, poi ho sentito che ti rilassavi e ti ho abbracciato. Tu ti sei voltato verso di me e mi hai detto, con un tono placido:

<< Era ora che ti decidessi do’hao, mi stavo stancando ad aspettarti. >>

E così ho deciso di non sprecare più tempo e baciarti.

 

Ed era tipo "che c'importa di domani?", stringimi le mani, ma i baci non risolvono i problemi,

 

Quante serate passate a baciarci, ad accarezzarci. Eri così dolce, arrendevole, ma poi, quando eravamo di nuovo insieme con gli altri, tornavi ad essere la volpe fredda e distaccata dei primi tempi. Proprio non ce la facevi a comportarti come se niente fosse, ad amarmi di fronte a tutti. E io ne soffrivo, ma quando cercavo di fartelo capire mi ricoprivi dei tuoi baci e tutto spariva. I baci, però, non risolvono i problemi….

 

E ora non ci sei, domani è già arrivato,
e brucia dentro sai, anche se ero preparato,
e cadono parole come pioggia sulla strada, forse verrà domani il sole che le asciuga.

 

Il domani che aspettavo con ansia è già arrivato, ma sono solo. Ricordi tutti i progetti fatti insieme? Non è rimasto più nulla, solo un mucchio di foglie ingiallite che il vento stanotte porterà via. Il cielo, con le sue lacrime, cancellerà domani il mio dolore. Ma stanotte sei qui con me… e non ti lascerò andare via. Anche se il giorno, con la sua luce, sbiadirà la tua immagine, essa resterà marchiata a fuoco nel profondo della mia anima.

 

Non so dove mi porterà questa marea, a largo o a riva non ne ho idea,
se con qualcuno o se con te, non so domani neanche se sarò con me.

 

Dove saremo tra dieci anni? Con chi saremo? Di certo non insieme, quel periodo è finito. Non esiste più un noi e non esisterà più. Forse sarò ancora qui, ad aspettarti, ad aspettare che un ricordo di noi ti avvolga e ti riporti da me. Sono triste, mi sento solo come un albero spoglio tormentato dal vento. Dalla mia finestra si vede il mare, come da quella della nostra stanza. Le onde si rincorrono alte e bianche. Mi piaceva il mare in tempesta. Adoravo guardarlo fra le tue braccia. Tu mi tenevi stretto e mi dicevi che non sarebbe mai finita. Io chiudevo gli occhi e mi lasciavo cullare della voce del mare che, con la tua, formava una cantilena senza tempo… e ci addormentavamo così, stretti in una morsa di dolcezza, quella stessa dolcezza che mostravi solo con me.

 

Ma se domani un altro sole il tuo corpo riscalderà (domani),
però domani un altro bacio dimmi che sapore avrà (domani).
Se domani un pensiero di ciò che era ieri ti chiamerà (domani),
tienilo con te perché dopo un giorno ancora forse se ne andrà.

 

Mi pensi ogni tanto? Non ti assale mai il ricordo di noi. Quando giochi a basket nella tua squadra americana, nella tua città americana, non ti volti mai cercandomi? La notte non mi cerchi mai? Non ti rigiri nel letto cercando il mio calore? Io lo faccio sempre.

Qui gioco nella squadra campione nazionale. Fra una settimana partiremo per gli Stati Uniti per una serie d’incontri. So già ti rivedrò e allora che succederà? Come ti comporterai? Mi vedrai e farai finta di non conoscermi? O qualcosa dentro di te ribollirà? Il tuo sangue mi riconoscerà? Il tuo corpo sentirà il calore del mio?

 

L'autostrada scivola veloce, sto mangiando quel gelato che ti piace,
che ti fa ingrassare, tutte le menate quante volte le ho sentite, mi gira in testa ancora la tua voce,
dolce musica, pure quando isterica, quasi psichedelica, senza dubbio erotica.

 

L’America è grande. E’ piena di strade che portano ovunque e da nessuna parte. Una di esse mi sta conducendo da te. I miei compagni ridono e scherzano mentre, all'esterno, il paesaggio scorre lento. Un deserto di città si alterna ad un deserto di pietre rosse.

Il presidente della nostra squadra ha organizzato un tour negli USA, patria del basket moderno e così potrò rivederti. Il mio cuore palpita di gioia e paura.

Quando finalmente arriviamo a destinazione, i ragazzi insistono a portarmi in giro. Uno di noi è stato in America e ci fa da Cicerone. E’ estate e fa caldo. Sto mangiando quel gelato che ti faceva impazzire. Mi ricordo che eri capace di mangiarne anche un barattolo intero e poi, preso dai rimorsi, ti arrabbiavi con me che ti avevo lasciato mangiare senza controllo. La tua voce…. Quanti possono dire di aver avuto l’onore di sentire la tua voce? Io solo e in tutte le sue sfumature. I tuoi sussurri durante la notte, le tue grida quando ti arrabbiavi perché ne avevo combinata un’altra delle mie, la tua voce roca quando volevi fare l’amore con me…

 

E penso a quanto spesso son finito nel tuo letto a smaltire quel gelato,
a restare impigliato nei tuoi capelli con il mio orecchino, a fare casino,
per farmi stare zitto mi schiacciavi sulla bocca il tuo cuscino.

 

Io sono stato sempre troppo chiacchierone per te, me lo dicevi sempre. Ti lamentavi di tutto, ma tanto lo sapevo che le mie attenzioni, anche quelle che giudicavi eccessive, ti facevano piacere. Quando mi gettavo a peso morto sul tuo letto, dopo una scorpacciata di gelato, quello alla vaniglia che ti piaceva tanto… e poi ti abbracciavo e ti arrabbiavi perché ti soffocavo nel mio abbraccio. Io ti avrei stretto in eterno, ma forse ti soffocavo davvero. Ti toglievo veramente l’aria? Era così difficile stare con me?

Ma ti ricordi tutti i discorsi che facevamo la notte, quando, invece di dormire volevo chiacchierare? Io che ti obbligavo sempre a parlare e tu che, pur di non sentirmi, mi schiacciavi sul viso il cuscino, però sentivo come ridevi. La mia voce riempiva le tue giornate silenziose.

 

Fumare sigarette, raccontarti barzellette fino al mattino, e mi divertivo quando mi correggevi se sbagliavo un congiuntivo.

 

Eri sempre così perfetto! Facevo di tutto per farti cadere quella maschera d’indifferenza. Ti facevo il solletico, ti raccontavo barzellette… e poi sì, ti facevo anche arrabbiare. Qualsiasi cosa purché mi parlassi. Avevo cominciato persino a fumare. Beh in realtà è stata solo una sigaretta, una sera insieme ai ragazzi. Mi ricordo che non mi guardasti per tutta la sera, non dico che non mi rivolgesti la parola, perché era ciò che facevi di solito. Cercavi di sfuggire ogni contatto con me, quando non eravamo soli. Di cosa avevi paura? Temevi di lasciarti andare? 

 

E come t'incazzavi quando t'abbracciavo e non m'ero tolto l'orologio e ti graffiavo,
cento volte buonanotte e non dormivo, ti fissavo, poi mi muovevo e ti svegliavo:
"...E lasciami dormire Hana ti prego...", ed eri così bello che non ci credevo...

 

Ah! I miei attacchi passionali! Quante volte abbiamo finito con il litigare? Io volevo abbracciarti in un qualsiasi momento, farti sentire che ero lì con te, che ci sarei sempre stato, ma tu ti tiravi indietro. Lo so! Non era colpa tua! 

A volte faticavo anche io a addormentarmi. Allora restavo sveglio a guardarti. Passavo un braccio dietro le tue spalle e ti stringevo ancora di più. Cercavo di muovermi il meno possibile per non svegliarti, temevo che appena sveglio mi avresti allontanato. Respiravo il tuo buon profumo. Alla fine non riuscivo a resistere e mi puntellavo su un braccio, per vedere il tuo viso tranquillo dormire. Nonostante cercassi di fare il più silenzio possibile, però, finivo sempre con lo svegliarti. E tu, con la voce ancora impastata dal sonno, senza voltarti nel mio abbraccio, mi chiedevi di lasciarti dormire. E io sorridevo perché mi sentivo il ragazzo più felice del mondo. Eri così bello che non ci credevo. La tua pelle di perla, il tuo profumo irresistibile… eri peggio di un afrodisiaco, o forse dovrei dire meglio… perché poi mica ti riaddormentavi…

 

Ma se domani un altro sole il tuo corpo riscalderà (domani),
però domani un altro bacio dimmi che sapore avrà (domani).
Se domani un pensiero di ciò che era ieri ti chiamerà (domani),
tienilo con te perché dopo un giorno ancora forse se ne andrà.

 

Sono di fronte a te. Finalmente, dopo molto girovagare, ti ho ritrovato. Indossi la tua nuova divisa, blu, come i tuoi occhi. Mi guardi e per un attimo mi pare di scorgere del calore dietro il ghiaccio.

I nostri allenatori stanno prendendo accordi, ma io non li ascolto. Cerco di concentrarmi sulla palla che tengo fra le mani, ma è tutto inutile. Sento il tuo sguardo seguirmi ovunque. Adesso sono io il capitano e il playmaker della squadra in cui gioco. Non vedo l’ora che arrivi il momento della partita, così da farti vedere quanto sono migliorato. Giocherò con tutto me stesso e non ti lascerò vincere. Dovrai sognare vedendomi giocare, dovrai esaltarti quando mi vedrai eseguire un magnifico slam dunk, ma soprattutto non dovrai più dimenticarmi. I tuoi occhi dovranno imprimersi i miei perché poi me ne andrò di nuovo, lontano da te. 

 

Forse domani un nuovo vento la mia passione soffierà via (domani),
chissà domani quale fuoco ecciterà i peccati miei (domani),
perché domani non ci sei, perché domani non c’è “noi”, perché domani, c’è solo domani (domani), domani.

 

Domani… questa parola mi tormenta e non mi fa riposare.

Ci siamo allenati l’intero pomeriggio nel secondo campo della palestra della tua squadra. Naturalmente ho giocato da schifo e questo mi preoccupa. Sentire che mi osservavi mi deconcentrava, come farò quando mi ritroverò di fronte a te, magari cercando di contestarti la palla? Il basket è diventato ormai la mia ragione di vita. Quando Akira ha saputo che sarei venuto da te, mi ha detto di parlarti. Dice che solo così potrò tornare ad essere ciò che ero un tempo. Adesso siamo in albergo. Il mio compagno di stanza dorme già da un bel po’, mentre io fatico a prendere sonno. Mi rigiro nel letto… penso a te, come mi capita da qualche tempo… come faccio da quando ti ho perso…. Sempre. Questa parola, un tempo, la collegavo alla mia vita con te, aveva un suono dolce, ma adesso è solo malinconico. Ci potrà mai davvero essere qualcun altro nella mia vita? Qualcuno che non sia Kaede? Potrò mai provare con un altro ragazzo ciò che ho provato con lui?

 

E ancora cambio umore se ti penso, è un bel po' che non ti sento,
ma non mi frega cosa stai facendo, dentro ho un'immagine di te che non parla, l'ho fatta per guardarla e non voglio rovinarla.

 

Non m’importa cosa stai facendo… io ti amerò sempre, come non ho mai amato, e mai amerò, nessun altro. Forse mi hai già sostituito, forse non provi più quel sentimento che dicevi di provare quando ero con te. Magari in questo momento, mentre mi agito insonne nel mio letto, tu sei con qualcun altro. Forse adesso starà facendo l’amore con te, ti starà abbracciando e sussurrando parole appassionate. E tu? Penserai a me? Ti raggiungerà il pensiero di me con te, dei miei capelli rossi fra le tue dita bianche? Ma non m’importa! Ho i miei ricordi con me! In essi tu sei ancora mio e io ancora tuo. Tu mi sorridi e dici d’amarmi… e le lacrime sgorgano prepotenti dai miei occhi stanchi. Guarda come mi sono ridotto per te, guarda che cosa penso da quando non ci sei!

 

E tengo solo il buono, come il tuo profumo, che mi ha sballato più di ogni cosa abbia bevuto o fumato,

 

Il tuo profumo… Ho sempre adorato la vaniglia, forse perché è il profumo della tua pelle? Anche il gelato che mangio sempre è alla vaniglia. Stupido vero? Cerco te in tutto ciò che faccio, nonostante sia trascorso tanto tempo e tu non mi abbia mai cercato. Beh neanche io l’ho fatto, ma sei stato tu a lasciarmi e se non mi hai cercato, significa che non hai mai avuto un ripensamento. Di te ricordo solo i momenti migliori. Mi piaceva quando ti appoggiavi al mio petto la notte, per ascoltare il battito del mio cuore, quando mi cucinavi la cioccolata e poi me la regalavi a San Valentino (¬__¬ NdA. Grrr! NdR. Ops! NdA.), quando ti sdraiavi sul gran tappeto del salotto e mi sfidavi alla Play Station….  

 

 

E mai nessuna foto renderà giustizia al tuo sorriso quando esplode all'improvviso sul tuo viso,

 

…e il tuo sorriso… i tuoi preziosi sorrisi li regalavi solo a me. Nessuno ti ha mai visto sorridere, solo Kiminobu, sai? Me lo ha raccontato poco prima della mia partenza. Accadde quel giorno d’estate, in montagna, quando pensavi che non ci avrebbe visto nessuno.

Sorridevi sempre alle mie prese di posizione o ai guai che combinavo. Eri così dolce! Quando mi hai lasciato, è stato Kiminobu il più sconvolto. Lui, che ti aveva visto sorridere solo con me, non credeva che potessi rinunciare così presto a noi due. Eppure lo hai fatto! E non ti sei mai pentito!

 

Lascia stare, domani avrò un altro posto dove andare, e un'altra rima da inventare,
e neanche so dove saranno i miei pensieri, forse sarai solo una luce che illumina il mio ieri.

 

Ma che ci sto a pensare? Tanto tu neppure mi senti…. Conoscendoti starai dormendo alla grande. Per te, addormentarti ovunque, non è stato mai un problema. Mi meraviglio se ripenso a tutti i pericoli che correvi su quella bicicletta quando, ancora addormentato, pedalavi verso la scuola. Per fortuna che c’era sempre il Tensai a vegliare su di te! Il Tensai? Eh eh! Era una vita che non mi definivo più tale! Lasciarmi cullare dai ricordi ha fatto riaffiorare tutte le mie vecchie “cattive abitudini”, come le definivi tu. Una settimana e lascerò questa città, lascerò te! Sapere che sei vicino a me ha un effetto deleterio sulla mia mente. Tu hai un effetto devastante.

 

Ma ancora rido se penso ai soprannomi che mi hai dato,
li sapesse anche il mio amico, sarei rovinato!! Non credi??

 

Eh eh! Se Yohei sapesse i soprannomi che mi davi mi prenderebbe in giro per tutta la vita. E se li sapessero le tue fan? Morirebbero d’infarto!

Mi piaceva la dolcezza che trasmettevi nelle tue parole. Sembravi volermi comunicare il tuo amore in qualsiasi maniera, anche quando mi chiamavi semplicemente do’hao! Io lo sapevo che, in realtà, volevi assicurarmi che mi amavi ed era per questo che ti rispondevo baka kitsune! E facendolo ci mettevo tutta la dolcezza di cui ero capace. Non ho mai amato nessuno come ho amato te, neppure Haruko, della quale tanto decantavo il mio amore. Credevo davvero d’amarla. Racchiudeva tutte le caratteristiche che speravo di trovare in una ragazza: dolce, carina, sensibile…. Ho creduto d’amarla, finché mi sono accorto che non era lei la persona a cui pensavo, durante la riabilitazione. Quando lottavo contro il dolore per poter tornare a giocare, era solo perché volevo tornare a confrontarmi con te. Quando Haruko mi ha detto di essersi innamorata di Yohei non ne ho sofferto. In quel momento ho capito che, l’amore che provavo per lei, era solo affetto e che l’amore era l’odio che provavo per te. In fondo cosa sono l’amore e l’odio? Due sentimenti opposti ma di pari passione. Odiare una persona è un po’ come amarla, continui a pensare a lei e a cercare un modo per avere per te tutta la sua attenzione. Io ti odiavo perché per te ero solo uno stupido che, giocando solo da tre mesi, si sentiva il grande genio del basket. Davvero non capivi che lo facevo solo per te?

 

Sono ancora in piedi, e lontano che non mi vedi, ma oggi tu sei la mia musa, baby,
fata benedetta e strega maledetta insieme, faccio di te le rime mentre domani viene,
la notte muore schiaccio l'acceleratore, oggi sarà un giorno senza te, domani pure.

 

Esco dalla camera d’albergo e mi butto nel traffico cittadino. Ho voglia di non pensare, perché l’ho già fatto abbastanza in queste settimane. La fine della partita mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma fa niente (chiedo scusa a tutti. Avrei dovuto descrivere come si era svolta la partita, ma non sono ancora così esperta. Scusate! NdA. Incompetente! NdR. ç____ç NdA). Avrei voluto farti vedere tutti i miei cambiamenti, farti vedere com’ero diventato forte e sicuro nel possesso della palla, però… quando mi sono trovato di fronte a te e mi sono perso in quegli occhi blu….

Ho fatto una pessima figura! Che razza di capitano sono? Ho evitato il più possibile il contatto con te, chiedendo al mister che a marcarti fosse il mio vice. Sono fuggito come un codardo. Abbiamo perso per un canestro e sei stato proprio tu a farlo. Se ti avessi marcato io, non ti avrei lasciato segnare! O forse sì? Magari sarei scappato, come sempre. Come ho fatto adesso.

 

Ma se domani un altro sole il tuo corpo riscalderà (domani),
però domani un altro bacio dimmi che sapore avrà (domani).
Se domani un pensiero di ciò che era ieri ti chiamerà (domani),
tienilo con te perché dopo un giorno ancora forse se ne andrà.

 

Le nostre squadre stanno festeggiando l’esito “positivo” dell’amichevole. I miei compagni non credevano davvero che potessimo arrivare a mettervi in difficoltà!

Tu sarai con loro, magari con la tua nuova conquista. E’ una ragazza? Scommetto che è bellissima. O magari è un ragazzo, alto e con i capelli biondi. Ma perché ci sto ancora a pensare? Maledetto me! Dovrei esserci anche io a festeggiare e invece sono qui, fra le vie di quest’immensa città, chissà in quale quartiere. Sono uscito di fretta dall’albergo con la speranza di non incontrarti. Ignorarti prima, durante e dopo la partita è stato difficile! Ho dovuto fare ricorso a tutto il mio self-control per non saltarti addosso e chiederti di non lasciarmi più. Che idiota che sono! Continuo a pensare a te, mentre non so neppure dove sia capitato. Dovrei cercare un modo per tornare in albergo e invece penso a te. Ormai mi sei nell’anima e andarmene via sarà più difficile del previsto. Non pensavo che rivederti sarebbe stato così straziante.

<< Hana… >> sento qualcuno chiamarmi.

Ho paura di voltarmi. Non voglio scoprire che si tratta solo un’illusione. Nei miei sogni accadeva sempre così… e se anche questo fosse un sogno….

E invece non lo è. Lui è lì davanti a me, ha il viso arrossato e… è bellissimo!

<< Kaede… cosa… cosa ci fai qui? >>

Lui mi sorride e si avvicina a me. Sento le sue mani fresche sul mio volto, mi accarezzano gentili. Mi sembra di essere in paradiso.

<< Non eri alla festa… sarebbe stato inutile restarci. Ti ho cercato ovunque. E’ un’ora che giro senza meta per la città, ma adesso ti ho trovato… e non ti lascerò più andare. >> e detto questo mi bacia, con passione, con rabbia.

<< Perché sei scappato via? Lo hai fatto un anno fa, lo hai rifatto oggi. Quando mi hai detto che te ne saresti andato via, mi sono sentito tradito. Avrei voluto chiederti di non lasciarmi, anche se, in realtà, l’idiozia l’avevo compiuta io prima…. Io… non volevo soffrire d’amore e pensavo che, una volta lontano, ti avrei dimenticato e tu avresti fatto la stessa cosa… ma ti ho pensato sempre, ogni giorno della mia vita. Neppure il mio sogno mi bastava, volevo te e, quando ho saputo che saresti venuto negli USA, mi sono detto che Kami si era commosso e mi stava dando un’altra possibilità. E non voglio assolutamente farmela sfuggire. Mi perdoni? >>

 

Non so dove mi porterà questa marea,
a largo o a riva non ne ho idea, se con qualcuno o se con te,
non so domani neanche se sarò con me. Domani...

 

Che succederà domani? Non m’importa più. Adesso sono a casa di Kaede nel suo letto. La sua testa è appoggiata sul mio cuore. Ha il respiro affannato e posso sentire il suo cuore battere forte. Gli accarezzo i capelli e lui sospira sornione. Mi piace quando diventa un gatto che fa le fusa.

<< Mi piace quando fai le fusa… >>

Lui mi guarda felice e mi sussurra un roco “miao” nell’orecchio e sento il cuore scoppiarmi dalla felicità.

Cosa è successo dopo? Beh che dire? Era stato così logorroico che, per farlo stare zitto, sono stato “costretto” a baciarlo! Dopo sono entrato in macchina e mi ha portato a casa sua. Qui abbiamo parlato di tutto. Ha detto che mi amava e che lasciarmi era stato il suo più grande errore. Aveva paura che, stando con un ragazzo scostante come lui, alla fine mi sarei stanco e lo avrei lasciato, così come avevano fatto tutti prima di me. Quel suo atteggiamento scontroso che ostentava quando eravamo in compagnia, era una protezione contro la paura d’amare e soffrire. Quando mi aveva lasciato, dicendomi che non mi amava più e che si era innamorato di un altro ragazzo, mi aveva mentito. Non c’era stato nessun altro ragazzo. La paura dell’amore era stata così tanta da costringerlo a lasciarmi. So che può sembrare un discorso troppo stupido, ma so quanto Kaede possa essere paranoico. Ha sempre avuto paura di restare solo, di non essere amato. Io, non riuscendo a capirlo, l’ho abbandonato. Invece di provare a ricucire il legame, l’ho spezzato.

<< A cosa pensi? >> mi chiede il mio amore.

<< Ti sei svegliato? >>

<< Hai smesso di accarezzarmi i capelli… >> mi risponde stiracchiandosi.

<< Rimediamo subito! >> gli dico affondando la mano nei suoi capelli di seta.

Lui si rilassa e affonda il viso nell’incavo della mia spalla.

<< Non mi hai detto a cosa pensavi. >> il suo respiro caldo sul mio collo mi fa trasalire.

<< Pensavo a come siamo stati stupidi. >> rispondo tranquillo.

<< Per una volta dici qualcosa di giusto, do’hao. >> e io lo so che, mentre mi chiama cosi, sorride. Anche se non lo vedo so che lo sta facendo.

<< Resterai con me? >> mi dice mentre mi stringe forte.

<< E c’è da chiederlo baka kitsune? >>

C’è davvero da chiederlo? Non lo lascerò allontanare più da me! Quando tornerò in Irlanda, verrà anche lui con me, mi aiuterà a sbrigare i documenti riguardanti il mio trasferimento qui e poi torneremo insieme negli USA. Non ci separeremo più.

Cosa farò Domani? Sarò con lui… e il resto non ha più importanza.

 

OWARI

 

Autrice: finalmente l’ho finita!

Ru: ma che è sto schifo?

Autrice: ma quanto sei gentile!

Hana in lacrime: buahhhhhhhhhhhhhhh!

Ru accorso a consolarlo: dai amore non è successo nulla!

Hana: Edeeeeeeeeee! Perché mi hai lasciato?

Ru guarda in cagnesco l’autrice: è stata quell’incompetente là!

Autrice: ehi bello! Calma con le parole! Incompetente a chi? Guarda che ci sto un attimo a far mettere il tuo koi con qualcun altro… ti ricordo che ancora c’è una storia in proseguimento…

Ru che pensa a “voglio tornare a sorridere”: non vorrai mica far mettere Hana con Koshino o, peggio ancora, con Minami?

Autrice: chi lo sa……….

Ru molto accomodante: mia cara autrice (dei miei stivali!)…

Autrice: come?

Ru: ehm… niente…. Volevo dire: cara mia autrice prediletta! Ogni tua parola ha il profumo della primavera, ogni tuo pensiero ha la delicatezza di una piuma…

Autrice: *___________* Ede? Ma sei tu o un clone?

Hana: io sono più sconvolto di te.

Ru: o dolce miele della mia vita….

Autrice e Hana: °_________________°

Ru: ….. perché non mi scrivi una lemon?

Autrice e Hana ripresisi dallo shock: ora sì che ti riconosciamo!

Autrice: ma Ede… dammi tempo.

Hana con le lacrime agli occhi: tempo? Tu mi allontani dal mio Ede e mi chiedi tempo? Dovresti vergognarti! In fondo una lemon mi sembra il risarcimento più adatto per un anno senza il mio koibito!

Autrice con le dita incrociate dietro la schiena: prometto che alla fine di “voglio tornare a sorridere” scriverò una lemon!

Hana e Ru: O________________O

Autrice: sono così sconvolti che non mi hanno neppure chiesto su chi…

Sen spuntato da non si sa dove: però questa ff è proprio triste e smielata….

Hiro: direi proprio di sì! Ma quanto un’autrice è limitata….

Autrice alquanto in“bip”ata: e voi da dove saltate fuori?

Hana: certo che hanno ragione… ma che stavi ascoltando?

Autrice con le lacrime agli occhi: Vinicio Capossela! Vi consiglio di leggere questa ff ascoltando qualche sua canzone… Me molto commossa!

Tutti: ^^;;;;;;

Autrice: è il momento dei saluti! Ragazze/i vi saluto! Spero che quest’ennesima songfic vi sia piaciuta! I personaggi non sono miei, ma del maestro Inoue e, naturalmente, questa ff è senza scopo di lucro… ma questo lo sapevate già! ^__^

 

A PRESTO!



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