Dolore e lacrime parte VI di Linras
Ho trascorso tutto il pomeriggio vagando per Hogwarts, concedendomi solo un’ora di riposo in un’aula deserta. Come è triste la scuola così vuota e silenziosa, completamente spoglia della presenza di centinaia di ragazzi che rendevano questo posto caldo e accogliente. Adesso non risuonano più le risate e le urla che tanto facevano arrabbiare Gazza e che io invidiavo perché simbolo di quella amicizia che non ho mai conosciuto. Scuoto la testa: ora devo solo concentrarmi sul piano che ho perfezionato questo pomeriggio. Velocemente ritorno nei sotterranei, raggiungendo la stanza dove sono imprigionati gli insegnanti. Non trovo nessuno lungo il tragitto: ormai è notte e i turni sono stati stabiliti, quindi solo la metà dei mangiamorte è sveglia. La guardia alla porta non è un problema: appena mi vede mi sorride complice, forse pensando che sia venuto qui per divertirmi, così non si insospettisce nemmeno quando estraggo la bacchetta. L’incantesimo lo coglie alla sprovvista e l’uomo crolla a terra in silenzio. Perfetto! Lo nascondo in un angolo in ombra ed entro. “Brutto bastardo. Cosa vuoi ancora da noi?” Questo è Ron. Lo ignoro mentre mi dirigo verso Silente. Il preside mi guarda per un istante prima di chiedermi con un tono duro che non gli ho mai sentito: “Cosa vuoi Malfoy? Non ti sei divertito abbastanza oggi?” Cerco di far finta di non aver recepito il rimprovero celato nelle sue parole anche se fa male lo stesso. Lentamente riacquisto la calma e comincio a spiegare la situazione, sperando che questa volta non fraintendano le mie parole. “Mi ascolti, i ragazzi sono rinchiusi nei loro dormitori, sorvegliati ognuno da un mangiamorte. Soltanto i corridoi principali sono tenuti sotto controllo, gli altri sono deserti. Per quanto riguarda le uscite il portone principale è strettamente sorvegliato però sono sicuro che conosciate qualche passaggio segreto che conduca fuori da qui.” Accidenti mi stanno guardando come se avessi cominciato a parlare una lingua incomprensibile. Sospiro tristemente. “Ma certo Malfoy, c’è solo un piccolo problema. Siamo incatenati al muro.” Piton è improvvisamente impazzito? Che razza di problema dovrebbe essere questo? Velocemente agito la mia bacchetta ignorando i loro sguardi preoccupati e le catene che li imprigionano si dissolvono. “Ed ecco qui anche alcune bacchette.” Sono stato fortunato, i mangiamorte le avevano lasciate sul tavolo della sala grande e così ne ho potuto prendere qualcuna di nascosto. Gli insegnanti si avvicinano lentamente strappandomi le bacchette di mano e per un attimo temo che mi attacchino . Però questo non accade, anche se continuano a mostrarsi molto diffidenti. “E come pensi di fare per tutti gli altri mangiamorte? Non penserai mica che restino a guardare mentre fuggiamo?” Non ho mai odiato tanto la McGranitt come in questo momento. “Volete una diversione? Ok! Ci penso io.” Poi non lamentatevi se vi distruggo mezza scuola! Solo adesso mi accorgo di un piccolo particolare: Harry non è qui! Velocemente mi guardo intorno. “Dov’è Potter?” E’ Silente a rispondermi: “Sono venuti a prenderlo poco fa.” Rabbrividisco al pensiero di cosa può sottendere questo fatto: è forse venuto Voldemort? Oppure vogliono ucciderlo? In tutti e due i casi mi devo sbrigare. “Voi pensate ai ragazzi, a Harry ci penso io.” Per l’agitazione ho perfino usato il suo nome! Mi dirigo verso la porta ma improvvisamente mi sento afferrare per un braccio fino a farmi male. Ron mi guarda negli occhi e poi esclama: “Non mi fido di te bastardo. Se succede qualcosa ad Harry sappi che ti ucciderò, dovunque tu sia!” Con uno strattone mi libero: adesso sei l’ultimo dei miei pensieri Ron, anche perché se Harry morirà molto probabilmente anch’io farò la sua stessa fine. Comincio a correre, coscio che anche gli altri si stanno dirigendo verso i rispettivi dormitori. Quando mi accorgo di essere in un punto abbastanza lontano dai loro eventuali percorsi, richiamo nella mia mente un potente incantesimo e un attimo dopo la parete di fronte a me, con un tremendo boato si frantuma. Come diversivo dovrebbe essere sufficiente! Da lontano sento le urla dei mangiamorte che accorrono per verificare cosa è successo, così mi allontano velocemente dirigendomi verso la sala centrale, l’unico luogo dove possono aver portato Harry, o almeno spero. Spalanco le porte e lo vedo: giace tremante sul pavimento, mio padre che gli punta contro la bacchetta. Non so come posso salvarlo ma in questo momento nella mia mente c’è posto solo per la rabbia. “Cosa gli avete fatto?” urlo prima di precipitarmi nella stanza. Gli altri sono talmente stupiti dal mio comportamento che rimangono immobili per alcuni secondi, giusto il tempo che mi permette di afferrare Harry, correre verso le grandi vetrate e saltarci contro. E mentre cado a terra, riesco a sentire solo il tuo respiro contro il mio petto: né il rumore dei vetri, né le urla di mio padre possono distogliermi dal percepire il tuo cuore battere veloce come il mio, la tua mano che stringe la mia maglia, i tuoi occhi che mi guardano colmi di speranza. Ed io ti sorrido mentre sprofondo fra la neve facendoti scudo con il mio corpo: il dolore si irradia lungo la mia schiena togliendomi il respiro ma non importa: l’averti fra le braccia mi dona nuova forza. Mi rialzo lentamente ringraziando la neve che ha attutito la caduta, e comincio a correre verso la Foresta Proibita: lì sarai al sicuro in attesa che ti vengano a prendere. Un rumore alle mie spalle mi fa capire che sono di già all’inseguimento ma io non mi volto nemmeno concentrandomi invece in questa folle corsa, impacciato nei movimenti dalla neve, dal peso di Harry e dalla stanchezza: sono due giorni che non dormo e praticamente nove mesi che non faccio un pasto decente,ormai è solo la forza di volontà che mi permette di andare avanti. Finalmente raggiungo gli alberi e nell’oscurità della foresta posso concedermi un attimo di pace. Continuo a camminare fino a che non trovo un folto cespuglio dietro cui poso delicatamente Harry. Non ha ancora aperto bocca però ha smesso di tremare: probabilmente è ancora stordito per quello che gli hanno fatto. Gli accarezzo i capelli e lo vedo sorridere dolcemente. “Lo sapevo che saresti venuto a salvarmi….” Cosa?! “Ho sempre avuto fiducia in te.” Mi chino su di te: non posso più resistere, perdonami amore mio. E mentre le mie labbra sfiorano le tue, in un casto bacio, mi sento felice come mai sono stato. Ed ora so cosa devo fare. “Ti amo Harry.” E’ solo un sussurro ma hai sentito, lo capisco dai tuoi occhi sgranati. Ma non ti do il tempo di replicare, mi allontano di corsa, uscendo dalla foresta per attirare l’attenzione dei mangiamorte su di me. Mentre corro penso a quello che mi hai appena detto: lo so che non puoi amarmi, l’ho sempre saputo, ma mi basta che tu ti sia fidato di me. Nessuno mi ha mai concesso la sua fiducia spontaneamente e questo è il più bel dono che tu mi potessi fare in questo Natale di sangue. E’ questo il mio ultimo pensiero prima di venire colpito da un incantesimo. E l’ultima cosa che vedo prima di svenire sono i mangiamorte che scappano: gli auror sono finalmente arrivati!
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