Dolore e lacrime parte II di Linras
Ormai siamo a marzo, ancora qualche mese e finalmente la scuola sarà finita: non ne posso più di questa situazione. Sono quasi tre mesi che vivo in un isolamento quasi completo per paura che qualcuno per sbaglio mi scopra un polso e noti il mio tatuaggio. Passo le mia giornate in biblioteca a studiare, quasi mi dimentico di andare a mangiare, rimediando poi a sera tardi con una visitina alle cucine. Durante le lezioni cerco di sedermi in uno dei primi banchi da solo per non essere importunato da nessuno. Le notti poi sono il momento peggiore: sono tormentato da orribili incubi in cui mi ritrovo a lottare o con mio padre e i mangiamorte, oppure con i dissennatori o con Harry stesso. E sono questi i sogni che odio di più: il pensiero di ritrovarmi a combattere con la persona verso cui provo un profondo affetto, mi sconvolge, anche perché l’ipotesi non è molto astratta. Perché mi sono innamorato di lui, proprio di colui che dovrebbe essere un mio nemico? A pensarci bene le ragioni sono molteplici: è l’unico che ha sempre avuto abbastanza coraggio da sfidarmi vincendo oltretutto, è riuscito a penetrare nel mio cuore con il suo coraggio e la sua innocenza. Senza contare che è un bel ragazzo, con due occhi verdi furbi e magnetici, capaci di conquistarti. Ed è proprio in questi occhi che ultimamente leggo preoccupazione e confusione. Anche se non sono proprio sicuro di averli interpretati bene: magari è solo sollievo perché ho smesso completamente di dargli fastidio. Ormai lo vedo praticamente solo a lezione o raramente se ci incontriamo in biblioteca o nei corridoi. E tutte le volte il mio cuore comincia a battere più forte, mentre sento le gote bruciare e sono costretto a distogliere lo sguardo. Decisamente la mia vita è diventata un inferno! Quelli che invece sono realmente preoccupati per me sono i professori: Piton mi ha anche convocato nel suo ufficio per sapere come mai non venivo più a cenare in sala grande con i miei compagni. Dubito di averlo convinto con la scusa di dover studiare perché sono rimasto un po’ indietro, anche perché ultimamente i miei voti sono diventati molto alti, tanto che sono in competizione con la Granger per il titolo di più bravo della scuola. Non che me ne importi molto, ma adesso, grazie a questi mesi di studio frenetico, sono in grado di lanciare alcune magie che solo maghi molto potenti ed esperti conoscono. In effetti i libri proibiti che ho studiato si sono rivelati molto interessanti ed utili, anche se non posso far sfoggio di queste mie nuove conoscenze o sarei buttato fuori dalla scuola subito. Anche oggi sono rimasto a studiare in biblioteca fino all’orario di chiusura ed ormai è troppo tardi per andare a cenare: pazienza tanto non ho molta fame. Mi dirigo lentamente verso il mio dormitorio, quando un rumore attira la mia attenzione. Mi guardo intorno e subito scorgo le sagome di Tiger e Goyle che sovrastano un altro ragazzo. Mi avvicino velocemente per capire chi è a terra, quando mi accorgo con dolore che si tratta di Harry. Mi muovo istintivamente afferrando il braccio di Goyle, pronto per sferrare un nuovo pugno, mentre la mia mente è già al lavoro per trovare una scusa plausibile per il mio comportamento. “Adesso basta!” La mia voce gelida ha il potere di bloccare subito i due serpeverde mentre noto negli occhi di Harry un lampo di stupore. Accidenti nessuno deve pensare che l’ho difeso o sono nei guai: la notizia arriverebbe subito a mio padre e lui non potrebbe certo tollerare che suo figlio, per di più mangiamorte, abbia difeso il suo nemico naturale. Mi sforzo di sembrare il più indifferente possibile, mentre mi rivolgo a quelli che dovrebbero essere i miei compagni. “Volete forse farvi cacciare dalla scuola? Non è certo nostro compito quello di ucciderlo!” Non ho nemmeno finito di parlare quando un potente pugno si abbatte sul mio volto e mi ritrovo sdraiato per terra: sono arrivati gli amici di Harry e come al solito hanno frainteso l’intera situazione. Mi massaggio una guancia mentre aspetto che la testa smetta di girare ma poi noto lo sguardo sconvolto della Granger: un sospetto sfiora la mia mente e i miei occhi si posano sul mio polso scoperto. Sussulto e velocemente nascondo la mano fra le pieghe della tunica mentre mi alzo in piedi, desideroso di allontanarmi il più possibile da quel posto. Non controllo nemmeno se quegli sciocchi dei miei compagni mi seguono: adesso voglio solo ritrovarmi nella mia stanza, al sicuro, nell’oscurità e nel silenzio della notte. Non voglio pensare a cosa potrebbe succedere domani.
Stanotte non ho chiuso occhio: continuavo a pensare allo sguardo della Granger. Ha visto il mio tatuaggio oppure era solo sconvolta per cosa avrei potuto fare dopo il pugno di Weasley? Non lo so e questa indecisione mi tormenta. Scuoto la testa: è inutile torturarsi così, fra poco saprò la verità. Mi vesto con calma e decido di scendere a mangiare qualcosa: è da ieri a pranzo che non tocco cibo e comincio ad avere fame, oltre che sonno. Nella sala tutto è tranquillo e io comincio a convincermi che non succederà niente, che la Granger non ha visto nulla. Sto per cominciare a fare colazione, quando fuori dalla sala si sentono dei forti rumori e le porte vengono aperte violentemente. Quattro auror fanno il loro ingresso, preceduti dal ministro della magia che sta parlando animatamente con il preside. Non sono uno sciocco e capisco subito perché sono qui: sono venuti a prendermi! Pansy Parkinson mi guarda un attimo prima di sussurrare intimorita: “Chissà cosa vogliono. Hai qualche idea caro Draco?” Odio quando mi chiama così ma in questo momento ho altri problemi che stare attento a come mi chiama, anche perché il gruppo si è voltato verso il tavolo dei serpeverde e Silente mi sta indicando con la testa. Se mi metto a correre, ce la faccio a raggiungere il deposito delle scope e scappare? Non credo! Così rimango immobile ad osservarli mentre si avvicinano, e nella mia mente compare la formula di un incantesimo. Potrei combattere prima di farmi catturare però metterei in pericolo tutti i ragazzi qui dentro e non voglio. Scaccio questo pensiero mentre uno degli auror si ferma proprio davanti a me. “Draco Malfoy?” Il tono di voce è sarcastico: comincio a pensare che vogliano divertirsi a mie spese. Annuisco lentamente. Subito l’auror scatta in avanti afferrandomi i capelli e tirandomeli in modo da farmi sbattere la testa sul tavolo. Riesco a trattenere a stento un gemito. Mentre cerco di riprendermi dalla botta sento che qualcuno mi sta afferrando il polso, scoprendolo dalla tunica: sono fregato! “Hai avuto un bel coraggio a tornare in questa scuola, mangiamorte!” Le mani mi vengono legate dietro la schiena mentre, finalmente, la presa sui miei capelli si allenta. Mi fanno alzare e mi spingono al centro della sala, dove con una spinta più forte mi fanno cadere a terra. Nella botta mi si spacca un sopracciglio che comincia a sanguinare. Mi sottraggono la mia bacchetta e sotto i miei occhi me la rompono in due pezzi. Adesso sono veramente arrabbiato: i colpi che ho ricevuto non sono niente in confronto alle torture che mi ha inflitto mio padre, però non posso sopportare di essere umiliato così davanti a tutti. Sento gli altri ragazzi che ridacchiano sottovoce e mentre mi giro riesco a scorgere il lampo di trionfo negli occhi della Granger: è stata lei a chiamarli. Solo Harry mi guarda seriamente e sembra quasi deluso. Forse la botta mi ha fatto impazzire perché lui dovrebbe essere contento di essersi liberato di me per sempre. Mi rialzo in piedi con un po’ di impaccio visto le mani legate e punto i miei occhi verso l’auror che ha rotto la mia bacchetta. Non dico nulla ma lo vedo impallidire vistosamente: hai capito che non mi darò pace finché non mi sarò vendicato per questa umiliazione, vero? “Bastardo, osi anche sfidarci? Ti faremo pentire di essere nato!” Un violento schiaffo mi colpisce ma io rimango immobile, i miei occhi puntati nei suoi, finché lui non è costretto a distogliere lo sguardo. La voce del preside Silente interrompe questo momento di tensione. “Mi auguro che gli farete un processo imparziale.” Mi trattengo dallo scoppiare a ridere a queste parole: un processo imparziale?! Ma se praticamente mi hanno già condannato! Anzi sarà già una fortuna se arriverò al processo ancora tutto intero, visto come si sono comportati oggi. Li capisco: finalmente hanno messo le mani sul figlio di un mangiamorte che non sono mai riusciti a incastrare: non si lasceranno sfuggire l’occasione di vendicarsi di mio padre, sfogandosi su di me. Mi trascinano fuori dalla sala verso la mia nuova sistemazione: una comoda cella ad Askaban. Riuscirò mai più a tornare a Hogwards, ma soprattutto è forse un addio questo, Harry?
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