DISCLAIMER: La signora Rowling ne fa quel che vuole perché sono suoi.... e io altrettanto perché avendoli comprati, i suoi libri sono MIEI e dell’immaginario di ogni lettore. Sull’onda del CREPA costituiamoci FRONTE ANTI SESTO LIBRO!!!!!! Aspetto le vostre adesioni!!
Pepé la Puzzola e la storia del gatto scambiato per puzzola sono di un veccio ed esilarante cartone animato, ma non so a chi appartengano.

 



Di puzzole e furetti

di Nuel

 

ATTENZIONE! SPOILER VI LIBRO


-Mi dispiace Ginny- Harry si sedette ai piedi del letto, senza il coraggio di guardarla.
-Non preoccuparti, Harry: sono cose che capitano... E’ la tensione. E poi, magari, stiamo andando troppo in fretta....- Lo rassicurò la rossa, agguantando il lenzuolo per coprirsi.
-Sei troppo buona, Ginny...- Sospirò Harry, alzandosi e raccattando i suoi vestiti, sparsi un po’ qua e un po’ la per la stanza.
Come ogni estate, era andato a trascorrere un periodo a casa Weasley.
Erano stati mesi difficili: Silente morto, nessuna traccia di Piton, Hogwarts chiusa.... era convinto che stare con Ginny l’avrebbe fatto sentire meglio, ma si sbagliava.
Le aveva detto dal principio che non sarebbe stata una relazione facile, ma lei.... lei aveva insistito e lui sapeva di avere bisogno di qualcuno al suo fianco e Ginny... bhe, Ginny era meravigliosa: dolce, intelligente, coraggiosa, con quei capelli dal colore caldo e vitale, con una famiglia per cui Harry avrebbe dato metà della sua vita!
Invece si sbagliava: Ginny era tutto questo, lui voleva far parte della famiglia Weasley, ma non amava Ginny.
Si era ingannato.
Si chiedeva se ci fosse, al mondo, qualcuno che potesse dire di amare veramente.
Forse non l’aveva ancora incontrato.
Uscì dalla Tana, dal giardino recintato e si mise a vagabondare per i prati lì attorno.
Aveva bisogno di stare solo.
Era una bella giornata, calda, senza nuvole all’orizzonte, gli uccellini cinguettavano e un torrentello scorreva placido poco lontano.
Era tutto perfetto.
Si diresse al piccolo torrente e scorse un candido furetto a sguazzarci.
“Strano” Pensò. Non gli pareva ci fossero furetti da quelle parti, altrimenti Ron glielo avrebbe detto.
Avvicinandosi all’animale, porgendogli una mano vuota, tentando di ingannarlo, calpestò un ramo secco, rompendolo con un rumore sordo.
Il furetto si girò verso di lui, lo guardò per un istante in cui rimase impietrito e poi scappò più veloce che poté, tra l’erba alta.
-No- Piagnucolò Harry, che avrebbe voluto accarezzarlo.
A malincuore decise di riprendere il suo peregrinare senza meta, finché non sentì, di lontano, la voce di Ron che lo chiamava.
Harry sospirò: non aveva voglia di dire al suo migliore amico che si era quasi portato a letto sua sorella, ma che, al momento clou, il suo soldatino non aveva voluto mettersi sull’attenti. Era quanto meno imbarazzante! Chissà se Ron ed Hermione l’avevano già fatto... Probabilmente si anche se non erano andati a dirlo a lui.
Cercò un luogo dove rifugiarsi prima che l’amico lo vedesse, ma, tranne pochi alberi, non c’era nulla per almeno un paio di miglia.
Si guardò intorno di nuovo quando sentì ancora la voce di Ron e prese la sua decisione.
In fin dei conti Trasfigurazioni era la sua materia preferita... Pronunciò l’incantesimo, compresse il suo essere e, in pochi istanti, al suo posto, comparve una piccola puzzola.
Ron arrivò col fiatone vicino a dove lui si trovava.
-Accidenti! Dove sarà Harry?!- Si chiese il rosso.
Harry si mosse ed, involontariamente, attirò la sua attenzione.
-Oh, Merlino! Pussa via, bestiaccia!- Strillò, schifato, balzando in dietro.
Harry fu ben felice di accontentarlo e, con passo ondeggiante, si allontanò dal suo amico.
A dirla tutta trovava piuttosto difficile capire dove stesse andando dato che l’erba superava la sua testa di una buona spanna, ma la nuova prospettiva era incredibilmente interessante: viste dalla sua attuale statura e dimensione, le creature che camminavano più vicine alla terra erano.... affascinanti: formiche laboriose e decisamente enormi correvano trafeliate da un filo d’erba all’altro, cavallette verdi e marrone lo spaventavano con balzi improvvisi, lombrichi scavavano tunnel in cui poteva quasi infilare il naso. Anche l’udito e l’olfatto lo sorprendevano: sentiva fortissimo il rumore del torrente, lo scricchiolio dell’erba sotto le sue zampette, per non parlare del profumo della terra e dell’erba, fresco e pungente che... si allontanava, si allontanava mentre lui veniva alzato per la collottola e sollevato in aria.
-E tu che razza di gatto saresti?-
Harry era così sorpreso che dimenticò il letale spruzzo a cui la specie di cui aveva preso le sembianze doveva il nome. Draco Malfoy, con capelli e vestiti bagnnati, lo scrutava come... come chi non ha mai visto una puzzola e la scambia per un gatto.
Draco gli sorrise, lasciandolo senza fiato per quell’espressione così insolita.
-Sei carino, quindi ti terrò con me. Ti piace il nome Pepè?- Lo strinse tra le braccia incamminandosi tra alcuni alberi che dovevano essere piuttosto lontani da dove si era trasformato Harry.
Dopo un po’ si fermò in una piccola radura, estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la agitò di fronte a sè.
Un porta comparve in mezzo al nulla e Draco la aprì, entrando.
Harry sobbalzò: una casa. Doveva essere nascosta alla stessa maniera della sede dell’Ordine della Fenice, la vecchia casa dei Black.
-Draco!-
Harry riconobbe la voce e cominchiò a soffiare, sollevando il pelo e la coda.
-Sta’ calmo, Pepè- Lo redarguì Draco, grattandogli la testa.
Harry fu preso alla sprovvista. Se fosse stato un gatto avrebbe istintivamente fatto le fusa.
-Finalmente sei tornato! Iniziavo a preoccuparmi!- Iniziò Piton. -Che ci fai con una puzzola in braccio, butta fuori quella bestiaccia!-
-Puzzola? Non è un gatto? Comunque è mio e non lo butto fuori, anzi, trovagli qualcosa da mangiare! Ero al torrente a rilassarmi, ma poi è arrivato Potter e mi sono nascosto. Ci ho messo un po’ a tornare perché volevo essere sicuro che nessuno mi seguisse-
-Potter?- Chiese Piton, subito allarmato. -Si... da queste parti devono stare i Weasley... bhe, fatti un bagno e a quella bestia ci pensi tu se proprio la vuoi tenere!-
“Al torrente?” Pensava intanto Harry. “Ma si, il furetto!”
Intanto Draco l’aveva appoggiato a terra. -Vieni Pepè!-
Harry guardò Piton e sorrise malignamente in sè, sollevo la coda verso l’insegnate e spruzzò, scappando immediatamente dietro a Draco, mentre Piton lanciava improperi e tossiva.
Avrebbe dovuto aspettare la notte per scappare, altrimenti Piton avrebbe potuto insospettirsi. Appena avesse raggiunto gli altri avrebbe svelato il loro nascondiglio e Silente sarebbe stato vendicato! Gli Auror li avrebbero conciati per le feste e spediti ad Azkaban e buttato via la chiave! Harry non riusciva a stare fermo per la rabbia e l’eccitazione.
Saltò sopra il letto della stanza dove aveva seguito Draco, prima che lui si infilasse in un’altra stanza chiudendo la porta e cominciò ad affilarsi le unghie sul copriletto.
-Hei! Sei nervoso? Non ti piace stare al chiuso?-
Harry non aveva sentito la porta aprirsi e chiudersi.
Draco era tornato in camera con un asciugamano legato ai fianchi ed uno in testa.
Harry si sentì arrossire, sotto il pelo.
Malfoy aveva un bel corpo, la carnagione lattea... ricordò quando lo aveva visto camminare abbracciando due ragazze... lui aveva sempre avuto successo con l’altro sesso, sicuramente non gli capitavano certi “incidenti”...
Harry scosse la testa: cosa gli veniva in mente in quel momento?!
Draco si butto sul letto, accanto a lui e prese ad accarezzargli la schiena.
-Così sei una puzzola! Non ne aveva mai vista una prima! Credevo fossi un gatto....- Continuava ad accarezzarlo scrutandolo, poi il sorriso scomparve dalle sue labbra e divenne triste. Si mise pancia in giù e nascose il viso tra le braccia.
Harry vide il marchio a pochi centimetri dal suo muso e provò un fortissimo istinto di morderlo, di strapparlo via da quella pelle immacolata.
-Stai fissando il Marchio Nero, piccolo?- Draco gli grattò la testa, tra le orecchie.
-Sembra quasi che tu capisca quel che dico!-
Harry gli si avvicinò, appoggiando le zampine sul braccio e strusciandogli il naso umido sul viso.
Draco rise brevemente, si rigirò sul letto e lo prese in braccio, per appoggiarlo sul proprio petto.
Harry era terribilmente in imbarazzo.
-Sai, non è che abbia mai avuto scelta: con una famiglia come la mia era scontato quel che sarei diventato...- Sollevò il braccio fissando il Marchio e sospirò. -Però mi dispiace per quel vecchio matto del preside. Se il Lord vuole ammazzare Potter che si occupi di lui e lasci in pace gli altri... Se non fosse intervenuto Piton... io non sarei mai riuscito ad ucciderlo- Abbassò il braccio e riprese a coccolare Harry.
-Spero che lui lo capisca....- Sembrava parlasse a se stesso e sospirò ancora. -Avrei voluto avere la possibilità di diventare amici... sai, prima, al torrente ho visto Potter: ha la mia età ed è per colpa sua se mio padre è ad Azkaban e io ho dovuto prendere il suo posto nonostante abbia solo sedici anni. A me Potter piace...-
Harry trasalì, incredulo.
-Accidenti! Sto qui a parlare con te come se potessi aiutarmi! Sai di cosa avrei bisogno? Di Pansy. E’ la mia ragazza. Non che la ami, però... avrei proprio voglia di una bella scopata! Ai!- Protestò per le unghiette che Harry aveva inconsciamente estratto e piantato nella sua pelle.
-Sei piccolo, ma hai degli artigli al posto delle unghie!- Scherzò Draco, sollevandolo per poi riappoggiarlo più in alto, vicino al proprio viso-
-Anche Potter ha la ragazza: la Weasley... Chissà se loro due fanno sesso...-
Harry si mosse un po’ a disagio, ma venne catturato dal sorrisetto di Draco e da quel modo che non aveva mai notato di arricciare il naso.
-Credo di no! Non ce lo vedo San Potter che fa sesso dopo così poco che sta con una ragazza!- Accarezzò di nuovo la puzzola. -E tu ce l’hai una ragazza, da qualche parte?-
Harry gli leccò il dito con cui gli accarezzava il muso, strappandogli di nuovo un sorriso sincero.
-Spero che Potter riesca ad essere felice, prima o poi. Con la Weasley o con chiunque altro. Io vorrei solo che quest’incubo finisse! Odio questo posto! Vorrei tornare a casa, ma non posso perché sono ricercato... farei qualsiasi cosa per i miei genitori... anche se mi allontana dalla persona che amo....-
Ad Harry parve di scorgere una lacrima ed infatti Draco, con un mavimeto brusco si asciugò un occhio.
-Harry non ha i genitori, glieli ha uccisi il Lord quando era piccolo, ma io ce li ho e... se li tradissi.... non sarei degno di essere chiamato figlio... Spero che lui lo capisca... Nonostante non siano i migliori genitori del mondo, sono i miei e io li amo!-
Harry trasecolò. Cosa stava dicendo Malfoy? E di chi era innamorato, se non della Parkinson?
-E poi, tanto, non avrei potuto comunque averlo: sono un Malfoy e sono figlio di Mangiamorte, tanto basta perchè non mi voglia neppure come amico e poi... cavolo! Uno di noi è del sesso sbagliato!- Sbuffò come pensasse a qualcosa di buffo.
-T’immagino il sottoscritto che va da Potter e gli fa “Harry sono innamorato di te! Ti amo da sempre, dammi una possibilità!”... Ridicolo, non trovi?- Lo fissò con di nuovo gli occhi annebbiati di lacrime.
Harry squittì, incapace di credere a cosa stava ascoltando.
-Hei, cosa c’è?- Gli chiese il biondo vedendolo così agitato, alzandosi a sedere.
Harry rotolò giù dal suo petto, finendo tra le sue gambe. L’asciugamano, ormai si era slacciato, lasciando intravvedere più di quanto Harry avrebbe voluto. Almeno a quella distanza... o finché era una puzzola.... non lo capiva bene, ma si sentiva accaldato.
Draco si alzò, sistemandosi di nuovo l’asciugamano e dirigendosi alla porta.
-Cosa mangiano le puzzole? Mi sa che hai fame!- Aprì la porta e si girò a guardarlo con un sorriso triste, ma bellissimo. -Sai, credo che se lui e io sopravviveremo a questa guerra andrò davvero da lui e gli chiederò di darmi una possibilità-
Harry lo fissò incantato. Il cuore martellava ed ogni vena pulsava quasi dolorosamente. La testa era stretta in un cerchio.
Capì che non poteva restare lì un attimo di più: doveva approfittare di quel momento in cui Draco era andato a cercare qualcosa da mangiare per fuggire prima che fosse troppo tardi. Riprese la sua forma ed aprì la finestra. Si sentiva un ladro a scappare così e lasciarlo solo, e, in un certo senso, lo era: si portava via un segreto prezioso come un tesoro: Draco lo amava!
Adesso aveva un motivo in più per sconfiggere Voldemort!
Doveva avere pazienza, e poi, decise che avrebbe rimediato quando Draco sarebbe andato da lui a chiedergli una seconda possibilità.
Allora, lui.... gliela avrebbe data.

Fine