Questa è la prima fanfic di Saiyuki che scrivo ma, purtroppo per voi, non sarà l’ultima! ^__-

Ovviamente i personaggi non sono i miei, ma di Kazuya Minekura (beata lei! >_<).

Queste poche pagine sono nate ascoltando una canzone degli Ill Niňo, dalla quale ho semplicemente preso spunto per una o due cosucce, ma non è una songfic!

La fic è interamente dedicata ad IrisAlba, perché questo è il mio regalo per il suo compleanno (lo so, lo so, è un po’ in ritardo…ma mi perdoni, vero? ^__-). Ti mando 666 bacini e tanto heavy metal! ^*^



 


Dimmi una bugia

di Cily


 

Can I lie to you? Like you want me to

I’ll say that I’m in love with you

(All the right words – Ill Niňo)

 

Mi infilo una sigaretta tra le labbra e l’accendo. La allontano dalla bocca tenendola tra l’indice e il medio, soffiando fuori il fumo. Poi la riporto alle labbra, per aspirare una seconda volta.

Continuo così per un po’, fino a quando non la riduco ad un mozzicone, che schiaccio nel posacenere appoggiato sul lenzuolo accanto a me.

Estraggo un’altra sigaretta e, accesala, ricomincio a fumare.

Vorrei che il mio sguardo fosse catturato dal paesaggio notturno che si scorge dal vetro della finestra, ma non riesco a concentrarmi su niente di particolare. Niente afferra il mio interesse e mi scuote. Niente mi importa.

Sto bene. Sono rilassato e appagato.

Ho appena fatto l’amore.

Lui è steso sul suo letto a pancia in su e dorme già da un po’.

Io, invece, dopo averlo fatto mio, non riesco mai a prendere sonno.

Mi perdo in congetture, spesso inutili, spesso dolorose.

Mi pongo domande a cui non riesco a dare risposte che mi soddisfino completamente.

Rivolgo il mio sguardo a lui, focalizzando le mie attenzioni sul suo essere.

Nell’oscurità della stanza posso a malapena distinguere i contorni del suo corpo, ma non mi serve vederli: li conosco.

Conosco quei capelli castani, perennemente spettinati, di cui i ciuffi ribelli scendono ad accarezzare il suo volto da bambino.

Conosco i lineamenti delicati del suo viso, spesso illuminato da un sorriso raggiante.

Conosco la pelle calda e morbida del suo corpo.

Conosco la sua bocca ingorda. Ingorda di nikuman e di me. 

Conosco il suo collo sottile, che ho assaggiato decine di volte.

Conosco il battito del suo cuore e l’andamento regolare del suo respiro.

Ma più di tutto conosco i suoi occhi: grandi, dorati, sinceri.

E nel momento in cui i nostri sguardi si fondono, io perdo ogni potere sulla mia persona.

Da quanto mi sento così?

Ma, soprattutto, cosa sento?

È passione selvaggia, incontrollabile?

Sì, certo. Ma non è solo questo. So che c’è di più.

O forse è solo una mia illusione.

Però…però quando lo guardo desidero solo che non smetta mai di starmi accanto.

Desidero solo baciarlo, entrare in lui.

Quando è successo per la prima volta?

Era una notte di nebbia e ci eravamo fermati in una locanda per mettere qualcosa sotto i denti e riposare.

Dopo la cena arrivò il momento di decidere le stanze poiché, come al solito, ci erano state assegnate due doppie.

Pensavo che sarebbe finita come al solito, ovvero io e Hakkai in una camera, Goku e Gojyo nell’altra.

Purtroppo (per fortuna?) non tutti eravamo d’accordo.

“Saaanzooo…!!! Io non voglio stare ancora in camera con quel kappa maniaco!!”

Ovviamente era lui.

“Guarda che nemmeno io sono contento che tu dorma sempre con me, baka saru!!”

“Cooosaaa??! Sei tu che dormi in camera con me!!!”

“Chiudi il becco, stupidissima scimmia urlatrice!!”

“Se la metti così, urlerò che sei un pervertito di un kapp…”

Con un colpo di harisen si misero a tacere tutte le discussioni inutili. O quasi.

“Saaanzooo…mi hai fatto maleee!!!”

“Te lo sei meritato scimmiaccia!!” lo schernì Gojyo.  

“Devo farti notare che anche tu hai preso una ventagliata in testa da Sanzo?!”

“Ma io sono forte e non mi lamento per una simile scemenza!!”

“Non sei forte!! Hai la testa dura perché sei uno stupido kappa imbecill…”

Pensavo che al secondo colpo di harisen tutte le discussioni inutili sarebbero cessate. Sbagliavo.

“Saaanzooo…!!! Perché mi hai picchiato ancora?! Saaanzooo…”

“Ahah!! Dovresti vedere la tua faccia, baka saru!!”

“Taci, kappa pervertito!!”

“Adesso basta!!” Mi armai della mia shoreijyu ed ero seriamente intenzionato a fare fuoco contro quei due babbei, quando venni fermato dalla voce calma di Hakkai. 

“Ehm, ragazzi…non potremmo risolvere questo vostro battibecco cambiando le coppie delle camere? Io con Gojyo e Sanzo insieme a Goku? Non vorrei mettervi fretta ma, se prestate attenzione per un attimo, noterete che i signori che occupano le altre camere appaiono abbastanza contrariati dalla vostra discussione”

Ci guardammo intorno e vedemmo che gli altri ospiti erano armati di ombrelli, sedie e quant’altro e ci minacciavano con uno sguardo furente.

“Ma vi sembra il luogo e il momento per mettervi a gridare?!”

“Sono le due del mattino!!”

“Sgombrate il corridoio e andatevene a dormire, maleducati che non siete altro!!”

Frasi di questo tipo iniziarono a piovere su di noi, mentre gli ospiti inferociti facevano per accerchiarci, con l’evidente scopo di darci una lezione.

Consapevoli di non aver né energia, né voglia per fronteggiarli, scusandoci, ci dileguammo nelle nostre camere. Se devo essere sincero, mi accorsi che lui era entrato in camera con me solo in un secondo momento.

Nella penombra notai una lampada su un comodino, quindi la raggiunsi e l’accesi, lasciando che la luce ingoiasse un po’ dell’oscurità della camera.

“Sanzo, io voglio il letto vicino alla porta, così quando domani mattina andremo a fare colazione, dovrò fare meno strada! Va bene, Sanzo?”

“Fa’ come ti pare, scimmia”

Mentre mi sfilavo la veste gli davo le spalle, ma intuivo ogni suo movimento.

Avevo udito distintamente il suo bagaglio che veniva appoggiato sul pavimento e distinguevo anche il debole fruscio dei vestiti che si stava togliendo.

Mi venne voglia di fumare. Mi diedi un’occhiata intorno e vidi che avevo appoggiato il pacchetto bianco e rosso sul comodino e, quando lo afferrai, una sigaretta scivolò fuori dalla confezione, rotolando sul pavimento.

Sbuffai e mi girai per raccoglierla. Mi chinai, la presi e me la portai alla bocca, tastandomi le tasche dei pantaloni alla ricerca dell’accendino. Ero impegnato in quell’operazione, quando d’improvviso tutto cambiò.

Il mio sguardo aveva intercettato Goku mentre si sfilava i jeans logori, rimanendo in boxer. Ma non era quello che mi aveva colpito. Mi era già capitato di vederlo in mutande, quindi non ero imbarazzato o chissà quale altra stupidaggine voi possiate pensare.

Ero stato catturato da qualcosa di più profondo della vista di un paio di gambette da scimmia.

La luce fioca della lampada sfiorava il suo volto con dolcezza, accarezzando i suoi lineamenti, mentre nascondeva uno sbadiglio nella sua piccola mano.

Lo trovai stupendo.

Un brivido percorse la mia spina dorsale, mentre sentivo il desiderio nascere e crescere intensamente dentro di me. 

Mi sfuggì la sigaretta dalle labbra, ma non la raccolsi.

Avevo la gola inspiegabilmente secca e non capivo come mai non riuscissi a staccare gli occhi di dosso alla stupida scimmia, che tentava senza successo di piegare decentemente i vestiti, per poi appoggiarli sulla sponda del letto.

Non sapevo che cosa mi fosse preso,

(caldo, sete, desiderio)

ma mi lasciai dominare da quel sentimento che mi aveva colto all’improvviso, senza pensare che probabilmente agivo in quel modo solo perché un uomo ha degli istinti sessuali che ogni tanto vanno appagati. Senza pensare che probabilmente avrei ferito Goku.

Non pensavo a quest’eventualità, o forse non ci volevo pensare.

Volevo liberarmi da quell’eccitazione improvvisa. Volevo soddisfarla.

Mi avvicinai a Goku e, avendogli posato una mano sulla spalla, lo feci girare, trovando i suoi occhi nei miei.

“Che c’è, Sanzo?”

Vedevo le sue labbra

(sottili, morbide)

muoversi, ma non distinguevo i suoni che emettevano.

E fu così che lo baciai.

Schiacciai la mia bocca contro la sua, sentendolo sussultare. Approfittai del suo attimo di disorientamento per violarlo con la lingua, ma non mi aspettavo che rispondesse al mio bacio. E invece, dopo poco, percepii il suo tocco lento, un po’ insicuro. Lui stava cercando me. Ci sfiorammo e iniziammo ad assaggiarci. Nella foga lo spinsi sul letto e fui subito sopra di lui, tornando a reclamare quella bocca calda che iniziavo ad adorare, senza rendermene conto.

La mia mano destra si perse nei suoi capelli, stringendoli, accarezzandoli, mentre con l’altra imparavo a conoscere la sua pelle morbida e calda. Lo toccavo e lui gemeva nella mia bocca, mentre io gemevo nella sua, sentendo la sua eccitazione premere contro il mio stomaco.

Allacciò le braccia attorno al mio collo, abbracciandomi forte e offrendomi il collo. Lo raggiunsi con le labbra, succhiando la pelle, mordendola, mentre facevo scivolare verso il basso la zip dei pantaloni. Con i suoi sospiri nelle orecchie, mi abbassai i calzoni, riuscendo in qualche modo a sfilarli alle caviglie, guadagnando non poca libertà di movimento.

Poi le sue mani scivolarono sulla mia schiena, intrufolandosi sotto il tessuto della mia maglia senza maniche. Mi lasciai accarezzare, mentre io mi occupavo del suo collo, continuando a succhiare e baciare la pelle.

“Sanzo…”

Al suo richiamo tornai a leccare le sue labbra, mentre una delle mie mani si intrufolava nei suoi boxer, cercando la sua virilità. L’afferrai e lui soffocò un grido, inarcando la schiena. Gli sfilai con urgenza le mutande, mentre lui abbassava fino alle ginocchia le mie, delle quali mi liberai subito dopo, lasciandole cadere sul pavimento di legno.

“Sanzo…ahh…”

Con le labbra percorsi la pelle bollente del suo torace, leccandogli i capezzoli, per sentirlo gemere più forte, per sentirmi dire che gli piaceva. Arrivai all’inguine e soffiai sulla punta del suo membro. Goku si spinse in avanti, intimandomi di prenderlo in bocca. Ma io non lo feci.

“Girati”

Invece di rispondere, gemette qualcosa, ma ubbidì. Cercai la sua fessura e iniziai ad umettarla con la mia saliva. Appena la sfiorai con la lingua, Goku si lasciò sfuggire un urlo, stringendo le lenzuola nei pugni chiusi.

Quando ritenni che la preparazione fosse sufficiente, mi posizionai meglio dietro Goku e, con un’unica spinta, entrai in lui. Si morse una mano per impedirsi di gridare, mentre con l’altra aumentava la presa sulle lenzuola. La sensazione del mio sesso stretto tra le sue carni bollenti spazzò via dalla mia testa ogni pensiero, ordinandomi di cercare di più,

(più calore)

di desiderare di prenderlo fino in fondo. Così iniziai a muovermi dentro di lui, dimenticando tutto, volendo solo morire di piacere.

Poi, a poco a poco, Goku iniziò a spingersi verso di me, assecondando i miei movimenti.

“Ah…Sanzo…ahh….”

Il ritmo si fece via via crescente e venni con violenza, seguito poco dopo da lui.

Dopo quella volta successe spesso.

Lui era diventato come una droga per me e lo è tuttora.

Mi accendo un’altra sigaretta, mentre mi concedo di osservare ancora per qualche minuto la sua figura da ragazzino che si rigira nel letto.

Mi passo una mano fra i capelli, ripensando a quando tutto è cambiato.

Era la notte prima del suo compleanno.

Le mie mani scivolavano sul suo corpo, mentre con la lingua stuzzicavo il suo orecchio sinistro.

“Festeggiamo il tuo compleanno”

Lo sussurrai appena prima di afferrare il suo membro teso, iniziando ad accarezzarlo come avevo imparato a fare bene in quelle settimane. Ero convinto che tutto sarebbe andato come al solito, ma mi sbagliavo.

Goku si lasciò condurre all’orgasmo, venendo con un grido. Ma quando feci per penetrarlo con un dito per iniziare a prepararlo, mi afferrò il polso. Immediatamente alzai lo sguardo verso di lui, non capendo che cosa non andasse.

“Sanzo, ti prego, fammi un regalo”

Lo guardai interrogativo, non capendo assolutamente che cosa intendesse dire.

“Che intendi, saru?”

Per qualche secondo rimase in silenzio, limitandosi a guardarmi. Distolse lo sguardo per un momento poi, dopo essersi morso leggermente il labbro inferiore, parlò.

“Mentimi”

Fece una pausa che mi sembrò lunghissima, poi riprese: “Dimmi che mi ami”

I suoi occhi si fecero supplichevoli. “Ti prego, Sanzo. Solo…solo per questa notte…dimmelo. Non ti chiederò nient’altro. Ma…solo per questa volta…mentimi”

Che cosa dovevo fare? Come avrei dovuto reagire?

Avrei dovuto dire che lo amavo, anche se non lo pensavo?

In fondo a me interessava solo toccarlo, scoparlo.

No. No. Non era assolutamente così.

Non lo è mai stato. Io per lui ho sempre provato qualcosa di speciale, ma per un cinico orgoglioso come il venerabile Genjo Sanzo Hoshi non è facile ammettere una simile verità.

Io, in quel momento, non sapendo cosa fare, non essendo sicuro dei miei sentimenti, oppure per chissà quale altra ragione, risposi così: “Farò come vuoi. Mentirò per te”

E in quel momento potei vedere distintamente qualcosa che si rompeva nei suoi occhi dorati. Ma non volli farci caso, non volli pensarci.

Ero tormentato. Non avevo mai considerato Goku come un possibile compagno…ma allora perché mi sembrava così sbagliato avergli detto che gli avrei mentito?

A poco a poco iniziai a prendere coscienza di me, dei miei sentimenti.

Capii perché odiavo Homura, che gironzolava sempre troppo vicino alla baka saru.

Capii perché, nonostante avesse sempre combinato una marea di guai al tempio, non lo avevo mai cacciato.

Capii perché mi si stringeva il cuore ogni volta che vedevo un’espressione triste sul suo volto.

Ma quella sera fu diverso. Per il mio orgoglio, per la mia insicurezza, per la mia eterna stupidità, risposi in quel modo crudele.

E affondai in lui, dicendogli quello che voleva sentirsi dire.

“Ti amo, Goku.”

Vidi distintamente nascere un sorriso sul suo volto, mentre inarcava la schiena e sussurrava il mio nome.

“Sanzo…”

Lo baciai dolcemente, forse come non avevo mai fatto.

Mi presi cura di lui, procurandogli il maggiore piacere possibile, stuzzicando le sue parti sensibili, accarezzando la sua pelle morbida e incredibilmente calda, abbracciandolo e ripetendo che lo amavo.

Spengo la sigaretta nel posacenere mentre mi dico che quella è stata la notte più bella ed appagante di tutta la mia vita.

Mi scosto un ciuffo di capelli dagli occhi e sospiro.

Prima o poi dovrò fare i conti con me stesso. Sono passate quasi tre settimane da allora e io ho sempre fatto finta di niente…ma non credo di poter continuare a lungo. Non posso sacrificare tutte le mie notti a rimuginare sul quanto sono bastardo.

So che cosa mi blocca.

Io non ho fiducia negli altri: lo sanno tutti.

Ho amato molto in passato.

(Maestro…)

Ho amato così tanto da rimanere bruciato.

Mi sono distrutto, annientato, ferito per un amore che non avrei mai potuto ottenere.

Non potevo far altro che ammirarlo, stargli vicino.

Perché lui non mi amava.

Mi ha insegnato una regola su cui ho basato la mia vita, niente di più. O forse questo è già tanto.

Dannazione, non capisco perché cavolo mi debba assillare con questi pensieri!

Non m’importa se in passato ho sofferto.

Non m’importa se tutto attorno a me mi porta a pensare che lasciarsi vincere dall’amore porti solo tristezza.

Hakkai ha sofferto. Ma si è rialzato ed è tornato a vivere.

Anche io posso farlo.

Non potrò mai vivere davvero se continuerò a pensare al passato e a tutto il dolore che mi ha causato.

Voglio cercare di vivere questo mio sentimento per Goku nel modo più genuino possibile e non penserò a come andrà a finire.

Non mi chiederò se lo perderò, se soffrirò, se piangerò ancora una volta in una pozzanghera di sangue non mio…ma conterò, durante il sonno, i minuti che mancheranno al suo risveglio, al suo “Buongiorno, Sanzo”. Penserò al nostro futuro, non al mio passato.

Schiaccio l’ultima sigaretta, non ancora finita, nel posacenere e mi alzo. Mi avvicino al suo letto e rimango in piedi ad osservarlo.

Le lenzuola sono state calciate lontano, mentre il cuscino è stretto nel suo forte abbraccio e accoglie la sua guancia calda.

Il suo respiro è regolare, leggero. Gli accarezzo i capelli castani e lo sento mormorare qualcosa.

“Sanzo…”

Come posso trattenere un sorriso?

Forse il primo vero sorriso dopo anni di gelo e solitudine nel mio cuore...

Mi chino su di lui e sfioro il suo naso con le labbra, soffiando piano. Per tutta risposta, lo vedo stringere ancora più forte il cuscino e borbottare di nuovo il mio nome.

“Ehi, scimmia...” lo bisbiglio al suo orecchio e attendo per qualche secondo.

Goku solleva piano una palpebra, mettendo a fuoco la mia immagine, poi si solleva sul materasso e, stropicciandosi gli occhi, mi parla.

“Che c’è Sanzo? Stavo facendo un sogno bellissimo...” sbadiglia senza grazia, ma io lo trovo prepotentemente bello anche in questo momento.

“Allora suppongo che tu non voglia stare a sentire quello che ho da dire”

“Beh, Sanzo, possiamo parlare anche domani. Adesso è tardi e io voglio tornare nel mio sogno!”

Ma forse domattina il mio cuore sarà già scoppiato.

Sono anni che sopporto questi miei sentimenti e, ora che finalmente ho deciso di affrontarli, non posso più rimandare.

“Devi ascoltarmi, stupida scimmia!”

Lo impongo, sottolineando il concetto con un deciso colpo di harisen.

Sto per fare una dichiarazione…perché non mi lascia parlare quella dannata scimmiaccia?! Ero partito col piede giusto, svegliandolo dolcemente…e guardate ora!! L’atmosfera romantica è andata a farsi benedire! Ma porca...

“Sanzo, cosa mi devi dire?” domanda lui, ormai completamente sveglio. I suoi occhioni mi scrutano curiosi, mentre tiene il viso leggermente reclinato da una parte.

Sospiro. Conto fino a tre e inizio a parlare.

“Quella sera che mi hai chiesto di regalarti un ‘ti amo’, io...”

Non mi lascia finire. Mi interrompe.

Ha distolto lo sguardo da me, tenendolo basso.

La voce è lenta, con una sfumatura triste che cerca di nascondere, ma che non riesce a cancellare del tutto.

“Lo so, Sanzo. E ti ringrazio. Ti ringrazio davvero, perché è stato un bel regalo. È stato molto bello e penso che non ti ringrazierò mai abbastanza, però ti chiedo di non parlarne. Insomma, preferisco pensare che tu mi abbia amato sul serio in quel momento, capisci, Sanzo? Cioè…a me piace quando facciamo…l’amore…però, per una volta ho voluto qualcosa di più… Però ti prometto che non ti chiederò più una cosa del genere e...”

Adesso sono io a doverlo interrompere.

Perché non ce la faccio più ad ascoltare questo tono di voce martoriato.

Perché sento una fitta al cuore capendo quanto lo faccio soffrire ogni volta, evitando di dimostrare i sentimenti che volevo rinnegare, calpestare, rinchiudere.

E per cosa poi? Per paura. Per egoismo.

Ma non ha senso provare timore per un sentimento che so che non mi ferirà più. E, se anche dovesse farlo, non ci voglio pensare adesso. Adesso voglio vivere con lui, per lui.

“Lasciami parlare, baka. E vedi di ascoltarmi bene, perché non amo ripetermi.

Non ti ho mentito quella sera. Parlavo sul serio quando ho detto che ti amavo.”

I suoi occhi si fanno enormi, come se non lo fossero già abbastanza, mentre io proseguo lentamente, cercando le parole giuste da dirgli, tentando di non sbagliare, poiché riconosco di essere molto maldestro con i miei sentimenti.

“Solo che…solo che non ero pronto. Riuscire ad ammettere di essere innamorato…di avere bisogno di qualcuno…per me non è facile. Ho sempre vissuto dubitando degli altri, rifiutando l’aiuto e la generosità altrui, senza avere fiducia in nessuno, se non me stesso, in un sistema di difesa che ritenevo perfetto. Ma…ma quando mi hai chiesto di mentirti, quella sera…hai mandato tutto in subbuglio e…”

“Sanzo, io non vol…”

“Ti ho detto di starmi ad ascoltare, una buona volta!”

Lo colpisco con l’harisen e, nonostante lui si lamenti che gli ho fatto male, l’atmosfera per me è ancora tesa. Ma non posso lasciar perdere: non ora che sono arrivato a questo punto.

“Da quella sera…mi hai indirettamente costretto a riflettere su di me e sui miei sentimenti. Ed ora che li ho compresi, non posso più fare finta di niente, quindi…”

Ma il suo indice posato sulle mie labbra mi blocca. Io, incredulo, lo guardo.

Sto male. Forse, ora che finalmente ho capito ciò che provo, lui mi rifiuta. Forse sta per dirmi che a lui basta il sesso

(ma non glielo leggi negli occhi? Come potrebbe una baka saru come quella desiderare solo il tuo corpo? È una baka saru romantica…dovresti saperlo…)

e che è solo questo che vuole da me. Che quella sera non intendeva…

I miei pensieri muoiono nel momento stesso in cui apre bocca e la sua voce dolce e calda mi spiega ciò che voglio sapere.

“Smettila di parlare. Un Sanzo così chiacchierone mi fa uno strano effetto, quindi lascia fare a me la parte del logorroico, va bene?”

Uno dei suoi sorrisi radiosi gli distende le labbra sottili, annientando la mia angoscia per l’attesa.

“Dici che sono una baka saru e probabilmente hai ragione. Hai fatto un lungo discorso per potermi spiegare una cosa importante, ma io non ho capito molto. Oltre che stupido sono anche disattento, perché credo di essermi distratto guardando i tuoi bellissimi occhi, Sanzo…”

Il mio cuore si scioglie vedendosi regalare un altro purissimo sorriso, uno di quelli che nascono dall’anima e affiorano spontaneamente sulle labbra, senza che tu possa fare niente per impedirlo.

“Io so solo una cosa, Sanzo, ovvero che da quando mi hai liberato dalle mie catene, vivo in funzione di te. Ma, ti prego, non chiamare ciò riconoscenza. Sì, forse è vero, all’inizio era questo che provavo per te…ma dopo anni che vivo al tuo fianco, so di poter dire sinceramente che ti amo. Vorrei darti tutto, ma ho solo questo corpo da baka saru e sono felice di potertelo offrire. Ma…sai, io ho anche un cuore da baka saru e prima non sapevo se tu lo volevi…però ora è qui e se tu lo vuoi, ci sarà sempre”

Ci guardiamo negli occhi e, non sapendo che cosa dire, lo attiro a me e lo stringo in un abbraccio, forse il primo che gli do.

“Voglio anche il tuo cuore…perché ti amo…”

Alza lo sguardo e, senza dire una parola, mi bacia sulle labbra.

Non penserò più al mio passato, o a quanto l’amore possa far soffrire le persone…ora mi sta regalando un momento felice, che non scorderò mai.

 

=Owari=

 

Allora, come vi è sembrata? Il finale non è dei migliori…ma mi piace, quindi non lo cambio! :P Un grazie di cuore ad IrisAlba che mi ha aiutata con il titolo...cosa farei senza di te? ^*^

 

 



 

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