Note dell’autrice:
Questa è la prima fic che pubblico...e una delle poche che ho scritto...
Ogni consiglio, suggerimento o osservazione è ben accetta... Un
ringraziamento alla mia SisElly, la mia migliore amica, che mi
sostiene(infatti è lei che mi ha convinto che sta fic non è una
schifezza...anche se io penso il contrario...!!!) e mi fa da beta-reader...Grazie
Topina!!! Difficult Love parte I - Una fredda ostilità di Bea_DarkSoul
Basta! Non ne poteva più. Doveva uscire a prendere una boccata d’aria. Velocemente si diresse alla porta d’ingresso e dopo averla aperta con violenza uscì in fretta, per poi crollare, sfinito, sui gradini di pietra fredda. Forse sarebbe dovuto andar via, pensò, con un’ombra di amarezza. Sarebbe stato meglio per lui, e sicuramente loro ne sarebbero stati felici. Molto felici. A Grimmauld Place non era mai stato visto di buon occhio, almeno dalla maggior parte degli abitanti della modesta casa. Solo Lupin sembrava non avere nessun problema con lui, almeno questo era ciò che mostrava, poi chissà cosa realmente pensava. Molly Weasley cercava di trattarlo con gentilezza, ma si vedeva lo stesso che non si fidava completamente. Con gli altri Weasley, almeno con quelli che non frequentavano più la scuola, s’incontrava di rado, ma la diffidenza nei suoi confronti, soprattutto quella dei gemelli, si poteva in ogni caso notare facilmente. Sirius, anche dopo essere stato riportato indietro dal Velo, continuava a trattarlo come lo aveva sempre trattato, scocciato ancora di più dal fatto che il suo Remus non facesse altrettanto. I ragazzi cercavano sempre di evitarlo, e quando rimanevano in sua presenza diventavano sempre nervosi e diffidenti, soprattutto Ginny e Ron Weasley, ma anche la Granger. Solo…solo Harry sembrava non aver nessun problema a rimanere con lui. Negli ultimi anni era cambiato parecchio, ma soprattutto in questo, l’ultimo a Hogwarts. Era maturato, fisicamente era divenuto molto più alto e il suo corpo si era definito grazie al Quidditch, il volto aveva perso i tratti da ragazzino per assumere quelli di un giovane uomo, anche grazie alle lenti a contatto che avevano sostituito gli occhiali tondi o a un paio di sottili occhiali rettangolari che usava la sera, che gli davano un’aria…beh sicuramente non da intellettuale, ma sicuramente più seria. Anche caratterialmente era notevolmente mutato, aveva perso quella…quella stupidità che lo caratterizzava, aveva acquistato maggior auto-controllo, rideva e scherzava come aveva sempre fatto, ma sembrava più duro, forse più freddo. Pareva sdoppiarsi in due persone: allegro e spensierato, più simile al vecchio Harry, quando si trovava con i suoi amici, freddo e severo con i Serpeverde, e con lui. Ormai gli attacchi dei Serpeverde non gli facevano più nessun effetto, mentre si limitava a rivolgere loro uno sguardo di sufficienza. Non tremava più davanti a lui, aveva imparato a sostenere il suo sguardo ricambiandolo con uno sguardo duro e di sfida. Sì, quell’aria di sfida non lo aveva mai abbandonato. Inoltre, da quando era successo quell’incidente, sembrava essere divenuto ancora più ostile nei suoi confronti, ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano gli occhi di Harry lo fulminavano con un odio e disgusto che non vi aveva mai visto prima, e lui non poteva far altro che spostare lo sguardo altrove, per poi maledire se stesso. Si era sorpreso spesso a fissare, dal tavolo degli insegnanti, il ragazzo che durante i pasti rideva e scherzava con i suoi compagni, per poi abbassare velocemente lo sguardo quando Harry lo notava e lo guardava senza più ridere, solo con una maschera ghiacciata sul volto, per poi rigirarsi e riprendere l’allegria precedente. Si era sorpreso a pensarlo, mentre nelle sue stanze preparava pozioni. Si era sorpreso a pensarlo mentre correggeva i compiti di quegli insignificanti e stupidi allievi e a riempire lo scritto che stava correggendo con una quantità di rosso sicuramente molto superiore a quella necessaria per poi affibbiargli un voto sicuramente molto più basso di quel che meritava. Si era sorpreso a pensarlo in ogni momento libero della sua giornata. Si era sorpreso a pensarlo durante il sonno, mentre rivolgeva un sorriso anche a lui, per poi svegliarsi con il cuore che batteva prepotentemente nel petto e il sudore che gli imperlava la fronte, e l’amara certezza che era stato solo un sogno che non si sarebbe mai avverato. Si era sorpreso a mollare tutto quello che stava facendo, per buttarsi sul letto e affondare la faccia nel cuscino, e versare lacrime traditrici testimoni di quello che provava, per poi rialzarsi in fretta e maledirsi per la sua debolezza, e tornare, rabbioso, alle sue attività. Si era sorpreso a tentare di odiarlo nuovamente, per quello che lo portava a fare. Si era sorpreso a non riuscirci, e a odiare ancora di più se stesso per questo, mentre si accasciava su una poltrona coprendosi gli occhi con una mano. Si era sorpreso a volerlo, ogni istante della sua giornata. Si era sorpreso ad a... Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da una fredda voce alle sue spalle. -Severus. Cosa fai qui?- Ormai avevano preso a chiamarsi tutti per nome, anche tra alunni e professori, anche se lui rimaneva “Professore” per la maggior parte dei ragazzi. Tranne per Harry, anche se dal suo tono di voce più che una domanda interessata, questa sembrava una domanda di circostanza. Alzò velocemente la testa che aveva poggiato sulle braccia che gli tenevano le lunghe gambe piegate strette al petto. -H…Harry…- -Dovresti rientrare. Fa freddo qui- Lo sguardo ancora rivolto all’oscurità. Era vero. Stava gelando, ma non voleva, non poteva tornare là dentro. C’era troppa ostilità nei suoi confronti. -Severus?- Finalmente quei due fantastici occhi verdi che lo osservavano, attenti, sempre duri. -Severus, mi stai ascoltando?- Le due gemme verdi si fermarono sulle pozze nere, che le ricambiarono, smarrite. -Severus…-Ora il suo nome solo un sussurro, mentre Harry si abbassava e sedeva di fianco a lui, a pochi centimetri dal suo corpo, con gli occhi che non si staccavano dai suoi. Finalmente si riscosse, voltando il viso dall’altra parte, lo sguardo abbracciò l’oscurità, mentre poteva sentire un paio di occhi che continuavano a fissargli la nuca, insistenti. Lunghi attimi di silenzio. Poi la sua voce, che sussurrò poche, insicure, parole. -Noi…noi…io…ti devo parlare- Ammise, alla fine, rassegnato. -Ok, parliamo- Piatto, senza alcuna emozione -Harry, io…quella volta…non so cosa mi è preso…io…- Lunga pausa -Scusa- Appena udibile,tirato fuori come se gli costasse un pezzo dell’anima, nervoso, insicuro. -Perché?- -Cosa?- Sorpreso, mentre i suoi occhi neri tornano su quelli verdi. -Perché l’hai fatto? Cosa ti ha spinto a farlo?- -Io…io non lo so…- *FlashBack* Piton camminava svelto per i corridoi. Era stanchissimo, quegli stupidi marmocchi erano riusciti a farlo innervosire fino all’inverosimile quel giorno. Svoltò rapido un angolo, immerso tra i suoi rabbiosi pensieri, e non si accorse del gruppetto di Grifondoro che arrivavano dalla parte opposta del corridoio finché si scontrò con qualcuno alto più o meno quanto lui, dagli scomposti capelli scuri. Con un pesante tonfo caddero a terra, trascinando con loro anche il resto del gruppetto. -Che botta!- Una voce conosciuta lo obbligò ad aprire immediatamente gli occhi e cercare di capire contro chi era finito. Appena fu riuscito a mettere a fuoco qualcosa, poté notare Ron Weasley che si massaggiava la testa continuando a borbottare –doveva essere stato lui a parlare-, per poi alzarsi in piedi e offrire una mano alla Granger e chiederle come stava, prima d’impossessarsi famelicamente della sua bocca, mentre la ragazza cercava di scostarsi, per la presenza del professore, ma dopo pochi attimi cedette alla dolcezza del suo ragazzo. Al quel punto distolse lo sguardo dalla coppietta felice per spostarla su colui con cui si era effettivamente scontrato, anche se ormai era sicuro di chi fosse. Ma perché proprio lui? Guardando dinnanzi a sé incrociò due occhi smeraldo che lo fissavano infastiditi. Si alzò velocemente, senza smettere di fissarlo, poi tese una mano al ragazzo ancora a terra. Oddio! Cosa ho fatto?!?! Lo sguardo di Harry mutò da infastidito a sbalordito, poi dopo un attimo, prese la mano e con il suo aiuto si alzò. I loro visi si trovarono a pochi centimetri uno dall’altro. Potevano sentire i loro respiri confondersi. Piton guardò furtivamente le invitanti labbra del ragazzo. Stava per avvicinare ancora di più il volto a quello del giovane davanti a lui, quando questi si scostò rapidamente, liberando la mano che era ancora imprigionata nella sua. Senza guardarlo si avvicinò ai suoi due amici, interrompendoli per domandargli se stavano bene. Poi si voltò nuovamente verso di lui, lanciandogli un’occhiata piena d’odio e disgusto, prima di incamminarsi per il corridoio, mentre gli altri due gli rivolgevano un rapido –Arrivederci-. *Fine Flashback* Da quel momento le occhiate che il ragazzo gli aveva rivolto erano state sempre dello stesso tipo. Si maledì un’altra volta. Cosa ci faceva lì? Harry l’odiava ancora di più di prima, tanto valeva che se ne andasse, subito. Stava quasi per alzarsi e andarsene, quando un’ondata di nuovo sconforto lo prese e girò nuovamente la testa dall’altra parte, mentre lacrime calde e copiose iniziavano a scendere dalle sua guance per poi spiccare un ultimo salto nel vuoto. -Severus. Credo di conoscerti abbastanza bene, C’è sempre un motivo se fai qualcosa, e vorrei che tu me lo dicessi. Adesso- Il suo tono era diventato duro. In un altro momento lo avrebbe punito per la sua sfrontatezza e mancanza di rispetto, ma ora…L’unica cosa che avrebbe voluto fare era rifugiarsi tra le sue forti braccia. Ma si costrinse a parlare. Aveva ragione, gli doveva una spiegazione. Loro erano sempre stati nemici. Tra loro scorreva un odio che era stato lui stesso ad iniziare a far scorrere, in memoria del padre di Harry. E Harry credeva ancora che lui lo odiasse, anche se aveva smesso da tempo, rassegnandosi a quel che veramente provava. Con uno sforzo immenso iniziò a parlare. -Harry,io…Noi ci siamo sempre odiati sin dal tuo primo anno.- Ormai era deciso a raccontargli tutto. Sapeva che dopo questo Harry lo avrebbe odiato ancora di più, se possibile, ma non aveva più niente da perdere. –Ma in verità negli ultimi anni…- Fu interrotto dalla voce di Harry, che aveva notato che la sua risultava soffocata dai singhiozzi. -Severus…Severus guardami- Lentamente voltò la testa ed Harry poté vedere due pozze traboccanti allacciarsi con i suoi occhi che si stavano riempiendo di stupore. -Severus…ma cosa?- Chiese, ora la voce non più fredda, senza sapere come comportarsi.
Fine di sto penoso capitolo...
Tutti:Grazie a Dio!!! Bea:>_<
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