DIES IRAE!
Fiction originale di gusto horror influenzata dai films "Blade" e
"Intervista col Vampiro".
Seriamente sconsigliata ai cardiopatici ^___^ e ai soggetti
sensibili.
Buona Lettura
Ken Hidaka
Capitolo VII
Mater
mea
Lo spadino di plastica non voleva stare dentro il fodero. Prova e riprova
l’attaccatura del fodero alla cintura si lacerò e Greg rimase impietrito con lo
spadino in mano.
"Non puoi farmi questo…" disse Polly tra le risa. Greg ridusse gli occhi ad
una fessura: "E’ un’idea di tuo fratello!" brontolò "E’ lui che ha voluto ci
vestissimo da moschettieri".
"Già…" il sorriso le si allargò da orecchio a orecchio "… con quei boccoli.".
"Questo perché TUO fratello mi ha fatto la messa in piega coi bigodini, ma la
vuoi smettere di prendermi in giro?" ed incrociò le mani al petto con fare
risoluto deciso ad ottenere ciò che aveva chiesto.
"Stai davvero bene coi boccoli" esordì Nicolaus seduto sul divano assieme a
Polly smorzando, ilare, la situazione palesemente ridicola.
"Ti ci metti anche tu adesso, non basta lei!" era arrabbiato "A voi femmine
vi basta mettere quei cosi che vi strizzano tutte e siete a posto".
Polly agitò il ventaglio "Sono vestita da damina del 700 e una volta usavano
indossare questi cosi, vero Nicolaus?"
Niente da fare quella donna provava soddisfazione nel continuare
quell’insulso battibecco o forse era proprio l’aria di festa che influiva sul
suo umore. "Vero." Confermò il diacono sempre più divertito da quell’alterco "E
tu, Greg, quale dei tre moschettieri fai?"
"Portos" disse orgoglioso "… invece Lot fa Aramis, mentre Atos e D’Artagnan
li fanno loro due" ed indicò due suoi amici lì vicini " Poi c’è Richelieu , ma
non lo vedo qua attorno. Strano, prima l’ho visto parlare con Lot"
Polly scoppiò a ridere: "Saranno a farsi una sveltina in bagno"
L’ipotesi colse il diacono talmente alla sprovvista tanto che la lingua
pronunciò un "Cosa?" soffocato, quasi che avesse un rospo in gola, ma Polly
incurante continuò con la sua sceneggiata "Già me li immagino: l’altro sbattuto
con la schiena al muro mentre Lot si diverte sotto la tonaca di porpora ...".
"Cazzo! Non è troppo vecchio quello? Certo che a gusti tuo fratello è proprio
messo male…"
Polly agitò nuovamente il ventaglio di piume "Sai Greg credo sia una tara di
famiglia" scandendo ben bene le sillabe dell’ultima parola.
Il vampiro divenne rosso "Ehi capo non intendevo…cioè tu e lei...insomma!"
balbettò il poveretto nel tentativo di discolparsi dalla sentenza lanciata verso
l’assente Lot che, inevitabilmente, coinvolgeva anche l’amato padrone. Da parte
sua l’altro a stento riusciva a trattenere le lacrime scaturite da una potente
risata di fronte al gesticolare convulso del subalterno. Dopotutto era vero:
Polly e Lot in termini di amanti sembravano avere gli stessi gusti. Ma chi è
Richelieu?
Questa strana domanda gli balenò nella mente e ne ebbe quasi paura.
Mentre Polly e Greg continuavano a beccarsi l’un l’altro, Nicolaus gettò lo
sguardo verso gli altri festeggianti in cerca di qualunque cosa lo potesse
distrarre da quell'assurda, ma pericolosa domanda. Tutti erano rigorosamente in
maschera occupati in danze e chiacchiere per salutare quella sera l'ultimo
giorno di carnevale, notò poi con disappunto che i vampiri di rango erano
separati dalla marmaglia e occupavano tutti i sofà vicino alle vetrate. Dopo
tutti questi secoli ancora insistono?
"Loooot!" il grido stridulo di Polly lo distolse dall'approfondire
ulteriormente la riflessione.
Il giovane fece un cenno col capo in segno di saluto com'era consuetudine nei
confronti di un diacono e poi passò alla sorella: "Hai deciso di far crepare
d'invidia tutte le donne della festa?" concluse la domanda con un sonoro bacio
sulla guancia.
Estremamente formale. Nicolaus era stranamente inquieto, a disagio. La
formalità di Lot nei suoi confronti, quel non concedergli familiarità, quel modo
di agire tipico di uno intenzionato ad evitarlo ad ogni costo (non solo con lo
sguardo, ma anche con la parola come se lui non esistesse) in altri casi lo
avrebbe irritato e avrebbe reagito punzecchiandolo a dovere, ma ora
quell'atteggiamento gli fece un effetto più profondo. Gli ricordò l'analogo
comportamento dell’amata madre quando voleva punirlo e perciò non gli rivolgeva
la parola per giorni.
"Non esagerare..." rispose la donna "Piuttosto tu, ad un certo punto sei
sparito, volatilizzato.." fece un occhiolino d'intesa "Avete collaudato i
bagni?" domandò spudorata.
Greg si mise le mani sulla testa :" Ma non è possibile? Ke cavolo tiri
fuori?" mentre Nicolaus si coprì gli occhi con la mano "Non ho parole" sussurrò
basito.
Sembrava di assistere ad una scenetta delle commedie di
Goldoni.
In un primo momento Lot rimase esterrefatto: "I bagni?"
"Sa che la sua sorellina è tanto curiosa" e diede una gomitata al compagno di
divano.
D'improvviso il giovane dagli occhi verdi intuì il senso della domanda e
arrossì, ma superato l'iniziale imbarazzo le rispose con un buffetto sulla
guancia. Polly certe volte mancava di tatto.
Greg li guardò scandalizzato: "Ma allora è proprio vero?"
"Che cosa?" chiese a sua volta Polly muovendo ancora il ventaglio.
"Quello che si dice in giro"
I due fratelli si guardarono negli occhi cercando di capire, poi Polly prese
coraggio e tentò: "Che condividiamo tutto?" . Greg annuì.
Un'affermazione pericolosa. Lot tossì richiamando l'attenzione :
"Bhè,
non proprio tutto " puntualizzò con voce ferma, quasi che il messaggio fosse
chiaro anche a qualcun altro oltre a Greg. Era una specie di avvertimento, in
verità voleva dire a Nicolaus: Non provarci nemmeno! Lot ammortizzò il
tutto sfoderando uno dei suoi sorrisi ad addolcire la pillola.
Ci fu un po’ di trambusto dietro di loro e furono investiti da un
"Loootus!"
uscito da uno vestito di porpora e col pizzetto brizzolato alla spagnola. "Oh…"
il falso cardinale si impietrì vedendo la persona eccellente seduta fra quel
gruppo di vampiri di basso rango e in men che non si dica mutò atteggiamento
come aveva fatto qualche minuto prima Lot "Eccellenza…" salutò anche con un
cenno del capo in segno di riverenza. Il falso Richelieu e amante (occasionale?)
di Lot altri non era che il conte Caraway, braccio destro di Lord Grey. I
sostenitori di Grey erano così stizzosi che consideravano quelli di basso rango
alla stregua di cani e oltretutto lo stesso Grey mal sopportava Lucia, gran
maestro dei mastini, non perdendo occasione per metterle i bastoni fra le ruote
e limitarne l’influenza. Quindi, cosa ci faceva Lot con
Caraway?
Nicolaus rimase un po’ perso nei suoi pensieri quando poggiando lo sguardo su
Polly accanto a lui ebbe una illuminazione. Come posso essere stato così
stupido! Rimproverò a sé stesso, quindi deciso ad appurare la realtà delle
proprie supposizioni si alzò improvvisamente e abbandonò con altrettanta
celerità il gruppo per scovare ed interrogare Lucia.
Una musica sincopata invase i saloni. Era ora di danzare.
"Che cosa gli è preso?" chiese Polly costernata ad uno scioccato
Greg.
"Mhpf" sbuffò Lot "Avrà le sue cose…"
"Idiota!" lo sgridò la sorella sferrandogli col ventaglio un colpo alla
coscia.
"Ma dai lascialo perdere, il suo umore è pari ad una banderuola al vento!" si
alzò dalla poltroncina e rivolse l’attenzione verso Caraway dietro di lui "Noi
due ci vediamo dopo, vero?"
"Il mio Signore ha chiesto di me, spero sia nulla di impegnativo." Fu la
risposta di congedo.
L’altro sbuffò vedendolo sparire tra la gente, si sentì come un cavallo a cui
è stato dato solo uno zuccherino in attesa del gran pasto, poi ricordò
improvvisamente la promessa fatta a Greg e compagnia per convincerli a
mascherarsi: "Forza andiamo a ballare ragazzi che vi devo presentare quelle
famose monachelle appena scappate da Monza". Prese il braccio della sorella
"Vieni anche tu!" quasi le ordinò "Non permetterò che quel tizio ti rovini la
serata perché ha semplicemente le palle girate" e la tirò in mezzo alla
pista.
Nicolaus era uguale a tutti gli altri vampiri di alto rango, per un po’ aveva
creduto alle parole di Greg , alla totale fiducia che riponeva verso il proprio
padrone, ma erano solo parole dette al vento, i fatti erano più concreti e
diversi, mostravano un Nicolaus che degli altri non importava nulla, tanto meno
di Polly. Già, perché anche il più stupido dei vampiri si era accorto che lei
era persa di lui e lui sembrava burlarsi di questo suo sentimento, dopo tutto,
ai suoi occhi Polly non era altro che un vampiro di basso rango e questo a Lotus
non andava giù. Burlarsi dei sentimenti altrui era una cosa abbietta,
specialmente quelli di sua sorella.
Dopo aver presentato a Greg e compagnia dei mastini di fresca nomina prese a
ballare con Polly tentando inutilmente di farle pensare ad altro fuorché a quel
diacono, ma lei con lo sguardo cercava in ogni angolo il suo volto.
"Cosa credi gli sia preso?" gli domandò
Polly.
"Vuoi che ti dica ciò che penso realmente?"
La donna annuì.
"Bene! Penso che al tuo caro diacono piaccia essere l’unico gallo del
pollaio" fu la sentenza.
"Pollaio…?"sussurrò Polly cercando di capire il messaggio sott’inteso. Non ci
volle molto, per quanto innamorata non poteva negare l’evidenza: "Ah…".
"Mi pare di averti già raccontato cos’è successo quella sera al
Red-Haeven…"
"Non occorre che continui. Lo so. Lo so" le si inumidirono gli occhi.
"Quello non merita nemmeno di baciarti i piedi." Disse Lot con rabbia e la
strinse a sé per evitare che la vedessero piangere.
I musicisti si presero qualche minuto di pausa così i festeggianti furono
costretti ad abbandonare il centro sala per riparare nei divanetti accanto alle
pareti, ma mentre Lotus e la sorella come gli altri vi si stavano dirigendo,
Polly fu afferrata da una donna che la strattonò con violenza togliendola
dall’abbraccio del fratello.
"Sei tu le figlia di Nick Sander, quella che si porta a letto
Nicolaus?"
Polly la guardò perplessa, più che le parole tentava di capire chi era la
donna di fronte a lei. A giudicare dalla pelle doveva essere più giovane e i
suoi gesti pur violenti risultavano eleganti, non c’era ombra di dubbio, doveva
trattarsi di una giovane vampira di alto lignaggio, ma a quale famiglia
apparteneva?
"Sei tonta?" rincarò l’altra " Ti ho chiesto se sei la figlia di Nick
Sander!"
"Si, sono la figlia di Nick Sander e con questo? Toglimi le mani di
dosso!"
La giovane vampira mostrò i denti e le tirò con forza un ceffone in pieno
volto: "Maledetta puttana!" le urlò contro. Polly barcollò un poco incredula, ma
si dovette subito rianimare perché l’altra non ancora contenta continuò
l’attacco tirandole i capelli.
"E’ mio hai capito?! Nicolaus è mio!"
Polly cercò di liberarsene afferrandole i polsi, ma era inutile, l’altra
continuava imperterrita ad imprecare e a tirare botte, fino a quando Lotus non
riuscì a fermarla afferrandole con una tale forza il braccio quasi a spezzarlo:
"Vuoi darti una calmata!" le urlò mentre gli altri vampiri si erano radunati
attorno e alcune sue colleghe mastini stavano sorreggendo la sorella col
volto coperto di graffi e lividi.
La giovane ancora fremeva tutta dalla rabbia, sul collo, mosso dai nervi tesi
come corde di violino, fece capolino un ciondolo con l’effigie di una civetta,
il simbolo di casa Grey. La ragazza a cui stava quasi rompendo il braccio doveva
essere Charlotte la bisnipote di Lord Grey, quindi le voci che la davano come
una delle amanti di Nicolaus erano fondate.
"Sei solo una puttana!" sbraitò ancora l’altra verso
Polly.
Uno strano dolore misto a rabbia salì dallo stomaco del mastino fino
alla mano che impugnava il braccio della giovane e strinse più forte fino a
farla inginocchiare.
"Mi fai male!" urlò lei.
"Che cosa credi?! " urlò lui di rimando con altrettanta violenza " Che cosa
credi? Solo perché sei contessa di avercela diversa dalla sua?"
Seguì il brusio degli astanti. Rivolgersi in tal modo ad uno di alto rango
non era consentito.
Charlotte iniziò a singhiozzare impaurita dallo sguardo crudele del
vampiro.
"Charlotte che diamine…" intervenne Nicolaus facendosi largo tra la folla e
sbucando proprio di fronte a Lotus che gli rivolse uno sguardo spietato con gli
occhi di un verde brillante, talmente denso che la pupilla verticale
difficilmente si sarebbe riusciti a distinguerla.
"Mia sorella non è una puttana, hai capito?!" gli urlò contro, poi
rivolgendosi a Charlotte le disse: "La prossima volta prima di uscire di casa
guardati allo specchio se ne hai il coraggio." E mollò la presa.
Il diacono rimase impietrito, mentre la contessina si coprì il volto con le
mani nascondendo le lacrime o perlomeno così volle far credere, perché appena
Lotus si ricompose gli saltò addosso azzannandogli il collo.
Ci fu un urlo generale.
Nicolaus con altri si precipitò sulla ragazza tentando di farle aprire le
mascelle, ma più tentavano, più quella chiudeva la morsa in un lago di sangue.
Uno le tappò il naso impedendole di respirare, ma niente, riuscirono solo a
scollarle le mani aggrappate alle spalle del mastino. Avvenne tutto in
brevi attimi: intervennero due mani dalle dita affusolate, premettero
sull’articolazione della mascella con una tale forza che la contessina dovette
mollare la presa ed aprire la bocca, sicché finì tra le braccia dei
soccorritori, mentre Lotus cadde a terra con gli spruzzi di sangue che uscivano
dal collo. Le stesse mani che avevano impedito il vespertilicidio* tirarono due
rovesci sul volto di Charlotte facendole uscire sangue dal naso: erano le mani
di Lucia, il Gran Maestro dei Mastini. "Frustate ti meriteresti!!!" urlò la
vampira con gli occhi furenti dove la pupilla verticale era riconoscibile per il
riflesso fluorescente. Nicolaus notò che aveva lo stesso sguardo d’odio di
Lotus. "Ti rendi conto di quello che stavi per fare?!" e la schiaffeggiò ancora
finché il Grey non le afferrò la mano. Il vampiro era tutto un fascio di nervi,
la sua bisnipote rischiava la Commissione Disciplinare e quindi la condanna per
la colpa più grave che potesse mai compiere un vampiro: il vespertilicidio.
"Lascia. Me ne occupo io." E così dicendo prese Charlotte per un braccio e la
trascinò via.
Lucia ansimante si volse verso Lotus riverso a terra. Lui aveva la bocca
aperta e le convulsioni, mentre la sorella tamponava le ferite con dei pezzi di
stoffa strappati dal suo abito. "Polly…" la chiamò col diminutivo, lasciando
trasparire il livello confidenziale.
"Non ti preoccupare Lotus è bravo: sta fermato l’emorragia e ricostruendo i
tessuti, tra qualche minuto sarà come nuovo."
Lucia si asciugò le mani sull’abito, tremava, lo sguardo fisso sul
confessore**.
"Cos’è successo?" chiese Lord Alius appena giunto dal terrazzo retrostante,
"Lucia!" chiamò la sorella ancora fissa su Lotus, "Per le lingue dell’inferno" e
si precipitò al capezzale del vampiro con tanta naturalezza incurante delle
divisioni di rango. "Lot, mi senti?". Quanta familiarità in quel gesto.
Il giovane abbozzò un sorriso "Dille…dille che sto bene." Riferito a Lucia.
La donna fece un sospiro di sollievo, poi fissò con rabbia Nicolaus ritenendolo
il reale colpevole della situazione.
"Non guardarmi così. La contessina è adulta e vaccinata sapeva a cosa andava
in contro quando ha iniziato a farmi la corte." Rispose seccato. "Sapeva che
intrattenevo altre relazioni"
Una smorfia increspò la pelle candida del bel volto del Gran Maestro:
"Mpfh!
Voi non mi siete mai piaciuto Nicolaus, tanto meno il Grey e qui confermo ciò
che si dice in giro di me. Inoltre, mio caro, i tipi come voi faccio difficoltà
a digerirli " parlò con calma ponderando le parole una ad una, poi continuò " Ed
inoltre, badate bene, tengo moltissimo ai miei mastini. Li ho allevati come
figli e come tali li considero anche se non sono del mio stesso rango. Farei
tutto ciò che è in mio potere per rinsavire uno di loro che si fosse
malauguratamente messo con uno come voi…" intendeva Polly " Spero con ciò di
aver risposto alle vostre domande."
Al diacono gli si irrigidirono i muscoli: "Sei stata chiarissima." Osservò
per un attimo Lotus che lentamente si stava rialzando dal pavimento.
"Il discorso vale per TUTTI i miei figli" sottolineò la vampira al cui occhio
non erano sfuggite le reali intenzioni del diacono.
Nicolaus la fissò furente per il senso di colpa come se lo avesse pizzicato a
rubare la marmellata, ma lei sostenne lo sguardo costringendolo a girare sui
tacchi e ad andarsene in gran fretta con la coda fra le gambe.
"Doppiogiochista" rimuginò lei fra i denti "Con chi credevi di avere a che
fare?"
Lotus era nuovamente in piedi, più pallido di prima e col vestito inzuppato
del suo stesso sangue. "Posso avere una notte di permesso" chiese skerzando,
sorretto da una collega e dalla sorella.
Lucia rise ed assieme a lei anche Lord
Alius.
"Dato che ci siamo ti do due mesi: uno per aver detto ciò che si meritava
alla contessina e l’altro per non averle spezzato il collo quando ti ha morso.
In compenso Polly prenderà il tuo posto al mio fianco mentre ti riposerai" seguì
un cenno della mano ad indicare che poteva andare.
"Coraggio! Portatelo a casa prima che quella ci ripensi." Lo incoraggiò Lord
Alius e li guardò allontanarsi verso l’uscita: "Bella gatta da pelare" disse poi
alla sorella quando nella sala tutto ritornò come se nulla fosse accaduto.
"Quale delle due intendi? Nicolaus o Lord
Grey?"
I due mesi trascorsero nella assoluta tranquillità. Coccolato dai colleghi
cominciava a soffrire della lunga inattività. Aveva perso molto sangue, non
c’era da scherzare con la rigenerazione, per essere efficace doveva essere
minuziosa e completa; dato che investiva il controllo molecolare dei tessuti,
una eventuale mancanza avrebbe creato disfunzioni in avvenire.
Nick di ritorno da Manchester sarebbe passato a prenderlo ed insieme si
sarebbero congiunti con Lucia e Polly impegnate in una dura repressione contro
un gruppo di cacciatori fanatici capitanati da un certo Pedro. Paolo non era
stato esauriente nel fornirgli spiegazioni o informazioni minuziose. Ormai
conosceva troppo bene il carattere da scarica barile del nipote, la scusante
erano le protezioni eccellenti che questo gruppo di outsiders aveva nel ramo
ecclesiastico. In parole povere se ne lavava le mani e doveva essere lui, Lotus,
a sistemare la faccenda in maniera molto drastica col solito bagno di
sangue.
Nick, un vampiro poco più vecchio di lui con lunghi capelli castano chiari
simili a quelli di Polly, dopotutto era il padre della ragazza, arrivò puntuale,
lo caricò nell’auto sportiva nera e giunsero in uno degli uffici che usavano
come covo in una laterale di via Fratelli Bandiera a Marghera. Tranne il via vai
di auto tutto là dentro pareva tacere. L’ascensore doveva essersi guastato da
poco, poiché nessuno dei colleghi rientrati in sede*** aveva accennato al danno.
Furono così costretti a salire le quattro rampe di scale. Silenzio. L’angoscia
si appropriò dello stomaco: il suo sesto senso avvertiva qualcosa di strano.
"Lot…" sussurrò Nick
"Si …lo sento." Rispose il giovane sempre a bassa voce avvertendo l’odore di
sangue entrare nelle narici.
Non è umano…
I due vampiri si precipitarono all’interno degli uffici trovando la porta
stranamente aperta e tutto avvolto nell’oscurità. Silenzio. Lot cercò di
controllare le pulsazioni del proprio cuore che sentiva rimbombare nelle
orecchie: " Di là…" e corsero verso l’ufficio del principale, l’ufficio di
Lucia. C’erano macchie di sangue sulle pareti e alcune scrivanie accanto alla
porta dell’ufficio erano sfasciate, per non parlare della porta stessa,
disintegrata.
Lotus seguì Nick all’interno.
Un urlo inumano. L’urlo di una bestia ferita.
Nick crollò sul pavimento, in ginocchio, con gli occhi spalancati.
Lotus non credeva ai propri occhi e si avvicinò lentamente alla parete
opposta, voleva toccare e rendersi conto che quella orrenda visione era solo
un’orrenda visione.
Le dita toccarono qualcosa di molle e bagnato, il fetore di sangue impregnava
tutto l’ambiente, anche uno dei pugnali che attraversavano quel corpo sembrava
vero. La lama era affilata.
La vista gli si annebbiò dalle lacrime che calde sgorgarono bagnandogli le
guance.
Era tutto vero.
"Mater…Mater mea…" sussurrò la sua mente poiché la gola gli bruciava dal
dolore e non riusciva ad emettere alcun suono.
Lei stava lì, appesa alla parete come un crocefisso da alcuni pugnali
d’argento, sgozzata. Il sangue era defluito dal collo lungo tutto il corpo fino
a gocciolare sul pavimento producendo sulla pelle, un tempo liscia e levigata,
una moltitudine di rughe che la facevano apparire tale e quale alla corteccia di
un albero secolare.
Un trambusto lo riportò nel regno dei vivi.
Nick aveva scaraventato da una parte la grande scrivania ed ora era
inginocchiato sopra qualcosa…qualcuno. I lamenti erano simili ai guaiti di un
lupo.
Il giovane vampiro si avvicinò lentamente al collega che singhiozzava
sussurrando parole confuse sopra il corpo inanimato dai vestiti laceri. I
capelli bagnati dal sangue ne ricoprivano il volto, ciò non impedì a Lotus di
riconoscere in quel corpo l’amata sorella.
Maledetti!
(continua…)
*: non potendo usare la parola omicidio mi sono inventata un termine che
indicasse la relativa versione di questo crimine nella società dei vampiri. Dal
latino vespertilio = pipistrello
**: i mastini nella gerarchia ecclesiastica dei vampiri ne sono il braccio,
mentre i confessori appartengono si allo stesso livello gerarchico, ma con
variabilità maggiore di funzioni. In questo caso si sta parlando di Lotus per
distinguerlo dagli altri mastini citati.
***: la sede in questione è la villa sul Brenta citata nel Cap. IV
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