... Dicono della neve... di Kitty Pryde
In alcune favole antiche, si dice che per ogni uomo esiste un Posto nel mondo, un luogo non necessariamente materiale, un angolo scelto per essere felice Erano leggende narrate prima che andassi a dormire, con le luci soffuse delle candele e i tramonti che si spegnevano sotto orizzonti nevosi; c’era chi si prendeva cura di me, inventando fiabe nuove ogni sera e dimenticandole durante la notte, per renderle più belle il giorno successivo; storie che dondolavano sulle labbra di mia madre come su un’altalena. Le creava perché potessi ascoltarle io soltanto; perché, anche da bambino, sapessi che lì, vicino a lei, c’era il mio Posto.
In alcune favole antiche, si dice che lo spirito di ogni uomo libero trova la sua dimora là dove incontra qualcuno, capace di accoglierlo con gioia o con affetto; ma quello stesso spirito è nomade e vagabondo fino a quando non trova questo suo Posto… …O se lo perde
dicevano che avevo quasi dieci anni, ma io non lo ricordo dicevano che avevo il sangue sporco, ma io mi sentivo pulito dicevano che sarei rimasto solo e rimasi solo
Mia madre aveva i capelli di seta, la sua pelle profumava di sole anche se, dove abitavo io, c’era sempre la neve… nel suo sorriso avevo trovato l’immensità di un amore senza condizioni e, nelle sue mani, dalle dita lunghe come piume d’uccello, il luogo in cui volevo stare In alcune favole antiche, si dice che per ogni uomo esiste un Posto, ma quando questo gli viene sottratto, ogni uomo si perde, e per ritrovarsi ha bisogno di uno Scopo.
Al di là degli occhi, Zabuza aveva lo sguardo stanco; non sarebbe stato un padre, non sarebbe stato una guida, non sarebbe stato un compagno… ma mi chiamava per nome e aveva bisogno di me. Non sarei stato un figlio, non sarei stato un allievo… ma decisi che lui sarebbe diventato il mio Scopo. In alcune favole antiche, si dice che per ogni uomo esiste un Posto, che lo si perde facilmente e lo si ritrova con grande sacrificio… e per questo bisogna proteggerlo.
L’uomo che Amo ha gli occhi che bruciano, e le sue mani non hanno mai tremato. Lui non ha mai inventato favole per farmi addormentare e la sua pelle, talvolta, aveva odore di sangue; ma nel suo sguardo così simile al mio ho trovato di nuovo un Posto. Eravamo soli allo stesso modo.
Una persona diventa veramente importante quando capisci che, per lei, saresti capace di dare la tua stessa vita …senza rimpianti Una persona diventa veramente potente quando deve proteggere qualcuno Avevo perso l’innocenza tagliando la gola a mio padre Avevo perso le lacrime sugli occhi aperti di mia madre Se volevo guadagnare di nuovo un Posto dove sentirmi felice, dovevo rinunciare a qualcosa.
Le favole antiche continuai ad inventarle da solo, ma con il passare del tempo mi accorsi che stavano perdendo la poesia con la quale mia madre era capace di raccontarle. L’innocenza Le favole antiche cominciavano a odorare di sangue, come la pelle di Zabuza; quando mi accorsi che di quello stesso odore, erano impregnati i miei vestiti, smisi di raccontarmi fiabe.
Dicono, della neve, che scenda dal cielo più pura della pioggia primaverile, vestita di bianco per accendere la luce; ma nessuno racconta ai bambini che, cadendo a terra, la neve si sporca. Zabuza non sarebbe mai stato per me un maestro, nell’orgoglio e nell’onore sbiadito del ninja, io sarei stato la sua arma perfetta Quando lo capii caddi a terra e mi sporcai, la farfalla tornò nel bozzolo e la verginità del mio spirito si frantumò senza dolore Quando lo capii, cadendo a terra e sporcandomi, compresi che le mie favole non avrebbero mai avuto il suono dolce con il quale le raccontava mia madre, perché la mia innocenza, ormai, era corrotta. Quando la neve si sciolse io avevo ritrovato un Posto, meno caldo delle braccia di mia madre, meno amorevole del suo sguardo; nell’indifferenza di tutti, Zabuza mi chiamava per nome, nella paura di tutti aveva bisogno di me… da quel momento io non ero più inutile.
l’uomo che Amo non si fa scrupoli, uccide per vivere, vive per se stesso; non mostra pietà… ma mi chiama per nome. l’uomo che Amo mi tiene con se come uno strumento obbediente… ma, dietro l’orgoglio furente del ninja, ha gli occhi profondi come i miei siamo soli allo stesso modo Per questo devo proteggerlo.
la consapevolezza uccide la castità dell’animo, riconoscersi in un assassino è l’ultimo passo di ogni uomo verso la pazzia o la lucidità più agghiacciante era questo che raccontavano le mie favole antiche dal momento in cui compresi che sapevo uccidere, anche se le mie mani non erano sporche di sangue, perché io ero come ogni uomo incapace di riconoscere il suo ruolo uccidevo in modo estremamente pulito. Quando decisi di seguire Zabuza feci una scelta, tradii i sogni di mia madre e il Posto che mi aveva riservato tra le sue braccia, per inseguire la vana gloria di un uomo che mi avrebbe insegnato a sporcarmi di sangue. Quando decisi di seguire Zabuza avevo perso la mia innocenza già da tempo, ma ancora non lo avevo capito. la consapevolezza annienta la verginità dei sogni, ti porta a vivere per qualcosa di non tuo; il desiderio di non uccidere, ma di proteggere; il desiderio di realizzare qualcosa che non ti appartiene; il desiderio di diventare un’arma per non restare inutile Zabuza rappresentava tutto questo; era il Posto che avevo perduto e che con tanto dolore avevo ritrovato, era l’uomo per il quale ero disposto a cambiare, a uccidere la mia innocenza, era l’uomo per il quale ero disposto a guadagnare la consapevolezza di assassino, l’uomo per il quale avevo imparato ad uccidere con piena coscienza, l’uomo per il quale avevo sacrificato i pochi sogni che mi erano rimasti cominciando a coltivare i suoi… In alcune favole antiche, si dice che per ogni uomo esiste un Posto nel mondo, un luogo non necessariamente materiale, un angolo scelto per essere felice, che lo si perde facilmente e lo si ritrova con grande sacrificio… per questo dovevo proteggerlo.
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