DISCLAIMER: i
personaggi appartengono al sensei Takehiko Inoue.
Detective
parte I
di Chikara
Il commissario bussò ripetutamente alla porta, infastidito oltremodo per
tutto il tempo che Kaede Rukawa lo stava facendo aspettare.
Quando finalmente venne ad aprire, il ragazzo indossava un paio di jeans
scoloriti e nient'altro; l'asciugamano sulle spalle e i capelli umidi erano
un chiaro indizio che era appena uscito dalla doccia.
L'uomo entrò in casa senza nemmeno aspettare l'invito e si diresse
arrabbiato al telefono.
"Hai il telefono staccato!" costatò seccato, prendendo il filo bianco in
mano.
Il ragazzo restò a guardarlo in silenzio, con un sopracciglio sollevato ad
indicare la sua perplessità.
"Ho provato a chiamarti un centinaio di volte perché diavolo lo hai
staccato?" continuò sempre più arrabbiato l'uomo.
"Non volevo scocciatori" replicò con voce piatta il ragazzo.
"Lui è qui?"
"Nh."
E proprio in quel momento, avvolto semplicemente da un accappatoio nero,
entrò in soggiorno il "lui" in questione.
"Papà ma che ci fai qui? È successo qualcosa?" chiese con un tono
preoccupato il ragazzo.
"Hanamichi!" esplose esasperato l'uomo "sono le tre del pomeriggio, almeno
indossa qualcosa di meno compromettente! Come fai a salutarmi con quest'aria
serafica, quando ti ho appena colto in flagrante a casa di questo tipo poco
raccomandabile? Sai perfettamente che non voglio che tu lo frequenti!"
"Oh andiamo papà, sappiamo benissimo quanto tu stimi Kaede, ti fidi
ciecamente di lui ed è il solo cui affideresti il tuo unico preziosissimo
bambino."
L'uomo iniziò a borbottare imbarazzatissimo e Rukawa dovette dar fondo a
tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere di fronte ad una scena
simile. Ma d'altra parte di cosa si sorprendeva, quel terremoto rosso era
riuscito a mandare in frantumi la sua indifferenza, perché non avrebbe
potuto raddolcire il carattere burbero e orgoglioso di un padre che
l'adorava!
"A cosa dobbiamo la sua visita signor Sakuragi? È venuto ad arrestarmi
perché ho trascorso la notte con suo figlio?" indagò Rukawa per arrivare
subito al punto e farsi spiegare il motivo di quella visita improvvisa.
"Mh...ho bisogno del tuo aiuto per risolvere un caso molto delicato" rispose
subito l'uomo riacquistando il suo solito aspetto professionale.
"Di cosa si tratta?"
"La figlia del deputato Aoki è stata rapita dal capo della fondazione Tamada."
"Accidenti, dietro la sua facciata di legalità quel tipo è il boss più
potente della città!" Esclamò il rossino un po' preoccupato.
"Esattamente."
"Da quando la yakuzza si mette a rapire i figli dei politici per richiedere
un riscatto?" Hanamichi non riusciva a capire lo scopo di quell'azione.
E fu Kaede a rispondergli: "Fra due mesi ci saranno le elezioni."
Ma il rossino non afferrò il collegamento.
"Aoki è il candidato numero uno del partito socialista" continuò a spiegare
Rukawa "sarà sicuramente lui il nostro primo ministro. Ho sentito che è un
tipo risoluto e particolarmente intransigente per quanto riguarda il crimine
organizzato. Shije Tamada non lo vuole. Per questo motivo sta appoggiando il
deputato Matsui - l'avversario più temibile di Aoki - favorendolo con i suoi
mezzi illeciti."
Il commissario Hiroshi Sakuragi aveva un'altissima considerazione di Rukawa
nonostante i suoi discorsi da vecchio padre brontolone e preoccupato. Lo
reputava un giovane incredibilmente intelligente e abile, in grado di
risolvere in poche ore casi che i suoi agenti ordinari concludevano in
giorni di lavoro. Per questo motivo si rivolgeva sempre a lui per i casi più
complicati o, come in quel momento, per quelli molto delicati.
"Tamada ha già fatto le sue richieste?" chiese il ragazzo moro al
commissario.
"Sì, ha inviato un pacco ad Aoki il cui contenuto era lo zainetto della
figlia e un video messaggio, dove di persona chiedeva al deputato di
commettere qualche passo falso per perdere le elezioni. In caso contrario
avrebbe avuto la morte della figlia sulla coscienza."
"Ovvio" costatò fra se il volpino.
"Allora accetti il caso?" chiese leggermente ansioso il signor Sakuragi.
"Devo fare delle ricerche e raccogliere informazioni, la richiamo io fra
qualche giorno" si limitò a dichiarare Kaede.
"Perfetto, aspetto con ansia, Hanamichi andiamo!"
"Papà!" sbuffò esasperato il rossino.
"Ok...ok, fai come ti pare ma non venire a piangere da me quando in un modo
o nell'altro ti spezzerà il cuore!"
L'uomo se n'andò come al solito borbottando e il rossino si mise a ridere.
"Dovresti dargli ascolto" lo interruppe con la sua voce profonda il volpino.
"Ok, allora lo chiamo per dirgli che mi aspetti" stette al gioco Hanamichi.
Ma quando il ragazzo dalla pelle dorata si mosse, Rukawa lo imprigionò per
la vita.
"Dove credi di andare?" gli domandò ad un soffio dal suo orecchio.
"A chiamare mio padre." Sakuragi continuò imperterrito nella sua recita ma
Kaede si era già stancato di quel gioco.
"Dopo" il fiato caldo lambì la pelle delicata del rossino che fu scosso da
un leggero fremito. "Ora dobbiamo riprendere il discorso interrotto di là in
bagno."
"Quale discorso?" chiese con finta ingenuità, facendo perdere il controllo
al suo ragazzo che lo tirò a se cingendolo possessivamente, prima di
baciarlo con passione.
"Ti è tornato in mente adesso?"
Hana sorrise malizioso prima di portare le braccia dietro al collo di Kaede.
"Sì ma non del tutto, credo di aver bisogno di chiarimenti!"
Kaede lo sollevò improvvisamente su una spalla e lo portò in quel modo fino
alla sua camera dove lo scaricò sul letto, imprigionandolo subito dopo con
il suo corpo.
"Pronto per i chiarimenti?"
"Sono tutto orecchie!"
Entrambi si svegliarono ormai a sera inoltrata, Hana riposava con la testa
adagiata sul petto scolpito del ragazzo mentre questi giocava
silenziosamente con le ciocche scarlatte del rossino. Quando Hanamichi sentì
i battiti di Kaede aumentare in maniera preoccupante, sollevò la testa per
vederlo in volto e domandò: "Sei preoccupato per il caso che ti ha
commissionato mio padre?"
Kaede lo baciò sulla punta del naso prima di negare con un gesto del capo.
"E allora cosa ti preoccupa?" continuò ad indagare.
"Tuo padre."
"Papà?!... Perché?"
"Dopo quello che ti sto per chiedere..."
"Devo preoccuparmi?"
"Vuoi venire a vivere con me?" propose così all'improvviso il volpino da
lasciare senza parole il compagno.
Hana si sollevò di scatto sgranando gli occhi.
"Il mio lavoro è pericoloso e mi fa sparire per diverso tempo" continuò
Rukawa approfittando del silenzio del rossino. "Il mio carattere può essere
davvero insopportabile ma io ho sempre più bisogno di te, ogni volta che te
ne vai, dopo aver trascorso tutto il giorno o la notte assieme...mi sembra
di morire."
"Kami Kaede è la cosa più bella che tu avessi potuto chiedermi!" esplose
alla fine Hanamichi, "non puoi nemmeno immaginare quanto lo desideravo. Ma
sapendo quanto tieni alla tua libertà, non avevo il coraggio di chiedertelo,
non volevo..."
Prima che potesse continuare però Kaede, lo interruppe con un bacio. "Do'aho...io
sono libero solo quando sto con te."
Hanamichi lo abbracciò forte per quello che gli aveva appena confessato.
"Allora porta a termine in fretta questo caso perché ho troppa voglia di
stare con te!"
"Stai scherzando vero?!"
"Perché?" Sakuragi non riusciva a capire la perplessità del suo amante.
"Tu vieni ad abitare qui da domani mattina" spiegò allora Rukawa "chiama una
ditta di traslochi e fatti aiutare. Modifica quello che ti pare, non
m'importa se rivoluzionerai tutto l'appartamento, quando torno a casa ti
voglio già qui."
Era praticamente un ordine.
"Domani ho un servizio fotografico!" cercò di protestare Hanamichi.
"E allora porta soltanto uno spazzolino e un cambio di biancheria."
Hana si mise a ridere prima di baciare di nuovo il suo ragazzo. "Sei
impossibile vuoi sempre tutto e subito!!"
"Quando riguarda te sì."
Una settimana dopo l'indagine di Kaede stava continuando e il trasferimento
del rossino era stato completato.
Rukawa entrò in casa a sera inoltrata in compagnia del suo socio Akira
Sendoh e trovarono Hanamichi sdraiato sul divano a guardare la tv.
"Ben tornato a casa" salutò il compagno con un sorriso.
"Grazie amore, mi sei mancato molto!" rispose Akira tentando di abbassarsi
per baciare l'amico ma Kaede lo trattenne per il collo della maglietta.
"Quando la smetterai di fare il buffone?"
"Quando tu mi permetterai di fidanzarmi con il mio amore!"
Hana ridacchiò divertito. "Mi dispiace Akira."
"Oh non temere mio dolce fiore, prima o poi riuscirò a liberarti da questo
morto vivente!"
"Hai finito di dire idiozie?" domandò esasperato il socio "se non sbaglio
sei venuto qua per lavorare!"
"Nei tuoi sogni! Io sono solo venuto per vedere Hana e per chiedergli il
poster della sua ultima pubblicità, quella del profumo, perché Kami tesoro
mi fa impazzire. La polizia stradale dovrebbe vietare l'esposizione di quei
cartelloni, sono sicuro che aumenterà in maniera esponenziale il numero
degli incidenti, non ho mai visto niente di più sexy e..."
La raffica di parole di Sendoh fu interrotta da qualcosa di freddo e
metallico che puntava alla sua tempia, quando Akira si voltò, si trovò
faccia a faccia con la canna della 357 magnum di Rukawa.
"Hai finito?" gli domandò squadrandolo con uno sguardo talmente gelido da
far balbettare l'amico: "Sì, sì...andiamo a parlare del caso."
"Bene."
Hana si rimise a guardare la tv, mentre Rukawa e Sendoh si spostarono in
cucina. Quando il programma fu terminato il rossino raggiunse i ragazzi per
bere qualcosa e dar loro la buonanotte.
"Quel bastardo si è fatto prudente" commentò Sendoh piuttosto pensieroso "Ha
rinunciato anche all'appuntamento che aveva preso con quel boss di
Singapore, pur di non uscire da casa!"
"Ragazzi vi state sbagliando!" intervenne all'improvviso il rossino
attirando l'attenzione di entrambi che lo guardarono perplessi.
"Non vi ho tetto niente perché credevo che lo sapeste già" si affrettò a
spiegare Hanamichi "ieri mattina è venuto uno degli uomini di Tamada in
agenzia ed ha prenotato un biglietto per la sfilata che si terrà la prossima
settimana."
"Stai scherzando vero?" chiese Rukawa a dir poco sbalordito.
"No, certo che no, perché non controllate voi stessi se non vi fidate!"
"Deve esserci qualcosa di molto importante sotto questa sfilata se quel
bastardo è disposto ad uscire dalla sua fortezza" concluse Akira esprimendo
a voce alta il pensiero del collega.
Kaede afferrò al volo la sua giacca e passando davanti al rossino lo baciò
velocemente sulle labbra. "Sei un genio, farò tardi sta sera, non aspettarmi
sveglio."
"Ok, buona ricerca" lo salutò il Sakuragi cercando di nascondere la sua
preoccupazione.
"Grazie tesoro, ci vediamo presto e ricordati il poster...ahi...ma sei
scemo!" Akira insultò il compagno massaggiandosi la testa dove era appena
stato colpito.
Ma Rukawa non prestò attenzione alle sue proteste e con voce decisa gli
ordinò di sbrigarsi.
Non appena il gorilla alla porta li vide, impallidì violentemente memore
dell'ultima volta che erano stati lì e si scansò all'istante per farli
passare.
"Grazie amico molto gentile" esordì Akira con un sorriso amichevole, falso
come i capelli di quell'energumeno, "sai per caso se il tuo capo c'è questa
sera?"
"Sì è dentro" rispose l'uomo senza provare a tergiversare.
"Bene."
Entrarono nel locale senza aggiungere altro e occorse qualche istante
affinché i loro occhi si abituassero al buio e al fumo che c'era. Poi,
ignorando completamente le ballerine che ballavano nude di fronte ai loro
occhi, cominciarono a guardarsi in giro per individuare il viscido direttore
di quel locale.
Il primo ad avvistarlo fu Akira e per avvertire l'amico gli diede una
leggera gomitata indicandogli la direzione con la testa.
"Andiamo." Fu la secca esortazione di Rukawa.
Nakano era seduto in un tavolino d'angolo intento ad accarezzare le gambe
della ragazza prosperosa che gli sedeva accanto, mentre la sua lingua
esplorava la cavità orale della stessa.
Sendoh e Rukawa si sedettero davanti ai due e il primo tossì rumorosamente
per attirare l'attenzione dell'uomo.
La reazione di Nakano fu ancora peggiore del buttafuori, si ritrasse
istintivamente il più lontano da loro, schiacciandosi contro il muro e
cominciò a sudare assomigliando maggiormente ad un grasso maiale.
La ragazza si alzò ben volentieri e finalmente Akira poté parlare:
"Correggimi se sbaglio, non ti avevamo forse avvertito del trattamento che
il mio amico ed io riserviamo ai maiali bugiardi come te?"
"Di...di che cosa stai parlando?" iniziò a balbettare il direttore "io non
vi ho affatto mentito."
"No eh... ci avevi garantito che Tamada non sarebbe uscito dal suo castello
per i prossimi sei mesi!"
"E' quello che vi ho detto perché è quello che è stato detto a me e quindi
quello che so." L'uomo cercò di rispondere con una voce sicura ma il
risultato fu davvero patetico.
"E allora perché a noi risulta un impegno nell'agenda di Tamada per la
prossima settimana?" continuò ad incalzarlo Sendoh con le sue domande.
"Siete sicuri?"
"Dubiti forse delle nostre fonti! Chi ci mente muore. Tu lo faresti?"
Il direttore si asciugò il sudore dalla fronte e dalla testa calva, prima di
rispondere un "assolutamente no" a dir poco terrorizzato.
"Ma vi assicuro che non so dove possa essere diretto!"
"Oh ma questo lo sappiamo noi, tu devi solo spiegarci perché un tipo come
Tamada rinuncia al suo totale isolamento solo per partecipare ad una sfilata
di moda."
Nakano rimase un istante a riflettere su quelle parole poi i suoi occhi
porcini brillarono, contento di poter dare un'informazione soddisfacente ai
due detective. "E' innamorato di un modello, accidenti deve essere proprio
andato se rischia tutto per un ragazzo!"
"Chi è il modello?"
"Non conosco il suo nome, a me gli uomini non interessano, però adesso ci
sono un sacco di foto sue che tappezzano la città per una pubblicità, è
impossibile che non lo abbiate notato ha i capelli rossi come il fuoco!"
Gli occhi di Kaede diventarono terribilmente scuri e Sendoh pregò tutti gli
dei del cielo perché l'amico non perdesse la testa e sparasse in mezzo alla
fronte del direttore davanti a tutti.
Fortunatamente Kaede riuscì a controllarsi, però si alzò velocemente e uscì
dal locale seguito d'Akira.
"Maledetto bastardo io lo uccido!" cominciò ad inveire un Rukawa a dir poco
sconvolto.
"Kaede per l'amor del cielo se lo ammazzi ora come facciamo a trovare la
bambina?" cercò di farlo ragionare il collega.
"Hai sentito che ha detto quel maiale, Tamada ha perso la testa per
Hanamichi, lo capisci questo, sai cosa può significare?"
"Certo che lo so e cioè che con il suo aiuto potremmo risolvere questo caso
in meno tempo del previsto."
Il colpo partì senza che Sendoh lo avesse visto e lo colpì in pieno stomaco.
"E con questo il discorso è chiuso!" La voce di Kaede era a dir poco
glaciale e a stento riusciva trattenere tutta la sua ira.
Ma Sendoh non si lasciò intimorire e continuò le sue argomentazioni:
"Maledizione Kaede, Hana non è il ragazzino viziato e indifeso che a te
piace tanto vedere!"
"Non ha importanza. Lui non deve più rischiare la vita, è troppo prezioso
per me!" Lo interruppe di nuovo senza sentire ragioni.
"E credi che a me non importi niente di lui, voi due siete la mia famiglia,
le uniche persone care che mi siano rimaste!"
"E allora dovresti capire..."
"Capisco perfettamente, però so anche che Hana ha più possibilità di noi di
trovare quella bambina e se lui scoprisse che non gli abbiamo dato quest'opportunità,
resterebbe profondamente deluso."
Kaede guardò l'amico a lungo negli occhi, poi se n'andò senza dire niente.
Sendoh non lo seguì, sapeva che aveva bisogno di stare da solo così si
limitò a gridare da lontano: "Riflettici Ru...per favore!!"
E Kaede non pensò ad altro per le poche ore che lo separavano dall'alba.
Restò sveglio a riflettere sulle parole di Sendoh mentre con le braccia
circondava protettivo il suo dolce angelo.
Akira bussò mentre Hana e Kaede preparavano la colazione.
"Buon giorno Aki, ti unisci a noi per la colazione?" lo salutò vivace come
sempre il rossino.
"Volentieri tesoro il tuo caffè è il migliore del mondo!"
"Lo ha preparato Kaede."
"Allora latte e cereali" esclamò il porcospino con il solito sorriso da
deficiente.
"Idiota." Fu l'unico commento del collega.
I tre ragazzi mangiarono tranquillamente come qualunque altra mattina poi
mentre Hanamichi sparecchiava e riordinava la cucina, Sendoh chiese al
collega: "Allora ci hai riflettuto bene?"
"Mh"
"E che hai deciso?"
Ma prima che Rukawa rispondesse Sakuragi l'interruppe con la sua voce
squillante: "Siccome oggi non lavoro n'approfitto per andare a fare un po'
di spesa, così vi lascio soli a parlare del caso."
"No, aspetta Hana, dobbiamo parlare proprio con te."
Gli occhi di Sendoh scintillarono mentre quelli del rossino fissarono il
compagno, sorpresi.
"Con me...ma riguarda il vostro incarico?"
"Sì, abbiamo scoperto qualcosa di sensazionale che riguarda te e che ci può
essere di fondamentale aiuto per il caso." Spiegò il porcospino sempre più
emozionato e quando Hanamichi chiese spiegazioni, Sendoh gli raccontò nel
dettaglio quello che lui e Kaede avevano scoperto.
"Kami Sama!" esclamò incredulo Sakuragi, "non mi ero accorto di niente!
Voglio dire, io non faccio mai caso al pubblico, nemmeno quando sono
presenti celebrità. L'altro giorno venni a sapere di Tamada solo per una
coincidenza fortuita. Ero in portineria ad aspettare il mio fotografo per
raggiungere gli studi e in quel momento arrivò il tipo a prenotare, feci
caso al nome solo perché era quello dell'uomo su cui stavate indagando!"
"Quindi non si è mai fatto avanti nemmeno sfruttando il suo nome?" domandò
Kaede con un'aria accigliata e pensierosa.
"No, non lo conosco...ultimamente mi arriva un sacco di fiori senza
biglietto, la mia agente mi ha detto che è normale per un modello di
successo, quindi non lo so se fra essi ci siano anche quelli di Tamada."
"Ne sono convinto" concluse Kaede "quell'uomo è innamorato seriamente."
"Già, e questo ci rende le cose più facili!" dichiarò alla fine Sendoh,
soddisfatto di vedere l'amico-collega finalmente convinto.
Trascorsero il resto della settimana a mettere a punto un piano da seguire
ma soprattutto ogni possibile via di fuga per il rossino, la cosa più
importante per Kaede era che Hanamichi si potesse tirare in dietro in
qualsiasi momento.
La notte prima della sfilata Hana e Kaede fecero a lungo l'amore, quando poi
la mattina si prepararono per uscire Kaede ebbe un ultimo ripensamento.
"E' una follia non voglio."
Hana si avvicinò al volpino e lo abbracciò posando la testa sulla sua
spalla.
"Andrà tutto bene tesoro, sono un bravo attore, riusciremo a fregarlo e sarà
un gioco da ragazzi!"
"Tuo padre ha perfettamente ragione, non sono la persona adatta a te, ti
metto sempre in pericolo e questo piano è spaventoso..."
"E' perfetto ed io mi fido ciecamente di te e d'Akira."
Hanamichi e Kaede arrivarono al *** in orario ma Sendoh li stava già
aspettando all'entrata dell'hotel, senza dire niente prese a braccetto Kaede
ed entrarono assieme, seguendo il rossino che con passo sicuro si diresse
verso i camerini.
"Ciao tesoro, questi due splendidi angeli sono con te?" domandò l'agente del
modello quando gli andò incontro per accoglierlo.
"Sì Rika, lui è mio cugino Yuki."
E indicò Kaede.
"E quello avvinghiato al suo braccio è il suo ragazzo Hidetoshi, erano
curiosi di vedermi sfilare, puoi trovare due posti per loro?"
"Certo stella per te questo ed altro...seguitemi ragazzi vi faccio
accomodare, tu intanto Hana vai pure a prepararti."
"Ti ringrazio, ci vediamo dopo ragazzi."
La sfilata terminò senza nessuna difficoltà, ottenendo tra l'altro anche un
gran consenso da parte del pubblico.
"Accidenti Kaede hai visto quanto era bello in nostro Hana-chan!" Sendoh era
in piedi come il resto del pubblico ad applaudire con entusiasmo.
"Nostro?" Per quell'infelice aggettivo, il collega lo fulminò con i suoi
occhi di ghiaccio.
"Quanto sei permaloso!"
"Zitto adesso."
Dopo la sfilata come di consueto, gli organizzatori e gli ospiti si
spostarono nel salone principale per il party.
Hanamichi, Akira e Kaede fingevano di parlare tranquillamente vicino al
tavolo degli aperitivi e quando Tamada si avvicinò per bere, il loro piano
ebbe finalmente inizio.
"Oh mi scusi!" esclamò il modello con un'aria affranta.
Il rossino, con un cenno impercettibile di Kaede, era indietreggiato
improvvisamente andando a sbattere proprio contro Tamada, facendogli
rovesciare sulla giacca il bicchiere di vino che aveva in mano.
"Sono mortificato" continuò a scusarsi mentre cercava di tamponare l'alone
scuro con il suo fazzoletto, senza ottenere un gran risultato.
"Io...accidenti a me, sono così maldestro!"
Finalmente Tamada si svegliò e bloccando la mano del rossino mormorò con la
sua voce da seduttore: "Io non direi, sembravi un angelo in quella
passerella!"
Hana arrossì abbassando lo sguardo.
"La ringrazio è davvero molto gentile."
In quel momento si avvicinarono Akira e Kaede.
"Hana!" lo chiamò quest'ultimo sforzandosi di avere una voce allegra e
tranquilla.
"Ah ragazzi!"
L'uomo guardò con sospetto i due come se Hanamichi fosse già una sua
proprietà privata e Rukawa fu costretto a conficcarsi le unghie sui palmi
delle mani dentro le tasche, per non colpirlo violentemente su quella faccia
da damerino.
"Loro sono mio cugino Yuki e il suo ragazzo Hidetoshi" li presentò
prontamente il modello "questo signore è...oh ma che sbadato, non ci siamo
presentati nemmeno noi!"
A quelle parole Tamada scoppiò a ridere definitivamente conquistato.
"Il mio nome è Shije Tamada."
"Molto piacere, Hanamichi Sakuragi."
"Oh ma io lo sapevo già, come si può ignorare il nome di un angelo?"
Hanamichi arrossì di nuovo fingendo imbarazzo.
"Piacere di conoscerla signor Tamada che cosa ne pensa della sfilata?" gli
domandò Sendoh per continuare la conversazione.
"Ad essere sincero non lo so proprio" ribatté l'uomo continuando ad
osservare il ragazzo dai capelli rossi con malizia "sono stato distratto per
tutto il tempo da altro!"
E lasciando la frase in sospeso, guardò dritto negli occhi Hanamichi che
abbassò lo sguardo in segno di timidezza mentre Sendoh e Kaede ridevano
complici con il boss.
Chiacchierarono amichevolmente ancora per qualche minuto poi Kaede decise
che era giunto il momento di lasciare la festa.
"Oh sì mi ero dimenticato d'avere lezione domani!" lo appoggiò il
porcospino.
A quel punto Hana prese un tovagliolino e scrisse l'indirizzo di casa sua e
di Kaede.
"Scusi se non le do il mio biglietto da visita ma momentaneamente vivo
nell'appartamento di Yuki e di Hidetoshi" disse al boss prima di proseguire
"a casa mia non troverebbe nessuno a parte una squadra di muratori e
d'imbianchini!"
Tamada prese il tovagliolo con lo sguardo fisso sul rossino che si affretto
a spiegare quello che aveva in mente: "Quindi può spedire a quest'indirizzo
il conto della tintoria."
"Non ce n'è bisogno!"
"La prego insisto, altrimenti mi sentirei in imbarazzo e in colpa."
"Come desideri."
"Bene allora spero di rivederla presto signor Tamada."
"Sì a presto."
Quando entrarono in macchina Sendoh scoppiò a ridere.
"Piantala." Fu il secco ordine degli altri due. Non avevano affatto voglia
di scherzare.
"Ok, ok non vi scaldate."
Adesso i tre non dovevano fare altro che attendere la prima mossa del boss.
"La sua rete d'informatori è davvero potente!" esclamò Sendoh quando vide
Tamada scendere dalla sua lussuosa berlina parcheggiata davanti al portone
di casa. "Ha già verificato a chi è intestato quest'appartamento, scoperto
l'indirizzo di Hana e controllato le nostre identità. Chissà se avrà
scoperto chi sono i miei veri genitori! Quasi, quasi glielo chiedo!"
Come tutti i buoni investigatori Kaede e Akira avevano una seconda identità
perfettamente documentata e legale, così Yuki Ueara e Hidetoshi Aoe oltre ad
essere intestatari di una casa, avevano anche una carta d'identità, una
patente di guida, un certificato anagrafico e così via...nel caso, come
quello, i loro indagati fossero tipi molto prudenti.
Kaede andò ad aprire la porta fingendo ovviamente stupore.
"Signor Tamada che sorpresa! S'accomodi...immagino che sia venuto per
Hanamichi!"
"Sì è in casa?"
"Certo, è in camera lo chiamo subito, intanto perché non si accomoda in
sala!"
"La ringrazio."
Qualche minuto dopo arrivò il rossino fingendo sorpresa a sua volta.
"Signor Tamada! Si è scomodato di persona, non c'era bisogno...anche se mi
fa piacere rivederla" aggiunse con un tono magistralmente timido e
imbarazzato. Tamada sorrise con lo stesso sguardo soddisfatto e malizioso di
un gatto che si sta per pappare l'uccellino, catturato dopo tanto penare.
"Sono venuto a riscuotere il mio debito."
"Certo, un attimo prendo il portafogli."
Tamada scoppiò a ridere e trattenendo il rossino per un braccio lo riportò
seduto sul divano.
"Sai la lavanderia mi ha assicurato che la giacca è rovinata e non credo che
tu possa avere una cifra simile sul borsello!"
"Ho mi dispiace...le farò un assegno."
"Facciamo così: per sdebitarti accetta il mio invito a cena!"
"Ma così non mi sdebiterei anzi...
"Lascialo decidere a me questo."
Hana rimase titubante per un istante ma poi accettò l'invito.
"Perfetto, indossa il vestito più elegante che hai, ti porto in un posto da
favola."
"Va bene."
Il rossino si ritirò nella sua stanza riflettendo sulla cecità della gente.
Solo perché era un modello, credeva di riuscire a conquistarlo con i suoi
soldi e le sue smancerie e non sapeva che il posto più favoloso per lui era
l'okonomiyakiya dietro casa: semplice e accogliente.
"Scusi se l' ho fatta aspettare" esordì Sakuragi ritornando in soggiorno
"crede che questo vestito possa andare bene?"
Tamada lo fissò incantato per diversi secondi, prima di andargli incontro,
baciargli elegantemente le mani e assicurargli che era meraviglioso.
"Sempre troppo gentile." Fu la risposta che mormorò per compiacerlo.
Hanamichi entrò in cucina dove i due "fidanzati" stavano guardando la tv.
"Accidenti che eleganza!" si complimentò con lui Sendoh.
"Ti ringrazio, il signor Tamada mi ha invitato fuori a cena...quindi ragazzi
finalmente vi lascio soli, divertitevi!"
"Arrivederci ragazzi" li salutò a sua volta il boss mentre accompagnava il
rossino verso la porta. L'uomo e Hanamichi uscirono e Kaede senza dire
niente si chiuse nella sua camera.
Hana tornò alle due passate e come si era immaginato trovò i ragazzi ad
aspettarlo.
"Allora che è successo?" domandò Sendoh con impazienza.
"Kami è l'uomo più borioso ed esibizionista che abbia mai conosciuto!"
esclamò disgustato il rossino "mi ha portato in un ristorante francese dove
il vino più economico si pagava quindici mila yen e non ha fatto altro che
parlarmi del suo yatch, delle feste che organizza e dei viaggi super lusso
che fa solo per il piacere di dire quanto ha speso per organizzarli."
"Niente di rivelante dunque" concluse deluso l'amico.
"Niente, abbiamo parlato solo di sciocchezze e poi mi ha portato in un
locale per sfoggiarmi ai suoi amici ma del deputato Matsui nemmeno l'ombra!"
"Ha già fissato la data per il prossimo appuntamento?" s'informò a quel
punto Rukawa.
"Sì c'incontriamo di nuovo mercoledì sera per cenare assieme."
"Sai dove andrete?"
"No, ha detto che vuole farmi una sorpresa, quello stronzo!"
"Non ti preoccupare" lo tranquillizzò subito Sendoh "quando comincerà a fare
sul serio, inizieremo a darci da fare pure noi!"
"Certo...adesso scusate ma voglio andare a riposare domani ho un servizio
fotografico...voi vi trattenete a parlare ancora?"
"No...vengo con te...Buona notte" Kaede Salutò il collega e si ritirò per la
notte con il suo compagno.
Rukawa e Hanamichi non dissero niente ma restarono abbracciati, paghi ognuno
del calore dell'altro.
Dopo l'invito di mercoledì ne seguirono altri, tutti molto galanti e
sfarzosi e ormai Hanamichi Sakuragi era divento ufficialmente il nuovo
compagno di Shije Tamada.
Era passata poco più di una settimana e già lo aveva riempito di regali
costosissimi compreso uno sfacciatissimo anello di fidanzamento.
Una notte né lui né Kaede riuscivano a prendere sonno.
"Domenica mi ha chiesto di passare la notte con lui" annunciò il rossino
preoccupato dalla reazione del suo amante.
"Lo so...me lo ha detto Akira."
"Non succederà niente" cercò di rassicurarlo Hanamichi.
"Ti chiederà di fare l'amore con lui." La voce di Rukawa era apparentemente
calma ma i suoi occhi erano agitati dalle fiamme dell'inferno.
"Non lo farò."
"E come pensi di poter rifiutare?"
"Lo drogherò e poi gli farò credere quello che mi pare."
"E' pericoloso ti ammazzerà se lo scoprisse!"
"Non succederà...fidati di me!"
"La sola idea che tu dorma nello stesso letto di quel porco mi fa venire il
voltastomaco."
"Se non fosse stato per quella bambina, non avrei mai accettato di aiutarvi
in questo modo!"
"Non ti chiederò mai più una cosa del genere, nemmeno per salvare la
famiglia dell'imperatore!"
Il volpino lo abbracciò forte e Hanamichi cominciò ad accarezzargli
dolcemente i capelli di seta nera.
"Ti amo."
Kaede non rispose ma baciò il suo ragazzo con una passione tale da sfociare
nella disperazione. Hanamichi era solo suo doveva essere impazzito quando si
era lasciato convincere dalle parole di Sendoh!
Tamada aveva organizzato una riunione fra amici del tutto segreta nel suo
yatch da trecento milioni di yen: lo scopo della riunione, una salutare
partitella a poker.
Sakuragi entrò nella saletta al fianco di Tamada e subito gli sembrò di
essere una pecorella smarrita, in mezzo ad un branco di lupi famelici. Gli
ospiti di Tamada, infatti, lo guardavano con una cupidigia tale da rendere
l'aria della stanza irrespirabile.
Dopo il primo attimo di smarrimento Hana riprese il pieno controllo dei suoi
pensieri e fra gl'invitati riuscì a riconoscere il deputato Matsui.
Finalmente le cose cominciavano a farsi più interessanti pensò mentre
salutava tutti gli amici del "suo" uomo.
La partita cominciò e il modello restò sempre al fianco di Tamada, con il
solo scopo di distrarre gli avversari e dare un bacio al boss alla fine
d'ogni mano per consolarlo o per congratularsi con lui. Fortunatamente
l'alcool cominciò a scorrere a fiumi e Hanamichi, con un abilità
sorprendente, iniziò a drogare i bicchieri degli uomini senza che nessuno se
n'accorgesse.
"Accidenti credo di aver proprio esagerato questa sera!" dichiarò uno degli
ospiti illustri massaggiandosi la testa.
"Già a questo punto è meglio ritirarsi" fu pienamente d'accordo il deputato
Matsui "anche perché non vogliamo rubare troppo tempo ai nostri ospiti!"
Tamada rise annuendo con la testa e dopo aver salutato velocemente tutti,
trascinò il rossino nella sua camera.
Dopo lunghi baci e ardenti carezze la droga ebbe finalmente il suo effetto e
Tamada si addormentò di botto sopra al ragazzo. Infastidito e disgustato dal
corpo di quell'uomo sopra di sé, Hana si sfilò a fatica da sotto di lui e lo
rovesciò con molta poca grazia poi, avvicinandosi al suo orecchio mormorò:
"Mi senti Tamada?"
Un sì biascicato lo fece continuare.
"In questo momento stiamo facendo l'amore..."
Cercando di trattenere il disgusto, Sakuragi descrisse nel dettaglio le
scene che l'uomo doveva immaginarsi, dopo di che si sdraiò a sua volta
provando a dormire almeno un po'.
Quando la mattina si svegliò, Hanamichi si ricordò immediatamente la
situazione in cui si trovava e avvicinandosi al corpo nudo del boss cominciò
a depositare piccoli baci sulla tempia e sul volto dell'uomo finché non lo
vide aprire gli occhi.
"Buon giorno amore" lo salutò con un sorriso radioso.
"Che c'è perché mi svegli a quest'ora?" gli domandò leggermente infastidito
l'uomo.
"Devo essere agli studi fotografici fra meno di un ora."
"Capisco, chiedi a Jiro di accompagnarti."
"Ti ringrazio."
Poi cercando di non scoppiare a ridere gli bisbigliò nell'orecchio: "Grazie
per la splendida notte che mi hai fatto trascorrere!"
"Sbaglio o ti avevo promesso che ti avrei fatto impazzire?"
"Non lo dimenticherò mai, grazie a te la mia prima volta è stata
meravigliosa."
"Sarà sempre meglio dolcezza."
"Non ne dubito, adesso devo proprio andare...mi mancherai."
"Ti chiamerò appena mi libero dagli impegni."
Hana baciò velocemente le sue labbra.
"Ti aspetto."
Hanamichi terminò di vestirsi e uscì dalla camera di quell'uomo imponendosi
di non correre. Una volta a casa il rossino s'infilò sotto la doccia per
depurare la pelle dall'odore di quel viscido individuo e raggiunse i
ragazzi. Abbracciò stretto il suo volpino e fece un resoconto dettagliato di
quello che era successo.
"Non era una riunione d'affari" concluse un po' sconsolato "quindi non sono
circolate molte informazioni ma, prima di separarsi dal deputato, Tamada gli
ha comunicato che si sarebbero incontrati la prossima settimana."
Gli occhi di Rukawa si animarono improvvisamente mentre con un ghigno
soddisfatto, Sendoh annunciò: "La prossima volta che v'incontrerete
agiremo...sei pronto Hana?"
"Mi fido di voi."
Tamada chiamò il giorno seguente per invitare Hanamichi a cena fuori nel
loro solito ristorante. La cena trascorse noiosa e snervante come al solito,
anche se il rossino fingeva una perfetta adorazione nei confronti dell'uomo
che aveva davanti.
"Sarà meglio andare adesso dolcezza, domani ho un'importante riunione
d'affari."
"Certo" rispose accondiscendente il rossino.
Uscirono assieme e attesero qualche istante che Jiro arrivasse con la
macchina e proprio in quel momento un'auto scura sfrecciò di fronte a loro.
Le guardie del corpo non fecero in tempo ad intervenire quando due colpi
partirono dalla macchina in corsa ed entrambi avrebbero centrato in pieno
Tamada se Hanamichi, accortosi del fucile che sbucava dal finestrino, non si
fosse lanciato contro il boss, mandando a vuoto il primo proiettile e
prendendo al suo posto il secondo.
Tamada restò a terra scioccato e confuso per qualche istante, poi vedendo il
sangue che copriva il corpo del suo angelo, cominciò a gridare e ad
impartire ordini ai suoi uomini.
"Chiamate un ambulanza presto e portatemi la testa dei bastardi che hanno
fatto questo, li voglio ora!!"
Hana sussultò sotto di lui e Tamada lo strinse forte a sé. "Tranquillo amore
sono qui io, sono qui, non ti lascio."
Il rossino strinse forte la mano invocando il suo nome prima di svenire.
All'ospedale i medici l'operarono d'urgenza ma dopo poco uscirono tutti con
la faccia più rilassata.
"Il suo fidanzato è stato fortunato signor Tamada" esordì il dottore con
un'aria incredula "la pallottola non ha colpito nessun centro vitale, è solo
molto debole per il sangue che ha perso, dopo le trasfusioni che gli stiamo
facendo starà meglio."
"Bene...posso vederlo?"
"Ancora è sotto anestesia, quando si sveglierà un'infermiera la verrà a
chiamare immediatamente."
Tamada si sedette in una poltrona ad aspettare e solo allora gli vennero in
mente i ragazzi con cui Hana viveva. Tirò fuori il cellulare e compose
velocemente il numero. Il telefono squillò a lungo poi una voce piuttosto
insonnolita e scocciata rispose: "Chi è che rompe a quest'ora?"
"Pronto sono Tamada."
"Signor Tamada che cosa è successo?" Sendoh si svegliò all'istante
preoccupato.
"Mi dispiace, mentre uscivamo dal ristorante ci hanno sparato da una
macchina in corsa."
"Kami Sama!"
"Hanamichi è stato colpito ma i medici mi hanno assicurato che non è nulla
di grave e che si riprenderà presto" lo rassicurò subito l'uomo.
"Ci dica il nome dell'ospedale, la raggiungiamo subito."
Tamada fornì quell'informazione dopo di che staccò la comunicazione.
Quando Sendoh e Rukawa arrivarono l'uomo era già nella stanza di Hanamichi.
"Mi dispiace si è appena addormentato, era molto stanco" disse con un filo
di voce.
"Che è successo, perché le hanno sparato contro?" s'informò Kaede agitato.
"Non lo so forse si è trattato di uno sbaglio o forse il mio potere
finanziario da noia a qualcuno, la polizia troverà i responsabili ve lo
garantisco!" promise ai ragazzi con tutta la sicurezza che un uomo potente
ha.
Kaede avrebbe voluto sorridere. Se la polizia avesse saputo quello che era
successo a quel ragazzo, adesso Tamada sarebbe morto, giustiziato
personalmente dal commissario un secondo dopo aver sparato in testa a lui.
E solo il cielo sapeva quanto n'avesse diritto!
Pochi millimetri sopra e Kaede avrebbe ucciso l'unica ragione di vita che
aveva.
"Adesso devo andare ragazzi" li avvertì l'uomo "rimarrò via un paio d'ore,
state voi con lui finché non sarò di ritorno?"
"Certo signor Tamada non si preoccupi" rispose prontamente Akira.
Quando il boss se n'andò, lasciando finalmente soli i ragazzi, Kaede si
piegò sul rossino e cosparse la sua fronte di baci.
"Perdonami, ti prego piccolo perdonami!"
Hanamichi si svegliò ma non aveva ancora la forza per parlare così si limitò
a posare la sua mano sulla nuca di Kaede per accarezzarla.
"Centro perfetto tesoro..." Fu solo un sussurro ma Kaede capì perfettamente.
Hana rimase in ospedale diversi giorni durante i quali Tamada non lo lasciò
mai, riempiendolo sempre di mille premure. Poi quando il medico lo dimise,
il boss insisté fino allo sfinimento affinché il rossino si trasferisse a
casa sua dove sarebbe stato assistito più assiduamente senza gravare troppo
sui cugini.
In realtà i ragazzi non aspettavano altro.
Tamada, dopo il gesto clamoroso che il rossino aveva fatto per dimostrargli
il suo amore, cominciò a fidarsi ciecamente di lui e non si preoccupava
troppo di nascondergli i suoi loschi affari. Hanamichi così, venne a
conoscenza di tutti i suoi traffici illegali e nonostante l'orrore, continuò
a recitare la sua parte di bambolotto senza cervello, era disposto a fingere
fino a quando non avesse scoperto dove teneva nascosta la bambina.
Dopo la visita di Matsui, Sakuragi entrò immediatamente nell'ufficio del
boss per indagare. Amoreggiò con lui per distrarlo e iniziò a porgli
casualmente qualche domanda alle quali Tamada rispose restando sempre sul
vago. Poi sedendosi sulla scrivania riuscì a spostare un po' i documenti che
la ricoprivano e da essi cadde una foto.
"Che bella villa di campagna!" esclamò con un'espressione leggermente
curiosa.
Tamada s'innervosì immediatamente anche se cercò di non darlo a vedere
quando rispose: "E' solo un vecchio rudere abbandonato!"
"Peccato sarebbe stato un posto molto romantico per trascorrerci l'estate
soli tu ed io! Dove si trova?" gli domandò ancora, nascondendo molto meglio
del boss l'agitazione che attraversava il suo corpo.
"Nelle campagne sperdute di *** una vera desolazione, il mio piccolo angelo
merita molto di più."
Hanamichi non indagò oltre, non voleva dimostrarsi troppo interessato e
sorridendo lo ringraziò delle sue premure.
Due ore dopo, mentre Tamada era impegnato in una riunione, quella stessa
foto fu scannerizzata e inviata per posta elettronica a Kaede; nel messaggio
c'era scritto semplicemente campagne di ***
La luna era completamente coperta dalle nuvole e la casa, avvolta da una
fitta vegetazione, era immersa nella più totale oscurità.
"Quanti ne hai contati?" domandò Rukawa a voce molto bassa.
"Nove: quattro sul tetto, due dietro la cisterna dell'acqua, due sul
terrazzo e uno libero" rispose il collega facendogli velocemente l'elenco.
"Dieci con quello dietro i vasi alla porta."
Sendoh alzò gli occhi al cielo, quella volpe voleva sempre l'ultima parola
ed effettivamente non gli sfuggiva mai niente.
"Allora liberiamo la parte est della casa, da lì uno di noi sale sul tetto e
l'altro pensa alla porta e alla cisterna, dopo di che entriamo in casa."
Il piano di Kaede si basava principalmente sull'effetto sorpresa.
"Va bene io vado sul tetto."
"Ok fai attenzione " si raccomandò Rukawa fissando l'amico negli occhi.
"Anche tu!"
Due giorni prima sul computer portatile di Kaede era arrivata una mail di
Hana contenente una semplice foto e un indirizzo a dir poco approssimativo.
Quarantotto ore dopo grazie al sistema satellitare della polizia, erano
riusciti ad individuare la casa e la sua ubicazione precisa e i due
detective erano partiti immediatamente per scoprire se Hanamichi aveva visto
giusto.
Le loro speranze erano aumentate notevolmente quando avevano trovato la casa
sorvegliata come la polveriera di una caserma militare. Avevano aspettato il
favore della notte e poi, utilizzando occhiali ad infrarossi, si erano mossi
per accertarsi della presenza della bambina.
Il rumore secco del collo che si spezzava confermò a Kaede la morte dello
sgherro che fu prontamente nascosto dietro i cespugli del bosco.
Immediatamente alzò la testa e vide che anche il socio stava trascinando un
corpo: la parte est era libera. Adesso avevano quindici minuti di tempo per
entrare in casa prima che gli uomini all'interno s'insospettissero della
mancata chiamata dei compagni.
Sendoh e Rukawa si lanciarono una rapida occhiata d'intesa e poi ognuno
proseguì indipendentemente con il piano.
Kaede scivolò avvolto nella notte schiacciato contro la parete
dell'edificio, così silenziosamente che l'uomo alla porta non si accorse di
niente, prima di morire nello stesso identico modo degli altri. Aspettò
pazientemente che il tizio nascosto dietro alla cisterna venisse a
controllare che cosa fosse stato quella specie di grido soffocato e quando
arrivò lo colse di sorpresa alle spalle, eliminando un altro ostacolo.
Era stato facile ma da quel momento sarebbe arrivata la parte più difficile
e imprevedibile: l'interno.
Mentre Kaede varcò la porta di casa, l'ultimo uomo sul tetto cadde a terra
con un foro sulla fronte.
"Che dilettanti!" Akira sbuffò notevolmente deluso "ed io che mi aspettavo
un bel po' di movimento questa notte!"
Aprendo la porta rugginosa che divideva il tetto dalla soffitta senza fare
il minimo rumore, Sendoh entrò in casa. Si guardò un attimo in giro per
orientarsi, la casa sembrava fatta di labirinti, tuttavia con Kaede aveva
imparato a memoria la planimetria dell'edificio così scelse con sicurezza la
via da percorrere. Durante il tragitto incontrò due uomini che riuscì a
freddare cogliendoli ancora di sorpresa, poi però sentì uno sparo che
squarciò il silenzio della notte: Kaede era stato scoperto, quindi svitò il
silenziatore ormai inutile della sua pistola per avere tutta la precisione
possibile.
La casa sembrò risvegliarsi improvvisamente, riempiendosi con i rumori
d'uomini che correvano e di altri che impartivano ordini.
Akira riuscì a ritirarsi prima che la pallottola centrasse in pieno il suo
volto, andando invece a conficcarsi nella parete infondo al corridoio, poi
sparò due colpi in successione e fu più preciso del suo nemico. Più
velocemente possibile percorse il corridoio rasentando le pareti, poi svoltò
a sinistra per prendere le scale e raggiungere il secondo piano.
Avvantaggiato dalla posizione riuscì a vedere due sgherri di Tamada che
salivano così, avvicinandosi al vano delle scale, sparò ad uno di loro
centrandolo in pieno, prima di ritrarsi velocemente per evitare la raffica
sparata dall'altro. Approfittò di quella breve pausa per cambiare caricatore
alla sua automatica e poi ricominciò a sparare eliminando anche il secondo.
Kaede intanto aveva controllato lo scantinato e il pianoterra senza trovare
tracce della bambina. Dopo aver eliminato diversi ostacoli, si apprestò a
salire al primo piano, tuttavia, quando non incontrò più nessuno, capì che
avevano cambiato strategia. Prese così la minuscola trasmittente dalla tasca
e si mise in comunicazione con Akira, che come lui non vedeva l'ombra di un
nemico da diversi minuti.
"Resta dove sei ti raggiungo."
Rukawa salì velocemente le scale e trovò Akira appoggiato alla parete.
"Stai bene? Sei ferito!" chiese preoccupato all'amico.
"Solo un colpo di striscio" lo tranquillizzò Sendoh "però mi fa un male
cane, non vedo l'ora di farmelo curare amorevolmente dal mio Hana-chan!"
"Dopo quello che lo hai costretto a fare, tu Hana-chan non lo rivedi nemmeno
in foto!" ringhiò pieno di rabbia Kaede.
"Cosa?! Ma guarda che lo hai permesso pure tu!"
"Silenzio, è tutta colpa tua, sbrighiamoci a trovare quella bambina, voglio
andare a prendere il MIO ragazzo!!"
"Sempre il solito permaloso!"
In quel momento però uno sfrigolio elettrostatico attraversò l'aria e la
voce di un uomo rimbombò nell'altoparlante posto accanto alla telecamera a
circuito chiuso.
"La caccia al tesoro è finita e per i miei gusti vi siete divertiti
abbastanza", l'uomo sembrava piuttosto alterato ma continuò: "Se volete la
bambina venite a prenderla, siamo al secondo piano, l'ultima stanza del
corridoio sulla destra."
Kaede e Akira s'incamminarono senza fretta nella direzione indicata loro,
una volta arrivati si misero ai lati della porta e attesero.
Akira però stanco di fare la statua, sorrise all'amico e bussò alla porta,
ritirandosi velocemente nella sua precedente posizione.
"Che deficiente!" commentò scuotendo il capo.
Un secondo dopo, una raffica violentissima di proiettili disintegrò la
porta. Quando il fuoco cessò, fu la volta dei due detective sparare i loro
colpi ma fu tutto inutile, nel giro di pochi secondi furono completamente
circondati. Come belve feroci prese in trappola, si guardarono rapidamente
intorno per individuare una possibile via di fuga ma non ne trovarono
nessuna: era arrivata veramente la fine della partita.
In un angolo bendata e imbavagliata videro la bambina. Era stesa per terra e
immobile, per un attimo Kaede temette che fosse stata uccisa non appena
avevano scoperto la loro presenza, poi però vide il suo diaframma muoversi
se pur debolmente e allora capì che le era stato somministrato un sonnifero.
"Allora mi avete sentito, buttate a terra le vostre pistole!!" abbaiò il
capo.
Akira e Kaede obbedirono.
"Tutte quante!"
Rukawa estrasse anche quella che aveva appesa al polpaccio mentre Akira
esitò.
"Che stai aspettando tu?" lo incalzò il gigante tutto vestito di nero.
"Maledizione se la getto non ho più speranze!" gridò stizzito il porcospino.
Ma Kaede conficcò il suo sguardo di ghiaccio negli occhi dell'altro e lo
insultò: "Idiota, vuoi faci ammazzare, muoviti getta quella pistola!"
"Ti conviene dar retta al tuo amico" s'intromise uno degli sgherri.
Akira esitò ancora alcuni istanti, poi prese la piccola colt che portava al
polpaccio, la soppesò per alcuni istanti dopo di che la scagliò
violentemente a terra.
In quello stesso istante una luce fluorescente ed accecante esplose dalla
falsa pistola, stordendo tutti quanti ad eccezione d'Akira e Kaede che
avevano preventivamente protetto i loro occhi
"Sbrighiamoci" ordinò Kaede sollevandosi in piedi.
In un attimo raccolsero le pistole poi Rukawa prese in braccio la bambina
mentre Akira piazzava una carica esplosiva sulla parete.
"Abbiamo novanta secondi" avvertì Sendoh.
"Allora presto, fammi strada!"
Akira corse per tutto il corridoio entrando all'improvviso in una stanza,
prese al volo una sedia con la quale sfondò il vetro della finestra e si
lanciò verso la corda che lo attendeva fuori di essa, scendendo agilmente
fino a toccare terra. Kaede si avvolse velocemente la mano con la maglia e
afferrata la corda, si lasciò scivolare giù, tenendo stretta a sé la
bambina.
"Muoviti Ru!" Lo incitò il collega.
Quando toccò i piedi per terra Kaede gli rispose provocandolo: "Avresti
potuto trovare una via di fuga più comoda, sapevi della bambina!"
"Ehi non è colpa mia se questa era l'unica stanza senza sbarre alla
finestra!!"
"Mh muoviamoci!"
L'orologio al polso di Sendoh emise un segnale acustico e i ragazzi smisero
di correre per gettarsi a terra e proteggere con i loro corpi quello della
bambina. Un secondo dopo la notte fu rischiarata da una deflagrazione
potente e un boato assordante, che ridusse la casa e i suoi abitanti in
cenere.
Velocemente Rukawa si alzò. "Andiamo."
E senza voltarsi indietro, raggiunsero l'auto nascosta nel bosco.
La bambina si risvegliò nella sua stanza d'albergo confusa e spaesata
qualche ora dopo. Non capiva dove quegli uomini cattivi l'avessero portata
ma i suoi occhi diventarono enormi e si riempirono di lacrime quando vide
seduto accanto al letto il suo papà. Incredula lo chiamò per accertarsi che
fosse tutto reale e quando sentì la sua voce profonda e rassicurante, si
lanciò verso di lui per essere stretta fra le sue forti braccia.
Sakuragi e i due detective uscirono dalla stanza per lasciare la dovuta
privacy a padre e figlia e il commissario n'approfittò per congratularsi con
i ragazzi.
"Un ottimo lavoro come sempre, complimenti."
"Grazie signore!" replicò Akira con un sorriso orgoglioso.
"Adesso andate pure a riposare sarete stanchi!"
"Grazie ma devo tornare assolutamente a Kanagawa."
Sakuragi guardò Kaede un po' stranito. "Ma dovrai affrontare ore di
viaggio!"
"Non si preoccupi commissario abbiamo trovato un autista speciale." Sendoh
non aggiunse altro.
"Ma cosa dovete fare di così urgente a Kanagawa? Il vostro caso è ormai
chiuso!"
"Oh ma non c'entra niente con il caso, Kaede ha promesso a suo figlio di
preparargli la colazione e non ce la farà mai se non arriva a Kanagawa entro
due ore. Se non dovesse mantenere la promessa, Hanamichi si arrabbierà da
morire!"
"Stai scherzando vero?"
Kaede sorrise stando al gioco del collega. "Niente affatto signore, sa
meglio di me quanto può essere viziato suo figlio."
Sendoh e Rukawa scoppiarono a ridere mentre uscivano dall'albergo e
inutilmente Sakuragi ordinò loro di fermarsi e di ritirare quello che
avevano detto su suo figlio.
A pomeriggio inoltrato Kaede e Hanamichi si svegliarono tranquilli e
finalmente rilassati nel loro comodissimo letto. Il rossino accese la
televisione e la sintonizzò sul tg delle cinque: la prima notizia riguardò
le misteriose esplosioni che avevano distrutto le ville di proprietà Tamada.
Nel disastro avevano perso la vita lo stesso signor Shije e innumerevoli
uomini al suo servizio. Gli agenti di polizia indagando avevano ritrovato
numerose tracce che portavano all'organizzazione mafiosa dei Dragoni Gialli,
pertanto era quasi certa l'ipotesi che si fosse trattato di un regolamento
di conti fra le due famiglie.
Il rossino ridacchiò nascondendo il volto sul torace candido del suo
compagno.
"Poveri Dragoni deve essere stata proprio una bella doccia fredda per loro!"
"Una sciocchezza se si paragona a quella che ha ricevuto il deputato Matsui
quando stamani ha aperto il giornale."
"Beh hai ragione."
Nel caos dell'esplosione, Kaede, guidato da Hanamichi, si era introdotto
nell'ufficio di Tamada, aveva preso numerosi documenti che testimoniavano la
complicità di Matsui con il mafioso e li aveva inviati in tempo reale alle
maggiori redazioni del paese.
Kaede dopo aver sentito anche la notizia di Matsui spense il televisore e
abbracciò forte Hanamichi.
"Sono felice che tutto sia finito bene" mormorò il ragazzo dai capelli rossi
sulle labbra del suo volpino.
"Io sono felice che tutto sia finito...il prossimo che ti mette le mani
addosso, lo elimino all'istante!"
"Kaede..."
Rukawa si spostò velocemente sopra di lui cominciando a baciarlo con
passione mentre le mani di Hana gli accarezzavano l'ampia schiena. Quando
Kaede fu sazio delle sue labbra, scese ad assaporare la pelle dorata del
collo e succhiando quasi fosse un vampiro la sua giugulare pulsante, fece
ansimare pesantemente il ragazzo sotto di lui.
"Aah...Kaede"
Il volpino sorrise e si spostò di nuovo, pure lui cominciava ad essere
impaziente, ciò nonostante non mancò di prestare le dovute attenzioni al
petto del rossino, lambendo i capezzoli ripetutamente e mordicchiandoli come
fossero fragole saporite. Scese poi sugli addominali scolpiti seguendo le
linee dei muscoli che lo portarono direttamene in paradiso. Hana gemette
ancora più forte schiudendo le gambe per Kaede, quando sentì la bocca di
quest'ultimo posarsi sulla sua virilità bisognosa d'attenzioni.
"Ti prego...Kae...smettila...ah...di giocare..." lo implorò indispettito.
Rukawa si staccò dal membro del compagno fissandolo dritto negli occhi, con
un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
"Come desideri!"
Senza dare tempo al rossino di aggiungere altro, si abbassò su di lui e lo
accolse totalmente dentro di sé, cominciando sin da subito a suggere e
spingere con la testa ad un ritmo elevato
"Hmm...haaa...Kami...quanto...quanto ti amo!" gridò Hanamichi senza
controllo.
E scosso da un profondo brivido, si riversò nella bocca della sua volpe che
lo bevve sin all'ultima goccia.
Asciugandosi la bocca con il dorso della mano, Kaede si tirò su mentre
Hanamichi, sollevando entrambe le braccia, afferrò dolcemente la testa di
Rukawa e lo guidò sopra di sé fino alla sua bocca. Fu un bacio lungo e
profondo che accese di nuovo il rossino e portò al limite l'eccitazione di
Kaede.
"Ti voglio dentro di me adesso!" Il sussurro del rossino era risoluto e
urgente come un ordine.
"Non desidero essere da nessun'altra parte" replicò Kaede con altrettanto
impeto.
Hanamichi sorrise accarezzando dolcemente la guancia del volpino, fissandolo
negli occhi anche quando Rukawa iniziò a penetrarlo.
Nemmeno per un istante i loro sguardi persero contatto.
"Ti amo da morire Hana!" ansimò Kaede restando immobile.
"Ti amo anche io Kaede." Fu l'immancabile conferma del suo amante.
Le loro labbra si sfiorarono per un istante poi il volpino appoggiò le mani
sul cuscino accanto alla testa di Hanamichi per sostenersi e iniziò a
spingere ormai incapace di trattenersi.
Il ragazzo dai capelli di fuoco sospirò pesantemente per il piacere, gemendo
sempre più forte via via che l'amante aumentava il ritmo e l'intensità delle
spinte.
Quando Rukawa stava per venire, spostò una mano fra i loro corpi e cominciò
a masturbare il compagno che si riversò violentemente nella mano gridando
tutto il suo piacere. Kaede, a quello spettacolo incredibile, lo imitò
subito dopo ed esplodendo nell'intestino di Hanamichi, lo marchiò con il
proprio seme.
Entrambi caddero sfiniti sul letto troppo sconvolti anche solo per
pronunciare una parola, poi Kaede riuscì a trovare la forza di spostarsi e
trascinare sopra di sé il suo rossino.
Trascorsero ancora qualche minuto in perfetta tranquillità ma poi colpi
violenti e ripetitivi arrivarono ad irritare le loro orecchie.
"Maledetto bugiardo apri questa porta...apri, se non vuoi che ti sbatta in
galera per rapimento!"
Il commissario Sakuragi stava gridando senza controllo fuori del loro
appartamento.
"Papa?!" Mormorò sorpreso Hanamichi.
Kaede sospirò rassegnato.
"Cielo ma come fa? Ha un radar speciale? Ha messo microcamere per tutta la
casa? È impossibile che riesca a beccare sempre il momento meno opportuno!"
Sakuragi scoppiò a ridere sinceramente divertito, mentre vedeva il suo
compagno alzarsi di malavoglia e indossare il primo paio di jeans che trovò.
"Di che ti sorprendi?" domando con il suo sorriso da bimbo pestifero "il mio
papà riesce sempre a comprendere quando il suo bambino è in pericolo!"
Kaede lo guardò disteso fra le lenzuola candide e il desiderio tornò a
ruggire prepotente dentro di sé. I colpi che risuonarono ancora più forti
all'ingresso lo convinsero ad abbandonare momentaneamente quei pensieri.
Tuttavia piegandosi per strappare un ultimo bacio al suo ragazzo mormorò:
"Aspetta che mi sia liberato di lui, poi vedrai di che cosa è capace il lupo
cattivo mio piccolo e indifeso cappuccetto rosso!"
Hana ricambiò il bacio con passione e quando si separò da Kaede gli regalò
un sorriso malizioso.
"Non vedo l'ora mio bel lupacchiotto!"
OWARI
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