Demoni parte
XIV
di Lara
Nulla, nulla era cambiato!
In quel mese di viaggio nulla era arrivato a portarlo più vicino alla
meta, sentiva solo un grande senso di vuoto e sofferenza che gli
inondavano il cuore e che gli intorpidiva le membra.
Sapeva che Rileg era li da qualche parte, così come sapeva che usava una
magia che non capiva e che lo aiutava a confonderlo, senza fargli mai
trovare la meta.
In preda allo sconforto sbattè i pugni sul tavolo della locanda semi
deserta.
Immediatamente l'oste si avicinò intimorito e infastidito da quello strano
cliente che pur vestito come uno qualunque del villaggio era chiaramente
uno straniero.
-Tu, se vuoi fare casino o portare rogne fuori di qua, siamo gente
pacifica, chiaro?- Anak fissò l'uomo basso e massiccio che fece un
inconsapevole passo indietro. Lo sguardo dello straniero brillava come i
fuochi dell'inferno e promettevano ritorsioni per chi lo avesse
infastidito.
-Neppure io cerco rogne, quindi lasciami in pace e portami un'altro
boccale di birra.- Anak si disinteressò subito dell'uomo tornando a
concentrare lo sguardo sul fuoco e facendo vagare la mente.
Come poteva essere che lui non riuscisse a contrastare quella magia?
Perchè non riusciva a trovare la strada? Eppure era stato messo più volte
sulla pista giusta, ma ogni volta guadagnava solo pochi passi prima di
ritrovarsi fuori strada.
La porta della locanda si aprì facendo entrare una ventata di aria fredda
e pulita nell'ambiente scuro e fumoso.
Una donna imponente dai capelli di fiamma che si intravedevano sotto il
cappuccio alzato si avvicinò senza esitazioni al tavolo occupato dallo
sciamano dopo essersi lanciata un rapido sguardo attorno.
Anak ignorò l'intrusa e trangugiò la birra appena portata dall'oste che
prese l'ordinazione della donna.
Senza preavviso la donna gli parlò in tono sommesso e tranquillo,
attirando subito l'attenzione del giovane sciamano.
-Sono qui per aiutarti, so cosa cerchi.-
-Chi sei?- La voce di Anak era tagliente come una lama di ghiaccio e i
suoi occhi erano fiamme di gelido odio.
-Il mio nome è Deoris sciamano, mi manda Laele. Dice che hai bisogno di me
per trovare la strada.- Anak rimase un momento sconcertato, che fosse
un'ennesimo trucco?
Scandagliò leggermente la mente della donna trovando delle barriere, ma
sentiva senza ombra di dubbio che non era un nemico e gli stava dicendo la
verità.
-Se ti manda Laele, come dici tu, che puoi fare per aiutarmi?- La donna
sorrise tranquilla con aria di saperla lunga, cosa che irritò non poco
Anak.
-Non qui, andiamo in un posto isolato, non sai che anche i muri hanno
orecchie e che il fondo dei boccali è pieno di occhi?- Deoris si alzò
lasciando sul banco delle monete e seguita da Anak si diresse fuori della
locanda.
Nella notte fresca e ventosa rischiarata dalla luna i due si diressero
silenziosamente e a passo lento verso l'interno della campagna. Presto si
lasciarono alle spalle il minuscolo villaggio e si fermarono solo quando
sul loro cammino trovarono un ruscello circondato da strane pietre che
sembravano uscire dalla terra come vecchie ossa di giganti sbiancate dal
tempo.
La donna sorrise e sfiorò con affetto le strane pietre, per poi sedersi su
una di esse riversa al suolo e facendo segno all'altro di sederle accanto.
-La magia di questo posto ci protegge Anak, qui possiamo parlare e nessuno
ci può ascoltare.-
-Allora parla, che aspetti?- Lo sciamano sentiva quella strana magia,
sottile come il respiro di un gattino, che aleggiava su quel luogo. Eppure
sapeva che, pur essendo così impalpabile, nulla era in grado di
sconfiggerla.
-Aspetto il momento giusto, come dovresti fare anche tu. Non arriverai mai
a nulla girando per queste terre come un toro infuriato, devi essere più
furbo del tuo nemico. Lui è una vecchia serpe e tu solo un pulcino.-
-Ma cosa dici! Io non sono come dici!- La donna rise per nulla intimorita
dalle urla di Anak.
-Dico semplicemente la verità, prima la accetti meglio sarà. E meglio sarà
anche per Marco.-
A quelle parole i loro sguardi si incrociarono e Anak crollò. Si prese la
testa tra le mani, piegandosi fino a nasconderla fra le gambe, mentre
alcune lacrime scivolavano via dagli occhi stanchi e spossati.
-Dimmi allora cosa devo fare, visto che sembri saperlo, di certo ti sto ad
ascoltare.- Deoris sentì l'angoscia presente in quelle parole ma rinchiuse
la pietà nel profondo del proprio cuore. Non era il momento di essere
pietosi o di lasciare che le emozioni la spingessero ad agire per il bene
di loro due senza pensare a quello contro cui Laele l'aveva messa in
guardia.
-Io posso aiutarti... Ma sei tu che devi agire sciamano. Ma se vuoi posso
dirti che come stai cercando è sbagliato, usi la rabbia e la cieca voglia
di vendetta, usa la tranquillità e vedrai che troverai la via. Sei molto
più vicino di quanto pensi e il tuo nemico sente già il tuo fiato sul
collo.-
§*§*§*
Marco non capiva perchè Rileg in quei giorni fosse sempre così rabbioso e
furioso.
Seduto, o meglio accucciato sulla grande poltrona, fissava l'uomo
massiccio che disegnava sul pavimento di pietra di quella stanza in cima
alla torre dove si erano rifugiati uno strano schema.
Sembrava un insieme di simboli e parole, ma lui non riusciva minimante a
capire a cosa potessero assomigliare.
Sentiva uno strano suono sibilante e gorgogliante uscire dalle labbra
dell'uomo, e ne era terrorizzato.
Vedeva le mani muoversi nella semioscurità come se avessero una loro luce
malsana. Verde e malata.
Senza riuscire a trattenere un brivido di paura fissò lo sguardo su quelle
mani, cercando di non pensare a come era caduto in basso per vivere solo
un altro giorno, nella speranza sempre più vana che Anak lo venisse a
salvare.
-Smettila di fissarmi stupido.- Marco trasalì e incassò la testa tra le
spalle chiudendo gli occhi.
-Come vuoi tu Rileg.- L'uomo rise, ma Marco si accorse che la risata aveva
una strana punta di nervosismo che non aveva mai sentito prima.
§*§*§
Laele guardava dentro una bacinella d'acqua limpida e chiara, ma non
vedeva il fondo argenteo della mezza sfera, ma seguiva gli spostamenti di
Marco e Deoris nella campagna. Ascoltava il loro discorso e rinforzava la
magia del luogo per proteggerli come poteva.
Non le era permesso di intervenire attivamente in quello strano gioco
orchestrato dagli Dei, ma poteva muovere le sue pedine come meglio
credeva, e proteggerle se le riteneva in pericolo. Dentro di lei la
bambina umana e la Dea si erano fuse, creando una nuova personalità che
amava profondamente gli esseri umani e che cercava disperatamente di
evitare una guerra che avrebbe coinvolto uomini e Dei, con risultati
disastrosi per tutti.
Aveva solo un modo per evitare quella guerra, mettere fine ai piani di
conquista di quel Rileg e mettere col tempo sul trono dei Tangle'da una
discendenza nata da lei, che avrebbe sempre servito la pace.
Sapeva benissimo cosa implicava, la rinuncia alla natura divina appena
riscoperta tanto per cominciare, e lo sconvolgere la vita di centinaia di
persone e non sempre per il meglio. Con un sospiro tornò a concentrarsi
sulla scena mostratale dalla bacinella e una volta conclusa la discussione
tra i due passò la mano sulla superficie dell'acqua increspandola e
ponendo fine alla visione.
§*§*§*
Anak fissava senza parole la strega che lo guardava seria in viso. Quindi
tutto quello che doveva fare era semplicemente non pensare alla meta?
Semplice a dirsi, ma come faceva a non pensarci?
Scuotendo la testa Anak si mise a ridre, una risata tesa e che nascondeva
troppa sofferenza.
Che ci poteva fare se non riusciva a non pensare a Marco e alla fine
atroce che voleva riservare a Rileg?
Finalmente calmo si rivolse alla donna, gli occhi spalancati in uno
sguardo che rasentava la follia.
-Tu mi chiedi di non pensarci, ma come credi che possa farlo? Non posso!!-
-Allora non farlo e lascerai per sempre Marco nelle mani di quel mostro e
gli consegnerai il mondi su di un piatto d'argento. Io la mia parte la ho
fatta, pensavo di venire con te fino alla torre di Rileg, ma a quanto pare
tu non vuoi neppure tentare. Addio.- La donna si alzò, lo sguardo duro
come smeraldi, e si incamminò verso il villaggio.
-Fermati! Aspetta Deoris!- Anak si trovò a correrle dietro e ad afferrarle
il polso.
-Lo farò, ci riuscirò, ma tu puoi aiutarmi ad arrivarci davvero?- La donna
osservò il viso dello sciamano per un lungo istante, studiandolo. I tratti
scavati e la follia nata dalla disperazione che si faceva strada nel fondo
degli occhi bicolori. Poteva aiutarlo e lo avrebbe fatto.
-Si, mi sa proprio che il mio aiuto ti serve... Ma ora andiamo alla
locanda e cerca di dormire, domattina partiremo.- Lo sciamano annuì,
sentendosi improvvisamene stanco.
La mattina arrivò velocemente e i due si misero in viagio.
Grazie ad un piccolo talismano che mascherava i pensieri Anak non era più
soggetto all'incantesimo che lo sviava e si ritrovarono dopo poche ore di
viaggio ai piedi di una imponente anche se diroccata torre circondata da
un fossato.
-Questa è la torre Anak.- Lo sciamano fissava senza parole la costruzione.
Era così vicina eppure non era mai riuscito a raggiungerla... L'odio montò
dentro di lui mentre seguito dalla donna lanciava il cavallo al galoppo
attraverso il fossato, invocando il potere che teneva legato dentro di sé.
Marco stava guardando fuori dalla finestra quando vide due figure il
lontananza che si avvicinavano alla torre, le prime che vedeva da quando
era li.
-Vedo che li hai notati anche te. Sai chi sono?- Il tono di Rileg era
strafottente e sicuro, come se sapesse chissà quali cose.
-Non lo so, e come posso?- Marco si voltò verso l'uomo sprofondato
comodamente in una poltrona che fissava il moto lento del vino sanguigno
nel calice che faceva ruotare con la mano.
-Così non sai che quella era la tua ultima occasione per dire addio al tuo
sciamano? Ma quanto mi spiace...- Marco si senti impallidire e per un
attimo sentì le gambe che gli cedevano. Anak era li, era arrivato... Ma
perchè Rileg sembrava così traquillo? Si rese conto di tremare di paura,
paura per Anak.
-Tu... Cosa hai in mente? Parla!- Senza pensare alle conseguenze e
sorprendendo anche se stesso si lanciò alla gola dell'uomo intenzionato a
ucciderlo a morsi se necessario. Ma dopo un attimo di sorpresa Rileg lo
allontanò, ridendo divertito.
-Non cambi mai. E questo mi piace. Se vuoi vedere cosa ho in mente seguimi.-
A passo lento Rileg scese le scale della torre seguito da Marco, sempre
più spaventato e preoccupato.
Quando arrivarono al salone posto circa a metà della torre si bloccarono e
Marco quasi pianse dalla gioia nel vedere Anak.
I loro sguardi si incontrarono ma c'era qualcosa che non andava.... Anak
cercò dentro di se il legame che avrebbe dovuto tornare a posto nel
momento in cui si sarebbero rivisti ma non lo trovò. Come aveva fatto
quell'essere mostruoso a traviare il legame tra sciamano e don'ha?
Con rabbia a stento trattenuta alzò lo sguardo fino a incontrare quello
dell'uomo, pieno di rabbia e odio.
-Finalmente ci rincontriamo sciamano. Vedo che ti sei portato dietro
un'aiuto, ma non ti servirà. Il don'ha ora è mio e anche la tua vita lo
sarà!- Marco si sentì morire a quelle parole, spinto dalla disperazione
cercò in tutti i modi di muoversi, andarsene, qualunque cosa! Ma Rileg
aveva detto il vero, il legame era ancora vivo, non si era sciolto. Perchè?
Marco non era un mago o uno sciamano, ma sentiva in qualche strano modo
che se solo fosse riuscito a uscire da quella torre il legame con Rileg si
sarebbe sciolto.
Poi una detonazione che lo fece cadere lo colse di sorpresa. La battaglia
tra Rileg e Anak era cominciata.
Lampi di luce nera si accavallavano attorno allo sciamano che rispondeva
con violente detonazioni.
Lentamente una luce verde e malsana prese forza nelle mani di Rileg che
scagliò lampi di luce dalle mani colpendo Anak con una di esse, facendolo
vacillare e indebolendolo.
Deoris, dimenticata da tutti, si era portata al fianco di Marco ancora
stordito e incapace di muoversi.
-Marco riprenditi, devi uscire da qui o Anak perderà contro Rileg!- Marco
la guardò impotente. Non ci riusciva, non riusciva a a muovere un solo
passo. Scosse sconfitto la testa dopo aver provato con tutte le sue forze
a fare anche solo un passo...
-Non ci riesco Deoris! Non ce la faccio... Il legame è troppo forte!- La
donna fissò con rabbia la lunga rampa di scale e prese Marco per i polsi
cominciando a trascinarlo. Era arrivata al quarto scalino quando un lampo
verde la sfiorò.
-Dove credi di andare tu, stupida strega?- Rileg fissava rabbioso la donna
preparandosi a lanciarle contro un'altro lampo ma Anak finì quello che
aveva iniziato ancora prima di entrare nella torre, l'evocazione di un
demone.
Sul pavimento apparve un pentacolo di fuoco da cui stava lentamente
emergendo un demone nero come la notte. Lunghe corna nere sporche di
sangue e un muso orribile, pieno di occhi rossi e bocche dentate. Spalle
massiccie e deformi da cui partivano tre braccia e il corpo a spire,
serpentiforme, che terminava in un aculeo nero e aguzzo da cui stillava un
liquido giallo e maleodorante. Rileg si immobilizzò dal terrore e Anak
sorrise, gli occhi folli e feroci, i capelli lunghi attaccati alla fronte
sudata e tesa nello sforzo di mantenere il controllo sul demone.
-Come la mettiamo ora Rileg? La tua magia è abbastanza potente da battere
un demone?- Una risata macabra usci dalle labbra tirate dello sciamano
mentre vedeva il viso pallido di Rileg coprirsi di goccioline di sudore.
-Ma come puoi evocarlo? Da dove prendi la forza? Maledetto!- Rileg prese a
scagliare con disperazione incantesimi sempre più potenti contro il corpo
scuro e squamoso del demone che gli si avvicinava a passo lento, per nulla
disturbato dalla magia che lo colpiva.
Deors riprese a tirare Marco che era sconvolto da quello che vedeva, e
dopo un tempo indefinibile vide il portone della torre. Nel momento in cui
lo attraversarono l'urlo di Rileg rimbombò per la tore, disperato.
-NO!!!- Il demone alto tre volte un uomo era curvo su Rileg e lo aveva
afferrato, le mille bocche ghignanti e le mille piccole lingue viola che
leccavano le labbra sottili e pallide.
Il viso dell'uomo deformato dalla disperazione e dal terrore più cupo, la
bocca immobile in un urlo muto.
-Ora vattene e porta con te quell'uomo, è il premio che ti avevo
promesso.- Il demone si voltò verso lo sciamano allo stremo delle forze.
Perchè accontentarsi di un essere umano quando poteva avere anche quello
che lo aveva evocato? Il demone si avvicinò sentendo la magia del giovane
farsi meno potente, le scaglie che producevano un rumore freddo e
metallico sulla pietra della torre e l'aculeo pronto a colpire per
paralizzare la sua vittima. Rileg, svenuto tra le mani dell'essere, era
sconfitto, ma Anak sapeva che anche lui avrebbe fatto quella fine.
Marco era finalmente fuori, e sentì il legame ricrearsi con Anak, uno
schiocco quasi sonoro che lo liberò dal giogo di Rileg.
Sentiva di nuovo la presenza di Anak, e sentiva esattamente cosa stava
succedendo. Anak aveva dato fondo a tutte le sue forze per chiamare quel
demone e ora stava per essere preso da lui. Con un grido d'angoscia Marco
si inginocchiò nel terreno, e fece quello che sapeva di dover fare.
Improvvisa come un temporale estivo una nuova energia si riversò in Anak
che riprese il controllo del demone.
-Vattene demone, ti rimando alle tue terre. Tornaci e porta con te Rileg.-
Con un grido di stizza il demone lentamente scomparve in una luce
multicolore portandosi via l'uomo che voleva conquistare il mondo e che
era ad un passo dal riuscirci.
Un rombo si innalzò dalle profondità della terra e Anak si alzò, cercando
di uscire fuori dalla torre prima che crollasse. Pietre e intonaco
cadevano attorno a lui alzando nubi di polvere soffocante.
Si sentiva perso e incapace di trovare l'uscita, quando una voce che lo
chiamava gli indicò la strada.
La luce chiara del giorno in quel momento sembrava irreale, era così pura
e bella.
Marco e Anak si fissarono, mesi di desolante e struggente lontananza li
dividevano, ma vennero cancellati da uno sguardo pieno di sentimento che
si scambiarono.
Un passo dopo l'altro si avvicinarono, attorno a loro il tempo stesso
sembrava trattenere il fiato.
La struggente dolcezza del rincontrarsi...
Si fermarono uno di fronte all'altro e Anak per primo alzò la mano,
sfiorando con le dita il viso pallido e segnato di Marco, le labbra
martoriate, il collo pieno di tagli e lividi...
Poi si abbracciarono, piangendo l'uno nelle braccia dell'altro, pieni di
felicità.
Erano di nuovo assieme, finalmente.
*************************
Non è la fine, tranquille, manca ancora un capitolo credo ^_^'''
Commentate mi raccomando o non leggerete l'ultimo capitolo -_-
Bai Baci
Lara aka Laele
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