Demoni parte
XII
di Lara
Erano solo alla fine del primo giorno di
viaggio ma Anak sentiva la mancanza di Marco accanto a lui come un'abisso
di vuoto nel cuore.
Il piccolo gruppo di viaggio si fermò in un piccolo villaggio di
contadini, dove trovò alloggio in una locanda piccola e pulita.
Inquieto per tutta la sera Anak andò a dormire con una sensazione cupa in
fondo al cuore che non si sapeva spiegare.
-Tu non oserai! Anak ti strapperà il cuore con le sue mani!- Rileg si mise
a ridere, percepira chiaramente il terrore del ragazzo biondo nascosto
dietro quelle parole spavalde.
-Anak non è qui, e non credo proprio potrà mai strapparmi il cuore, visto
che difficilmente tornerà da questo viaggio...- Marco si bloccò,
agghiacciato.
Che intendeva dire? Anak era forse in pericolo? Con un singulto disperato
cercò di forzare la stretta dell'uomo che gli circondava i polsi, ma
inutilmente.
-Credo che mi divertirò molto, sei un piccolo animale selvaggio, mi
piaci..-
Senza sforzo Rileg trascinò Marco che si stava dibatendo in preda al
panico ed al terrore nella sua stanza da letto e lo buttò sul letto,
facendogli picchiare la testa contro la testiera del letto.
Il colpo lasciò per un attimo Marco stordito e boccheggiante in cerca
d'ossigeno, impedendogli di vedere quello che stava facendo Rileg.
Aprì gli occhi annebbiati dal dolore e vide l'uomo che troneggiava su di
lui, immensamente più forte di lui.
-Lurido bastardo! Lasciami!- Una risata sommessa che fece scorerre un
brivido di terrore lungo la schiena di Marco fu seguita da una sberla
talmente forte che lo avrebbe scaraventato giù dal letto se non fosse
stato tenuto per un polso da Rileg.
-Io ti consiglio di rilassarti, sai? Potrei ordinarti di startene
tranquillo ma vederti così agitato mi piace e anche molto! A te la
scelta...- Marco sentì le lacrime pungergli gli occhi e scendere lungo le
guance. Una sola domanda che prendeva forza nella sua mente.
Perchè a lui?
Perchè?
Rigel sfruttando la temporanea immobilità di Marco lo spogliò, mentre il
ragazzo lo lasciava fare perso nel suo incubo mentale.
Ammirò il corpo efebico e candido del ragazzo, accarezzandolo e
pizzicandolo, desiderando farlo suo come non mai.
Lo aveva desiderato fin dal primo momento che lo aveva visto al raduno,
nudo e bellissimo, con i capelli biondi tanto rari anche tra i Tangle'da e
quegli occhi che si perdevano in tonalità violette.
Rileg passò le sue grandi mani sul corpo di Marco che pareva quello di un
bambino tra le sue mani, un bambino indifeso e terrorizzato.
Marco si riscosse quando senti l'uomo sfregiato allargargli con forza le
gambe, scalciò incontrando la carne morbita e sentendo un grugnito di
dolore da parte di Rileg.
-Lasciami!!! Non lo fare lasciami andare!-
-Piccolo schifoso, vedo che con te devo usare le maniere forti!-
Rileg girò Marco piegandogli i polsi dietro la schiena e legandoli con la
sua cintura, piagando la carne morbida e candida. Lacrime di sangue
scesero dalla pelle tagliata dal duro cuoio mentre Marco si ritrovava a
mordersi le labbra per non gridare dal dolore.
In quella posizione non poteva fare nulla, almeno non gli avrebbe dato la
sodisfazione di sentirlo gridare dal dolore.
Rileg bloccò Marco, divaricandogli le gambe e tenedole in quella posizione
con il suo peso.
Accarezò la pelle morbida e soffice della schiena, baciando con violenza
il collo e lasciandovi segni viola e piccole gocce di sangue lungo il
percorso dei suoi baci.
Scese lungo le scapole e morse con violenza la pelle, provocando nuove
piccole ferite.
Sembrava divertirsi, sembrava solo aspettare che il ragazzo sotto di lui
si lasciasse scappare sussulti di dolore.
Lentamente, assaporando il momento, allargò le morbide natiche entrando
con un movimento violento che fece inarcare Marco dal dolore.
Ma quella fu l'unica reazione.
Rileg letteralmente sfogò la sua rabbia con i movimenti che imponeva a
Marco, senza per altro ottenere neppure un sibilo di dolore.
Venne in quello che giudicò il miglior orgasmo della sua vita e uscì dal
don'ha con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
-Capisco perchè ad Anak deve piacere tanto scoparti, sei uno stupendo
giocattolino!-
Voltò Marco e notò con soddisfazione le labbra sanguinanti e i segni dei
morsi.
-Sei solo un lurido figlio di puttana.- Gli occhi di Marco erano velati di
odio e Rileg rise.
-Sono sicuro ti sia piaciuto, non lo negare! O se davvero non ti è
piaciuto ti ci abituerai presto, visto che non rivedrai mai più il tuo
Anak!- Una risata talmente carica di malvagia soddisffazzione da far
accapponare la pelle investì Marco, atterrendolo.
-Che cosa gli hai fatto bastardo! Che cosa succederà ad Anak?-
-Nulla di grave, morirà per un tragico incidente...- Le lacrime
rispuntarono incrontrollate e copiose sul viso di Marco, terrorizzato
oltre ogni dire.
Una mano enorme gli afferrò la nuca, baciandolo con violenza e masticando
le labbra già martoriate facendo sfuggire un grido di dolore al ragazzo.
-Rileg, ti prego farò tutto quello che vuoi ma non far uccidere Anak!-
L'uomo lo guardò ridendo.
-Tu fai già quello che voglio io, te lo sei scordato? Ogni mio ordine è
legge per te, quindi non mi puoi dare nulla che io non abbia già!- Marco
si sentiva sconfitto, inutile come non mai. Che cosa poteva fare ? Cosa?
Rileg spense le candele presenti nella stanza con una parola e lo afferrò
traendolo con violenza a sé.
Marco, le mani ancora legate dietro la schiena, decise che in un modo o
nell'altro Rileg gliela avrebbe pagata.
Non sapeva come, ma avrebbe avuto la sua vendetta.
Ma una domanda si fece strada nella sua mente, come mai Rileg voleva Anak
morto?
Solo per avere lui? Non lo credeva, che altro c'era sotto?
Quali trame politiche che non conosceva si dipanavano attorno a lui?
Cadde in un agitato dormiveglia in cui il dolore, la paura e l'odio gli
fecero compania.
Anak dormiva nella sua stanza alla locanda, il sonno gremito di incubi, ma
erano solo incubi? Se lo chiese nel sonno...
Sognava che Marco lo cercava disperato e che lui non lo poteva
raggiungere.
Gli pareva di continuare a correre senza mai raggiungere il suo obbietivo,
perso in una sconfinata nebbia grigia.
Si sveglò nel buio più assoluto con la certezza di non essere solo.
Cercò di non far accorgere la persona o qualunque cosa fosse nella stanza
con lui del fatto che fosse sveglio e iniziò a cercare il pugnale che
teneva sotto il cuscino con movimenti lenti e cauti, mentre un vago
grigiore prendeva il posto del nero che avvolgeva la stanza.
Uno scricchiolio leggero e troppo vicino lo fece rabbrividire, e poi una
lama affondò nel buio, spargendo scarlatte perle di vita.
L'alba accolse Rileg e Marco baciando il ragazzo biondo con la sua calda
luce dorata.
Schiacciato sotto il peso dell'uomo Marco aveva pasato le ultime ore a
sentirsi soffocare e a cercare di uscire da sotto quel corpo opprimente
senza riuscirci.
Un bussare violento e improvviso alla porta della camera svegliò Rileg che
si alzò di scatto, un'espressione irata sul volto.
-Chi è che ha il coraggio di svegliarmi? Se non è una cosa più che
importante lo strangolo!-
Il busare si era intensificato e Rileg sbraitò evidentemente irritato.
-Entra!- Un uomo magro e dinoccolato, avvolto in un mantello grigio entrò
nella stanza e piegò il ginocchio di fronte a Rileg.
-Padrone, il tuo assassino ha fallito! Ma non ha parlato e lo sciamano non
sospetta ancora di te, sta proseguendo il viaggio, ma credo ancora per
poco.- L'uomo di cui Marco non vedeva il volto tremava visibilmente sotto
lo sguardo feroce di Rileg.
-Incompetenti! Luridi topi di fogna incapaci! Prepara la carozza e di che
vado con urgenza a sistemare un affare di famiglia di un mio caro amico, e
di al maggiordomo di caricare i miei bagagli. E sbrigati prima che ti
ammazzi!- L'omino letteralmente sparì oltre la porta chiudendosela alle
spalle.
Marco guardava l'uomo con un sorriso soddisfatto sul volto, fissandolo con
sfida.
-Che fai ora Rileg, scappi?-
L'uomo lo atterrò con un manrovescio, buttandolo sul pavimento coperto di
pellicce e tappeti.
-Stai zitto, e non credere di aver vinto visto che verrai con me! Mi
seguirai buono e zitto Marco, e questo è un ordine visto che non ho voglia
di dare ascolto ai tuoi capricci!-
Il ragazzo si sentì disperato.
Sperava Rileg scappasse lasciandolo li, spezzando il legame, ridandogli la
libertà... Ma lo voleva trascinare per chissà quali posti!
Rileg velocente slegò i polsi segnati e insensibili di Marco che sentì
un'ondata di calore doloroso invadergli le mani quasi bluastre, incapace
di muoverle le lasciò penzolare senza vita lungo i suoi fianchi.
Poi si vide nello spechio e fu quasi spaventato alla vista del suo
riflesso.
Il viso era gonfio e violaceo, le labbra rotte e tumefatte, il collo
costellato dai segni dei morsi e di piccole gocce di sangue rappreso, il
corpo pieno di segni blu e viola...
Era ridotto malissimo e a quella vista il dolore si fece improvvisamente
vivo e forte nella sua coscienza.
-Non posso farti uscire con una faccia così, vieni qua!-
Costretto da quella voce Marco si avvicinò e sentì delle strane parole in
una lingua gorgogliante uscire dalle labbra dell'uomo molto più alto di
lui.
Il viso smise di fargli male e passandosi la lingua sulle labbra le trovò
intatte, ma come aveva fatto? Di certo era un altro tipo di magia, non
come quella di Anak!
-Così puoi andare, ma non posso portarti fuori così, tutti sanno chi sei e
desterei dei sospetti in loro a portarti con me visto che non sanno cosa è
un don'ha...- Rileg lo osservò a lungo, poi uno strano sorriso spuntò
sulle sue labbra. -Ti vedranno invece, solo che non sapranno che sei tu!-
Marco lo fissò, ma era impazzito? Cosa intendeva dire?
Vide l'uomo aprire un grosso armadio e tirarne fuore volute di stoffa
guardandolo sogghignado. Rileg trovava la sua idea geniale, tutti sapevano
che Marco era un ragazzo, quindi anche se efebico lo vedevano come tale,
lo avrebbe fatto passare sotto gli occhi di tutta la corte senza che
nessuno lo riconoscesse!
La stoffa si rivelò essere un vestito, lasciato li dalla precedente
occupante dell'appartamento e che un motivo o perl'altro Rileg non aveva
mai fato portare via.
E ne era felice.
-Sarai una splendida fanciulla Marco, che ne pensi?-
-Che sei pazzo! Non avrai sul serio intenzione di farmi passare per una
donna, vero?-
Rileg rise all'espressione sconvolta che balenava negli occhi del ragazzo.
-Pazzo? Può essere, ma questa pazzia mi porterà fuori di qui con te sano e
salvo!-
Un garzone di stalla osservava Rileg passare dalle stalle affiancato da
quella che sembrava una splendida ragazza dall'aria decisamente
arrabbiata.
Ammirò i cappelli biondi raccolti in una coda corta alla base del collo e
i tratti fini, letteralmente incantato, finchè uno stalliere molto più
anziano non gli diede una gomitata, intimandogli di lavorare.
-Lavoro lavoro... Ma hai visto che bella quella ragazza? Perchè non l'
abbiamo mai vista?-
Lo stalliere più anziano guardò un attimo la figura avvolta in un abito
crema e oro che si allontavana e scosse le spalle.
-Ragazzo mio, inutile che ci pensi tanto una ragazza simile non è alla tua
portata!-
I due ricominciarono a lavorare chiaccherando del più e del meno con
l'immagine della ragazza bionda stampata in mente.
La carrozza scivolava veloce per le strade della città e Marco si sentiva
decisamete incazzato a morte. E anche molto spaventato.
Che altro lo aspettava?
Anak... Dove era, come stava... Lo avrebbe rivisto?
Perso nei suoi pensieri non si accorse che uscivano dalla città, verso un
luogo che decisamente non conosceva.
Cercò di respirare più a fondo e i lividi sparsi per il corpo lo fecero
sussultare sconsigliandogli quella mossa.
Pensò a come si era visto nello specchio poco prima di uscire dalla stanza
di Rileg e desiderò morire lacerato tra l'imbarazzo e l'odio.
E poi possibile che nessuno lo avesse riconosciuto?
Spostò lo sguardo dal paesagio fuori dalla carrozza che in realtà non
vedeva a se stesso.
Mosse sconsolato la testa e guardò in cagnesco Rileg.
-Inutile che mi guardi male, il trucco ha funzionato, e finchè non siamo
arrivati continueremo ad usarlo! Visto che cercheranno un ragazzo biondo e
non certo una ragazza bionda! E poi non credevo che riuscissi tanto
credibile!-
Allo sguardo di puro odio Rileg rise, mentre si allontanavano sempre di
più dalla città, nelle ombre già lunghe della sera.
Il tempo volava su ali invisibili.
Anak decise di tornare indietro, aveva sentito nel sangue qualcosa che non
andava, e poi era sicuro di aver avuto una visione in cui Laele lo
chiamava dicendogli di sbrigarsi a tornare...
Senza addure spiegazioni precise fece voltare il gruppetto in viaggio e al
galoppo si diresse verso la città.
§*§*§*§*§*§*
Thò, ma quanti misteri....
Troverò una risposta decente a tutti questi quesiti nei prossimi capitoli
o no?
Chi lo sa....
*_____________________*
Marco: Maledetta ma ti rendi conto di quello che mi hai fatto? Razza di
depravata!!!
Lara: O marcolino mio, che dici? *^_^* Sei solo stato un pelo strapazzato
da quel figlio di buona donna di Rileg... Nulla di che *^_^* (angelic
smile)
Rileg: Io non sono cattivo, solo che mi descrivono così *_*
Lara/Marco: Zitto tu e a cuccia che nessuno ti ha chiamato!
Laele: E io a che servo in questa fic insomma?
Lara: O che palle fate un po di silenzio o no? Guardate che se non la
piantate vi faccio morire tutti, chiaro?
Tutti: O_O ok.... Facciamo i bravi ^_^;;;
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