Disclaimer: SD non mio ma di Inoue, e io non guadagno come al solito nulla. 
Avvertenze: Do per scontato che, anche questa volta, ho scritto questa fic SOLO su ispirazione, ma che non è assolutamente mia intenzione rendere QUEL gesto "affascinante"; se per caso ho dato questa impressione, mi scuso sinceramente.


Deep Depression

parte III

di Eshty

[A scuola, in terrazza]

- Hanamichi, vorrei che mi dicessi cosa c'è... -

Oh no Mitchy... non dirmi che un attimo di debolezza mi costerà una persecuzione perenne da parte tua, non ce la faccio, non ne ho voglia...

- Senti, so di non essere granché come persona, ma sai che con me puoi sfogarti, no? -

- Ero solo un po' stanco - 

Mento. Menzogne, bugie... il mio pane quotidiano. 

Nulla di più. 

Tutta la mia vita è solo una grottesca farsa; recito, improvviso, mimo... ma nulla di ciò che faccio, nulla di ciò che dimostro è reale. E' inevitabile, io non voglio la loro pietà. Io non ho bisogno di nessuno. 

Me la caverò da solo, come sempre. 

- Non raccontar palle... -

Fatto sta che gli dico di mio padre, di come non sia riuscito a salvarlo e di come mi senta in colpa. E funziona, mi crede. Pensa veramente che sia SOLO per quello. No, è ANCHE per quello Mitchy... ma hai già i tuoi problemi, perché dovresti sobbarcarti i miei? 

Siamo in terrazza, mi abbraccia. Io mi limito a guardare in alto; gabbiani bianchi si rincorrono, seguendo sentieri invisibili che solo loro conoscono. Come vorrei potermi librare in aria anch'io. Mi volto leggermente e posso vedere quanto siamo in alto rispetto al cortile... ma non penso di buttarmi, oh no. Non voglio compiere un gesto eclatante, voglio andarmene senza disturbare. 

In silenzio. 

[In palestra]

Evidentemente Mitchy ha parlato con gli altri, infatti mi guardano in modo strano. Se sapessero veramente TUTTO di me, di chi sono e di cosa provo, come si comporterebbero? Meglio non pensarci, non ci devo pensare... non voglio pensarci. Non lo so nemmeno io. 

Ma gioco mettendoci tutta la grinta e l'energia che ho, gioco fino allo sfinimento, gioco fino a quando il mio corpo riesce a reggere, poi collasso a terra. Ayako corre subito vicino a me, io non dico nulla. 

- Sakuragi, non dovresti sforzarti oltre le tue possibilità -

- Sto bene -

- E' meglio se vai a riposarti -

- Sto bene -

- Mitsui, aiutalo a cambiarsi -

- STO BENE... -

- E poi insieme a Kogure accompagnatelo in infermeria -

- STO BENE CAZZO! LO VOLETE CAPIRE?!? S-T-O B-E-N-E! -

Cosa devo fare? Scriverglielo? Disegnarglielo? Lasciatemi in pace, in pace, IN PACE!!

- Cosa ti sei fatto alla mano? -

Oh Kami sama, ci mancava pure che la kitsune mi facesse domande. Non parla mai, deve proprio iniziare adesso?!?!

- NIENTE -

Sono seduto su una panchina a bordo campo, vicino a me c'è Megane kun e davanti Rukawa. 

Cosa vogliono?

Perché mi tormentano?

Oh, come vorrei un rasoio.. una lama.. qualsiasi cosa che mi faccia smettere di sentire queste fitte dilanianti nel petto... basta, per favore, basta...

- Mitsui... Miyagi... -

Che vogliono? Perché mi stanno bloccando??? No Ayako, smettila, fermati! Io mi dimeno, mi agito, cerco di sfuggire alla ferrea morsa dei miei amici ma no ce la faccio... sono stanco, forse perché ho perso troppo sangue in questi giorni, forse perché non mangio praticamente più... non so.. Non sfasciami la mano, no... non togliere le bende!.. No, non voglio dare spiegazioni, non voglio che mi facciate domande a cui non so rispondere, non voglio che mi compatiate, no.. NO!

- Kami sama... -

Kogure, caro, piccolo, dolce, innocente Megane kun... I tuoi occhi sgranati dietro quelle lenti mi fanno capire che lo spettacolo non è di tuo gradimento e in effetti la mia mano è conciata proprio male... 

- Ma come te le sei fatte tutte quelle ferite? Chi è stato? -

Yohei... il mio miglior amico.. Rido. Rido istericamente, rido tristemente, rido sarcasticamente. Rido invece di piangere e urlare, rido invece di bestemmiare e distruggere. Rido e muoio dentro. Rido di voi, di me, dell'assurda situazione che si sta creando. Rido della fottutissima vita che devo vivere. 

- Hana kun... te le sei fatto da solo, vero? -

Complimenti Kogure, che perspicacia! E dimmi, intendi fare lo psicologo finita la scuola? Ti fisso, gli occhi coperti da un leggero strato di lacrime. Cosa vi aspettate, una confessione in piena regola? Una scena tipo quegli squallidi programmi melensi che fanno la sera? Oh no, io non mi abbasserò a tanto, io non mi umilierò...

- Questo si chiama autolesionismo Hana kun, è una reazione dovuta alla depressione ed è molto pericolosa... potrebbe portare al.. al... -

- Al suicidio? Intendi dire questo Megane kun? - concludo con un ghigno sarcastico stampato in faccia.

Tutti stanno zitti e mi guardano. Smettetela! Potessi vi caverei gli occhi e li scaraventerei lontano da me! Voglio solo un angolino piccolo e buio dove sedermi e dormire. Lasciatemi dormire.
Dormire.

Mi alzo e vado verso gli spogliatoi. Bene, nessuno intende fermarmi. Non mi cambio, voglio solo andarmene, scappare come sempre. Fuggire via da tutto e da tutti. 

Ma vengo sommerso da loro... dalle voci, dai ricordi, immagini così vivide che risvegliano nuovamente in me tutti i sentimenti negativi che sto cercando lentamente di uccidere. 

E parlano, parlano, parlano. 

Rumori, colori, sensazioni, emozioni. 

BASTA! 

La testa inizia a martellarmi, sudo freddo, lo stomaco mi si contorce, ho il respiro spezzato e non riesco a concentrare lo sguardo su un oggetto. 

Basta, lasciatemi in pace! State zitti, ZITTI!

< Idiota! >
< Nullità! >
< Dovevi morire tu! >
< Non farai mai nulla di buono nella vita! >
< Sei la vergogna della famiglia >
< Nessuno potrà mai volere uno come te... >
< Non vali niente >
< Incapace >
< Non c'è stato tempo... è morto... arresto cardiaco >
< La mamma è morta per colpa tua, TUA! >
< Do'aho >
< Deficiente! >

Non ce la faccio più, sto impazzendo! Fatele tacere, basta! Dolore, ho bisogno di dolore! 

Mi guardo in torno; non un rasoio, non un coltello... La finestra! Corro verso di essa e la frantumo con un pugno; ho profondi tagli fino al gomito, ma fa lo stesso... sangue, sangue ovunque. Prendo un pezzo affilato e incido la carne della mano ancora illesa... sangue, ancora di più, ne ho bisogno, è una strada a senso unico la mia... 

Morire, devo morire! Basta dolore, basta sofferenza, basta ricordi, basta sensi di colpa, basta umiliazioni... 

BASTA! 

Urlo, ma non per il dolore, ma per la rabbia, per la frustrazione. E più grido più mi ferisco, coprendo le voci che parlano nella mia testa. 

E non lo sento arrivare. 

Mi sento tirare da dietro e non faccio in tempo a guardare chi è il bastardo che osa interrompe questo momento idilliaco, che vengo colpito in piena faccia da un diretto. E un altro. Un altro ancora e ancora e ancora. 

E' Rukawa. 

Poi si ferma e mi fissa. Non c'è pietà nei suoi occhi... c'è... dolore? Disperazione? E cos'altro? Non capisco, non riconosco quella luce.. cosa significa?

- Non farlo.. più.. Non devi, non tu... -

Immagino che se qualcuno entrasse in questo momento penserebbe ad un film dalla trama un po' contorta, diciamo pure malata. 

Una finestra rotta, vetri sparsi per terra, sangue ovunque, due ragazzi sdraiati sul pavimento, quello sotto con le braccia lacerate da profondi tagli e il viso tumefatto da una decina circa di pugni. 

Ora ricordo il senso di quello sguardo; subito non l'ho riconosciuto perché era da tanto che non lo vedevo, non rivolto a me almeno... è amore. 

Sorrido, sento il cuore diventare improvvisamente leggero, sospiro mentre vengo avvolto da una sensazione di liberazione e piango. 

Piango di sollievo, di gioia. 

Forse... forse sì.

Forse c'è ancora una speranza. 




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