Note: La seguente schifezzuola nasce dai sensi di colpa nei confronti di Yurika. Gliel'avevo scritta per farmi perdonare di una certa mancanza e sarebbe rimasta di sua esclusiva proprietà, ma lei, nella sua infinita bontà, ha dato il permesso affinché fosse divulgata. E' autoconclusiva e non adatta ai diabetici.
P.S.-scritta mentre ascoltavo la ost di Kusatta per gentile concessione della Grifis che si è fidata a far mettere mano ai suoi preziosi cd a quella pazza della sottoscritta.
Buona lettura a tutti!!!



Dedicated to an Angel

di Amberyl


-Auguri amore!
-Auguri anche a te, Akichan!
Stacchiamo gli occhi l'uno dall'altro mentre i calici si avvicinano.
Appena il tempo di sentire il tintinnio del cristallo che torniamo a fissarci.
Ah, cosa non darei per poter sempre questo sguardo su di me.
Hanamichi.
-Buon anniversario!
Chi l'avrebbe mai detto.
-E' già passato un anno.
Stiamo insieme. Ci amiamo.
-E ti voglio bene come il primo giorno.
Gli trema la voce alla mia scimmietta. Fa tanto il grosso e poi si emoziona come una ragazzina alla prima cotta per un semplice 'ti voglio bene'.
-A noi.
Beviamo con le braccia incrociate. Lo abbiamo visto fare in un film occidentale e ci è piaciuto tanto che abbiamo fatto nostro quel modo così intimo di brindare nelle occasioni importanti, e questa, decisamente, lo è. 
Solo un anno fa' piangevamo lacrime amare e adesso la gioia più autentica riscalda i nostri cuori.
Mi viene da sorridere se ripenso a quando ho comprato questa bottiglia. L'hai squadrata con aria preoccupata.
-Ce la possiamo permettere, Akichan?
Se ce la possiamo permettere? Siamo giovani, felici e innamorati. Persone come noi possono permettersi tutto.
Lo champagne va giù piano, con la stessa calma con cui il nostro amore è sbocciato.
Entrambi delusi, entrambi feriti.
E soli. Troppo soli.
Si dice che da due solitudini possa nascere una grande unione.
Mi è consentito di dire liberamente la mia? E' tutto vero. Così maledettamente reale che posso toccarlo con mano, il mio Hanamichi, mentre gli sciolgo i capelli e ci passo in mezzo le dita.
Se li è fatti allungare per me. Un giorno mi è sfuggito che i ragazzi coi capelli lunghi, in fondo non mi dispiacciono e lui ha dimenticato l'esistenza dei parrucchieri.
E' o non è un ragazzo meraviglioso?
Ed è il MIO ragazzo.
Un altro giro. Per entrambi.
Le bollicine salgono lungo le pareti lisce del bicchiere e con loro tornano a galla anche i miei ricordi.
Rukawa, con le sue membra aggraziate impossibili da non desiderare, le movenze feline con cui mi girò intorno al cuore prima di entrarvi con prepotenza, la sfacciataggine con cui, dopo avermi rubato un bacio, mi chiese di farlo mio. E le notti, le troppe notti in cui mi addormentavo sapendo che al mattino non l'avrei trovato, che sarebbe scappato via da me, come dovesse nascondersi da qualcosa.
Quante volte l'ha fatto anche con te, mio dolce Hanakun? Quanti risvegli solitari hai dovuto ingoiare? Quante volte ti ha dimostrato di appartenere solo a sé stesso?
Non me ne hai mai parlato. E io non te l'ho mai chiesto.
La tua disperazione e i tuoi singhiozzi quando è partito parlarono per te, quel giorno all'aeroporto.
Come potrei dimenticare la tua figura immobile che lo spiava di nascosto mentre si avviava al terminal.
Lo hai seguito con lo sguardo fino all'ultimo istante, nutrendoti della flebile speranza che fosse un incubo, uno scherzo, o anche solo che all'improvviso cambiasse idea. Ma lui non è tornato indietro, non si è fermato.
Non si è neppure voltato verso di te. Forse neanche ti ha dedicato un ultimo pensiero nell'attimo in cui il cancelletto si richiudeva alle sue spalle.
Il confine tra passato e futuro era superato.
E tu, io, il Giappone intero, eravamo tagliati fuori dalla sua esistenza.
Quando è scomparso dalla tua vista, quando hai capito che era finita, che ti aveva lasciato per sempre, senza alcun rimpianto, hai fatto per rincorrerlo, ma le tue gambe hanno ceduto, come se lui si fosse portato via tutta la tua voglia di vivere.
Scusami se nel vederti piangere inginocchiato a terra, non sono riuscito a impedirmi di correre da te e abbracciarti.
Scusami anche se non ti ho risparmiato le mie lacrime mentre i nostri 'perché?' si facevano eco a vicenda.
Scusa se ti ho usato per togliermelo dalla testa.
Scusa la foga con cui facemmo l'amore quella prima volta a casa tua. Per disperazione. Per troppa paura della solitudine.
Scusa se non sono riuscito a impedirmi di innamorarmi di te e se ho permesso a te di fare lo stesso.
Scusa per tutto.
E grazie di esistere, Hanamichi.
-Un ultimo bicchiere?
Ma sì, ce n'è rimasto giusto quanto basta per riempirli a metà.
Beviamo e la tua bocca rimpiazza subito il cristallo sulle mie labbra ancora umide.
-Con quello che l'hai pagato, non ne va sprecata nemmeno una goccia.
Sempre il solito esagerato! Nemmeno fossimo ridotti alla fame.
-Ma quanto la fai lunga, Hana. Se l'idea fosse venuta a te io non mi sarei certo lamentato per i soldi spesi. 
Oddio!!! E ora che è quello sguardo soddisfatto? Mi devo preoccupare?
-Sai, Aki, è esattamente quello che volevo sentirti dire.
Non so cosa si sia inventato, ma adesso posso rispondermi. Sì, Akira, comincia pure a preoccuparti!
Senza aggiungere altro si tira su e in equilibrio sulle ginocchia inizia a frugarsi in una tasca.
Ne estrae una piccola scatola blu dai complicati disegni argentati, la afferra con entrambe le mani e me la porge.
-Sp...sperochequestopossadimostraretuttol'amorecheprovoperte!
Oh, Hanamichi, vorrei che tu potessi vederti in questo momento. Non so se sono più rossi i tuoi capelli o la tua faccia. Dio, quanto sei dolce quando ti imbarazzi così. Mi fai venire voglia di mangiarti di baci.e di fare non solo quello, ma lasciamo perdere.
-Prendilo!
-Grazie, tesoro, ma non dovevi.
-Aprilo!
No, non lo apro. Non prima di averti ringraziato con un bacio, ma devo separarmi alla svelta da te, o qui la cosa rischia di andare per le lunghe. 
-E dai, aprilo.
Ma quanta fretta, cucciolotto mio.
-Oh, ma di chi è il regalo, tuo o mio?
Non risponde. Che significa che non risponde?
Sollevo il piccolo coperchio e capisco.
E' per tutti e due. Non ho certo bevuto abbastanza da vederci doppio. E questi sono due anelli con le nostre iniziali in brillanti.
-Tu sei pazzo! Mio dio, non voglio pensare a quanto puoi aver spes.
-Scusa, ma prima non c'era qualcuno che affermava che non si sarebbe lamentato di soldi e roba del genere?
Toccato!
-Senti, Aki...non so se ho fatto bene...forse è ancora presto per chiedertelo...in fondo, è solo un anno che stiamo insieme, ma ... 
Lo fermo con un bacio e senza farmene accorgere sfilo gli anelli dalla scatola.
-Sbagliato! E' 'già' un anno che stiamo insieme. E comunque, sì. Lo accetto come un pegno d'amore. Accetto di legare la mia vita alla tua. Accetto questo regalo con la speranza che riesca a tenerci vicini come siamo adesso.
Sento la tua mano tremare mentre il cerchietto d'oro scivola sulla pelle del mio dito fino a cingerlo saldamente alla base. Ora tocca a te, amore mio, vivere quest'emozione. Spero che quello che stai provando sia intenso come quello che provato io, nell'unire i nostri destini, ora e sempre.
Il contrasto di questa fascetta d'oro bianco sulla tua pelle abbronzata esercita una strana attrazione che non riesco a contenere. Ho ancora la tua mano stretta nella mia. La avvicino alla bocca e appoggio le labbra, poi torno a guardarti.
No, no amore, via queste lacrime che scendono dai tuoi occhi. Esistono altri sistemi per esprimere felicità e gioia, oltre al pianto.
Lo stringo tra le braccia.
-Aki, ti amo, dio solo sa quanto.
-Lo so, invece. Sei tutta la mia vita, piccolo. Ora smetti di piangere, ti prego.
-Non ci riesco. Dovremmo amarci un po' meno, così non piangerei mai.
Che cosa? Lo stendo sul tappeto di scatto e gli sono subito sopra.
-Scordatelo!- sibilo prima di possedere la sua bocca. E non è un bacetto come quelli di prima. Diamo sfogo a tutta la nostra passione, con le lingue che duellano senza sosta, le mani che corrono sui nostri corpi come impazzite cercando ti toccare quanta più pelle possibile, strappando gemiti di piacere e sfilando i vestiti.
Non so perché, ma ho come l'impressione che la vera festa inizi solo adesso!




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