TUTTI I PERSONAGGI SONO MIEI
A distanza di un anno, forse anche di più, ho ripreso in mano questa storia, è
stata riveduta e corretta. Tratta di temi delicati, tra cui religione, incesto
(in maniera non esplicita), violenza e morte. Se questi argomenti vi dovessero
infastidire o vi doveste sentire offesi, non leggetela.
Un grazie particolare a Pierre per i consigli, i suggerimenti e le parole di
incoraggiamento; alla mia beta Marydavil, a Dea, Underdark, Ale e Ichigo per
tutto il sostegno e l’aiuto.
Death
parte I
di Witch
Faceva freddo quella sera, ma Michael non lo sentiva, camminava
lentamente, perso nei suoi pensieri senza far caso a dove andasse.
Era così triste. Anche quel giorno era cominciato male, con una furibonda
litigata con suo padre, per una cavolata, ed era proseguita peggio quando sua
madre aveva sbottato che se in famiglia si stava così male, la colpa era solo
e soltanto sua. Sospirò pesantemente, stringendosi nel giaccone. Aveva deciso
di andarsene di casa, ma non aveva un lavoro fisso e i pochi soldi da parte
non sarebbero bastati. Sapeva però che quello era l’unico modo per sistemare
le cose:andarsene.
La madre aveva ragione, la colpa era soltanto sua. Era stato un peso sin dalla
nascita. Dapprima perché era stata una gravidanza non programmata, non voluta,
in seguito perché era sempre stato cagionevole di salute e finiva spesso in
ospedale pesando non poco sul misero budget familiare.
Una lacrima scese lentamente sul bel volto di Michael che l’asciugò
prontamente. Pensava di averle esaurite, ma appena ripensava alle ultime ore o
meglio, alla sua vita, ricominciavano a scendere come un fiume in piena.
“Mi dispiace, mi dispiace tanto” mormorava tra sé.
Si sentiva davvero in colpa, anche se non era stato lui a scegliere, non aveva
chiesto lui di nascere, ma era arrivato e aveva distrutto le vite (come gli
ripeteva molto spesso, troppo, sua madre negli ultimi anni) delle persone che
più amava al mondo. Perché le amava, le amava con tutto se stesso sebbene non
riuscisse a dimostrarlo, ma solamente a litigarci. Cominciò a singhiozzare e a
delinearsi nella sua mente l’idea di farla finita: vedeva se stesso mentre
afferrava un coltello da cucina e se lo piantava nel petto, o si tagliava i
polsi. Erano continui flash, come pezzi di un film. E sembrava davvero la cosa
più giusta … solo che lui era cattolico e sebbene non fosse praticante credeva
in Dio. Ci credeva disperatamente! Nonostante tutti i suoi peccati (non era
certo un angioletto) a partire dall’ira e la gola, passando per tutti i vizi
capitali, sentiva che il suicidio sarebbe stato la sua condanna definitiva.
Non credeva certo di finire in Paradiso, ma una piccola parte di se sperava
nella misericordia divina che l’avrebbe condotto al Purgatorio. Ma il suicidio
… dritto all’inferno. A che pro, quindi scappare dalla vita per auto
condannarsi definitivamente, senz’appello ad una pena eterna? Era disperato,
ma non sino a quel punto. Non ancora, almeno.
Continuava a camminare, perso nei suoi ragionamenti e non accorgendosi di
essere finito in un quartiere poco sicuro, specie di notte.
Sorrise mestamente: “se venissi ucciso non sarebbe colpa mia …” si disse.
Ma un brivido lungo la schiena gli fece capire che non voleva morire lui
VOLEVA vivere! Ancora non aveva imparato a farlo, ma amava la vita! Spesso
ringraziava Dio per le piccole cose come una doccia fresca d’estate, la
pioggia primaverile, il calore del camino quando fuori si gelava, la
possibilità che l’esistenza gli dava di poter osservare gli animali, cani e
gatti in particolare … o avere solo, ancora un giorno in più.
“Meglio allontanarsi” pensò, ma non aveva fatto neanche in tempo a formulare
il pensiero che fu circondato da cinque persone.
“Ma guarda chi abbiamo qui!” Disse un ragazzo piuttosto alto e grosso “Ma che
bel bocconcino!” Gli fece eco un secondo. Michael sentì il terrore invadergli
le membra. Non voleva finire ucciso e magari violentato. Lui a ventidue anni
era ancora vergine, il sesso lo imbarazzava (anche se questo non ti ha mai
impedito di toccarti, gli fece notare la sua coscienza). NO, NON VOLEVA. Provò
a fuggire ma era immobilizzato dalla paura.
I cinque cominciarono ad avvicinarsi brandendo mazze e coltelli e Michael
tremava e piangeva. Le lacrime rigavano il suo volto di ragazzo. La morta era
infine giunta a prenderlo. L’aveva desiderata tanto nei momenti di
disperazione, così tanto, ma ora…
Ora l’atterriva!
“Ci divertiremo tanto con te, sai cucciolo?!” Gli mormorò qualcuno
nell’orecchio facendogli odorare il suo alito fetido. Poi una lama fu posata
sul suo viso: “ma guarda come trema!” e cominciarono a ridere “se la fa sotto
dalla paura!” E la lama scese … lasciando dietro di se una sottile striscia di
sangue sulla sua guancia pallida.
“Vediamo che sapore ha” disse un ragazzo pieno di piercing,e poi si chinò per
leccare il sangue mentre Michael veniva tenuto fermo da due braccia di marmo.
Sperava di perdere i sensi, non voleva sentire le loro mani sul proprio corpo,
né le lame dei loro coltelli che lo dilaniavano.
“AAHHH! AAHH” urlò quando la lama gli tagliò la tenera carne di un polso.
Nei momenti in cui aveva pensato al suicidio, si era sempre fermato perché era
un vigliacco e non sopportava il dolore, ma la realtà superava ogni
immaginazione. Forse era una punizione divina per i suoi peccati, per aver
pensato di farla finita!
Il branco rideva, sghignazzava, godeva del suo terrore, del suo dolore e del
suo sangue che colava dai tagli inferti sul suo corpo candido, portandosi via
la sua vita.
“AAH AAHHH; BASTA VI PREGO!!!” Urlava Michael, urlava il suo dolore mentre
veniva tenuto fermo e le lame proseguivano la loro corsa sul suo petto e le
sue braccia.
Fu fatto inginocchiare.
‘E’ la fine’ pensò.
Ma uno dei bastardi gli si posizionò davanti e abbassò la zip dei pantaloni:
“Ora fai il bravo e prendilo in bocca” “Prova a fare scherzi e ti ficco la mia
lama su per il culo!” proseguì un tipo alle sue spalle.
“NO!!!” lo colpirono al volto con forza e Michael sentì il sapore metallico
del suo sangue in bocca. La sua mente si annebbiava ‘portami via, ti prego,
prima che mi violentino, non permetterlo, ti prego, ti prego’ pregava tra se
come se il suo Dio lassù gli dovesse in qualche modo un favore…
Gli forzarono la bocca che fu invasa da qualcosa di grosso e flaccido. Gli
venne il voltastomaco e si sentì soffocare ‘portami via, ti prego’
Qualcosa di denso e viscido gl’invase la bocca costringendolo a vomitare
sull’erba.
“Ora tocca a noi eh eh eh!” Un calcio allo stomaco lo fece cadere in terra e
gli tolse il fiato. ‘Finalmente’ pensò Michael scivolando nell’incoscienza,
tra le braccia della morte …
Si sentiva come in un limbo. Qualcosa di caldo e morbido l’avvolgeva come
l’abbraccio amorevole di una madre. C’era silenzio, pace. Si mosse mugugnando
ma cercando disperatamente di rimanere in quel bozzolo ovattato che lo faceva
sentire al sicuro ‘non voglio svegliarmi’ e di nuovo fu avvolto dall’oscurità
più totale.
Galleggiava, in un fluido che sembrava acqua, acqua, calda, e … profumata! si
lasciò cullare da quelle sensazioni socchiudendo piano le palpebre ma non
riuscendo a mettere niente a fuoco.
“Dormi!” Sussurrò una voce e Michael dormì!
La luce feriva i suoi occhi, non c’era più abituato, dopo tanto tempo
trascorso nell’ombra, a fatica li aprì cercando di capire dove si trovasse.
“Ah, ti sei svegliato finalmente!” Una voce calda e scherzosa pronunciò quelle
parole “vado subito ad avvisare Mael”.
Michael a malapena riuscì a distinguere una sagoma vicino alla porta. Cominciò
ad aver paura. Dov’era finito??? Chi era Mael e cosa volevano da lui???
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