WARNING: Hanamichi è molto OOC ma più avanti capirete che ne ha tutte le ragioni!!^^;;;;;;

DEDICHE: L'intera fic, come promesso in precedenza, è dedicata alla grandissima Najka, questo capitolo in particolare lo dono ad Angel per il suo compleanno!!^^ Auguroni!!!^^

 


Death

parte I

di Eny


 

Era ormai tardo pomeriggio. Il sole rosso sangue andava morendo oltre la linea dell'orizzonde tingendo di colori caldi la città di Kanagawa.Nelle strade il traffico era intenso, tutti stavano tornando a casa dop una giornata di lavoro. Clacson, rombi di motori, imprecazioni di autisti nervosi e impazienti di giungere al caldo giaciglio, impedivano di scorgere loro la bellezza di quel tramonto rosso come il fuoco...Come...

...il sangue...

Hanamichi Sakuragi dalla spiccante capigliatura rosso fuoco, sembrava l'unico a vedere veramente quel sole dal colore scarlatto. Lontano dai rumori della città, lontano dal caos e dallo stress, da solo su una collinetta ad osservare l'atsro diurno che periva. Lo sguardo perso nel manto sanguigno. I capelli rossi svolazzavano accarezati da quel vento. Le sue polle di cioccolato perse in quello spettacolo mozzafiato. Il volto privo di espressione mentre la sua mente vagava nei meandri del tempo e dello spazio. Una lacrima solitaria rigò il volto abbronzato senza che lui se ne accorgesse.

Quel sole...

Quel rosso intrinso di significato.

Quel tramonto che trasudava urla silenziose che per quanto si sforzasse non riusciva a capire.

Quel sole che sembrava provasse a ritardare il più possibile la sua morte come se non dovesse più risorgere.

-Sono un do'hao...- disse distrattamente continuando a fissare l'astro diurno.

-Non ci credo...- scosse la testa asciugandosi la lacrima. -Che cavolo mi prende!?- si chiese osservando la mano bagnata.

-E' il tramonto... solo il tramonto... e io piango... Ma che mi piglia?- di chiese sospirando facendo sprofondare la mano nella tasca. Si voltò dando le spalle al tramonto e incamminandosi verso casa.

Strano...

Era l'unico modo per definire il suo umore oggi.

Si sentiva strano, con una spiacevole sensazione in bocca e nello stomaco. Come se tutto quello che conosceva stesse per essere stravolto, come se tutto quello che osservava non sarebbe più comparso dinanzi ai suoi occhi. Come se avesse potuto vedere il mondo per l'ultima volta.

E quel tramonto... Ne aveva visti tanti di così belli, alcuni anche di più...

Eppure quello era particolare perchè ogni piccolo frammento che spariva all'orizzonte era una frammento di se stesso che si perdeva.

La morte del sole...

La sua morte...

Si bloccò a quel pensiero assurdo. E se fosse una di quelle persone che avvertono quando stanno per morire?

La cosa lo sconvolse... non per il fatto in se...

ma perchè si era appena accorto che... non aveva paura, non provava nulla...

Morire?

Sparire per sempre? Non gli faceva nessun effetto.

L'idea che da un momento all'altro i suoi sedici anni di vita potessero spegnersi per sempre non gli faceva ne caldo ne freddo.

Sorrise mestamente mentre riprendeva la strada verso casa.

-Sono proprio un Tensai! Non solo prevedo la mia morte, ma non la temo neppure! Vieni pure a prendermi fantomatica signora, ti aspetto, non ti temo...- disse osservando il cielo dai toni pastello.

Si sarebbe quasi messo a ridere!

Che situazione assurda! Era un pensiero assurdo quello che aveva fatto!! E per un attimo ci aveva pure creduto.

Eppure una sorta di pace interiore lo aveva avvolto quando si era accorto di non temere la morte. Come se ora avesse potuto accettare qualcosa più serenamente.

Già, ma cosa?

Sospirò mestamente osservando pigramente i suoi piedi in movimento. Girò in un vicolo, una scorciatoia per giungere prima a casa.

Guardando ancora il suolo andò a sbattere contro un uomo di fronte a lui.

-Mi scusi...- borbottò alzando il volto. L'uomo era alto come lui. I capelli neri e brizzolati. Il volto squadrato e dei penetranti occhi neri. L'uomo sulla trentina sorrise cordialmente e Hanamichi non potè che ricambiare. La corporatura robusta dell'uomo si mosse con grazia compiendo un passo indietro. Hanamichi sentì il suo cuore accellelare.

...morte...

Quella parola gli rimbombava nella testa come una litania.

Sospirò inconsciamente come se si preparasse ad affrontare qualcosa di importante.

-Hanamichi Sakuragi, ti aspettavo...- disse l'uomo. Hanamichi stranamente non fu sorpreso dall'affermazione.

Annuì distrattamente.

Lo sconosciuto estrasse una mano dalla tasca del giaccone porgendogliela.

-Sei pronto a conoscere il tuo destino?- sussurrò. Hanamichi fissò la mano tesa e poi gli occhi penetranti dell'uomo. Si perse in quel mare di catrame mentre le ombre attorno a lui si addensavano. Le tenebre stavano per giungere.

-Si...-

In quell'istante il sole tramontò...

In quell'istante Hanamichi tramontò...

Il sole morì...

E Hanamichi con lui...

 

 

I paloni da basket rimbalzavano con regolarità sul parquet lucido della palestra.

L'allenamento era iniziato da poco e in modo insolitamente tranquillo.

Hanamichi infatti era assente, come negli ultimi sette giorni del resto...

Kaede insaccava un pallone dietro l'altro distrattamente, senza neppure osservare la palla che compiva una parabola perfetta prima di entrare nel canestro facendo frusciare la retina bianca. Sospirò nuovamente.

Hanamichi non c'era!

Avrebbe dovuto pensare che era meglio così, che finalmente poteva allenarsi in santa pace, che tanto lui lo odiava e non gli importava nulla della testa rossa.

Ma pensarlo significava mentire a se stesso. A lui importava eccome di quella testa rossa.

Gli faceva male non doversi interrompere ogni cinque minuti per fare  a botte con quello scalmanato dal fisico da infarto e il sedere da urlo.

Lo scavezzacollo che sembrava un Dio greco scolpito nel bronzo che aveva preso miracolosamente vita.

Avrebbe mentito a  se stesso anche se si fosse limitato a pensare di considerarlo per il suo aspetto mozzafiato.

Lo amava.

Oh si, Kaede Rukawa era proprio innamorato di Hanamichi Sakuragi, e per quanto fosse stata dura ammetterlo, la verità era quella e lui non la poteva cambiare.

La sua assenza gli casusava un dolore praticamente fisico e ogni istante che passava ne sentiva sempre di più la nostalgia.

Le sue elucubrazioni furono interrotte dallo spalancarsi della porta della palestra. Pieno di speranze si voltò per vedere chi fosse l'ospite. E le sue speranze si concretizzarono nella figura divina del rossino. Il sollievo iniziale si spense in un rantolo strozzato quando osservò attentamente Hanamichi che varcava la soglia con passo deciso.

I lineamenti duri, lo sguardo freddo, penetrante, glaciale, inespressivo...

Il suo volto era privo di qualsiasi espressione e quegli occhi...

Kami i suoi occhi...

Se prima erano di un gioioso color cioccolato ora erano fredda corteccia intrappolata nel ghiaccio...

Nessun sorriso sul suo volto...

Non era Hanamichi...

Quello non poteva essere il suo do'hao!!!

Trasudava freddezza da ogni poro, un suo sguardo avrebbe gelato chiunque e se prima quelle iridi d'oro avevano il potere di rasserenare, far gioire, ora inquietavano solamente.

-Hanamichi!!!!- lo salutò allegra Ayako. Il ragazzo si girò e accennò un sorriso come saluto. La ragazza si bloccò e il suo sorriso si spense troppo shockata dal cambiamento abissale del rosso.

-Sakuragiiiii!!!- tuonò il capitano avvicinandosi e sollevando il pugno. Hanamichi però, non si degnò nemmeno di voltarsi verso il capitano.

-Tu azzardati a colpirmi con il tuo pugno Akagi- iniziò con voce glaciale mentre la palestra si fermava colpita dalla freddezza di quelle parole -e ti giuro che accettare la proposta di Akira Sendoh di entrare nelle schiere del Ryonan non diventerà una possibilità tanto remota nella mia testa. Senza contare che lo Shohoku dovrà fare a meno del suo Pivot. Mi sono spiegato?- chiese pacatamente voltandosi verso destra dove il gorilla si era gelato sul posto a quelle parole dette con calcolata freddezza.

-Prima di colpire le persone con il tuo pugno, accertati che se lo meritino- gli consigliò passandogli accanto senza degnarsi di guardarlo. Si fermò di fronte ad Anzai e si esibì in un breve inchino prima di porgergli il certificato medico. Senza aspettare risposta si diresse verso gli spogliatoi sparendo dietro la porta.

-Kami sama...- mormorò Mitsui.

 

Quello non era il do'hao!!!! Non poteva essere lui!!! L'espressione lampante di fredda durezza non era quella del solare ragazzo che rideva sempre e che era il ritratto della vita stessa!!!

-Ma che gli è preso... Sembra la copia mal riuscita di Rukawa...- commentò Miyagi -Senza offesa...- aggiunse rivolto al moretto  che neppure sentiva le parole del playmaker.

Il suo Hanamichi si era trasformato...

La luce era diventata tenebra...

La sua nemesi era diventata il suo gemello...

Il suo sorriso era diventato broncio...

Il suo calore era divenuto freddezza...

La sua allegria solo desolazione...

Hanamichi Sakuragi era infine stato avvolto dalla sporcizia di quel mondo che la sua fanciullesca ingenuità e purezza aveva tenuto lontano dal suo cuore.

Solo un evento totalmente sconvolgente poteva aver tramutato la sua allegria in lenta agonia...

Per lui era diverso, era sempre stato chiuso e riservato, ma vedere colui che aveva avuto il potere di scalfire la neve che lo circondava, divenire un suo pari, lo disarmava...

Rivoleva il suo do'hao...

Borbottii indistinti arrivavano alle sue orecchie dai giocatori che discutevano sul cambiamento sconvolgente di quello che un tempo era stato la furia dai capelli rossi. Tuttavia le loro parole si interruppero all'ingresso in campo del suddetto ex uragano che con passo tranquillo si avviava verso il campo. Squadrò i ragazzi che lo osservavano sconvolti.

-Bhe?- chiese semplicemente.

-Hanamichi... sei sicuro di stare bene?- gli chiese Ryota avvicinandosi. Per un momento il suo sguardo tornò caldo e dolce, come quello di una settimana prima, settimana che sembrava distante anni.

Il suo volto si increspò in un tenero sorriso.

-Io...- cominciò. Ma poi quello che sembrava essere un ricordo nella sua testa prese il sopravvento. Srinse gli occhi serrando i pugni lottando contro quella visione.

-Ti senti bene?- chiese preoccupato Miyagi appoggiandogli una mano sul braccio. Tuttavia la ritrasse sgomento quando avvertì la pelle del compagno gelida. Hanamichi si riscosse aprendo gli occhi. Era nuovamente tornato freddo e glaciale.

-Non preoccuparti.- disse freddo accennando a un sorriso.

-Non ci freghi!!- intervenne Mitsui furioso. -Dov'è finito il vecchio Hanamichi?! Che diavolo ti è preso?! Non puoi presentarti così dopo una settimana!!!- urlò. Hanamichi lo guardò fisso negli occhi e Hisashi inconsciamente rabbrividì per quello sguardo. Il rossino aspettò che l'altro avesse finito di parlare per prendere la parola.

-Vi siete sempre lamentati perchè facevo l'idiota. Ho smesso di farlo. Quindi ora perchè vi fate tanti problemi?- le parole innaturalmente contate e studiate. Non una parole di troppo, non una di meno. Tutto perfettamente calcolato fine ad esaudire la domanda in se senza aggiungere nulla di superfluo.

Il tutto condito con l'utilizzo di una voce atona e glaciale.

Da far venire i brividi.

-Ci stai dicendo che è colpa nostra se ti sei ridotto ad un pezzo di ghiaccio?!- disse disgustato Miyagi. Tutta la palestra era in religioso silenzio. Hanamichi lo guardò non mutando espressione.

-Non travisate le mie parole. Ho abbassato la cresta, mi sono regolato. E caso ha voluto che questo coincidesse con i vostri desideri. Ora, solo, non lamentatevi con me. Io  non posso più farci nulla- si allontanò sistemandosi distratatmente i polsini neri che aveva messo ai polsi. Afferrò una sfera arancione e cominciò a tirare a canestro, aspettando pazientemente che i suoi compagni si riprendessero.

Gli dispiaceva, gli dispiaceva da morire. Ma purtroppo non sempre si può scappare al destino, non sempre si può scegliere la propria strada.

Ci sono persone che per permettere agli altri di affrontare e sconfiggere il fato, devono sottomettersi ad esso.

Il sacrificio di un uomo in fondo cosa è, se si permette agli altri di essere felici? Nulla.

E in fondo il martire potrà sorridere nel suo dolore osservando il riso dei bambini di cui a salvato la felicità e l'innocenza.

Sospirò mestamente mantenendo la concentrrazione che in quell'infernale settimana aveva imparato a far diventare una costante del suo essere.

Dopotutto ci era costretto se non voleva impazzire...

 

Quelle parole...

Fredde, calcolate...

Si sarebbe messo ad urlare!

Avrebbe preso il do'hao per il collo e lo avrebbe sbattuto al muro, lo avrebbe preso a pugni fino a scatenargli una qualche reazione umana, fino a farlo rinsavire!!!

Il suo do'hao...

Rivoleva il rossino...

Quel sorriso, le sue risate, le sue sparate...

Lo rivoleva indietro...solo questo...

Che fine aveva fatto il suo do'hao?

 

-Hello!!!!- salutò allegramente Akira Sendoh entrando in palestra seguito dal Ryonan.

-Ohohohoh! Ben arrivati ragazzi!- salutò allegramente Anzai entrando in palestra dalla porta che dava sui corridoi, di ritorno dopo essere stato in presidenza a consegnare il certificato di mallattia del rossino.

-Che ci fate qui?!- chiese esconvolto Miyagi, mentre Hanamichi semplicemente li ignorava continuando a tirare a canestro osservato costantemente da Rukawa.

-Li ho chiamati per un'amichevole!!- rispose Anzai con la sua solita risata bonacciona.

-Hanamichiii!! Non si salutano gli amici?- chiese Sendoh zampettando felice dal rossino che non lo degnava di uno sguardo.

-Ciao- disse semplicemente insaccando un altro canestro.

-C'è qualcosa che non va?- chiese aggrottando la fronte.

-No- rispose semplicemente il ragazzo. Sendoh tuttavia non ebbe modo di dire altro che una voce isterica li fece girare tutti.

-Fermi tutti!!!!- tuonò un uomo entrando nella palestra con una pistola in mano. Il panico dilagò e i presenti urlarono terrorizzati accalcandosi lontano dall'uomo armato. Hanamichi lo osservava gelidamente senza muoversi. Rukawa teneva i suoi occhi fissi sul rosso.

-Fermi tutti e non vi sarà fatto del male!!!- tuonò con luce folle negli occhi scuri l'uomo mingherlino dai capelli castani incolti e il viso smunto. Chiuse la porta con la mano libera tenendo la pistola puntata sui presenti.

-Andate tutti al muro e state li seduti, vi prometto che non vi sarà fatto nulla!.- disse con sorriso folle. Tutti corsero nell'angolo schiacciandosi al muro come se sperassero che la barriera di mattoni sparisse e li lasciasse scappare. Hanamichi si voltò, e con calma raggiunse il muro sedendosi accanto a Rukawa che come lui ostentava sicurezza.

-Molto bene...- disse con voce eccitata e tesa l'uomo. Rise nervosamente facendo guizzare i piccoli occhi sulle espressioni terrorizzate dei ragazzi. -Avete paura?- chiese con gioia e soddisfazione. I più annuirono terrorizzati dalla pazzia dell'uomo che li teneva in ostaggio. -Bene bene...- ripeteva come una mantra.

-Sapete, io posso uccidervi!!! Io posso sparare e uccidervi!!- disse girando a scatti la testa dimostrando di essere nervoso e soprattutto pazzo. La mano gli tremava e il suo volto era teso in un sorrisetto isterico.

Hanamichi fissò alcuni secondi l'uomo poi lentamente si alzò.

-Do'hao che fai?! Sta giù!- lo ammonì rabbioso Rukawa che però venne ignorato.

-Hanamamichi!!!- sussurrarono terrorizzati gli amici. Il pazzo visto il ragazzo gli punto contro l'arma. Nonostante ciò, però, Hanamichi rimase calmo.

-Cosa credi di fare ragazzino?! Vuoi che ti ammazzi!?!?- tuonò isterico. Hanamichi esibì un ghigno inquietante avvicinandosi.

-Ammazzarmi?- chise divertito. -Con la mano che ti trema così non beccheresti neppure un elefante a due metri da te!- ironizzò. Il sequestratore deglutì a vuoto.

Lui aveva la pistola!!!

Lui aveva il potere!

Eppure quegli occhi lo inquietavano...

La sicurezza di quel ragazzo, il gelo nei suoi occhi, lo spaventavano. Una goccia di sudore freddo scese lungo la sua schiena mentre provava a riprendere il controllo sul ribelle.

-Ragazzino non fare lo spiritoso!!! Io ti uccido!!! Giuro che lo faccio!!- Minacciò urlando nonostante il rossino stesse a pochi metri da lui.

E quegli occhi freddi puntati su di lui...

-Uccidermi?- chiese inclinando la testa di lato come un bambino. -Uccidermi...- ripetè quasi avesse sentito quella parola per la prima volta. Sorrise scotendo la testa. Con un gesto secco si sfilò la maglietta e la gettò a terra.

-Ti sfido a farlo.- gli disse tranquillamente avvicinandosi.

-Do'hao che cazzo credi di fare?! Torna qui!!!- urlò Rukawa alzandosi di scatto.

Hanamichi era rincoglionito di colpo?!

Cosa credeva di fare?

Quell'uomo era pazzo avrebbe potuto fargli un buco nello stomaco e ucciderlo!!!

Possibile che al do'hao la sua vita importasse così poco?

-Siediti Kitsune!- sibilò il rossino senza voltarsi.

L'uomo sembrava a disagio e in preda al panico.

Quel pazzo voleva davvero morire!!!

Come poteva comportarsi in modo così tranquillo con una pistola puntata contro?!

Hanamichi si fermò di fronte a lui ignorando la pistola.

-Vuoi sparare? Fallo.- disse caricando lui stesso il proiettile.

-Hanamichi!!!- urlò Ayako piangendo. Ma il rossino aveva gli occhi fissi in quelli del rapitore che non premeva il grilletto.

-Non sento le sirene della polizia quindi presumo che tu non avessi fatto nulla prima di adesso.- cominciò Sakuragi prendendo a girargli intorno dopo aver aspettato invano per alcuni istanti che l'uomo sparasse. L'uomo lo seguiva con la coda dell'occhio ancora intento a impugnare goffamente la pistola.

-Io so perchè sei qui. Probabilmente tua moglie ti ha piantato portando con se i bambini. Dopo anni di lavoro sei stato licenziato in tronco dopo aver lavorato come un disperato. E loro ti licenziano come ringraziamento! Sei talmente frustrato che hai deciso di dare sfogo alla tua rabbia. E questo è il risultato.- disse con calma indicando con un plateare gesto del braccio la palestra.

-li avevo serviti per vent'anni!!- urlò l'uomo con rabbia -E loro mi hanno sbattuto fuori!! Questo è il ringraziamento!!- strepitò.

-Ma sia io che te sappiamo che questo non è il reale motivo.- riprese il rossino.

-Tu ora hai il potere!- gli sibilò. -Tu puoi controllare la vita e la morte ora! Tu ti stai sostituendo a Dio!- continuò. L'uomo ghignò follemente.

-Si!- ammise.

-E' eccitante la sensazione di potersi sostituire a Dio- continuò Hanamichi facendo scorrere un dito sulla canna della pistola con studiata lentezza. Avanti e indietro.

-E'inebriante, eccitante, esaltante!- riprese con voce sussurrata.

-Con uno schiocco di dita- disse schioccando le dita -Decidere chi deve vivere e morire, stabilire chi può realizzare i suoi sogni e chi invece li deve abbandonare!- disse riprendendo a girare attorno all'uomo.

-Essere Dio per una volta! Avere il potere di richiamare la morte a  tuo piacimento! Falla venire quando vuoi tu! Poter tu decidere chi la morte deve portare via! E questo, in genere, solo un dio lo può fare!- proseguì imperterrito mentre gli occhi terrorizzati dei giocatori si puntavano su di lui.

-Ammettilo! Ti senti assolutamente onnipotente ora che hai il controllo sulla vita dei quipresenti! Ammetti che per una volta ora tu sei Dio!- urlò Hanamichi.

-Si!!! Io sono Dio!!! Io ho il potere di stabilire chi vive e chi muore!!! Io ho il controllo della morte!!! Io sono il suo padrone!!!- urlò esaltato.

-Attento però!- lo avvertì Hanamichi sedando il suo euforismo-Tu puoi essere dio solo sei volte. Una per ogni proiettile che c'è in questa pistola. Dopo di che sarai nuovamente solo un uomo. E comunque ricordati che la morte non si doma...- Il sequestratore tremò.

-Avere il potere sulla vita e... sulla morte... decidere chi vive e chi muore. Avere il potere e controllo della vita stessa. Questo è quello che una pistola dona...- disse più a se stesso che agli altri con rammarico.

-E allora io- riprese dopo una breve pausa -Ti do' l'opportunità di essere Dio. Tu ora hai il pieno controllo sulla mia vita, sulla mia morte e sul mio dolore.- Dal gruppo di ragazzi si levarono urla e lacrime metre Hanamichi consegnava la sua vita a quel folle.

-Cosa credi di fare?! Smettila di fare l'eroe!!! Quello è un pazzo!!!- ma ancora una volta le parole di Rukawa non furono ascoltate.

-Ad una condizione però.- disse Hanamichi sollevando il dito -Non toccherai nessuno di questi ragazzi. Nessuno! Tutte quelle sei pallottole saranno unicamente per me! Ma non uccidermi subito... Fammi perire lentamente.. Usa cinque pallottole per agonizzarmi e l'ultima, la sesta, per richiamare la morte.- disse freddamente.

-Uccidere sai, è come andare a letto con una donna...- riprese. -Tu certamente sai cosa intendo, e sicuramente meglio di me dato che essendo gay con una donna non ci sono mai stato- aggiunse frettolosamente come se la cosa non fosse importante. -Però, quando sei a letto con una bella donna,se fai tutto subito non ti diverti tanto! E' meglio se fai le cose con calma, lentamente, godendoti ogni attimo prima di portarla al culmine! Lo stesso uccidere. Se tu mi uccidi subito ti perdi il meglio! Goditi le mie urla di dolore straziante mentre la pallottola rimane dolorsamente conficcata nella mia carne bruciandomi!- disse. L'uomo annuì.

-Io ora mi metto la in fondo. Se mi spari da troppo vicino schiatto subito!- spiegò indicando la parete opposta.

-Allora tu mi spari e se ti piace, continui a colpirmi finchè non mi ammazzi. Occhio mi raccomando.- lo avvertì serio. -Non colpire nessun altro! Qui dentro ci sono un sacco di giocatori di talento, sarebbe un peccato che morissero. Tanto più che, fra le altre cose, uccidendomi farai un favore alle trenta persone qui presenti più agli altri sei miliardi la fuori, quindi, ti va pure bene, sei un Dio buono!- ironozzò posizionandosi dove aveva detto.

 

Il cuore di Rukawa martellava furiosamente. Il respiro affannoso e il corpo scosso da tremiti.

Hanamichi era pazzo!!!

Quell'uomo l'avrebbe ucciso!!!

Chi si credeva di essere per decidere della propria morte e della sua!?

Si perchè se Hanamichi moriva, lui non aveva ragione di esistere.

Per questo quando lo vide posizionarsi a qualche metro da se lo guardò quasi implorante.

E poi chi gli dava il diritto di esprimere pensieri non suoi credendo di conoscere i sentimenti delle persone?!

In quella palstra non c'era un solo individuo che non avrebbe pianto disperato alla morte della scimmia rossa!!!

Chi si credeva di essere per decidere i sentimenti altrui?!

Con che diritto?!

-Hanamichi non farlo...- sussurrò. Ma il rossino lo fissò e con un sorriso gli fece l'occhiolino.

 

-Ti muovi?- lo incitò annoiato dopo qualche minuto il rossino.

-Io..io non ci riesco!! Mi metti fretta!!- protestò l'uomo -Non ti sopporto!!! Piantala di bleffare!! Tanto lo so che hai una paura matta!!- strepitò ridendo. Hanamichi sollevò un sopracciglio osservandolo con sufficenza.

-Io non sto recitando!- sentenziò deciso. -Harukiiina caaaaara!!!!- disse con il solito tono con cui in genere si rivolgeva alla ragazza -Io sono il tensai del basket!! Il grande Hanamichi Sakuragi!!- esultò con lo stesso modo di fare che caratterizzava le sue sparate.

-Teme baka kitsune ti odio!!!!- urlò con rabbia come quando litigava con Rukawa. -Questo è recitare!- sentenziò tornando gelido.

Rukawa sussultò... Il do'hao aveva praticamente detto che non lo odiava!! Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce del rossino.

-Io non sto recitando. Ti rendo nervoso se sono così tranquillo? Ti sentiresti più appagato se ti implorassi pietà come se davvero temessi il tuo potere di dio?- chiese. Senza attendere risposta cadde in ginocchio in lacrime.

-Ti prego!! Risparmiami!!! Non uccidermi!! Farò tutto quello che vuoi ma ti prego, non farmi del male!!- implorò piangendo e tremando. Il cambiamento fu sconvolgente quando tornò nuovamente glaciale.

-Ti senti più a tuo agio se faccio così? Sono un grande attore sai?- lo informò alzandosi in piedi. Il pazzo annuì titubante. Hanamichi scosse le spalle con indifferenza riassumendo la sua espressione stravolta dal terrore.

-N...non farmi del male- implorò nuovamente. Il bandito si voltò dall'altra parte imprecando. -Non mettermni fretta!!- urlò portandosi le mani alla testa. Sakuragi sbuffò.

-Sei il dio più imbranato del mondo! Datti una mossa!!- disse esasperato. Ma al contrario di quello che si aspettava, l'uomo non si dimostrò risentito per quelle parole. Si girò di scatto e tendendo con scioltezza il braccio in avanti premette il grilletto. Nei suoi occhi vi era una pazza lucidità. I suoi movimenti non erano più goffi ma precisi e misurati. Il colpo esplose con un rombo che rieccheggiò per la palestra accompagnato dalle urla dei ragazzi che videro il corpo di Hanamichi volare all'indietro schiantandosi contro il muro con un tonfo. Il rosso urlò di dolore tenendosi il fianco con entrambe le mani  cadendo a terra agonizzante mentre l'uomo rideva soddisfatto della sua opera.

 

continua....

 

Avevo intenzione di continuare il capitolo, ma altrimenti diventava troppo lungo!!^^;;;;;;;;;;

AUGURI ANGY!!!!^^

Voglio i commenti!!^^

PS Spero di non aver fatto venire manie omicide a nessuno!!O.o

 




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