Note: Finalmente è finita! Non vedevate l'ora, eh? Cmq, per una volta, la
storia comincia con il punto di vista di Samuel. La canzone è dei Muse.
(tanto per cambiare…) - - - delimita i punti di vista di Esteve e Samuel
Dark shines
di Akira 14
Parte 5/5
Conosco
bene i poliziotti, e so che è meglio stare calmi e non
reagire alle loro provocazioni, anche se il desiderio di fargli
saltare qualche dente è forte.
Guarda con quanta spudoratezza se li sta lavorando Adam.
Ma per quanto sia ricco quel fottuto capellone, io lo sono almeno il
doppio.
Pagasse anche quegli agenti fior di quattrini per liberarlo, io
darei loro il triplo per tenerselo qui.
Come diceva spesso mio padre "Non esiste nessuno, che non si possa
comprare".
Tutto il mondo si muove in funzione dei soldi.
Una persona è giudicata per ciò che ha, non per ciò che é.
Non potete immaginare quanto ci godo, nel vedere con quanto
disprezzo trattano Knives.
Lui che è abituato ad essere adorato incessantemente da chiunque
incontri.
Uno si avvicina a me, tutto borioso e pieno di sé nella sua uniforme.
Che cazzo vuoi?
" Ehi culattone raccomandato! Qualcuno ha pagato la tua cauzione,
sei libero ora."
Mi sbattono fuori, non proprio delicatamente, ed io rientro
immediatamente, chiedendo notizie sulle condizioni di Esteve.
Niente.
Come parlare con ai muri.
Né più né meno.
Esco ancora una volta dalla Centrale, sconsolato.
Indovinate un po' chi mi si para di fronte?
Elyon.
Oddio…Non ho mai adorato tanto una donna, non sono mai impazzito
dalla voglia di abbracciarla, come ora con Ely.
" Sali."
Il suo tono è asciutto, e non fa presagire niente di buono, con ciò
io non riesco, mi è impossibile, non sentirmi felice di aver
riacquistato la libertà.
Percorriamo tutto il tragitto in silenzio, il suo freddo sguardo
d'ametista mi mette in soggezione, proprio come quello di Ste.
"Grazie per avermi pagato la cauzione, Wisdom."
Lei mi guarda stralunata, come se mi fosse cresciuta una seconda
testa, e risponde parlando più a se stessa che a me.
" Non sono stata io, Darcy."
Sta scherzando, ditemi che sta scherzando!
Non ne posso più di intrighi e misteri.
" Pensavo, che tu sapessi di chi si trattava, Samuel.
Probabilmente sarà stato qualcuno della tua famiglia, in fondo, a
voi i soldi non mancano proprio, vero?"
Acc…Eccone un'altra gelosa della mia ricchezza.
Che ci posso fare io?
Ammazzare i miei genitori e dare i soldi in beneficenza?
Non me la sento di litigare per la sua scocca invidia, di una
situazione che, per altro, non conosce.
Tutto ciò che desidero in questo momento è raggiungere Esteve.
Parcheggia proprio di fronte all'ospedale.
Scendiamo lentamente.
I miei piedi sembrano essersi tramutati, improvvisamente, in piombo,
mentre tutto intorno a me comincia a farsi via via più sfocato,
confuso, ovattato, attutendo tutti i miei sensi.
Sento mancarmi la terra sotto i piedi, e poi il buio totale.
"Dottore, allora come sta Samuel?"
Mi risveglio su un lettino d'ospedale.
Dio che vergogna!
Ed io che ero venuto qua per assistere Esteve!
"E' frequente che l'odore dei disinfettanti, tipico di un ospedale,
possa causare giramenti di testa e svenimenti.
Quindi non guardi il suo amico come una bestia rara.
Non è il primo, e non sarà di certo l'ultimo.
Non ho mai potuto soffrire gli ospedali, così bianchi ed asettici e
penso che l'ultima volta che ci ho messo piede sarà stato vent'anni
fa, per essere operato di appendicite.
Poi sento il penetrante profumo dell'acqua di colonia, e rinvengo
del tutto.
"Mi spiace Elyon…Non intendevo…"
"Vorrei sperarlo! Mi hai fatto prendere un tale spavento!"
Mi aiuta ad alzarmi e, congedato il dottore, ci avviamo verso il
reparto di terapia intensiva, dove è stato ricoverato Ste.
Perlomeno non è in rianimazione.
Possiamo considerarci fortunati, no?
E' ancora vivo!
Apro la porta lentamente, perfettamente cosciente che lo spettacolo
non sarà dei migliori.
Ma non potevamo immaginare quanto sarebbe stato terrificante.
Una sorpresa è lì, dietro l'entrata della camera, ad aspettarci.
Kyle.
L'esperienza mi ha insegnato che a volte è il caso di controllare la
propria rabbia, e che in alcuni posti bisogna avere la decenza di
tenere un comportamento civile.
" Che cosa ci fai qui Kyle?" gli chiedo nel tono più freddo e
distaccato possibile, serrando i pugni.
"Fa male, vero? LO SENTI COME FA MALE? Perdere una persona cara fa
sempre soffrire.
Tu mi hai causato solo dolore, con la tua arroganza.
Ti sto restituendo tutto.
Sto finalmente avendo la mia vendetta.
Ed anche Ryan.
Scommetto che ora si starà sbellicando dalle risate, vedendo come ti
sei ridotto Darcy!"
Ryan…Ryan…Facciamo mente locale…Dove ho già sentito questo nome?
Dopotutto è un nome comunissimo…
Ora ricordo!
E che cazzo!
Che ci fa qui il suo fratellino-leccaculo-factotum?
Ma c'è tutta LA qui a Dublino?
"Chi è quest'uomo Darcy?
Lo conosci?" domanda Elyon piuttosto corrucciata.
" Sì, è il fratello minore di un tipo con cui uscivo cinque- sei
anni fa.
Niente di che…Una storia ormai morta e sepolta."
"Eh già Samuel.
Da tu non potevo che aspettarmi queste parole.
Ma mio fratello si è tolto la vita per te, perché si sentiva
inferiore al grande Samuel Darcy.
E ora spiegami…Che cos'ha lui, che Ryan non aveva?
Che cos'è che lo rende così speciale?
SPIEGAMELO!"
Lo sapevo! Alla fine il passato ritorna, e bisogna pagare per i
propri errori.
Solo che il prezzo è sempre troppo alto.
"Quanto vuoi?"
"Eh????"
"Per andartene, intendo. Due milioni di dollari?"
"Pensi di potermi comprare Darcy?
Me ne hanno offerti tre e mezzo per portarti a Los Angeles.
Gli Edwards non badano certo a spese, per averti tra le loro mani.
Che cosa ne faranno di te una volta che ti avrò consegnato, non sono
affari miei."
Gli Edwards…Quei bastardi.
Presente Capuleti e Montecchi?
Ecco i Darcy e gli Edwards hanno gli stessi amichevoli rapporti.
Mi chiedo se c'è qualcuno che si salva in quella casa.
Sono la famiglia più ricca, dopo la mia, della California.
E da quando sono nato, la loro più grande aspirazione é uccidermi,
per far sì che il loro rampollo domini su tutto il mondo.
So bene chi è quel ragazzino viziato, e lo difenderò a costo della
vita.
Non chiedetemi perché, non lo so.
Penso che sia perché mi sento solidale con lui, trovatosi a crescere
tra le menzogne.
" Sei anzi otto. Otto milioni di dollari.
Quattro, ora, ed il resto quando arrivi a LA.
Pensaci.
So che non navigate nell'oro a casa tua.
Con otto milioni di dollari avresti la vita che hai sempre sognato."
Non essere egoista.
Non sprecare un'occasione del genere per la tua sete di vendetta."
Lo vedo riflettere sull'offerta.
Non mi sembra molto convinto.
"Ci penserò Darcy. Tornerò domani e ti comunicherò la mia decisione.
Se non sarai qui, il tuo bel addormentato si ritroverà il cervello
spappolato da una pallottola.
Quindi non fare scherzi, perché non ho nessun problema ad uccidere
Anghilante."
Perché dovrei andarmene, caro mio?
Non mi fai certo paura.
Io starò qui, vicino ad Es, ad accudirlo, finché non sveglierà.
Non mi spaventi; è da quando sono nato che mi cavo fuori di questi
impicci.
E ci sono sempre riuscito.
Sempre.
Kyle si alza con un sorriso sulle labbra, e si chiude la porta alle
spalle, mentre io ed Elyon tratteniamo a stento l'istinto di
corrergli dietro e ammazzarlo di botte.
"Mi dispiace…Non potevo sapere…" le dico accasciandomi sulla
sedia,
al capezzale di Esteve.
"Figurati. Sono cose che capitano. In fondo, è proprio vero che i
soldi non danno la felicità.
Danno un sacco di preoccupazioni e nient'altro.
Non ti invidio proprio."
"Finalmente qualcuno che mi capisce.
Spero che tu non stia scherzando, perché è la verità."
"No, figurati. Tutti i miei amici ricchi sfondati, o si sono
ammazzati oppure sono diventati tossicodipendenti o alcolizzati.
O entrambe le cose.
E gli psicopatici dove li mettiamo?
I paranoici?
Io mi accontento della mia modesta ricchezza, e posso dire di essere
benestante.
Tu, dopotutto, te le sei cavata abbastanza bene, anche se, fin da
piccolo, sei cresciuto in mezzo all'odio, all'invidia e
all'ipocrisia.
Non c'è da chiedersi perché tu abbia tenuto la stessa maschera di
arroganza e superbia anche nei tuoi rapporti interpersonali passati.
Ma sei cambiato, sei cresciuto.
Ti sei rinnovato, e questo non è da tutti.
Giudicandoti su queste basi, non posso che ammirarti.
Troppe persone chiudono gli occhi e fanno finta che non succeda
niente, rimanendo sempre monotonamente uguali.
Penso che anche Esteve pensi che tu sia una persona eccezionale."
Rido.
Magari lui avesse un'opinione così alta di me.
Anzi, sono pressoché convinto che mi disprezzi.
E non lo biasimo.
Come si può ammirare uno come me?
Sono talmente meschino e malvagio…
- Passing by you light up my darkest skies
You'll take only seconds to draw me in
So be mine and your innocence
I will consume.-
Guardo Ely. Si è seduta sul davanzale, ed osserva il calmo ritmo
della natura fuori nel cortile.
I raggi del sole inondano la stanza, illuminandole il volto, che
risplende in tutta la sua luminosità.
Ora ne ho la certezza. Lei è una ninfa, qualcosa di etereo e
immutabilmente perfetto nella sua bellezza.
Sbadiglia. Poi scende dal davanzale e sta per parlare, vendendo però
interrotta da un'infermiera che ci avvisa che l'orario di visita è
terminato.
Mi avvio verso la porta, ma sono fermato da lei, che mi piazza le
mani sulle spalle e mi fissa, serissima.
"Resta qui con lui.
Io non posso…
Devo ritornare al Trinity.
Ho un esame da preparare entro dopodomani."
" Che indirizzo fai? Insomma che facoltà frequenti? A che anno
sei?"
"Letteratura spagnola,
Volevo quasi scegliere quella inglese, ma i miei mi hanno guardato
talmente male, quando ho osato accennare la cosa…Mio nonno stava per
avere un infarto!
Sono allergici agli inglesi!
Il mio grandpa ha perfino combattuto con Micheal Collins!
E così ho voluto far felice mia madre, sorella di quella di Ste, che
ha origini spagnole.
Sono al primo anno, perché avendo cominciato a cinque anni, sono un
anno avanti rispetto ai miei coetanei.
MA CHE CAZZO TI STO A RACCONTARE!
Me ne vado, prima di farti la cronaca della mia vita!"
Se ne va sbuffando.
Sorrido.
Certo che è proprio carina…
Bella, ma con un caratterino niente male!
Mi siedo sul letto vicino ad Esteve, accarezzandogli la guancia con
le nocche.
Non mi importa se quando si sveglierà mi manderà a quel paese.
Non mi importa se il suo risveglio sarà l'inizio della fine.
Vivo questi attimi come se potessero interrompersi di lì a poco.
Godo di questa felicità effimera, cosciente che finirà non appena
lui aprirà gli occhi.
Poggio le mie labbra sulle sue, e poi mi adagio sul suo torace,
ascoltando il battito del suo cuore, che pian piano mi trascina tra
le braccia di Morfeo.
Mi risveglio la sera, con la testa tormentata da un ronzio
interrotto.
E' insopportabile quando ti si sballano gli orari.
Non sono abituato a dormire di giorno.
Ma non potevo mica dormire in galera! E' sempre meglio guardarsi le
spalle, anche quando si è in guardina.
Comunque mi riduco a mangiare il tipo stantio e insapore della mensa
dell'ospedale.
Non me la sentivo di allontanarmi troppo da lui.
Voglio essere il primo che vedrà alla fine della sua battaglia, al
termine della sua lotta per la vita.
Ritorno nella stanza, ed ancora una volta mi piange il cuore.
Es non è mai stato una di quelle persone con l'argento vivo addosso,
anzi era fin troppo tranquillo…Ma vederlo così…Sapere che respira
grazie ad una macchina, che viene nutrito da una flebo…E' tutta
colpa mia!
Nient'altro che MIA!
Mi siedo nuovamente al suo fianco.
Non voglio lasciare andare…Non morirà me lo sento.
Quindi datti una mossa e svegliati, capito?!
Naturalmente quello sfaticato non mi risponde.
Perciò mi alzo e quasi fossi in trance, comincio a frugare nel mio
zainetto.
Presente la borsa di Mary Poppins?
Siete lontani mille miglia da ciò che può esserci qui dentro.
Ci manca solo un attaccapanni, e poi sarebbe veramente un bazar!
Tiro fuori il mio lettore di Cd e le casse, ed appoggio il tutto sul
comodino vicino al suo giaciglio.
Metto Darshines, dei Muse.
E' una canzone che non ascolto volentieri, perché mi riconosco
perfettamente nei suoi versi, come se fosse lo specchio della mia
anima, e questo mi turba.
Ma questa sera sembra fatta apposta per farsi un esame di coscienza.
- Dark shines
Bringing me down
Making my heart feel sore
`Cause it's good-
Lascio che il silenzio innaturale che mi circonda assopisca le mie
percezioni e mi lascio scivolare in un sonno straboccante di
immagini del mio passato, mentre un senso di incertezza e
frammentazione si impossessa di me.
Ho perso la mia bussola, ed ora ci sei solo tu a guidarmi, Esteve.
Quindi dammi un'altra possibilità. Abbi pietà di me.
Tutta la mia filosofia, il modo di affrontare la vita, tutto si è
disgregato di fronte al mio angelo demoniaco che mi ha stregato con i suoi occhi azzurri come il cielo terso che si può ammirare dopo un
furioso temporale.
Sono a conoscenza della tua farsa perché ti conosco più di quanto tu
non creda, spero solo che l'amore che provo per te ti faccia
rivedere i tuoi propositi.
- - -
Mmmh…Dove mi trovo?
Non in paradiso e neanche all'inferno, questa è la mia unica
certezza.
E' un luogo ove il silenzio regna sovrano.
Angosciante.
Terrificante.
Così è questa la morte?
La sua silenziosa immobilità è insopportabile.
Orribile, molto peggio di come non l'avessi mai immaginata.
M'incammino.
Cioè ho l'impressione di muovermi.
Ma non ne sono affatto sicuro.
Non ho nessuna percezione di ciò che è intorno a me.
I miei occhi sono ciechi, le mie orecchie sono insonorizzate, e il
tatto, l'olfatto e il gusto sembrano non essere mai esistiti.
Ho solo la certezza di esistere.
"Cogito ergo sum." Come direbbe Cartesio.
Poi, all'improvviso sento una goccia cadere.
Una.
Due.
Tre.
Dieci.
Cento.
Mille.
Raggiungo la fonte del rumore che sta diventando così ripetitiva,
irritante a dir poco.
Riacquisto anche la vista, e vedo un lago illuminato da una soffusa
luce blu, il cui religioso silenzio è rotto solo dal quieto rumore
dell'acqua.
Vorrei muovermi, ma non ne ho il coraggio.
Ho paura del buio e non voglio che tutto svanisca, e io mi ritrovi
nuovamente nel nulla.
In tutto ciò, quello che mi manca di più è Samuel.
Mi manca tanto da sentire il mio cuore sanguinare, battere
spasmodico per sopravvivere a questo dolore disumano, seppure sappia
che non è possibile, che presto sarà trafitto dalle sottili lame
della solitudine e del rimorso, il rimpianto di non aver saputo
usare le parole giuste al momento, di essere stato del tutto
incapace di esprimergli i miei veri sentimenti.
Dovevo proprio prendermi una pallottola nel petto, per mettermelo in
testa, no?
La mia demenza è proprio irrecuperabile…
Appena trovo il modo di andarmene di qui, chiedo di internarmi per
un po'…
Chissà che non possano fare qualcosa per la mia stupidità galoppante.
Le gambe cominciano a farmi male per la coatta inattività, perciò
raccolgo tutte le mie forze e faccio il primo faticoso passo verso
la calma distesa d'acqua dinanzi a me.
Molto lentamente, raggiungo la sabbiosa riva.
Entro nell'acqua, e stranamente non sento affatto il suono
dell'acqua mossa dal mio corpo.
Nuoto con difficoltà.
I miei abiti, fradici, si sono appesantiti e mi trascinano verso il
fondo.
Chissà che cosa c'è lì sotto.
M'immergo.
E resto pietrificato.
Vedo tutta la mia vita, da quando sono nato fino al mio primo giorno
di scuola, il funerale di mio padre, la sera del mio incontro con
Sam…I ricordi si cristallizzano sul fondo, mentre io me ne sento man
mano sempre più privo, come se si stessero sfocando e scomparendo
dalla mia mente.
Devo tornare a galla.
Probabilmente questo è lo Stige, il fiume del limbo, dove ci si lava
dei peccati e delle memorie passate per incominciare una nuova vita.
Tento di tornare a galla, ma qualcosa afferra la mia gamba.
Mio padre mi sta trattenendo.
Sa quanto io possa essere viscido e bastardo, come lui, e sta
tentando di portarmi con sé all'inferno.
Senti papà, è un piacere rivederti, ma potresti lasciarmi andare?
Avrei un impegno…
E poi da te certi moralismi non me li sarei mai aspettati.
Non eri tu quello che calpestava la gente per soddisfare le sue
smodate ambizioni?
Sgambettando mi libero di quel peso morto, per scoprire che una
sottile patina di ghiaccio ha ricoperto la superficie.
Sbatto i miei pugni contro la fredda barriera tra me e la vita.
Non voglio morire, non ancora.
Non quando il mio show deve ancora cominciare.
L'ossigeno sta cominciando a mancarmi.
Perciò mi attacco alla forza della disperazione, tentando di
spaccarlo, finché le mie mani non cominciano a sanguinare
copiosamente.
Quando ormai ho deciso di arrendermi, sento il rumore della glaciale
patina sopra di me, le crepe che si allargano a vista d'occhio.
" Non arrenderti Esteve. Lotta per me." Dice una voce lontana.
Finalmente vedo la luce, una via d'uscita.
E' Samuel che mi sta chiamando, ed io voglio raggiungerlo.
In una lotta contro il tempo, mi affretto ad afferrare la sua mano,
ma non appena lo sfioro scompare.
Esco, riprendendo finalmente a respirare.
"SAMUEEEEEEEEEEEEL!!!!!!!!"
I raggi del sole mi abbacinano gli occhi, ed all'improvviso tutto si
fa luminoso, chiarissimo, ed io mi accorgo di essere finito in un
altro luogo, a me sconosciuto.
La camera è bianca, pulita, immacolata.
Sembrerebbe una camera d'ospedale.
Non vedo Sam, però.
Che sia un altro sogno?
Faticosamente il mio sguardo scende sul mio torace, sul quale si
posa un dolce peso.
Dorme, il nostro eroe.
Vorrei alzare la mano, per accarezzargli quella zazzera arruffata,
ma sono troppo debole, e le mie membra non mi obbediscono.
Vorrei parlare, ma un tubo nella gola mi zittisce.
Vedo l'infermiera entrare, per chiedere a Samuel di uscire dalla
camera.
Mi sforzo di volgere lo sguardo verso l'entrata, ma sento gli occhi
così affaticati che per tenerli aperti un secondo devo riposarli per
almeno un minuto.
Perciò cerco di immaginare ciò che sta succedendo, interpretando i
suoni intorno a me.
Lo scatto della porta, il rimbombante rumore degli zoccoli sul
pavimento, e le voci querule delle infermiere mi segnalano che sta
entrando il dottore per visitarmi.
Si avvicina sempre di più al letto, poi lo sento scrivere sulla sua
cartella, appuntando i dati sulle mie condizioni.
Poi comincia ad allontanarsi.
No.
Ehi! Non andartene!
NO, ti prego, resta qui, e liberami di tutti questi inutili fili.
La frustrazione di non poter fare niente, di essere imprigionato su
questo letto, mi rende talmente inquieto che batto i pugni,
rabbioso, sul letto.
Torna indietro.
Si siede vicino a me, e mi prende la mano.
"Stringimi la mano. So che puoi farlo. Su, lotta per riuscire a
svegliarti del tutto. Non arrenderti!!"
Lottando contro l'estrema debolezza del mio corpo ed intreccio le
mie dita con le sue.
"Questo è tutto quello che riesci a fare? Mi deludi! Sforzati un po'
di più, e apri quegli occhi!"
Fai presto a parlare tu! Pensi che sia facile comandare il proprio
corpo, che nemmeno ti ascolta?
Serro le dita più che posso, e seppur debolissimo, riesco perfino ad
aprire gli occhi.
Sono ancora semichiusi, ridotti ad una fessura, ma mi permettono di
vedere quella faccia da schiaffi.
"Trattieni il respiro per un attimo, ok?"
Obbedisco.
Con un gesto veloce e deciso, mi libera del fastidioso tubo che
avevo in gola, e mi copre la bocca con una mascherina.
Cosciente che ce la posso fare, mi alzo più che posso, ma non riesco
ad appoggiare la schiena sul cuscino, e ricado con a peso a morto
sul letto.
Mi giro verso quel cretino che si è spaparanzato sulla sedia.
"…ehi…." Le mie parole giungono soffocate alle sue
orecchie.
Così mi scosta la maschera e mi guarda interrogativo.
"Kyle…Sei un cretino.
Che ti è saltato in mente di sparare a Darcy?
Te l'ho forse chiesto?"
Si gratta la testa imbarazzato.
" Sei tu che mi stupisci, Ste. Perché l'hai difeso?"
"Lo sai che io agisco d'istinto… L'ho fatto basta.
Piuttosto, tu mi hai disobbedito.
Ti avevo chiesto di liberarmi di Adam non di Samuel!"
"Forse lo ami davvero."
"Sta' zitto."
E' irritante quando i tuoi sottoposti agiscono come più gli fa
comodo.
Gli avevo detto di non vedere.
Lui invece ha ceduto al fascino di un guadagno facile e veloce.
" Ma Ste…" risponde tenendomi con forza le mani sulle spalle.
"LASCIALO IN PACE!! Da quando in qua tu sei laureato in medicina?
Sei diventato dottore stanotte?
Certo che in quest'ospedale fanno proprio entrare cani e porci!"
Samuel chiude la porta.
A chiave.
"Come vedi, ho tenuto fede al patto. Sono ancora qui.
Ora tocca a te, annunciarmi che cos'hai deciso.
Avrai pure fatto una scelta, Kyle…
Su, dimmi…Sto aspettando…"
Cosa aspetti a rispondere?
Ti avviso che nessun passo falso ti sarà permesso.
Perciò stai attento a pesare le tue parole.
Rispondi come da copione.
" Ad una condizione, Darcy.
Accetto, ma lui viene con me." Risponde Kyle indicandomi.
Il volto di Samuel si rabbuia.
Si fa pensieroso.
Non è uno che accetta compromessi.
Forse è ora che io reciti la mia scena madre.
All'improvviso, però, lui risponde.
"D'accordo. Sono certo che non faresti del male ad Esteve, se non
per farmi del male indirettamente.
Ma tra noi è tutto risolto, vero?
Questa è la valigetta con i tuoi soldi."
Bene. E' il momento.
" No, non voglio separarmi da Samuel!
Non potete trattarmi come un pacco postale!
Ho una volontà.
E voglio restare con Sam.
Insomma, mi state ascoltando?"
Si avvicina sempre di più.
Tutto sta andando secondo i miei piani.
Mi abbraccia.
Ottimo.
Prevedibile come sempre.
Mi stacco, lentamente, e gli chiedo se potrebbe passarmi la borsa.
"Vorrei…sentire…CD…la borsa…grazie…"
Me la passa, poi si siede al fondo del letto, di fronte a me,
sorridendo.
Controllo che Kyle sia già uscito, per procurarsi ciò che ci serve.
Verificato che ha fatto ciò che gli è stato ordinato, frugo nella
borsa.
Trovo immediatamente ciò che cerco.
La mia migliore amica.
Le sue linee sinuose, la sua liscezza al tatto…
L'adoro. Non mi ha mai tradito.
Silenziosa, veloce e precisa, è sempre vicino a me quando ne ho
bisogno
Il climax di questa farsa è arrivato.
La carico.
Poi la tiro fuori, facendo molta attenzione a non maneggiarla con
cura.
"S-Ste? Cosa speri di ottenere con questo gesto?"
- Hold your hands up to your eyes again
Hide from the scary scenes,
Suppress your fears
So be mine and your innocence
I will consume -
Il colpo parte.
Naturalmente dopo aver messo il silenziatore.
Sento la serratura scattare,
Se è la polizia, sono fregato.
Tiro un sospiro di sollievo
E' Elyon.
" Buondì. Pulizia stanze.
Vuole che tolga quest'inutile corpo dalla sua vista?"
"Sì grazie.
Mi raccomando, mettilo dove sai."
Lo poggia su una barella, e dopo averlo ricoperto con un lenzuolo,
lo porta via.
Pochi attimi dopo, arriva Kyle tutto trafelato.
"Guarda cos'ho trovato Ste!
Una sedia a rotelle!
Ora ti porto fuori.
Poi raggiungeremo la nostra meta."
Stacca tutta la massa di fili attaccati al mio corpo.
Mi prende in braccio e mi posa sulla sedia a rotelle.
on circospezione, attenti a non farci vedere dal personale della
clinica, usciamo e Kyle mi carica sulla sua auto.
Gli ordino di dirigersi verso il Phoenix Park.
Lì troveremo il mio caro braccio destro.
L'attore che ha reso tutta questa recita un film da Oscar.
Adam Knives.
Ho pagato fior di quattrini perché quei poliziotti facessero finta
di non averlo mai visto.
Ma n'è valsa la pena.
Non potevo rischiare che fiatasse sulla mia implicazione in tutta
questa storia.
E' tutto esaltato.
Mi ha sempre ammirato molto, per la mia abilita di manipolare le
persone a mio piacimento e la mia astuzia nel fregarle e pugnalarle
alle spalle.
" Sei un mito Stevie! Ucciso il piccolo Darcy,
tutto il traffico di stupefacenti dell'America occidentale sarà
nostro!
Saremo ricchi!
RICCHI SFONDATI!
Yuhuuuuuuuuuuuuuuuuu!"
Sorrido.
Il suo entusiasmo è così tenero.
Adam passa una bottiglietta di Coca-Cola a Kyle.
Tutta questa tensione gli ha fatto venire sete.
"Siete veramente malati! Nessuno avrebbe capito che voi due eravate
d'accordo! Ed io goderò dei frutti della vostra astuzia…Ahahahahaha…"
Ne sei sicuro?
Ad un tratto, ti vedo tossire.
Non ti hanno mai insegnato che non bisogna accettare niente dagli
sconosciuti?
Diventi rosso, poi viola, stringendoti le mani intorno al collo.
Dopo qualche minuto di lotta, ti arrendi e muori.
Davvero pensavi che avremmo diviso i nostri sudati guadagni con te?
Che illuso.
Mi disgusti.
Ci liberiamo di Kyle, buttando il suo cadavere nel Leafy.
Devo ricordarmi di pagare Amber Facevault, l'attrice che ha
interpretato la parte di mia cugina.
E' stata molto convincente.
E devo ringraziare anche la sorella di Adam per essersi prestata al
gioco.
Risalendo in macchina, Adam fa la fatidica domanda.
" Senti Stevie, non è che sarebbe ora di dividere quei milioni tra
di noi?
E poi vorrei la `roba' che hai nel bagagliaio."
"Sei tu alla guida." Rispondo tranquillissimo, senza
scompormi
minimamente. "Liberissimo di scendere e prenderti ciò che ti
spetta."
Apre il vano.
Guardo divertito nello specchietto retrovisore il suo ghigno
trasformarsi in una maschera di terrore.
"Sorpresa Knives!
Sei morto!" sussurra a denti stretti una voce a me ben nota.
Poi sento lo sparo.
Vedo quella persona uscire dal bagagliaio, ripulendosi i vestiti
dalla polvere, e mettere Adam nel posto che lui occupava fino a poco
tempo fa.
" Bentornato Samuel Darcy, è sempre un piacere vederti."
"Lo stesso per me Steven Edwards.
Devo confessarti, che per qualche tempo ho creduto davvero che
Esteve Anghilante esistesse davvero.
Sei davvero un attore formidabile."
Ora permettemi di farvi una domanda…
Davvero avete creduto a tutte le balle che vi ho raccontato fin
dall'inizio di questa storia?
Siete proprio dei cretini, lasciatevelo dire.
Ed io odio gli stupidi.
LI ODIO.
Ma non preoccupatevi, vi assicuro che sarà una morte rapida e
indolore.
ASPETTATEMI.
- - -
Ero davvero caduto nel suo inganno.
Come uno stupido.
Devo dire che la falsità in cui è cresciuto ha donato a Steven
innumerevoli sfaccettature, e che quindi ciò lo rende ancora più
irresistibile a miei occhi.
Ride, come uno psicopatico.
E forse non è altro che questo.
Un povero ragazzo malato, ed ossessionato dalla sua stessa sete di
potere, dalla sua ambizione.
So che lui non mi considera altro che la sua gallina dalle uova
d'oro.
Perché unendoci nel nostro traffico, i nostri spacciatori potranno
arrivare in ogni angolo del mondo, rendendoci mille volte più ricchi
di tutti i Bill Gates del mondo.
Io, come uno stupido, non riesco ad arrendermi.
Lo farò innamorare di me.
E speriamo che il mio amore basti per guarirlo.
In fondo, un amore artefatto mi ha del tutto trasformato.
Quindi perché non sperare che standogli vicino lui possa cambiare.
Sperare non costa niente.
E chi persevera, prima o poi raggiunge il proprio scopo.
Come dice E.B. Browning, chiunque ama crede nell'impossibile.
Io ci credo, credo che riuscirò a compiere il miracolo.
NE SONO SICURO.
- Dark shines
Bringing me down
Making my heart feel sore
`Cause it's good
Your dark shines
Bringing me down
Making my heart feel sore
`Cause it's good –
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