Darkness of fate
di Hymeko
Il Faraone allungò una mano,
strappando al vento un petalo di ciliegio. Lo ammirò riposare nel palmo, la
tenue sfumatura che sembrava attirare le sue dita...sfiorandolo, ne apprezzò
la fresca levigatezza sotto i polpastrelli.
Di fronte a lui, nell’aria che rasentava la finestra, gli altri petali continuavano
a cadere. I ciliegi della villa di Kaiba erano in piena fioritura, tingendo di
rosa una larga area di parco.
”Ah…”
Due braccia gli avevano cinto il busto, avvolgendolo nella loro stretta…sollevò
la testa, e la sua bocca venne catturata da quella dell’amante.
”…non proprio davanti alla finestra”
tentò di protestare, cercando di allontanarlo. Invano.
”Nessuno può vederci…”
Il Faraone si morse le labbra…l’aveva fatto di nuovo…sussurrare al suo
orecchio…e baciarne il lobo…
”…K-Kai…”
”Sssshhhh”
Spalancò gli occhi, girando di lato la testa, ritrovandosi a fissare i loro
riflessi nel vetro. Le mani di Kaiba erano scese lungo il suo corpo, lambendo
le curve del suo fisico celate dell’accappatoio.
”A-Abbiamo appena fatt-o…la docc…”
”Ne faremo un’altra…”
”K-Ka…”
Era inutile…la bocca del suo ragazzo gli stava già seviziando il collo, mentre
avvertiva l’erezione premergli fra i glutei. Lo desiderava, ancora e ancora…si
inarcò, strusciandogli l’apertura contro la punta del pene…solo il tessuto
spugnoso li divideva…il suo accappatoio era corto, gli arrivava appena a metà
coscia…sarebbe stato così facile alzarlo…infilarsi sotto…e poi dentro di lui…
”V-Vieni”
lo implorò, allacciandogli le mani dietro la nuca, e tenendolo stretto a sé. Lo
voleva…
”Davanti alla finestra aperta?”
lo prese in giro Kaiba, arretrando un po’.
”Bastardo!!!”
Il Faraone si spinse indietro, cercando di nuovo il contatto fra il proprio ano
e il membro…nonostante stesse facendo il pudico, nel contempo Kaiba non
risparmiava carezze ai suoi fianchi.
”Ho sempre sognato di farlo così…”
Gli occhi viola si schiusero, incontrando quelli blu, che non smettevano un
attimo di ammirarlo…anche la sua pelle era velata di porpora, una piccola
vittoria del suo ego:
”Perché tutti ci vedano?”
”No…perché posso immaginarti steso sotto un ciliegio, coi fiori che ti
ammantano”
Un bacio di ringraziamento…non lo avevano mai fatto all’aperto, in città…non
era ancora pronto a rischiare tanto, e il suo ragazzo lo sapeva…
”Vieni”
sussurrò, schiudendo le labbra per accogliere la sua lingua…Kaiba si impossessò
di lui, scivolando sotto il lembo dell’accappatoio e dentro il suo corpo,
aprendo con delicatezza quella guaina calda.
S’immobilizzarono entrambi, i cuori che correvano. Il Faraone non provava
dolore, quella notte si erano amati senza sosta, era ancora pronto a ricevere
qualsiasi uomo…anche se solo uno l’avrebbe mai posseduto. Ma i primi attimi in
cui lo prendeva erano sempre speciali, colmi di imbarazzo. Li adorava…quando la
passione non aveva ancora annullato alcun limite, e tutto assomigliava alla
prima volta…non gli dava fastidio il rossore…sapeva che Kaiba bramava di
vederlo così, e lui...esisteva solo per renderlo felice…per perpetuare il più
possibile quel contatto intimo ed esclusivo…
Kaiba spinse, e lui gemette. Non si era mosso violentemente, e lui l’aveva
sentito tutto. Lo riempiva, così grosso…non se ne sarebbe mai stancato.
”Rimani aggrappato…”
Il sussurro della sua voce nell’orecchio…il Faraone sospirò, annuendo. Strinse
forte le mani sul cappuccio del suo accappatoio, e lo lasciò fare, come sempre.
Non gli avrebbe mai negato nulla, mentre era dentro di lui.
Seguì le dita del presidente lungo il percorso sul suo corpo, dal ventre fino
alle cosce, e poi di nuovo su…intanto lo faceva aspettare, non si muoveva…stava
bruciando, il cuore pompava forte, il sudore gli colava negli occhi, e il suo
respiro sulla pelle lo eccitava sempre più…
Il nodo che teneva chiuso il suo accappatoio si sciolse, esponendo il corpo
all’aria, ai petali di ciliegio che entravano dalla finestra. Il vento sembrava
soffiare apposta verso di loro, andando ad appropriarsi di un briciolo della
loro beatitudine, scostando i lembi di spugna perché gli alberi potessero
guardare…Kaiba spinse di nuovo, ripetutamente, con maggior forza, e lo portò
nell’abisso…il fuoco arse entrambi e la luce li annegò, mentre raggiungevano
l’orgasmo…caddero assieme in ginocchio, ancora allacciati, respirando a fatica
l’aria intrisa della fragranza del loro amplesso…
……..
”Non possiamo andare avanti così”
”Perché no?”
Il Faraone allungò una mano, accarezzando la guancia del ragazzo sopra di lui,
che lo guardava fra le ciocche che gli cascavano sugli occhi.
”Perché c’è da impazzire a fare sempre la doccia all’ultimo minuto!”
protestò, sbirciando l’orologio.
”Non ti piace star così?”
”Lo sai che non è questo”
Kaiba l’aveva steso sul letto, senza premurarsi di chiudergli l’accappatoio.
L’antico re sospettava anzi che stesse largamente apprezzando le sue grazie
scoperte, ma non gli spiaceva.
”Hn?”
Lo stava guardando, studiando ogni minima goccia di sudore sulla sua pelle. Era
a gattoni su di lui, per impedirgli di scappare. O per continuare la sensazione
di possesso, il Faraone non lo sapeva, né desiderava il contrario.
”Vorrei solo…arrivare in orario ogni tanto, ecco”
Il presidente baciò una per una le dita posate sul suo viso:
”Credi davvero che i tuoi amici ci aspettino per l’ora fissata? Penso che anzi
si preoccuperebbero del contrario”
”…mi piacerebbe provarci, un giorno”
Kaiba inclinò la testa di lato, godendosi la meravigliosa vita che palpitava
sotto di lui:
”Non oggi, vero?”
“…perché no?”
gli chiese con un pallido sorriso.
”Ho ancora voglia di te”
Il Faraone non respinse il suo bacio, non allontanò le mani che gli stavano
aprendo i glutei. I suoi amici avrebbero aspettato, come al solito…fare l’amore
con Kaiba era più importante.
”Dobbiamo proprio raggiungerli?”
Kaiba si guadagnò un’occhiataccia dal suo compagno. I petali di ciliegio
continuavano a fioccare, dispiegandosi lungo la via, un morbido tappeto
per i loro passi.
”Vuoi che ti faccia sentire in colpa per come hai ridotto la povera schiena di
Yugi? Che gli prometta che non ci vedremo finché non gli sarà passata?”
”…penso troverò estremamente piacevole pranzare sotto i ciliegi in fiore, con
Mokuba e i tuoi amici”
”Ne ero certo”
Camminarono lentamente, sfiorandosi le mani. Col Puzzle stretto nel pugno, e il
suo ragazzo accanto, allo Spirito sembrava che il mondo non fosse mai stato
tanto radioso.
”Non litigate, mi raccomando”
”Non dirlo a me. Non sono io quello cui devi fare prediche”
Il Faraone sospirò, sperando che Jono-uchi non si mettesse a stuzzicare Kaiba.
Non capiva bene il perché, eppure gli sembrava che, da quando aveva saputo
della loro relazione, la sua avversione fosse aumentata.
”Tu…promettimelo lo stesso”
”Uhm. Spera non si metta a fare battutacce”
Le loro voci…erano dietro l’angolo, ormai…il Faraone lo prese per un polso e lo
fermò, alzandosi sulle punte dei piedi e offrendogli il viso.
Kaiba baciò dolcemente quelle labbra che lo stavano chiamando, e lo prese per
mano. Non avevano più scelta…dovevano andare per forza. Un picnic sotto i
ciliegi li attendeva. Non gli permise di sciogliersi dalla sua mano, mentre
oltrepassavano gli ultimi cespugli.
”Chi sei tu?”
Mokuba e gli altri scrutarono Kaiba e il Faraone. Lo sguardo del presidente era
fisso oltre di loro.
Si voltarono di scatto. Un ragazzo li stava studiando, ridacchiando in una
radura distante meno di tre metri. Galleggiava a mezz’aria, e sulla pelle bronzea
della fronte risaltava un sottile cerchietto, col simbolo dell’occhio di Ra.
”È così tanto tempo che non ci vediamo”
mormorò lo sconosciuto, stendendo una mano e afferrando alcuni petali, stringendoli
senza pietà fra le dita.
”Rispondimi. Chi sei, e cosa fai in casa mia”
Mokuba era al sicuro dietro di lui, anche gli altri li avevano raggiunti, e il
suo compagno s’era rimesso il Puzzle…erano pronti alla battaglia. Perché di
sicuro sarebbe arrivata presto.
”Mi mancavate…soprattutto tu”
sussurrò, accennando col capo al Faraone.
”Rispondi! Chi sei!”
Kaiba tese i muscoli. Non gli piaceva il modo in cui fissava il suo
ragazzo…c’era troppo odio in quegli occhi. Sete di sangue e di dolore senza
tempo.
”Non ha un Oggetto Millenario”
Bakura si portò accanto al Faraone, al collo il Millenium
Ring. Non stava reagendo…che i Millenium Item non c’entrassero?
”E tu saresti…”
”Quello che si occuperà del Faraone. Fra un po’”
Lo Spirito dell’Anello Millenario strizzò l’occhio all’antico re, che dovette
mandar giù. Non era il momento di occuparsi della parte malvagia di Bakura…dato
che li aveva già aiutati in passato, lo avrebbe accettato anche in quel
frangente.
”Ah, già. Mi ero passata di mente la tua inutile esistenza. Comunque…Faraone,
eh?”
Lo sconosciuto si gustò quella parola, assaporando ogni lettera, lo sguardo
perso nel tempo…
”Sì, è un Faraone…qualcosa in contrario?”
”Jono-uchi, stai indietro”
Lo Spirito del Puzzle stese un braccio e lo ricacciò con gli altri…non era il
momento di fare sbruffonate, l’aria era densa d’odio…guardò Kaiba, che gli
strinse una mano. Avrebbero lottato, sino alla fine.
”Uhm…mi pare di capire che non abbiate i ricordi del vostro passato. O non sareste tanto entusisti, di lui”
”Cosa ne sai tu?”
Il Faraone strinse gli occhi…quel ragazzo poteva essere una scorciatoia verso
le sue memorie scomparse?
”Io? Mi ricordo tutto”
gli sbatté in faccia con allegria, gettando in aria una manciata di petali.
”Tu sai…del nostro passato?”
”Già. So tutto di voi tre…Thief Bakura…non mi stupisco
affatto di trovarti di nuovo appiccicato al Puzzle. E tu, che eri il principe
ereditario del trono d’Egitto, sempre scortato da inetti. A parte te,
naturalmente, vita futura del Priest Seth…uno dei pochi con abbastanza coraggio
da mostrarmi apertamente la propria ostilità, nonostante conoscessi la mia
identità. Invero mi meraviglia la tua presenza, accanto a lui…”
I suoi occhi si fecero più scuri, mentre un sorriso strano gli si allargava sul
viso, quasi pregustasse la loro reazione…il suo sguardo passava dai visi alle
mani ancora unite…
”…devo confessare che sapervi di nuovo assieme è una per me una vera sorpresa.
Dopo ciò che accadde 3000 anni fa…”
”Di che stai parlando!”
Kaiba guardò sbalordito il suo ragazzo…stava tremando senza motivo. Non avevano
ancora ricevuto una vera minaccia da quell’intruso…perché stava reagendo così?
Che sapesse di cosa stava parlando quello sconosciuto? Che avesse dei ricordi della loro vita passata, in realtà?
”Della tua ineguagliabile vocazione a rovinare tutto, fratellino”
Lo shock bloccò tutti per qualche attimo, prima che Anzu riuscisse a parlare:
”C-Come lo hai chiamato?!”
”Fratellino…solo per metà, fortunatamente. Anche se il mio odio è totale.
Comunque, mia madre era una donna di lignaggio eccelsamene superiore, rispetto
alla sua. Nostro padre era il Faraone”
Kaiba li fissò, spostando lo sguardo da uno all’altro. Effettivamente un po’ si
somigliavano…il nuovo arrivato aveva gli occhi color indaco, e i capelli
raccolti in una coda alta, sparati all’indietro. Ciocche rossicce e blu si
mescolavano…strane quasi quanto quelle del suo ragazzo.
”Che prove hai per ciò che dici? Potresti essere uno dei tanti pazzi paranoici
che attraversano la nostra strada”
Stranamente, lo sguardo dello sconosciuto si fece più dolce, quando si rivolse
a lui:
”È ben più strano che tu stia ancora al suo fianco, dopo quello che ti ha
fatto…”
”Smettila!”
Ma l’altro sorrise sarcastico, evidentemente soddisfatto della sua reazione
quasi isterica:
”Cosa ti accade? So che i tuoi ricordi sono bloccati…quindi perché stai già
andando in crisi? Non ho nemmeno cominciato…”
”Non ti rivolgere a lui. Scommetto che non esiterai a distorcere la realtà per
dividerci. Puntando sul fatto che non abbiamo ricordi! Non ho intenzione di ascoltare
senza far nulla le parole di chi mi odia!”
sibilò l’antico re, mordendosi un labbro, sperando che quelle frasi vuote
sortissero un minimo effetto.
Cosa sapeva quello? Stava bluffando o era la verità? Aveva davvero fatto
qualcosa di tanto grave, in passato, da allontanare Kaiba?
Eppure in una parte del suo cuore regnava la felicità…quel fratello, di cui non
aveva certezze, aveva confermato loro che erano stati già assieme
nell’antichità, e che quindi, poteva essere fra le sue braccia, il luogo dove
la sua anima era destinata a tornare…non riusciva a pensare ad altro…aveva una
speranza…
”Evanescente, come al solito. E nervosetto…perché non saggi i motivi di tanta
inquietudine, Priest Seth?”
”Mi chiamo Seto”
ringhiò Kaiba in risposta, stringendo più forte il polso del suo ragazzo.
Maledicendosi, la sua anima era costretta a dar ragione a quello sconosciuto…il
Faraone si stava agitando troppo.
Scosse la testa. Anche se aveva ragione, non si sarebbe mai schierato dalla sua
parte.
”Come preferisci, Priest Seth. Ma…riguardo alle mie parole?”
Il presidente inclinò leggermente la testa, sbuffando:
”Se ha qualcosa da dirmi, me la dirà lui. Non darò certo retta a un intruso che
non ha neppure avuto la decenza di presentarsi”
”Vai così Kaiba, è così che si parla!”
Lo strillo di Jono-uchi aveva coperto il pigolio di ringraziamento che il
Faraone aveva rivolto al suo ragazzo, ma lui era riuscito a sentirlo. Si teneva
aggrappato al suo soprabito, e aveva smesso di tremare, anche se ancora non
riusciva a guardalo.
’Cosa avrà da dirmi? Ci sarà davvero qualcosa, o siamo tutti manipolati dalle sue
parole?’
Riportò l’attenzione sull’altro. Non aveva smesso di avere quel sorriso
irritante sulla faccia…al suo ragazzo ci avrebbe pensato più avanti.
”Come desideri. Credo sia opportuno rifare da capo. Io sono il principe Narmer,
primo figlio del Faraone Akunumkanon, e della
principessa Neferthi. Sono tuo fratello maggiore, per
parte di padre”
Tutti gli sguardi si concentrarono sul Faraone, che scosse il capo:
”Non ho alcun ricordo. Non posso dire se sia la verità o meno”
Narmer rise:
”Non mi stupisco che i tuoi ricordi siano bloccati…come potresti desiderare
altrimenti, con tutti i fardelli che gravano sulla tua coscienza? A cominciare
da…”
Non disse altro, limitandosi a puntare l’indice contro Kaiba.
”TACI!!!”
Il Faraone si morse le labbra, il cuore che gli batteva impazzito. Cosa doveva
fare? Aveva qualcosa da fare? Narmer non sembrava riferirsi alla sua possibile
dipartita, ma era un bene?
Il suo passato nascondeva davvero un avvenimento che aveva colpito il suo
ragazzo? Se fosse stato svelato, come avrebbe potuto affrontare la reazione di
Kaiba?
”Calmati…e tu, dicci cosa vuoi. O sei qui solo per blaterare?”
Il presidente non capiva di cosa avesse paura il suo compagno…che fosse davvero a conoscenza dei fardelli di cui parlava il
fratellastro? Oppure erano i fantasmi della sua mente a tormentarlo?
”Il mio desiderio? Non è di facile comprensione? Il mio proposito è di recare
sofferenza a colui che mi ha rovinato l’esistenza. Nulla di più”
”Perché?! Cosa ti ho fatto per meritarmi tutto questo?!”
”Semplicemente…esisti. La tua nascita è stata la più grande sciagura affrontata
dal nostro regno, le cui ripercussioni arrivano sino a questo tempo
sciagurato…sei venuto al mondo, e il cerchio della sofferenza ha allargato i
suoi confini, un’eterna espansione che non terminerà mai…non ne esiste la
possibilità”
Anzu sbuffò indispettita:
”Non è che invece tu hai tentato di usurpare il trono, e ti sei preso una bella
batosta?”
Narmer sorrise divertito:
”Mi spiace, sciacquetta, ma l’usurpatore è lui…io
sono il maggiore”
”Ma se lui è chiamato faraone, ce ne sarà un motivo”
Bakura bloccò Jono-uchi, che stava per partire all’attacco:
”Non credo che abbia senso continuare ad ascoltarlo. Le sue sono solo vuote
parole…non ha la minima possibilità di provarle”
”Oh sì, invece”
Di nuovo, il suo dito si levò verso Kaiba…il sorriso che aveva sul volto si era
fatto crudele, un dolce godimento che sapeva di rivincita:
”Lui…sarà lui lo strumento della mia vendetta”
Prima che il presidente potesse ribattere, il suo ragazzo, Bakura e Mokuba si
erano portati di fronte a lui, le braccia spalancate.
”Tu non gli farai proprio nulla”
ringhiò l’antico re, invocando il potere latente in lui. Lo avrebbe protetto…a
qualsiasi costo.
”Sentire queste parole da te è davvero dilettevole, fratellino. La tua
ipocrisia si manifesta a livelli sempre più elevati”
”Taci! Non avvicinarti a lui, o ti spazzerò via!”
Raccolse il proprio potere, e l’Occhio di Ra apparve
sulla sua fronte. Non desiderava scagliarglielo contro, ma non gli avrebbe
permesso di sfiorare il suo ragazzo.
Sapeva che i suoi amici lo stavano fissando impietriti, avvertiva anche lo
stupore del suo alter ego, ma non gli importava. Kaiba era più importante di
tutto!
”Non è necessario che mi avvicini a lui…posso benissimo agire anche da qui. Non
saranno certo i miseri poteri di uno smemorato, a fermarmi…”
Il Faraone volò via senza un grido, sbattuto contro il tronco di un
ciliegio…petali caddero di colpo, quasi fossero le lacrime dell’albero.
”Faraone!”
Tutti corsero verso di lui. Tranne Kaiba. Bloccato sul posto, incapace di
muovere un muscolo.
”Fratello!”
Mokuba tentò di raggiungerlo, ma un guscio di aria solida li teneva separati.
”L-Lui…”
mormorò ai suoi amici lo Spirito del Puzzle, accennando al ragazzo bloccato sul
prato…fra le lacrime, Mokuba stava tempestando di pugni l’aria, ma non riusciva
ad avvicinarlo.
”Non preoccuparti, piccolo. Non farò del male a tuo fratello. Semplicemente,
farò in modo che si schieri con me…come una composizione realizzata col domino,
basterà risvegliare un suo ricordo, e tutto cadrà…”
Gli occhi di Kaiba fiammeggiavano, ma non riusciva a muovere un muscolo. La
preoccupazione per il suo ragazzo gli strappava l’anima, con la coda
dell’occhio riusciva a vederlo. Non si era rialzato…il ragazzo che amava era
ancora appoggiato contro il tronco di un albero. Lo odiava…se l’avesse avuto
fra le mani gli avrebbe squarciato la gola…il Faraone era ferito e lui non
poteva fare nulla…nemmeno parlare…
’Che rabbia…cosa posso fare?’
Nemmeno quando Marik aveva preso il controllo di quel
buono a nulla di Jono-uchi, e l’aveva costretto a un duello mortale con Yugi,
s’era sentito così impotente…si agitò, cercando di liberarsi da quella stretta.
Mokuba e Honda erano poco distanti, a cercare un punto debole in quella gabbia
d’energia, ma i loro sforzi sembravano inutili…si morse l’interno di una
guancia. Non voleva essere separato da loro…da suo fratello e dal suo ragazzo…
”State tranquilli…fra una settimana ve lo riporterò qui, assolutamente illeso.
Non gli farò nulla…semplicemente risveglierò i suoi ricordi. Non è ciò che
desideri anche tu, in fondo, fratellino? Dovresti essermi grato, ti sto
aiutando a ritrovare le pagine della memoria passata, che hai perso chissà
dove. Poi…sarà lui a decidere da che parte stare…”
Il suo sorriso era un ghigno di vittoria. Schioccò le dita, ed entrambi
sparirono in un lampo accecante. Solo la sua risata soddisfatta riecheggiava
ancora…
Mokuba cadde in ginocchio. L’avevano portato via…era di nuovo solo…
”Faraone non puoi muoverti, potresti essere ferito”
”Anzu non preoccuparti, è solo una botta. Non mi avrebbe mai percosso
seriamente…vuole che sia Kaiba a farlo. Deve essere lui…così soffrirò di più”
I suoi amici si guardarono in faccia. Cosa sarebbe accaduto, se Kaiba…
Jono-uchi scosse la testa:
”Cosa facciamo? Sapete che non mi piace, però non possiamo certo lasciarlo in
mano a quel pazzo. E tu non preoccuparti, sono certo che Kaiba non si piegherà
alle manipolazioni di quel Narmer”
Bakura lo aiutò a sollevare il ferito:
”Lui ha affermato che si limiterà a svegliare i ricordi di Kaiba…ma possiamo
fidarci della sua parola?”
”Voi…credete che farà del male a mio fratello?”
Tutti fissarono Mokuba. Sì, c’era la possibilità che accadesse. Tutti sapevano
fino a quali abissi potesse arrivare l’animo umano, in cerca della propria
soddisfazione. Ma non poteva certo dirlo a un bambino…Anzu si inginocchiò
accanto a lui:
”Stai tranquillo. Se avesse voluto, penso l’avrebbe fatto qui, davanti al
Faraone. Non ha senso che l’abbia portato via…io ritengo vere le sue parole.
Vuole sul serio risvegliare i suoi ricordi”
”Mokuba, non preoccuparti, lo ritroveremo. Ma ho bisogno del tuo aiuto: devo
assolutamente parlare subito con Isis-san e Marik. Puoi contattarli, per favore?”
Il bambino lo guardò. Lui aveva perso suo fratello, ma per il Faraone, era come
se gli fosse stato sottratto il cuore. Avrebbe lottato, lo sapeva. Doveva
fidarsi di lui.
”Lascia fare a me! Raggiungetemi nel mio studio!”
e corse via, intraprendendo la strada che speravano avrebbe portato alla
salvezza del fratello…
Mokuba si morse le labbra, per trattenere la mano. Quando aveva paura, si
aggrappava sempre al soprabito del fratello…
…ma lui non era lì. C’era il suo ragazzo, vero, ma non era la stessa cosa…non
voleva stringere un lembo della sua giacca.
”Stai tranquillo…lo riporteremo indietro”
Il ragazzino annuì, respirando l’aria gelida. Un improvviso abbassamento della
temperatura s’era abbattuto sulla zona di Tokyo, e la neve aveva cristallizzato
i petali rimasti sui ciliegi. I rami bianchissimi erano meravigliosi…peccato
fosse la fine di aprile. Certo, altre volte s’era verificata una nevicata in
quel periodo, ma la quantità caduta aveva scioccato gli esperti. Quel fenomeno
aveva del soprannaturale, avevano detto.
Probabilmente era vero…quasi certamente era opera della mente malata di Narmer,
un candido sfondo per il suo animo nero.
Erano passati sette giorni…suo fratello sarebbe presto tornato da lui. In che
condizioni…ancora non lo sapeva.
Sbirciò Isis-san e Marik.
Anche se erano subito accorsi lì, il loro contributo era stato praticamente
nullo. Non li incolpava per questo…avevano fatto tutto ciò che era in loro
potere. Semplicemente, non avevano nulla su cui lavorare…nei documenti in loro
possesso, nelle leggende e nei racconti millenari tramandati di generazione in
generazione, non c’era il minimo accenno riguardo al misterioso Narmer.
Sembrava un fantasma sorto per tormentarli…
Si stavano dirigendo ove tutto era accaduto, nella radura del parco. La neve
scricchiolava sotto i loro piedi, dal cielo coperto di nubi filtrava una luce
fredda e senza vita.
’Fratello…’
Non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea che potesse non tornare.
Non poteva accadere una cosa simile, suo fratello aveva superato situazioni ben
peggiori di quella. E soprattutto aveva trovato qualcosa che prima non aveva
mai avuto…l’amore di una persona. Per lui stesso, non come figlio o fratello
maggiore. Il Faraone lo amava solo perché era lui…si sarebbe certamente
riappropriato di quel mondo fatto su misura.
”Ecco, ci siamo”
Il sussurro di Anzu si perse nel vuoto. Ancora pochi cespugli, e sarebbero
arrivati.
Si guardarono…nessuno sapeva cosa vi avrebbero trovato.
”…mi raccomando, state attenti. Non sappiamo cosa potrebbe accadere”
Il Faraone fissò i suoi amici e Mokuba. Si sentiva sull’orlo di un precipizio…avrebbe
avuto il coraggio di lasciarli senza protezione, per salvare Kaiba? Quale parte
del suo cuore avrebbe vinto? L’amore per il suo ragazzo, o l’amicizia?
’Spero solo di non doverlo scoprire…’
Guardò Mokuba, che annuì. Era tempo di andare.
Narmer li stava già aspettando. Nella medesima posizione della prima volta,
levitando a mezz’aria. Accanto a lui, accasciato sul sottile strato di neve e
petali sotto le fronde di un albero, giaceva Kaiba.
”Fratello!!!”
”Mokuba fermo!!!”
Mokuba sfuggì al controllo del Faraone, correndo dal fratello…Narmer lo guardò
avvicinarsi, e non fece nulla. Lo lasciò accorrere da lui, gettargli le braccia
al collo e stringerlo a sé. Senza muovere un muscolo per fermarlo.
”Mokuba-kun!!!”
”State tranquilli, non mi abbasserò certo a far del male a un bambino
preoccupato per il fratello”
Narmer li guardò dall’alto in basso, sfidandoli a dire il contrario…accanto a
lui, finalmente riunito col fratello, il minore dei Kaiba stava iniziando a
singhiozzare…
”Che cos’hai? Fratello ti prego rispondimi!”
”È solo svenuto, non aver timore”
Una manciata di neve sporca volò verso di lui, infrangendosi contro una
barriera invisibile. Il ragazzino lo guardava fisso, respirando con calma. Ma i
suoi occhi fiammeggiavano, il cuore colmo d’odio lo faceva tremare
violentemente.
”Come ti permetti di dirmi di non avere timore?! Sei stato tu a ridurlo così! È
solo colpa tua! Mio fratello stava bene ed era felice! Io ti odio!”
Raccolse altra neve e gliela gettò contro, senza tentare di trattenere le
lacrime.
”Basta! Basta…”
Il Faraone percorse il breve tratto che li separava, e lo strinse fra le
braccia. Non era stato in grado di proteggere il suo compagno…almeno Mokuba lo
avrebbe difeso. Era l’unica cosa che poteva fare per il ragazzo ancora svenuto.
Narmer sbuffò, scuotendo la testa:
”Non penserai che potrei mai far del male a un bambino preoccupato per il suo
unico legame di sangue? Io non sono come te, fratellino”
”Smettila!”
L’altro alzò semplicemente le spalle:
”Come desideri…ci penserà Kaiba a sistemarti. Non hai idea di quanti sentimenti
possano albergare, in un cuore che ha conosciuto il gusto amaro della
sofferenza”
”Che gli hai fatto?”
”Non ricordi? Eppure l’ho spiegato chiaramente, una settimana fa”
”Hai davvero…”
Gli occhi del Faraone si scurirono. Se fosse stato vero che Kaiba possedeva
i ricordi del passato…se l’avesse aiutato…sarebbe stato tutto più facile,
e difficile, assieme…
Narmer ammirò il cielo plumbeo, soppesando la risposta:
”A dir la verità…no, non ho risvegliato tutti i suoi ricordi”
”Cosa significa? Hai modificato i tuoi piani?”
”…sì. Al contrario di te, sono consapevole dei limiti posseduti dall’animo
umano. Ho guardato tutto il suo passato, questo sì. Ma ho lasciato quasi tutto
com’era. Sepolto nelle profondità della sua memoria. Avvolto nel manto tetro
della sofferenza”
”Cosa significa quel quasi, anima tormentata?”
Isis avanzò fino a loro, alta e dritta, fiera nel suo
ruolo di custode della tomba reale. Se, come diceva, era davvero il fratello
maggiore del Faraone, era suo dovere accertarsene.
”Hai scomodato la famiglia Ishtar…peccato che a causa
tua, io sia stato cancellato dalle cronache dei tempi…”
”Rispondi! Se sei davvero chi dici di essere!”
Marik affiancò la sorella, assumendosi per la prima
volta le proprie responsabilità di guardiano…avrebbe rimediato ai suoi errori aiutando
il Faraone, benché fosse stato davvero traumatizzante scoprire la relazione fra
questi e Kaiba. Sua sorella, invece, non ne era stata affatto sorpresa…era come
se non aspettasse che l’annuncio…
”Sei parecchio sfrontato, giovane Ishtar. E completamente
senza scopo, dato che hai fallito la tua missione, ti sei lasciato soggiogare
dalle tenebre e hai portato tua sorella a infrangere le leggi, usando il suo
Oggetto Millenario nel duello con Kaiba…”
”Cos’hai fatto a mio fratello!!!”
Narmer guardò con simpatia Mokuba:
”Sai, sei l’unico cui valga la pena rispondere. Sei combattivo, e ami
sinceramente tuo fratello…qualcuno
dovrebbe proprio prendere esempio da te”
ridacchiò, senza staccare gli occhi da lui.
”Comunque, ho portato alla luce della sua coscienza un solo
ricordo. Se li avessi rivelati tutti, probabilmente la sua anima non sarebbe
stata in grado di sopportare un tale peso tutto assieme, e sarebbe andata in
pezzi. Ma questa è un’esclusiva che lascio volentieri a qualcun altro…”
Lo Spirito del Puzzle digrignò i denti:
”Allora cosa gli hai fatto?”
”Semplice. Ho risvegliato in lui il ricordo del giorno in cui la persona che
amava ha mandato in frantumi il suo cuore e la sua vita…scatenando le
conseguenze che arrivano a colpire anche i nostri giorni. A proposito, il Death-T…anche quello è stato un frutto del dolore che gli
hai causato. Le tenebre che hai scacciato dimoravano nel fondo del suo cuore
dai regali tempi dell’antichità…”
Si rivolse a Jono-uchi e Honda, che assistevano impassibili a quella scena:
”Non è Kaiba che dovete incolpare…ma il vostro amico”
”………e tu pensi che ti crederemo davvero?”
Narmer scrollò le spalle:
”Ora no. Quando saprete tutto…se il vostro amico faraone avrà
il coraggio di rivelarvi tutto…sì. Mokuba…”
Il ragazzino sussultò, e si strinse al Faraone…
”…so di chiederti molto, ma per favore, quando tutto sarà più calmo, potresti
dire a tuo fratello che sarò dove sa, per tutto il prossimo mese?”
”Ma che stai dicendo?!”
”Non lo immagini, fratellastro? Il mio odio…unito al suo…ti distruggeremo. Per quello
che ci hai fatto, per aver infranto le nostre esistenze. Per avermi relegato
nell’ombra, per averlo usato come un giocattolo…le persone hanno dei
sentimenti, fratello dannato…e noi te lo insegneremo”
Un lampo, e la neve che ricominciava a cadere. Narmer era nuovamente sparito,
mentre la sua promessa di vendetta aleggiava su di loro.
………
Il Faraone aprì gli occhi, sbattendo le palpebre. Il buio regnava nella stanza
fredda, il silenzio ovattato della notte aleggiava nella villa. Nel cuore del Puzzle, avvertiva il sonno placido del suo alter ego. Rabbrividì,
soffocando la tosse. Che ore erano? Non riusciva a capirlo…
Si alzò per aprire la tenda, inciampando nella coperta che Mokuba gli aveva
dato, ora a terra. Si sarebbe dovuto mettere un maglione più pensante, pensò
mentre faceva scorrere il tendaggio.
Una luca rossastra invase la stanza: il parco della villa era martoriato da una
tempesta di neve, che rifletteva la luce dei lampioni e delle poche auto.
’Narmer…’
pensò, stringendo il tessuto.
Da quando era sparito, la neve era caduta sempre più abbondante, paralizzando i
collegamenti. Sperava solo che i suoi amici fossero tornati a casa sani e
salvi…dopo che l’avevano aiutato a portare dentro Kaiba, li aveva pregati di
lasciarli soli. Non avrebbero potuto essergli di aiuto, per quello che stava
per affrontare. Si volse piano verso il letto, ove riposava il suo ragazzo.
Era vuoto.
Sussultò, guardandosi attorno. Mokuba dormiva accoccolato in una poltrona, la
coperta ben rimboccata. Il soprabito bianco di Kaiba lo copriva
ulteriormente…qualcosa nel suo cuore si ruppe. Non si era curato che lui
prendesse freddo? O la coperta era caduta dopo che era uscito?
’Ma perché se n’è andato senza svegliarmi?’
Infilò una mano sotto le coltri…erano tiepide. Se n’era andato da un po’.
Uscì di soppiatto, senza disturbare il ragazzino addormentato. Non aveva idea
di dove andare…quella casa era enorme, non era stato in tutte le stanze. Se il
suo fratellastro aveva detto la verità, Kaiba probabilmente lo stava odiando,
in quel momento. E se avesse voluto non farsi trovare da lui, ci sarebbe
certamente riuscito.
Si morse un labbro. Doveva aver fiducia nel suo ragazzo!
Si massaggiò gli occhi, affacciandosi a una della vetrate del corridoio. Dove
poteva essere? Non poteva mettersi a controllare tutte le camere…forse il suo
studio? O la sala computer?
Una luce attirò la sua attenzione…proveniva dalla piccola cucina di quel piano.
’In effetti potrebbe aver fame…’
Trasalì. La luce si era spenta, e dopo pochi attimi un bagliore diverso era
divampato in un locale accanto. La fiamma di un camino, in un salotto…a Kaiba
piaceva molto quella stanza…avevano amoreggiato molte volte lì, sul tappeto ai
piedi del divano…
Camminò svelto lungo i corridoi, cercando di non fare il minimo rumore. Non
voleva che i domestici lo sentissero…stinse il tessuto della maglia sopra il
suo cuore. Stava battendo troppo forte.
Appoggiò la mano sulla porta del salottino. Se aveva ragione, se le sue
sensazioni erano giuste…lui era lì.
Entrò, trattenendo il fiato. La stanza era vuota, inondata dalla luce del
camino.
Avanzò fino al divano, senza dire nulla. Dalla porta non sarebbe riuscito a
vederlo, se si fosse seduto sul tappeto, come erano soliti fare quando erano
assieme.
”Kaiba”
Era lì. Sveglio. A sorseggiare una cioccolata calda.
Cadde in ginocchio, la paura che svaniva. Nei suoi sogni inconfessati anche a
se stesso, il suo ragazzo cadeva di nuovo in coma, un sonno da cui non riusciva
più a destarsi. Solo il suo fantasma andava da lui, a tormentare i suoi sonni,
ricordandogli continuamente come fosse di nuovo in quello stato per colpa sua…
Gattonò fino a lui, nonostante non gli avesse risposto, abbracciando quel capo
che si era leggermente girato per scrutarlo. Lo strinse contro il petto,
intrecciando le dita fra i suoi capelli, appoggiando una guancia sulla sua testa.
Non lo avrebbe lasciato. Era lì, con lui. Fra le sue braccia.
”Lasciami”
Un ordine perentorio…il Faraone sussultò, allontanandosi di scatto. Kaiba lo
stava guardando, ma i suoi occhi erano irriconoscibili. Le iridi blu erano
gelide, degne del ragazzo di ghiaccio che era agli inizi. Non c’era affetto per
lui, non una traccia d’amore…da quegli occhi non traspariva nulla.
”…Kaiba”
”Vattene. Esci immediatamente da questa casa, e non farti vedere mai più”
Il mondo gli crollò addosso. Il suo ragazzo lo stava cacciando.
Gemette. Il cuore gli doleva.
”Non fare scene. Lascia la chiave che ti ho dato e sparisci”
Secco e deciso, le parole lo schiaffeggiavano.
”N-No. Non finché non mi avrai dato una spiegazione”
Si morse un labbro. L’espressione di Kaiba era cambiata. Non lo aveva mai visto
così…nemmeno quando aveva cercato di ucciderlo aveva mostrato tanto odio.
”Ti basti sapere che…aveva ragione…Narmer aveva ragione. Sei una persona
veramente orribile…”
”Come puoi fidarti delle sue parole? Lui vuole dividerci!”
Il volto di Kaiba non cambiò:
”E ci è riuscito. Ma non mi ha manipolato, se è quello che stai per dire. Il
ricordo che ha risvegliato è autentico”
”…come puoi dirlo?”
Non aveva nulla su cui combattere. Non sapeva cosa fosse accaduto, né conosceva
il ricordo svelato. Era impotente. Se Kaiba aveva davvero deciso di lasciarlo,
probabilmente non sarebbe riuscito a trattenerlo.
”Perché dopo essermi risvegliato, ho controllato. Con questa”
Allungò una mano, e nel palmo apparve una luce accecante, che si materializzò
in un Oggetto Millenario.
”La Millenium Rod…era in
camera di Yugi. Come hai fatto a evocarla?”
L’altro alzò le spalle:
”Non è importante. Lo è il fatto che non abbia rilevato tracce di manomissione
nella mia mente”
Il Faraone abbassò le spalle, fissando con occhi vuoti il Millenium
Item. Era perso, con le spalle al muro. Sconfitto e
umiliato dal fratellastro, lasciato e detestato dalla persona che amava.
Amore.
Una scintilla si risvegliò in lui. Qualsiasi cosa avesse visto, Kaiba era
certamente innamorato di lui. Non poteva aver cancellato quel sentimento…si
morse l’interno del labbro. Avrebbe combattuto per lui. Narmer non l’avrebbe
sconfitto così facilmente!
”Io non me ne andrò di qui, fin quando non mi avrai dato un motivo convincente
per farlo”
Kaiba lo sorprese con la sua reazione. La sua bocca s’era piegata in un sorriso
soddisfatto:
”Sapevo che l’avresti detto…sei sempre stato un maestro ad attirare, e a causare,
dolore…”
”È inutile che mi parli così. Non crederò mai che tu abbia smesso di amarmi. Qualsiasi
ricordo Narmer ti abbia strappato”
Di nuovo l’altro lo sorprese. Con un sorriso triste, e uno sguardo disperato:
”Non è una questione di amore…ma non voglio più avere niente a che fare con te”
La confusione aumentò nella mente del Faraone:
”Se non è d’amore, perché vuoi che me ne vada? Perché mi stai lasciando?”
La sua voce si incrinò, ma il cuore di Kaiba non ne fu toccato. Non provava
dolore, né pietà. E neppure amore infelice, benché la sua favolosa storia col
Faraone fosse appena andata in pezzi.
”Vuoi davvero saperlo? Aneli tanto al tuo passato scomparso…ma sei davvero
disposto ad affrontarne un frammento?”
Lo Spirito del Puzzle si morse l’interno della guancia…era una strana
domanda…perché gli chiedeva tanto se ne fosse sicuro? Era ancora innamorato di
lui, per sua stessa ammissione. Che stesse inconsciamente tentando di
proteggerlo?
’Forse…non nutri poi così tanto odio come vuoi far credere…’
Ma non aveva scelta, lo sapeva. Se non avesse affrontato e vinto il ricordo
svelato, avrebbe perso Kaiba.
”Io…voglio stare con te. Quindi non ho scelta”
”…non penso che ne avrai nemmeno dopo. Non tornerò con te. Comunque…come
desiderate, Maestà”
Il Faraone fissò la Millenium Rod,
senza vederla. L’aveva lasciato, Kaiba era stato chiaro. E il titolo con cui l’aveva
apostrofato era carico di amarezza e risentimento. Se davvero lo amava ancora,
quel sentimento era sepolto sotto montagne di dolore.
Deglutì al contatto col freddo dell’oro. Non era più molto sicuro di volerlo
fare, ma non aveva scelta…
Fine
O_o cosa hai fatto? n.d.Seto+Yami
semplice…vi ho divisi! n.d.Hymeko
o_______________o tu…l’hai fatto davvero…n.d.Seto_shock_mode_on
e cosa avrei fatto al mio Seto in passato? n.d.Yami_crying
vedrai nella prossima parte ^o^ n.d.Hymeko
fra l’altro…perché il capitolo migliore scritto finora è quello in cui ci
dividi???!!! n.d.Seto+Yami è_é
non ne ho idea ^^;;;;…n.d.Hymeko
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