Nota: L’idea di questa
fanfiction mi è venuta dopo aver letto ‘Doll’ di Fuyumi Soryo quindi ogni
riferimento a qualche balletto è presa da lì.
Nota2: Io non capisco
niente di danza quindi cerco di fare del mio meglio. Abbiate pietà di me!!
^^;;!
Dedicata alla mia
amica Joji87 che aspettava impaziente questa ff (che la deluderà non poco,
devo ammettere! ;__;!) e mi tormentava al telefono per sapere quando l’avrei
finita! E vorrei anche dirgli che sono davvero felice che tu voglia usare i
miei personaggi perchè da questo capisco che li hai apprezzati e amati come
me e che tutta la mia fatica per scrivere ‘Sussurri’, non è stata vana.
Spero che tu riesca ad ottenere il risultato che desideri e che tu riesca ad
entrare nella testa di Salazar (cioè la mia perché lui è la mia copia
caratteriale (e non fare quella faccia scettica!)!) e a renderlo come meglio
credi. Un abbraccio e un grazie a tutti quelli che vorranno leggere questa
fanfiction.
Dancing
di Mab
La musica penetra
prepotente nelle mie viscere annebbiandomi i sensi e facendomi saltare
sempre più in alto, facendomi fare giravolte sempre più spettacolari.
Certo, stare qui, in
questa minuscola palestra ad allenarmi con una partner che non ne vuole
sapere di fare i passo giusti, non è un gran che in se, però solo l’idea di
ballare mi fa emozionare come non mai.
Io sono nato per la
danza, me lo hanno sempre detto tutti, e ballare è la cosa che mi riesce
meglio.
Non mi sono mai
concentrato su altro perchè è questa la mia grande passione.
E cosa c’è di meglio di
impegnare tutto se stessi in una sola, grande passione, invece di spargere
energie in migliaia di cavolate diverse, come i miei coetanei, che non hanno
la più pallida idea di cosa significa dedicarsi completamente a qualcosa.
“Mara! Insomma!! Fai come
ti ho detto! Non ne posso più di stare qui a ripetere gli stessi passi
perché tu non hai voglia di impegnarti! Se non ti andava te ne potevi
restare a casa!” sbotta il nostro istruttore, Odel Hopkins.
Ammiro tantissimo quest’uomo.
Ha appena tre anni più di
me ed è già uno dei coreografi più amati al mondo.
E’ stato lui a farmi
debuttare a Brodwey, due anni fa, quando avevo appena ventuno anni…
E non lo ringrazierò mai
abbastanza, per questo…
Soprattutto perché se ero
in lui, io non mi sarei mai scelto.
*Successe che, ad una
audizione, io avevo la febbre alta ma non avevo voluto sentire ragioni ed
ero voluto andarci per forza perché un’occasione di quel tipo non si sarebbe
ripetuta tanto facilmente, così ci andai.
Feci tutte le prove e
passai ogni provino. Erano cose semplici e non impegnative, quindi non avevo
trovato difficoltà nell’eseguirle anche se mi sentivo male.
Quando però arrivai
all’ultimo provino sbaglia un passo e diedi un pugno in faccia alla
ballerina che stava eseguendo il passo con me. Sono sprofondato dalla
vergogna… Non volevo crederci. Non avevo potuto fare una schifezza del
genere! E soprattutto non avevo potuto fare una SCIOCCHEZZA del genere!! Ero
furibondo con me stesso! E con la mia malattia! Una stupida influenza aveva
rovinato la mia possibilità migliore!! La rabbia che sentì nel mio petto fu
qualcosa di incredibile.
Me ne ritornai negli
spogliatoi a cambiarmi ma quando uscii da lì, trovai Odel ad aspettarmi.
“Voglio vederti qui
domani alle tre, mi raccomando” mi disse e se ne andò.
Il giorno dopo mi
presentai nel luogo e nell’orario prestabilito e scoprii che mi aveva dato
al parte di Cat, nell’omonimo spettacolo. Pensavo di morire… Non potevo
credere che fosse capitato proprio a me! Ma non perché non mi consideravo
all’altezza (perché io SO di essere bravo!), lo pensavo per il semplice
fatto che dopo una prova di quel genere io, se ero il produttore mi sarei
preso a calci in faccia!
Ma devo ringraziarlo per
non averlo fatto perchè è stato proprio il suo gesto a farmi diventare la
stella che sono oggi…*
“Scusa! Non lo faccio a
posta…” cerca di giustificarsi Mara “E’ che con lui…” e indica me “Io
proprio non riesco a trovarmici…”
Sono sbalordito! Che
cosa?? Lei non riesce a trovarsi con me? E io che dovrei dire di lei?
Sbaglia tutti i passi e ha paura della più semplice presa. Ma con chi crede
di stare a parlare??
“Non me ne frega un cazzo!”
sbotta ancora più infastidito Odel “Devi adattarti a lui perchè NON ho
nessunissima intenzione di sostituire il mio ballerino migliore! E anzi,
fammi un piacere, cerca di prenderti le tue responsabilità senza incolpare
gli altri per sentirti meno in colpa e per fare la povera vittima della
situazione! Sieva è bravissimo a ballare e tutte le ballerine si trovano
bene con lui! Quindi, per piacere, concentrati e mettici un po’ d’impegno!”
“Non me ne frega niente
se tutte le ballerine si trovano bene con lui! Io NON HO NESSUNA INTENZIONE
DI BALLARE CON LUI!!” alla fine ha urlato.
Ma non la capisco.
Io ho cercato di farla
sentire a proprio agio, ho cercato di parlarci e di conoscerla, ma lei non
ne ha voluto sapere; e adesso la colpa sarebbe MIA??
Stiamo scherzando, vero?
“Bene! allora fuori di
qui! Sarai sostituita!” urla Odel, sempre più arrabbiato.
Cavolo…
Non volevo finisse così!
“Bene! Me ne vado! Ma non
venirmi a cercare mai più!!” dice Mara recuperando la sua roba e uscendo
dalla sala in fretta e furia. Ma prima che lei possa essere fuori la voce
glaciale di Odel la raggiunge: “Non succederà, stanne certa”.
E con questo, la
discussione è chiusa.
Quando la sala si è
calmata io mi avvicino a Odel e lo prendo da una parte per parlarci in
privato: “Non credi di aver esagerato?” chiedo.
“No. Non doveva
rispondere in quel modo” risponde lui molto seriamente.
“Sì, ma non se lo
meritava. E’ molto brava… Bastava sostituirle il compagno… Non c’era bisogno
di cacciarla via dalla scuola…” provo.
“No. Sostituire il
compagno significa sostituire te e questo non voglio farlo. Come l’ho detto
a lei lo dico a te: sei il mio ballerino migliore e non posso affidare la
parte da protagonista a qualcun altro!” e con questo il discorso è chiuso.
Quindi ci dirigiamo dagli
altri che fissano impietriti la scena.
Io sono abituato alla
scena. Conosco Odel abbastanza bene da essere abituato ai suoi sbalzi
d’umore continui, ma qui la maggior parte della gente è nuova. Odel ha
chiamato ballerini da tutto il mondo per portare a termine questo
spettacolo.
Ci tiene molto che tutto
sia perfetto, e ci tengo anche io.
“Bene, visto che Mara ci
ha lasciato” e ha una voce ironica nel dirlo “Dovrò scegliere la nuova
partner del nostro Sieva. Il nome sarà comunicato domani. Siate tutti
presenti. Ora potete andare. Buon riposo” e ci lascia liberi di andare alle
docce.
Io rimango un po’
indietro a fissarlo. Lo vedo trafficare con la pila infinita di cd mentre si
sposta dietro l’orecchio una ciocca dei lunghi capelli neri. Vedo il suo
sguardo marrone attento e concentrato su quello che sta facendo.
Quindi decido di andare.
Arrivato alle docce mi
arriva subito il brusio dei compagni che stanno commentando il comportamento
di Odel.
Sento anche commenti poco
carini su di lui.
C’è chi non è d’accordo.
E non posso di certo
biasimarli.
Anche io all’inizio la
pensavo come loro.
Non approvavo affatto i
suoi modi severi e bruschi. Pensavo: d’accordo essere severi, ma a tutto c’è
un limite! Ma poi ho capito che se si comporta così è soltanto perchè vuole
il meglio da ognuno di noi. Perché vuole che tutti diamo il massimo tirando
fuori tutto quello che abbiamo dentro.
Perché è questo che deve
essere un ballerino: tecnica e amore, passione, rabbia, angoscia, dolore…
Un insieme infinito di
sentimenti perchè senza quelli sei solo una brava bambola senza cuore che fa
passi sul palco.
Una bambola senza vita ne
anima che non ti trasmette niente.
Invece un ballerino deve
sapere emozionare mettendo anima, corpo e cuore ad ogni passo, ad ogni
movimento, ad ogni espressione del viso o del corpo, ad ogni salto…
Insomma, un ballerino
deve fare l’amore con la musica…
Ed è questo che vuole
Odel: che facciamo l’amore con la musica, i passi e le emozioni mentre
balliamo.
“Tu che ne pensi, Sieva?”
sento chiedermi da uno dei miei compagni.
Perché, mi hanno parlato?
“Scusa, cosa dicevi? Ero
soprappensiero!” mi scuso mentre mi tolgo i vestiti.
“Dicevo: sei d’accordo
con il modo di fare di Odel? Voglio dire… Non si è comportato molto bene con
Mara. D’altronde, lei può anche permetterselo di comportarsi in quel modo.
E’ una delle stelle di Brodwey! Insomma, anche tu sei una stella e se gli
dici qualcosa tu ti sta a sentire con calme senza arrabbiarsi, mentre quando
ha parlato Mara si è scaldato subito!” mi spiega Mark McDrowen.
“Stai forse insinuando
che Odel fa dei favoritismi nei miei confronti?” chiedo infastidito dalle
sue affermazioni.
“Be, avanti, non puoi
dire che a te non tratta in maniera diversa…” dice con un sorrisetto
sarcastico.
“Con me si comporta in
quel modo perché ho un atteggiamento diverso da quello di Mara. Certo, a
volte gli dico che una coreografia non mi piace e lui cerca di modificarla
in modo tale da farmela piacere, ma SOLO perché io almeno glielo dico con
calma senza offendere nessuno. Glielo dico dopo averci ALMENO provato, a
farla, quella coreografia! Mara non si è neanche sforzata di provarci. Lei
era partita da principio che con me non si sarebbe trovata bene perché il
palco doveva essere tutto suo! Quindi, carino, evita di scassare le palle
perchè se proprio hai qualcosa da ridire sull’atteggiamento di Odel vai lì e
diglielo! Che ne dici? Ti piace l’idea?” rispondo incredibilmente seccato.
E senza attendere una
risposta che già so non arriverà mai, mi dirigo alle docce passandogli
accanto e facendo valere i nostri svariati centimetri di differenza (In
altezza! Che avevate capito? Porcelline!! NdS).
Entro nella doccia
particolarmente arrabbiato.
Apro il getto d’acqua con
nervosismo ma quando sento l’acqua calda sul mio corpo tiro un sospiro di
sollievo.
Non so per quanto tempo
rimango sotto la doccia ma so che ne deve essere passato parecchio visto che
tutto intorno a me è silenzio.
Quindi, decido di
smettere di farmi la doccia e con i capelli umidi chiudo al doccia e mi
avvio al mio armadietto per cambiarmi.
Quando vi arrivo trovo un
ragazzo seduto sulla panca davanti alla mia che si sta allacciando le
spalle.
Non deve essersi accorto
di me perché non ha alzato il viso al mio arrivo.
Quindi mi soffermo a
guardarlo, come ho fatto più di un’ora fa con Odel.
Ha i capelli castani un
po’ lunghi, gli occhi non le vedo ma vedo il corpo atletico e muscoloso e la
pelle abbronzata.
Non lo riconosco.
Non so chi sia.
Senza pensarci su mi
avvio verso il mio armadietto in totale silenzio.
Quando gli sono di fronte
alza finalmente lo sguardo su di me e io posso vedere i suoi grandi e
bellissimi occhi: sono due smeraldi cerchiati di nero.
Rimango incantato a
fissare quei grandi occhi che mi fissano curiosi mentre la bocca carnosa e
rossa gli si piaga in un sorriso.
“Ciao” mi dice piano, con
voce profonda e morbida.
“Ciao…” rispondo io un
po’ titubante.
“Tu sei Sieva Carlton,
vero?” chiede piano con voce sempre più bassa.
“Sì… E tu sei…?”
rispondo.
“O, scusami. Sono Alyowa
Doerty” si presenta.
“Piacere, Alyowa” sorrido
“Non ti ho visto prima, sei arrivato adesso?” chiedo.
“Sì. Ho una lezione con
Odel” dice.
“Ah…” rispondo.
E mi sento infastidito.
E non so perché.
“Sei stato bravo prima,
con quel McDowen, era ora che qualcuno gli desse una lezione!” sorride
tranquillo mentre noto solo in quel momento il suo abbigliamento da danza.
“Nh” rispondo voltandogli
le spalle.
Sento il silenzio dietro
di me per qualche secondo.
Sicuramente ci è rimasto
male…
“Be, ora ti saluto,
altrimenti se faccio tardi Odel si arrabbia. Ciao!” dice e sento che se ne
va.
Mi volto solo quando
sento la porta che conduce alla palestra chiudersi.
E sbatto la borsa a terra
con forza.
Cosa cavolo mi sta
prendendo?
Perché mi sento così?
Perché sento questo?
Questo…
Non lo so neanche io
cos’è…
Gelosia, forse?
Ma per chi?
Per Odel?
No di certo.
E tanto meno per quel
ragazzo.
Sbotto sbattendo tutto
con furia nella borsa.
La rabbia che prima mi
era passata ritorna moltiplicata per mille.
Che diavolo mi sta
prendendo??
*
Il giorno dopo mi sveglio
con un forte mal di testa.
Ho pensato tutta la notte
e non sono giunto a nessuna conclusione.
Mi stropiccio gli occhi
mentre mi dirigo al bagno dove mi appresto a farmi un rilassante bagno
caldo.
Prima di immergermi mi
guardo allo specchio.
Vedo la mia pelle pallida
sembra essere cadaverica dopo la notte passata in bianco.
I miei occhi nei, di
solito vispi e allegri, sono spenti e stanchi.
I capelli biodi tagliati
cortissimi sono spettinati e senza controllo.
Pietoso.
E’ l’unica cosa che mi
viene in mente per descrivere la mia immagine riflessa.
Scuotendo la testa mi
immergo nella vasca e mi rilasso poggiando il capo sul bordo della vasca.
Chiudo gli occhi e mi
rilasso non pensando a niente.
Ma la mia pace dura poco.
Sento al porta della mia
stanca spalancarsi e subito dopo quella della mia stanza da bagno.
“O, Sieva! Finalmente ti
ho trovato!” dice Odel sedendosi sul lavandino.
“Che ci fai tu qui?” mi
viene spontaneo chiedergli.
“Ti cercavo… Ho bisogno
di dirti delle cose…” dice sfogliando il volumetto rilegato di fogli che ha
in mano.
Sicuramente qualche altra
sua diavoleria…
“Cosa devi dirmi?”
chiedo, appoggiando la testa sul bordo vasca.
“Innanzi tutto so che mi
hai difeso ieri, negli spogliatoi, e ti ringrazio!” e nel dirmi questo mi
sorride tranquillo mentre io biascico un ‘prego’ “Poi, ho anche saputo che
hai incontrato Alyowa e che hai saputo delle lezioni private che gli do…” e
nel dirmi questo mi fissa intensamente mentre io ricambio lo sguardo “Se lo
faccio è per te. Ho intenzione di inserire un balletto alla fine dello
spettacolo in cui tu, lui e un altro ballerino che arriva oggi pomeriggio,
ballerete insieme. Questi sono i fogli delle canzoni e delle pose che dovrai
seguire tu. Te le appoggio qui” e le poggia sopra al lavandino “Dagli
un’occhiata, poi le proveremo stasera… Comunque, tornando alle lezioni, sto
dando lezioni ad Alyowa perché voglio che sia al tuo livello. La stessa
sorte toccherà al ballerino che arriva oggi pomeriggio…” e pensando al senso
di sollievo che non dovrebbe esserci alle sue parole, gli chiedo: “Chi è
quest’altro ballerino?”
“Benjiamine Rowelll”
annuncia.
Lì per lì annuisco senza
mostrare nessuna reazione ma poi penso al nome e associo a quello un volto a
me ben noto.
“QUEL Rowell?” chiedo,
riferendomi al ballerino più famoso della Russia.
“Sì. Ballerete voi tre.
Voglio il meglio. Ti aspetto oggi pomeriggio alle tre in palestra pronto e
vestito perché ti comunicherò il nome della tua nuova compagna” mi risponde
Odel.
“Chi è?” chiedo, non
riuscendo a trattenere la curiosità “La conosco?”
“Non so se la conosci…
Probabilmente solo di vista…” risponde lui facendo spallucce e rimanendo a
posta sul vago.
“Dimmi chi è, avanti!”
dico sbottando e uscendo dalla vasca avvolgendomi nell’accappatoio.
“Si chiama Laura Ridley”
dice sbuffando.
“Ah, mai sentita…” dico
frizionandomi i capelli con un asciugamano.
“Bene, non importa. La
vedrai oggi pomeriggio e ballerai con lei” dice “E poi rimarrai altre due
ore per provare con gli altri due ballerini. Ora devo andare che devo
intrattenere una lezione con alcuni ballerini un po’ incapaci…” e esce
velocemente dalla stanza.
Io mi avvicino al
lavandino e prendo il libretto che vi ha lasciato appoggiato sopra e
comincio a sfogliarlo lentamente…
Mosse su mosse, una più
difficili di un’altra, e quindi più interessanti!
Non vedo l’ora di
provarle con gli altri ballerini!
Chissà che cosa ne uscirà
fuori con tre stili di ballo totalmente diversi!
Sarà davvero
interessante…
*
Quando arrivo alla mensa
la trovo già piena di gente.
Certo, la vita da
collegio che facciamo qui alla St. Michael, non è il massimo, ma questa è la
miglior scuola di ballo del mando e solo i migliori ballerini possono
entrarci.
Di solito si frequento
questa scuola sin da bambini, ma ci sono eccezioni, come me, che entrano più
tardi.
Il St. Michael organizza
ogni anno un balletto comprendendo tutti e trecento ventuno ragazzi e
ragazze della scuola.
Di solito esce fuori uno
spettacolo meraviglioso e anche quando lo venivo a vedere con i miei
genitori, quando non facevo parte della scuola, mi sembrava di sognare con
loro…
Certo, se avessi saputo
che era così stressante seguire gli orari di questo posto…
Uff!
Ma in fondo sono proprio
regolamenti come questo che ti fanno potenziare il carattere e ti fanno
imparare a far parte del mondo del lavoro!
Va be, non pensiamoci.
Anzi, mi avvio verso i
tavoli e prendo un piatto di pasta (ci ho messo talmente tanto tempo che si
è fatta ora di pranzo…) e una lattina di coca cola.
Mi siedo al mio tavolo
che come al solito è occupato da un paio di amici che subito fanno battute e
apprezzamenti sulla mia performance di ieri contro McDowen.
Scherzo anche io con loro
ma ad un tratto li vedo interrompersi e fissare dietro le mie spalle.
Mi volto anche io e solo
in quel momento mi accorgo che tutta la mensa è caduta nel silenzio.
Aguzzo lo sguardo e fisso
attento la porta e mi rendo conto del PERCHE’ ci sia tutto questo silenzio.
Ben eretto sulle gambe
sottili e decisamente infinite, che si guarda intorno, c’è Benjiamine Rowell.
Sgrano gli occhi dallo
stupore!
Ma va…
Non doveva arrivare oggi
pomeriggio?
Ma chi se ne frega?
Ora che lo fisso mi rendo
conto che è ancora più bello di quello che ricordavo di aver visto su
giornali e riviste.
E’ altissimo, magro e con
un corpo d’atleta e i muscoli in evidenza sembrano ballare da soli; i
capelli ricci a caschetto che gli coprono gli occhi sono di un forte nero
automatico e gli occhi coperti sono allungati e sensuali con iridi di
ghiaccio.
Una meraviglia, insomma…
Quindi decido di alzarmi
e andare da lui.
Dovremmo ballare insieme,
no?
Quindi tanto vale fare
amicizia subito…
“Ciao!!” dico, quando gli
sono davanti.
“E tu chi diavolo sei?”
chiede scocciato lanciandomi uno sguardo fugace e infastidito.
“Sieva Carlton, dovrò
ballare con te nella chiusura dello spettacolo!” mi presento dopo un momento
di assoluto sgomento alla sua risposta acida.
“Ah, saresti tu il
protetto di Odel?” chiede squadrandomi dall’alto in basso.
“Hai problemi, forse?”
chiedo infastidito.
Sarà pure bello, ma è un
grandissimo stronzo!
“Mi sembri un tantino
scadente…” risponde alzando le sopracciglia e socchiudendo le palpebre.
“Anche tu… Ma sai, le
apparenza a volte ingannano, almeno nel mio caso…” rispondo sarcastico.
“Eh” sorride ironico
“Davvero molto spiritoso! Hai vinto qualche premio, immagino!”
“Per cosa?” chiedo.
“Per la tua cretinaggine!”
sbotta.
“Ma come ti
permetti!!!!?” scatto subito.
Vedo che sta per
ribattere ma Odel ci interrompe: “Ben, ciao! Che bello rivederti!” e si
abbracciano come se si conoscessero da tempo.
“Odel!” sorride allegro
Benjiamine.
GRRRRRRR!!!!!!!!! Con lui
è gentile!!
“Vedo che vi siete già
conosciuti! Mi fa piacere!” dice Odel.
“Sì, davvero un
meraviglioso incontro…” dico sorridendo infastidito.
Odel mi fissa attento ma
non parla.
Tanto lo farà dopo…
“Ora che vi conoscete tu,
Sieva avviati in palestra, e tu Ben, vieni con me, per favore!”
E con questi ordini
ognuno di noi va per la sua strada.
*
Arrivato in palestra mi
cambio e mi dirigo alla sala da danza dove trovo Alyowa Doerty e quel
simpaticone di Benjiamine Rowell.
“Bene, ragazzi!”
esordisce Odel, con il suo solito ‘bene’ che mette all’inizio di ogni frase
“Sono qui per darvi alcune notizie. Alcuni di voi già ne sono al corrente” e
fa volare lo sguardo su di me e si due Russi “Ma questo no fa differenza.
Come saprete, ieri Mara Carry ha pensato bene di piantare a metà tutto il
suo lavoro e di abbandonare il luogo perché ‘non si trovava bene con il
ballerino’” dice scimmiottando al voce di Mara e tutti ridiamo “Comunque,
ieri mi è stato necessario scegliere una ballerina che prenda il suo posto.
La scelta è stata Laura Ridley. Non è stato un ripiego, sia chiaro per
tutti, ma Laura è brava quanto Mara, se non di più, e ha un bellissimo
carattere” e io fisso la ragazza in questione e noto che è biondissima, con
lunghi capelli ricci e due grandissimi occhi grigi. Ha il fisico snello ed è
piuttosto alta “Quindi, Sieva, da oggi sarà lei la tua compagna” e Laura mi
sorride. Io ricambio e Odel ricomincia a parlare: “E in più, alla fine dello
spettacolo, ci sarà un balletto effettuato da Sieva, Alyowa Doerty e
Benjiamine Rowell” e ci indica “Che sono gentilmente arrivati dalla Russia
per noi per poter effettuare questo spettacolo. Nessuna parte varierà, verrà
solo aggiunto questo balletto. Quindi fateli ambientare per bene, mi
raccomando!” e sorride “Ora tutti al lavoro!” ci esorta e tutti noi ci
mettiamo ad effettuare la solita sequenza di esercizi di straccing.
Terminato questo compito,
mi porto in mezzo alla pista e subito mi raggiunge Laura e cominciamo a
privare.
Mi trovo abbastanza bene,
con lei…
E’ brava e sinuosa.
E’ elegante e raffinata.
Mi piace come balla e per
essere la prima volta che balliamo insieme il risultato è piuttosto buono.
Alla fine dell’esibizione
tutti ci applaudiscono e vedo il volto di Laura tingersi di rosso.
Io sorrido ma il mio
sorriso e l’applauso si smorzano quando, con voce fastidiosa e ironica,
Benjiamine dice: “E quello sarebbe il miglior ballerino di Brodwey? Ma
fatemi il piacere! Non sa neanche fare le cose essenziali!”
Il rossore di Laura si
trasferisce sul mio viso.
Ma io non arrossisco
dall’imbarazzo, ma solo dalla rabbia.
Prima che io possa
saltargli alla gola, Alyowa prende le mie difese: “Per me è bravissimo, Ben!
Non fare sempre l’esagerato! E poi sai bene anche tu che è davvero MOLTO
bravo!”
Io mi volto stupito verso
di lui.
Francamente, dopo il bel
comportamento che ho tenuto con lui ieri sera, mi aspettavo che non mi
rivolgesse parola.
“Ma non dire cavolate!
L’amore ti ha rimbambito!” dice Benjiamine in risposta.
“E a te la solitudine ti
fa diventare sempre più stronzo!” dice Alyowa.
“Che cosa?” chiede
alzando un soprracciglio.
“Ho detto che sei sempre
più stronzo! Falla finita!” insiste Doerty.
“Senti, fatti i cazzi
tuoi! Non è perchè sei mio fratello devi decidere della mia vita! Manco
fossi tu il maggiore!” dice particolarmente infastidito.
“Fratelli? Come fate ad
essere fratelli se avete due cognomi differenti?” chiedo io interrompendo il
loro litigio.
“Padri diversi!”
rispondono e poi tornano a litigare.
Quindi decido di andare
da Odel e parlare con lui di quei due: “Odel, senti, sei sicuro che invece
di ballare non ci scanneremo?” chiedo sospettoso guardando quei due
deficienti che continuano a litigare.
“Non posso assicurare la
vostra incolumità fuori dalla palestra ma qui dentro puoi stare certo che
ballerete e BASTA! E dovrete ballare bene perché altrimenti saranno guai
seri per coi!” annuncia a gran voce e i due finiscono di litigare.
C’è un interminabile
minuto di silenzio.
“Ora, visto che vi siete
calmati” dice Odel sempre a gran voce in modo che tutti possano sentirlo
“Vorrei passare alla lezione vera e propria. NON voglio sentire storie di
nessun tipo e tanto meno nessun battibecco. Sono stato chiaro?”
Tutti annuiamo e le prove
riprendono.
E così va avanti per
giorni e giorni mentre nella palestra si espande un lieve sottofondo di
musica e noi balliamo cercando di dare il massimo e di essere meglio degli
altri. Cercando di superare noi stessi per poter dire di essere i migliori
in ogni fase della danza o di un balletto. Per superare due teste calde che
NON mi metteranno MAI in ombra, ne su un palco ne nella vita privata.
E la vita privata di noi
tre come amici non va avanti affatto bene. io e Alyowa andiamo abbastanza
d’accordo, tutto sommato, ma Alyowa e Benjiamine litigano di continuo e le
bettutine velenose tra me Benjiamine si susseguono a non finire riempiendo
la palestra insieme alla musica. E a darci una mano ci sono gli urli di Odel
che è sempre più arrabbiato con noi per il nostro comportamento!
Insomma, sono giorni
infernali ai quali non possiamo sottrarci!
Certo, io farei
volentieri a meno della presenza di Benjiamine nella palestra, ma lui C’E’ e
me lo devo tenere anche se il nostro rapporto va sempre peggio…
Il culmine lo ha
raggiunto stasera a cena, un paio d’ore fa.
E ci ripenso ora che sono
sdraiato sul mio letto a pancia all’aria a pensare alle ultime tre
settimane.
Stavo seduto al mio
tavolo con i soliti amici e amiche e dopo un po’ si unisce anche Alyowa a
noi. Quindi lo inseriamo nella conversazione e anche lui scherza e ride con
noi, fino a quando la voce fastidiosa e la lingua tagliente di Benjiamine
Rowell non si fa sibillina e chiara a un lato del tavolo: “Invece di ridere,
Carlton” e si riferiva a me, ovviamente “Dovresti impegnarti un po’ di più e
andare in palestra a imparare i passi!”
“Io i passi li so. Sei
tu, oggi, che hai sbagliato due volte di seguito la coreografia e l’unico
che deve andare a fare ripetizioni sei tu!” ho sindacato con voce ancora più
tagliente della sua.
“Tsk! Io ho sbagliato due
volte, è vero, ma devo ricordarti quante volte hai dovuto rifare uno dei
passi?” ha detto.
“Almeno io sbaglio su un
passo difficile. Tu sbagli su stronzate!” ho risposto sempre più incavolato.
Ed è andata avanti per
una buona mezzora fino a quando non è intervenuto Odel a dividerci.
Insomma, la convivenza
professionale e privata con quei due bestioni, va malissimo!
Chiudo gli occhi e mi
rilasso facendo volare la mia mente a un ricordo molto più bello.
Il mio ragazzo, che mi
aspetta a casa e che verrà a vedere la prima del mio spettacolo!
Mi manca un casino, devo
ammetterlo…
Credevo che venire qui e
vivere al collegio invece che in un appartamento dove si poteva trasferire
anche Rosiel, il mio ragazzo, sarebbe stata la soluzione migliore sia per me
che per lui. Ma mi sbagliavo.
Certo, lui frequenta
l’università nella nostra città, a Sacramento, e fargli cambiare sede ora
che si sta per laureare non era una cosa molto intelligente, per di più
visto che io a casa non ci sarei mai stato e lui avrebbe dovuto fare tutto
quello che occorreva per non vivere in un porcile e per riuscire a mangiare
un boccone.
In più, io non dovevo
avere distrazioni.
Non che il mio ragazzo
fosse un fastidio, si intende, ma avere lui sotto le mani mi avrebbe fatto
dimenticare molti dei miei impegni o più semplicemente avrei preferito
rimanere a coccolarmi con lui piuttosto che sottopormi a un pomeriggio
intero di lavoro!
E questo proprio non era
possibile.
Quando glielo ho detto
Rosiel non si è arrabbiato e ha capito sorridendo dolcemente lasciando
scoperti i suoi denti bianchissimi.
L’ho abbracciato stretto
alzandomi sulle punte per raggiungere la sua altezza e ho passato le mani
tra i suoi lunghi capelli neri intrecciati in quel modo particolare che solo
la gente di colore riesce a fare.
E lui è di colore.
E questo non mi ha mai
creato problemi.
Riapro gli occhi e
sorrido.
Tra due mesi lo rivedrò…
*
Il giorno dopo Odel pensa
bene di sottoporre me e i due simpaticoni a un allenamento intensivo dalla
mattina alla sera.
Ora voi direte: ti
spaventa un giorno di allenamenti?
No, non è quello, ho
fatto questo altre volte, ma solo l’idea di farlo con LORO mi procura
disperazione.
Insomma, che ho fatto di
male per meritarmi una giornata intera con questi bestioni?
E purtroppo parte subito
male perchè Alyowa non ricorda i passi e Odel si arrabbia mentre Benjiamnine
rimbotta qualcosa contro il fratello.
Uno stress!!!!!!!!!!!
“Bene, visto che ancora
non sapete i passi, vi ORDINO di andare ad impararli alla svelta! Vi do
tempo fino a domani, se domani mattina non saprete i passi a memoria saranno
cavoli vostri!” dice Odel spedendoci ognuno in una parte della palestra.
E’ talmente grande che
abbiamo spazio per fare tutto quello che vogliamo.
Io i passi li so a li sa
anche Benjiamine, l’unico a scordarseli di continuo è Alyowa.
Quindi io decido di
ripassarli un paio di volte e quando so per certo di non aver sbagliato
niente, prendo il mio walk- man e me lo metto sulle orecchie facendo
strecching.
Poco dopo segue il mio
esempio anche Benjiamine e si posa davanti a me.
Da principio non capisco.
Che diavolo vuole adesso?
“Posso parlarti?” chiede.
Annuisco aspettandomi una
delle sue migliori frasi sarcastiche che invece non arriva affatto…
“Senti, abbiamo
cominciato con il piede sbagliato…” dice piano.
Io sgrano gli occhi tanto
che mi sembra che da un momento all’altro possano uscire dalle orbite.
“Come, prego?” gli
chiedo.
“Ho detto…” sbuffa “Che
siamo partiti con il piede sbagliato!”
“Se è uno scherzo è di
pessimo gusto!” dico.
“E perché dovrebbe essere
uno scherzo?” chiede incredulo.
“Perché l’UNICO che ha
cominciato con il piede sbagliato sei TU, carino! Sei stato TU ad attaccarmi
subito! Sei stato TU a lamentarti di continuo di me e dei miei modi e sei
stato TU che mi hai detto che sono un incapace a ballare!” dico sbuffando.
Questo stupido gioco mi
ha stufato! Dove vuole arrivare? Crede forse che io sia tanto stupido da
credere alle sue scuse? Ma fatemi il piacere!
“D’accordo, hai ragione…”
ammette e io sono sempre più incredulo “Ma apposta per questo sono venuto
qui per rimediare…”
“E a cosa dovrebbe
servire?” chiedo, continuando a non fidarmi.
“Be, innanzi tutto ci
permetterebbe di ballare meglio e poi può anche darsi che diventiamo amici…”
prova.
Sì, mai io NON voglio
diventare tuo amico!
Ma questo non glielo
dico…
Ora, finalmente ieri,
parlando con mia sorella al telefono, ho capito che cos’era quella gelosia
che avevo provato quando Odel si era allenato in privato con Alyowa.
Jennifer, mia sorella,
giustamente, mi ha detto che quello era un sentimento normale visto che Odel
mi aveva sempre trattato con i guanti e che ora io mi sentivo in quel modo
perché volevo che Odel trattasse SOLO me con i guanti, e non anche gli altri
ballerini.
Ed effettivamente, dopo
che lei me lo ha detto, mi sono reso conto che era vero.
Ora, poveraccia, stasera
gli toccherà sentire un’altra tiritera sui miei quotidiano casini emotivi!
Sbuffo.
“Devo pensarci…” dico.
“Bene!” dice sorridendomi
per la prima volta.
Ha un bel sorriso, devo
ammetterlo.
A me stesso, ovviamente!
A lui non darò mai
nessuna soddisfazione!
Quindi lui si alza e se
ne ritorna dov’era prima.
Io chiudo gli occhi e
inevitabilmente penso a Rosiel…
Accidenti, se mi manca…
E non gli posso neanche
telefonare perché alla sua università non passano le chiamate…
Siiiiiiiighhhhh……………….
Che tristezza…
“Benjiamine, Alyowa,
Sieva! Venite tutti e tre qui!” dice Odel e subito ci raduniamo davanti a
lui.
“Riprendiamo…” dice.
E ricominciamo a ballare
anche se proprio non capisco il suo comportamento.
Prima dice che avremmo
riprovato insieme domani mattina, e poi ora ci fa riprendere dopo neanche
mezz’ora…
Bo!
Ma ora non posso pensare
a questo…
Devo concentrarmi sulla
musica che si espande veloce nelle mie viscere facendomi muovere a tempo e
con grazia…
E mi sento bene e
rilassato…
Quasi non mi accorgo che
la musica è finita e anche il nostro balletto…
“Bravi, molto bravi!” ci
applaude Odel “Finalmente avete fatto quello che volevo io. Bene, potete
andare!”
E ci dirigiamo alle
docce.
La mia doccia dura a
lungo e come mi succede di continuo, penso a un altro box doccia, in un
appartamento a Sacramento, dove tante volte io e Rosiel abbiamo fatto
l’amore…
Quel box doccia che era
il luogo che spesso e volentieri gli aveva fatto saltare lezioni
all’università e a me alla scuola di danza perché troppo intenti a pensare
l’uno all’altro…
Quante lezioni perse…
Ma non me ne pento.
Passare quei momenti con
lui era bellissimo e vorrei tanto che lui fosse qui anche ora…
Scuoto la testa.
Tra meno di due mesi lo
rivedrò!
*
Telefono a mia sorella,
la sera stessa, e mi risponde mia madre.
NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!
Mi terrà al telefono due
ore!!
“Sieva, amore!” dice
conguettosa.
“Ciao mamma…” dico io
trattenendo a stento uno sbuffo.
“Come va? Tutto bene?
come stai!?” e continua imperterrita a tempestarmi di domande senza darmi la
possibilità di rispondere e quindi decido di pensare ad altro, aspettando
che la sua chiacchiera infinita giunga al termine.
E penso al giorno in cui
ho detto ai miei di essere gay.
Alla faccia disperata di
mia madre mentre piangeva, alla sorpresa di mia sorella e all’indifferente
freddezza di mio padre che celava tutto il suo dolore.
Ripenso a quando ho
presentato loro il mio ragazzo e alla sorpresa nello scoprirlo di colore.
Al loro non accettarlo
subito…
Alle difficoltà…
E poi alla comprensione
di mia madre e di mio padre dopo gli urli accusatori di mia sorella: “E’
vostro figlio! Come potete trattarlo in quel modo? Se ama un ragazzo e se
quel ragazzo è di colore non vedo il problema! Fatela finita! Non è perché è
gay Sieva è cambiato! Nessun alieno ha preso il suo posto! Sono stanca!
Smettetela! Non vedete quanto lo afte soffrire? Non siete gli unici a stare
male! Piantatela!” così ha urlato.
Mi ricordo quelle parole
come se le stesse pronunciando questo stesso istante.
Non lo ho mai ringraziata
abbastanza per quello che ha fatto…
“Sieva! Mi stai a
sentire?” grida mia madre.
“Ah, scusa mamma.
Dicevi?” chiedo.
“Ho detto se vuoi che ti
passi Jennifer!” ripete scandendo bene le parole.
“O, sì, grazie mamma. E
saluta papà!” dico esultante.
“Okay, okay!” risponde.
Sento la cornetta posarsi
sul piano del mobile e poi la voce di mia madre chiamare a gran voce
Jennifer.
Sento i passi di mia
sorella giù per le scale come se stesse passando una scarica di terremoto o
se un branco di rinoceronti attraversasse tutta casa.
Ma sono solo i passi di
mia sorella…
La sento afferrare la
cornetta e dire con il fiatone: “Pronto? Seiva?”
“No, sono nonna papera!”
dico ironico.
“Ahahaha! Sempre molto
spiritoso!” ripete con lo stesso tono.
E mentre la sento parlare
mi viene in mente la sua bocca a forma di bocciolo di rosa sempre un po’
rossa, mi vengono in mente i suoi occhi neri uguali ai miei e i suoi capelli
castano chiaro come quelli di nostra madre…
Mi viene in mente la sua
pelle chiara e le sue dita da pianista che avvolgono sicure la cornetta.
Mi vengono in mente le
sue braccia magre che mi avvolgevano protettive quando la notte avevo gli
incubi e non riuscivo a dormire.
Mi vengono in mente i
suoi denti bianchi e il suo sorriso solare mentre mi guardava e rideva.
Mi vengono in mente le
serate passate io a ballare, e lei a suonarmi qualche brano per sottofondo.
E mi sento felice
ripensando a qui momenti perché mi rendo conto una volta di più di che
sorella meravigliosa ho e di quanto gli voglio bene.
“Come stai?” chiede.
“In piedi” rispondo
facendo del sarcasmo sapendo perfettamente che questo gli farà perdere la
pazienza.
“GRRRRRRR!!!!!!” appunto
“SMETTILA!” righià.
“Dai, scherzavo, non
prendertela!” dico ridendo.
“Come mai hai
telefonato?” chiede “Mi preoccupi. Due sere di seguito…”
“Ho un altro problema!”
annuncio.
“Ancora? Hai la fabbrica,
te?” chiede esasperata.
“Più o meno…”
“Allora, cosa hai?”
chiede.
Brevemente gli spiego
quello che è successo da un mese a questa parte e della confusione che sento
e delle sempre più frequenti fantasie che ho sul mio ragazzo!
“Allora, una cosa alla
volta!” dice Jennifer “Innanzi tutto per la cosa di Rowell credo che tu sia
così confuso perchè non te l’aspettavi. Insomma, sei rimasto spiazzato
dalla sua uscita. Credo sia normale. Fino a un secondo prima ti recriminava
contro e il momento dopo ti chiedeva una tregua… Non so, forse ha delle mire
su di te…” a questa sua affermazione credo di essermi pietrificato sul posto
dal disgusto e dalla sorpresa! “Credo che comunque tu debba tentare di avere
un approccio più civile con lui. Non ti dico di andarci a cena o di parlarci
SERIAMENTE, semplicemente direi che è meglio evitare le battutine per il
quieto vivere”
“Chi se ne frega del
quieto vivere?” ribatto.
“Insomma, Sieva!” scotta
lei spazientita e già posso immaginare le sua mani sui fianchi “Mi hai
chiesto aiuto? E allora fa quello che ti dico!”
“Hai ragione, scusa”
dico.
“Bene. Ora passiamo a
Rosiel…” dice ridacchiando sardonica e già so che immagini maliziose e assai
poco caste stanno facendo un giro turistico nel suo cervello.
“Non fare pensieri osceni
sul MIO ragazzo! Sono geloso, lo sai!” dico.
“Sì, sì, scusa!” dice
“Comunque credo che tu pensi sempre più spesso a lui perché ti manca e
vorresti rivederlo. Anche questo è normale… Lo ami e lo vorresti con te ogni
momento della giornata ma sai che non è possibile e oltre a lui ti mancano
anche i momenti insieme, le coccole, il fare l’amore o il più semplice degli
sguardi… In pratica tutto quello che condividevate insieme… E’ una cosa
normale che tu ti senta così. Sono passati sei mesi dall’ultima volta che vi
siete visti e minimo un mese e mezzo che non vi chiamate…”
“Solo lettere…” dico.
“E questo non può di
certo completare quello che ti manca. Non può farti sentire la sua voce o la
sua risata… E tutto questo ti manca. Lo capisco. A cerca solo di tenere
duro, tra due mesi vi rivedrete e poi starete insieme per sempre…”
Perché abbiamo deciso di
convivere appena dopo l’estate. Lui finirà gli esami e prenderà la laurea
tra un mese e a partire da settembre prossimo vivremo insieme.
Passeremo l’estate a
Sacramento con la mia famiglia e intanto cercheremo un appartamento qui.
Poi finalmente potremmo
convivere tranquillamente…
Penso con tristezza a i
mesi che ancora mi dividono da lui ma mi sento anche felice perché presto lo
rivedrò.
“Ti senti meglio?” chiede
mia sorella.
“Sì, grazie…” dico e
chiacchieriamo un altro po’ dei suoi affari visto che si è parlato solo di
me e poi riattacco andando al dormitorio.
“Signorino Carlton, mi
scusi…” la voce della segretaria mi giunge da dietro le spalle e io mi volto
verso di lei sorridendo.
“Scusi, signorino Carlton
ma c’è una lettera per lei…” dice e mi porge la busta.
Io la afferro e gli occhi
mi si illuminano appena leggo il nome di chi me l’ha mandata.
*
“Ciao, cucciolo…
come stai? Qui va
tutto bene anche se l’università occupa la maggior parte del mio tempo, la
sera posso dedicare la mia mente ad altro e inevitabilmente la tua immagine
si sovrappone a tutto il resto.”
Mi batte forte il cuore a
leggere queste parole. Sono felice per quello che dice perchè è quello che
penso anche io.
“Per questo oggi sono qui a scriverti questa
lettera. Per dirti che mi manchi e che vorrei tanto rivederti…”
**FINE**
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