Rieccomi!!!!!!!!!
DISCLAIMERS: Hanamichi
appartiene a Rukawa e Rukawa appartiene a me, he, he, he… no scherzo!
(peccato ç_ç…). Tutti i personaggi di Slam dunk appartengono a Takehiko
Inoue…
Dammi il
mio nome
di Mau-chan
-
Dammi un nome…
-
Cosa?
-
Dammi un nome. E io sarò tuo
per sempre.
-
Io…
-
Dammelo. E io non me ne andrò
mai più…
-
Tu sei libero e io non voglio
costringert…
-
Io non sono libero già da
tempo…ormai della catene lo imprigionano…- m’indico il cuore sorridendo
dolcemente…
-
Io…
-
Ti amo…dammi il ‘mio’ nome.
-
…
-
…
Si avvicina e mi stringe contro il suo corpo
nudo…posa le labbra morbide sopra il mio orecchio…e lo sussurra…teneramente…
>>>>>>><><><<<<<<<
Luce
artificiale...
Il
rimbalzo della palla…
Lo
stridio della gomma delle scarpe sul parquet…
Il
respiro affannoso…
L’odore acre del sudore…
Il
canestro…
-
SLAM DUNK!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il mio urlo echeggia per
tutta la palestra…è vuota…a quest’ora è sempre vuota…
-
Do’hao!
Cioè non sempre…a volte
che sono anche certe “persone” che non sanno fare altro che scassarti le
palle in continuazione…
-
Do’hao a chi
stupida kitsune?- mi giro…eccolo li…appoggiato allo stipite della porta…vedo
solo il suo profilo…dietro di lui la luce del tramonto…sembra generato dalla
luce…Kaede Rukawa…il mio rivale…nel gioco…nell’amore…in tutto…
-
Mh- da
quando conosco questo deficiente, non gli ho mai sentito pronunciare più di
quattro parole messe in fila…
Entra nella palestra…
Il suo sguardo è gelido…
…e mi stupirei se fosse il
contrario…
Non l’ho mai visto
sorridere…
Mi chiedo se è possibile…
A volte mi fa paura questo
ragazzo…
…e questa cosa mi fa
incazzare…
Il tensai non può provare
paura!
-
Cosa cazzo
cerchi kitsune? Vuoi che ti riempi di pugni come stamattina?- sorrido
beffardo…mi rendo conto di quanto posso essere irritante a volte…ma anche
lui non è da meno con quell’ostinato mutismo…
Non mi risponde…
Sto incominciando ad
incazzarmi…mi chiedo se lo fa apposta o è stronzo così di natura…mi si
avvicina…flessuoso…assomiglia ad un gatto…solitario…scostante…gelido…
-
one-one…- mi
afferra la palla andando a fare canestro con due falcate…
Lo guardo
stupito…one-one…con me?
-
Ha, ha,
ha…finalmente vuoi uno scontro diretto con il tensai! Ti sei reso conto
anche tu di quanto sono…
Mi arriva in viso una
pallonata…cazzo che male…
Mi guarda…gli vorrei
spaccare la faccia in questo momento…perché no in fondo? Mi avvento su di
lui…
Schiva il mio pugno
allontanandosi…
-
COS’è HAI
PAURA A FERIRTI IL TUO BEL FACCINO STRONZO? O NON HAI I COGLIONI PER
COMBATTERE?
Non mi risponde…è una luce
di sfida quella che vedo nei suoi occhi?
-
Io ti batto
quando voglio…e in tutto…
Lo vorrei rendere in
poltiglia…una massa sanguinante sul parquet…un sorriso sadico m’increspa le
labbra…
-
E allora
fatti sotto!
Ci guardiamo
negli occhi…lo odio ma allo stesso tempo amo questi momenti in cui ci
possiamo sfogare; sono sicuro che anche per lui è così…l’adrenalina che ti
scorre nelle vene, il sangue pulsare sotto le tue tempie, dita impazienti di
picchiare la carne…oh si…amo tutto questo. A volte mi stupisco da solo dei
miei pensieri…suppongo siano i rimasugli della mia ‘vita’ precedente…quando
ero ancora un teppista…
Finalmente
incomincia ad avvicinarsi…pregusto già lo scontro…so già che non ci saranno
né vinti né vincitori…nel combattimento siamo alla pari…
Gli sferro un
pugno, so già che lo schiverà…ad un tratto sento una fitta dipartirsi per
tutto il mio braccio per poi arrivare alla schiena…distratto dal leggero
dolore smonto la guardia. Errore fatale.
Il suo pugno mi
arriva inaspettato, facendomi cadere per terra e sbattere violentemente la
schiena contro il parquet…sgrano gli occhi al forte dolore che mi mozza il
fiato…è la schiena…cazzo…
-
Do’aho!- mi si inginocchia
accanto…fantastico, stare in queste condizioni davanti alla persona che più
odi al mondo- è la schiena?
-
Sono…- ansimo, mi riesce
difficile perfino parlare- …sono cazzi tuoi?- cerco di spintonarlo via da
me, ma un’altra fitta mi percorre il corpo…
Non sento più
niente…
Un bip incessante
mi sveglia…dove sono? Apro gli occhi e mi investe la luce artificiale della
stanza…percepisco anche un odore acre di disinfettante e medicinale…cerco di
alzarmi ma una fitta di dolore mi fa capire che è meglio lasciar perdere…
Come ci sono
arrivato qui? L’ultima cosa che mi ricordo è Rukawa accanto a me…che mi
abbia portato lui qui in ospedale? No, è impossibile…
Ad un tratto
sento la porta spalancarsi…entra un dottore in camice bianco.
-
Oh, si è svegliato signor
Sakuragi…bene bene- si siede su una sedia di metallo accanto al letto- Come
sta?
-
Non troppo bene.
-
È naturale le avevamo detto di
non far sforzare la schiena in modo eccessivo.
-
Veramente mi era stato detto che
ero guarito- lo guardo incavolato.
-
Lei ha voluto intendere quello
che voleva… In ogni caso potrà essere dimesso entro una settimana- Si alza
dalla sedia- Dovrebbe ringraziare il suo amico…- esce dalla stanza.
Il mio amico? Le
mie parole si concretizzano. Sento la porta aprirsi…Rukawa…mi guarda in un
modo…strano.
Viene a sedersi
accanto al letto. Cosa cazzo vorrà? Prendermi in giro per questo mio stato
di infermità?
-
Mi dispiace…- il tono è neutro
come sempre ma credo che le sue parole siano sincere…
Fantastico. Il
ragazzo di ghiaccio si sente in colpa?
-
Non centri niente…- guardo da
un’altra parte.
-
Non avrei dovuto provocarti. Non
sapevo non fossi ancora guarito dalla schiena.
Riporto
l’attenzione su di lui. Ma è davvero Rukawa quello che ho di fronte?
-
Ti sei rincoglionito kitsune?
Mi guarda negli
occhi…poi si alza…
-
Non fare più queste cazzate-
suppongo si riferisca allo sforzo della schiena
Esce dalla
camera.
Chiudo gli occhi.
Con la consapevolezza che oggi qualcosa è cambiato…
La settimana è
passata in fretta…sono qui che saluto il dottore che mi ha tenuto in
terapia…
-
E mi raccomando…- mi ammonisce
con lo sguardo- niente basket per i prossimi quattro mesi!
-
Non si preoccupi- e questo
deficiente pensa che io mantenga la promessa? In questi mesi ci saranno i
campionati e io non dovrei giocare? Se lo può scordare!
Cammino per le
strade…non ho più visto Rukawa…non è più venuto all’ospedale. Ma in ogni
caso cosa mi dovevo aspettare?
Che venisse ogni
giorno? Mi da fastidio ma devo ammettere che sono rimasto deluso…uff.
-
ALLORA RAGAZZI, NOI…
-
VINCEREMO!!!
-
NON HO SENTITO!!!!!
-
VINCEREMO!!!!!!
-
COME????
-
VINCEREMO!!!!!!!!!!!
Scendiamo in
campo carichi d’adrenalina…
Mi posiziono…giro
distrattamente il capo e accorgo che Rukawa mi sta fissando…cosa c’è?
Scuote la testa
con aria rassegnata…cosa cazzo vuole?
La partita non è
difficile…tutti siamo concentrati e grazie (maledizione) ai canestri di
Rukawa, siamo in netto vantaggio sull’altra squadra…la schiena per fortuna
non mi sta dando fastidio…
Ryota mi passa la
palla…vado a canestro, salto e lo faccio. Ricado a terra pronto a urlare per
la soddisfazione, ma sento una fitta alla schiena…cazzo…mugugno di
dolore…quando passa mi guardo attorno; no, nessuno mi ha visto per fortuna.
Sospiro di sollievo, quando sento un tocco alla schiena.
-
Sei uno do’aho- è Rukawa, che si
posiziona accanto al canestro.
-
E perché orribile kitsune?
-
Perché ti stai fottendo la tua
carriera per queste stupide partite.
Lo guardo
sgranando gli occhi.
-
Chi sei tu per dirmi quello che
devo o non devo fare?
Non risponde…
Abbiamo vinto…
Sto sotto la
doccia da un po’ di tempo pensando alle parole di Rukawa…
‘Ti stai
fottendo la tua carriera per queste stupide partite…’
Forse ha
ragione…che nervoso!
Esco dalla doccia
irritato…mi avvolgo un asciugamano intorno alla vita, dirigendomi verso lo
spogliatoio. È vuoto…no, c’è ancora qualcuno…Rukawa…
Sbatto la porta
per avvertirlo della mia presenza…
-
Fai già abbastanza casino, non
c’è bisogno di sbattere una porta deficiente.
-
Sai com’è, a non sentirti
parlare, una persona si auto convince che tu sia anche sordo- sogghigno
andando verso il mio armadietto.
Mentre gli passo
accanto noto le goccioline d’acqua imperlarsi sul suo corpo…
Mi vengono alcune
fantasie in mente…ma le ricaccio subito con fastidio.
-
In ogni caso…ho deciso…di
seguire il…tuo consiglio…- le parole mi escono a stento. Il mio orgoglio in
questo momento si sta andando a benedire. Spero che questo deficiente lo
capisca.
-
Dovresti farlo più spesso- come
non detto.
Lo ammazzo, oggi
lo ammazzo. Mi avvicino da dietro e con una mossa fulminea lo blocco contro
il muro.
-
Devi avere sempre l’ultima
parola eh kitsune?
-
Non solo quella…
-
Cosmmffffht
Mi bacia. Mi sta
baciando…ma è impazzito???
Cerco di
staccarmi ma sento le sue braccia cingermi la vita, spingendomi ancora di
più verso il suo corpo.
Sento la sua
lingua cercare di varcare le mie labbra…ma cosa sta succedendo??? Perché non
riesco a fermarlo? Eppure non mi sta stringendo forte…
Senza neanche
rendermene conto socchiudo le labbra…le nostre lingue s’incontrano. Sgrano
gli occhi…è una sensazione così…bella…
Non riesco più a
sottrarmi a questo bacio di fuoco…lentamente incomincio a rispondere al
bacio, cingendo il collo di Rukawa. Rukawa…Rukawa….CAZZO MA IO STO BACIANDO
UN RAGAZZO!!! RUKAWA POI!!!
Esco da questo
stato di trance che mi aveva avvolto, staccandomi violentemente dal suo
corpo.
-
MA TI SEI COMPLETAMENTE BEVUTO
IL CERVELLO???- mi accorgo di avere la voce roca, impastata ancora del suo
sapore così dolce…
Sorride
malizioso. O mio Dio. Sta sorridendo. E poi…quel sorriso…indietreggio.
-
Non mi è sembrato ti
dispiacesse…
-
STRONZO! COSA VOLEVI DIMOSTRARE?
CHE MOVENDO UN PO’ LA LINGUA TUTTI TI CADONO A PIEDI?
-
Non tutti…tu.
Arrossisco…ma
dove è finito il Rukawa freddo e glaciale? Questo qui mi sembra un hentai
peggio di Sendo!
-
E poi io non sono gay!
Sogghigna.
Incomincio ad essere un po’ preoccupato della situazione…indietreggio ancora
un po’…
-
Ruk…
-
C’è ANCORA QUALCUNO QUI DENTRO?
-
Si ci…SI CI SIAMO NOI!- lo grido
quasi con una liberazione.
Vedo sbucare
dalla porta il custode della scuola.
-
Ma cosa fate ancora qua
deficienti? Ormai sono le 9.00 Sbrigatevi ad uscire!- mi da le chiavi-
chiudi tu, non voglio aspettare i vostri comodi- si allontana sbattendosi la
porta dietro.
Guardo Rukawa…lui
si gira e come se non fosse successo nulla incomincia a vestirsi….
Ma stiamo
scherzando? Questo qui prima mi bacia in quel modo e poi fa finta di
niente???
-
HEY!
Imperterrito si
toglie l’asciugamano…sgrano gli occhi alla vista di tale perfezione…è così
bianca la pelle e poi…quel seder…MA COSA DICO???
-
Cerca di non sbavare troppo…
-
VAFFANCULO KITSUNE!
Mi allontano da
lui, incominciando a vestirmi. Ok per lui non è successo nulla? Va bene. Per
lui è stato soltanto una bacio a chiunque? Va bene. Per lui è stato soltanto
un modo per umiliarmi? V…va…bene.
Mi passo una mano
fra i capelli per ravvivarli quando mi accorgo che le mie guance sono umide.
Ma…sto piangendo? Perché CAZZO PIANGO? QUEL CRETINO…non merita le mie
lacrime. E poi perché dovrei piangere…in fondo…non è successo nulla…
Mi asciugo gli
occhi con la manica della tuta per poi uscire.
-
Ti aspetto fuori per chiudere.
Non degno di uno
sguardo Rukawa.
-
Le tieni tu le chiavi?
-
Mh- vedo che mi guarda
insistentemente gli occhi. Certo sono arrossati, ma non credo che con questa
poca luce possa capire che ho pianto.
-
È un si o un no deficiente?
-
Un sì…- va verso la bicicletta.
Incominciamo ad
incamminarci…passiamo per il parchetto. È tardi e sinceramente mette un po’
di soggezione, anche perché l’unica luce proviene da alcuni lampioni
sporadici…
Sto per
interrompere questo silenzio che aleggia fra di noi, quando mi accorgo di
alcuni ragazzi seduti su una panchina vicina. Troppo tardi per allontanarsi,
e per scostarsi dalla luce di questo cazzo di lampione. Sono Loro. E si sono
accorti della nostra presenza. Della Mia presenza. Merda.
Saranno una
decina…e vedo che incominciano a sorridere in modo poco rassicurante,
avvicinandosi.
-
Hey ragazzi guardate un po’ chi
c’è…
Vedo Rukawa
alzare un sopracciglio. Giustamente si chiederà cosa cazzo vogliono.
-
Sakuragi Hanamichi- Hiro
sogghigna…deve essere diventato il capo. Chissà Dragone che fine ha fatto…-
da quanto tempo non ci vedevamo? Un anno?- si avvicina con gli altri,
accerchiandoci…- sai…mi sono arrivate voci che ora sei diventato un ‘Bravo’
ragazzo…che hai messo la testa apposto…
Mi guardo attorno
con la coda dell’occhio. Volendo si potrebbe tentare un fuga. È tutto buio e
nella corsa nessuno mi batte. Anche se in effetti c’è anche Rukawa…Rukawa…chissà
cosa starà pensando…
-
Te ne sei andato senza dirci
nulla lo sai ‘Hacchan’?
-
Lasciaci andare via Hiro. È una
storia vecchia, e mi sembra che abbia già pagato abbastanza…- la morte di
mio padre. Ma questo è solo un pensiero. Non voglio rendere partecipe Rukawa
del mio passato…
-
Noi eravamo una famiglia
‘Hacchan’…e le famiglie non dimenticano i torti subiti…- si avvicinano
ancora di più. Maledizione!
-
Ok senti…prima di continuare
fallo andare via- con un cenno del capo indico Rukawa accanto a me.
Con la coda
dell’occhio lo vedo sbadigliare. Sbadigliare??? Possibile che questo
sorbetto umano provi sonno in TUTTE le circostanze??? Non finirà mai di
stupirmi…
-
Non mi sembra uno scontro equo
10 contro 1- Hiro sogghigna…come se gliene fregasse qualcosa. Non vede l’ora
di mettermi le mani addosso. Mi ha sempre odiato…sin da quando Dragone
scelse me come spalla…
-
Per una volta sii vero Hiro.
Lascialo andare. In tutta questa storia non c’entra nulla- ci manca pure che
picchino pure lui…anche se…in teoria…io dovrei esserne contento…giusto?
-
E va bene…- Hiro fa un cenno del
capo ad alcuni della banda…li vedo scostarsi, creando un varco nel cerchio…
Rukawa si gira
verso di me. Non riesco a decifrare il suo sguardo. Per quanto mi stia
odiando in questo momento, non voglio che gli facciano del male. Sono io che
ho abbandonato il gruppo, che ho tradito il patto…lui non c’entra nulla. E
poi in fondo questo è il mio passato che viene a reclamare un tributo.
Anche se…quanto
vorrei che non mi abbandonasse a questi pazzi. Lo so che siamo ‘nemici’, che
ci odiamo e tutte quelle cazzate lì…ma lui mi ha portato in ospedale…e…cazzo
mi ha baciato nemmeno un quarto d’ora fa negli spogliatoi! Qualcosa vorrà
pur dire! Un minimo d’interessamento lo avrà nei miei confronti…no?
-
Allora bel faccino ti muovi?-
Hiro guarda spazientito Rukawa.
Ma lui continua a
scavarmi dentro con quegli occhi bellissimi che si ritrova…poi dopo un po’
interrompe il contatto. Gira il capo, salendo sopra la bicicletta.
E se va.
Sarebbe bello ora
analizzare tutti i sentimenti che mi si agitano in corpo. Felicità perché so
che tornerà a casa senza nemmeno un livido (e la mia di speranza è quella di
avere tutte le ossa a posto per tornarci)…ma poi…una grande tristezza
e…delusione a guardare quella schiena che si allontana sempre di più da me.
Chissà…forse dentro di me, molto nascosta naturalmente, c’era la speranza
che Rukawa non se ne andasse. Che il bacio che mi aveva dato (che CI eravamo
dati), avesse avuto un significato particolare per lui…
-
Non hai dei buoni amici eh ‘Hacchan’?
Oppure sei tu che sei troppo buono?- incominciano a ridere,
ri-accerchiandomi.
Sorrido
stancamente girandomi verso Hiroshi. No…sono io che sono troppo ingenuo. Io
che speravo che la banda facesse parte ormai del mio passato (doloroso)…io
che speravo che Lui…Lui…
Mi arriva il
primo pugno a distogliermi dai pensieri sempre più cupi…e poi un altro e un
altro… all’inizio reagisco, cercando di sfogare tutto questo dolore e rabbia
e impotenza…ma poi riescono ad immobilizzare il mio corpo.
Ed è la fine.
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Un raggio di luce
fa capolino sul mio viso…sento dolore da tutte le parti…però non pensavo che
il cemento fosse così comodo…forse alla fine quegli stronzi mi hanno
scaraventato sull’erba…
Mh…però…lentamente
tasto la superficie su cui sono disteso. Apro gli occhi di scatto. Questo
non è né cemento, né erba. Sono lenzuola. E lenzuola…vuol dire letto. Letto?
E chi possiede un letto qui a Kanagawa? Oddio dove sono finito???
Cerco di alzarmi
a sedere…ma delle fitta alla schiena impediscono il mio intento. Dove
sono???
Muovo la testa
per quanto mi è permesso dai vari dolori sparsi. Sembra la camera di un
ragazzo…ok quindi nessun vecchio bavoso che mi ha trascinato in una casa per
fare i suoi porci comodi! (o_Olll Ma è scemo??? NdM)…un ragazzo fissato con
il basket a quanto vedo…i muri sono completamente ricoperti di giocatori di
basket… Chiudo gli occhi.
Ero rimasto che
mi stavano pestando a sangue…come ci sono arrivato qui?
Ad un tratto
sento balzare qualcosa sul mio stomaco…apro gli occhi per ritrovarmi a pochi
centimetri dal viso un musetto nero…un gattino…si avvicina ancora di più a
me camminando con quelle soffici zampine sul mio petto. Ha degli occhi
azzurri che mi ricordano qualcuno…ad un tratto mi ritorna in mente la
schiena di Rukawa che si allontana da me…quel bastardo!
Sento qualcosa di
caldo sul naso. È la sua zampetta…com’è carino…sorrido incominciando ad
accarezzarlo…
Ad un tratto
sento la porta aprirsi…chiudo gli occhi facendo finta di dormire. Prima
meglio accertarsi di chi sono ospite…
Sento il micetto
scendere dal letto e correre, suppongo, verso il proprietario entrato nella
stanza…
Apro un occhio
incuriosito…li sgrano subito tutti e due.
Rukawa…Rukawa che
sorride giocando con il gattino.
Ma allora questa
è la sua stanza…cioè lui…lui è venuto a recuperarmi…al parchetto???
E poi…Rukawa che
sorride ???
Non s’accorge
subito che ho gli occhi aperti…continua a far le coccole al gattino e a
sorridere felice…
Mi sento
strano…fino a qualche settimana fa pensavo che sarebbe stato impossibile
vedere Rukawa sorridere…e invece ora…
Alza lo sguardo
distrattamente e incontra i miei occhi…subito il sorriso scompare e le
labbra riacquistano quell’espressione indifferente che le contraddice…
-
…
-
…
-
Come sono arrivato qui?
-
Volando- si permette pure di
fare il sarcastico! Adesso mi alzo e gli spacco la testa…anzi no…una fitta
familiare mi ricorda che non posso.
-
Sta fermo che peggiori la
situazione- s’avvicina al letto lasciando il gattino nella sua cesta- Ieri
non ho potuto medicarti quindi si rimedia adesso- con un gesto veloce mi
toglie la coperta che mi avvolgeva.
Mi rendo conto
d’essere solo in boxer e…la cosa mi mette mooooooooooolto a disagio!
-
Siediti.
-
Non posso.
-
Mh?
-
La schiena. Mi fa male
dappertutto…
Sbuffa. Mi si
avvicina…cosa vuole fare questo pervertito? Passa un braccio dolcemente
(???) dietro alla mia schiena, raddrizzandomi e facendomi poggiare la testa
sulla sua spalla. Ok calma…calma…COME FACCIO A STARE CALMO? Sento il suo
profumo…sa di sandalo…e i suoi capelli così setosi che sfiorano la mia
guancia...
Perché il cuore
mi sta scoppiando dal petto? Allora…allora ieri negli spogliatoi…io…
-
Puoi anche staccarti adesso.
-
Mh?- cosa vuole? Sto così bene
in questa posizione…
-
Staccati dal mio corpo.
Mi rendo conto d’essere tranquillamente
poggiato alla sua spalla…mi scosto velocemente. Evidentemente non apprezza.
Mi posiziona dietro la schiena vari cuscini,
per poi uscire dalla camera dicendo d’andare a recuperare la cassetta del
pronto soccorso.
Dopo qualche minuto ritorna nella stanza…
Sedendosi sul letto incomincia a disinfettarmi
i vari tagli ed ematomi che ho sul petto…il suo tocco è delicato e
rilassante…e sensuale…
-
Cosa è successo ieri?
-
…
-
…
-
Credo d’aver mandato un po’ di
tipi in ospedale- un leggero ghigno increspa le sue labbra.
-
Cosa?
-
Pensavi davvero che ti avrei
lasciato lì a combattere contro 10 persone?- smette di medicarmi e mi guarda
in viso…distolgo subito lo sguardo. Questi occhi…mi sento così nudo davanti
a queste pozze di cielo….
-
Io…beh…- sono a disagio, sono
troppo a disagio- beh insomma…E COME FACEVO A SAPERLO? IN FONDO FINO A IERI
CI PICCHIAVAMO A SANGUE!
-
Sei proprio un do’hao- riabbassa
lo sguardo…- in ogni caso dopo una decina di minuti sono tornato e…
-
Un po’ prima no eh? Mi stavano
quasi per ammazzare!- si bravo. Fai finta d’essere arrabbiato…
Mi guarda torvo ma continua a parlare…
-
…ho investito un po’ di quelli
con la bici e il resto con i pugni.
-
Perché non mi hai portato in
ospedale?- in effetti era la cosa più logica da fare.
-
Ho pensato che avresti preferito
non andarci…- mi guarda intensamente…………Tu non sai niente del mio
passato…eppure hai capito cose del mio cuore che appartengono solo a tanti
anni fa…
Abbasso lo sguardo, concentrandomi sui cerotti
che mi sta posizionando in viso.
-
G…grazie…- forse arrossisco un
po’…ma non avrei mai pensato di dire una parola del genere…a lui.
- Mh…- alzo lo sguardo e mi viene quasi un
infarto quando vedo quelle candide guance leggermente arrossate. Si è
imbarazzato perché l’ho ringraziato?
-
Vado a prendere qualcosa da
mangiare- si alza di scatto, uscendo dalla stanza. Sorrido…
Quando ritorna do voce a una cosa a cui non
avevo pensato…
-
Non do fastidio ai tuoi genitori
con la mia presenza?
-
Mia madre è morta e mio padre
non sta quasi mai a casa- il suo tono è freddo. Ma è come se fosse
calcolato…come una frase che sei abituato a ripetere agli altri…e infondo a
te stesso. Una frase che fa male, ma a cui ormai ti sei rassegnato.
Posa una vassoio per terra con dentro delle
ciotole ripiene di pietanze varie, per poi uscire di nuovo…forse per
prendere dell’acqua o qualcos’altro da bere…
Rimango immobile guardando il soffitto. Sua
madre è morta…forse è per questo che è così sempre così scostante e freddo?
E suo padre? Perché non è accanto al figlio?
I miei pensieri vengono interrotti dal una
piccola palla di pelo che è saltata sopra il letto…
Eccolo di nuovo…cammina sopra il mio petto
guardandomi fisso negli occhi…arriva all’altezza del mio naso…
Lo mordicchia…ahio!
Sento la porta aprirsi…eccolo di nuovo.
Sì avevo ragione, ha preso da bere. Lo vedo
prendere il vassoio e sedersi accanto a me sul letto. Il gattino scende
prontamente…
Prende i bastoncini, afferra il riso e…
-
Apri la bocca.
Ma sta scherzando?
-
Senti sto con le ossa a pezzi ma
riesco ancora a mangiare da solo, ci siamo capiti?
-
Mh.
Ma tu guarda questo. Ci manca solo che Rukawa
m’imbocchi………………….anche se…(non mi dispiacerebbe affatto…).
Con un po’ di fatica prendo i bastoncini che
mi porge…ok…cazzo che dolore! E non va meglio quando incomincio a prendere
il riso. Sento il braccio completamente dolorante…la mano mi trema mentre
porto il riso alla bocca.
Ed era solo il primo boccone. Con aria
aggravata guardo la ciotola ricolma di riso…certo potrei dire che non ho
molta fame…
-
Do’hao.
Questa stupida baka kitsune mi distoglie dai
miei pensieri…
-
Cosa vuoi???
Mi afferra il braccio.
Poi prende le mie bacchette e dopo aver preso
del riso condito, me lo avvicina alla bocca.
Sento le guance bruciarmi…che imbarazzo! Mi
sento una stupida ragazzina delle medie…
-
Perché vuoi sforzare le braccia?
Non ti fanno già abbastanza male?
Alzo gli occhi, incontrando il suo viso così
vicino al mio.
-
Io…
-
Dai apri la bocca…- il tono
è…dolce??? Se è possibile, mi sento ancora di più andare a fuoco. Però…apro
la bocca, accogliendo il riso…
Incomincia così questa strana colazione. Lui
che m’imbocca e io imbarazzato e rigido che non riesco a fare altro che non
sia aprire la bocca e mangiare.
Sembrano che siano passate ore, invece appena
una decina di minuti, quando lui depone i bastoncini e le ciotole vuote
sopra il vassoio.
Attorno noi, c’è una strana aria di
familiarità e intimità. Io ormai credo di essere…
-
Non devi avvisare nessuno che
sei qui?
Alzo lo sguardo, sorridendo tristemente.
-
No…
Mi guarda interrogativo e un po’ sorpreso, ma
non mi chiede nulla. E come prima, mi rendo conto che Rukawa sa interpretare
le mie parole e capire i miei silenzi. Ci conosciamo più di quanto pensassi.
-
Ora io devo andare a scuola. Non
uscire dal letto.
Prende il vassoio da terra e fa per uscire.
-
Perché mi hai baciato ieri?
Domanda da 100 miliardi. Ma non posso
ignorarla.
Si blocca in mezzo alla stanza…
-
…non lo so.
Esce.
Bugiardo.
Apro gli occhi svogliatamente…mi devo essere
addormentato di nuovo dopo che Rukawa se ne è andato.
Che ore saranno? Le finestre e le leggere
tende sono chiuse. È tutto buio…
Sento un peso sopra il mio petto…mi alzo sui
gomiti per vedere meglio nell’oscurità…è il micino…lo accarezzo sorridendo.
La porta si apre…entra lui…se è qui, vuol dire
che devono già essere passate le otto di sera…
-
Stai meglio?- mi si avvicina
lentamente.
-
Sì.
Si siede sopra la poltroncina accanto al
letto, prendendomi dal grembo il gattino.
-
Che ore sono?
-
Le nove.
Osservo le sue dita lunghe e affusolate
accarezzare il pelo liscio e morbido del micino.
-
Come si chiama?
-
Mh?
-
Il gattino.
-
Non ha un nome.
-
Come?- lo guardo sorpreso.
-
Non ha nome…
-
…
-
L’ho trovato qualche mese fa
vicino al passaggio a livello. Io non chiedo che lui sia mio e la stessa
cosa vale per lui. Siamo indipendenti e liberi allo stesso modo. Per questo
non gli ho dato un nome…credo che quando si dia un nome a una cosa che si
possiede, vuol dire che è nostra…ma per noi non è così. Quando lui se ne
vorrà andare se ne andrà. Io non farò nulla per impedirglielo. Amo la
libertà e quindi la rispetto…
Lo guardo intensamente. Un po’ perché per i
suoi standard ha parlato tantissimo. E un po’ per quello che mi ha detto…il
tono era molto serio…e i suoi occhi erano fissi nei miei…
E capisco per quello che mi ha detto che…deve
essere stato molto solo. Una persona che giunge a fare un discorso del
genere, non deve aver avuto molta fortuna nei rapporti interpersonali…
- Io…io penso…che dovresti farti molti meno
problemi. Dovresti essere più aperto verso gli altri…e dovresti mostrare il
tuo vero te stesso…che non è questo ragazzo freddo e distaccato che vuoi far
sembrare. Il tuo discorso ne è una prova. Parli di questo gattino con molto
distacco…ma in realtà io credo che tu provi molto affetto verso di lui. Se
lui un giorno se ne andasse via, tu soffriresti. Ed è per questo che non gli
dai un nome. Hai paura di soffrire. Vuoi far finta di non essere legato al
micino. Ma non è vero…
Mi guarda intensamente, le sopracciglia
aggrottate…
Non pensavi che ti conoscessi così tanto…
Ti alzi. Fai cadere per terra il gattino con
un gesto irritato, poi te ne vai via, sbattendo la porta.
Chiudo gli occhi, distendendomi sulle morbida
lenzuola.
Perché non l’ammetti con te stesso Rukawa? Noi
siamo uguali.
Mi sveglio per un rumore di graffi dietro la
porta. Sarà il gattino che si affila le unghie.
Cerco di alzarmi e noto con piacere che riesco
a muovermi meglio di ieri.
Con un po’ di dolore, perché in fondo non
ammetterlo, riesco a poggiare i piedi sopra il tappeto. Mi alzo. Faccio
qualche passo per poi aprire la porta. Come immaginavo. Eccolo qui il micino
che ha lasciato dei bei graffi sul legno della porta. Lo prendo in braccio e
accarezzandolo scendo le scale che mi porteranno al piano di sotto. Quindi è
una villa…deve essere ricco suo padre…
A proposito…dove cavolo avrà dormito?
Avrà pensato alle mie parole?
Arrivo in cucina…l’aria è satura dell’aroma
del thè…Bancha?…e poi lo vedo…
È seduto su una sedia, intento a mangiare da
una ciotolina. Lo sguardo è ancora assonnato…
Do un colpo alla porta per renderlo partecipe
della mia presenza.
Alza lo sguardo distrattamente incontrando i
miei occhi…vedo di nuovo lo sguardo di ieri sera. Astio.
E confusione.
Sì kitsune, sono confuso anch’io cosa credi?
Pensi che per me sia facile stare qui con te, quando appena due giorni fa
ci prendevamo a botte? Pensi che ieri abbia detto quelle cose per ferirti o
per umiliarti?
Riporta l’attenzione sul thè che ha davanti.
Mi sta ignorando…mi sta completamente ignorando!!!
-
Dove trovo del cibo?
-
Sulla credenza.
Lo prendo per poi risedermi…
Prendo un po’ di thè dalla caraffa
versandomela in una ciotolina.
Incomincio a mangiare con fatica, ma questa
volta non c’è nessuno a imboccarmi…
Possibili che le mie parole abbiano spezzato
tutto?
Tutta quella complicità, intimità, che si era
venuta a creare?
S’alza dalla sedia per rimettere a posto le
ciotole e le tazze nel lavello.
-
Io vado a scuola. Le chiavi di
casa sono sotto lo zerbino della porta principale. Prima di andartene metti
a posto la tua roba in una borsa. Te l’ho lasciata sotto il letto.
-
Cosa?- ho capito male o mi sta
davvero sbattendo fuori di casa?
Si blocca sulla soglia della porta.
-
Ti ho portato qui solo perché
mi facevi pena sul selciato della strada. Sei stato già due giorni. Vedo che
riesci a camminare quindi puoi anche togliere il disturbo- la sua
espressione è fredda. Pensa davvero che io sia stato un peso? Eppure ieri…
-
Di cosa hai paura Rukawa?
Alza un sopracciglio sarcasticamente.
-
Prego?
-
Hai paura…
-
Io non ho paura di nulla.
-
Sì invece. Hai paura che io
rimanga…
-
Ma cosa stai dicendo?- si gira
sbuffando. Sta per uscire dalla stanza.
-
…scopriresti che hai dei
sentimenti come tutti gli altri.
Lo guardo con sfida quando lo vedo voltarsi
lentamente verso di me.
Hai paura vero Rukawa? Il discorso di ieri ti
ha riaperto gli occhi. Ti ha di nuovo messo davanti alla realtà….
-
Al mio ritorno voglio che
tu te ne sia andato…
Esce di casa sbattendosi la porte dietro.
Scordatelo…
Sono le otto di sera…sto qui davanti alla
finestra aspettando il suo ritorno…neanche fossi una mogliettina triste per
la lontananza di suo marito…
Non pensavo di essere gay…sì, perché lo sono.
E la cosa più assurda è che sono innamorato di
lui…
Sono bastate poche ore per arrivare a una
conclusione così inaspettata e allo stesso tempo così scontata. Io lo amo.
E sono sicuro che anche lui prova qualcosa
verso di me. Se no non mi avrebbe baciato. So che non è un tipo che fa le
cose tanto per fare, quindi…non gli sono indifferente.
O almeno credo.
Sento la porta aprirsi…è rientrato. Non entra
in salone, sale le scale…sento una porta aprirsi…poi sbattersi
violentemente. Ok, se ne è accorto.
Sento i suoi passi scendere le scale due a
due…
Poi eccolo entrare finalmente in salone.
Mi guarda con odio e rancore…
-
Cosa cazzo ci fai ancora qui?
-
Non me ne vado.
Non ho il tempo di schivare il colpo cha parte
dal suo braccio…cado disteso sul tappeto. Merda la schiena…
-
Ho detto di andartene.
-
Non sei nessuno per dirmi
questo!- mi alzo a sedere con fatica.
-
Questa è casa mia deficiente!
-
MA DOVE STA IL PROBLEMA RUKAWA?
DI COSA HAI PAURA? DI ESSERE COME TUTTI GLI ALTRI? O PENSI DI ESSERE INVECE
L’UNICA PERSONA CHE HA SOFFERTO IN QUESTO MONDO??? PENSI CHE CHIUDENDOTI IN
TE STESSO NON SOFFRIRAI PIU’? SONO SOLO CAZZATE QUESTE! IO RESTO QUI,
PERCHE’ TU HAI BISOGNO DI ME, COME IO DI TE!!!
Ansimo violentemente, il viso rosso…
Lui mi guarda immobile, gli occhi sbarrati….
-
Rukawa…- recupero il fiato,
alzandomi. Mi avvicino a lui…- noi siamo più simili di quanto sembra…e tu lo
sai…
-
No…- gira la testa da un lato.
-
Sì…- lo prendo da un braccio per
poi trascinarlo in cucina. È arrendevole. Non so se mi abbia capito fino in
fondo…ma per ora non mi sbatte fuori di qui!
-
Ho preparato qualcosa da
mangiare...
-
Sai cucinare?- alza un
sopracciglio sorpreso, sedendosi.
-
Il Tensai sa fare tutto,
ricordatelo umile volpe!
Scuote la testa incominciando a mangiare.
Sì forse è meglio far finta di nulla.
In fondo non è successo qualcosa, no?
- Senti Rukawa per la notte puoi anche dormire
nella mia camera…non ci sono problemi…io mi posso arrangiare sul divano.
Mi guarda intensamente.
-
Per la tua schiena non va bene…
Si preoccupa…sorrido internamente…
- Allora potremmo dormire nel tuo letto. È a
due piazze, staremmo comodi entrambi…-fa molto proposta indecente, vero?
Arrossisco un po’…ma lui sembra non
accorgersene.
-
Mh…va bene…
Sono le tre di notte. Il mio sguardo è
incatenato al soffitto, dove vedo danzare le ombre delle fronde degli
alberi.
Non riesco a dormire…come potrei d’altronde?
Ho la creatura più bella del mondo, accanto a me…
Sento il calore e il profumo del suo corpo
sprigionarsi dalla sua pelle, accarezzando la mia…
Dorme…ignaro dei miei pensieri e dei miei
reali desideri…
E io qui immobile, a guardare nell’oscurità un
soffitto…
-
Non riesci a dormire?
La sua voce profonda mi riscuote. Mi giro da
un lato, poggiandomi su un gomito…è così bello…
-
Pensavo dormissi…
-
E come faccio con un do’hao che
continua a muoversi e a sospirare?- non so se è possibile, ma sento una nota
ironica nella sua voce…e io arrossisco e ringrazio l’oscurità che cela il
mio viso imbarazzato.
-
Scusami…
Chiude gli occhi, distendendosi di nuovo…
Riporto l’attenzione sul soffitto. Sto per
assopirmi anch’io quando di nuovo la sua voce mi desta.
-
Perché vivi da solo?
-
Cosa?- l’ho sentita la domanda.
Ma non so se sono pronto a raccontare il mio passato…
-
L’hai sentita. Ma se non vuoi
rispondermi f…
-
Mio…padre è morto…e…- si gira di
scatto fissandomi. Lo guardo…in fondo lo amo…non devo avere paura ad espormi
ulteriormente con lui… - io prima ero un teppista, come avrai capito l’altro
giorno….- chiudo gli occhi. I ricordi mi assalgono- Io…non avevo un buon
rapporto con i miei genitori. Ci litigavo spesso, naturalmente sempre per
cazzate. Incominciai a fare tutto il contrario di quello che volevano che
facessi. Non studiavo più e sicuramente solo grazie a mio padre, non fui
espulso dalle scuole medie…la sera rientravo tardi a casa, e anche se
trovavo mia madre in lacrime per la preoccupazione e mio padre infuriato,
non mi smuovevo dai miei propositi. Non ci parlavamo più…e ormai i miei
genitori avevano perso la speranza……a pensarci ora, a distanza d’anni,
capisco che entrambi volevamo farla finita con quella storia. Sarebbe
bastato una sola mano reciproca e tutto sarebbe potuto cambiare…ma io ero
troppo orgoglioso e infantile, e loro troppo severi. Pensai di essere
arrivato troppo in fondo e così andai oltre. Entrai a far parte di una banda
di quartiere. Il Capo era Dragone. Mi prese in simpatia da subito, forse per
il mio carattere ribelle o forse perché picchiavo bene. So solo che mi tirai
subito addosso molto malcontento da qualcuno della banda…fra cui Hiroshi…
Mi fermo un momento. Arriva la parte più
dolorosa del racconto…e credo che Rukawa l’abbia capito, perché non m’incita
a continuare ma rispetta il mio silenzio…
- Gli anni passarono. Ormai i miei genitori
erano degli estranei. A casa ci andavo solo per dormire e a mangiare.
Poi…poi l’anno scorso con la mia banda entrammo in lotta con degli altri
ragazzi. Ci fu uno scontro violento…e io fui costretto a tornare a casa per
medicarmi. Quando vi arrivai però trovai mia madre in lacrime e degli
infermieri che caricavano mio padre in un’ambulanza. Mi abbracciò
singhiozzante dicendomi che mio padre aveva avuto un infarto. Purtroppo lei
non era in casa in quel momento e non gli aveva potuto prestare
soccorso…………………………quello stesso giorno mio padre morì.
Io non me lo sono mai perdonato. Sono stato
interi giorni a chiedermi cosa sarebbe successo se io ci fossi stato in
casa………così lasciai la banda…
Apro gli occhi guardando Rukawa…
-
Me ne andai definitivamente di
casa. Non sopportavo la vista di mia madre e i ricordi contenuti fra quelle
mura………è per questo che vivo da solo…
Rukawa mi guarda tristemente…
-
Do’aho…
Abbasso il capo cercando di trattenere le
lacrime…perché devo piangere proprio adesso? Maledizione!
Mi giro dall’altro lato, appena in tempo per
non fargli vedere queste scie luminose sulle mie guance…
Ma lui se ne accorto. Perché sono sue queste
braccia che mi cingono la vita…sue le labbra poggiate sui miei capelli…sua
questa voce…
-
Mia madre è morta dandomi alla
luce…mio padre troppo distrutto per il dolore se ne andò di casa. Sono
cresciuto con una governante bigotta e stupida e con degli assegni mensili
inviatomi da mio padre…io…
Sento il mio corpo bruciare. La sua vicinanza,
il suo abbraccio, la sua confessione…tutto…
-
io…non ho mai avuto degli
amici…non ce l’ho mai fatta ad averli. Dopo che tua madre muore per colpa
tua e dopo che tuo padre ti abbandona…non hai più molta fiducia in te
stesso…
Mi giro nel suo abbraccio di scatto. Lo
stringo a me.
Ci stringiamo. Le nostre teste incastrate
nelle rispettive spalle. Le mie braccia a circondargli il collo, le sue la
mia vita.
Lo amo. E in questo momento lo vorrei gridare
al mondo intero…
Ma…non sono ancora pronto. E forse neanche
lui…
Lentamente mi distacco dal suo corpo. Lo
guardo negli occhi di sfuggita, per poi alzarmi a sedere.
Tutto troppo velocemente…non ce la faccio.
Sento i suoi occhi scrutarmi, cercando di capire dove sia il
problema…bruciano la mia schiena, per l’intensità con cui la guardano…
-
Ahio- qualcosa mi ha morso il
piede. Alzo le lenzuola…in effetti questo potrebbe essere una buona scusa
per interrompere, almeno momentaneamente, questa intensità che ci avvolge…-
ah ma guarda un po’…- sorridendo prendo il micino- come cavolo hai fatto a
infilarti lì?- incomincio ad accarezzarlo. Chiude gli occhi facendo le fusa
- Posso dargli un nome ?
-
Eh?- mi guarda stupito. Forse si
aspettava delle altre parole…visto quello che sta succedendo…
-
Sì posso dargli un nome? Il
micino avrà un nome solo per il tempo in cui starò qui…va bene?- eddai
Rukawa. Non guardarmi in quel modo! Non sono ancora pronto a parlare di
quello che…c’è (ci sarà) fra noi.
-
Sì…per me…- si gira da un lato
dandomi le spalle. Un po’ deluso eh?
-
Allora vediamo…come posso
chiamarti…kitsune!- da copione. Davvero da copione. Patetico. Sono patetico.
-
Do’hao. Come puoi chiamare un
gatto ‘volpe’?- naturalmente.
-
Sì in effetti…beh allora……-
l’unico nome che ho sempre testa in questi giorni e che credo ci vorrà
mooooooolto tempo prima che se ne vada…- ………Kaede…- socchiudo gli occhi,
assaporando queste sillabe vergini sulle mie labbra…è la prima volta che lo
pronuncio…Kaede…
-
Perché ‘Kaede’?- si rigira. E mi
guarda. E io so che dalla mia risposta cambieranno molte cose…e allora
divento di nuovo serio….
-
Perché questo micino è fiero e
orgoglioso…- depongo il gatto fuori dal letto…- duro e sprezzante…- mi
avvicino a Kaede…-…dolce e generoso- gli accarezzo dolcemente una guancia
chinandomi sul suo viso…è inutile aspettare…- sensuale e caldo…- sento una
sua mano scivolare fra i miei capelli, accompagnandomi la testa verso le sue
labbra dischiuse…è giunto il momento…-bellissimo…- un soffio che muore sulla
sua bocca.
Ed è Passione. Che s’intreccia con due anime…e
con un amore così nuovo…e allo stesso tempo così antico…per sempre…
>>>>>>><><><<<<<<<
-
Dammi un nome Kaede…
-
Cosa?
-
Dammi un nome. E io sarò tuo
per sempre.
-
Io…
-
Dammelo. E io non me ne andrò
mai più…
-
Tu sei libero e io non voglio
costringert…
-
Io non sono libero già da
tempo…ormai della catene lo imprigionano…- m’indico il cuore sorridendo
dolcemente…
-
Io…
-
Ti amo Kaede…dammi il ‘mio’
nome.
-
…
-
…
Si avvicina e mi stringe contro il suo corpo
nudo…posa le labbra morbide sopra il mio orecchio…e lo sussurra…teneramente…
“Do’hao”
OWARI
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