Ovviamente i diritti di Slam Dunk sono del magico Inoue e chi di diritto, non intentatemi cause, perché vi avverto non ho un soldo per pagare le spese legali, quindi abbiate venia per una povera fan che scrive della sua serie preferita !Bacionissimi a Gaia, che si è sorbita la mia fic in direttissima, abbiate venia, è la prima che scrivo!!!

 



Curami il cuore

di Shaka


 

Part One: L’incidente

 

Piove anche oggi, l’autunno è appena arrivato, ma da una settimana sembra proprio che questo tempo non voglia mutare! Odio questo tempo, la pioggia peggiora la mia sonnolenza, ho più voglia del solito di dormire. Sto tornando a casa, gli allenamenti questa sera sono nel pomeriggio tardi, e non vedo l'ora di rimettere piede sul parquet, alzo gli occhi al cielo, vedo le goccioline di pioggia cadere, alcune mi cadono sul volto, chiudo un occhio infastidito mentre mi ricopro con l'ombrello, e proseguo il mio cammino;  sento dei vocii alle mie spalle, non c’è bisogno che mi volti, so già che sono quelle oche che mi starnazzano intorno che mi hanno visto, sospiro, meglio sbrigarsi, vorrei evitare di avere quelle dementi in mezzo ai piedi.

Arrivato qualche isolato più in là sento di averle seminate, rallento il passo, ad un tratto prima di voltare l’angolo vengo distolto da una voce famigliare.

non può essere…

- Che diavolo volete da me?- sento

- Tu hai mandato in ospedale il nostro capo e noi siamo qui per renderti il servizio…- risponde una voce pesante, accidenti che tono, farebbe tremare anche il peggiore dei teppisti. Comincio a sentire  dei tonfi sordi, segni di lotta, delle voci gridare, evidentemente è iniziata qualche rissa. Giro l’angolo e vedo un immagine a me familiare.. una chioma rossa che saprei distinguere tra mille altre…quel do’aho di Sakuragi che litiga e sta facendo a botte con tre ragazzi contemporaneamente! Rimango sbalordito, quel demente si sta mettendo di nuovo nei guai, ad un tratto lo vedo cadere a terra quasi sopraffatto dalla superiorità numerica dei tre, lo stanno prendendo anno  mettere calci nello stomaco, e alle gambe;  maledetto deficiente, battersi con tre tipi di quella stazza…ma ha perso il cervello… ??

 

Mi sento spacciato, ormai sono a terra, questi tre mi stanno mettendo in difficoltà, accidenti a loro sono forti, dei forti vigliacchi, non posso restare a subire, sto per fare uno sforzo sovraumano per alzarmi ma ad un tratto rimango a bocca aperta, dal nulla è spuntato Rukawa! Accidenti ma che ci fa qui la kitsune, non faccio in tempo a chiederlo, il mio cervello sembra atrofizzato nel vedere Rukawa che si para tra e me e quei deficienti, ma che vuole fare??? Oddio è la fine del mondo!

Cominciano a fare a botte, ma quella stupida kitsune non c’è la farà mai se il tensai non lo aiuta,

-  Volpaccia che diavolo ci fai qua!- grido alzandomi e intromettendomi nella lotta anche io

- do’aho!- mi dice lui mentre colpisce uno dei tre. Io ne colpisco un altro,

- vattene! Queste non sono cose che ti riguardono- gli inveisco voltandomi verso di lui, impassibile come sempre, ma dopo un attimo perdo l’equilibrio e crollo seduto a terra, le mie gambe non vogliono sentirne di stare in piedi.

- e tu vuoi vincerli così?- la sua voce sa di scherno, ma non ho il tempo per rispondergli a tono ...lo han preso alle spalle colpendolo,  un altro a tradimento allo stomaco, la kitsune si piega in due, lo stanno riempiendo di pugni, maledizione perché non riesco ad alzarmi, Rukawa è  ancora li, con gli occhi puntati sugli avversari,  nell’intento di liberarsi e pareggiare quei colpi li respinge con tutta la forza che ha, ma un colpo lo raggiunge da dietro facendolo cadere in avanti, Rukawa sanguina, il volto rigato da decine di rivoli scuri che risaltano sulla sua carnagione chiara, da un segno di cedimento, lo afferrano per la divisa, reagisce colpendo il tipo che lo ha preso facendogli perdere l’equilibrio, ma la reazione à inutile, perché gli altri due lo colpiscono alle spalle sbattendolo al muro. In questa successe  Rukawa urta la testa,  perde i sensi, lasciandosi cadere sul cemento bagnato della strada, e sul muro dove ha violentemente urtato un secondo prima una macchia inconfondibile di sangue. I tre teppisti vedono adesso il sangue, guardano lui, a terra privo di sensi, il terrore si fa strada in tutti noi, soprattutto in me, che sono rimasto qui come un deficiente non riuscendo a tirarmi su mentre tutto questo sta succedendo ,  i tre fuggono.

Io rimango a terra paralizzato da quello spettacolo, non so cosa fare, le gambe mi fanno male, sono stato pestato pesantemente e non riesco a reggermi in piedi, anche quando il mio unico desiderio in quel momento è alzarmi e correre da lui…Rukawa… Kitsune, non da segno di reazione, non si muove, l’acqua si mescola al suo sangue macchiando il cemento della strada, faccio leva sulle poche forze rimastemi, accidenti kitsune sto arrivando, non ti lascerò così.…scatto in piedi a fatica, andando in suo soccorso , lo scuoto  leggermente sperando di farlo rinvenire

- Rukawa! – lo chiamo, - rispondi…Rukawa!...Santo cielo K…kitsune rispondi!- cado nel panico, la visione di padre morto mi tuona alle tempie in un ricordo fuggitivo, non so cosa fare, dovrei chiedere aiuto, mi guardo intorno, ad un tratto sento delle voci, meno male: Yohei e gli altri della gundan  sono arrivati, maledetti dementi non potevate arrivare prima!!

 

 

Dopo pochi minuti siamo tutti al pronto soccorso, gli altri sono andati già via, li o costretti, anche perchè ormai è tardi, io e Yohei parliamo nell’ altrio della stanza, anche lui va via, facendomi promettere che gli chiamerò per dargli notizie di Rukawa, che è stato portato in sala medica, lo stanno visitando, ci han subito detto che la ferita alla testa non è preoccupante, anche se ha perso parecchio sangue, attendo che il medico esca, sto qui sulla sedia di questa sala, fisso con ansia il pavimento, come se potesse darmi le risposte che cerco, perché non ho avuto il coraggio di andarmene e lasciarlo solo? Avrei dovuto andarmene, e forse in una situazione diversa l’avrei anche fatto, infondo si tratta proprio della kitsune, e non è che mi freghi molto di lui, ma questa volta è diverso, Rukawa è finito qui perché ha tentato di aiutarmi, mi ha visto in difficoltà ed è intervenuto senza che nessuno glielo avesse chiesto, perché mai lo ha fatto? Infondo lui non ha motivo di aiutarmi, e allora perché… La porta dell’ambulatorio si apre, esce un uomo con camice bianco, il dottore! Si guarda intorno poi mi vede e mi dice

- sei un parente?-

- No- dico con una leggera esitazione, sentendo un nodo alla gola,- giochiamo nella stessa squadra di basket…-.

- e’ sveglio- non perde tempo a dire,- puoi vederlo, ha preso una bella botta alla testa, ma gli accertamenti dicono che non ha lesioni o altro, a parte le ferite sul volto e i lividi del corpo, non ha problemi, deve starsene una buona settimana a riposo, senza discussioni …dopo che lo avrai visto passate da me che vi prescrivo delle medicine e le modalità di medicazione, per il resto può andare a casa- mi dice infine il medico. Quelle parole mi portano una sorta di sollievo, ma subito dopo penso che il peggio devo ancora venire, guardo la porta, e sono sicuro che il mio sguardo non è dei migliori, questa rissa ci porterà parecchi guai, l’ospedale sicuramente contatterà la scuola, e poi  adesso che devo entrare ad affrontare il volpino, non so che pensare, se sta qui adesso in questa sala d’ospedale, è colpa mia e nonostante il volpino non mi piaccia proprio, accidenti mi sento in colpa, e non riesco ad ammetterlo quasi nemmeno a me stesso, ma ci sto male per questa cosa . Mi stringo nelle spalle, prendo aria e mi faccio coraggio, ormai siamo in gioco, e come dice il gorilla quando il gioco si fa duro i duri giocano (quindi figuriamoci se un tensai come me si spaventa di affrontare una stupida volpe!), passo la soglia dopo aver aperto la porta, alla visione di Rukawa deglutisco a vuoto senza rendermene conto, è steso sul lettino, la testa fasciata, il suo braccio destro flesso sul volto come a coprirlo dalla luce che lo acceca, tiene la gamba sinistra piegata.  Chiudo la porta alle mie spalle, lo fisso un attimo, vedo che si è accorto della mia presenza perché gira la testa e si muove guardandomi dalla coda dell’occhio.

- Ru..Rukawa…-; toglie il braccio che gli copriva gli occhi, ha il volto pieno di lividi, macchie scure che domani maccheranno ancora più pesantemente la sua carnagione chiara, e devo dire che mi fa senso vedere il suo volto così ferito, nemmeno nelle nostre scazzottate gli ho mai fatto così male, il labbra spaccato e violaceo, delle lievi ferite al volto arrossato …sento  un nodo alla gola mentre lo guardo, vedo che si tira su, ma dopo un attimo nel mettersi seduto barcolla leggermente in avanti, mi muovo quasi per istinto e vado ad aiutarlo, ma lui mi allontana da se in modo brusco, santo cielo, mi rendo conto solo adesso che non so cosa fare, accidenti a me ho reagito per istinto, so benissimo che Rukawa odia essere toccato,se fosse stato in un occasione diversa a quel gesto lo avrei preso a craniate e sarebbe sfociata una delle nostre consuete risse, ma vederlo così mi blocca, perché non sembra nemmeno lui, mi chiudo in un silenzio pesante e colpevole, la volpe sembra accorgersi del mio disagio perché proprio lui a rompere il silenzio che ci grava addosso

- Che ci fai qui?- lo guardo, nonostante la fascia alla testa e la chiara sofferenza fisica che traspare dai suoi lineamenti, dal suo tremore, il suo viso è freddo e indifferente come sempre, come una maschera impenetrabile...

- Ti abbiamo accompagnato all’ospedale, eri privo di conoscenza, son rimasto perchè non me la sentivo di lasciarti qui…- gli dico ma da lui non traspare nessuna reazione quando mi sente parlare, mi fissa, notando le medicazioni al volto, e i miei tagli.

- Come stai tu?- me l’ha chiesto davvero? Ma non è che la botta ha fatto più danni del previsto al suo cervello?

- B…bene…- riusco a pronunciare, - d’altronde il magico Tensai se la cava sempre, non c’era bisogno del tuo aiuto stupida kitsune me la sarei cavata bene ugualmente!!!- grido

- Do’aho…- risponde lui,  ma che devo aspettarmi da una volpe scema ...

- Maledetto arrogante…- mi scappa a voce bassa, poi continuo:- comunque…ti devo accompagnare a casa… ma se vuoi chiamo tuo padre, tua madre…dimmi tu…- concludo sperando che si decida a rispondermi visto che fin ora l’ha fatto spero che non gli secchi adesso la gola!

- no- tono categorico mi sembra di capire, ma io sono il tensai e non mi farò intimorire da una stupida volpe

- non sei obbligato a compatirmi per il tuo miserevole senso di colpa,- ma che dice… -…hai fatto il tuo dovere accompagnandomi qui…ma adesso che la tua coscienza è apposto vattene!-. ma è scemo o cosa? … Non riesco a crederci, io sono stato preoccupato come un animale mentre stavo fuori da quella maledetta porta e lui pensa che l’ho fatto per acquietare la mia coscienza? Ma io lo mando al cimitero questo!!!! Sto per dargli una craniata ma mi fermo…eh no…maledetta volpe, vuoi sminuire il merito del tensai con le tue algide battute, ma io ti dimostrerò che sono superiore alla tua arroganza, a parte che se lo colpisco adesso finisco l'opera di quei teppisti, e non ne ho la minima intenzione. Mi fermo, lo guardo, avrò uno sguardo strano, perché vedo per un attimo un espressione sorpresa sul suo volto, forse non si aspettava la mia reazione, pensava che avrei reagito a suon di pugni e si stava preparando all’idea.

- senti kitsune!! O mi dici chi chiamare o non ti muovi da qui- mi impongo, nonostante il suo sguardo severo. Ma non c’è alcuna reazione. Maledetta volpe, mi fai snervare con questo tuo silenzio odioso, basta! Quasi quasi ti lascio qui a marcire! Faccio per uscire, ma mentre comincio a pensare di essere davvero un do’aho per permettergli di trattarmi così

- Mio padre è morto anni fa, e mia madre è fuori dal Giappone per lavoro, e non penso minimamente che torni per me- mi dice, il tono è basso ma riesco a sentirlo e rimanere sorpreso. Ha risposto! La volpaccia comincia a cedere davanti all’aura del Tensai! Stupida volpe!

Rukawa scende dal lettuccio, ma che fa?? - se non ti spiace adesso vado a casa…- mi dice, maledizione in questo momento mi chiedo se fosse meglio che lo lasciassi a terra a dissanguare fino alla morte, forse salvarlo non è stata una gran idea, ho voglia di incenerirlo con una convincente testata, ma si sa andare d’accordo con le volpi dispotiche mica è facile ! Accidenti! Ha perso di nuovo l’equilibrio e cadrebbe rovinosamente a terra se non afferrassi, gli passo un braccio intorno alle spalle e una intorno ai fianchi.

- Ma dove vuoi andare, non vedi che non ti reggi nemmeno in piedi…- è la mia constatazione perplessa mentre arcuo un sopracciglio, lo tengo saldo tra le braccia , gli cingo il torace dalle spalle. Ho un brivido lungo la schiena per quel contatto, sento che anche Rukawa ha un leggero tremito, ma sono sicuro che è dovuto al dolore che sente, il suo corpo è così caldo, a stringerlo mi sento quasi a disagio, ma devo farmi forza, o questa stupida volpe si ammazzerà!

- Vieni, ti accompagno io a casa…- gli dico - e non ti lamentare o ti carico in spalla e ti ci porto di forza a casa!- lo dico prima che lui fiati, un sopracciglio che si arcua, a nessuna protesta, bene, vedo che cominciamo a ragionare. Mi allungo a prendere il borsone e poi usciamo fuori da questa stanza, gli passo un braccio dietro la schiena così che si può aiutare con me per camminare.

Usciti dal pronto soccorso andiamo in ambulatorio a fargli prescrivere delle medicine, poi chiamo un Taxi e ci facciamo accompagnare a casa della kitsune, fuori ancora pioveva a dirotto.

Arriviamo presto a destinazione. La casa di Rukawa è molto bella, è la prima cosa che penso quanso il taxi si ferma davanti una piccola villa a due piani, circondata da un gradevole giardino, in stile prettamente tradizionale. Rukawa  scende per primo, mentre camminiamo lo seguo coprendolo con la mia giacca, gliel’ho passata sulle spalle prima di scendere dall'auto, lui mi ha guardato in modo un po' strano, ma non ha detto nulla, lo aiuto a camminare cerco di non farlo bagnare, ci manca anche una febbre da freddo dopo il trauma che ha subito,mi sento un po’ a disagio, lui arrivato davanti alla porta  meccanicamente prende le chiavi e gira la serratura entrando, passata la soglia, chiudendola alle mie spalle, mi giro verso di lui, che mi guarda, lo aiuto a sfilarsi il giubbotto, e lui mi lascia fare, lo appendo largo sull’attaccapanni, mi sa rimarrà bagnato per un bel po’. Salgo insieme a lui le scale, entriamo nella sua camera, e io per un attimo rimango imbambolato, la sua camera non è grandissima, le mura tinte di bianco panna, le tende azzurre, e una lieve luce che la illumina, le pareti piene di poster di giocatori di basket, le mensole piene di trofei, riconoscimenti, la volpe ha un bel podio, non c’è che dire, col Tamigaoka ricordo che aveva vinto parecchi riconoscimenti, questa stanza parla di basket in ogni angolo, ed è proprio all’angolo che noto un pallone di basket, ma cosa ci si può aspettare da una volpe scema fissata !

- Sei una volpe facoltosa – proferisco con tono di scherno sorridendo

- Hn .. – è l’unica risposta

- Ma vivi da solo qui kitsune?-

- Hn..- comincio a spazientirmi

Lo faccio sedere sul letto, poi dopo essermi fatto indicare dove sia entro in bagno prendendo degli asciugamani, e al ritorno in camera comincio ad asciugarlo, e tamponargli i capelli bagnati, lui alza lo sguardo e mi sembra stupito da questo gesto gentile e piuttosto intimo, mette una mano sulle mie togliendomi la tovaglia dalle mani, e cominciando ad asciugarsi da solo.

- Dove li prendo i vestiti per cambiarti?- chiedo tentando di ignorare il disagio che provo

- Non è necessario che rimani…posso badare a me stesso anche da solo…- i nostri sguardi si sfiorano, - ci sono abituato- conclude.

- Senti kitsune se non si è capito sto cercando di essere gentile, apprezza il gesto del mitico tensai e taci!- proferisco con tono deciso

- Do’aho..non ne ho bisogno- la sua voce è atona come sempre, ma non so perché riesco a percepire una nota di amarezza

- e invece si…- ribatto l’altro,- per quanto tu non lo voglia ammettere hai bisogno di qualcuno che ti aiuti questa volta!-

Mi rendo conto che questa situazione è imbarazzante, che vorrei fuggire via da qui a gambe levate,  e Rukawa mi ha appena offerto la possibilità di defilarmi senza rimorsi, visto che me lo chiede proprio lui, ma in me qualcosa non vuole coglierla, qualcosa mi trattiene qui, al fianco di quella volpaccia ferita, che di fronte a me, pallido come sempre, mi fissa tentando di cogliere i miei pensieri.

- E io voglio aiutarti…- dico timidamente.

Rukawa alza il viso guardandomi sorpreso come se non si aspettasse quelle parole, e anche se la sua espressione è gelida come sempre, so che non ho sbagliato a dire quelle parole, perché le penso davvero. Ma lui non sembra rendersi conto di ciò che sento

- Non è necessario..- dice,

- Senti kitsune stupida e testa dura, il medico ha detto di riposare, se vuoi tornare in forma vedi di obbedire- poi, con fare provocatorio – tranne che vuoi lasciare il tuo posto al mitico tensai, posto che comunque mi spetta di diritto..-

- Do’aho-  inutile dire che è la risposta.

- Sta buono...Quando ti rimetti il Tensai ti concederà una lezione di basket...-

- tu?...si, quando il sole sorgerà a Ovest io prenderò lezioni da te...-

- te la tiri troppo...deficiente!-

-Idiota-

- volpe breezer*- mi altero io

-mezza sega- ma come fa a essere così impassibile, gliel'hanno saldata addosso quell'espressione da frigo!??

Aggrotto un sopracciglio, poi sforzandomi ad essere il più fermo possibile:- vedi di startene a letto o ti incateno stupida volpe!- concludo, se non la finisco andrem avanti per ore...

 

 

Sono rimasto senza parole lo ammetto, mentre lo vedo uscire mi sento un idiota, ferito, in questo letto, con il do’aho qui in casa mia ad aiutarmi, lui che si proclama il mio nemico per eccellenza e mi ha detto mille volte di odiarmi, è qui ad aiutarmi…perché mi sono fatto spaccare la testa da dei teppisti del cavolo.

Dopo breve lo vedo rientrare con un vassoio pieno di piattini fumanti. Io sono sdraiato, in fase di dormiveglia, mi ero quasi addormentato aspettandolo …  Non sa come svegliarmi temendo la mia reazione, mi fa quasi pena, così decido di graziarlo e apro gli occhi,  lo guardo curioso

- Spero sia commestibile…- dico, sapendo già che reagirà malissimo, ma a mia sorpresa lui alza un sopracciglio, mi guarda,mi aspetto il vassoio lanciato addosso, lo sto provocando con lo sguardo, pronto a non tirarmi indietro in caso decidesse di aggredirmi come al suo solito, da l’impressione di volermi saltare alla gola, ma si trattiene, penso che viste le mie condizioni,non vuole infierire.. gentile come pensiero, anche se tipico di un do’aho.

- Mangia qualcosa…- mi dice posando il vassoio sul letto, butto un occhio sulle cibarie contenute, infondo non sembrano così male.

- Vedi che non ho messo del cianuro nei piatti- mi dice lui con tono decisamente seccato per il mio esame minuzioso alle pietanze da lui preparate, per farlo tacere assaggio il tutto. Mica male …

- Non sapevo che sapessi cucinare do’aho..- gli dico, lui accenna uno dei suoi sorrisi, poi mi risponde: - mia madre lavora tutto il giorno come infermiera, ha turni molto impegnativi, e spesso mi trovo solo a casa, quindi mi arrangio, anche per dare a lei meno preoccupazioni…-

- Hn- è la mia risposta, vedo sul suo viso una certa delusione nel vedere che non dico altro, forse si aspettava che gli chiedessi altro su di lui, ma io non sono certo il tipo che ama la conversazione, ne concedere molto della mia attenzione alla gente, anche volendo non saprei essere diverso, in genere oltre al basket tutto il resto non mi interessa e mi annoia.

 

Guardo Rukawa, il suo sguardo assorto, per un attimo un brivido mi passa lungo la schiena, mi accorgo che mi fissa. Per togliermi dall’imbarazzo mi alzo

- volpe, un telefono?- chiedo, Rukawa fa segno  indicandomi dietro la porta., - grazie-, ed esco, chiamo Yohei, e poi chiamo mia madre per dirle che non rientro questa sera, e di non stare preoccupata per me, dopo un minuto torno.

- Non è necessario che rimani…- mi dice ancora, d cve aver capito che ho chiamato a casa per dire a mia  madre che rimanevo fuori.

– stai diventando monotona stupida volpaccia… hai bisogno di aiuto, quindi taci…nessuno mi schioda da qui,capito?!?- mi impongo, so che Rukawa non ama essere comandato, lui è troppo orgoglioso per considerarsi debole, oppure per rinnegare il suo orgoglio, davanti a me poi, ci siamo sempre scontrati, e non credo abbia una grande considerazione di me, quindi non posso certo pretendere che voglia farsi aiutare da me. Ma si rende conto sono deciso e irremovibile

- puoi dormire nella stanza vicino…- mi dice con il suo solito tono freddo. Esco dalla camera, le mie labbra si piegano in un sorrisetto soddisfatto,  alla fine la volpaccia si è arresa!

 

Non ho mai passato una notte peggiore di questa, questo letto è scomodissimo, mi manca il mio, e mi rigiro da due ore avanti e indietro per trovare una posizione favorevole al sonno. Fuori piove ancora a dirotto. Ad un tratto sento dei lievi mormorii attraverso la porta, sicuramente provengono dalla camera della volpe, ho lasciato la porta aperta in caso abbia bisogno di qualcosa. Ad un tratto non resisto

- Accidenti…maledetta volpe…- dico tra me e me mentre scendo dal letto dirigendomi nella stanza accanto

- Ruk…- ma le parole mi muoiono in bocca, quando vedo Rukawa nel letto che si agita addormentato, sembra stare davvero male, ha le guance rosse, suda, e geme nel sonno.

Gli pongo una mano sulla fronte e lui a quel tocco fresco socchiude gli occhi e mi guarda a fatica.

- Ehy kitsune..- gli sussurro chinandomi su di lui,- hai la febbre- dico constatando che ce l’ha ed anche molto alta.

 Mi affretto a uscire e andare in bagno per prendere il dell’acqua fredda in una bacinella.

Quando gli poggio il panno bagnato freddo sulla fronte sussulta- ho freddo…- mi dice con una voce smorzata e debole. Mi volto e mi dirigo all’armadio a muro davanti a me, prendo le coperte che vi trovo dentro e lo copro, tentando di infondergli più calore possibile.

Dopo un po’ sembra rilassarsi in volto, forse la febbre non sta salendo più, lo vedo sudare, mentre cambio continuamente il panno bagnandolo in acqua fredda, gli ho dato delle pillole che il dottore gli ha prescritto, prevedendo questa febbre, dovuta al trauma che ha subito, mi giro, e guardo la porta di uscita dalla camera, dovrei andare a mettermi qualcosa addosso, dopo aver sentito Rukawa che si lamentava sono uscito senza rivestirmi e non ho fatto nemmeno caso al fatto che sto in boxer davanti a quella volpaccia. Mi sto per alzare per andare ma mi sento sfiorare da qualcosa di caldo, girandomi vedo che la mano della volpe si è stretta alla mia…

Maledetta volpe che ti passa per l’anticamera del cervello???? Cerco di divincolarmi da quella stretta .. ma è scemo???Accidenti posso capire la febbre, ,ma…ma….sento che la mia faccia sta diventando più rossa dei miei capelli, devo fare qualcosa! Ma il mio pensiero è interrotto da una flebile voce, quasi un sussurro, la voce di Rukawa … - papà…-  la volpe ha chiamato il padre, ma che gli prende, sta delirando per la febbre, eppure sembra così sofferente, chissà cosa sogna… lo guardo la sua espressione sofferente, febbricitante,  un senso di tenerezza nel vederlo così mi sfiora il cuore, mi siedo di nuovo sulla sedia, stringo in risposta la sua mano, pensare che nessuno ci possa vedere per un attimo mi rassicura che posso concedermi a questo gesto verso di lui, infondo anche lui dorme e domani mattina non ricorderà nulla, un attimo dopo la mia stretta lo vedo rilassare i lineamenti del viso, sembra che i suoi sogni adesso siano meno tormentati. Cielo che sonno…saranno le tre e io ancora sto qui in piedi…mi rigiro a guardarlo.

 

 

Apro gli occhi, la luce che passa attraverso le tende mi ha accecato un po’, dove sono? Mi sento stremato, sudato, appicicaticcio...Ci vuole qualche attimo per ricordare…guardo davanti a me riconoscendo oggetti famigliari, sono a casa mia…la rissa ieri…l’ospedale…Sakuragi…Sakuragi! Accidenti ma dove…vado per alzarmi ma mi blocco sentendo un calore emanato da un peso posato sul mio fianco sinistro, sul letto, abbasso lo sguardo quasi con paura, mentre scorgo un ciuffo rossiccio, Sakuragi è al mio fianco, sulla sedia, che dorme, tiene la mia mano e la sua testa è appoggiata al letto. Rimango sorpreso del fatto che il grande Tensai  non  mi abbia ucciso per un cosa del genere. Infondo Hanamici mi odia, e non ne ha fatto mai mistero con nessuno! Però ieri mi ha aiutato, standomi vicino, mi ha davvero sorpreso, così tanto che non sono riuscito a battere ciglio su tutto quel che faceva. Dopo qualche secondo chiudo gli occhi lasciandomi andare sul cuscino, e godendomi il tepore delle coperte e il rumore impercettibile del respiro del do’aho, è come se questa stretta mi trasmettesse un brivido strano e piacevole, intenso, sembra unirci, non solo in una sensazione fisica. Mi rilasso, poi sento il rossino muoversi. Quando si sveglia mi  trova a guardarlo

- sei già sveglio kitsune?- chiede portandosi una mano a  strofinandosi gli occhi come un bambino lasciandosi sfuggire un gemito, infondo dormire su una sedia non è il massimo della comodità

- Hn-

Sakuragi un attimo dopo si rende conto che sta ancora in boxer, e me ne rendo conto anche io, arrossendo lievemente, ma abbastanza perchè lui lo noti, nota il mio sguardo che lo fissa come se mi aspettassi qualcosa, l’occhio gli cade sul letto, dove vede le nostre mani ancora intrecciate, ci guardiano senza dire nulla, imbarazzati, ma nessuno dei due dapprima si scioglie dall’altro, come aspettando di trovare una valida giustificazione a quel gesto, la mia natura mi impone di rimanere impassibile come sempre, ma so che nel mio sguardo ho un espressione interrogativa, ma è quasi invisibile, mi aspetto una reazione, ma lui forse rinsavendo dalla situazione e dai suoi pensieri si rende conto dell’assurdità di questa cosa, sfila la mano velocemente dalla mia, e arrossisce come un bambino, poi una sensazione di disagio ci invade entrambi, lo vedo correre di là, in camera, molto probabilmente si è reso conto di essere praticamente nudo davanti a me e questo ha peggiorato il nostro…imbarazzo? poco dopo.

- Come ti senti?- chiede rientrando dalla porta mentre si abbottona i pantaloni tranquillamente

- bene…- come sempre non amo sprecarmi in parole.

- Io vado a scuola, stattene a letto, torno dopo le lezioni…capito volpe di marmo?-

-hn…-

Sakuragi mi guarda perplesso, ma è risaputo che sono di poche parole, quindi non fà una piega e si affretta ad andarsene borbottando qualcosa sulle volpi senza lingua, lo osservo andare via divertito dalla sua espressione idiota.

 

 

 

Dopo la scuola corro via, solitamente rimango a scuola in attesa degli allenamenti, ma oggi torno a casa di Rukawa, devo assistere quella volpaccia artica.

Arrivando al cancello del giardino di casa Rukawa fischiettando, oggi sono proprio di buon umore nonostante non ho dormito praticamente niente, nonostante sono pieno di dolori a causa di quella scomoda sedia su cui ho passato la notte, sono di buon umore! Mi soffermo, guardo dal basso la finestra che da sulla strada, adesso so che è quella di Rukawa, le tende sono chiuse, entro usando le chiavi che la volpe mi ha detto di prendere. E salendo sopra, lo trovo in camera sua, che vede una partita di Basket alla tv, classico…penso, infondo non sa stare senza basket, questo l’hanno capito tutti ormai.

Mi fermò sulla soglia della stanza, appoggiandomi alla porta e lo guardo, il volpino non ha ancora sentito la mia presenza.

- Volpaccia decidi cosa vuoi mangiare per pranzo…- dico ottenendo la sua attenzione, sussulta e si volta a guardarmi stupito di vedermi, eppure gli avevo detto che sarei tornato per quest’ora, sarà che quel deficiente non mi ha sentito perché pensava a dormire! Esco dalla camera, e prendo la busta che ho lasciato dietro la porta, sono stato in farmacia poco fa a comprare bende, garze e tutto il necessario per le varie medicazioni che dovrò fare al volpino. Mi sento ridicolo, quasi quasi sembro sua madre… scruto la borsa medica nelle mie mani, e dopo qualche esitazione rientro in camera,

- sono stato in farmacia poco fa a comprare tutto il necessario!- dico con voce allegra come sempre, lui mi guarda con espressione un po’ interrogativa.

- Devo cambiarti le bende…- spiego, Rukawa mi guarda in cagnesco come a dirmi “non ci provare do’aho”.

- Tranquillo mia madre è infermiera, so tutto quel che è necessario…quindi volpaccia freezer lasciati curare-

Rukawa si tira a sedere sul letto, senza protestare. Per un attimo si passa il dito sul labbro, ancora gonfio e violaceo, l’ematoma gli fa sicuramente male, anche se non sanguina più. Mi siedo davanti  a lui, comincio con il cambiargli le bende della testa

Rukawa è stranamente docile, da quando è successo l’incidente non sembra più lo stesso, e sinceramente anche io mi sento davvero strano a trovarmi in questa situazione, a casa della volpe  a prendermi cura di lui, visto che tutto aveva immaginato nella mia vita che curare Kaede Rukawa, la volpaccia gelida, la persona che odio di più. Vabbè che dopo lo scorso campionato il rapporto con la volpe era andato migliorando, dopo quel ultimo tiro nella partita contro il Sannoh ne è passata acqua sotto i ponti, io adesso mi vedo con Haruko, e sinceramente lei sembra abbastanza interessata a me, quindi effettivamente i motivi di astio che avevo nei suoi confronti possono anche dirsi sotterrati, morti e sepolti, ma per qualche strano motivo non è mai stato così, anche dopo questo abbiamo sempre continuato  a prenderci a battibecchi nonostante tutto, strano ma vero, anche senza motivi, continuando a punzecchiarci e picchiarci, ma in modo diverso da prima, in modo più complice, meno serrato,  come se per noi fosse divenuta una cosa indispensabile, litigare, confrontarsi in quelle schermaglie, e sentire la nostra presenza reciproca.

La volpe tiene gli occhi al suolo, come se non volesse incontrare il mio sguardo, sembrava (nonostante la sua espressione imperturbabile di sempre) quasi imbarazzato a tutte queste attenzioni, ma da quel che ne so, Rukawa è un tipo molto solitario e abituato a cavarsela da sé, sentirsi sotto pressione o comunque in imbarazzo per delle attenzioni rivolte a lui è anche normale, magari l’icesber che è in lui si scioglierà per mezzo del grande Tensai?? Voi che ne dite??

Gli passo un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante sulle ferite al volto, geme per il dolore scomponendo per un attimo la sua espressione con una smorfia di dolore, che svanisce però dopo un attimo. Metto un dito sotto al suo mento, costringendolo ad alzare il volto e lo sguardo per medicargli il labbro. I nostri sguardi si incontrarono, una sensazione di disagio si diffonde in entrambi, avverto un brivido percorrermi la schiena.

- Finito baka!- dico mentre infine gli allaccio la fascia alla testa, con un sorriso a tutta faccia, tipico  del grande tensai soddisfatto quando finisce una delle sue opere, dovrò essere impazzito però perché le mie parole alle mie stesse orecchie suonano come dolci, e anche Rukawa se ne accorge

- grazie…- è l’incredibile risposta che mi sento rivolgere da lui, il sorriso mi muore in gola, ancora non ci credo, che lui, Rukawa, l’egoista per eccellenza, l’egocentrica volpe menefreghista e gelida, ha dimostrato apprezzamento per il mio aiuto, dicendomi addirittura grazie!!!

Questa sera non c’era da meravigliarsi se comincia a nevicare!!!!!!!!

 

 

 

Part Two: Kiss

 

E’ davvero strano che questo do’aho sia cosi disponibile nei miei confronti, sarei pronto a giurare che fino a qualche giorno fa fosse disposto a tutto per vedermi morto, visto che la sua dolce Harukina sbavava per me, ma adesso lo vedo così strano, quasi irriconoscibile nei miei confronti, mi accudisce e mi aiuta nonostante gli abbia fatto notare che non voglio il suo aiuto, e invece lui è ancora qui, mi prepara la cena anche oggi, sono giorni che praticamente non si muove da casa mia, tranne per gli allenamenti, ma solo perché lo costringo io ad andarci, quando torna passiamo le ore insieme a vedere tv, non dialoghiamo molto, anche perché io non amo essere di molte parole, e lui l’ha già capito, quindi passa il tempo a parlare e straparlare e io lo ascolto, devo dire non mi  infastidisce come immaginavo, ci sto bene con quel do’aho, incredibile ammetterlo ma è così, mi trovo bene in sua compagnia,sua  e delle sue attenzioni,

-volpe..- mi dice alzandosi,- vado a preparare la cena, non ti muovere che poi mi devi raccontare la fine della partita!- mi dice schizzando fuori dalla camera, lasciandomi come sempre sorpreso, sa essere un vulcano incontenibile Hanamici, me ne rendo conto solo adesso che me lo trovo tutto per me, pensavo ci saremo uccisi durante le prime 24 ore, ma non è stasentì imbarazzato, il calore del corpo di Hanamici premeva su di lui infondendogli una sensazione soffocante. ffocanteattimo sito così, anzi il suo carattere vivace ed espansivo per un attimo mi ha fatto venir voglia di esternare sensazioni che non ho mai provato, per un attimo penso a  ciò che ho desiderato in tutta la mia vita (ossia basket, basket, basket basket…), e penso a quello che la mia vita è in questo momento, e cosa le sia mancata fino ad ora... e tu Hanamici Sakuragi  sei la colpa di queste mie riflessioni …sei tu ciò che desidero adesso…quello che forse mi è sempre mancato…ma per un attimo preferisco non pensare a ciò, cosa penseresti di me se sapessi cosa provo, forse mi ripugneresti…più di quanto tu mi abbia odiato fin ora...

Domani il mio do’aho non ha allenamenti, Ryota ha un la febbre, e l’allenatore Anzai è fuori per un corso di aggiornamento, quindi dopo la scuola  sarà qui tutto il giorno con me…adesso preferisco solo pensare a questo, e godermi tutto questo finchè durerà…

 

 

Apro la porta ed entro, poso la mia borsa all’entrata, come sempre, il mio primo pensiero e salire su per le scale a vedere come sta la volpaccia artica, ma quando arrivo su stranamente lui non è a letto, scendo le scale e lo cerco in ogni camera, ma arrivato in cucina, vedo la porta sul giardino aperta, capisco che è lì. Esco pronto a fargli un buona ramanzina, ma lo trovo sull’altalena, sicuramente si sarà addormentato! Ed in effetti la volpe è li che dorme pacifica, mi siedo vicino a lui, e lui apre gli occhi a causa del dondolio che la mia presenza ha provocato.

- Ohi kitsune! – esclamo mentre gli tiro addosso una rivista di basket che so che lui legge – è quella di questo mese- gli chiarisco. Lui sembra sorpreso, la prende da sopra le sue ginocchia e comincia a sfogliarla distrattamente.

- Sono stato in classe da te oggi, e ti ho portato anche i compiti…- glielo dico sorridendo quasi mi aspettassi qualche reazione in più

- hn- ma ecco le mie aspettative sciogliersi, non dice nient’altro, neanche mi guarda, il suo atteggiamento non varia, e devo dire che dentro di me si fa strada un lieve sentimento di delusione, sto da lui già da quattro giorni, forse è troppo poco per pretendere di entrare nelle sue grazie, ma avevo sperato…sperato…sperato cosa? Un attimo! Ehy! Ehy…Cosa mi passa per la testa… entrare nelle grazie di Rukawa, ma sono ammattito??? Eppure il mio cuore mi ha suggerito queste parole, e io mi chiedo come sia possibile, provare qualcosa che non sia odio per quel egoista cronico che mi ritrovo a fianco. Lo guardo sottecchi, quante domande mi imperversano nel cervello, osservo il suo profilo perfetto, mentre lui sta guardando la rivista che gli ho comprato, sembra il soilito ragazzo freddo e distaccato, ma la mia mente non riesce a non pensare a qualche giorno fa, alla sua espressione debole e bisognosa di affetto quando mi ha stretto la mano nel delirio della febbre, e mi chiedo il perchè io abbia per un attimo risposto al suo gesto così assurdo, forse un moto di gentilezza la mia, forse un sentimento sopito, che pian piano sta salendo a galla, vorrei non fosse così, perchè il mio cervello sarebbe davvero andato se pensasse di provare qualcosa per lui, e poi come uscirne, lui non è certo il tipo che cambia idea sulle persone tanto facilmente, visto la sua introversione, e il suo costante odiare aver gente in torno, non mi aiuta di certo a cambiare le cose tra di noi, guardo le sue labbra, rosa e piene, chissà che sapore hanno, in un attimo mi sento impazzire , ma che diavolo sto pensando!??!?!?! Devo alzarmi da qui e andare da un'altra parte, mi manca l’aria, se rimango sicuramente tradirò i miei pensieri con la mia espressione, se sapesse quello che penso...non oso pensare alle conseguenze, conoscendomi, tutto ciò che mi sta passando per testa è sicuramente dipinto a caratteri cubitali sul mio volto, forse la volpe nemmeno se n’è accorta, ma preferisco sia così, purtroppo uno dei miei difetti e non saper nascondere le mie emozioni, in questi momenti mi odio davvero…. Mi alzo senza dire nulla, e mi dirigo all’interno, ho bisogno di respirare un aria diversa, di allontanarmi da lui, entro in cucina e sorseggio dell’acqua sperando di far passare questa sensazione di vertigine che ho dentro. Sento una mano sulla spalla, mi giro e a mia sorpresa trovo Rukawa davanti a me. Ad un centimetro da me, resto paralizzato, trattengo il respiro per impulso, posso sentire il suo fiato su di me, il suo odore che mi inebria, dolce e penetrante è l’essenza di vaniglia che sprigiona il suo corpo, oddio! Sto impazzendo, ma che succede, non può essere, sento il colorito della mia faccia infiammarsi, oddio non so che fare…non capisco perché il mio corpo reagisca così, mi sento un idiota…

 

 

 

E’ andato via ferito dal mio silenzio, che bastardo che sono, dopo che mi sta dimostrando tanta gentilezza io lo ripago con il mio silenzio egoista e inespressivo…Mi alzo, inconsciamente, seguendo il mio istinto, cammino a passi lenti dietro di lui, lo vedo vicino al lavello, prendersi un bicchiere d’acqua, e berlo, mi avvicino, oddio sto per fare una pazzia, ma non resisto nel vederlo così…triste, imbronciato…mi fa tenerezza…Dio mio cosa sto dicendo, possibile che io…cosa sto facendo??Santo cielo gli metto una mano sulla spalla, e lui si gira, ci troviamo uno ad un soffio dall’altro, può sentire il mio respiro affannato sulle sue labbra, e percepire le mie intenzioni, quando mi avvicino a lui, deciso a  fare forse la follia più grande della mia vita, ma non riesco a fermarmi, mi avvicino, lui non da segno di repulsione, arrossisce in viso e io mi sento sconvolto da questa cosa, ma soprattutto  incoraggiato a continuare, il primo tocco con le sue labbra fresche mi fa rabbrividire, sento anche lui sussultare, il dolore delle ferite sui nostri volti, ci costringe a far piano in questo tenero contatto, è uno sfiorarsi dolce, lento... Indietreggia, ma io lo afferrò per le spalle e mi faccio avanti impossessandomi delle sue labbra, ruvide e dolci sotto le mie con più passione e decisione…non voglio che fugga da me, ho bisogno di lui…bisogno di sentire il suo sapore. Ogni segno di ribellione sembra sopirsi nei suoi gemiti di piacere, ma dopo qualche attimo devo staccarmi a riprendere fiato, lui mi guarda, i suoi occhi sono increduli, annebbiati, lucidi, sul suo viso un gioco di emozioni, non capisco cosa provi, sembra rabbioso, confuso, ferito…per la prima volta nella mia vita mi sento insicuro…il labbro mi fa male…

 

Non ci credo, mi ha baciato, il suo sapore è così dolce, forte, sembra mi stia intossicando fino all’anima.

- kitsune…cosa hai fatto…?- riesco a dire smorzatamene in preda all’emozione che mi annebbia il cervello. Lui mi accarezza la guancia con un dito, e io impazzisco a quel gesto, mi protraggo in avanti ancora di più, come se sentirmi di nuovo suo sia una necessità di vita o di morte per me, come se non potessi farne a meno adesso che ho assaporato quelle labbra calde e umide. Sfioro le sue labbra dolcemente con le mie, e lui torna a baciarmi con lo stesso ardore di prima, impossessandomi di me, la sua lingua spinge insidiosa sulle mie labbra, e io le permetto di introdursi nella mia bocca ed esplorarne ogni centimetro, duelliamo per il controllo di questo bacio, mi sento impotente di fronte a lui, sembra possessivo, forte, conoscendo Rukawa non dovrei stupirmene, è sempre stata una persona determinata, ma mi sembra di essere stretto da un vulcano di emozioni, di passione, sentimenti, che Rukawa non ha mai mostrato a nessuno, e mi chiedo perché le stia mostrando proprio a me. Ma un attimo dopo mi chiedo il perché di tutto questo, mi rendo conto che è sbagliato, noi siamo due uomini, due uomini non possono amarsi, non possono condividere certe emozioni, che tutto ciò sia sbagliato? Non lo so, adesso mi sembra così irreale, così impossibile che tutte queste sensazioni lo siano, ma penso ad Haruko, al mio amore per lei, al suo per me… e mi rendo conto che io non amo Rukawa, non voglio che ciò succeda. Lo respingo via violentemente.

Ci separiamo, lui mi guarda come sempre con la sua espressione impassibile e questo riesce a  ferirmi ancora di più,

- Maledetto!!!- inveisco rabbioso, non vorrei ma quelle parole mi escono di bocca senza rendermene conto ma non posso farne a meno, mi ha rubato il mio primo bacio, e forse mi ha rubato qualcosa di più profondo, un po’ di me…e io non riesco ad accettarlo…è tutto confuso…

 

I miei occhi devono essere rabbiosi, perché Rukawa fa un passo indietro e penso si stia preparando al peggio, ma non si scompone quando lo fisso con odio, noto una luce strana in lui, come…disperazione? Non è possibile… mi sento come una bomba sull’orlo dello scoppio e so che se non vado via di qui lo prenderò a testate fino a ucciderlo, lo farei davvero in questo momento! Vorrei  picchiarlo fino allo sfinimento.

Ma devo controllarmi, un istinto strano e forte dentro di me lo impone, e io cerco di seguirlo, gli passo vicino, scaraventando tutto quel che trovo lungo il tragitto a terra per la rabbia e me ne vado

 

Rimango in cucina a guardare il muro, conscio di ciò che è successo, per un attimo mi odio, forse non dovevo baciarlo, non avrei dovuto, ma adesso è tutto perso,. Hanamici mi ha respinto, gli faccio schifo, mi sento un verme....

 

Part Three: Tormento

 

 

Il giorno mi dirigo in classe passando per i corridoi Nord, davanti alla classe di Rukawa, il suo banco vuoto richiama la mia attenzione, lo guardo dalla porta, poi mi dirigo alla mia classe per aspettare che inizino le lezioni, anche oggi sono in orario, sto migliorando infondo, il tensai può questo e altro, rido, tra me e me, le lezioni intanto iniziano. Passano le ore, ma nonostante io provi a stare attento, o comunque a pensare ad altro il mio pensiero sembra volare oltre quelle pareti, è tutto per lui...per quanto mi sforzo di deviarlo ad altro.

Le lezioni passarono in fretta, sembra che il tempo corra oggi. Appena finisco scendo in palestra per gli allenamenti. Da ieri non so più niente di Rukawa, e infondo non voglio sapere nulla di lui ,non dopo ieri, quello che è successo, se ci penso mi sento male al sol pensiero, urto qualcuno, alzo la testa, sull’entrata nello spogliatoio, qualcuno mi ha afferrato per evitarmi di cadere rovinosamente a terra, ma quando alzo la testa mi sveglio violentemente dai miei pensieri, ritrovandomi nelle braccia di Rukawa, che usciva dallo spogliatoio, serro gli occhi e con rabbia lo respingo, quella dannata volpe odiosa! Lui con espressione impassibile passa oltre, come se niente fosse successo. Entro negli spogliatoi ancora incredulo e rabbioso, ma dopo esser sbollito dalla rabbia iniziale comincio a chiedermi cosa ci faccia Rukawa in palestra, la settimana di riposo che il medico gli aveva dato non è ancora finita, quel maledetto volpino testardo! Cosa vuole dimostrare? Come pensa di giocare…esco perplesso dallo spogliatoio dopo essermi cambiato in fretta e furia. L’allenamento comincia, al solito non ci rivolgiamo nemmeno uno sguardo, Rukawa si comporta come sempre, freddo e distaccato. Corre durante il riscaldamento tentando di rimanere dietro alla squadra, ma sembra che ci riesca a fatica, Ryota non dice nulla al riguardo visto che è stato avvertito delle sue condizioni fisiche.

Alla fine dell’allenamento la consueta partitella, come sempre, ma stranamente non esulto come sempre all’idea di scontrarmi con i miei compagni per dimostrare il mio genio, e il motivo non c’è nemmeno bisogno di dirlo, è lui…non so come fare ad affrontare il contatto diretto con lui, non ho idea di come comportarmi, ovviamente  mi sforzerò di essere il più naturale possibile visto che la volpe mi ignora clamorosamente e non voglio essere io a mostrare disagio, è una questione di principio, non posso cedere davanti al freezer. Scendiamo in campo, io sono in una squadra opposta alla kitsune, la mia situazione si fa proprio dura, il fischio di inizio…si comincia a correre! Le azioni si susseguono senza sosta, lui come sempre è il fulcro delle azioni della sua squadra, maledizione, ma cos’ha ai piedi le ali?? Kogure tenta di bloccarlo ma lui lo supera e si dirige a canestro…dove sono io! E so che adesso mi toccherà bloccarlo per non farlo andare a canestro, tiro un respiro e mi preparo mentalmente alla cosa, mentre il rumore del parquet mi annuncia che è arrivato di fronte a me, mi specchio nei suoi gelidi occhi, pieni di determinazione, è così strano come il luccichio dei suoi occhi cambi così radicalmente con un pallone da basket in mano, lui è così…sembra non vedere altro che il canestro, passa la palla a un compagno libero, vistosi marcato strettamente da me, tiro a canestro! Rimbalzo! Entra in gioco il genio dei Rimbalzi! Ma ben presto è inevitabile, me lo ritrovo a contendere il rimbalzo con me, mi pressa strettamente e io non posso fare altro che finire rovinosamente sul pavimento quando metto i piedi sul parquet , aggrovigliato con lui, che nel finirmi addosso non può trattenere una smorfia di dolore,  alzo la testa, sta addosso a me, inutile dire che la tonalità della mia faccia non ci sta molto a passare al violaceo, accidenti ma perché non si muove, non fa nulla per rialzarsi!,

- Stupida kitsune togliti dai piedi!! Non mi dire che ti sei addormentato addosso a me!! - gli grido cercando di togliermelo di dosso, ma la voce di Rukawa mi colpisce in pieno

- Ti piace vero? stare sotto di me ..- il tono è basso e provocatorio, ma la mia reazione non lo è,  lui si spinge contro di me quasi a voler farmi sentire con più prepotenza il peso del suo corpo pressato su me.

- Bastardo..- dico a denti stretti spingendolo via, e rialzandomi.

- Oddio ecco che ricominciano- pronuncia Kuwata, in attesa di rissa eminente, ma stranamente nonostante io sia schiumante di rabbia e vorrei ridurlo a una polpetta mi sento imbarazzato dalle cose che mi ha detto, in un certo senso impaurito, ma che diavolo gli prende, non si era mai comportato così, perché adesso questo suo modo di fare con me, cosa gli è preso, mi giro lasciando tutti allibiti e mi allontano, sfumando ogni desiderio di rissa. Io che non faccio rissa con Rukawa?? Utopia…ecco cosa pensano tutti ne sono sicuro!

Ryota si avvicina a me mi pone una mano sulla fronte, lo guardo interrogativo

- Non hai la febbre…- commenta scherzosamente, ma io lo cacciò via in malo modo- levati dai piedi maledetto !!!!- accidenti adesso ci si devono mettere anche loro, non basta la kitsune a farmi diventare pazzo anche loro a provocarmi!! Ma perché non finisce questa tortura!! Voglio andare a casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

 

 

 

A fine allenamento rimango un attimo in più nelle docce, quest’acqua tiepida mi aiuta a staccare la spina un attimo da questo allenamento così stressante, e da questi giorni così strani, e direi stravolgenti, apro il rubinetto dell’acqua fredda, sperando di poter sopire i miei bollori mentali, e rinfrescarmi la testa. All’uscita i miei compagni stanno andando via, Rukawa è ancora seduto sulla panca a rivestirsi, i miei occhi cadono inavvertitamente cadono sui suoi lineamenti, sembrano perfetti, delicati, ma forti, come i tratti immaturi di un uomo, la sua pelle è così bianca, confrontandola con la mia fa quasi paura la differenza, per un attimo penso che è anche morbida, lo ricordo mentre mi teneva stretto, era morbida e calda…sento di essere arrossito, sono un idiota accidenti! Subito mi giro dandogli le spalle, vergognandomi per un attimo di ciò che penso e poi rendendomi conto che sono ancora nudo e per un attimo ho una sensazione di disagio, guardo la tovaglia che ho allacciata ai fianchi. Non mi è mai successo, eppure il pensiero di essere scrutato da Rukawa, e sapere che lui lo mi guarda, mi ha provocato questa reazione, i suoi occhi che mi scorrono addosso sembrano potermi penetrare dentro. Quando tutti sono fuori rimaniamo solo noi nello spogliatoio a cambiarci, la cosa non desta stupore in nessuno, infondo siamo sempre i più lenti, ed è spesso successo di rimanere nello spogliatoio fino a tardi, lui  per la sua smania di fare dei tiri extra a canestro e io per la mia condanna ai fondamentali a cui Ayako mi sottopone ancora! Sarà meglio che mi sbrighi a vestirmi così potrò tornare subito a casa, non mi va di stare qui ulteriormente.

- Vedi che non ti mangio…- è come una frustata che mi restituisce alla realtà quella voce, e non devo voltarmi per capire che la kitsune parla con me.

- Non ho paura di te…stupida volpe arrogante- rispondo senza girarmi sicuro di me, non permetterò a quella stupida volpe di umiliarmi, – il grande Tensai non ha paura di niente- continuo, segue un attimo di silenzio, poi:

- Ah si?- sento la sua voce terribilmente vicina dopo qualche secondo, mi girò di scatto, mi trovò Rukawa davanti, i miei occhi si spalancano.

E’ davanti a me, la sua solita espressione fredda e distaccata, ma ho imparato a leggere i suoi sguardi e riconoscere quella luce nei suoi occhi, nascosta sotto la coltre del ghiaccio perenne...  so bene che sotto quella maschera di freddezza si nasconde un vulcano di emozioni, l’ho sperimentato sulla mia pelle, in una breve occasione, ma si sa il tensai ha un intuito infallibile, e proprio il mio intuito capisce che lui, davanti a me mi fissa, aspettandosi una mia reazione, ma io sono troppo bloccato per averne, e lui se ne accorge, nota il lampo di terrore che ho negli occhi, mentre mi chiedo se anche questa volta avrò la forza di respingerlo se proverà a baciarmi o toccarmi, stupida domanda, lo so, ma non posso fare a meno di pensare al bacio che ci siamo scambiati a casa sua, e con un po’ di vergogna sento nostalgia di quelle sensazioni, come volessi che mi baciasse ancora… stupidamente non so cosa fare, come reagire, se scappare o picchiarlo…oppure...

- Paura grande tensai?- mi provoca arcuando un sopracciglio, il suo tono divertito mi spinge a controbattere

-  Sei una volpe arrogante e presuntuosa lo sai…- non mi farò sottomettere da una volpe dispotica come lui, il mio orgoglio me lo impedisce, lui si avvicina a me incollando il suo corpo al mio, un calore intossicante mi colpisce, mentre mi schiaccia al muro nonostante le mie proteste a non cedere

Alza le braccia, incorniciando con le mani il mio volto, e poi dopo aver sondato le mie reazioni, mi bacia, mi sento come un serpente incantato dalla musica di un flauto,  quando quella dannata volpe mi  tocca non riesco più reagire, il mio corpo sembra avere una volontà propria, e mentre le mani di quel maledetto mi percorrono in carezze focose e sensuali, mi lascio baciare, le mie proteste si sono sopite in un attimo e con mia vergogna mi sento coinvolto da lui, da quel bacio, caldo, dolce, umido...

La sua mano scende lungo il mio collo, con un gesto lento, scendendo poi sul petto nudo, sfiorandomi lentamente centimetro per centimetro, in questa inizio a tremare lievemente, Rukawa sta mettendo a nudo tutte le mie paure, si comincio ad avere paura, perché il mio corpo reagisce così, infondo lui è un uomo, provo attrazione per un uomoil mio corpo reagisce così, infondo lui è un uomo, provo attrazione per un uomo?onostante le mie proteste a non cederendo il suo ? Perché? Sento la sua eccitazione sfiorarmi la coscia, le sue mani vagano sul mio torace, toccandomi gli addominali, si ferma al nodo della tovaglia, che mi cinge i fianchi, sussulto, sbranco gli occhi e tempestivamente afferro la sua mano bloccandolo,ci stacchiamo da quel bacio rovente, i nostri sguardi si incrociano, sento che lui non si fermerà questa volta, e per un attimo temo le sue intenzioni. Gli lascio la mano, permettendogli così di sciogliere quel nodo che mi lascia nudo, la tovaglia scivola a terra, e io sono qui, nudo come un verme davanti a lui. Le sue carezze diventano così più intime e intense, afferra la mia virilità con gesto deciso, e la mia reazione è subito evidente,  il respiro diventa più pesante, mentre lui con la sua mano mi provoca delle sensazioni nuove e intense, con un movimento ritmico, serrato, che non da requie…mi sento avvampare dai brividi che mi scuotono il corpo, sto perdendo la cognizione di tutto ciò che ho intorno; ma in un impeto di lucidità mi ribello a tutto ciò, e trovo la forza per allontanarlo da me,  lui stacca le mani da me, ma quando allontana anche le sue labbra, sento un gelido freddo interporsi tra di noi, e non vorrei...sono confuso, non capisco più niente, non capisco più nemmeno me stesso. Lui si allontana da me, senza distogliere lo sguardo, forse si aspetterebbe che lo colpissi, così magari questo imbarazzo sparirebbe e il tutto degenererebbe in una rissa, che ci farebbe tornare indietro, per dimenticare ciò che è successo tra di noi, ma forse nessuno dei due  vuole dimenticare, lo leggo nel suo sguardo, ma forse lui nel mio legge altro, si gira, prendendo la sua borsa dalla panca e dandomi le spalle e senza dire altro, esce dallo spogliatoio. Vorrei affondare nel pavimento in questo momento, scomparire dalla faccia della terra, scoprire che sto dormendo e che questa mattina non mi sono davvero svegliato per venire qui.

Guardo il soffitto, conscio di quello che è appena successo e delle mie reazioni, mi rendo conto per la prima volta, che tutto sembra cambiato, lo era già da prima, da quella partita col Sannoh, è cambiato tutto, irreparabilmente in modo definitivo, e io non l’ho mai voluto accettare, non l’ho accettato con me stesso. E adesso? Passo una manciata di minuti ancora nello spogliatoio, prima di uscire e tornare a casa…

 

Part Four: Presa di coscienza

 

Mi alzò dal letto distrutto, non ho la minima intenzione di andare a scuola, vorrei rimanere a letto, e stare sotto le coperte, almeno qui mi sento al sicuro, ma oggi c’è quel maledetto test di scienze, e se non lo passo il preside mi escluderà dalle attività del club…in altri tempi me ne sarei fregato, ma è inutile dire che ormai il basket è diventato importante per me, uno svago, una passione, qualcosa che mi da degli obiettivi, e pensare di non poter partecipare al campionato invernale mi da i nervi,quest’anno poi non ci sono più ne Gori ne Megane- kun ad aiutarci, quindi devo andarci…uff…che palle, il Tensai è troppo intelligente per andare a scuola, il diploma dovrebbero darmelo solo per la mia genialità!!

Mi alzò, vado in bagno e mi lavò la faccia, mi guardo allo specchio, ho ancora i segni dei lividi della rissa di qualche giorno fa, ma sembra che stiano rimarginandosi, mi posò un dito sulle labbra sfiorandole, sono dolenti, il ricordo dei baci scambiati con Rukawa nei giorni precedenti si fa strada in me, come un leggero brivido che mi attraversa. Una sensazione di bruciore accompagna quel lieve dolore, il labbro sembra risanarsi, e il livido sul mento scomparire.

Esco di casa dirigendomi a scuola, ho appuntamento con Haruko davanti all’entrata, magari stare con lei mi farà rilassare un po’ penso mentre cammino, mani in tasca, voglio pensare a qualcosa di diverso da quella stramaledetta volpe.

Haruko mi aspetta al cancello con le sue amiche. Appena mi vede mi fece cenno con la mano, le rispondo con un sorriso. Camminiamo per il cortile, lei parla, parla, io l’ascolto o almeno ci provo...

- Hanamici mi ascolti…?- e questa domanda che mi fa rimettere i piedi a terra, quella di Haruko, accortasi della mia distrazione.

- Oh!- sembro cadere dalle nuvole

- ma mi ascolti…?- chiede ancora guardandomi,  stranamente curiosa di sapere cosa mi passasse per testa.

- Scusami, pensavo al compito di oggi…sono un po’ preoccupato- sminuisco, noto la sua sorpresa, quando mai io preoccupato per un compito, sono un asino categorico a scuola, - sai se non lo passo non potrò partecipare al campionato invernale, ho troppe insufficienze- lei a quella risposta, si rassicura, e mi stringe la mano, strofinandosi dolcemente a me in cerca di coccole, le passo un braccio intorno ai fianchi, e la stringo sorridendo, cerco nel suo calore di trovare un appiglio per stare meglio, ma il suo calore, le sue carezze sono diverse, non sento ciò che ho sentito quando Rukawa mi ha stretto, e forse sarebbe anche normale, mi avrà fatto anche schifo essere baciato da un uomo, e vorrei che io la pensassi così, ma mi rendo conto che non mi dispiaceva, e che le sensazioni che provavo a stringerlo erano ben diverse ed intense di quelle che provo con Haruko .

- Tranquilla Haru-chan va tutto bene, è che il grande tensai ha troppe responsabilità sulle spalle !!!- Haruko mi guarda con aria un po’ svagata, ha già fatto l’abitudine a me! Il suo sguardo è dolcissimo, ma perché non riesco a sentire le stesse sensazioni, quella dolcezza, quella passione?? Haruko è così bella, dolce, e mia…si mia, eppure io non sento di avere ciò che voglio, lei mi tira leggermente la divisa scolastica con la mano

- Domani potremmo andare al cinema, i miei mi permettono di tornare un po’ più tardi…- dice con tono entusiasta. Io non rispondo, sono senza parole e sinceramente mi sento a disagio in questa situazione, Haruko mi sta proponendo di uscire e io dovrei ballare su un piede per la gioia e invece sembro un merluzzo! Ma il mondo crudele non ha ancora finito di infierire, perché sento dei vocii alle spalle e mi basta poco per vedere quella oche del Rukawa fan club starnazzare davanti alla loro visione che sta passando per i corridoi. Abbasso lo sguardo cercando di non voltarmi verso la volpe, stringo Haruko, come se ciò mi desse sicurezza, e la attirò a me, come se farlo davanti a Rukawa mi facesse sentire meglio. Rukawa passa impassibile davanti a noi, e nel frattempo mentre ci incrociamo attiro a me Haruko baciandola, ma lui prosegue come niente fosse fino ad arrivare alla sua classe e poi entra. Ma che mi aspettavo poi…? Haruko arrossisce, poi si abbraccia a me, quando mi stacco da lei  non so cosa fare, ho agito d’impulso ed adesso soltanto mi rendeva conto di ciò che ho fatto, divento rosso come un peperoncino e comincio a balbettare cose senza senso.

All’uscita da scuola Haruko  mi aspetta e insieme facciamo un breve tratto a braccetto.

- Quindi ti aspetto domani…?- mi chiede, io la guardo, sono indeciso sul da farsi- Hanamici !- esclama lei ancora una volta per avere la mia attenzione.

- Scusami Haruko non so che mi prende…- mi giustifico, poi con una scusa mi congedò da lei, che rimane evidentemente delusa, il ragazzo le do un bacio sulla guancia e poi vado via.

 

Cammino per i viali che portano a casa mia, devo prendere il borsone, oggi con la fretta di uscire l’ho dimenticato a casa, passo dal parco, farò sicuramente prima, attraverso le siepi che precedono al campetto di basket dove a volte passavo le serate con Haruko fino a qualche mese fa ad allenarmi, e penso che stasera non mi va proprio di allenarmi,  vedere quella volpe maledetta, cavoli riesce a farmi arrabbiare come non mai!!! Ad un certo punto sento delle voci, provenienti dal campetto,mi fermo, curioso di sapere chi si allena a quell’ora del pomeriggio, sbircio da dietro un cespuglio, non credo ai miei occhi, Rukawa sta rivestendosi poggiando un pallone da basket su muretto, e con lui Sendoh, eh si proprio quel porcospino infido. stanno parlando…oh beh, parlando, non esageriamo… per quel poco che concerne parlare con Rukawa,

- Sei migliorato…- dice il porcospino sorridendo con un suo classico sorriso a trentadue denti…quanto è odioso accidenti a lui

- Hn-

- Sei occupato questa sera o ti va di mangiare qualcosa fuori con me?- chiede Sendoh con fare scherzoso, Rukawa arcua un sopracciglio guardando Sendoh dalla coda dell’occhio.

Questa scena mi mette i nervi ,accidenti ma che sto a dire…

Basta devo andarmene! Rukawa è libero di fare quel che vuole, chi sono io per desiderare che quella volpe non vada con Sendoh e poi perché non deve andarci, scusa, ma perché tutti questi dannati pensieri assurdi mi passano per testa… eccoli, stanno uscendo dal campetto, Sendoh ha un fare ambiguo, sembra quasi che guardi Rukawa con un senso di adorazione, che il porcospino abbia interessi ben oltre il basket verso il moretto? Basta! Non ci devo pensare…devo andarmene o divento matto, potrei essere con Haruko in questo momento e invece sono qui a chiedermi se Rukawa vuole uscire o no con Sendoh, sono un idiota, ecco che sono! Faccio per andarmene, ma mi rendo conto che infondo non voglio andare, mi giro e li guardo scambiarsi qualche parola, pare che la kitsune non abbia accettato il suo invito, evvai! Evvai? Ma sono fuori!!! Sono contento perché quei due non escono insieme…mi sono ammattito, maledizione quella volpe è ammattita e sta facendo ammattire anche me, io non sono gay!! Accidenti a lui! E non voglio diventarlo!!! Con passo accelerato mi dirigo verso casa, prendo la borsa e mi dirigo in palestra, non mi importa se lo vedrò, non mi importa se dovrò affrontarlo, ma non posso continuare a scappare, basta!

 

Entro in palestra, salutando tutti con un cenno della mano poi mi dirigo come una furia agli spogliatoi, entro, do un occhiata in giro, quella volpaccia non arriverà così presto, presa com’ era dalle sue chiacchere con Sendo. Sento un non so che di amarezza nel pensarlo con quel porcospino dagli aculei appuntiti, secondo me mi si è saturato il cervello…

Dopo mezz’ora che ci alleniamo noto che la volpe non è venuta all’allenamento, strano dato che l’ho visto al campetto, e so benissimo che  Kaede Rukawa non potrebbe MAI mancare ad un allenamento, ovviamente tranne che non sia il Tensai a impedirglielo, o magari due gambe rotte, già perché con una sola sarebbe capace di venire anche con le stampelle in palestra.

 

Quando tutto finisce mi tocca il turno delle pulizie, solitamente  il venerdì siamo io e la kitsune a farle, ma visto che non c’è, Ayako si è fermata a darmi una mano,  sistemo gli ultimi palloni nella cesta

- Grazie Hanamici – mi dice lei quando le porgo il lucchetto del cesto dei palloni.

- Figurati Ayako è stato un piacere…- poi dopo una pausa torno a pensare :- oggi quella volpaccia non è venuta all’allenamento…non è da lui…- rifletto distrattamente parlando tra me e me, poi mi accorgo di averle dette ad alta voce ed arrossisco, temendo le parole di Ayako, alzo la testa e vedo che lei mi guarda con lo sguardo tipo ma-com’è-che-solo-tu-non-sai-niente?

La fissò e lei rispose alla sua domanda

- Rukawa non parteciperà agli allenamenti per due settimane…- lo stupore si dipinge sul mio viso e lei continua,- oggi il preside lo ha convocato in presidenza, voleva spiegazioni sulla rissa in cui tu e lui siete stati coinvolti…Rukawa si è assunto la responsabilità dell’accaduto, ed è stato sospeso…-  Non ho  parole, non posso crederci, mi passo una mano sui capelli rossi, sospirando, e adesso? Cosa devo fare…cosa passa per testa a quella volpaccia cretina, accidenti a lui, questa cosa mi ha spiazzato…non solo si è fatto picchiare per colpa mia, ma mi ha anche salvato da una bella sospensione.

Esco silenzioso dalla palestra ormai scura, con mille pensieri in testa.

Per strada compro la cena in una rosticceria vicino al quartiere dove vivo. Penso alla volpe, perché mai mi ha coperto le spalle, ha rinunciato alla scuola ma soprattutto a giocare a basket e tutto per me... Se si sapesse che sono stato coinvolto in una rissa, avrei passato davvero grossi guai, vista la mia fama di teppista, ma questo no…non me lo aspettavo.

- do’aho- è quella voce riconoscibile tra mille a risvegliarmi dai miei pensieri, girandomi si ritrovò di fronte Rukawa che cammina in mia direzione, mi passa proseguendo lungo il sentiero, quando lo vedo un brivido di terrore mi fa irrigidire, poi:- kitsune!-, si volta a guardarmi, poi prosegue; io lo seguo in silenzio, so che ha capito che voglio parlargli, e so dove siamo diretti - vuoi entrare ?- mi chiese guardandomi dalla coda dell’occhio mentre oltrepassava il cancello di casa.  La mia espressione è visibilmente indecisa – guarda che non ti violento se non vuoi…- mi dice poi  in tono provocatorio

- baka kitsune !Come ti permetti!- gli sbraito contro prima di passare il cancello e sbattermelo dietro le spalle.

 

 

- se vuoi puoi prendere quel che vuoi, ormai sei di casa…- dico andandomi a sedere sul divano, Hanamici mi guarda nervoso

Accendo  la tv e comincio a girare sui canali sportivi, trovando una partita della NBA e soffermandomi a vederla.

-Pensavo che avessi capito che volevo parlarti…- inizia lui con tono impaziente.

- Hn-

- E allora perché guardi quella partita…-

- E’ più interessante di quel che hai detto tu fin ora…do'aho- esclamo con tono seccato

Sakuragi infiamma di rabbia, - stupida volpe se dovevi startene qui a ignorarmi perché diavolo mi hai fatto venire qui???-

- mica ti ho costretto…- sbotto in tono freddo, provocando fuoco e fiamme in lui

- Me ne vado…prima che mi decido davvero a spaccarti la faccia- si alza facendo per andare verso la porta. Io mi alzo dal divano, attirando il suo sguardo, vado in cucina, prendo un succo di frutta dal frigo e ritorno, Sakuragi rimane allibito, penso che si aspettasse una reazione diversa da me, ma se pensa che mi metterò a pregarlo di parlare si sbaglia.,

- Ma come fai ad essere così odioso…- sbotta 

-Hn- in questa non resiste più, e mi tira addosso la prima cosa che ha a portata di mano, e ovviamente io non mi tiro indietro a quell’invito di rissa.

 

 

- Accidenti a te Rukawa! E’ solo colpa tua…- grido esasperato tra un pugno e l’altro…- nessuno ti ha chiesto di fare il buon samaritano e farti uccidere per me!-

Ad un certo punto vedo la volpe perdere l’equilibrio e finire seduto sul pavimento, resto a guardarlo allibito, è caduto da solo,si mette una mano alla testa, gemendo lievemente, gli fa ancora male la ferita, indubbiamente…

Sbuffo arrabbiatissimo:- vedi stupida Kitsune se stavi a casa a riposo come ti avevano ordinato quella tua testaccia di marmo sarebbe già guarita!- gli inveisco contro.

- Smettila di rompere idiota- mi risponde lui tirandosi in piedi, ci guardiamo in cagnesco e continuiamo a suonarcele di santa ragione, alla fine rimaniamo a terra, sulla moquette sfiniti, a fissare il tetto. Mi sento finalmente me stesso, ci voleva una sana scazzottata con Rukawa per restituirmi le forze e quella liberazione mentale che mi mancava da qualche tempo!! Rimaniamo vicini, ansimando, tentando di riprendere fiato, senza preoccuparci di riempire i silenzi, quei silenzi che adesso non sento più come soffocanti ed incomprensibili, è come se il respiro di Rukawa riempisse l’aria con qualcosa di più intenso di mille parole, d’un tratto sento di non poter più trattenermi dal fare ciò che forse avrei voluto fare molto tempo prima, e per cui solo adesso trovo il coraggio, faccio scivolare la mia mano sfiorò quella del volpino,

- perché lo hai fatto?- chiedo ad un tratto, Rukawa sorpreso si gira a guardarmi, - perché ti sei preso la colpa della rissa…lo sai benissimo che ero io il colpevole…-

- do’aho – risponde, usando una strana inclinazione nella voce, come se stesse dicendo qualcosa di diverso e non trovasse le parole, poi stringe le spalle e torna a guardare il tetto.

- Non potrai giocare a basket…per colpa mia…-

- E’ stata una scelta mia…- dice con voce atona. So bene  quanto sia costata quella scelta a un tipo come Rukawa, non solo in termini di orgoglio, ma perché lui viveva di solo basket, e togliergli la possibilità di correre con un pallone in mano è come togliergli l’aria, tutto ciò per cui vive, e pensare che lui stesso a rinunciato a tutto ciò per me, per aiutarmi…io…

- kitsune come farai adesso?…-

- mi allenerò al campetto…- dice in un soffio, due settimane infondo passano veloci,  mi sforzo a pensarla così e mi sfiora che forse anche in lui ci sia questa convinzione.

Allungo la mano posandola sulla sua, la stringo, e lui risponde a quella stretta. Rimaniamo qualche minuto in silenzio, poi la kitsune poi si gira, finendomi addosso, sono sorpreso inizialmente, poi gli passo le braccia intorno alla vita, e lo stringo a me.

- non ti lamenti do’aho?- chiede con fare presuntuoso, io invece di rispondere sorrido e gli passo le mani dietro la nuca tirandolo giù, fino a far sfiorare le nostre labbra in un dolce e casto bacio .

Quando ci stacchiamo lo sguardo sorpreso di Kaede è qualcosa di indecifrabile, e mi fa sentire glorioso,  dopo un attimo ci sediamo, continuando a guardarci intensamente,

- non hai obblighi…- chiarisce lui dopo qualche attimo, pensando che magari lo abbia fatto sentendomi in obbligo nei suoi confronti

- so cosa ti è costato e non capisco il perché tu lo abbia fatto…- dico io

d’un tratto mi arriva un pugno in faccia a rimango allibito cadendo dopo aver perso l’equilibrio.

- Kitsune ma cosa hai in quel cervello bacato???- grido, - accidenti cosa ho fatto???-

- questo è per il bacio ad Haruko di questa mattina..- commenta lui freddo,

- Ma….ma….tu..- sputacchio incredulo di fronte a quella …beh, che dire, scenata di gelosia in piena regola, ed ecco che le mie mille domande trovarono risposte

- Che dovrei dire io di Sendo…- esclamo di rimando toccandomi la guancia con fare offeso, Kaede è sorpreso,

- mi spiavi?- chiede,

- no, vi ho visti per caso al campetto oggi…- fisso il suolo come un bambino, Rukawa non dice nulla, penso mi stia guardando malissimo, anche se non ho il coraggio di guardarlo, ad un tratto mi sento afferrare per il bavero della divisa e mi tira verso di sè, impossessandosi  delle mie labbra, in un contatto caldo, passionale. Le nostre lingue si sfiorarono dolcemente, possedute da una frenesia irrefrenabile. Rukawa mi tira verso di lui, incastrandosi sotto al mio corpo, i suoi movimenti sono lenti, dolci, i nostri sguardi sono persi l’uno nell ’altro, e so che in questo momento il mio cervello ha smesso di pensare a tutto il resto, pensa soltanto che è questo che vogliamo entrambi, perderci nel calore che ci avvolge, finalmente in quella stretta sento tutte le sensazioni che per tanto tempo cercavo ma che non riuscivo a sentire tenendo tra le braccia Haruko, è come se Rukawa mi trasmettesse le sue emozioni, lui che sotto la sua espressione di freddezza e distacco di sempre nasconde passione, dolcezza, frenesia, me le trasmette intrecciando le nostre mani. Quando ci stacchiamo io ricado su di lui nascondendo il mio volto nell’incavo della sua spalla e lui mi abbraccia, vorrei non dovermi alzare mai più da questo pavimento...

 

Non ci credo, sto sognando…è successo…siamo qui, abbracciati in questa stretta, tutti e due, io che fino a pochi minuti fa mi ripetevo che tutto questo era impossibile, che quel che volevo era tutt’altro che questo, Hanamici mi stringe forte, si Hana.. suona così strano questo nome se lo pronuncio, lui si alza e mi guarda, noto ancora paura nei suoi occhi, ma una paura diversa rispetto a quella che scorgevo prima, paura delle sensazioni che sta scoprendo sotto le mie carezze, e devo ammettere che anche io son rimasto sorpreso dalle sensazioni che riusciamo a scambiarci in questi attimi di effusioni. Ci alziamo, abbiamo passato abbastanza tempo sul tappeto, e ci mettiamo sul divano, continuiamo a baciarci scambiandoci dolci carezze. Passiamo la serata sul divano a parlare…e devo dire che ho pure parlato troppo per i miei gusti, ma quel do’aho ha questi effetti su di me…effetti collaterali direi…è contagioso…ma un po’ non mi dispiace, se è con lui…dalle nostre labbra non sono uscite fiumi di parole…ma so che  per quante ne potremo dire, sembra che non siano mai abbastanza per descrivere ciò che sentiamo in questa sera di autunno, qui davanti mentre ci guardiamo intensamente, nudi davanti ai nostri sentimenti.

Il labbro dopo l’ennesimo bacio mi duole, la ferita si è riaperta a causa dei contatti impetuosi con la mia testa rossa, mi tocco con un dito e scorgo una macchia di sangue…

- sei di nuovo sanguinante…- mi fa notare, io lo guardo, e lui si protrae verso di me, con la lingue lecca quel rivolo di sangue, assaggiando il mio sapore, quel gesto mi incute una tremenda eccitazione, e mi fa impazzire

- Brutta volpaccia…sempre che ti fai male…E io devo curarti…- mi sorride dolce.

…Hana, tu hai curato non soltanto le ferite del mio corpo, stai curando anche quelle del mio cuore, e anche se solo per un attimo soltanto in questa vita, adesso, mentre sono tra le tue braccia, mi è sembrato che la solitudine che mi ha sempre colmato l’anima sia sparita…

 

 

End (or not?)

 

* questa espressione la dedico a mia sorella appassionata delle bacardi breezer ;-)

 

(se non mi uccidono prima…forse scrivo il seguito nd ShaKa)

( ti uccideremo prima  nd.Hana+Ru)

(m'è venuto il diabete... nd.Sendo)

(taci porcospino! nd.Ru)

(occhio a quello che dite e non dimenticate che la penna è la mia  nd. ShaKa)

( mi suona di minaccia…che dici Ru?…  nd . Saku)

(naaaa è l’impressione nd. ShaKa *fiskiettando*)