Ciao a tutti….cosa dire di questa fic…beh potrei iniziare con il dirvi che a me non piace per niente…avevo in mente un'altra ambientazione etc e invece se ne andata per conto suo ed è venuta questa emerita ciofeca…diciamo che non ero molto ispirata…e pensavo a questa e ad altre e mi sono un po’ persa nelle riflessioni personali che non centravano nulla…non so veramente che dire….

Mi sono ricordata….niente scena di sesso…quindi diciamo che è venuta una schifezza anche per questo…non riesco a scrivere ste cose troppo sdolcinate che fanno cariare i denti,non è colpa mia….sorry….

Baci Miko.

 




 


 

 

Cuori di cioccolata

 

di Miko-chan

 



 

14 febbraio…festa di S. Valentino…festa degli innamorati,come di consueto uso le ragazze regalano il cuore di cioccolata al proprio ragazzo,o alla persona della quale sono innamorati. Allo Shohoku era un grande giorno,come per le altre scuole,ma lì lo era ancora di più perché tutte le studentesse donavano il cioccolato fatto a mano al loro idolo di sempre,il quale non era affatto contento di ricevere tali attenzioni e tali regali,ma non bastasse tutto questo…il mese successivo arrivava il White Day…dove sono i ragazzi a ricambiare i doni di cioccolata fatti il mese prima. Ma tale ragazzo in questione non aveva mai ricambiato il cioccolato….pur avendone ricevuto a valanghe nel suo armadietto che quel particolare giorno necessitava di essere svuotato più volte nell’intero arco della giornata.

Anche questa volta la storia si ripeteva…era già tornato due volte al suo armadietto per cambiarsi e lo aveva trovato stracolmo di cioccolata,che a dirla tutta…adorava,ma solamente per non dare soddisfazione alle ragazze che gliela regalavano la metteva in un sacco e successivamente,dopo avere prima esaminato la confezione,se poteva o meno essere tenuta e quindi mangiata da lui, la abbandonava negli spogliatoi in modo che gli altri la mangiassero al posto suo. In fin dei conti,non si poteva permettere di ingrassare,ne andava la sua carriera di basket man.

Quel giorno non c’erano allenamenti,perciò poteva benissimo prendersi la cioccolata per in palestra,nella quale ogni giorno andava,anche se non vi era allenamento ad allenarsi, per decidere quale dei cioccolati tenere.

Non appena aprì la porta della palestra si rese conto di non essere completamente solo,qualcuno si allenava ai supplementari…qualcuno che conosceva bene e che non sopportava. Ma in effetti non si era mai soffermato più di tanto a pensare,che cosa veramente di lui non gli andava giù, forse il fatto che era sempre circondato da amici…che lui non aveva, era loquace e affabile,anche se questa caratteristica veniva surclassata dal suo essere casinista in ogni momento…e lui…beh a lui mancavano tutte,era associale e glaciale con tutti, o forse perché riusciva a sprizzare allegria da tutti i pori…perché riusciva a invogliare gli altri nelle partite,mantenendo ugualmente dei rapporti d’amicizia con i suoi avversari.

Lasciando da parte questi pensieri rese manifesta la sua presenza in quel luogo,emettendo il solito monosillabo che faceva infuriare il rosso ogni volta.

“Nh”          “ Ciao Kit” rispose l’altro senza le solite scenate,Rukawa rimase molto sconcertato da ciò,anche se il suo viso non cambiò espressione. Tirandosi dentro le buste con tutti i cioccolati. Il rosso intanto continuava a tirare a canestro,fallendo miseramente ogni colpo,perché troppo distratto dalla presenza dell’altro ragazzo all’interno della palestra,che ora si apprestava ad iniziare il vaglio dei suoi cioccolati ricevuti. Il rosso gli lanciò una breve occhiata osservandolo attentamente senza farsi notare…sarebbe stato troppo imbarazzante essere scoperti dagli altri…come essere scoperti anche da lui…ma se lui se ne accorgeva…chissà come avrebbe potuto reagire. Con tali congetture balenanti nella sua testa non si era accorto che il moretto aveva alzato lo sguardo e ora lo fissava negli occhi stranito,resosi conto improvvisamente dello sguardo dell’altro si imbarazzò notevolmente divenendo completamente rosso,voltandosi dall’altra parte e fissando il pavimento con il capo chino.

“ Do’hao….” Anche questa volta nessun urlo da parte del rosso,che abbassò ancora di più il capo nascondendosi quasi dallo sguardo indagatorio dell’altro. “Do’hao….che ti succede??” non sapeva bene nemmeno lui da dove gli fosse e soprattutto come gli fosse uscita quella domanda,non si era mai interessato di nessun altro che non fosse lui nella sua vita,ma gli era uscita spontanea quella domanda. Il rosso mosse la testa lentamente,assicurandosi di osservare il suo comportamento solamente con uno spiraglio,e che anche lui vedesse che lo guardava negli occhi mentre parlava con lui, “ Niente…e solo…è solo… CHE IL TENSAI VOLEVA VEDERE SE LA STUPIDA VOLPE SPELACCHIATA AVESSE RICEVUTO PIU’ CIOCCOLATO DI LUI!! AHAHAH!!!”           “Smettila!!!”, non era, un vero e proprio rimprovero,aveva capito qualcosa, ma aveva preferito non indagare più di tanto e aveva deciso…stranamente di assecondarlo, “ Siedi vicino a me e vediamo…” si stava stupendo sempre di più di se stesso…del suo comportamento e dello strano comportamento che stava inscenando il rosso. Sta di fatto,che non appena questo si sedette accanto a lui e,strusciò per errore la gamba contro la sua, una forte scarica elettrica si propagò lungo il suo corpo facendolo ansimare mentalmente… (Come si fa ad ansimare mentalmente???? NdRu    Chiedilo a quella che sta digitando la storia NdHana       ……SILENZIOOOOOOOOO STO CREANDO!!!!! Nd Miko parecchio arrabbiata), il suo cuore prese a battere più velocemente e anche se il suo proprietario gli ordinava di smettere…questo non ascoltò tale ordine…provocando all’interno del moro un tale scombussolamento,tanto che non appena la mano del rosso si poggiò sul sacco…quasi….così…tanto vicina alla sua,mollò la presa come se si fosse bruciato…ma ben presto si accorse chi era il fuoco che lo bruciava…no credeva che quel casinista potesse fargli provare tali sensazioni e scaldare il suo animo freddo.

“Kit…allora??? Apri la busta…così posso vedere anche io…dai….” Il suo corpo rispose come un automa a quella richiesta,ma fece di più,rovesciando tutto il contenuto della busta per terra,in modo da non avere più quel contatto con la mano dalla pelle ambrata,” Kit…sei proprio addormentato….ora sicuramente si sono rotti…” disse quell’ultima frase con una nota di amarezza e se ne accorse troppo tardi,ma preferì non parlare oltre e a guardare distrattamente i cuori di cioccolata sparsi a terra.

Una mano d’avorio di mosse improvvisamente sopra quelle carte colorate,alla ricerca di qualcosa che non sapeva nemmeno lui. Improvvisamente il suo sguardo fu catturato da un piccolo incarto….arancione con piccoli bolli chiari,che a primo acchito,gli ricordava un pallone da basket….lo trovo decisamente strano che una ragazza,fosse…così intelligente e perspicace sul fatto che gli potessero piacere le cose legate al basket,infatti in quella scuola…le ragazze…mancavano di parecchi neuroni…quindi non poteva essere loro…e allora, di chi era???? Nello stesso momento guardò il rosso che distolse velocemente lo sguardo prima di alzarsi e riprendere a tirare al canestro…il moro si fermò un attimo ad osservarlo prima di iniziare a scartare il pacchetto,il rosso sembrava nervoso,constatò,sbagliava il palleggio e il rimbalzo…sbagliava tutto…tutto quello che aveva imparato negli ultimi mesi sembrava se lo fosse completamente scordato,intanto con le mani scartava il pacchetto,scoprendone sempre di più un pensiero di cioccolata rotondo e di media grandezza…non il solito cuore. Andando ad osservarlo meglio,notò che non era assolutamente un cuore…ma una palla da basket...di cioccolato al latte e cioccolato fondente che disegnavano le strisce trasversali del pallone e proprio al centro capeggiava una scritta di cioccolata bianca.

“ Kit, ti amo. Hana” lesse un  po’ ad alta voce,spalancando gli occhi per la sorpresa e la consapevolezza che quel “cuore” non era di una ragazza…ma di quella persona che giocava davanti a lui,sbagliando ogni tiro. Si alzò improvvisamente,fissando con astio il rosso,non poteva averlo preso in giro in quel modo,nessuno prendeva per fesso Kaede Rukawa. Così convintosi che fosse tutta una presa in giro,prepotente mollo un pugno sul viso del rossino,il quale colto di sorpresa non riuscì ad evitarlo, “ Cosa vorrebbe dire quella cosa???” chiese furente il moro,mentre il rosso faceva una smorfia di dolore sia per il pugno ricevuto che per il fatto che il suo compagno di squadra non aveva ancora capito i suoi sentimenti,che cercava,da un mese a questa parte,di rendere manifesti a lui in qualche modo.

“ Gli vedi molti significati tu??” rispose un po’ arrogante,visto come gli era stata posta dal moretto la domanda non riuscì a non usare un tono diverso…era più forte di lui… “ Si…io non mi faccio prendere in giro da una scimmia rossa del tuo calibro!”    “ Chi hai chiamato scimmia rossa…baka kitsune??? Non era uno scherzo…ma pensavo che il tuo cuore non era talmente di ghiaccio come tutti dicevano…ma forse mi ero sbagliato…mi dispiace tanto se ti sei sentito offeso…” nello stesso momento posò il suo sguardo sul volpino,questa volta era uno sguardo dolce e carico di amore dove voleva rendere manifesti tutti i suoi sentimenti davanti ad un esterrefatto Rukawa che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa. Il rosso veloce scomparve all’interno degli spogliatoi,lasciando il moro a riflettere su quello che era successo in quei pochi attimi. Aveva raccolto i cioccolati dall’armadietto senza fare molto caso,gli aveva messi dentro una grande busta e si era diretto in palestra per guardarli con calma…ma in palestra aveva trovato il rosso che si allenava…quando era entrato il rosso si era comportato stranamente e non era per niente stupito della sua presenza…forse perché lui non viveva senza basket…o….forse….l’altro lo stava aspettando perché sapeva che alla fine delle lezioni sarebbe andato li per vagliare i cioccolatini……nooooooo,non poteva essere assolutamente così,poi, si era seduto sulla panca e in un certo senso lo aveva invitato,non sapendo bene perché,a sedersi vicino a lui,da li in poi le cose si erano susseguite con una velocità impressionante,aveva rovesciato il sacco e il rosso aveva commentato,con una nota triste il fatto che i cioccolatini si fossero rotti,lui aveva preso in mano quello con la carta più strana e che gli piaceva davvero molto,il rosso aveva gettato uno sguardo….ora che ci pensava sembrava imbarazzato e di conseguenza si era alzato e si era messo a giocare,anche male e sbagliando tutto,poi lui lo aveva aggredito di scatto non appena aveva letto cosa c’era scritto sul cioccolato dalla forma di un pallone da basket schiacciato e ….” Gli vedi molti significati tu”….la sua mente riprese a muoversi realizzando qualcosa che lo lasciò senza parole e senza fiato, “Non era uno scherzo…ma pensavo che il tuo cuore non era totalmente di ghiaccio come  tutti dicevano…ma forse mi ero sbagliato…mi dispiace tanto se ti sei sentito offeso”…il suo cuore perse un battito nel ripetersi quelle frasi che pochi minuti prima gli erano state dette dal Do’hao per eccellenza…non lo credeva davvero possibile….e ora doveva mettere qualcosa in chiaro…non era al corrente nemmeno lui di quali fossero i suoi reali sentimenti per il rosso…non ci aveva mai pensato…anche se sempre si era accorto dello strano rapporto che li legava,d'altronde…era l’unico con il quale reagiva,anche se sempre per picchiarsi…

Si mosse veloce verso gli spogliatoi…sicuramente il rosso si stava cambiando,visto che non lo aveva ancora visto uscire. Non appena aprì la porta dello spogliatoio,si rese conto che il rosso sedeva sulla panca,si era cambiato,ma sulla sua testa era rimasto l’asciugamano bianco. In un primo tempo il moro pensò che questo avesse i capelli bagnati e se li stesse asciugando,ma solamente stando un po’ più attento si rese conto dei singhiozzi soffocati che provenivano dal rosso.

Stava piangendo….

Non lo avrebbe mai pensato possibile,forse una parte di lui non avrebbe mai voluto vederlo in quello stato. Si rese conto di essere stato troppo cattivo…troppo stronzo nei suoi confronti…ma….non lo sapeva nemmeno lui…

Con molta calma e cercando di fare il meno rumore possibile,si avvicinò al rosso,che osservandolo meglio e da più vicino era scosso da piccoli spasmi,probabilmente dovuti al pianto e ai singhiozzi silenziosi. “ Ehi…. Stai bene…?” non sapeva nemmeno lui come comportarsi….non si era mai trovato in una situazione del genere,nemmeno in prima persona…non era mai stato consolato…perché quando si sentiva giù si rinchiudeva in se stesso e non c’era mai nessuno che lo consolasse. I suoi genitori non c’erano mai,sempre in giro per lavoro, amici non ne aveva, e il solo che gli desse un po’ di conforto nei momenti di tristezza erano i suoi gatti,che in un certo qualmodo riuscivano a risollevargli il morale. Ma ora in quel momento,lui,non sapeva proprio come fare e cosa fare,quindi cercò di muoversi d’istinto lasciando agire il proprio corpo come meglio credeva.

Si sedette sulla panca vicino al rosso,che da un pezzo si era accorto della presenza dell’altro vicino a se,ma non era ugualmente riuscito a mantenere le lacrime e a spostarsi da quella posizione,gli sembrava ancora più difficile mostrarsi ferito nell’orgoglio,lo sentiva così muoversi accanto a lui. La mano volpina si posò sulla spalla del rosso che impercettibilmente si muoveva,a quel contatto il respiro del rosso si bloccò un instante,la mano del rosso sulla sua spalla gli provocava delle strane sensazioni che ricordava di non aver mai provato,anche se sapeva che il moro probabilmente,anzi sicuramente non provava le cose che sentiva lui,ma anche il solo fatto di avere finalmente il volpino vicino a se,non per picchiarsi,lo faceva stare bene.

“ Sakuragi???” non si ricordava di avere mai sentito  il suo nome pronunciato dal moro,che per la stragrande maggioranza gli dava dell’idiota o della scimmia rossa. Era bello il suo nome pronunciato da quella voce roca e sensuale,lo faceva sentire bene, ma probabilmente l’altro non si rendeva nemmeno conto di ciò.

“ Calmati….ma…quello,era davvero da parte tua….io…kami…”       “Non ti devi scusare,non è colpa tua…ma grazie per avermi aperto gli occhi su cosa pensi di me..”

Dopo quella risposta era nuovamente calato il silenzio,da una parte vi era Rukawa,ancora troppo scosso dalla notizia-rivelazione cui era venuto a conoscenza,dall’altra Hanamichi,che aveva visto il suo amore per l’altro,deriso e calpestato proprio dalla persona a cui teneva di più,la sua voglia di interagire ancora con l’altro era notevolmente calato.

Il rosso era ancora seduto sulla panca con l’asciugamano sulla testa,che nascondeva la sua espressione,che in quel momento era di profonda sofferenza,d’altra parte,nemmeno il moro si era spostato dalla sua posizione,sempre più indeciso sul da farsi,rimase per un attimo a pensare a quello che davvero provava lui e a riflettere su tutto quello che non era passato per la sua mente,come la possibilità che il rosso fosse innamorato di lui e sulla probabilità che lui ricambiasse o meno quel sentimento a lui fino a ora sconosciuto. Ma qualcosa interruppe i suoi ragionamenti dal principio.

“ Non ti sto imponendo nulla e non voglio nemmeno che tu mi risponda…ho fatto la cazzata più grande della mia vita dandoti quel cioccolato…quindi la finiamo qui,sono stanco” disse il rosso prima di alzarsi,lasciando che ancora il piccolo pezzo di stoffa bianca coprisse la sua testa e quindi la sua espressione. Ma ciò non andò per niente bene al moro,che di slancio afferrò il braccio del rossino tirandolo verso di se e riportando il rossino seduto sulla panca.

“Smettila….togliti quel cazzo di asciugamano e parliamone civilmente…avrò il diritto di conoscere anche io….”            “ Non c’è nulla da dire…si intuisce già tutto…”       

“ Non voglio leggerlo su uno stupido cioccolato…voglio che me lo dica tu…voglio sentirlo dalla tua voce….dimmelo….te lo ordino!” si era accorto solo alla fine di aver urlato,lui,Kaede Rukawa,aveva urlato…quel giorno non si capiva nemmeno lui, il suo carattere stava emergendo prepotentemente davanti all’altro ragazzo che sembrava non ascoltarlo. “ Mi sono rotto…ti vuoi si o no girare…voglio che mi guardi negli occhi e mi dici quello che provi!!!” lo tirava sempre di più verso di se,cercando in qualche modo di farlo reagire, e di togliergli dalla testa l’asciugamano,che il rosso si teneva a forza,ma,con un ultimo gesto il moro riuscì a toglierlo. Stette un attimo fermo ad osservare gli occhi del compagno arrossati dalle lacrime,tristi e feriti…e quella visione…mosse qualcosa al suo interno…sentimenti nuovi…tenerezza…dolore…passione…si agitavano dentro di lui. “ Bene…ora sei soddisfatto!!” gli urlò Hanamichi,che si alzò e si diresse velocemente verso l’uscita degli spogliatoi,si girò ancora un attimo per vedere il moro,che tanto amava, anche questo lo guardava…i loro occhi si incatenarono per un istante,prima che il rosso si girasse correndo nuovamente via…via da tutto quel dolore,ma quello che non si aspettava,era probabilmente che il moro lo rincorresse,a perdifiato sino a casa sua.

 

Durante il tragitto fatto di corsa cercando di non perdere di vista il ragazzo dalla capigliatura di fuoco,il moro aveva riflettuto…sulla sua vita…sullo strano rapporto che lo legava all’altro ragazzo…e sul perché lo avesse rincorso,quasi d’istinto,non appena lo aveva visto fuggire via dalla palestra. Si rese ben presto conto che quello che li legava era molto di più che una semplice amicizia…non lo aveva mai considerato un amico…per lui era il Do’hao…chiamava solamente lui in quella maniera…lui che lo faceva infuriare e reagire allo stesso tempo,lui che lo spronava e guardava sempre nella sua direzione…solamente lui….si rese in questo conto,che non voleva perderlo….non voleva che,per una stupida litigata lui smettesse di infastidirlo…voleva che lo infastidisse ancora con la sua voce,della quale sentiva la mancanza ogni qual volta che saltava l’allenamento,che diventava più veloce…ma senza un tassello…rappresentato da lui…. E per la prima volta non volle che quel tassello si allontanasse dalla sua vita,proprio questo lo aveva spinto a seguirlo…a perdifiato…scansando le persone….le macchine…non guardando niente e nessuno che non fosse,semplicemente lui. Aveva anche scordato la sacca con la sua roba all’interno della palestra,era rimasto senza chiavi di casa,senza bici…ma non gli importava nulla,ora il suo desiderio era raggiungerlo…raggiungerlo e chiarire con lui…

Lo vide svoltare in fretta in una via secondaria,sicuramente sperando di seminarlo,il volpino si affrettò cercando di correre più velocemente possibile,e imboccato il vicolo,si ritrovò in un mondo parallelo…si trovava nei quartieri più malfamati della città,quelli che aveva sempre cercato di evitare,ora…non poteva più scappare…ragazzini armati iniziarono ad avvicinarsi a lui,che si trovò con le spalle al muro,gli parve impossibile che il rosso potesse abitare in un posto come quello,ma  si affrettò velocemente a lasciare da parte quei pensieri e a prepararsi a picchiare,perché tra pochi minuti sarebbe avvenuta una bella scazzottata.

Un ragazzino armato di coltello si mise a un metro da lui,non doveva avere più di dieci anni,ma lo sguardo sul volto era quello di un uomo adulto che si sta preparando a una rissa…aveva stranamente lo stesso sguardo del Do’hao,si ritrovò a pensare.
” Fratello…cosa ci fai da queste parti…cerchi qualcuno….?”         “ Si”           “ Qui non ce nessuno per te fratello…ma per fortuna hai incontrato noi…se vuoi ti aiutiamo a tornare nella tua bella casetta al caldo…” il ragazzino si fece sempre più vicino agitando in mano il coltello dalla grossa lama che teneva tra le gracili e callose dita,oramai era un passo dal moro,che si mise in posizione da combattimento.

“ Satoshi!!! Smettila!!” il ragazzino assieme alla banda e al volpino si voltarono a quell’urlo. Il ragazzo dai capelli rossi comparve nuovamente davanti al suo sguardo.

“Do’hao?”     “Kitsune….perchè mi hai seguito sino a qui….e voi marmocchi…lui è un mio amico…quindi piantatela…altrimenti il tensai vi farà vedere la sua forza”  immediatamente i ragazzini iniziarono a saltellare allegramente attorno al nuovo arrivato che gli carezzava dolcemente la nuca e i piccoli visi,non appena questi si furono allontanati e Rukawa si fu ripreso dallo shock iniziale,si avvicinò al rosso.

“ Vieni…andiamo da un’altra parte…qui non è molto sicuro….ho capito che conosci quei ragazzini…ma questo posto non mi piace…” doveva ammetterlo,era grande e grosso,ma quel posto gli faceva paura,gli aveva sempre fatto paura,forse perché i suoi genitori gli avevano sempre ripetuto che in quel quartiere si trovava il figlio del diavolo…e la gente che abitava li era povera da fare paura e potevano aggredirlo anche solo per avere un pezzo di pane.

“ Io vivo qui…”       “Come???”              “ io vivo qui Kit…da quando i miei sono morti…l’unico appartamento che mi posso permettere è in questo luogo…ma mi trovo bene,c’è bella gente…ragazzini simili a me quando ero piccolo…comunque,vieni a casa mia…tanto ho capito che mi vuoi parlare…lo leggo nel tuo sguardo”

Così  i due ragazzi si incamminarono verso una palazzina a due piani,il rosso abitava al secondo piano,dopo la piccola rampa di scale si ritrovarono all’ingresso dell’appartamento. “ Accomodati,è un po’ disordinato….” Non appena il moro si fu seduto sul divano il rossino prese dal frigo due aranciate,una la porse a Rukawa,una la tenne per se,e anche lui si sedette vicino all’altro,in un chiaro invito a parlare. Non credeva ugualmente ai suoi occhi,il ragazzo di cui era innamorato sedeva al suo divano…era così pericolosamente vicino,poteva sentire il suo profumo nelle narici e il suo ritmico e cadenzato respiro,non gli sembrava ancora vero…ma lui finalmente era li.

“ Ho….ho deciso di accettare il tuo cioccolato” disse,il rosso rimase molto deluso,si aspettava un qualcosa di più,una risposta diversa magari…ma…in fondo era la volpe… “Bene”        “ No aspetta…non ho finito,io...” e senza pensare due volte a quello che faceva,pose le mani sulle spalle del rosso e lo tirò delicatamente verso di se…le loro labbra si unirono all’istante…e fu un brivido per entrambi…il rosso troppo shockato non riusciva ancora a connettere di essere attaccato alle labbra del moro “credo che questo basti come spiegazione e tienilo bene a mente…odio ripetermi,quindi te lo dirò solamente una volta e basta….penso che il nostro rapporto vada ben oltre la semplice amicizia…solamente tu riesci a spronarmi dal mio stato di torpore nel          quale vivo…tu e la tua fastidiosa voce….” “ Stai cercando di dirmi che….”           “Do’hao……………sto cercando di dirti che mi piaci anche tu…e basta….non farmelo ripetere….” Disse il moro alquanto imbarazzato,non aveva mai prima d’ora espresso i propri sentimenti…e mai lo avrebbe fatto nuovamente.

Ma per Hanamichi questo bastava eccome…non gli importava di altro… “ Baciami Kaede….Ti amo da morire!!!”     “ Anche io piccolo…anche io”

 

 

FINE