I personaggi di Slam Dunk appartengono agli aventi
diritto ecc. ecc.
Un cuore a
metà
capitolo VII di
Hikaru
Hanamichi
stava correndo come un forsennato per le vie della città sperando di
riuscire a trovare Rukawa. Aveva freddo, era paralizzato dal gelido
terrore di poter perdere la persona che amava.
<
Rukawa dove sei? Ti prego ritorna da me, ho un bisogno disperato del tuo
amore... Ti prego non lasciarmi!! >
Aveva
paura, paura davvero.
Rukawa
lo avrebbe mai perdonato?
Avrebbe
creduto alle sue parole?
Si
sarebbe fidato di lui aprendogli di nuovo il suo cuore?
Con
queste domande in testa Sakuragi continuava a correre determinato più che
mai a porre rimedio a quella assurda situazione.
<
Dove diavolo sei kitsune?
>
Rukawa
intanto si era fermato a riprendere fiato e all’improvviso si rese conto
di essere al parco, quello stesso parco dove Sakuragi era solito andare ad
allenarsi con Haruko.
<
Hanamichi..... perché sono destinato ad amare e non essere corrisposto?
Perché? >
<
Eccolo, finalmente l’ho trovato! Ma cosa... cosa fa? Sta piangendo!?!?
No kitsune, ti prego non piangere per me, non hai capito nulla... >
Hanamichi
si avvicinò al ragazzo in lacrime e quando fu alle sua spalle gli disse:
“Kaede,
ascoltami ti prego. Ho qualcosa di molto importante da dirti...”
<
Perché, perché ha pronunciato il mio nome con quel tono così dolce? Non
capisce che così mi fa stare ancora più male? >
“Non
è necessario dire niente, ho già capito perfettamente.”
“No
invece, non hai capito niente”- disse il rossino urlando - “hai
frainteso tutto.”
“Ti
ho visto mentre stringevi Sendoh a te e lo baciavi e credo che questo non
lasci dubbi riguardo i tuoi sentimenti.”
“Baka
kitsune, perché non mi ascolti un attimo?”
“Ti
ho già detto che non serve” disse il morettino con tono gelido.
“Perché
devi essere così maledettamente ostinato? Perché mi sento così bene
solo accanto a te?”
<
Che cosa ha detto? Ho sentito veramente quelle parole o è stato solo un
sogno? Non può essere vero...!!! >
Rukawa
non riusciva a crederci, ma prima di poter fare o dire qualsiasi cosa, si
ritrovò faccia a faccia con gli splendidi occhi nocciola del rossino che
lo strinse forte a sé e lo baciò con tutta la passione e l’amore che
provava.
Rukawa
non riusciva a credere a quello che stava succedendo, ma all’improvviso
tutte le incertezze, i dubbi, il dolore di poco prima scomparvero nel
nulla.
Hanamichi...
Dopo
quello che ai due parve un’eternità, Sakuragi si staccò da lui e
cominciò a parlare temendo di non riuscire a dire tutto ciò che sentiva
in quel momento.
“Prima
era come se il mio cuore fosse a metà... non riuscivo ad amare nessuno
veramente... mi sentivo incompleto e provavo una grande solitudine dentro
di me anche se sono sempre riuscito a nasconderlo a tutti, persino a Yohei.
Però
adesso che ho il tuo amore, adesso che so di provare i tuoi stessi
sentimenti, le due parti del mio cuore si sono ritrovate. Posso essere di
nuovo felice accanto alla persona che amo di più al mondo.”
Hanamichi,
leggendo lo stupore negli occhi di Rukawa, non potè fare a mano di
sorridere.
“Sì
kitsune, hai capito bene. Io ti amo, amo te e nessun’altro e ti amerò
per sempre, te lo prometto.”
“A...anch’io
ti amo Hana-chan...”
Rukawa
premette con urgente dolcezza le sue labbra su quelle del rossino, temendo
che quel bellissimo sogno potesse infrangersi.
“Andiamo
a casa mia... rimani con me stanotte... Voglio tenerti stretto a me,
sentire il tuo respiro accanto al mio, voglio svegliarmi al tuo fianco e
sapere che non è stato tutto un sogno, sapere che sei reale e che ami me
e me soltanto.”
Sakuragi
lo guardò con dolcezza.
“Certo
che ti amo Kaede e te lo dimostrerò.”
Rukawa
si fece improvvisamente serio.
“Allora...
allora perchè prima hai baciato Sendoh?”
“Mi
ha chiesto un baci d’addio e non ho voluto rifiutare. In fondo in parte
è stato lui a farmi scoprire quanto sei importante per me.”
“Hmm..
e va bene, se la metti in questo modo...
Per stavolta lascerò correre, ma ti prego non farmi più soffrire
così, non lo sopporterei. E mi raccomando, che non succeda mai più!!”
“Hey,
non credevo che fossi così possessivo!”
“Presto
scoprirai molte cose di me do’aho.”
Era
mattina.
Fuori
il sole risplendeva, ma il suo calore non poteva competere con quello
emanato dai corpi, fusi in uno solo, di Hanamichi e del suo Rukawa.
“Ti
amo.”
“Lo
so, anch’io ti amo kitsune.”
“Do’aho.”
Il
rossino attirò Rukawa a sé.
Quel
giorno fecero l’amore più volte, cullati dal battito dei loro cuori e
quando si decisero finalmente a dormire la luna era già alta nel cielo,
pronta ad illuminare i due corpi allacciati.
OWARI
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