I personaggi di Slam Dunk appartengono agli aventi diritto ecc. ecc.

 


Un cuore a metà

capitolo III

di Hikaru


< Ma che cosa sto facendo? Perché questo do’aho mi fa sentire così? >

Rukawa si alzò lasciando libero il rossino.

< Ma che cosa gli è preso? Non l’ho mai visto così arrabbiato. E i suoi occhi che di solito sono così freddi avevano qualcosa di diverso, è come se improvvisamente si fossero animati, ma è difficile leggere il suo sguardo. Sembrava quasi confuso. Ma di cosa? >

Il morettino si girò e se ne andò, lasciando il povero Hanamichi più turbato che mai.

< Ma si può sapere cosa diavolo gli è preso a quel baka kitsune? Adesso ci si mette anche lui coi suoi problemi, come se non ne avessi già abbastanza per conto mio. Mah.. non lo capirò mai. >

Durante l’allenamento Sakuragi giocò senza il suo solito spirito combattivo.

I suoi compagni se ne accorsero e il gioco di squadra ne risentì molto.

Alla fine il rossino si diresse verso lo spogliatoio con insolita calma, fece una doccia veloce e, presa la sacca, se ne andò facendo un lieve cenno di saluto.

Tutti erano consapevoli che c’era qualcosa che non andava, il rossino si comportava in modo strano e nessuno sapeva spiegarsene la ragione.

Sapevano che era inutile chiedergli qualcosa, tanto non si sarebbe mai confidato con loro. Il più preoccupato di tutti però era Kogure.

Hanamichi non era più lo stesso. Quel giorno non aveva aperto bocca e non aveva raccolto nemmeno una provocazione, aveva persino ignorato le battute acide di Rukawa. Era come se tutta la sua forza fosse soffocata da qualcosa che lo preoccupava. Ma cosa poteva essere?

Mitsui colse lo sguardo pensieroso di Kogure e cercò di tranquillizzarlo.

“Non preoccuparti, vedrai che si sistemerà tutto” disse mettendogli una mano sulla spalla. “Sakuragi è la persona più forte e determinata che conosco, vedrai che risolverà da sé i suoi problemi.”

 

Sendoh si stava già allenando al campetto, quando un rumore alle sue spalle attirò la sua attenzione. Si girò e...

“Hana-kun, pensavo che dopo ieri tu...”

Il ragazzo si fermò sorpreso. Davanti a lui stava l’impassibile Rukawa con uno sguardo gelido e impassibile.

“Rukawa!? Cosa ci fai qui?”

“Hn.. non ti capisco”

“Come scusa?”

“Ho detto che non ti capisco.”

“Sì, ho sentito cos’hai detto. Che cosa non capisci esattamente?”

“Perché ti alleni col do’aho? Tu non hai certo bisogno di allenamenti extra. Cosa ti spinge a farlo?”

Sendoh lo guardo sorpreso fingendo di non capire, ma poi il suo viso tornò sereno e rispose sinceramente, senza timore né incertezza.

“Sono sempre stato attratto da Hanamichi” 

Al suono di quel nome Rukawa si irrigidì, infastidito dalla confidenza che Sendoh dimostrava verso il rossino.

“All’inizio rimasi stupito dal suo modo di giocare così goffo e istintivo, ma allo stesso tempo pieno di forza e di tenacia. Non riuscivo a capire come una semplice matricola che giocava da così poco tempo, potesse avere un talento così grande. Ero affascinato dalla sua grinta, dalla sua vitalità e dalla sua rabbia. E’ come un fiume in piena pronto a travolgere tutto ciò che incontra in qualsiasi momento.”

Sendoh si fermò un attimo.

“Suppongo non sia tutto qui.” intervenne Rukawa gelido.

“No infatti. Ciò che mi ha molto colpito è la sua spavalderia. All’inizio credevo fosse veramente convinto di ciò che diceva, ma mi sono accorto che non è così. Il suo è un modo come un altro per proteggersi dal dolore.”

“Dal dolore? Non capisco cosa intendi.”

“Non posso saperlo con certezza, ma so che Hanamichi deve aver sofferto molto in passato. Fa lo spaccone perché non vuole mostrarsi debole e non vuole soffrire. La sua arroganza è una sorta di difesa dalle persone, uno scudo contro la sofferenza. In realtà è  un ragazzo sensibile ed insicuro che ha bisogno di essere protetto e spronato. Ora l’ho capito ed è per questo che lo amo. Ti è tutto più chiaro adesso?”

Rukawa era rimasto senza parole davanti alla confessione di Sendoh, come del resto lo era Sakuragi, che se ne stava nascosto dietro un albero del parco accanto al campo da basket.

Hanamichi uscì dal suo nascondiglio.

“Sendoh.”

Un sussurro, un sussurro lieve come un alito di vento, ma Sendoh, sentendo pronunciare il suo nome, si girò e vide la sua immagine riflessa nei dolci occhi nocciola di Sakuragi.

< Hanamichi...>

“Come puoi leggermi dentro e capirmi così bene? I nostri non sono stati altro che brevi incontri passati soltanto a giocare a basket.”

“L’ho letto nei tuoi occhi.” disse Sendoh con semplicità.

(Quant’è dolce!!!!!!! Starebbero veramente bene insieme!!! NdI Oh, sì, sì, sì, sì! NdS Un momento, Hana-chan è solo mio,chiaro? NdR La volete piantare? L’autrice sono io e decido io! NdI Cattiva, nessuno capisce la mia disperazione. NdS Meglio. NdR Allora, la finiamo o devo scioperare e lasciare la fanfic in sospeso? NdI No, no, no , no, ti prego, no. NdR Ok, per questa volta passi. NdI)

Rukawa era come paralizzato. Vedere il rossino e quel porcospino da strapazzo in atteggiamento così intimo lo rendeva furioso. Dentro di sé provava un forte dolore che gli serrava la gola impedendogli di respirare. E la cosa più strana è che non riusciva a spiegarsi il motivo del suo stato.

 (Vuoi vedere che è la volta buona che me lo levo dalle scatole? NdS Non ci contare e tornatene subito al tuo posto!! NdI E va beh, non c’è bisogno di scaldarsi! NdS) 

Improvvisamente divenne tutto più chiaro quando vide lo sguardo che Sendoh ed Hanamichi si stavano scambiando.

Il dolore allora si fece ancora più forte.

< Non è possibile, non posso crederci. Sono geloso, sono geloso di quel do’aho!!! Perché, perché vorrei vedere quell’espressione così dolce rivolta a me? >

Rukawa era sempre più vicino a quella verità da cui aveva sempre cercato di fuggire, quella verità così difficile da accettare eppure inevitabile come il rincorrersi incessante delle onde del mare.

Temeva quella verità, non voleva accettarla perché questo avrebbe sconvolto tutto il suo mondo.

< Hanamichi...>

Era il tramonto.

I raggi del sole sembravano un tutt’uno coi capelli di Sakuragi.

Lo sguardi di Sendoh e di Rukawa perso su quel volto splendido.

(Hana-chan ti adoro, sei troppo fico!!! Scusate, piccolo sfogo. NdI)

“Sendoh,tu sei riuscito a capirmi come nessun’altro è riuscito a fare, ma ora come ora non sono in grado di vedere con chiarezza dentro di me. Non so se potrò mai ricambiare il sentimento che provi per me. Mi dispiace, ma è così. Voglio essere sincero con te come tu lo sei stato con me.”

“Non devi preoccuparti di nulla. Io sono certo dei miei sentimenti e so che non cambieranno. Prenditi tutto il tempo che ritieni necessari, non ti farò pressioni di alcun tipo, ma sappi che non intendo rinunciare a te. Ti aspetterò. Quello che ti chiedo è di continuare a giocare con me, di continuare a vederci... come amici.. Sempre se te la senti.”

“Non sarà facile, ma non voglio rinunciare alla tua amicizia.”

“Allora... a domani?” chiese timidamente Sendoh.

“A domani.” rispose il rossino.

Sakuragi fece per andarsene quando una voce, come una spada, squarciò il silenzio di quella tiepida serata.

“Do’aho, aspetta.”

Il rossino si voltò e quello che vide lo lasciò senza parole.

Quello davanti a lui non poteva essere lo stesso Rukawa che conosceva, non poteva essere quel ragazzo che lo fissava con gli occhi colmi di lacrime.

I suoi occhi di solito erano così freddi, mentre quelli che ora lo guardavano sembravano avere una luce particolare.

Dentro a quelle profondità poteva leggere un’intensa emozione che gli riscaldò il cuore come un tenero raggio di sole estivo.

Hanamichi provava qualcosa a cui non riusciva a dare un nome e questo lo sconvolse, perché non si era mai sentito così indifeso come ora.

Aveva sempre avuto difficoltà a capire le proprie emozioni.

< Cosa mi succede? Perché lo sguardo di quella stupida volpe mi ha fatto sentire quella strana sensazione alla bocca dello stomaco? E’ come se un fuoco mi stesse divorando. Cosa significa? Cosa?>

Sendoh, al contrario del rossino, capì subito il significato di quello sguardo.

In esso poteva leggere tutto l’amore che Rukawa provava per Hanamichi.

Kaede si avvicinò a Sakuragi e gli sfiorò la guancia con la mano.

< Leggera come una farfalla, fredda e lieve come il vento d’autunno > fu la prima cosa che pensò il rossino.

(Caspita hana-chan come sei romantico!!! NdR Per te questo ed altro Ka-chan. NdH  Grazie tesoro. A proposito perché si usa il mio nome senza chiedere il permesso? NdR Ehm..dici a me? NdI Sì, dico proprio a te. NdR Esigenze di copione, non volevo fare ripetizioni. NdI Ok, allora va bene. NdR)

Rukawa stava per dire qualcosa, ma Sendoh lo precedette.

“Così anche tu provi qualcosa per Hanamichi.”

Il morettino dello Shohoku si irrigidì e Sakuragi lo guardò incredulo, eppure era ciò che aveva temuto ed insieme sperato quando Rukawa gli aveva rivolto quello sguardo così insolito per un tipo freddo come lui.

“Non ... non può essere ... non ci credo.”

Rukawa, disorientato e sorpreso dalla perspicacia di Sendoh (Sinceramente non è che ci volesse un genio per capirlo, comunque... NdI), assunse di nuovo la sua solita aria indifferente e, non sapendo cosa fare (Incredibile, penso sia la prima volta che gli capita! NdI), se ne andò.

continua...



Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions