I personaggi di Slam Dunk appartengono agli aventi
diritto ecc. ecc.
Un cuore a
metà
capitolo II di
Hikaru
Sendoh...
lo stava baciando!!!!
Hanamichi
non riusciva a capire come fosse successo. Un momento prima stavano
giocando e poi... un balzo, la caduta e...
....
il bacio, il bacio di Sendoh!!!
Le
sue labbra erano morbide e calde sulle sue e gli trasmettevano un calore
che non riusciva a spiegarsi, un calore che riempiva ogni parte del suo
corpo.
Non
riusciva a muoversi, era come imprigionato, stregato da una forza
sconosciuta che gli impediva di reagire e di pensare.
Il
tramonto.
Il
tramonto era stupendo e il mare sembrava accogliere dolcemente il sole nel
suo gelido grembo, come a voler spegnere il suo calore.
Rukawa
stava pedalando sulla sua bici quando all’improvviso sentì il sangue
gelargli nelle vene.
Il
suo cuore perse un battito.
Cercò
di controllare il fremito che gli scuoteva il corpo, ma qualcosa più
forte della sua volontà glielo impedì.
Le
mani lungo i fianchi strette a pugno così forte che le unghie
sprofondarono nella carne facendogli male.
Eppure
quel dolore non era paragonabile a ciò che stava provando in quel momento
alla vista delle due figure stagliate contro quel cielo di fuoco.
Sendoh
.... e .... Sakuragi!!!
<
Non posso crederci. Cosa mi sta
succedendo? Perché è come se il dolore e la rabbia si fossero
impossessate di me? Non riesco a reagire. Cosa mi succede? >
Rukawa
non riusciva a distogliere lo sguardo.
Sendoh
aveva una mano sulla schiena del rossino in modo da tenerlo più vicino a
sé, mentre l’altra gli accarezzava lievemente la guancia.
All’improvviso,
non sopportando più quella vista, prese la sua bici e si allontanò da lì
il più velocemente possibile.
Sakuragi
... e ... Sendoh ...
Hanamichi
era come paralizzato.
Non
sapeva assolutamente cosa fare e non riusciva a capire come mai non
provasse disgusto da ciò che stava succedendo.
Era
tutto sbagliato, non era possibile, non poteva essere...
In
quel momento Sedoh si staccò da lui.
“Io
... non so cosa mi sia successo, so soltanto che era molto tempo che
desideravo farlo. Da quando abbiamo cominciato a vederci non faccio altro
che pensarti e... non che prima non ti pensassi...,cioè ... io... io ho
cominciato a pensare a te dalla prima volta che ti ho visto, ma ora... ora
mi sono reso conto di amarti.” disse il giocatore del Ryonan con voce
tremante.
“Io...
non so cosa dire... sono così confuso che non riesco a pensare... Avrei
dovuto essere sconvolto da quello che è successo, eppure non lo sono...
In
questi giorni non ho fatto altro che pensare ai nostri incontri, ma ti
prego non fraintendermi. Io non credo di provare ciò che senti tu... o
forse... forse sì... dopotutto non sono rimasto così sconvolto dal tuo b...
bacio, ma... io non credo di essere gay, o almeno credo. Il fatto è che
non ho mai pensato di poter amare un altro uomo, né di esserne
attratto...”
“Io
non so cosa ...”
“Io
sono attratto dal tuo modo di giocare, ma non credo di amarti. Mi
dispiace.”
“Vuoi
che... che smettiamo di vederci?”
“...
no, scappare non serve a niente. Continuiamo a giocare insieme. Mi diverto
e sto bene con te, poi... poi, non so... Per ora non sono certo di
nulla...”
“D’accordo,
come vuoi tu. Allora a domani Hana-kun.”
...
Hana-kun ...
Quella
sera Hanamichi, Sendoh e Rukawa non riuscirono a chiudere occhio.
Tutti
e tre erano stati colti di sorpresa dagli avvenimenti di quel pomeriggio e
non sapevano come comportarsi, anche se in fondo Sendoh poteva ritenersi
fortunato. Non era stato facile accettare di essere innamorato di Sakuragi
e quando lo aveva capito non avrebbe mai immaginato di riuscire a
strappargli un bacio senza riportare danni. In fondo era un inizio, un
inizio che dava qualche speranza ad un sentimento che credeva impossibile.
Forse si sbagliava o forse no. Per ora era contento della piccola vittoria
di quel giorno.
Hanamichi
e Rukawa invece erano disorientati dalle emozioni provate quel pomeriggio
e non riuscivano a interpretarne il significato
Il
mattino seguente Sakuragi arrivò a scuola molto presto e andò subito in
palestra per cercare di scaricare la tensione che lo opprimeva.
Prese
il pallone dalla sua sacca e cominciò ad allenarsi a ritmo frenetico.
<
Cosa devo fare? Cosa mi succede? Perché non riesco mai a capire ciò che
provo? >
Lo
sguardo perso nel vuoto, le mani stese lungo i fianchi come in segno di
resa, le spalle curve, la testa china.
Così
Rukawa trovò Hanamichi.
Dentro
i suoi occhi spenti poteva leggere tutta la confusione e la paura che
provava.
“Do’aho”
<
Rukawa >
Quella
voce così fredda e indifferente distolse il rossino dai suoi pensieri.
“Kitsune,
cosa vuoi? Non è la giornata giusta, perciò lasciami in pace chiaro?”
Il
tono di Sakuragi, di solito così vivo e ardente, era ora così gelido che
Rukawa sentì una fitta all’altezza del cuore.
Era
come se il rossino gli avesse sferrato un pugno allo stomaco...
Poi
la sfida:
“One-on-one?”
lo stuzzicò il morettino.
“No,
non ho né tempo né voglia. Ci vediamo dopo all’allenamento.”
Hanamichi
afferrò la sua sacca deciso ad andarsene, ma Rukawa gli strappò il
pallone che aveva in mano e andò a canestro.
Sakuragi
non si scompose.
<
Perché deve essere sempre così dannatamente insistente? >
Fece
di nuovo per andarsene, ma Rukawa non glielo permise.
Gli
si pose di fronte e gli sferrò un pugno alla mascella e, mentre il
rossino era ancora a terra, gli afferrò il bavero della giacca e...
continua...
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