Tutti i personaggi sono naturalmente di Eiichiro Oda sensei-Shueisha, sn tutti maggiorenni, ecc. ecc.^^
...a-ehm...premetto dicendo che questa è la mia prima fanfic yaoi... CRITICATE IL + POSSIBILE, solo così potrò migliorare... thx^^ X qualsivoglia commento l'email è: dodoria@virgilio.it.
Ho scelto la coppia Sanji-Zoro xchè secondo me insieme sono DAVVERO CARINI... un po' come Kurama e Hiei... mi spiace x le fans che rimarranno colpite da questa fanfic... ma era da un po' che ci pensavo^^' 
Se non si capisse nel seguito, DETESTO Nami.. .la trovo antipatica e inutile...;__; E se ci sarà un seguito farò in modo che sia proprio Nami a guastare la "coppia"... ehehehehehehe^^' Sadica non poco^^
Vi lascio alla lettura^^ Bacioni (soprattutto a Zoro, ehehehehehehe^^)


Il cuoco e lo spadaccino

parte I

di Dodoria


Erano già due mesi che navigavano alla ricerca del famoso ONE PIECE.


Ed era già mezz'ora che stava sdraiato, braccia incrociate dietro la testa, in preda alla noia, aspettando chissà che. Si era svegliato davvero presto, stamane.


Rufy ed Usop dormivano russando uno accanto all'altro, Nami stava studiando le solite carte... e Sanji? Era sicuramente rinchiuso in cucina... sorrise all'idea del ragazzo mentre impugnava padelle e mestoli. Era davvero uno spettacolo vederlo cucinare...


Arrossì. Si alzò a sedere, in preda ad uno strano batticuore. Era già da un po' che si sentiva strano... quando lo guardava, o anche al solo nominarne il nome, il suo cuore batteva all'impazzata e provava un senso di... piacere? MA CHE DIAVOLO STAVA DICENDO??
Scrollò la testa cercando di allontanare quegli "strani" pensieri.
Decise di alzarsi e salire sul ponte per prendere un po' d'aria. Si sciacquò la faccia, poi indossò la maglietta bianca e si avviò verso le scale.


Aprì la porta ed uscì. La brezza mattutina gli accarezzò il viso, e il primo sole che risplendeva sul mare azzurro lo accecò per un attimo. 
"Un'altra stupenda giornata!" esclamò sorridendo.
"Già..." Una voce alle sue spalle lo fece trasalire.
Si voltò di scatto e si trovò faccia a faccia con un sorridente Sanji. La solita sigaretta accesa che penzolava dalle labbra, le maniche della camicia arrotolate fino al gomito... e due bicchieri e una bottiglia di vino nelle mani (Madonna... vino di mattina?? O___o n.d.A.).
"Buongiorno sior spadaccino! Dormito bene?"


Zoro sorrise involontariamente. "Sì... grazie! E tu? Già in cucina a spadellare?"
Sanji gli offrì il bicchiere ridendo "E' il mio lavoro, no?"
Si sedettero a prua della nave svuotando l'intera bottiglia di vino. Non parlarono per un po'... Zoro osservava il cuoco di sottecchi cercando di non farsi scoprire. Il sole che metteva in risalto il biondo dei suoi capelli e la sua pelle diafana lo rendeva bellissimo... si vergognò dei suoi pensieri e girò di colpo la testa dall'altra parte. Sanji si accorse del gesto e a sua volta prese ad osservare lo spadaccino. 
Sorrise. Si accese una sigaretta, si avvicinò a Zoro e, dopo averlo aspirato, soffiò il fumo verso di lui. Quest'ultimo si girò alquanto arrabbiato - detestava il fumo!- pronto ad affibbiargli la solita ramanzina, ma quando si ritrovò con Sanji a due centimetri dal viso... dimenticò il tutto arrossendo di colpo. 


Per tutta risposta Sanji, accortosi del rossore dell'amico, si tolse la sigaretta dalla bocca, e sorridendo gli mise una mano dietro la testa.
Zoro sentì il tocco caldo della mano del cuoco sulla nuca, e rabbrividì quando quella mano prese a scendere e risalire lentamente lungo la sua colonna vertebrale.
Chiuse gli occhi ingenuamente, si sentiva la testa girare, forse per colpa del vino... Sanji appoggiò la sigaretta per terra, poi prese il viso dello spadaccino tra le mani; Zoro riaprì gli occhi, non credeva a quello che stava succedendo, era impossibile... il cuoco gli passò con delicatezza il pollice sul labbro inferiore, scostandolo da quello superiore... si avvicinò e, socchiudendo gli occhi, lo baciò con dolcezza. 
Il bacio si rivelò più appassionato di quello che lo spadaccino poteva credere: la lingua di Sanji s'insinuava curiosa nella sua bocca, toccava e stimolava la sua lingua, poi si allontanava e riprendeva la dolce "tortura".


Le mani del cuoco scivolavano intanto silenziose sotto la maglietta di Zoro, toccando i pettorali, i sodi addominali e la profonda cicatrice, passando poi alla schiena, graffiando con le corte unghie e ritornando nuovamente al petto.
Zoro rimase totalmente stupito dall'atteggiamento di Sanji e appena si "riprese" affondò le sue mani nei capelli biondi del cuoco spingendo con forza la sua faccia contro quella dell'amico, rendendo ancora più "profondo" il bacio e soprattutto il contatto tra i loro corpi; si lasciò poi cadere sulla schiena portandosi dietro anche Sanji, che adesso stava sopra di lui.


Dopo alcuni minuti che parvero interminabili, il bacio si concluse. Sanji si staccò da Zoro riprendendo fiato, mentre lo spadaccino ansimava, gli occhi ancora chiusi, le braccia stese accanto al corpo. Era totalmente in balìa del giovane cuoco, che a quanto pare in "quelle cose" se ne intendeva più di lui. A dirla tutta non aveva mai avuto una ragazza, impegnato com'era negli allenamenti per diventare "lo spadaccino più forte del mondo". Ma non avrebbe mai immaginato di riuscire a provare quelle stupende sensazioni con... un uomo.


Aprì gli occhi. Sanji non c'era più. Tutto preso com'era dai suoi pensieri non si era accorto che il cuoco se n'era andato. Si levò a sedere di colpo, guardandosi attorno... niente. Non c'erano più neanche i bicchieri e la bottiglia di vino vuota... probabilmente era tornato in cucina.
Ma perchè andarsene così? ... cominciò a pentirsi di quello che aveva fatto (o che si era lasciato fare)... Sanji forse si vergognava della cosa... forse il cuoco era stato 'trasportato' solo dal vino, mentre lui... oddio... lui si era davvero innamorato di quel cretino??


"Ehilà, Zoro! Già sveglio?" Nami aprì la porta con una decina di carte nautiche in mano.
Zoro la fissò per qualche secondo, poi le voltò le spalle. Non doveva essere al massimo della forma, sudato e rosso in volto... ci mancava solo che la ragazza pensasse che avesse fatto chissà che, da solo...^^'
"... mmmh... di buon umore fin dal mattino, eh?" fu l'acida risposta della navigatrice.
Zoro fece finta di niente, poi la sentì allontanarsi in direzione della cucina.
Gli venne un tuffo al cuore al pensiero di Nami e Sanji, da soli, in cucina... in fondo il cuoco non aveva mai nascosto la sua attrazione verso "la sirena", come usava chiamarla... che nomignolo deficiente! 
Poi si fermò un attimo a pensare: ma questa... era GELOSIA?? Gelosia verso UN UOMO?? 
Assurdo!!! Era il vino, era senz'altro il vino che gli faceva venire in mente 'ste cose... e che lo aveva fatto cedere alla avances di Sanji... lui era ETEROSESSUALE, altrochè!! (e ci mancherebbe, tesoro mio^^ Ma visto che stai nella mia fanfic yaoi...ADEGUATI! n.d.A.)


Si alzò, aprì la porta e scese le scale di corsa. Rufy e Usop dormivano ancora, quindi decise di farsi un bagno. Riempì la tinozza di acqua (sempre GELATA, accidenti!), si spogliò velocemente e si immerse... cacciò sotto la testa per qualche secondo, poi riemerse ansimando. "Che diavolo ti sta succedendo, Zoro?" si domandò.


Si guardò le mani, quelle mani che fino a poco fa stavano toccando il corpo di Sanji... chiuse gli occhi infastidito da tale visione. Come doveva comportarsi, adesso? Chiedergli scusa? Ma in fondo era stato lui a baciarlo, a toccarlo per primo... cazzo che casino!
Rimase nella tinozza per un po', cercando di pensare ad altro... a Kuina, alle nuove spade, ai nemici che lo aspettavano... e all'uomo con gli occhi di falco.
Si passò un dito sulla cicatrice che gli era rimasta dopo quel duello... quella cicatrice che Sanji aveva toccato e accarezzato poco prim... EH NO, ACCIDENTI!! Perchè qualunque cosa pensasse lo riportava a quel maledetto cuoco?? Ricacciò la testa sott'acqua, nel tentativo di 'affogare' stavolta... ma una mano lo prese per la testa e lo riportò in superficie. 
Riemerse tossendo e si guardò dietro le spalle.


"Volevi morire affogato, spadaccino?". Sanji lo osservava divertito.
Zoro rigirò la testa. Chi credeva di essere, quel cuoco cretino?? 
Alchè Sanji si riavvicinò a Zoro e, circondatogli il collo con le braccia, con voce sensuale gli sussurrò all'orecchio: "E' pronta la colazione... sali appena hai finito". Finì la frase morsicandogli e poi baciandogli il lobo.
Zoro rimase immobile; Sanji lo salutò e salì le scale.

...


"Buongiorno Zoro!" pronunciarono Rufy e Usop a bocca piena.
"Buongiorno...". Vederli mangiare gli faceva venire il volta stomaco. Si ingozzavano senza pietà e si aspettava che un giorno o l'altro sarebbero esplosi.
Sospirò sedendosi, mentre Nami con un qual certo sarcasmo pronunciò: "Ti è passata la luna, Zoro?"
Zoro la fissò con odio, mentre Sanji rispondeva ridendo: "Sarà la fame" e nel frattempo serviva pane tostato e dolci vari fatti da lui.


Zoro bevve il suo caffè, poi addentò una fetta di torta mentre Sanji gli si sedette accanto. Ogni tanto sentiva lo sguardo profondo del cuoco posarsi su di lui, e questo lo metteva ulteriormente a disagio; evitò quindi di alzare gli occhi mentre gli altri scherzavano e ridevano parlando delle disavventure passate. Poi Nami propose di fermarsi al primo villaggio per rifornirsi di cibo e acqua, visto che le provviste cominciavano a scarseggiare.


Finita la colazione, tutti si alzarono tranne Zoro che rimase fisso a guardare la tazza di caffè vuota, mentre Sanji si occupava di lavare le stoviglie e sistemare il tutto.
Rimasti soli, lo spadaccino prese la parola: "Che ti sei messo in testa, Sanji?"
"In che senso, scusa?" chiese il cuoco, mentre sparecchiava la tavola.
"Lo sai di cosa sto parlando!" La voce di Zoro era particolarmente alterata.
Sanji depose le stoviglie nel lavello, poi si avvicinò allo spadaccino e gli prese le mani. "Ti riferisci a questo?" disse, avvicinandosi e baciandolo sulle labbra.
"E smettila! A che gioco stai giocando??" rispose l'altro, allontanandosi con rabbia.
Sanji sbuffò, poi si sedette davanti a Zoro e, fissandolo negli occhi, rispose con tranquillità: "Non sto affatto giocando."
Zoro rimase perplesso da quelle parole... allora faceva sul serio?
"Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro, stamattina...e  penso che a te non dispiaccia... se invece ti da fastidio... basta dirlo, Zoro..."
"... io... io non ho detto questo... è... è che..." Ma che cavolo stava facendo? Non riusciva più a parlare; la frase chiara ed esplicita di Sanji lo aveva messo in difficoltà.


"RAGAZZIIIIIIIIIII! SIAMO ARRIVATIIIIIIIIII^_________^" La voce squillante di Rufy interruppe il discorso tra i due.
Il capitano aprì la porta con violenza e affrettò loro a prepararsi per scendere. Si sarebbero fermati poco, solo qualche ora, giusto il tempo per comprare cibarie ed acqua. 
Sanji sistemò le stoviglie e, tolto il grembiule, uscì dalla cucina. Zoro lo seguì docile, pensando ancora alla dichiarazione fattagli poco prima. Che cosa avrebbe dovuto rispondere?


Fecero velocemente gli acquisti, ma mentre si dichiararono pronti a riprendere il viaggio, gli anziani del luogo previdero una brutta tempesta che avrebbe colpito il villaggio entro poche ore. Nami dal canto suo non fece che ribadire la cosa, quindi propose agli altri di fermarsi lì e passare la notte in una locanda del porto.
Entrarono nella locanda buia, illuminata da poche torce; l'odore acre del posto, un miscuglio tra fumo e alcolici, li colpì facendoli quasi barcollare.
Il locale era pieno di gente, quasi tutti pirati, che ridevano e cantavano, e questo fece venire una gran nostalgia a Rufy pensando ai tempi passati alla locanda di Makino con Shanks e la sua ciurma. Mangiarono un poco, poi si ritirarono nelle proprie stanze: una per Nami, una per Rufy e Usop e... una per Zoro e Sanji.


Entrati nella camera si accorsero che c'era solo una branda a due piazze; la cosa fece arrossire violentemente Zoro, che fece di tutto per nascondere la sua inquietudine.
Sanji andò in bagno, si tolse poi la giacca, la camicia e le scarpe e si mise sotto le coperte.
Zoro fece altrettanto, appoggiando le spade accanto al letto, come faceva sempre.
Rimasero in silenzio per una buona ora, nella quale si sentiva solo il temporale riecheggiare nella stanza. 
Poi Zoro, inaspettatamente, prese l'iniziativa: si tirò a sedere sul letto, volse lo sguardo verso Sanji e domandò: "Stai dormendo?"
Il ragazzo, senza girarsi, rispose negativamente.
Zoro si morse un labbro; doveva dirgli qualcosa, non aveva ancora chiarito la situazione che si era creata... e la cosa lo faceva stare malissimo.


Sanji capì che l'amico voleva parlare, così si girò sul fianco e lo guardò. La situazione era molto complicata anche per lui, si era dichiarato a Zoro, ma non sapeva esattamente cosa ne pensasse. 
Un lampo illuminò la stanza; Sanji parve scorgere delle lacrime sul viso di Zoro. Ed era vero; lo spadaccino stava singhiozzando, piano, silenziosamente, per non farsi sentire.
Il cuoco si sedette sul letto, poi si avvicinò allo spadaccino: "Zoro... ma che c'è? Perchè piangi?"
Per tutta risposta Zoro singhiozzò più forte... Sanji lo abbracciò, stringendolo tra le braccia: "Zoro... basta, ti prego... mi fa male vederti così..."
Zoro si lasciò cullare dall'amico, abbracciandolo a sua volta. 
"Anche tu..." sussurrò.
"Cosa?"
"Anche tu mi piaci."
Sanji dovette pensarci un attimo. Aveva capito bene? Era davvero la voce di Zoro che aveva pronunciato quelle parole?? Non era stato uno dei suoi soliti sogni?
Zoro alzò il viso verso Sanji, guardandolo con gli occhi annebbiati dal pianto. Il cuoco gli asciugò le lacrime con le dita, poi gli baciò gli occhi, il naso, le guance e poi si avvicinò alle sue labbra. 
Zoro si sdraiò sulla branda, lasciando che Sanji si posizionasse sopra di lui. Il bacio si fece più appassionato, le mani del giovane spadaccino accarezzavano la schiena del cuoco, mentre quest'ultimo tentava di togliere la maglietta dell'altro per poterlo toccare meglio.
E mentre la maglietta di Zoro scivolava sul pavimento, Sanji si allontanò dalle labbra del compagno passando a baciarlo sul collo, sul mento e sul petto.


"Sanji..." Zoro gemeva pronunciando il suo nome.
Il cuoco nel frattempo fece scivolare la mano nei pantaloni di Zoro, l'erezione del compagno era diventata evidente e anche lui cominciava a "sentire" le conseguenze della situazione.
Si bloccò di colpo; forse stava esagerando. In fondo Zoro gli aveva appena detto di piacergli... non voleva correre troppo.
Zoro sentì la mano di Sanji fermarsi e gli lanciò uno sguardo interrogativo.
Sanji rispose allo sguardo: "... Zoro... non voglio correre troppo... tu..." La voce ansimava in preda all'eccitazione.


"... io... ti voglio..." pronunciò lo spadaccino.
Sanji lo baciò: "Sei sicuro...? Sarà doloroso e io non voglio farti soffrire..."
Zoro prese il viso del ragazzo tra le mani e lo baciò. 
Sanji sorrise e riprese a baciarlo sul collo, toccando i capezzoli ormai turgidi mentre Zoro gli slacciava la cintura e cercava di togliergli i pantaloni.
In poco tempo si ritrovarono nudi entrambi.


"Zoro... Zoro..." Sanji sentiva di non riuscire più a controllarsi, così fece voltare l'amante e mentre quest'ultimo stringeva i pugni e nascondeva il viso nel cuscino, dolcemente e lentamente, entrò in lui. 

...


Il sole mattutino pose fine alla tempesta. Era stata davvero lunga e violenta.
Sanji riposava tranquillo, il respiro tornato nuovamente normale. Zoro si era appena svegliato e, dopo essersi lavato, lo guardava seduto sul letto. Avevano fatto l'amore più volte durante la notte, ed ogni volta era stata bellissima.
Sperava col cuore che Rufy ed Usop non avessero sentito niente... avevano la camera proprio daparte alla loro. Ma col sonno che si ritrovavano poteva stare tranquillo. Non che la cosa gli procurasse qualche problema...i n fondo lui e Sanji adesso stavano veramente insieme... però...^^'


"Buongiorno... a che stai pensando?" La voce assonnata di Sanji lo riportò coi piedi a terra.
"Ah... buongiorno... non pensavo a niente... forse è meglio se ti alzi, la tempesta è finita e fra poco si parte..."
Il cuoco si alzò controvoglia dal letto. Era completamente nudo, e Zoro istintivamente abbassò lo sguardo.
Sanji rise e, avvicinandosi al timido spadaccino, lo baciò. Poi si chiuse in bagno, dove Zoro lo sentì canticchiare. 
Quest'ultimo finì di vestirsi e uscì dalla stanza. Bussò tre volte alla porta della camera di Usop e Rufy; gli venne incontro l'arrabbiatissimo ballista che gli chiese aiuto per svegliare il capitano. Poco dopo li raggiunsero Nami e Sanji, vestito di tutto punto come al solito, e la combriccola scese per la colazione.
Salutati i gestori della locanda si avviarono verso il porto.

Il cielo era limpido, non una nuvola all'orizzonte. L'aria era fresca e frizzante.
Rufy, Nami ed Usop si avviarono per primi, mentre Sanji e Zoro restarono un po' indietro.
Avrebbero voluto stare soli ancora un pò prima di partire, in fondo sulla nave avrebbero sicuramente avuto meno intimità. 
"Vieni!" esclamò Sanji prendendo per un braccio il compagno.
I due cominciarono a correre in mezzo ad un boschetto che costeggiava il mare.
Si fermarono, esausti, sotto le fronde di un grandissimo albero. Zoro cominciò a ridere e a dare del cretino a Sanji che, dal canto suo, si sedette per terra e si accese una sigaretta.
Poi allungò le mani verso Zoro, che posate le spade, si sedette tra le sue braccia.


Si baciarono a lungo, intensamente, cullati dal fragore delle onde che si infrangevano sulla spiaggetta lì accanto.
"Mi dici una cosa?"
Sanji buttò fuori il fumo: "Che cosa?"
"... perchè ieri... sulla Going Merry... dopo avermi baciato sei andato in cucina?"
Sanji rise; Zoro lo guardò accigliato... che diavolo aveva da ridere? Era così ironica la frase che aveva pronunciato?
Sanji capì che l'amico si stava alterando: "... possibile non te ne sia accorto? Nami stava salendo le scale... non volevo che ci vedesse insieme... tanto più che non sapevo se tu provassi per me qualcosa..." soffiò il fumo "... oltre la semplice amicizia..."
Silenzio.
Zoro affondò il viso nel petto di Sanji... si sentiva alquanto ridicolo. 
Sanji buttò il mozzicone per terra e abbracciò con forza lo spadaccino "Ti amo."
"Anche io".


Parte I - Fine




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