Cuoco
parte VII
di Lara
Mancavano pochi giorni a Natale, Ale odiava il Natale.
Sperava che questo Natale, che non passava come sempre, ma con Mat,
sarebbe stato diverso. Ma non era così.
La stessa insofferenza, la stessa rabbia.
Odiava quel periodo.
Lo ODIAVA.
Mamme stupide e bambini ancora più stupidi che correvano per i negozi
alla ricerca dell'ultimo giocatolo costoso pubblicizzato, solo una stupida
festa di stupidi che spendevano perché era Natale e bisogna fare dei
regali.
Passeggiava con le mani sprofondate nel vecchio giubbotto di pelle, una
lunga sciarpa di lana blu e verde attorno al collo.
Lo sguardo vuoto che fissava le vetrine del centro.
Cercava come tutti gli altri caproni un regalo, ma voleva qualcosa di
particolare, non gli interessava l'ultima moda o altro. Voleva solo una
cosa che rispecchiasse il loro rapporto.
Si fermò davanti ad un negozio e vide il suo riflesso nel vetro. Aveva
una faccia che avrebbe spaventato un orco!
Soffocò una risata, cercando di assumere un'espressione meno spaventosa.
Riprese a camminare mentre la neve cominciava a scendere lenta e pura dal
cielo.
Camminava da tutto il pomeriggio e non aveva combinato nulla, a parte
rimuginare sulla stupidità del Natale in genere.
Non ricordava un Natale che potesse essere chiamato "felice".
Non esistevano i Natali dei Film, il Natale era solo una festa orribile e
stupida.
Certo non il lato cristiano della cosa, ma di quello si era perso tutto
ormai.
Si fermò davanti al portone di casa e con un sospiro tirò fuori dalle
tasche il mazzo di chiavi ed entrò.
E così neanche quel giorno aveva combinato qualcosa.
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Mat mi ha praticamente trascinato a forza al supermercato a fare la
spesa per la cena che faceva per i suoi.
So di essere apatico e scorbutico, ma non riesco a farci niente, sono
riuscito addirittura a far perdere la pazienza a Mat.
O meglio, quasi.
Mi ha lanciato uno sguardo talmente cattivo che perfino in questo stato mi
sono reso conto che era il caso di chiedere scusa.
Grazie a Dio è Mat che cucina, si è lanciato in un'impresa a dir poco
titanica.
Capisca che voglia fare un bel pranzo di natale per i suoi, ma credo
esageri.
Non siamo mica miliardari.
Si è messo in testa un menù che neanche i ristoranti a stella michelin
propongono!
Giro per casa come un'anima in pena, prendo una cosa, me la rigiro tra e
mani e la metto giù, poi mi siedo sul divano, faccio zapping e poi spengo
la tele, mi alzo e vado a vedere cosa combina Mat in cucina. Ma non caga
neanche di striscio e allora esco, magari è la volta buona che gli trovo
il regalo.
Giro per il centro commerciale stavolta, scervellandomi su che cosa gli
potrebbe piacere.
Ma perché bisogna fare il regalo a Natale, io se voglio fare un regalo lo
faccio e basta, PERCHE' DEVO farlo a Natale???
Il mio occhio cade per caso su una vetrina semi nascosta che non avevo ma
notato e sorrido. Mi sa che ho trovato il regalo per lui. E se non mi
uccide quando lo vede mi sa che ci divertiremo un mondo!
Comunque girando ancora un po' per negozi vedo in una vetrina un maglione
che mi fa sorridere, niente di sexi o di particolarmente bello. Solo mi fa
ridere e me lo vedo con quel maglione addosso e solo quello.
Un maglione di lanona grossa rosso e bianco, con il disegno di una renna
dal naso rosso. E' a collo alto, con i bordi bianchi.
Si, proprio bello, ridacchiando tra me e me entro e lo compro.
E così da nessun regalo sono passato a 2. Devo proprio complimentarmi con
me stesso, ce la ho fatta a dispetto di tutto e tutti!
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Finalmente è arrivata la giornata della cena di Natale con i suoi.
Sinceramente la cena di Natale la facciamo il giorno prima della vigilia,
perché la vigilia e Natale lavoriamo, ma ai suoi genitori non sembra dare
fastidio.
La porta si apre di scatto mentre Nadia entra come un tornado e butta le
braccia al collo ad Ale e Mat, quel piccolo tornado distribuisce baci come
se non vedesse i due ragazzi da una vita, lanciando poco cerimoniosamente
la borsa piena di pacchetti sul divano.
-MAAAATTTTTT!- Sotto quell'assalto doppio, l'urlo e l'abbraccio, Mat quasi
cadde, ma riescì a stare miracolosamente in piedi e ricambiò l'abbraccio
della sorellina dandole un grosso bacio sulla guancia.
-Anche io sono felice di vederti Nadia, ma non per questo butto giù la
porta di casa e ti assordo!- Nadia ridacchiava allegra, e si mise a
sussurrare all'orecchio del fratello.
-E' che magari riuscivo a beccarti in flagrante con Ale.-
-Nadia! Ma che cavolo dici!- Ma Mat era arrossito vistosamente e guardava
la porta.
-Non hai mica detto niente a Mamma e papà, vero?- Lo sguardo di Mat si
fece preoccupato.
-Tranquillo, tocca a te dirglielo, no? Anche se non capisco di cosa hai
paura. Al massimo la mamma si dispiacerà di non aver nipotini tuoi da
tenere in braccio, visto che dubito che uno di voi resti incinto!- Mat
scoppiò a ridere.
-Dubito anche io sai Nadia!-
In quel momento Ale, incuriosito dallo scambio sottovoce si avvicinò
incuriosito.
-Ma che state confabulando voi due?-
Nadia approfittò immediatamente della vicinanza del ragazzo per mettergli
le braccia al collo e dargli un bacio sulla guancia.
-Niente Ale, parlavano di incinti, nipotini e cose simili..- Alla faccia
perplessa di Ale, Mat e Nadia si scambiarono uno sguardo d'intesa e
scoppiarono a ridere.
-E adesso di che ridete voi due?- Ma le rimostranze allegre di Ale furono
interrotte dai genitori di Mat che entrarono felici e allegri,
distribuendo abbracci e baci, lei , e vigorose strette di mano, lui.
Elisa e Angelo erano a dir poco felici di passare lì il Natale.
Anche se non nel giorno giusto, potevano stare con Mat.
Amavano quel loro figlio e averlo lontano li faceva soffrire, anche se di
certo non glielo avrebbero mai detto.
Lo vedevano felice come non lo avevano mai visto, e anche se potevano
sembrare un po' sciocchi o vanesi, in realtà avevano capito che
Alessandro non era solo un amico che divideva le spese dell'appartamento
con Mat.
Lo vedevano negli occhi chiari come l'acquamarina di Mat, pieni di una
luce nuova, dolce, che non c'era mai stata prima.
Avevano deciso di non dire nulla, in fondo il figlio che amavano così
tanto aveva una sua vita, e quando e se avesse decido di dire loro la
verità, lo avrebbero ascoltato, dandogli l'amore, la comprensione e
l'accettazione assoluta che da sempre gli avevano donato.
La cena era splendida, era una delle rare volte in cui avevano la
possibilità di apprezzare l'abilità del figlio, era un cuoco dalla
bravura eccezionale, aveva una capacità nell'amalgamare i sapori che
aveva dell' incredibile.
-Bene Mat, lo sapevo che eri bravo, ma non credevo così tanto!- Elisa si
complimentava con il figlio fin dall'antipasto, era a modo suo orgogliosa,
vedeva nell'abilità del figlio i piccoli accorgimenti che aveva sempre
usato lei in cucina.
Infatti lei era cuoca, e quando lavorava ancora nel ristorante di
famiglia, prima che venisse venduto, il figlio stava con lei tra i
fornelli, qualche volta pasticciando, altre aiutando.
Ma sempre attento ai suoi gesti.
-Ma dai mamma! Non farmi complimenti per niente, me la cavo soltanto!-
Anche se parlava a quel modo, sorrideva, contento del sorriso e del piatto
vuoto della madre e del padre.
Velocemente lanciò un'occhiata ad Ale, e lo vide strizzargli l'occhio
annuendo leggermente, proprio da lui fargli capire che apprezzava il
frutto delle sue fatiche in quel modo silenzioso, fatto di pochi gesti.
Velocemente Mat ricambiò il sorriso, per poi tornare a focalizzare
l'attenzione sui genitori.
Era davvero felice, una giornata splendida passata a parlare, ridere e
scherzare non solo con i suoi genitori e sua sorella, ma anche con Ale.
Ultimamente lo aveva visto decisamente..
Isterico.
Era l'unica definizione che gli veniva in mente.
Gli aveva ribadito infinite volte che odiava il Natale, ma non gli aveva
mai detto il perché. Lo aveva visto spesso giù di morale, arrabbiato col
mondo, facile all'ironia pesante, scontroso e insofferente a tutto.
Neanche quando facevano l'amore quei sentimenti lo abbandonavano del
tutto, rendendolo un po' crudele nei gesti, anche se mai in maniera
meditata.
Ma oggi lo vedeva felice e rilassato, anche se era sempre presente
quell'ombra nera nel fondo di quegli occhi di giada.
Rideva e scherzava con Nadia, che si vedeva lontano un miglio che era
cotta di Ale, ma aveva capito che poteva avere solo la sua amicizia,
visto che bene o male era il ragazzo di suo fratello.
L'attenzione di Mat poi si spostò sul padre, che senza darlo a vedere
cercava di studiare Ale, e Mat se ne chiese il perché, ma abbandonò
subito quei pensieri quando Elisa, alla fine della cena, annunciò con un
sorriso che era ora di aprire i regali, come in ogni Natale che si
rispetta.
A quell'annuncio Nadia corse al divano dove giaceva la borsina dimenticata
da tutti , ed elettasi a novella Babba Natale, iniziò la distribuzione.
-Bene bene, che abbiamo qui?- Tirò fuori un pacchetto, legato con il
nastro rosso, e lo diede a Mat, poi ridendo tiro fuori un pacchettino e lo
diede ad Ale.
-Questi sono da parte mia, apriteli forza! Voglio sentire che ne pensate!-
Nadia saltellava impaziente attorno ai due ragazzi che presero ad aprire
il loro pacchetto, divertiti dall'entusiasmo della ragazzina.
Mat finì per primo e rimase senza parole, Nadia gli aveva regalato una
giacca da cuoco, ma non una normale. La tirò fuori dalla carta colorata e
la guardò stupefatto.
-Nadia! Una giacca da chef!- La giacca aveva i bordi e i bottoni neri, il
collo tricolore e ricamato sulla parte destra del petto, in una scrittura
elegante, Chef Mathias M. .
-Ti piace? Non sapevo se ti poteva piacere, ma ci tenevo tanto a fartela!-
Mat non rispose, ma abbracciò forte la sorella e le diede un bacio sonoro
sulla guancia, ma poi le tirò scherzosamente i capelli.
-Certo che mi piace stupidina! Ma non dovevi sai, costano un sacco di
soldi!- Nadia ridacchiando tirò a sua volta i capelli al fratello.
-Stupido sarai tu! E poi io dei miei soldi posso fare quello che voglio!
Ale? E a te piace il tuo regalo?- Ale sorrise sventolando il suo regalo,
il libro delle soluzioni di Final Fantasy X.
-Graze piccola! Ma perché questo regalo, non credi che sia capace di
finire il gioco da solo?- Ale aveva un tono fintamente offeso.
Infatti aveva abbracciato brevemente la ragazzina sorridendole.
-Certo che ho fiducia in te. Solo che no so se il gioco ha la pazienza di
resistere quel centinaio di anni che ti occorrono per finirlo da solo.-
Ale scoppiò a ridere divertito dal tono e dall'espressione adorabilmente
biricchina della ragazzina.
-Grazie Nadia, è un regalo stupendo!-
-Lo sapevo ti sarebbe piaciuto!- La danza della gioia della ragazzina
attorno ai due durò ancora una decina di minuti strappando sorrisi e
risate da tutti.
I genitori di Mat ricevettero da parte di Ale e Mat, rispettivamente, una
pianta fiorita bellissima, Elisa che adorava le piante ne era molto
contenta e continuava a guardarla, e il padre un portafoglio nuovo, che
sostituì subito quello vecchio e rotto.
Poi i due ragazzi si sorrisero e andarono in camera a prendere un'enorme
scatolone che misero ai piedi di Nadia.
-E questo è per te. Aprilo, forza!- Nadia, si precipitò sullo scatolone
e ci trovò dentro tutto quello che poteva servirle per disegnare. Lei
amava disegnare ed era anche molto brava, e quel regalo l'aveva
conquistata. Dopo un momento di silenzio con un urlo di gioia abbracciò i
due ragazzi, urlando loro nelle orecchie la sua delizia per quel regalo.
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-Siamo soli Mat, non mi sembra vero.- Ale strinse a sé l'altro ragazzo,
baciandogli lievemente i capelli e la fronte.
-Si, e domani iniziamo a lavorare nel pomeriggio, così possiamo anche
dormire tutto il giorno. Mi sa che ce lo siamo meritati!- Ale ridacchiò
soffiando nell'orecchio di Mat, che sentì un brivido caldo scorrergli
lungo la schiena.
-Ma davvero tu ha solo voglia di dormire? Non vuoi aprire il mi regalo?-
Un bacio lieve sulla gola fece gemere Mat.
-Se sei tu il mio regalo ti scarto subito.- Ale ridacchiò staccandosi.
-Non ancora, aspetta che vado a prenderlo.- Ale si diresse in camera
mentre Mat lo seguiva, lo vedeva aprire l'armadio e disseppellire da sotto
un mucchio di vestiti un pacco colorato e voluminoso.
-Aprilo Mat, forza!- Mat si sedette sul letto, trascinando Ale accanto a
sé e aprì il pacco rivelando il maglione di lanona, mentre un
pacchettino più piccolo scivolava fuori dalle pieghe della lana spessa,
inosservato.
-Ma è bellissimo! E' simpaticissimo Ale! - Mat guardava divertito quel
maglione e diede un bacio al suo ragazzo, con trasporto. Lo vedeva
ridacchiare, chissà che aveva in mente? Un brivido corse nuovamente lungo
la sua spina dorsale, facendogli mancare il fiato, quando Ale cominciò a
slacciargli la camicia.
-Vediamo come ti stà.-
-Ma cosa stai facendo?- Ale chiuse la bocca di Mat con un bacio tenero ed
invadente, esplorando la cavità rosea con passione e mordicchiando le
labbra morbide.
-Fidati, lasciami fare Mat. Ok?- Dopo un' attimo di perplessità Mat
annuì, era curioso ed eccitato, voleva vedere cosa aveva pensato Ale.
Con mosse lente e approfittando di ogni occasione per accarezzare la pelle
di Mat, Ale lo spogliò completamente. Ogni tanto Mat cercava di toccarlo,
ma gli diceva di stare fermo.
Ora lo aveva in piedi davanti a lui, nudo e stupendo.
Passò le mani aperte sul petto scendendo fino al ventre, accarezzando i
fianchi, stringendo ed impastando le natiche.
Mat aveva gli occhi chiusi e la testa buttata all'indietro, sommerso dalle
sensazioni.
Completamente passivo si lasciava condurre da Ale nel suo gioco,
assaporando le sensazioni che provava, eccitato come non mai.
-Ale. A.. leee.- Invocava il suo nome, lo stava facendo impazzire. Il suo
sesso svettava pulsante ma completamente ignorato dall'altro, se non per
un casuale sfiorare che faceva impazzire Mat.
-Fermo Mat, promettimi che stanotte farai fare a me. promettimi che sarai
deliziosamente passivo!- La voce di Ale era arrochita dall'eccitazione, e
i suoi occhi scintillavano nel vedere gli occhi liquidi e le labbra
socchiuse di Mat. -promettimelo!-
-Io.. Si te lo prometto, ma non smettere.- Mat aveva la mente in fiamme,
non sapeva neppure come faceva ad essere ancora in piedi, Ale lo stava
facendo impazzire!
Voleva toccarlo, ma un po' perché l'aveva promesso, un po' perché si
sentiva svuotato di ogni forza, rimaneva immobile.
Ale prende il maglione che mi ha regalato dal letto, e me lo fa mettere.
La lana ruvida e setosa al tempo stesso sfiora i miei capezzoli
irritandoli leggermente, ma è una sensazione stana e bellissima.
Questo maglione è enorme per me, ci potrei stare entro 2 volte, infatti
scende a coprire il mio sesso, accarezzandolo con le stesse sensazioni
fastidiose eppure enormemente eccitanti.
Gemo e stringo i pugni per rimanere immobile mentre Ale mi stringe a sé e
il mio sesso sente, attraverso il maglione, la sua durezza stretta nei
pantaloni.
Si strofina contro di me e mi mordo le labbra per non urlare dalla
frustrazione di non potermi muovere e dal piacere.
Vedo che si china a raccogliere dal pavimento un pacchetto piccolo che mi
era sfuggito e me lo porge.
Ma proprio adesso doveva farlo? Lo guardo e lui mi bacia, mi dice di
aprirlo.
Velocemente lo scarto e mi ritrovo in mano un paio di manette.
Mi sento arrossire come non mai ma sento la mia eccitazione aumentare.
-Ti va Mat?-
Lo sguardo di Ale è fuoco verde, mi perdo tra quelle fiamme di passione e
ignoro la sensazione di paura e fastidio all'idea di essere veramente in
suo potere, completamente.
Lo bacio e annuisco, lo vedo sorridere mentre mi fa stendere sul letto
coprendomi il viso di baci e intrufolandomi la lingua nel padiglione
dell'orecchio mentre io trattengo il fiato.
Chiudo gli occhi e gemo forte, non mi accorgo nemmeno del fatto che mi
afferra i polsi e me li porta sopra la testa.
-Sicuro? Se non sei sicuro dillo adesso, non credo che dopo mi saprei
fermare.-
Annuisco ancora, anche se un nodo di gelo è ancora presente nel mio
stomaco. Mi afferra i polsi di nuovo e con le manette li fissa sopra la
mia testa, alla testiera in ferro del letto.
Passa le mani sul mio corpo, da sopra il maglione, mentre la lana mi da un
leggero pizzicorio che non fa che aumentare la sensazione che le sue mani
mi danno.
Gemo e mi contorco i piacere sotto le sue mani che non so per quanto tempo
mi fanno impazzire, questa sottile tortura mi sta facendo perdere la
cognizione di tutto.
Quando non sento più le sue mani apro gli occhi e lo vedo spogliarsi
velocemente, vorrei toccarlo ma le manette me lo impediscono, ora
rimpiango di aver accettato. Mi tendo disperatamente cercando di
raggiungere quella pelle bronzea, mugolo di insoddisfazione e lui mi
guarda con quei suoi occhi di fuoco che mi incendiano.
All'improvviso le sue mani stringono il mio sesso, congestionato e fino a
quel momento ignorato, attraverso la stoffa ruvida, e io grido, inarcando
la schiena per l'ondata di piacere inaspettato che mi invade.
Sa essere veramente sadico, perché dopo aver solo aumentato il mio
desiderio senza soddisfarlo, abbandona la presa, per poi alzare il
maglione e passare con la lingua umida e bollente sui miei capezzoli già
talmente duri da essere dolorosi.
Lecca e succhia con una forza quasi dolorosa e io gemo di piacere mentre
ondate di fuoco mi attraversano lo stomaco.
Stringo i dentro quando le sue dita giocano con i miei capezzoli
strizzando e tirando, lasciandomi in bilico tra dolore e piacere, mentre
mi dimeno, sensuale e impotente, sotto le sue mani.
Sembra proprio che Ale si diverta a farmi impazzire, ora mi ha voltato a
pancia sotto e si è sistemato tra le mie gambe aperte, mentre con le mani
mi accarezzala schiena e glutei, sfiorando la mia entrata con un dito
curioso, ma ogni volta che mi tendo per una carezza più intima lui si
ritrae, mi ricorda che devo essere completamente passivo.
Gemo di insofferenza e passione non soddisfatta e mi immobilizzo sotto di
lui, mentre le sue mani riprendono la tortura, sfiorando, promettendo, ma
mai accontentando.
Mi porta il maglione sopra la testa, rendendomi cieco.
Lasciandolo abbandonato attorno alle mie braccia mentre io, sul fianco,
sento le sue mani che mi sfiorano il sesso ipersensibile come non l'ho mai
sentito, facendomi gridare dal piacere mentre le sue mani scivolano lievi
per tuta la lunghezza.
Poi mi abbandonano e sento un dito invadermi, per poi raggiungere e
sfiorare per un lungo attimo quel punto misterioso che mi fa impazzire.
Ma poi mi abbandona nuovamente e non riesco a trattenermi dallo scalciare
dalla tensione.
-Non dovevi essere bravo e farmi fare tutto quello che volevo? Meriti una
punizione credo.-
Sento il suo fiato caldo nell'orecchio attraverso il maglione e mi mordo
le labbra.
Mi mette di nuovo con il petto premuto alle lenzuola e sento la punta del
suo sesso contro di me, ed entra all'improvviso, mentre io grido per il
piacere e per la leggera punta di dolore, spero che stavolta non si fermi,
gemo forte e grido mentre lui mi invade e riempie, ma all'improvviso mi
abbandona, e io riesco solo a dire un flebile stronzo.
Mi sento impazzire, mi sta tenendo sul filo come non mai, mi viene da
piangere tanto mi sento frustrato.
Sta facendomi arrivare a vette dove il piacere più abbagliante si unisce
con la più sublime e sottile tortura.
Non so se adorarlo o odiarlo.
So solo che se non mi fa venire al più presto rischio di pregarlo, e non
lo ho mai fatto.
Ma mai ci sono arrivato così vicino.
Sento le sue mani percorrermi la schiena, passando sui reni e lungo le
cosce per poi risalire sfiorando le mie natiche e massaggiando piano la
carne sotto le sue mani, mi mordo un labbro quando un suo dito mi invade
di nuovo facendomi quasi gridare dal piacere. Non voglio che succeda di
nuovo quello che è successo prima. Resto immobile più che posso e freno
la voglia di spingermi contro di lui per aumentare il piacere.
Il suo dito esce e le sue mani mi voltano risalendo lungo il mio corpo e
spostando il maglione per ridarmi la vista.
I suoi occhi, immense fiamme di desiderio, profondità abissali di
passione, mi sommergono, sento ogni forza abbandonarmi mentre mi bacia
come non ha mai fatto.
La mia bocca diventa cera morbida che modella con abili mosse, divento
lava e ghiaccio sotto le sue mani e finalmente entra in me mentre grido
invocandolo e pregandolo.
Finalmente si muove e le sue spinte, ritmate e profonde, diventano sempre
più veloci , la sua mano si muove su di me e io socchiudo gli occhi, come
abbagliato dal piacere che mi avvolge, un biancore che fa dimenticare
tutto.
-Ale! O.. Si! .. A.leeee! Ti p..pre..go.!!-
Con un'ultima spinta violenta e profonda viene in me, e il suo calore è
troppo, mi invade, mi riempie, mi appaga.
Vengo subito dopo di lui con un grido forte e rauco, inarcandomi contro di
lui e stringendolo a me con le gambe.
Ale si lascia cadere su di me, per poi mettersi su di un fianco e
asciugarmi il sudore che mi imperla le ciglia con un bacio.
-Ti è piaciuto?- Mat lo guarda con lo sguardo svuotato di ogni forza.
-Sei uno stronzo sadico, ma devo dire che te la sei cavata. Che ne dici di
togliermi queste manette adesso?- Nonostante le parole un mezzo sorriso
divertito e pago fa capolino sulle labbra di Mat, mentre Ale,
ridacchiando, gli libera i polsi.
-Mat.Che ne dici se lo rifacciamo prima o poi? Ma non troppo spesso o ci
lasciamo le penne..- Ale guardava il suo angelo biondo togliersi il
maglione e andare nudo in bagno a farsi una doccia.
Ma prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle si voltò, con un
sorriso immenso sul volto.
-Certo Ale, ma la prossima volta ci stai tu sotto, così impari a farmi
pregare, mio bastardissimo amore!- La porta si chiuse lasciando Ale
sbigottito dalla risposta di Mat.
E dopo un attimo di riflessione scoppiò a ridere, gli era proprio
piaciuta quella risposta, anche se non era detto che la prossima volta ci
sarebbe stato lui sotto.
Con un sorriso rapito e lieve sulle labbra Ale entrò a fare a doccia dopo
Mat, dandogli un lieve bacio sulle labbra.
Una volta che tutti e due furono sotto le coperte, e la luce spenta, Ale
abbracciò Mat contro il suo petto baciandogli i capelli.
-Ti amo Mat. Grazie di sopportarmi amore mio.-
-Ti amo anche io, anche se stasera sei arrivato vicino al farti odiare.-
Ale sentì Mat ridacchiare leggermente al ricordo di quello che avevano
appena passato.
-Non era nelle mie intenzioni armi odiare Mat, ma se ci sono arrivato
vicino vuol dire che me la sono cavata, no?- Un leggero bacio sulla fronte
di Mat ricambiato immediatamente dal ragazzo biondo e un lungo momento di
silenzio.
-Ma a cosa stai pensando Ale?-
-Stò pensando che non è detto che la prossima volta stia sotto io Mat.-
Fine
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