Cuoco

parte VII

di Lara


Mancavano pochi giorni a Natale, Ale odiava il Natale.
Sperava che questo Natale, che non passava come sempre, ma con Mat, sarebbe stato diverso. Ma non era così.
La stessa insofferenza, la stessa rabbia.
Odiava quel periodo.
Lo ODIAVA.
Mamme stupide e bambini ancora più stupidi che correvano per i negozi alla ricerca dell'ultimo giocatolo costoso pubblicizzato, solo una stupida festa di stupidi che spendevano perché era Natale e bisogna fare dei regali.

Passeggiava con le mani sprofondate nel vecchio giubbotto di pelle, una lunga sciarpa di lana blu e verde attorno al collo. 
Lo sguardo vuoto che fissava le vetrine del centro.
Cercava come tutti gli altri caproni un regalo, ma voleva qualcosa di particolare, non gli interessava l'ultima moda o altro. Voleva solo una cosa che rispecchiasse il loro rapporto.
Si fermò davanti ad un negozio e vide il suo riflesso nel vetro. Aveva una faccia che avrebbe spaventato un orco!
Soffocò una risata, cercando di assumere un'espressione meno spaventosa.

Riprese a camminare mentre la neve cominciava a scendere lenta e pura dal cielo.

Camminava da tutto il pomeriggio e non aveva combinato nulla, a parte rimuginare sulla stupidità del Natale in genere.
Non ricordava un Natale che potesse essere chiamato "felice". 
Non esistevano i Natali dei Film, il Natale era solo una festa orribile e stupida.
Certo non il lato cristiano della cosa, ma di quello si era perso tutto ormai.
Si fermò davanti al portone di casa e con un sospiro tirò fuori dalle tasche il mazzo di chiavi ed entrò.
E così neanche quel giorno aveva combinato qualcosa.

*********

Mat mi ha  praticamente trascinato a forza al supermercato a fare la spesa per la cena che faceva per i suoi.


So di essere apatico e scorbutico, ma non riesco a farci niente, sono riuscito addirittura a far perdere la pazienza a Mat.
O meglio, quasi.
Mi ha lanciato uno sguardo talmente cattivo che perfino in questo stato mi sono reso conto che era il caso di chiedere scusa.
Grazie a Dio è Mat che cucina, si è lanciato in un'impresa a dir poco titanica.
Capisca che voglia fare un bel pranzo di natale per i suoi, ma credo esageri.
Non siamo mica miliardari.
Si è messo in testa un menù che neanche i ristoranti a stella michelin propongono!

Giro per casa come un'anima in pena, prendo una cosa, me la rigiro tra e mani e la metto giù, poi mi siedo sul divano, faccio zapping e poi spengo la tele, mi alzo e vado a vedere cosa combina Mat in cucina. Ma non caga neanche di striscio e allora esco, magari è la volta buona che gli trovo il regalo.

Giro per il centro commerciale stavolta, scervellandomi su che cosa gli potrebbe piacere.
Ma perché bisogna fare il regalo a Natale, io se voglio fare un regalo lo faccio e basta, PERCHE' DEVO farlo a Natale???

Il mio occhio cade per caso su una vetrina semi nascosta che non avevo ma notato e sorrido. Mi sa che ho trovato il regalo per lui. E se non mi uccide quando lo vede mi sa che ci divertiremo un mondo!

Comunque girando ancora un po' per negozi vedo in una vetrina un maglione che mi fa sorridere, niente di sexi o di particolarmente bello. Solo mi fa ridere e me lo vedo con quel maglione addosso e solo quello. 
Un maglione di lanona grossa rosso e bianco, con il disegno di una renna dal naso rosso. E' a collo alto, con i bordi bianchi.
Si, proprio bello, ridacchiando tra me e me entro e lo compro.

E così da nessun regalo sono passato a 2. Devo proprio complimentarmi con me stesso, ce la ho fatta a dispetto di tutto e tutti!


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Finalmente è arrivata la giornata della cena di Natale con i suoi.
Sinceramente la cena di Natale la facciamo il giorno prima della vigilia, perché la vigilia e Natale lavoriamo, ma ai suoi genitori non sembra dare fastidio.


La porta si apre di scatto mentre Nadia entra come un tornado e butta le braccia al collo ad Ale e Mat, quel piccolo tornado distribuisce baci come se non vedesse i due ragazzi da una vita, lanciando poco cerimoniosamente la borsa piena di pacchetti sul divano.

-MAAAATTTTTT!- Sotto quell'assalto doppio, l'urlo e l'abbraccio, Mat quasi cadde, ma riescì a stare miracolosamente in piedi e ricambiò l'abbraccio della sorellina dandole un grosso bacio sulla guancia.
-Anche io sono felice di vederti Nadia, ma non per questo butto giù la porta di casa e ti assordo!- Nadia ridacchiava allegra, e si mise a sussurrare all'orecchio del fratello.
-E' che magari riuscivo a beccarti in flagrante con Ale.-
-Nadia! Ma che cavolo dici!- Ma Mat era arrossito vistosamente e guardava la porta.
-Non hai mica detto niente a Mamma e papà, vero?- Lo sguardo di Mat si fece preoccupato.
-Tranquillo, tocca a te dirglielo, no? Anche se non capisco di cosa hai paura. Al massimo la mamma si dispiacerà di non aver nipotini tuoi da tenere in braccio, visto che dubito che uno di voi resti incinto!- Mat scoppiò a ridere.
-Dubito anche io sai Nadia!-
In quel momento Ale, incuriosito dallo scambio sottovoce si avvicinò incuriosito.
-Ma che state confabulando voi due?-
Nadia approfittò immediatamente della vicinanza del ragazzo per mettergli le braccia al collo e dargli un bacio sulla guancia.
-Niente Ale, parlavano di incinti, nipotini e cose simili..- Alla faccia perplessa di Ale, Mat e Nadia si scambiarono uno sguardo d'intesa e scoppiarono a ridere.
-E adesso di che ridete voi due?- Ma le rimostranze allegre di Ale furono interrotte dai genitori di Mat che entrarono felici e allegri, distribuendo abbracci e baci, lei , e vigorose strette di mano, lui.

Elisa e Angelo erano a dir poco felici di passare lì il Natale.
Anche se non nel giorno giusto, potevano stare con Mat.
Amavano quel loro figlio e averlo lontano li faceva soffrire, anche se di certo non glielo avrebbero mai detto.
Lo vedevano felice come non lo avevano mai visto, e anche se potevano sembrare un po' sciocchi o vanesi, in realtà avevano capito che Alessandro non era solo un amico che divideva le spese dell'appartamento con Mat.
Lo vedevano negli occhi chiari come l'acquamarina di Mat, pieni di una luce nuova, dolce, che non c'era mai stata prima.
Avevano deciso di non dire nulla, in fondo il figlio che amavano così tanto aveva una sua vita, e quando e se avesse decido di dire loro la verità, lo avrebbero ascoltato, dandogli l'amore, la comprensione e l'accettazione assoluta che da sempre gli avevano donato.

La cena era splendida, era una delle rare volte in cui avevano la possibilità di apprezzare l'abilità del figlio, era un cuoco dalla bravura eccezionale, aveva una capacità nell'amalgamare i sapori che aveva dell' incredibile.
-Bene Mat, lo sapevo che eri bravo, ma non credevo così tanto!- Elisa si complimentava con il figlio fin dall'antipasto, era a modo suo orgogliosa, vedeva nell'abilità del figlio i piccoli accorgimenti che aveva sempre usato lei in cucina.
Infatti lei era cuoca, e quando lavorava ancora nel ristorante di famiglia, prima che venisse venduto, il figlio stava con lei tra i fornelli, qualche volta pasticciando, altre aiutando.
Ma sempre attento ai suoi gesti.
-Ma dai mamma! Non farmi complimenti per niente, me la cavo soltanto!- Anche se parlava a quel modo, sorrideva, contento del sorriso e del piatto vuoto della madre e del padre.
Velocemente lanciò un'occhiata ad Ale, e lo vide strizzargli l'occhio annuendo leggermente, proprio da lui fargli capire che apprezzava il frutto delle sue fatiche in quel modo silenzioso, fatto di pochi gesti. Velocemente Mat ricambiò il sorriso, per poi tornare a focalizzare l'attenzione sui genitori.

Era davvero felice, una giornata splendida passata a parlare, ridere e scherzare non solo con i suoi genitori e sua sorella, ma anche con Ale. 
Ultimamente lo aveva visto decisamente..
Isterico.
Era l'unica definizione che gli veniva in mente.
Gli aveva ribadito infinite volte che odiava il Natale, ma non gli aveva mai detto il perché. Lo aveva visto spesso giù di morale, arrabbiato col mondo, facile all'ironia pesante, scontroso e insofferente a tutto.
Neanche quando facevano l'amore quei sentimenti lo abbandonavano del tutto, rendendolo un po' crudele nei gesti, anche se mai in maniera meditata.

Ma oggi lo vedeva felice e rilassato, anche se era sempre presente quell'ombra nera nel fondo di quegli occhi di giada.
Rideva e scherzava con Nadia, che si vedeva lontano un miglio che era cotta di Ale, ma  aveva capito che poteva avere solo la sua amicizia, visto che bene o male era il ragazzo di suo fratello.
L'attenzione di Mat poi si spostò sul padre, che senza darlo a vedere cercava di studiare Ale, e Mat se ne chiese il perché, ma abbandonò subito quei pensieri quando Elisa, alla fine della cena, annunciò con un sorriso che era ora di aprire i regali, come in ogni Natale che si rispetta.

A quell'annuncio Nadia corse al divano dove giaceva la borsina dimenticata da tutti , ed elettasi a novella Babba Natale, iniziò la distribuzione.
-Bene bene, che abbiamo qui?- Tirò fuori un pacchetto, legato con il nastro rosso, e lo diede a Mat, poi ridendo tiro fuori un pacchettino e lo diede ad Ale.
-Questi sono da parte mia, apriteli forza! Voglio sentire che ne pensate!- 
Nadia saltellava impaziente attorno ai due ragazzi che presero ad aprire il loro pacchetto, divertiti dall'entusiasmo della ragazzina.
Mat finì per primo e rimase senza parole, Nadia gli aveva regalato una giacca da cuoco, ma non una normale. La tirò fuori dalla carta colorata e la guardò stupefatto.
-Nadia! Una giacca da chef!- La giacca aveva i bordi e i bottoni neri, il collo tricolore e ricamato sulla parte destra del petto, in una scrittura elegante,  Chef Mathias M. .
-Ti piace? Non sapevo se ti poteva piacere, ma ci tenevo tanto a fartela!- Mat non rispose, ma abbracciò forte la sorella e le diede un bacio sonoro sulla guancia, ma poi le tirò scherzosamente i capelli.
-Certo che mi piace stupidina! Ma non dovevi sai, costano un sacco di soldi!- Nadia ridacchiando  tirò a sua volta i capelli al fratello. 
-Stupido sarai tu! E poi io dei miei soldi posso fare quello che voglio! Ale? E a te piace il tuo regalo?- Ale sorrise sventolando il suo regalo, il libro delle soluzioni di Final Fantasy X.
-Graze piccola! Ma perché questo regalo, non credi che sia capace di finire il gioco da solo?- Ale aveva un tono fintamente offeso.
Infatti aveva abbracciato brevemente la ragazzina sorridendole.
-Certo che ho fiducia in te. Solo che no so se il gioco ha la pazienza di resistere quel centinaio di anni che ti occorrono per finirlo da solo.- Ale scoppiò a ridere divertito dal tono e dall'espressione adorabilmente biricchina della ragazzina.
-Grazie Nadia, è un regalo stupendo!-
-Lo sapevo ti sarebbe piaciuto!- La danza della gioia della ragazzina attorno ai due durò ancora una decina di minuti strappando sorrisi e risate da tutti.

I genitori di Mat ricevettero da parte di Ale e Mat, rispettivamente, una pianta fiorita bellissima, Elisa che adorava le piante ne era molto contenta e continuava a guardarla, e il padre un portafoglio nuovo, che sostituì subito quello vecchio e rotto.
Poi i due ragazzi si sorrisero e andarono in camera a prendere un'enorme scatolone che misero ai piedi di Nadia.
-E questo è per te. Aprilo, forza!- Nadia, si precipitò sullo scatolone e ci trovò dentro tutto quello che poteva servirle per disegnare. Lei amava disegnare ed era anche molto brava, e quel regalo l'aveva conquistata. Dopo un momento di silenzio con un urlo di gioia abbracciò i due ragazzi, urlando loro nelle orecchie la sua delizia per quel regalo.


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-Siamo soli Mat, non mi sembra vero.- Ale strinse a sé l'altro ragazzo, baciandogli lievemente i capelli e la fronte.
-Si, e domani iniziamo a lavorare nel pomeriggio, così possiamo anche dormire tutto il giorno. Mi sa che ce lo siamo meritati!- Ale ridacchiò soffiando nell'orecchio di Mat, che sentì un brivido caldo scorrergli lungo la schiena.
-Ma davvero tu ha solo voglia di dormire? Non vuoi aprire il mi regalo?- Un bacio lieve sulla gola fece gemere Mat.
-Se sei tu il mio regalo ti scarto subito.- Ale ridacchiò staccandosi. 
-Non ancora, aspetta che vado  a prenderlo.- Ale si diresse in camera mentre Mat lo seguiva, lo vedeva aprire l'armadio e disseppellire da sotto un mucchio di vestiti un pacco colorato e voluminoso.
-Aprilo Mat, forza!- Mat si sedette sul letto, trascinando Ale accanto a sé e aprì il pacco rivelando il maglione di lanona, mentre un pacchettino più piccolo scivolava fuori dalle pieghe della lana spessa, inosservato. 
-Ma è bellissimo! E' simpaticissimo Ale! - Mat guardava divertito quel maglione e diede un bacio al suo ragazzo, con trasporto. Lo vedeva ridacchiare, chissà che aveva in mente? Un brivido corse nuovamente lungo la sua spina dorsale, facendogli mancare il fiato, quando Ale cominciò a slacciargli la camicia.
-Vediamo come ti stà.-
-Ma cosa stai facendo?- Ale chiuse la bocca di Mat con un bacio tenero ed invadente, esplorando la cavità rosea con passione e mordicchiando le labbra morbide.
-Fidati, lasciami fare Mat. Ok?- Dopo un' attimo di perplessità Mat annuì, era curioso ed eccitato, voleva vedere cosa aveva pensato Ale.

Con mosse lente e approfittando di ogni occasione per accarezzare la pelle di Mat, Ale lo spogliò completamente. Ogni tanto Mat cercava di toccarlo, ma gli diceva di stare fermo.
Ora lo aveva in piedi davanti a lui, nudo e stupendo.
Passò le mani aperte sul petto scendendo fino al ventre, accarezzando i fianchi, stringendo ed impastando le natiche.
Mat aveva gli occhi chiusi e la testa buttata all'indietro, sommerso dalle sensazioni.
Completamente passivo si lasciava condurre da Ale nel suo gioco, assaporando le sensazioni che provava, eccitato come non mai.
-Ale. A.. leee.- Invocava il suo nome, lo stava facendo impazzire. Il suo sesso svettava pulsante ma completamente ignorato dall'altro, se non per un casuale sfiorare che faceva impazzire Mat.
-Fermo Mat, promettimi che stanotte farai fare a me. promettimi che sarai deliziosamente passivo!- La voce di Ale era arrochita dall'eccitazione, e i suoi occhi scintillavano nel vedere gli occhi liquidi e le labbra socchiuse di Mat.  -promettimelo!-
-Io.. Si te lo prometto, ma non smettere.- Mat aveva la mente in fiamme, non sapeva neppure come faceva ad essere ancora in piedi, Ale lo stava facendo impazzire!
Voleva toccarlo, ma un po' perché l'aveva promesso, un po' perché si sentiva svuotato di ogni forza, rimaneva immobile.

Ale prende il maglione che mi ha regalato dal letto, e me lo fa mettere.
La lana ruvida e setosa al tempo stesso sfiora i miei capezzoli irritandoli leggermente, ma è una sensazione stana e bellissima.
Questo maglione è enorme per me, ci potrei stare entro 2 volte, infatti scende a coprire il mio sesso, accarezzandolo con le stesse sensazioni fastidiose eppure enormemente eccitanti.
Gemo e stringo i pugni per rimanere immobile mentre Ale mi stringe a sé e il mio sesso sente, attraverso il maglione, la sua durezza stretta nei pantaloni.
Si strofina contro di me e mi mordo le labbra per non urlare dalla frustrazione di non potermi muovere e dal piacere.
Vedo che si china a raccogliere dal pavimento un pacchetto piccolo che mi era sfuggito e me lo porge.
Ma proprio adesso doveva farlo? Lo guardo e lui mi bacia, mi dice di aprirlo.
Velocemente lo scarto e mi ritrovo in mano un paio di manette.
Mi sento arrossire come non mai ma sento la mia eccitazione aumentare.

-Ti va Mat?-

Lo sguardo di Ale è fuoco verde, mi perdo tra quelle fiamme di passione e ignoro la sensazione di paura e fastidio all'idea di essere veramente in suo potere, completamente.
Lo bacio e annuisco, lo vedo sorridere mentre mi fa stendere sul letto coprendomi il viso di baci e intrufolandomi la lingua nel padiglione dell'orecchio mentre io trattengo il fiato.
Chiudo gli occhi e gemo forte, non mi accorgo nemmeno del fatto che mi afferra i polsi e me li porta sopra la testa.

-Sicuro? Se non sei sicuro dillo adesso, non credo che dopo mi saprei fermare.-
Annuisco ancora, anche se un nodo di gelo è ancora presente nel mio stomaco. Mi afferra i polsi di nuovo e con le manette li fissa sopra la mia testa, alla testiera in ferro del letto.
Passa le mani sul mio corpo, da sopra il maglione, mentre la lana mi da un leggero pizzicorio che non fa che aumentare la sensazione che le sue mani mi danno.
Gemo e mi contorco i piacere sotto le sue mani che non so per quanto tempo mi fanno impazzire, questa sottile tortura mi sta facendo perdere la cognizione di tutto.
Quando non sento più le sue mani apro gli occhi e lo vedo spogliarsi velocemente, vorrei toccarlo ma le manette me lo impediscono, ora rimpiango di aver accettato. Mi tendo disperatamente cercando di raggiungere quella pelle bronzea, mugolo di insoddisfazione e lui mi guarda con quei suoi occhi di fuoco che mi incendiano.
All'improvviso le sue mani stringono il mio sesso, congestionato e fino a quel momento ignorato, attraverso la stoffa ruvida, e io grido, inarcando la schiena per l'ondata di piacere inaspettato che mi invade.
Sa essere veramente sadico, perché dopo aver solo aumentato il mio desiderio senza soddisfarlo, abbandona la presa, per poi alzare il maglione e passare con la lingua umida e bollente sui miei capezzoli già talmente duri da essere dolorosi.
Lecca e succhia con una forza quasi dolorosa e io gemo di piacere mentre ondate di fuoco mi attraversano lo stomaco.

Stringo i dentro quando le sue dita giocano con i miei capezzoli strizzando e tirando, lasciandomi in bilico tra dolore e piacere, mentre mi dimeno, sensuale e impotente, sotto le sue mani.

Sembra proprio che Ale si diverta a farmi impazzire, ora mi ha voltato a pancia sotto e si è sistemato tra le mie gambe aperte, mentre con le mani mi accarezzala schiena e glutei, sfiorando la mia entrata con un dito curioso, ma ogni volta che mi tendo per una carezza più intima lui si ritrae, mi ricorda che devo essere completamente passivo. 
Gemo di insofferenza e passione non soddisfatta e mi immobilizzo sotto di lui, mentre le sue mani riprendono la tortura, sfiorando, promettendo, ma mai accontentando.

Mi porta il maglione sopra la testa, rendendomi cieco.
Lasciandolo abbandonato attorno alle mie braccia mentre io, sul fianco, sento le sue mani che mi sfiorano il sesso ipersensibile come non l'ho mai sentito, facendomi gridare dal piacere mentre le sue mani scivolano lievi per tuta la lunghezza.
Poi mi abbandonano e sento un dito invadermi, per poi raggiungere e sfiorare per un lungo attimo quel punto misterioso che mi fa impazzire.
Ma poi mi abbandona nuovamente e non riesco a trattenermi dallo scalciare dalla tensione.

-Non dovevi essere bravo e farmi fare tutto quello che volevo? Meriti una punizione credo.-
Sento il suo fiato caldo nell'orecchio attraverso il maglione e mi mordo le labbra.

Mi mette di nuovo con il petto premuto alle lenzuola e sento la punta del suo sesso contro di me, ed entra all'improvviso, mentre io grido per il piacere e per la leggera punta di dolore, spero che stavolta non si fermi, gemo forte e grido mentre lui mi invade e riempie, ma all'improvviso mi abbandona, e io riesco solo a dire un flebile stronzo.

Mi sento impazzire, mi sta tenendo sul filo come non mai, mi viene da piangere tanto mi sento frustrato.
Sta facendomi arrivare a vette dove il piacere più abbagliante si unisce con la più sublime e sottile tortura.
Non so se adorarlo o odiarlo.
So solo che se non mi fa venire al più presto rischio di pregarlo, e non lo ho mai fatto.
Ma mai ci sono arrivato così vicino.

Sento le sue mani percorrermi la schiena, passando sui reni e lungo le cosce per poi risalire sfiorando le mie natiche e massaggiando piano la carne sotto le sue mani, mi mordo un labbro quando un suo dito mi invade di nuovo facendomi quasi gridare dal piacere. Non voglio che succeda di nuovo quello che è successo prima. Resto immobile più che posso e freno la voglia di spingermi contro di lui per aumentare il piacere.

Il suo dito esce e le sue mani mi voltano risalendo lungo il mio corpo e spostando il maglione per ridarmi la vista.

I suoi occhi, immense fiamme di desiderio, profondità abissali di passione, mi sommergono, sento ogni forza abbandonarmi mentre mi bacia come non ha mai fatto.
La mia bocca diventa cera morbida che modella con abili mosse, divento lava e ghiaccio sotto le sue mani e finalmente entra in me mentre grido invocandolo e pregandolo.

Finalmente si muove e le sue spinte, ritmate e profonde, diventano sempre più veloci , la sua mano si muove su di me e io socchiudo gli occhi, come abbagliato dal piacere che mi avvolge, un biancore che fa dimenticare tutto.

-Ale! O.. Si! .. A.leeee! Ti p..pre..go.!!-

Con un'ultima spinta violenta e profonda viene in me, e il suo calore è troppo, mi invade, mi riempie, mi appaga.
Vengo subito dopo di lui con un grido forte e rauco, inarcandomi contro di lui e stringendolo a me con le gambe.

Ale si lascia cadere su di me, per poi mettersi su di un fianco e asciugarmi il sudore che mi imperla le ciglia con un bacio.

-Ti è piaciuto?- Mat lo guarda con lo sguardo svuotato di ogni forza.
-Sei uno stronzo sadico, ma devo dire che te la sei cavata. Che ne dici di togliermi queste manette adesso?- Nonostante le parole un mezzo sorriso divertito e pago fa capolino sulle labbra di Mat, mentre Ale, ridacchiando, gli libera i polsi.
-Mat.Che ne dici se lo rifacciamo prima o poi? Ma non troppo spesso o ci lasciamo le penne..- Ale guardava il suo angelo biondo togliersi il maglione e andare nudo in bagno a farsi una doccia.
Ma prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle si voltò, con un sorriso immenso sul volto.
-Certo Ale, ma la prossima volta ci stai tu sotto, così impari a farmi pregare, mio bastardissimo amore!- La porta si chiuse lasciando Ale sbigottito dalla risposta di Mat.
E dopo un attimo di riflessione scoppiò a ridere, gli era proprio piaciuta quella risposta, anche se non era detto che la prossima volta ci sarebbe stato lui sotto.

Con un sorriso rapito e lieve sulle labbra Ale entrò a fare a doccia dopo Mat, dandogli un lieve bacio sulle labbra.
Una volta che tutti e due furono sotto le coperte, e la luce spenta, Ale abbracciò Mat contro il suo petto baciandogli i capelli.
-Ti amo Mat. Grazie di sopportarmi amore mio.-
-Ti amo anche io, anche se stasera sei arrivato vicino al farti odiare.- Ale sentì Mat ridacchiare leggermente al ricordo di quello che avevano appena passato.
-Non era nelle mie intenzioni armi odiare Mat, ma se ci sono arrivato vicino vuol dire che me la sono cavata, no?- Un leggero bacio sulla fronte di Mat ricambiato immediatamente dal ragazzo biondo e un lungo momento di silenzio.
-Ma a cosa stai pensando Ale?-
-Stò pensando che non è detto che la prossima volta stia sotto io Mat.-

Fine


 


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