Cuoco

parte VI

di Lara 


Il nevischio batteva contro le finestre dell'appartamento, e Ale stava elencando tutta la genealogia dell'uomo che stava tardando per riparare il riscaldamento.

-Lui e tutti i suoi parenti!!!! Lurido viscido idiota..- Il suono del campanello lo interruppe e si precipitò ad aprire, finalmente il tecnico era arrivato.

Quella mattina Ale e Mat si erano svegliati alle quattro per il freddo che regnava in casa, scoprendo che il riscaldamento era guasto. In casa avevano si e no 10 gradi e stavano gelando.
Avevano passato una decina di numeri di telefono sulle pagine gialle per trovare qualcuno che venisse ad aggiustare l'impianto anche se era domenica, e finalmente alle nove di mattina lo avevano trovato. Ma ora erano quasi le due del pomeriggio e Ale si stava lentamente congelando aspettando che quello stupido omuncolo arrivasse.

Aveva addosso tanti di quegli strati di vestiti da poter vantare una parentela con l'omino Michelin, o addirittura con Babbo Natale, visto che erano a Dicembre.
Mat era al lavoro, al caldo, beato lui!

Dopo un'ora di lavoro l'ometto basso e calvo aveva riparato il riscaldamento e la temperatura stava lentamente salendo in casa, e dopo aver mostrato una parcella da capogiro che aveva fatto infuriare Ale era uscito salutando allegramente e chiudendosi la porta alle spalle.
-Che giornatina di merda..- Ale sospirò e guardò il termostato, ora in casa c'erano 15 gradi.
Almeno non sarebbe più morto congelato!
Regolò la temperatura a 19 gradi e si sistemò davanti alla televisione, mise Final Fantasy X nella play e cominciò a giocare.

***

La cucina era calda, ma al punto giusto, Mat si crogiolava al caldo davanti al forno, e si divertiva a lanciare occhiate languide a Carlo, che arrossiva fino a diventare paonazzo, e si voltava furioso.
Da quando gli aveva detto che gli facevano schifo le checche e di stargli lontano Mat aveva seguito la tattica suggerita da Ale, ammattirlo.
E sembrava proprio funzionare!

Era l'ora del pasto del personale e Mat "casualmente" si ritrovò a passare accanto a Carlo ed a strusciarglisi addosso trattenendo le risate, Carlo si voltò verso di lui furente pronto a dargli un pugno ma Mat gli sorrise in modo disarmante e andò a portare la pentola sul tavolo per poi prendere il suo piatto di pasta.

Non pensava sarebbe mai riuscito ad agire così, ma lo divertiva un mondo vedere le occhiate inceneritrici e un po' confuse di Carlo, veramente uno spasso.
Mangiò con calma il suo piatto di pasta pensando ad Ale a casa al freddo, sperava vivamente il tecnico fosse arrivato, ma poteva sempre pensarci lui a scaldare il suo Ale.
Al pensiero arrossì, finì in fretta di mangiare e si precipitò a cambiarsi per andare a casa.


Entrando nell'appartamento Mat vide Ale di spalle sul divano, che giocava con uno dei suoi video giochi..
Ultimamente non riuscivano ad avere il giorno libero assieme e riuscivano a stare poco soli.
Mat un po' si dispiaceva per questo, ma in fondo vivendo sotto lo stesso tetto e avendo orari simili il tempo non era certo poco!

Si accorse che in casa c'era caldo, quindi il tecnico era arrivato.
-Maledetto stronzo Seymour bastardo!!!! Anche come terz' ultimo boss finale ti dovevano mettere??-
Mat fissò sorpreso il suo ragazzo di spalle che non si era neppure accorto che era entrato in casa.
Quel gioco lo stava prendendo proprio tanto. Com'è che si chiamava? Final Fantasy X o qualcosa di simile..
Lo vedeva concentratissimo e sorrise, si spogliò velocemente del cappotto e si portò alle spalle di Ale abbracciandolo.
-Ciao smanettatore di console, non hai ancora fuso la play a forza di tenerla accesa?-
Mat sorrise sentendolo sussultare nel suo abbraccio, non si era proprio accorto che era rientrato!
-Mi hai spaventato Mat! Come è andata?- Ale spense la Play (NdL: e sottolineo LA Play. La e non IL. >__< ) e si voltò  nell'abbraccio del ragazzo biondo, baciandolo.
-Tra una settimana è Natale Ale..Ti ricordi che succede??- Ale scosse la testa con un sorriso complice e strafottente.
Erano almeno dieci giorni che ogni giorno glielo ricordava.
-No, che succede a Natale? Forse i tuoi vengono a mangiare qua da noi e non devono scoprire che noi due siamo più di 2 amici che dividono le spese dell'appartamento?- Mat lo guardò con una smorfia da finto saccente, gli occhi da gatto verdi come le foglie di Ale che lo guardavano sorridenti e sornioni.
-Esatto mio caro, vedo che hai studiato oltre che pasticciare con il tuo gioco! Ti meriti un bacio.-
-Credo di meritarmi molto di più che ne dici?- Ale baciò e assaporò lentamente la bocca di Mat, finche lui non si staccò sorridendo.
-Penso che questo discorso meriti di essere approfondito, che ne dici di continuarlo in camera?-  Ale sorrise e mordicchiò il lobo del bellissimo ragazzo che si abbandonava tra le sue braccia con aria languida e incredibilmente seducente.
-Sono perfettamente d'accordo .-
In quel momento suonò il campanello e la porta si spalancò mentre Nadia, la sorellina di Mat, entrava col fiatone chiudendosi la porta alle spalle.
Mat stava per gridarle di andarsene, arrabbiato, quando un paio di parole lo bloccarono rendendolo un pezzo di ghiaccio.
-Mamma e papà!- Nadia stava ansando, doveva aver fatto la strada di corsa. 
-Cosa intendi? Spiegati!- Mat era angosciato, e tra sé pregava Dio che non arrivassero in quel momento.
Non proprio adesso che un'imbarazzante erezione era chiaramente visibile nei pantaloni!
-Mamma. papà. qui. arrivano.- Ale e Mat si staccarono cercando di ricomporsi e corsero per casa cercando di mettere un po' di ordine in quello che sembrava essere un campo di battaglia, o più che altro un ripostiglio indecentemente disordinato..

-Mat!! -  Un grido felice arrivò all'orecchio dei due dalla porta di casa. (NdL: ma chiuderla a chiave la porta voi due no? Continua ad entrare chiunque! Nd Mat e Ale: scema, guarda che sei tu che scrivi la fic! NdL: ^^;;;;; vero, non ci avevo pensato.)
Una donna bassa e rotondetta, dai lunghi e ricci capelli color rame si precipitò ad abbracciare Mat, baciandolo sulle guance, o per lo meno provandoci visto che arrivava si e no alle spalle del figlio.
-Il mio bambino!- Mat arrossì e si staccò dalla madre sorridendo. E ringraziando Dio di aver avuto sufficiente tempo per calmare la sua erezione.
-Non sono più un bambino già da un po', te lo ricordi vero che i bambini non sono alti uno e ottanta e hanno la maggiore età già da un pezzo?- La donna sorrise e diede una carezza alla guancia del figlio.
-Lo so caro, ma tu sei sempre il mio bambino!-

Ale guardava la scenetta familiare con un sorriso, studiando quella donna che dava l'impressione di essere molto giovane, anche se era smentita dalle rughe attorno agli occhi e dai capelli bianchi sparsi tra la chioma rossa. 
Mat e Nadia non assomigliavano per nulla alla madre, probabilmente avevano preso dal padre.
La donna era vestita in maniera molto hippy con colori sgargianti e una serie di monili e bigiotteria davvero interessanti.
Ale sorrise all'idea di Mat con una madre Hippy, aveva sempre pensato alla madre di Mat come ad una donna seria e posata, sempre perfetta.

Un deciso colpo di tosse dalla porta aperta attirò l'attenzione di tutti e un signore alto e dai capelli e gli occhi neri come la notte sorrise a Mat.
-Allora, come te la passi senza noi tra i piedi?-
Il ragazzo sorrise e si avvicinò all'uomo che gli diede la mano, ma poi con un sorriso lo strinse a sé.
-Mat, ricordati di farti vivo più spesso a casa, che tua mamma senza di te a distrarla sta diventando una piattola!-
Mat e l'uomo sorrisero e poi si misero a sghignazzare apertamente davanti all'espressione offesa e birichina della donna.
-Una piattola io, ma sentilo. Ma se è lui che ha voluto a tutti i costi venirti a trovare oggi! A proposito  Mat, non ci hai ancora presentato il tuo coinquilino!- Mat sorrise e annuì.
-Mamma, papà, vi presento Alessandro, il mio coinquilino. Alessandro, Elisa e Angelo, i miei genitori.-

Nadia osservava la scena ridacchiando sotto i baffi, chissà che reazione avrebbero avuto i loro genitori vedendo la scena che aveva visto lei entrando??
Il suo fratellino in piene effusioni.
Decisamente un bello spettacolo, soprattutto per Ale. Quel ragazzo era decisamente bello, un dio in terra. Nadia sospirò tra se, e pensare che aveva anche bussato prima di aprire la porta stavolta!

Ale sorrise ai genitori del ragazzo che amava, notando che nessuno di loro assomigliava a Mat o a Nadia, mentre si vedeva chiaramente che i due erano fratelli.
Strinse la mano ad Angelo, che ricambiò la stretta con forza, e diede la mano anche a Elisa, che lo attirò in un abbraccio materno e gli diede due baci sulle guance.

La sera passò velocemente, tra chiacchiere leggere e i ricordi di Elisa su Nadia e Mat da piccoli.
-Vedi, Mat a 10 anni era un piccolo terremoto, e si dava già molto da fare.
Una volta cercava di fare alpinismo sulla ringhiera del balcone, mentre Nadia cercava di seguirlo, poi li ho trovati accovacciati sui rami della pianta che toccava il balcone, questi due non mi rispondevano neanche. E sai che mi ha risposto Mat quando gli ho detto che quando mi sentiva chiamarlo mi doveva rispondere? Che in alta montagna per l'aria rarefatta i suoni arrivavano dopo e non mi poteva rispondere subito, se no non era come essere in montagna. Chissà da dove aveva preso quell'idea!-

La simpatica signora chiacchierò a quel modo per tutta la sera, imbarazzando a morte Mat e Nadia che punteggiavano i suoi discorsi con frasi tipo: questo no mamma! Ma magari stai stufando Ale, parliamo d'altro.
Verso mezzanotte se ne andarono, avevano un viaggio di un paio d'ore per tornare a casa e avevano rifiutato l'offerta di dormire a casa dei due ragazzi.

Finalmente soli, pensò Mat con un sospiro. 
Ale era sprofondato nel divano e Mat gli si sedette in braccio, affondando il viso nella sua spalla e aspirando con piacere il profumo di cannella che emanava da lui.
Certo gli aveva fatto piacere la visita dei genitori, ma aveva bisogno di un po' di intimità con il suo Alessandro.
Sentiva la mano lunga e affusolata di Ale accarezzargli i capelli  e scendere sulla schiena.
-Sai che sei un coccolone Mat?-
Ale sorrise.
Amava questo lato del carattere del suo ragazzo, amava passare intere sere a tenerlo tra le braccia, semplicemente. Accarezzarlo e baciarlo piano, senza voler arrivare a nulla. Solo assaporando la sua vicinanza.
Adorava quando nascondeva il viso nell'incavo della sua spalla dopo essersi stropicciato gli occhi assonnati, era il suo modo di dirgli che era stanco e voleva andare a dormire.
Però stavolta voleva fargli una domanda.
-Mat, posso chiederti una cosa?-
Ale sentì la testa bionda muoversi in un assenso e sorrise pensando a quando somigliava ad un gatto coccolone e sornione in quel momento.
-Come mai non c'è nessuna somiglianza tra te e Nadia e i vostri genitori?-

Mat sospirò, se la aspettava quella domanda e si preparò alla risposta. Affondò ancora di più il viso nella spalla di Ale e cominciò a parlare.

-Noi non siamo i loro figli naturali.
Mia mamma naturale era come me e Nadia, bionda e alta.
Mio padre vero morì quando mia mamma era incinta di Nadia. Poi lei è morta nel darla alla luce.-
La voce di Mat si spense in un sussurro nella spalla di Ale, i ricordi o stavano sopraffacendo ma con uno sforzo li richiuse nell'angolo della sua mente dove li teneva reclusi.
-Non avevamo parenti da nessuna parte e siamo finiti in orfanotrofio, per un anno.
Nessuno ci voleva adottare insieme e io non volevo lasciare Nadia, l'unica persona che mi fosse rimasta. Avevo sei anni, ero già troppo grande per essere adottato mi dicevano.
Le assistenti mi dicevano anche che se amavo veramente mia sorella dovevo farla adottare senza di me, così almeno lei sarebbe cresciuta in  una famiglia.
Stavo quasi per credere a quelle cose..
Ma poi sono arrivati Elisa e Angelo e ci hanno voluti entrambi. All'inizio mi rifiutavo di chiamarli mamma e papà.- Mat sorrise al ricordo di lui che piccolo chiamava con grande serietà
Signora Elisa e Signor Angelo i suoi genitori.
-Ma poi quando Nadia è diventata abbastanza grande da accorgersene e mi chiedeva perché li chiamavo per nome ho cominciato anche io a chiamali papà e mamma. E da allora piano piano hanno preso un posto anche nel mio cuore e ora non farei mai nulla che li possa ferire.-

Ale rimase in silenzio per un lungo attimo, poi strinse a sé Mat con forza.
Poi lo guardò e vide il sorriso più bello e dolce che potesse risplendere in quel viso.
Si chinò a baciarlo e si perse nel calore di lui, nel profumo lieve che veniva dalla sua pelle lattea.
-Ho sempre pensato che eri una persona speciale, ora so che sei decisamente molto più di una persona speciale.-
Mat sorrise staccandosi dalle labbra bollenti del suo amato e gli strizzò allegramente l'occhio.
-Dimostramelo.-
Le loro mani presero a vagare ognuna sul corpo dell'altro, donando piacere e amore.
Presto rimasero nudi sul divano, mentre i loro corpi si univano nella concretizzazzione dell'amore che li legava.


Mat prese una coperta che giaceva ai piedi del divano e coprì se stesso e Ale, pensando che era proprio una fortuna che il riscaldamento non fosse più rotto, visto che non avevano voglia di alzarsi e che a portata di mano c'era solo un plaid leggero.
Ale stava studiando il volto amato sorridente e rilassato, e Mat si avvicinò ad accarezzare con le dita il viso dagli occhi di agata che lo guardava attento.
-Cosa c'è Ale?-
-Nulla di particolare, pensavo solo a quanto sei importante per me.- Mat sorrise e lo baciò.
-Se sono importante per te almeno la metà di quanto tu sei importante per me, sono molto prezioso..-
-Direi che sei la cosa migliore e più preziosa che ho.. Ti amo Mat.-
-Anche io ti amo, e non scordarlo mai, capito?-
I due si addormentarono abbracciati, mentre il Natale si avvicinava inesorabile, con i suoi mille significati.
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