Crying

parte I

di Angy_Alchemist


Piangi?

 

Voi esseri umani non riuscirò mai a capirvi, neanche t’avessi fatto del male.

 

Non è la prima volta che scopiamo, né la prima che mi vieni a cercare.

 

Non ho risposto con no alla tua richiesta, io ci sono sempre per te anche se tu per me esisti solo quando hai voglia di esistere.

 

Non ti ho maltrattato questa volta, non hai lividi nel corpo e nei fianchi, neanche sul viso: non potrei mai toccare le tue guance, non mi piace scopare con qualcuno dal volto rovinato, sarebbe uno spreco.

 

Non ho usato parole pesanti, ne quelli che tu chiami “frasi dai sensi di colpa”: sono tutte stronzate però! Sai che ciò che fai è sbagliato ma non vuoi porvi fine, ne che qualcuno ti dia un consiglio.

 

Il tuo tocco sulla mia pelle, il tuo corpo che si muove su e giù, Dio quant’è eccitante, è peccatore. La tua mente oscena e perduta è peccatrice. La tua bocca vogliosa e dalle labbra di pesca è peccatrice… ma tu adori essere trasgressore.

 

E’ per te come per Eva è stato raccogliere la mela, o quelle cavolate che gli umani s’inventano.

 

Ti delizia sapere che è proibito e fuori legge ciò che fai.

 

Ti conquista…

 

Ti eccita da morirne.

 

E io mi eccito a sentirtelo dire, mille e mille volte, quelle parole dalla tua bocca bramosa di sesso e delle mie labbra.

 

Ansimi e urli mentre facciamo sesso, mai il mio nome o quello di qualcun altro è stato pronunciato al termine del piacere, solo un grido esasperato, un aggrapparsi alle mie spalle o alla testiera del letto, un chiudere le gambe per sentirlo ancora meglio sfregare nella tua cavità calda, un abbandonarsi sul materasso, sul tavolo, sul pavimento… o in qualsiasi cazzo di posto tu abbia voglia di farlo.

 

Chissà perché mi vengono in mente queste cose adesso.

 

Proprio ora, che sono uscito dal tuo corpo e sei abbandonato sul bordo del letto.

 

E piangi.

 

Piangi di gioia o tristezza Full metal Shorty?

 

Lo so perchè sei così…

 

La cosa non mi dispiace, in fondo, dopo un po’, tornerà da te la voglia di sfogarti su qualcuno, e questo qualcuno non potrai essere altro che te.

 

Per ciò che fai, ti auto-punisci, come sempre.

 

Fra pochi minuti mi urlerai contro, alzerai la tua mano di metallo, comincerai a imprecare e scalciarmi, finchè non sentirai in me quella rabbia che ti eccita e spaventa allo stesso tempo.

 

Ti pentirai di avermi fatto arrabbiare, sarai compiaciuto con te stesso però, ripetendo in continuazione “questo è ciò che merito”.

 

Urlerai per il troppo dolore e alla fine, dovrai trovare una scusa da raccontare a tuo fratello e a quegli sciocchi militari.

 

Perché quei lividi?

 

Cammini in modo strano sai?

 

Ti senti bene?

 

Seguiti da un tuo: ho avuto un combattimento molto pesante, mi passerà.

 

Ma tu ti ricorderai ogni graffio, ogni lesione, ogni dolore infinitesimale sulla tua debole carne ti ricorderà di me, che tornerò, che mi cercherai e che tutto ricomincerà da capo.

 

Non puoi sfuggire a ciò che tu stesso hai voluto.

 

Sono stanco, ho voglia di dormire adesso, e questo letto è scomodo.

 

Voglio addormentarmi ma non ci riesco, ho troppo freddo e cerco la coperta sul pavimento della stanza. La trovo in un angolo come ad aspettarmi, buttata lì dalla mia fretta di averti nudo tra le mie mani.

 

- Envy…-

 

Non fai spesso il mio nome, se non quando sei furioso o non accetti un mio trattamento troppo osceno.

 

Mi stai guardando mentre mi alzo, non mi piace essere fissato, smettila sei stupido.

 

Arrivo dov’era il lenzuolo e con questo copro entrambi, non stai più piangendo ma i tuoi occhi sono ancora rossi e gonfi come il labbro morso per non far sentire i singhiozzi.

 

Pensi che non me ne sia accorto?

 

Non credere di poterla fare a me, non sono un’idiota!

 

- Envy…-

 

Il tuo richiamo mi è sembrato preoccupato questa volta, ah già… mi sono dimenticato di risponderti. Non è da me vero ignorarti, soprattutto quando hai le tue voglie.

 

- Mh?- mi giro dalla tua parte di letto, non mi stai neanche guardando, non ne hai mai il coraggio.

 

Sei arrossito, il tuo sguardo fissa un punto imprecisato del materasso e le dita delle tue mani giocano scioccamente tra loro.

 

Forse è questo lato di te che mi affascina così tanto, ha vinto l’odio che provavo e l’ha trasformato in attrazione.

 

Riesci a cambiare tanto rapidamente da sembrare un altro, sei anche più bravo di me direi…

 

Odio.

 

Passione.

 

Infantilismo.

 

Queste sono le tue tre vite, non lo sai e non te ne sei mai accorto però. Io sì… e le trovo succulente.

 

Adoro giocarci, una ad una, vedere come passi all’altra o come scopri di essere stato imbrogliato nel tuo stesso gioco.

 

Mi piace quando sei infuriato, scarichi la tua rabbia su di me e senti il gaudio che il maltrattare qualcun altro ti giova.

 

Mi piace quando colto da un’improvvisa scarica senti l’eccitazione, in quel momento dell’odio non t’importa, vuoi solo sapere appagate le tue richieste. Ti spogli velocemente e metti le mani su di me, lascio che sia tu il padrone del gioco anche se alla fin fine sono io a decidere come e quando.

 

Mi piace quando alla fine, mi cerchi sotto le lenzuola, mugugni come un bambino e ti diverti a inseguire una figura paterna in colui che pochi secondi prima si divertiva a sentirti urlare sotto le sue spinte.

 

- …hai capito? –

 

Ah già, stavi parlando. Non ho sentito nulla di ciò che hai detto, peccato, sarebbe stato simpatico sentire un tuo discorso quasi-sensato ogni tanto.

 

- Non m’interessa!-

 

Veramente neanche ascoltavo ma in fondo non ho mentito, le tue parole non m’interessano, niente di te m’interessa se non il tuo corpo… credo.

 

Hai provato ad alzare gli occhi, in quel momento ho visto un fulmine di rabbia percorrerli.

 

Doveva essere qualcosa di molto importante se ti sei arrabbiato con me Full metal Shorty. Ma in fondo che cosa ti aspettavi da uno come me? Che ti consolassi per le piccole cattiverie che hai fatto nella tua vita? Che ti dessi buoni consigli su come continuare a crescere?

 

Sei proprio nel posto sbagliato e con la persona più errata che ti potessi trovare.

 

- Mi abbracci?-

 

Mi stupisci ogni giorno di più. Sai benissimo che non lo faccio mai e non lo farò, è la terza volta in un mese che me lo chiedi. Carenza d’affetto?

 

Stai allungando le tue braccia verso di me, speri in una risposta.

 

Scherzi? Non m’interessa se sei triste o hai voglia di sciocchi baci e carezze.

 

Ti rispondo come meglio posso fare: ti spingo fuori dal letto e mi giro dalla parte opposta.

 

So cosa succederà adesso e sinceramente non ho voglia di sentirti. E’ vero, mi sono dimenticato.

 

Amore.

 

Ecco, questo proprio non lo sopporto.

 

Amore, che stronzata! Da dove ti sia uscito questo proprio non lo so.

 

Mi disgusti tutte le volte che cerchi in me qualcosa di dolce e gentile, qualcosa che ti faccia sentire bene e amato.

 

Ti dimostro già abbastanza il mio desiderio nei tuoi confronti, non ho bisogno di arricchirlo con false promesse e carezze gratuite.

 

Ma tu le vuoi, smani per averle, urli per averle, e picchi forte.

 

Proprio come stai facendo ora, questa volta non voglio risponderti, sono troppo spossato per sottostare ai capricci di un mocciosetto.

 

Ti sei seduto sul letto, sei ancora nudo, come ti ho lasciato prima, ignudo e bagnato. Mi sfugge un sorriso mentre ci penso.

 

Delle tue parole e urla non sento altro che rumori, non li capisco bene, forse perché non li voglio sentire. Il cuscino separa il mio orecchio dalle tue parole ma so quali sono, nonostante non le senta. Le so da mesi ormai, imparate a memoria nella mia testa, in un continuo ripetersi di angosciosi ricordi.

 

Picchi i tuoi pugni sulla mia spalla, piccole lacrime scendono dal viso e cadono sul mio fianco.

 

Mi deprime vederti così, non che mi dispiaccia… giammai, ma mi fa rabbia.

 

Picchi ancora, più forte, il tuo braccio metallico fa un male boia ma sulla mia pelle non rimangono lividi. Sono un homunculus, puoi farmi male ma non ferirmi, puoi tagliarmi ma non lascerai mai alcun segno su di me.

 

Lo sai e continui, più forte.

 

Spingi le tue unghie sulla carne del mio braccio, mordi la spalla più forte che puoi. Piangi e gridi, non ti ho mai visto così arrabbiato, è solo per un abbraccio?

 

No, tu vuoi più che un abbraccio, questo è per tutte le volte che ho rispondo no alle tue carezze, per tutte le volte che la mia forza ha sovrastato la tua dolcezza.

 

Questa volta proprio non hai resistito vero? Eri talmente scosso ed arrabbiato che non sei riuscito più a trattenerti?

 

Usi tutta la violenza che il tuo corpo ti permetta di avere sulla persona che finora desideri di più.

 

Ma io… la mia stanchezza è grande certo, ma non sopporto proprio quando danno a me della puttana.

 

 

 

 

 

> To be continued…

 

Come inizio direi che non è maluccio, conoscendo le mie precedenti fanfiction, che vi invito a non conoscere, non è uscito malissimo. E’ la prima fanfic su FMA, forse non avrei dovuto iniziare subito con la coppia EnvyxEd (anche se non sembrano esattamente una di quelle coppie da San Valentino) ma ho trovato talmente poche fanfic su di loro che invogliare qualcuno a scriverne altre non l’ho trovata una cattiva idea.

Accetto volentieri anche le critiche, ovviamente aiutano a migliorare altrimenti a cosa servirebbero?

Ringrazio tutti per la lettura, il prossimo capitolo fra qualche giorno! ^___^